Il Teatro di San Carlo si aggiudica il “Premio al merito civico 2023”

Al Teatro San Carlo il “Premio al merito civico 2023” della Regione Campania per la solidarietà e l’inclusione delle persone con disabilità.

La targa sarà consegnata domani venerdì 1 dicembre dalle ore 10 presso l’Auditorium della Regione Campania Isola C3, Centro Direzionale di Napoli alla presenza dell’Avvocato Paolo Colombo, Garante dei diritti dei disabili della Regione Campania, e Gennaro Oliviero Presidente del Consiglio Regionale della Campania.

“Questo riconoscimento così importante nella giornata internazionale della disabilità – afferma il Sovrintendente Stéphane Lissner – sottolinea l’impegno costante e la dedizione del nostro Teatro nel creare un ambiente artistico accessibile e accogliente per tutti i membri della comunità implementando percorsi ducativi sempre più inclusivi, come quello del progetto Il Museo del Teatro di San Carlo: accessibilità e inclusione, che guarda al futuro della progettazione culturale grazie all’implementazione delle tecnologie innovative applicate alla valorizzazione e alla fruizione del patrimonio culturale, con una visione sempre più orientata all’abbattimento delle barriere non solo fisiche ma anche cognitive e sensoriali, per una concreta attuazione del diritto di accesso per tutti ai luoghi della cultura, comprese le persone con disabilità e in particolare dei visitatori ciechi e  ipovedenti, nel rispetto degli standard di qualità dei servizi museali regionali”.

ll MeMus ha programmato in un precedente progetto realizzato nel 2020/2021 l’avvio della propria trasformazione radicale in Museo totalmente accessibile ed inclusivo, a partire dalla creazione di pannelli storici e di segnaletica orientativa con traduzione in lingua Braille.

Con la seconda fase del progetto, condotta nel 2021/2022, ha quindi inteso ampliare l’accessibilità del suo patrimonio storico artistico attraverso nuovi e più specifici progetti di inclusione e diffusione in collaborazione con istituzioni e associazioni che da tempo lavorano ad una fruizione ampliata del patrimonio, con particolare attenzione ai visitatori ciechi e ipovedenti. Pertanto è stata avviata una proficua collaborazione con la rete “Campania tra le mani” e con “il Libro Parlato” dell’UIC, con esperti di Lingua LIS per sordi, con esperti e con varie istituzioni specializzate del territorio e a livello nazionale.

Ai due precedenti, ha fatto seguito un terzo intervento del progetto di accessibilità e inclusione del MeMus, condotto nel 2022, che ha consentito di potenziare ulteriormente l’accessibilità e la diffusione del patrimonio attraverso strumenti didattici e divulgativi di grande attualità ed efficacia, grazie alla creazione di strumenti didattici e divulgativi del patrimonio e più in generale dell’opera in musica a bambini e ragazzi, in particolar modo inglobando giovani con disabilità e problemi di inclusione sociale.

Il Teatro di San Carlo ringrazia la Regione Campania per questo premio significativo e rinnova il suo impegno a promuovere un’arte inclusiva e accessibile a tutti.

FONDAZIONE ARENA SI PREPARA AL FESTIVAL 2024 : AL FILARMONICO LA SERATA EVENTO SOLIDALE DEDICATA A SPONSOR E 67 COLONNE

Una serata evento assieme a sponsor, sostenitori e 67 Colonne. Ieri sera, per la prima volta, il palcoscenico del Teatro Filarmonico è divenuto sede suggestiva di una cena di Gala, a scopo solidale.

Erano presenti il Sindaco di Verona e Presidente di Fondazione Arena Damiano Tommasi, il Sovrintendente Cecilia Gasdia, il Vice Direttore artistico Stefano Trespidi, il Marketing Principal Consultant Andrea Compagnucci

Nato nel 2021 nel pieno della pandemia, con il sostegno dei due soci Fondatori Pastificio Rana e Gruppo Calzedonia, per ricostruire idealmente l’abbraccio di imprese, sponsor e sostenitori intorno all’Arena, il progetto di fundraising e corporate membership 67 Colonne per l’Arena di Verona è cresciuto di anno in anno riscuotendo consensi e riconoscimenti internazionali quale case history del mecenatismo culturale italiano. Nel 2023 Fondazione Arena ha ricevuto da sponsorizzazioni e donazioni in art bonus 1 milione di euro in più rispetto al 2022 raggiungendo così il livello più alto di finanziamento privato della sua storia recente. Per il 2024, annunciato l’ingresso di un nuovo sponsor: Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP. Da ieri sera, inoltre, sono aperti fino al 15 aprile i rinnovi delle adesioni, con prelazione, delle 67 Colonne.

Cena e asta di beneficenza. Ben 25 tavoli che hanno accolto gli ospiti della serata, deliziati dai piatti dello chef Massimo Mezzari e dagli allestimenti floreali di Flover. Lungo la parete un enorme specchio, a riflettere il teatro, con al centro le persone, arricchito dalle statue de La Traviata di Zeffirelli e i lampadari di Capuleti e Montecchi. Una vera e propria scenografia per uno ‘spettacolo’ che ha visto protagonisti gli ospiti. Ad arricchire il programma, il Tenore Matteo Mezzaro e il Soprano Enkeleda Kamani che hanno interpretato alcuni brani di Verdi e Puccini, accompagnati al pianoforte dal Sovrintendente Cecilia Gasdia. E l’asta di beneficenza con il ‘Mercante in Fiera’, grazie alla quale sono stati raccolti 5.400 euro che verranno devoluti al progetto “Saving Lives” di Metinvest per attività all’interno di un campus per bambini in Ucraina. Ad ogni carta corrispondeva uno scatto del Centesimo Festival che gli ospiti hanno potuto ritirare alla fine, a ricordo della stagione dei record. Le tre carte vincenti si sono aggiudicate i biglietti per gli eventi 2024 Bolle And Friends, IX Sinfonia di Beethoven e per la Star Roof che sarà riproposta anche la prossima estate.

Risultati 2023. La serata di ieri è stata l’occasione per ribadire il ruolo centrale di Fondazione Arena all’interno dell’economia della città e, più in generale, di tutto il territorio. Il 100° Opera Festival ha fatto registrare il miglior incasso di sempre per un totale di 33.048.000 euro e un aumento di presenze pari a 59.584 spettatori rispetto al 2022, raggiungendo quota 402.722. Con il record di incasso medio a serata: 675 mila euro, rispetto ai 523 mila del 2019.  In crescita anche la media delle presenze a spettacolo che si è attestata, per la prima volta nella storia del Festival, a quota 8.400. Confermata anche l’internazionalità del pubblico, proveniente da 125 Paesi del mondo. Un successo senza pari grazie al lavoro di 1.421 persone, dalla sartoria, ai laboratori, fino ai portastrumenti. E cast internazionali con le star della lirica. Miglior dato di sempre anche quello che riguarda il coinvolgimento dei media nazionali e internazionali: le testate ed emittenti accreditate sono state infatti 285, per un totale di 1434 presenze. E sono stati più di 6.000 gli articoli e i servizi dedicati al Festival tra web, carta stampata, radio e tv. L’Arena sui social ha fatto il giro del mondo: a fine Festival, i canali Facebook e Instagram hanno raggiunto quasi 47 milioni di contatti, con 16 mila ore di visualizzazioni dei video: la sola pagina Instagram ha raggiunto più di 12 milioni di account, crescendo del 166% rispetto al 2022.

Numeri importanti ottenuti grazie al contributo degli sponsor di lungo corso, in primis UniCredit, che vanta una longevità di collaborazione di oltre 25 anni, e poi Calzedonia, Pastificio Rana, Volkswagen Group Italia, DB Bahn, RTL 102.5. Alla compagine degli official sponsor si sono aggiunti quest’anno Forno Bonomi, Metinvest/Saving Lives, Genny, che ha firmato le nuove divise del personale adibito all’accoglienza del pubblico e Müller, che ha sostenuto i progetti di accessibilità dedicati alle persone con disabilità. Tra gli official partner, a marchi storici quali Veronafiere, Air Dolomiti, A4 Holding, Casa Sartori, SABA Italia, SDG Group e al Cultural Partner Palazzo Maffei, si sono aggiunti Acqua Dolomia, Sanagol e Mantova Village. Un ringraziamento doveroso va naturalmente anche a imprese, privati, ordini professionali che compongono la schiera della Membership 67 Colonne per l’Arena di Verona, fondata da Gianluca Rana dell’omonimo pastificio e da Sandro Veronesi, patron del Gruppo Calzedonia, con il Gruppo Athesis, media partner. Così come al Main Sponsor per la Stagione Artistica 2023 al Teatro Filarmonico BCC di Verona e Vicenza Credito Cooperativo.

Damiano Tommasi, Sindaco di Verona e Presidente della Fondazione Arena:

“Grazie per lo spirito con cui è stata pensata e realizzata questa iniziativa di fundraising e corporate, è quello che serve a Fondazione Arena, così come alla città, per non essere e sentirsi mai sola davanti alle sfide future. Credo che l’obiettivo di tutti noi sia partecipare ed essere protagonisti di questa magnifica esperienza che l’Arena vive e propone da oltre cento anni. Sono davvero grato alle vostre esperienze personali, familiari e aziendali, sostenendo Fondazione Arena dimostrate un affetto e un legame non solo verso la parte artistica e il Festival ma anche verso la nostra città. Mi auguro che la Fondazione, così come è stato fino ad oggi, continui ad essere all’altezza della vostra fiducia e del vostro attaccamento, affinché insieme si possano affrontare le sfide e continuare ad alzare l’asticella. All’orizzonte abbiamo le Cerimonie Olimpiche, ci accorgeremo tra qualche anno cosa significherà averle a Verona, noi ci prepareremo al meglio per accoglierle e per vivere questa esperienza, non solo dal punto di vista sportivo”.

Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena:

“Questi numeri ci raccontano cosa siamo riusciti a fare, tutti assieme. Sta iniziando il quarto anno di questo progetto di fundraising, e ringrazio tutti per la lungimiranza e la tenacia che avete dimostrate e con la quale avete abbracciato con grande amore l’Arena del mondo, e l’opera, il primo grande esempio di Made in Italy. Le 67 Colonne sono state un’occasione storica che non abbiamo perso, per la cultura e per la città. Per salvaguardare e diffondere la storia, la conoscenza, la tradizione dell’Arena, il teatro all’aperto più grande del mondo. Gli sponsor e i sostenitori sono fondamentali e i risultati ottenuti nell’ultimo anno ne sono la dimostrazione. Siamo davvero orgogliosi del percorso fatto assieme e non vediamo l’ora di condividere con entusiasmo i progetti e le importanti notizie che ci attendono nel prossimo futuro”.

Stefano Trespidi, Vice Direttore artistico di Fondazione Arena:

“Anche voi siete l’Arena, il teatro è fatto di persone, per questo abbiamo voluto mettere al centro i nostri ospiti in questa serata all’insegna della solidarietà. Ripercorriamo assieme i record dell’ultimo Festival, numeri importanti che non hanno precedenti nella storia di Fondazione Arena. Un’impresa frutto del lavoro di tantissime persone, con una specifica preparazione tecnica e professionale. Non solo professori d’Orchestra, Cantanti e artisti, tra cui mimi e comparse, ma anche tecnici, sarti, portastrumenti, maschere. Ognuno di loro ha fatto la differenza. Ed è il nostro valore aggiunto”.

Andrea Compagnucci, Marketing Principal Consultant di Fondazione Arena:

“Abbiamo pensato per questo evento, ad un’asta benefica, per sostenere un importante progetto solidale in Ucraina. Inoltre, sono state selezionate le 101 immagini più belle del Centesimo Festival, scatti che ci condurranno al Festival 2024 e che, questa, sera, vogliamo regalare ad ognuno di voi, un ricordo del percorso fatto insieme e dei risultati straordinari raggiunti, con un record assoluto di sponsorizzazioni donazioni e un modello di membership che in molti in Italia vogliono emulare”.

CONCERTO STRAORDINARIO AL TEATRO DELLA SCALA, CON JANINE JANSEN, MISCHA MAISKY E MARTA ARGERICH

Venerdì 1 dicembre 2023 – ore 20

Teatro alla Scala, Concerti Straordinari 2023/2024

Janine Jansen, violino
Mischa Maisky, violoncello
Martha Argerich, pianoforte

Janine Jansen Photo: Marco Borggreve

Mischa Maisky

Marta Argerich Photo Adriano Heitman

Franz Joseph Haydn : Trio con pianoforte n. 39 in sol magg. Hob. XV:25

Dmitrij Šostakovič : Trio con pianoforte n. 2 in mi min. op. 67

Felix Mendelssohn Bartholdy : Trio con pianoforte n. 1 in re min. op. 49 

Prezzi: da 110 a 10 euro

Infotel 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org

Ufficio Stampa Teatro alla Scala

Via Filodrammatici 2 – 20121 Milano

Tel. +39 02 88 792 412

www.teatroallascala.org

Con la sontuosa Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven, sabato 2 dicembre alle 20.30, si aprono al Teatro Lirico di Cagliari i festeggiamenti per l’inaugurazione del Teatro Carmen Melis

Sabato 2 dicembre alle 20.30 è in programma il concerto straordinario che apre un’articolata settimana (fino all’8 dicembre) composta da una serie di manifestazioni, musicali e non, per celebrare l’inaugurazione del nuovo Teatro Carmen Melis, “ridotto” del Teatro Lirico di Cagliari, e con la quale si chiudono i festeggiamenti per il trentennale della struttura che accoglie la Fondazione cagliaritana (1993-2023).

Il concerto prevede i due complessi stabili cagliaritani, Orchestra e Coro del Teatro Lirico, guidati dal giovane direttore spagnolo Jaume Santonja (Bocairent, 1986) che ritorna sul podio del Teatro Lirico di Cagliari, dopo il successo dei concerti della scorsa primavera. Nei ruoli solistici si esibiscono: Marigona Qerkezi (soprano), Natalia Gavrilan (mezzosoprano), Matteo Desole (tenore), Dongho Kim (basso). Il maestro del coro è Giovanni Andreoli.

Si tratta di un concerto sinfonico-corale che propone all’ascolto del pubblico una delle pagine musicali più celebri e più popolari e che vuole anche essere di buon augurio per gli anni a venire; infatti il programma musicale, interamente dedicato al genio creativo di Ludwig van Beethoven (Bonn, 1770 – Vienna, 1827), prevede l’esecuzione di uno dei capolavori più straordinari della storia della musica: la Nona Sinfonia in re minore per soli, coro e orchestra op. 125, imponente pezzo sinfonico-corale, composto negli anni tra il 1822 e il 1824. Nel quarto movimento (Finale) si ascolta il celeberrimo “Inno alla gioia” su testo di Friedrich von Schiller, attraverso il quale il geniale compositore tedesco invita tutti alla fratellanza universale. Le ultime due esecuzioni a Cagliari della Nona Sinfonia di Beethoven risalgono al gennaio 2021 con la direzione di Fabrizio Maria Carminati (in diretta televisiva e in streaming a causa del lockdown per la pandemia da Covid-19) e al gennaio 2016 con la direzione di Gérard Korsten (con il pubblico in sala).

Lo spettacolo ha una durata complessiva di 1 ora e 15 minuti circa e non prevede l’intervallo.

Il Nuovo Teatro Comunale (oggi Teatro Lirico di Cagliari) è stato inaugurato il 2-3-4 settembre 1993, dopo una lunghissima stagione di lavori. La città mancava di un vero e proprio teatro dagli anni del secondo conflitto mondiale: le antiche sale del Politeama Regina Margherita e del Civico, entrambe nel centro storico, erano state infatti distrutte rispettivamente nel 1942 (a causa di un incendio nella notte fra il 17-18 dicembre) e nel 1943 (a causa del bombardamento alleato del 26 febbraio). Nei decenni successivi i concerti e gli allestimenti lirici avevano trovato ospitalità in altri spazi (soprattutto Teatro Massimo e Auditorium del Conservatorio), che avevano in parte condizionato la programmazione artistica, assicurandone però la continuità. Il concorso per la nuova struttura viene bandito nel 1964; tre anni più tardi è approvato il progetto degli architetti bergamaschi Teresa Arslan Ginoulhiac, Francesco Ginoulhiac e Luciano Galmozzi, quattro anni dopo si apre il cantiere. Il Teatro è un edificio in calcestruzzo con caratteristiche che dimostrano la sua maestosità: un tetto ricoperto da una grande lastra di rame brunito; un’area di 18.000 metri quadrati per un volume di 120.000 metri cubi; un palcoscenico di 22 metri di larghezza, più 10 metri per lato, 24 metri di profondità e 23 metri di altezza; un arco scenico rivestito di pannellature di gesso e legno per una resa acustica ottimale; un boccascena mobile con una larghezza variabile dai 13 ai 16 metri ed un’altezza di 9 metri; un golfo mistico sistemato su una doppia piattaforma mobile che permette diverse possibilità di utilizzo per grandi e piccole orchestre; 1600 posti distribuiti fra platea (800 posti) e due ordini di logge, con impianto di climatizzazione integrato nelle poltrone; ampi foyer, laboratori, magazzini e locali per uffici. Il Teatro è anche dotato di camera acustica modulare in legno per concerti di musica sinfonica.

Prezzi: posto unico numerato € 20.

I biglietti sono in vendita da martedì 28 novembre in Biglietteria e lo stesso servizio è possibile anche online attraverso il circuito di prevendita www.vivaticket.it, con il quale si potrà ricevere, nella propria e-mail, il biglietto nel formato elettronico.

Agli abbonati alle Stagioni concertistica, lirica e di balletto, ai giovani under 35 ed ai disabili sono applicate riduzioni del 50% sull’acquisto di biglietti. Ulteriori agevolazioni sono previste per gruppi organizzati.

La Biglietteria del Teatro Lirico è aperta lunedì, martedì, giovedì, venerdì e sabato dalle 9 alle 13, mercoledì dalle 16 alle 20 e, nei giorni di spettacolo, anche da due ore prima dell’inizio.

Per informazioni: Biglietteria del Teatro Lirico, via Sant’Alenixedda, 09128 Cagliari, telefono 0704082230 – 0704082249, biglietteria@teatroliricodicagliari.it, www.teatroliricodicagliari.it. Servizio promozione culturale scuola@teatroliricodicagliari.it. Il Teatro Lirico di Cagliari si può seguire anche su Facebook, Twitter, YouTube, Instagram, Linkedin.

La Direzione si riserva di apportare al programma le modifiche che si rendessero necessarie per esigenze tecniche o per cause di forza maggiore. Eventuali modifiche al cartellone saranno indicate nel sito internet del teatro www.teatroliricodicagliari.it.

DONIZETTI CHRISTMAS DAY : Sabato 2 dicembre, dalle 09.30 alle 20.00

A Bergamo fra il Teatro Donizetti e il centro Piacentiniano tanti appuntamenti gratuiti!

La magia del Natale pervade Bergamo con il Donizetti Christmas Day!

Per tutta la giornata di sabato 2 dicembre, a partire dalle 9.30, il festival trasforma il Teatro e il Centro Piacentiniano in tanti palcoscenici.

Più di venti appuntamenti musicali oltre alle visite guidate gratuite del Teatro Donizetti, i tour a bordo dei tuk tuk elettrici nei luoghi donizettiani e il trenino con il percorso panoramico per la città. 

Alle 10.00 e alle 12.00 il Ridotto Gavazzeni ospiterà delle presentazioni di alcuni libri sul mondo dell’opera di ieri e di oggi e le nuove biografie di Rossini e Puccini; insieme agli autori e ai musicologi della sezione scientifica si potranno avere alcuni spunti per i regali di Natale grazie anche allo speciale bookshop in collaborazione con la Libreria Incrocio Quarenghi.

Durante il Christmas Day sarà possibile acquistare il dolce-ricordo del festival, “La turta del Dunizèt”, nella speciale confezione celebrativa realizzata da Balzer. Il ricavato andrà a supporto degli allievi della Bottega Donizetti, laboratorio di perfezionamento per giovani cantanti, grazie al supporto del Rotary Club Bergamo Terra di San Marco.

E poi il Donizetti Studio ospiterà tantissimi laboratori per bambini e ragazzi di tutte le età con prenotazione gratuita: da Do Re Mi. Cantiamo insieme per la fascia 0-12 mesi (ore 9.30 e ore 11.00) a Giardino d’artista per i bimbi fra i 6 e 10 anni (ore 15.00), Lucia e le altre per le ragazze dai 15 anni (ore 17.00).

Venerdì 1 dicembre 2023, ore 20.00, al Teatro Carlo Felice un concerto sinfonico improntato alla spiritualità : Dialoghi

Musiche di Franz Liszt, Francesco Filidei e Olivier Messiaen

Soprano Jeanne Crousaud

Direttore Leonhard Garms (nella foto)

Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova

Venerdì 1 dicembre 2023, alle ore 20.00, Leonhard Garms sarà alla direzione dell’Orchestra dell’Opera Carlo Felice e del soprano Jeanne Crousaud nel concerto sinfonico Dialoghi. Il programma è incentrato sul tema della spiritualità e pone in dialogo le Legendes S. 175 e Prometheus S. 99 di Franz Liszt, L’Ascension di Olivier Messiaen e la prima esecuzione italiana – in occasione di “Genova Capitale del Medioevo” 2024 – di Cantico delle creature di Francesco Filidei, compositore in residenza dell’Opera Carlo Felice.

In apertura, le Légendes S. 175 di Liszt, dedicate a San Francesco d’Assisi (La prédication aux oiseauxLa predica agli uccelli) e a San Francesco da Paola (Marchant sur les flotsIn cammino sulle onde), una composizione che testimonia il grande impatto che a religiosità ha avuto sulla vita personale e artistica di Franz Liszt. Entrambe le Légendes vennero composte nel 1863, e nello stile descrittivo e rapsodico proprio del compositore raccontano in musica i miracoli dei Santi.

Segue Cantico delle creature per soprano e orchestra, composizione di Francesco Filidei realizzata nel 2023 su co-commissione dell’Ensemble Modern, dei Berliner Festspiele/Musikfest Berlin e della Fondazione Teatro Carlo Felice. Il testo è l’omonimo cantico di San Francesco d’Assisi, scritto attorno al 1224. Il manoscritto, fondamentale testimonianza dell’italiano volgare basso-medievale, recava originariamente un accompagnamento musicale oggi perduto, ed è proprio con l’obiettivo di rievocare le sonorità della lauda che Filidei ha intrapreso questo lavoro. Il brano, la cui scrittura raccoglie diversi riferimenti anche alla stessa musica medievale, crea un’atmosfera sonora intensa e spirituale, capace di restituire il senso delle parole della più celebre lode al Creato della letteratura italiana, dove si alternano il mistero, lo stupore e la gioia della fede.

Si prosegue con il poema sinfonico Prometheus, del 1855. Anche qui Liszt affronta il tema della spiritualità, questa volta intesa come celebrazione della forza della speranza di fronte alle avversità, attraverso la trasposizione in musica del mito di Prometeo.

Infine, L’Ascension, quattro meditazioni sinfoniche per orchestra (1933) è una delle prime composizioni orchestrali di ampio respiro di Olivier Messiaen, ispirata ai testi sacri, in cui i quattro movimenti rappresentano le diverse fasi dell’ascensione di Cristo al Padre. La religiosità di Messiaen non si esprime qui in forma liturgica, ma piuttosto come riflessione di fede realizzata in musica.

Biglietti

I settore 35,00 euro

II settore 30,00 euro

Under 30* 15,00 euro

Under 18*10,00 euro

*tutti i settori

Biglietteria

Galleria Cardinale Siri, 6
16121 GENOVA
Telefono +39 010 5381.433-399
e-mail: biglietteria@carlofelice.it

Per i gruppi è attivo l’indirizzo gruppi@vivaticket.com a cui rivolgersi per le prenotazioni e l’acquisto di biglietti della nostra Stagione.

Orari

Da lunedì al sabato, dalle ore 9.30 alle ore 19.00.

Spettacoli serali: apertura un’ora prima dell’inizio, chiusura 15 minuti dopo l’inizio.
Spettacoli pomeridiani o serali di domenica: apertura due ore prima dell’inizio, chiusura 15 minuti dopo l’inizio.

Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it

MICHELE MARIOTTI DIRIGE TOSCA PER LA PRIMA VOLTA ALL’OPERA DI ROMA

Protagonisti Anna Pirozzi, Fabio Sartori, Erwin Schrott e Amartuvshin Enkhbat il 9, 12 e 14 dicembre al Teatro Costanzi

Qualche mese dopo aver debuttato con Tosca durante la tournée capitolina in Giappone e subito dopo il Mefistofele di Boito che apre la nuova stagione dell’Opera di Roma, Michele Mariotti affronta il titolo pucciniano per la prima volta sul podio dell’Opera di Roma il 9, il 12 e il 14 dicembre. Lo spettacolo è riproposto nella versione della prima rappresentazione assoluta, avvenuta al Costanzi il 14 gennaio 1900, ricostruita dalla fondazione capitolina in collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi nel 2015 e da allora in scena regolarmente al Costanzi con la regia di Alessandro Talevi. Nel ruolo del titolo torna il soprano Anna Pirozzi – già Tosca nell’allestimento del 2022 – mentre Cavaradossi è il tenore Fabio Sartori. Il barone Scarpia è interpretato dal basso-baritono Erwin Schrott nelle date del 9 e del 12 dicembre e da Amartuvshin Enkhbat nella replica del 14. Le scene e i costumi originali, disegnati da Adolf Hohenstein, sono stati ricostruiti rispettivamente da Carlo Savi e Anna Biagiotti.

Nessuna opera è legata ad una città quanto Tosca con Roma: e non solo per ragioni librettistiche, che vedono il dramma aprirsi qualche giorno dopo la caduta della prima Repubblica Romana. La terrazza di Castel Sant’Angelo, gli interni dorati di Sant’Andrea della Valle, i rintocchi del Mattutino che Giacomo Puccini aspettava di cogliere all’alba per annotarsi l’intonazione corretta da inserire in partitura. «Non ho mai smesso di ammirare la sottigliezza e la cura dei particolari con cui Puccini crea i suoi scenari – dice Alessandro Talevi – e il modo in cui richiedono costantemente un’indagine psicologica profonda da parte di cantanti e regista». Seguendo le originali volontà pucciniane, il regista ha ricostruito per lo spettatore odierno la Roma vissuta dal compositore lucchese. Talevi, che nel 2007 ha vinto l’European Opera-directing Prize per la sua Rusalka, in Italia ha collaborato con il Maggio Fiorentino, il Regio di Torino, La Fenice di Venezia e, all’estero, con il Colorado Central City Opera di Denver – quest’ultimo un teatro in cui si è cimentato nei più diversi repertori (The Turn of the Screw di Britten, La damoiselle élue di Debussy, Litanies à la Vierge Noire di Poulenc) – e l’Opera North di Leeds. Formatosi alla Royal Academy of Music di Londra, ha creato nuove produzioni per questa e altre istituzioni musicali britanniche, come la Guildhall School of Music and Drama e il Royal College of Music; nella capitale inglese è stato inoltre direttore artistico della Independent Opera at Sadler’s Wells, e per la BBC Proms ha allestito uno spettacolo shakespeariano. La sua Tosca della prima assoluta è stata ospitata anche al Bunka Kaikan di Tokyo, all’Israeli Opera di Tel Aviv e al Teatro Real di Madrid, e riproposta negli anni regolarmente a Costanzi.

Con il titolo pucciniano, invece, Michele Mariotti prosegue il suo percorso da direttore musicale dell’Opera di Roma. Premio Abbiati 2017 come Miglior direttore d’orchestra, Mariotti è recentemente rientrato dalla tournée capitolina in Giappone, dove ha ottenuto un successo personale dirigendo La traviata di Giuseppe Verdi nella messa in scena di Sofia Coppola e interpretando per la prima volta Tosca, qui con la regia di Franco Zeffirelli. Ospite regolare dei principali teatri italiani e internazionali – Wiener Staatsoper, Royal Opera House di Londra, Deutsche Oper Berlin, Festival di Salisburgo, Metropolitan Opera House di New York – ha inaugurato la nuova stagione del Teatro il 27 novembre con il Mefistofele di Arrigo Boito firmato da Simon Stone, segnando anche il proprio debutto con l’opera dell’autore scapigliato. Tornerà a dirigere all’Opera di Roma il dittico Gianni Schicchi/L’heure espagnole, Peter Grimes e due concerti sinfonici.

Nel ruolo di Tosca torna, dopo averla interpretata anche nella stagione 2021/22, Anna Pirozzi, che dal debutto dieci anni fa al Festival di Salisburgo nelle vesti di Abigaille (Nabucco) sotto la direzione musicale di Riccardo Muti, calca i più prestigiosi palcoscenici italiani e internazionali. Ad affiancarla come Cavaradossi è Fabio Sartori (Premio Pavarotti d’oro 2022), acclamato tenore di ruoli pucciniani e verdiani che ha collaborato con direttori del calibro di Zubin Mehta, Daniel Oren e Daniel Barenboim. Il basso-baritono Erwin Schrott (Vincitore del Primo Premio e del Premio del pubblico “Operalia” 1998) è invece Scarpia nelle repliche del 9 e del 12 dicembre. Nella data del 14 dicembre a interpretare il capo della polizia pontificia è invece Amartuvshin Enkhbat che, dopo aver ottenuto uno straordinario successo come Germont padre nella Traviata della tournée capitolina in Giappone, torna all’Opera di Roma con un altro grande ruolo da baritono. Nella parte del sagrestano Domenico Colaianni, di Spoletta Carlo Bosi e di Angelotti Gabriele Sagona. Orchestra e Coro, diretto da Ciro Visco, sono dell’Opera di Roma, con la partecipazione della Scuola di Canto Corale del Teatro.

Tratta dall’omonimo dramma di Victorien Sardou, Tosca è un’opera in tre atti del compositore Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. Protagonista è la cantante Floria Tosca, amante del pittore Mario Cavaradossi, che protegge e nasconde un ex capo della caduta Repubblica Romana, Angelo Angelotti. Catturato da Scarpia, capo della polizia pontificia, con l’accusa di tradimento, Cavaradossi è condannato alla fucilazione. Affinché Tosca possa salvarlo, lei dovrebbe cedere al ricatto del barone, concedersi a lui: la donna accetta, ottenendo la possibilità di avvisare l’amante e liberarlo. Ma la fucilazione avverrà lo stesso e Tosca, per salvarsi dalle guardie di Scarpia, si getta dalla terrazza di Castel Sant’Angelo.

La prima rappresentazione è prevista sabato 9 dicembre 2023, ore 20. Repliche martedì 12 e giovedì 14 dicembre, sempre alle ore 20.

Ogni rappresentazione è in lingua originale con sovratitoli in italiano e in inglese.

Biglietti in vendita sul sito https://www.operaroma.it/ e al botteghino. 

Ultimo concerto sinfonico 2023 di Fondazione Arena al Teatro Filarmonico, sia venerdì 1 che sabato 2 dicembre

VIAGGIO IN TRE SECOLI DI MUSICA VOCALE CON ORCHESTRA E CORO DI FONDAZIONE ARENA

Venerdì 1 e sabato 2 dicembre la giovane direttrice Valentina Peleggi debutta a Verona in un programma raffinato che esplora le sonorità del sacro, dal ‘600 inglese al toccante Requiem di Fauré

12° Concerto

Musiche di Purcell, Saint-Saëns, Poulenc e Fauré

Valentina Peleggi Direttore (nella foto)

Francesca Maionchi Soprano

Damiano Salerno Baritono

Venerdì 1 dicembre ore 20.00

Sabato 2 dicembre ore 17.00

Teatro Filarmonico di Verona

Prima dell’atteso Concerto di San Silvestro fuori abbonamento, Fondazione Arena conclude la propria Stagione Sinfonica 2023 questo fine settimana, con il Coro preparato dal Maestro Roberto Gabbiani protagonista, accanto all’Orchestra, di un originale viaggio musicale che accosta diversi stili ed epoche nel segno dell’ispirazione sacra. Sul podio debutta la giovane Valentina Peleggi, “rising star 2018” per BBC Music Magazine, direttrice premiata e apprezzata da pubblico e critica, già forte di incarichi stabili in Stati Uniti e Brasile, per la prima volta a Verona.

Questo 12° concerto sinfonico debutta venerdì 1 dicembre alle 20 e replica sabato 2 dicembre alle 17, nel giorno esatto del centenario di Maria Callas, cui la serata sarà dedicata. La durata prevista è di 80 minuti circa compreso un intervallo. Nel frattempo, l’intera Stagione Artistica 2024 è stata annunciata ed è già in vendita, con un ricco programma di opera, balletto, musica sinfonica e cameristica. È possibile abbonarsi abbonamenti o scegliere un proprio nuovo carnet al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico 

Il concerto comprenderà diverse prime esecuzioni al Teatro Filarmonico: di suggestione forte e senza tempo i primi cinque minuti, in cui un rullo di timpani introdurrà la solenne marcia composta nel 1695 da Henry Purcell per i funerali di Maria II d’Inghilterra, e quindi la corale Canzona per ottoni. Una pace arcaica e solenne è anche quella descritta dagli archi nei sette minuti del brano seguente, altra autentica rarità, il Preludio da Le Déluge, oratorio del 1876 con cuiCamille Saint-Saëns raccontò il diluvio universale: un omaggio al passato attraverso la forma della fuga, conclusa da una elegante elegia del violino solista. Sul palcoscenico salirà quindi Il Coro femminile per le Litanie alla Madonna nera, dedicate da Francis Poulenc nel 1936 alla statua lignea della Vergine conservata nel roccioso borgo medievale di Rocamadour in Occitania, meta di pellegrinaggio dal XII secolo. Sarà eseguita la versione orchestrale del 1947 che, in dieci minuti circa, conserva il fascino arcaico della melodia di Poulenc e i colori soffusi di una raffinata tavolozza strumentale novecentesca e francese. La pagina più celebre coronerà il programma: il delicato Requiem scritto da Gabriel Fauré tra il 1887 e il 1900 rappresenta la visione più serena e conciliante fra le molte composizioni dedicate alla commemorazione dei defunti, e tra le poche prive delle immagini sul giorno del giudizio, espunte in favore di preghiere più raccolte invocanti la pace eterna. Per i quaranta minuti finali, che omaggiano l’autore a cent’anni dalla scomparsa, ai complessi artistici della Fondazione si uniranno le voci soliste del soprano Francesca Maionchi e del baritono Damiano Salerno, applauditi anche in Arena.

Fondazione Arena di Verona desidera ringraziare BCC di Verona e Vicenza e Metinvest – Saving Lives per il sostegno alle attività della Stagione Artistica 2023 al Teatro Filarmonico in qualità di main sponsor.

Novità: il Preludio raddoppia e offre un’introduzione all’ascolto prima di ogni concerto. La rassegnaRitorno a teatro riprende anche per la Stagione Sinfonica, fra le diverse iniziative di Arena Young rivolte a studenti e personale di scuole, università, accademie. In questo percorso di avvicinamento alla musica sinfonica, il mondo della Scuola potrà assistere agli spettacoli del Teatro Filarmonico con l’opportunità di partecipare ad un Preludio nella prestigiosa Sala Maffeiana un’ora prima dell’inizio a cura della Fondazione. Per il 12° concerto è possibile prenotare sia il Preludio di venerdì 1 dicembre alle 19 sia quello di sabato 2 dicembre alle 16. Per informazioni e prenotazioni: Area Formazione e Promozione Scuole scuola@arenadiverona.it – tel 045 8051933

BIGLIETTERIA ARENA DI VERONA Via Dietro Anfiteatro 6/b, 37121 Verona

Aperta da lunedì a venerdì 10.30-16.00 | sabato 9.15-12.45

Tel. 045 8005151

BIGLIETTERIA TEATRO FILARMONICO Via dei Mutilati 4/k, 37121 Verona

Aperta due ore prima dello spettacolo

Tel 045 8002880

biglietteria@arenadiverona.it

Call center (+39) 045 8005151

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Punti vendita TicketOne.it

Rai1, Radio3 e RaiPlay: in esclusiva la prima della Scala in 4K 

Il 7 dicembre la diretta di Rai Cultura del Don Carlo di Verdi

Un Don Carlo mai visto. Per la prima volta Rai Cultura riprende in 4K una prima della Scala per trasmetterla come ormai di consueto in diretta su Rai1. Avrà quindi una definizione quattro volte superiore rispetto agli standard televisivi a cui siamo abituati il Don Carlo di Giuseppe Verdi che inaugura la Stagione del Teatro alla Scala giovedì 7 dicembre 2023, con il Direttore musicale Riccardo Chailly sul podio e la regia di Lluís Pasqual. 

Dieci telecamere in alta definizione, 45 microfoni nella buca d’orchestra e in palcoscenico, 15 radiomicrofoni dedicati ai solisti. Un gruppo di lavoro di 50 persone tra cameraman, microfonisti, tecnici audio e video. Una preparazione che vede lo staff di regia seguire fin dalle prime prove la messa in scena dello spettacolo, e un numero crescente di addetti lavorare nelle due settimane precedenti il debutto. 

Lo spettacolo, con la regia televisiva di Arnalda Canali, sarà trasmesso in diretta anche su Radio3, su Rai1 HD canale 501 e su RaiPlay, dove potrà essere visto per 15 giorni dopo la Prima. Oltre tre ore di trasmissione, completa di sottotitoli, per portare il capolavoro di Verdi nelle case degli italiani, perché la grande musica è di tutti, come ha dimostrato il milione e mezzo di telespettatori del Boris Godunov del 7 dicembre 2022.

Oltre a trasmettere l’opera, con grande attenzione per la ripresa audio e video curata dal Centro di Produzione TV di Milano, come di consueto la Rai racconterà anche ciò che accade attorno allo spettacolo più atteso della Stagione. Su Rai1 Milly Carlucci e Bruno Vespa, con collegamenti di Serena Scorzoni dal foyer, condurranno la diretta televisiva incontrando, prima dell’inizio e durante l’intervallo, i protagonisti e gli ospiti presenti. Per Radio3 seguiranno la diretta Gaia Varon e Oreste Bossini. Saranno coinvolte anche le diverse testate giornalistiche della Rai con dirette, servizi e approfondimenti, con ospiti in studio e dal foyer della Scala.

Come per il Boris Godunov del 2022, anche quest’anno la trasmissione dell’opera sarà corredata dall’audiodescrizione in diretta, grazie alla quale anche le persone cieche e ipovedenti potranno avvalersi di tutte quelle informazioni visive non trasmesse verbalmente – costumi, aspetto e mimica dei personaggi, azioni non parlate, location, scenografia e luci –, tale accessibilità sarà estesa anche a tutto ciò che accadrà intorno allo spettacolo e verrà trasmesso in TV prima dell’inizio e durante l’intervallo. Il servizio è realizzato da Rai Pubblica Utilità – Accessibilità. L’audiodescrizione, attivabile dal televisore sul canale audio dedicato – e fruibile anche in streaming su RaiPlay – fa parte del percorso di inclusione intrapreso con impegno e determinazione dalla Rai, con l’obiettivo di rendere sempre più concreta e ampia l’offerta di vero servizio pubblico. Si avvarranno delle riprese in Alta Definizione diffuse da Rai circa 40 sedi coinvolte nell’iniziativa sociale “Prima Diffusa” del Comune di Milano e il maxischermo collocato al centro dell’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II, che offre la Prima ai cittadini.

Sono numerosi i broadcaster di tutti i continenti che trasmetteranno l’evento in diretta da Milano grazie agli accordi sottoscritti con Rai Com: da ARTE per Austria, Belgio, Francia, Germania, Liechtenstein e Lussemburgo alla Svizzera RSI, dalla portoghese RTP alla ceca Česká Televize. Dall’Europa al Giappone, dove la NHK manderà in onda “Don Carlo” (in differita) in formato 4K HDR. La Prima della Scala sarà fruibile in tutto il mondo sulla piattaforma Medici Tv e sarà proiettata in diretta anche nelle sale cinematografiche di Spagna, Svizzera, America Latina, Australia e Nuova Zelanda e in un network di quindici sale italiane.

Riccardo Chailly inaugura la stagione 2023/2024 della Scala con Don Carlo di Verdi

La regia è di Lluís Pasqual, le scene di Daniel Bianco e i costumi di Franca Squarciapino.

Protagonisti Francesco Meli, Anna Netrebko, Michele Pertusi, Elīna Garanča, Luca Salsi e Ain Anger.

Diretta televisiva su Rai1 e radiofonica su Radio3 il 7 dicembre dalle 17:45.

Il 3 dicembre anteprima per gli Under30, esaurite tutte le repliche fino all’8 gennaio.

La Stagione 2023/2024 del Teatro alla Scala si apre giovedì 7 dicembre alle ore 18 con Don Carlo di Giuseppe Verdi nella versione approntata dal compositore per la Scala nel 1884. Come ogni anno lo spettacolo sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura e trasmesso in diretta televisiva su Rai1 e radiofonica su Radio3. La Prima sarà preceduta domenica 3 dicembre dall’Anteprima per gli Under30 e seguita fino al 2 gennaio da 7 rappresentazioni tutte esaurite. L’opera, che ha inaugurato la Stagione nel 1868, 1878, 1912, 1926, 1968, 1977, 1992 e 2008, sarà diretta dal Direttore Musicale Riccardo Chailly sul podio dell’Orchestra del Teatro alla Scala con un cast che schiera Francesco Meli come Don Carlo, Anna Netrebko come Elisabetta di Valois, Michele Pertusi come Filippo II, Elīna Garanča come Principessa d’Eboli, Luca Salsi come Marchese di Posa e Jongmin Park come Grande Inquisitore. Protagonista di non minore rilievo il Coro del Teatro alla Scala diretto da Alberto Malazzi. Le scene sono di Daniel Bianco, i costumi di Franca Squarciapino, le luci di Pascal Mérat, i video di Franc Aleu e la coreografia di Nuria Castejón.  

Per Riccardo Chailly Don Carlo è il compimento di una riflessione sul potere estesa su tre inaugurazioni di Stagione, dopo Macbeth di Verdi nel 2021 e Boris Godunov nel 2022. Come scrive Michele Girardi, vi è una relazione evidente «tra le tematiche trattate nel Boris Godunov di Musorgskij e nel Don Carlos di Verdi, cioè le logiche spietate dei detentori di un potere assoluto che disintegra l’aspirazione alla felicità individuale e collettiva degli oppressi». Ma si tratta anche di un ritorno al Verdi della maturità dopo le tre inaugurazioni dedicate all’evoluzione delle opere giovanili con Giovanna d’Arco nel 2015, Attila nel 2018 e Macbeth nel 2021. (Chailly peraltro ha proposto anche Aida in forma di concerto nel 2020, dopo averla diretta nell’allestimento di Zeffirelli il 7 dicembre 2006). Nel suo nuovo approccio a Don Carlo, che aveva diretto ad Amsterdam nel 2010 in un bell’allestimento di Willy Decker, il Maestro torna con la memoria alle edizioni dirette da Claudio Abbado nel 1968 e 1977, di cui aveva seguito le prove, ma fa riferimento anche allo studio diretto dei manoscritti messigli a disposizione da Ricordi. Come nell’edizione di Abbado, si ascolterà l’introduzione al monologo di Filippo affidato alla fila dei violoncelli secondo partitura e non al violoncello solo come spesso avviene. Con i complessi scaligeri Riccardo Chailly ha recentemente diretto la scena di Filippo con Ildar Abdrazakov nella serata “…a riveder le stelle” del 7 dicembre 2020, l’aria di Elisabetta in concerto con Anna Netrebko e il coro del II atto in disco e in tournée.

Lo spettacolo

Don Carlo torna al Teatro alla Scala in una grande produzione che rispecchia la doppia natura di dramma storico e manifesto romantico dell’originale schilleriano mettendo in luce gli straordinari artisti e artigiani che operano nei laboratori del Teatro. Un impianto scenico unico si trasforma senza interrompere lo svolgimento dell’azione nei diversi spazi previsti dal libretto grazie alla spettacolare alternanza di colossali elementi scenografici. Verdi propone i temi a lui cari della libertà dei sentimenti, della difficile relazione tra padri e figli e della liberazione dei popoli oppressi sullo sfondo del conflitto tra il potere temporale e quello religioso. Per rendere l’atmosfera sospesa tra ambiente ecclesiastico e secolare il regista Lluís Pasqual e lo scenografo Daniel Bianco hanno fatto riferimento all’uso dell’alabastro nelle finestre degli edifici religiosi ma anche civili e in particolare alla grande finestra della Collegiata di Santa María La Mayor nella città spagnola di Toro. Una grande torre di alabastro è inquadrata in un sistema di cancellate che anch’esse ricorrono nell’architettura religiosa quanto in quella civile. La scena permette di ritagliare nei grandi spazi del palcoscenico i numerosi momenti di intimità e di isolamento che punteggiano la tragedia.

Don Carlo ci porta dietro le quinte dello spettacolo del potere: anche l’autodafé, cerimonia abbagliante e macabra di autorappresentazione dell’assolutismo, non troppo diversa dai meccanismi della propaganda di oggi, è mostrata soprattutto nel momento della preparazione e solo pochi minuti sono riservati alla “festa” nella sua magniloquente esteriorità. Qui campeggia un colossale retablo dorato e finemente istoriato. Questi spazi sono animati dal pittoricismo dei costumi di Franca Squarciapino, che riprendono l’abbigliamento rappresentato nella ritrattistica del tempo ma lo alleggeriscono nella scelta dei materiali, garantendo facilità di movimento e una certa romantica vitalità ai personaggi. L’impianto è documentato ma non necessariamente filologico: pur collocati nella loro epoca, i protagonisti rappresentano emozioni e caratteristiche umane presenti in ogni tempo. Il colore prevalente è il nero, non inteso come espressione di mortificazione o di lutto ma come esibizione di potere e ricchezza: nel ‘500 velluti e broccati neri erano tra le stoffe di maggior pregio.      

Le versioni dell’opera

La prima assoluta di Don Carlos ha luogo all’Opéra di Parigi (che aveva allora sede nella Salle le Péletier che sarebbe stata distrutta da un incendio nel 1873) l’11 marzo 1867. È la terza opera scritta da Verdi per la Francia dopo Jérusalem (riscrittura del 1847 dei Lombardi alla prima Crociata) e Les Vêpres Siciliennes (1855). Il libretto francese di Joseph Méry e Camille du Locle è tratto dalla tragedia di Friedrich Schiller Don Karlos, Infant von Spanien andata in scena ad Amburgo nel 1787. L’opera, commissionata in occasione della seconda Esposizione Universale di Parigi (il direttore dell’Opéra, Jules Perrin, aveva proposto Don Carlos oppure Cleopatra dal Giulio Cesare di Shakespeare; Verdi aveva pensato a Re Lear ma soprattutto a El zapatero y el Rey di Zorilla prima di risolvere per Schiller), era in cinque atti con balletto secondo l’uso della “grande boutique” e proclamava i valori della libertà personale e politica contro l’oppressione dell’assolutismo religioso e statuale.

La prima italiana segue di pochi mesi quella parigina: Angelo Mariani dirige Don Carlo, con libretto tradotto in italiano da Achille de Lauzières, a Bologna il 27 ottobre, protagonista Teresa Stolz. La Stolz è Elisabetta anche nella prima dell’opera al Teatro alla Scala, diretta da Alberto Mazzucato il 25 marzo 1868: si eseguono i cinque atti in lingua italiana con il balletto. La stessa versione in cinque atti e ballabili inaugurerà la Stagione scaligera il 26 dicembre 1868, sul podio Eugenio Terziani, e il 26 dicembre 1878, direttore Franco Faccio. Nel frattempo, per la prima al Teatro di San Carlo di Napoli nel 1872 Verdi aveva modificato il duetto tra Filippo II e il Marchese di Posa e scorciato il duetto finale tra Carlo ed Elisabetta. Il lavoro di rimaneggiamento riprende e si intensifica insieme a Du Locle per la versione francese di Vienna nel 1882 (“a Vienna – scrive Verdi – i portinai chiudono la porta principale delle case […] le opere lunghe si amputano ferocemente […] dal momento che mi si dovevano amputare le gambe ho preferito affilare e adoperare io stesso il coltello”) e si conclude per la produzione in lingua italiana del 1884 al Teatro alla Scala. Qui Verdi opera non solo una serie di tagli, ma un ripensamento profondo della struttura e in certo modo della natura stessa dell’opera: sopprime l’intero primo atto (ovvero l’antefatto che narra lo sbocciare della passione tra Carlo ed Elisabetta nella foresta di Fontainebleau); riscrive i duetti Carlo-Rodrigo e Filippo-Rodrigo dell’atto secondo; sostituisce l’inizio dell’atto terzo con un preludio e sopprime il successivo balletto; riscrive gran parte della scena Filippo-Elisabetta dell’atto quarto col successivo Quartetto; abbrevia il finale quarto, a partire dalla morte di Rodrigo; riscrive e abbrevia la conclusione dell’atto quinto. Ne emerge un dramma nuovo, più sintetico e agile, in cui il fattore politico e la figura di Filippo II prevalgono su quello psicologico/sentimentale e sui personaggi di Carlo ed Elisabetta. Nata da necessità pratiche, la revisione finisce per rispecchiare la propensione di Verdi alla stringatezza drammatica: “i tagli – scrive – non guastano il dramma musicale, anzi accorciandolo lo rendono più vivo”.

Nel 1886 Verdi approva, pur senza esservi intervenuto personalmente, una nuova versione proposta a Modena, che ripristina il primo atto secondo l’edizione Ricordi facendolo seguire dagli altri quattro come ridisegnati nell’edizione scaligera del 1884.

Don Carlo alla Scala

La prima dell’opera al Piermarini risale, come accennato sopra, al marzo 1868, seguita dalle prime due inaugurazioni di stagione nel dicembre dello stesso 1868 e dieci anni più tardi e quindi dalla prima assoluta della versione in quattro atti nel 1884. Nei decenni successivi Don Carlo appare nei cartelloni con scarsa frequenza: Tullio Serafin dirige l’edizione in quattro atti nel 1912, Arturo Toscanini nel 1926 e 1928 sceglie i cinque atti. In seguito sceglieranno i quattro atti Fernando Previtali (1947), Antonino Votto (1952 e 1954 con Maria Callas come Elisabetta); nel 1960 e 1963 Gabriele Santini torna alla versione in cinque atti senza balletto. Don Carlo torna a inaugurare la Stagione nel 1968, sempre in quattro atti, con la direzione di Claudio Abbado e la regia di Jean-Pierre Ponnelle. Il cast comprende Rita Orlandi Malaspina (poi anche Raina Kabaivanska, già presente insieme a Leyla Gencer nel 1963), Bruno Prevedi, Fiorenza Cossotto, Piero Cappuccilli e Nicolai Ghiaurov. Lo spettacolo sarà ripreso nel 1970 con importanti novità nel cast, tra cui Plácido Domingo e Shirley Verrett. Per la Stagione del Bicentenario del 1978, che si snoda senza soluzione di continuità dal 7 dicembre 1977 al 1979, Abbado propone la versione in cinque atti in una storica produzione di Luca Ronconi con le scene di Damiano Damiani e due cast straordinari: Mirella Freni e Margaret Price come Elisabetta, José Carreras e Plácido Domingo come Don Carlo, Nicolai Ghiaurov e Evgenij Nesterenko come Filippo II, Piero Cappuccilli e Renato Bruson come Posa, Elena Obraztsova come Eboli. La passione abbadiana per l’opera si arricchisce di un ulteriore capitolo con l’incisione per Deutsche Grammophon con i complessi scaligeri dell’originale francese in cinque atti, completa in appendice delle parti soppresse da Verdi tra cui il “ballo della Peregrina”. Nel cast Plácido Domingo, Katia Ricciarelli, Ruggero Raimondi, Nicolai Ghiaurov, Lucia Valentini Terrani e Leo Nucci.

È Riccardo Muti nel 1992 a riportare Don Carlo al 7 dicembre, nella versione in quattro atti sfarzosamente portata in scena da Franco Zeffirelli con Luciano Pavarotti, Daniela Dessì, Samuel Ramey, Luciana D’Intino e Paolo Coni. Nel 2008 Daniele Gatti dirige la prima Anteprima Under30 il 4 dicembre e quindi inaugura la Stagione con la versione in 4 atti arricchita da un inedito verdiano. La regia è di Stéphane Braunschweig, cantano Stuart Neill, Fiorenza Cedolins, Ferruccio Furlanetto, Dolora Zajick, Dalibor Jenis e Anatoli Kotscherga. Lo spettacolo viene ripreso nel 2013 con Fabio Luisi sul podio e in palcoscenico Fabio Sartori, Martina Serafin, René Pape, Ekaterina Gubanova, Massimo Cavalletti e Štefan Kocán.  

In cinque atti in italiano l’ultima apparizione scaligera del titolo, nel 2017 nell’allestimento salisburghese di Peter Stein con Myung-Whun Chung e il debutto di Francesco Meli come Don Carlo al Piermarini insieme a Krassimira Stoyanova, Ferruccio Furlanetto, Ekaterina Semenchuk, Simone Piazzola e Eric Halfyarson.

Le iniziative di presentazione

La Prima è preceduta da un calendario di iniziative di presentazione aperto lo scorso 13 novembre dal convegno “Un nuovo Don Carlo per Milano” curato da Raffaele Mellace con la partecipazione di Riccardo Chailly.

Queste iniziative fanno parte di un più ampio sforzo per moltiplicare le occasioni di approfondimento sui titoli in calendario. Tutte le rappresentazioni tranne la prima saranno precedute a un’ora dall’inizio da un’introduzione a cura di Liana Püschel.

Le pubblicazioni

Il programma di sala dell’opera inaugurale, curato dal Professor Raffaele Mellace, contiene testi di Piero Mioli, Paolo Gallarati, Raffaele Mellace, Marcello Conati, Claudio Toscani, Alberto Bentoglio, Massimo Firpo e Giorgio Pagannone e rubriche di Laura Cosso, Luca Chierici e Andrea Vitalini oltre a una nota drammaturgica di Lluís Pasqual.

Il numero di dicembre di La Scala – Rivista del Teatro include interviste a Riccardo Chailly di Raffaele Mellace e a Lluís Pasqual di Biagio Scuderi.

Per il secondo anno la grafica del Teatro è curata dallo studio Tomo Tomo: il progetto è stato pubblicato sull’ADI Design Index 2023.

Gli appuntamenti

Mercoledì 22 novembre 2023, ore 18

Teatro alla Scala, Ridotto dei palchi “Arturo Toscanini”

Teatro alla Scala con Amici della Scala

PRIMA DELLE PRIME

“LA MATURITÀ DEL GENIO”

Giorgio Pestelli (al pianoforte) con la partecipazione del M° Riccardo Chailly

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Sabato 25 novembre 2023, ore 18

Amici del Loggione, via Pellico, 6

Incontro con

            MICHELE PERTUSI

Per informazioni www.amiciloggione.it  

Giovedì 30 novembre 2023, ore 18

Teatro alla Scala, Ridotto dei palchi “Arturo Toscanini”

Presentazione del volume

“DAMIANI. IL TEATRO DI UN INNOVATORE”

e delle monografie

ANNI alla Scala”, “SPINATELLI alla Scala”, “PESCUCCI alla Scala”

“SQUARCIAPINO alla Scala” di Vittoria Crespi Morbio

(edizione Amici della Scala – grafiche Step Editrice, Parma).

Con la partecipazione del pianista Alberto Chines

Evento riservato ai soci degli Amici della Scala

Per informazioni scrivere a info@amicidellascala.it

Martedì 5 dicembre 2023, ore 17

Teatro alla Scala, Ridotto dei palchi “Arturo Toscanini”

CARLO E RODRIGO SI RACCONTANO

Intervengono: Luca Salsi, Francesco Meli

Coordina: Gian Mario Benzing

In collaborazione con ViviMilano

Ingresso con prenotazione con il coupon in uscita sull’edizione di ViviMilano del 29 novembre 2023

Mercoledì 6 dicembre 2023, ore 18

Teatro alla Scala, Ridotto dei palchi “Arturo Toscanini”

LE VANITA’ DEL MONDO

Le seduzioni della moda nel Don Carlo di Verdi

Franca Squarciapino incontra Fabiana Giacomotti e Mattia Palma

In collaborazione con Il Foglio quotidiano e Bellavista

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Il Comune di Milano rinnova la collaborazione con il Teatro alla Scala, Edison e Rai per il calendario di Prima Diffusa, il cui programma sarà presentato successivamente.