Concerto di Capodanno col Coro di Voci Bianche del Teatro Carlo Felice

L’è sopra un po’ di fien

Direttore Gino Tanasini

Pianoforte Enrico Grillotti

Coro di voci bianche dell’Opera Carlo Felice Genova

Lunedì 1 gennaio 2024, ore 15.30

Basilica della Santissima Annunziata del Vastato di Genova

Lunedì 1 gennaio 2024, alle ore 15.30, si terrà alla Basilica della Santissima Annunziata del Vastato di Genova il Concerto di Capodanno del Coro di voci bianche dell’Opera Carlo Felice, con la direzione di Gino Tanasini e l’accompagnamento al pianoforte di Enrico Grillotti.

Il programma prevede arrangiamenti, armonizzazioni e adattamenti curati da Gino Tanasini ed Enrico Grillotti, in un percorso che esplora musiche di diverse tradizioni, tra cui brani di Leonard Bernstein, Benjamin Britten, Lorenzo Perosi, Anonimo pop. / Sting, James Lord Pierpont e un medley natalizio.

Il concerto è realizzato in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio.

Ingresso libero

Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it

BIOGRAFIE

Gino Tanasini ha compiuto studi musicali al Conservatorio di Genova, diplomandosi in corno e didattica della musica, e studi umanistici alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Genova. Si è specializzato nella prassi esecutiva del repertorio musicale preclassico in canto, flauto dolce e cornetto al Royaume de la Musique ad Arras, in Francia. In qualità di cantore, ha fatto parte di complessi musicali dediti al repertorio medievale e rinascimentale, partecipando a numerosi concerti e registrazione discografiche. Contemporaneamente, si è dedicato allo studio della composizione e della direzione di coro. In qualità di saggista e critico musicale ha pubblicato studi, articoli e recensioni con particolare riguardo per la storia della musica ligure, per la didattica della musica e per la vocalità. Dal 2005 è Direttore del Coro di voci bianche dell’Opera Carlo Felice.

Enrico Grillotti si è diplomato in pianoforte al Conservatorio di Genova. Ha studiato composizione e ottenuto il diploma di musica corale e direzione di coro. Si è esibito come solista, in duo e in diversi ensemble cameristici, rappresentazioni operistiche e di teatro da camera in Italia e all’estero. Dal 2005 aiuto maestro del Coro di voci bianche dell’Opera Carlo Felice, è stato maestro collaboratore di sala e palcoscenico per lo stesso teatro. Tiene conferenze e guide all’ascolto, condotte direttamente al pianoforte, presso importanti associazioni e circoli culturali. Dal 2015 è docente di ruolo di pianoforte presso le scuole secondarie ad indirizzo musicale.

Il Coro di voci bianche dell’Opera Carlo Felice Genova è stato fondato nel 2006 quale parte di un progetto educativo del Teatro espressamente rivolto alle giovani generazioni di cittadini, con l’obiettivo di coinvolgerle attivamente. Fulcro del progetto è permettere ai ragazzi dagli 8 ai 17 anni di approfondire le proprie competenze musicali attraverso lo studio, la pratica e la partecipazione all’attività del Teatro: i giovani coristi hanno infatti l’opportunità di non essere semplici spettatori di produzioni loro dedicate, bensì veri e propri protagonisti, al fianco di famosi interpreti, di allestimenti lirico-sinfonici in Stagione, alcuni dei quali sono stati registrati e trasmessi da Radio Rai. Attualmente il Coro di voci bianche è composto da 40 ragazzi e ragazze. Grazie all’attività del coro, i coristi e le loro famiglie hanno avuto modo di crescere con la musica, e di scoprire un mondo musicale e produttivo unico nel suo genere. Il maestro del coro è Gino Tanasini.

La Fondazione Teatro Massimo chiude il 2023 con risultati estremamente positivi e alcuni record che testimoniano una crescita costante degli spettatori, dei visitatori e degli incassi.

Il Sindaco Lagalla: “record che dimostrano il grande lavoro mirato al rilancio del Teatro”.

Marco Betta: “Grazie al pubblico e alle Istituzioni che ci danno fiducia e grazie ai lavoratori del Teatro Massimo”.

L’anno che si conclude registra un aumento del numero di spettacoli a pagamento che raggiunge le 341 recite (con 60 produzioni), più 9 recite in tournée e un aumento degli spettatori paganti che cresce fino a 130.000 presenze, con un ricavo da sbigliettamento di 2.220.000 euro. A cui si aggiunge un ricavo per gli abbonamenti di circa 1.260.000 euro, per un incasso da botteghino totale di 3.480.000 euro. Cresce anche il numero dei visitatori al monumento, che raggiunge il risultato più alto mai registrato delle 196 mila presenze con un ricavo di 1.690.000 euro. Significativo anche il dato relativo all’affitto delle sale del Teatro che raggiunge gli oltre 400 mila euro.

Da segnalare anche il grande incremento di tutte le attività sociali, inclusive per la cittàconle quattro formazioni giovanili, sempre più protagoniste delle attività della Fondazione che quest’anno hanno realizzato più di 50 appuntamenti dentro e fuori il Teatro.

La grande fabbrica della Fondazione Teatro Massimo impegna stabilmente ogni giorno circa 400 tra professori d’orchestra, artisti del coro, tersicorei, tecnici ed amministrativi. In ognuna di queste categorie il 2023 ha portato la stabilizzazione di buona parte dei lavoratori precari che attendevano da anni questo traguardo, un processo che proseguirà nel 2024.

“I numeri registrati dal Teatro Massimo quest’anno – afferma il Sindaco e Presidente della Fondazione Teatro Massimo Roberto Lagalla – rappresentano il miglior viatico possibile per il 2024. In alcuni casi stiamo parlando di record che dimostrano il grande lavoro mirato al rilancio del Teatro e il grande sforzo profuso dal Sovrintendente e da tutti i lavoratori”.

“In queste ultime ore dell’anno – aggiunge il Sovrintendente Marco Betta – i principali risultati preconsuntivi 2023 ci riempiono di gioia e sono la conferma dell’apprezzamento del nostro pubblico e della città. Questi numeri sono frutto dell’impegno, della professionalità e della dedizione di tutti i lavoratori del Teatro Massimo e della passione che ciascuno ha dedicato al proprio lavoro e sono il risultato dell’attenzione e dell’aiuto costante delle Istituzioni, del Comune di Palermo, del Ministero della Cultura, della Regione Siciliana, della Città Metropolitana, degli sponsor e dei partner che non ci hanno mai fatto mancare sostegno e collaborazione”.

Martina Franca,17 luglio 2024 : il Festival della Valle d’Itria compie 50 anni

Il 2024 inizia con il Concerto di Capodanno del 1° gennaio alle 18.30 in piazza XX Settembre.

Nella foto il grande spazio interno del Palazzo Ducale in cui si svolgono opere e concerti.

Martina Franca è una città barocca, situata nell’area sud orientali della Murgia, con splendide vedute sull’intera Valle d’Itria, fatta di filari di vite, boschi e ulivi secolari e tanti trulli.

A Martina Franca,   nel 1975, su iniziativa di un gruppo di appassionati musicofili guidati da Alessandro Caroli, con il sostegno di Franco Punzi, allora Sindaco di Martina Franca (e poi,  primo presidente del Festival) e di Paolo Grassi, all’epoca sovrintendente del Teatro alla Scala, è nato il Festival della Valle d’Itria.

Fin dagli esordi il Festival si è caratterizzato per la coraggiosa riproposta di un repertorio e di una prassi esecutiva sottovalutati.

Da 50 anni, infatti, il Festival si è imposto per questa sua peculiarità fatta di scelte audaci, inconsuete e per questo motivo molto coraggiose.

Sin dalla sua nascita, il Festival si è imposto non solo sul panorama musicale italiano ma anche su quello internazionale.

Ha riscoperto titoli operistici e pagine musicali rare o sottovalutate e/o poco eseguite, con accurata attenzione alle versioni integrali ed alle edizioni critiche nonchè alla fedeltà agli intenti dei compositori. 

Quando nel 1980, Franco Punzi assunse la presidenza, felice fu la scelta della direzione artistica affidata a Rodolfo Celletti, grande esperto di vocalità, il Festival riprese forza dopo momenti di difficoltà.

Il Festival ha consolidato la sua identità originaria di rivalutazione del repertorio belcantista e della Scuola musicale napoletana di cui grandi protagonisti furono i compositori pugliesi, pur senza trascurare il grande repertorio europeo e, in particolare, la valorizzazione di elementi del belcanto italiano presenti in opere di autori stranieri. 

La direzione artistica del Festival assunta da Alberto Triola nel 2010, dopo quella di Sergio Segalini, ha riportato l’attenzione sul repertorio belcantistico e sul teatro musicale barocco, ma con importanti aperture all’opera del Novecento e contemporanea. 

Dopo dodici proficui anni di direzione il suo ruolo di direttore artistico è stato assunto da Sebastian F. Schwarz per il triennio 2022-2024.
Schwarz è da due anni anche alla guida del Teatro Regio di Torino, del quale è attualmente direttore artistico; ha svolto una brillante carriera in numerosi teatri e festival europei fra i quali il festival di Wexford, il Theater an der Wien e il Festival di Glyndebourne.

Il Festival della Valle d’Itria ha ottenuto per dieci volte l’ambito riconoscimento del Premio Abbiati dell’Associazione Nazionale Critici Musicali e l’ultimo lo ha ricevuto proprio quest’anno, ad aprile 2023.

In una nota il Festival ha annunciato i titoli della Stagione 2024: il primo titolo,  ad inaugurare la prossima stagione, sarà la “ Norma ” di Bellini nella versione del 1831, e vedrà due soprani nelle parti di Norma e di Adalgisa, esattamente come nella produzione di Rodolfo Celletti nella versione nel 1977, rispettando le intenzioni originarie di Bellini ed abbandonando la consuetudine che imponeva il timbro del mezzosoprano alla giovane Adalgisa.

Il secondo titolo sarà “ Aladino e la lampada magica” di Nino Rota, terza opera del compositore.

Verrà presentato “ Ariodante” di Händel , la quinta opera del compositore presentata al festival.

L’attesa di questa 50ma edizione è grande, visto il successo della precedente con circa diecimila spettatori, il 10% in più rispetto al 2022, giunti a Martina Franca da tutto il mondo per assistere agli eventi del Festival della Valle d’Itria.

Infine, un’ultimissima notizia: il Concerto di Capodanno del 1° gennaio alle 18.30 in piazza XX Settembre.

Sarà questa un’apertura speciale per un anno speciale del Festival della Valle d’Itria e per la città di Martina.

Protagonista sarà l’Orchestra della Magna Grecia diretta dal maestro Piero Romano, con il baritono Domenico Colaianni e il soprano Sabrina Sanza. 

L’evento è curato dalla Fondazione Paolo Grassi, dal Comune di Martina e dall’ICO Magna Grecia, in collaborazione con la Regione Puglia e il Ministero della Cultura.

Al Teatro del Maggio il 5 dicembre 2024 alle ore 20 in Sala grande, va in scena il concerto per pianoforte e orchestra della compositrice e pianista Giulia Mazzoni che presenta il suo ultimo album YAS – Your Anima System

 Sul podio, alla guida dell’Orchestra del Maggio, il maestro John Axelrod

 Gli interventi di musiche elettroniche sono curati dal 16 volte vincitore del Grammy Award, Thom Russo

Le coreografie – eseguite dallo YAS Dance Project – sono create da Luca Lupi 

Si apre il nuovo anno al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino con una speciale serata che fonde modernità e tradizione: venerdì 5 gennaio 2024 alle ore 20 – in Sala grande – Giulia Mazzoni presenta YAS – Your Anima System, il nuovo album della pianista e compositrice toscana che viene proposto al pubblico sul palcoscenico del Maggio proprio nel giorno della sua pubblicazione.

A dirigere l’Orchestra del Maggio sale sul podio il maestro John Axelrod, che torna al Maggio dopo il concerto tenuto nella primavera del 2018;  Thom Russo, vincitore di ben 16 Grammy Awards, cura gli interventi di percussioni e musica elettronica, Luca Lupi, firma le coreografie eseguite dallo YAS Dance Project e Francesco Baldi le programmazioni (le integrazioni , cioè, tra le basi registrate e i brani eseguiti live dal pianoforte e dall’orchestra).

Oltre alle inedite composizioni di Yas, la compositrice e pianista Mazzoni eseguirà alcuni brani tratti dai suoi precedenti album, incluso Wildness tratto dalla colonna sonora composta per il film Anna di Marco Amenta presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2023. 

YAS – Your Anima System, registrato a Los Angeles, Praga e Firenze, è un concept album in cui la musica strumentale si presenta in una nuova forma, con un linguaggio rinnovato e moderno, che fonde audacemente elementi della tradizione classica con il pop. Il disco ha un’architettura musicale con due sezioni ben distinte: una elettro-sinfonica che ha come protagonista il pianoforte, quasi come se lo strumento fosse il leader di una band in dialogo con programmazioni elettroniche ed elementi ritmici e una di solo pianoforte, più introspettiva. 

Parlando del suo nuovo disco e dell’opportunità di presentarlo sulle scene fiorentine del Maggio, Giulia Mazzoni si è detta emozionata e ha sottolineato alcuni degli aspetti principali del suo lavoro: “Il mio desiderio è quello di rendere il pianoforte uno strumento vivo e senza barriere perché si tratta di uno strumento classico che vive benissimo nella modernità. Per questo motivo il pianoforte è sempre al centro nella mia musica e nelle mie performance e anche durante il concerto al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino sarà il protagonista attorno a cui ruoterà tutto il resto. È per me un grande onore e un’immensa emozione debuttare al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, tempio di eccellenza e custode della tradizione più profonda e sacra della musica classica. Nel corso della mia carriera ho avuto l’opportunità di esibirmi in tanti magnifici teatri dell’opera nel mondo, ma il Teatro del Maggio rappresenta per me qualcosa di speciale, un sogno che si avvera”.

Biografie:

Giulia Mazzoni, compositrice e pianista italiana, vincitrice del Premio Ciampi nel 2013, ha pubblicato due album con musiche originali: “Giocando con i bottoni” e “Room 2401”. Si è esibita nei principali teatri e festival italiani, e all’estero, in particolare in Cina, dove ha suonato concerti di piano solo nei più prestigiosi teatri d’opera, tra questi l’Oriental Art Center di Shanghai e il Tianjin Grand Theater.

John Axelrod è un direttore d’orchestra internazionale con oltre 25 anni di esperienza alla guida di quasi 200 orchestre in tutto il mondo. È noto per il suo repertorio diversificato, che spazia dalla musica classica a quella contemporanea e crossover. Nel 2020 ha ricevuto lo Special Achievement Award rilasciato da International Classical Music Awards per i suoi straordinari risultati e le sue interpretazioni.

Il programma del concerto:

Per aspera ad astra                       Pianoforte, orchestra, programmazioni

YAS                                                    Pianoforte, orchestra, programmazioni, YAS Dance Project

Baires                                                Pianoforte, orchestra, programmazioni

T-Rex                                                 Pianoforte, orchestra, programmazioni

Goldmine                                         Pianoforte, orchestra, programmazioni

Hai paura di volare?                      Pianoforte, orchestra, programmazioni

Wishes                                              Piano Solo

Truman’s sleeps (musica di Philip Glass) Piano Solo

Never Give Up                                 Pianoforte, orchestra, programmazioni

Anima                                                Pianoforte, orchestra, programmazioni

Winter’s Dream                               Piano Solo

Elefantino di pezza                         Toy Piano

Tender Rhodes                                Pianoforte, Fender Rhodes

Love Your Dream                            Pianoforte, orchestra, programmazioni, YAS Dance Project

Giocando con i bottoni                 Piano Solo

Ellis Island                                        Pianoforte, orchestra

Piccola luce                                     Piano Solo

Wildness                                           Pianoforte, orchestra

Rasputin and the white rabbit     Pianoforte, programmazioni

Alaska                                               Pianoforte, orchestra, programmazioni

Your Anima System                        Piano Solo

HAO                                                  Pianoforte, programmazioni, YAS Dance Project

Angeli del fango                             Piano Solo

Dinosaur on a Cheese Planet      Piano Solo

Zziggurat                                          Piano Solo

La locandina:

GIULIA MAZZONI

YAS – Your Anima System

Concerto per pianoforte e orchestra

Compositrice e pianoforte Giulia Mazzoni

Direttore John Axelrod

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Produttore Thom Russo
Programmazioni Francesco Baldi

Coreografia Luca Lupi 

Danzatori  YAS Dance Project

Luci Andrea Locorotondo

Contributi video Giulia Mazzoni, Samuele Alfani, Hermes Mangialardo, Federico Monti, Marco Amenta

Posto unico 25€

Al Verdi di Brindisi la tradizione del “Gran Concerto di Capodanno”

Sipario martedì 2 gennaio alle ore 19 con l’Orchestra Filarmonica Pugliese diretta dal M° Giovanni Minafra. Biglietti – costo 3 euro – disponibili solo presso il botteghino del Verdi.

Anche il 2024 si apre nel segno della tradizione con il“Gran Concerto di Capodanno”, voluto dall’Amministrazione comunale di Brindisi e organizzato dalla Fondazione Nuovo Teatro Verdi. L’atteso appuntamento, in programma martedì 2 gennaio 2024 nel Nuovo Teatro Verdi – con inizio alle ore 19 –, è firmato dall’Orchestra Filarmonica Pugliese, compagine lirico-sinfonica che vedrà la partecipazione di alcuni giovani musicisti che hanno condiviso un’esperienza formativa al Verdi. Biglietti – posto unico, 3 euro – disponibili solo presso il botteghino del Verdi, aperto il giorno del concerto dalle ore 11 alle 13 e dalle 17.30 alle 19. I brani saranno eseguiti con la direzione del M° Giovanni Minafra, direttore stabile dell’Orchestra. Il pubblico sarà accolto nel foyer, a partire dalle ore 18.30, con uno speciale preludio in danza a cura dell’Accademia delle Danze di Brindisi, che proporrà alcuni frammenti tratti dallo spettacolo “Romeo e Giulietta” per le coreografie della Maria Chiara Di Giulio. Condurrà la serata il giornalista Antonio Celeste.

Un’occasione unica per ascoltare celebri valzer viennesi, ouverture, movimenti tratti dalle opere più celebri. Il M° Minafra, protagonista di tournée nei più grandi teatri del mondo e di numerose registrazioni per la Rai e famose case discografiche, è pronto a interpretare un programma che ripercorre la grande tradizione dei concerti di Venezia e di Vienna.

Il concerto si apre con la ouverture da “Le Nozze di Figaro” di Wolfgang Amadeus Mozart, che non è solo una scelta di grande raffinatezza, ma anche un omaggio a uno dei più grandi geni delle composizioni operistiche. L’opera, con la sua miscela di humor, romanticismo e una critica sociale sottile, rappresenta uno spaccato vivace dell’Europa del XVIII secolo. Segue l’omaggio a Gioachino Rossini con due delle sue ouverture più celebri. “Il Barbiere di Siviglia” è un’opera che si distingue per lo spirito irriverente e l’energia travolgente, tratti che si riflettono magnificamente nell’ouverture. “L’Italiana in Algeri”, d’altra parte, è un’esemplificazione del talento di Rossini per la commedia musicale, con le sue dinamiche rapide e le sue melodie accattivanti che evocano una commedia degli equivoci. Con l’intermezzo da “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni, il concerto si cala in un universo musicale più intimo e toccante. Il brano, che funge da ponte emozionale nell’opera, è un capolavoro di lirismo e intensità espressiva. La sua melodia, semplice ma profondamente evocativa, tocca le corde dell’anima, portando gli ascoltatori in un viaggio di riflessione e contemplazione. L’Orchestra Filarmonica Pugliese ha eseguito questi primi quattro brani lo scorso 11 novembre nella Großer Saal del Mozarteum di Salisburgo, l’unica orchestra pugliese a essersi esibita in quella che è la casa natale di Mozart e l’unica orchestra italiana nel 2023.

Il concerto incontra la ricchezza di colori e la potenza evocativa della musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij: in programma la celebre “Danza Napoletana”, tratta dal balletto “Il lago dei cigni”. Nel 1871 a Kamenka il musicista aveva inscenato per i suoi nipoti uno spettacolo di danza su alcuni temi musicali improvvisandosi coreografo e ballerino. Tra questi la “Danza Napoletana” che avrebbe poi ripreso e recuperato nel suo balletto più celebre. La melodia è eseguita dal solo della tromba. Il cuore della serata è dedicato a Johann Strauss II, il “re del valzer”, con tre delle sue creazioni più iconiche. “Sul bel Danubio blu” non è solo un valzer ma un simbolo culturale che incarna l’eleganza e la grandezza dell’Impero Austro-Ungarico. La sua melodia fluida e imponente invita a un ballo immaginario lungo le rive del Danubio. Il “Kaiser-Walzer” è un altro gioiello nel repertorio di Strauss, che combina la maestosità di un inno imperiale con la leggerezza del valzer. Il brano è un esempio perfetto di come la musica possa esprimere grandezza e intimità. Con la “Marcia PersianaStrauss dimostra la sua abilità nel creare musiche che riflettono influenze culturali diverse, introducendo elementi esotici che evocano immagini di lontane corti orientali. Il concerto si conclude con “Feuerfest!” di Josef Strauss il quale, pur essendo un ingegnere ma appartenendo alla famosa famiglia di compositori, trovò modo di dedicarsi alla composizione. Il brano – che oggi definiremmo jingle pubblicitario – fu scritto nel 1869 per festeggiare la vendita della ventimillesima cassaforte in ferro dell’azienda Wertheim. Questi produttori viennesi pubblicizzavano le loro casse e casseforti come “feuerfest” – resistenti al fuoco – allestendo perfino scenografiche dimostrazioni pubbliche in cui le casseforti venivano avvolte dal fuoco vivo. Il titolo per la composizione fu quindi scelto molto velocemente. Come effetto singolare e come dedica al mestiere del fabbro, durante tutta la composizione si sente risuonare ritmicamente un’incudine.

Si comincia alle ore 19
Durata dello spettacolo: 70 minuti (tempo unico)

Info T. 0831 562 554 e botteghino@nuovoteatroverdi.com

Il programma del concerto è così articolato:

Wolfgang Amadeus Mozart, Ouverture da “Le Nozze di Figaro”

Gioachino Rossini, Ouverture da “Il Barbiere di Siviglia”

Gioachino Rossini, Ouverture da “L’Italiana in Algeri”

Pietro Mascagni, Intermezzo da “Cavalleria Rusticana”

Pyotr Ilyich Tchaikovsky, “Il lago dei cigni” (suite): “Danza napoletana”

Johann Strauss II, “Sul bel Danubio blu”

Johann Strauss II, “Kaiser-Walzer”

Johann Strauss II, “Marcia Persiana”

Josef Strauss, “Feuerfest!”

UN ANNO DI GRANDI SUCCESSI PER L’OPERA DI ROMA

Nel 2023 oltre 250mila i biglietti venduti, a cui si aggiungono i 40mila spettatori

delle tournée in Italia e all’estero

Brindisi di fine anno il 31 al termine dello Schiaccianoci e il 1° gennaio esperienze

di visite guidate particolari al Costanzi in collaborazione con due progetti

di inclusione per persone senza dimora

L’Opera di Roma conclude il 2023 con un eccezionale successo di pubblico: sono state più di 250mila le persone che hanno assistito con un biglietto a pagamento agli spettacoli della Fondazione Capitolina nelle sue sedi. Il numero di spettatori è passato da 218.489 nel 2022 a 250.216 nel 2023, un incremento del 14,5%. Il totale comprende anche il pubblico del Caracalla Festival che, con 115.980 biglietti venduti, ha fatto registrare il più alto numero di presenze dal 2001 e segnato un pieno recupero rispetto all’ultimo anno prima della pandemia (106.692 presenze nel 2019). Ai numeri di Caracalla e del Costanzi si aggiungono poi i 40mila spettatori delle tournée effettuate dal Teatro durante l’anno: al Bunka Kaikan di Tokyo e alla Kanagawa Kenmin Hall di Yokohama (Tosca con la regia di Franco Zeffirelli e La traviata firmata Sofia Coppola, entrambe dirette da Michele Mariotti, che da sole hanno fatto registrare 14.259 presenze), al Palais des Congrès di Parigi (Le quattro stagioni di Giuliano Peparini su musiche di Vivaldi), alla Royal Opera House di Muscat in Oman (con Giselle nella versione di Carla Fracci) e al Teatro Comunale di Bologna con la Serata coreografi contemporanei.

Significativa anche la partecipazione dimostrata dal pubblico per le 80 iniziative a ingresso gratuito e rivolte alla comunità cittadina, che hanno segnato un’affluenza oltre i 30mila spettatori. Molti i progetti di inclusione sociale e di apertura del Teatro al territorio che hanno coinvolto tutti e 15 i municipi della Capitale, alcuni importanti centri della città metropolitana e la rete dell’associazionismo diffuso. Si è assistito a spettacoli dal Teatro di Villa Torlonia alle piazze di Tor Bella Monaca, passando per il Lungotevere, i Musei Capitolini (Notte dei Musei) e l’Aeroporto di Fiumicino. Molti di questi hanno visto la partecipazione della Scuola di Canto Corale e di “Fabbrica”, lo Young Artist Program dell’Opera di Roma.

Si chiude così un anno importante, in cui il Teatro ha incrementato la produzione e registrato un aumento del tasso di riempimento della sala, mediamente intorno all’85% – con picchi da tutto esaurito per Aida, Tosca e Schiaccianoci – mentre dati importanti già cominciano a emergere anche per il 2024: il numero degli abbonamenti per la nuova stagione è cresciuto infatti del 15,3% rispetto allo scorso anno.

Anche quest’anno l’Opera di Roma, al termine dell’ultima replica de Lo schiaccianoci del 31 dicembre (ore 18.00), celebra l’anno venturo con un brindisi insieme al Sovrintendente Francesco Giambrone, alla Direttrice della compagnia di ballo Eleonora Abbagnato, agli interpreti dello spettacolo e al pubblico in sala. Un momento di festa a conclusione delle dodici repliche del balletto, che da sole hanno ospitato oltre 17 mila spettatori: Lo schiaccianoci è il secondo maggior successo di pubblico dopo La traviata allestita a luglio a Caracalla (20.330 biglietti venduti).

I festeggiamenti proseguono lunedì 1° gennaio 2024 in occasione della terza edizione di Roma Capodarte 2024, il programma gratuito di eventi culturali distribuiti su tutto il territorio cittadino promosso dall’Assessorato alla Cultura e dal Dipartimento Attività Culturali di Roma Capitale. Dalle 15.30 alle 19.30 sul piazzale antistante il Teatro in Piazza Beniamino Gigli si svolgono una serie di concerti gratuiti con la partecipazione di Riciclato Circomusicale, Little Pier, The Ukulele Tree Orchestra, FanfaRoma ed EtnoMusa. Dalle 16.00 alle 19.00, invece, la platea del Teatro Costanzi è accessibile al pubblico su prenotazione per una esperienza di incontro speciale, grazie alla collaborazione con Binario 95 e il mensile “L’osservatore di strada”, due comunità di accoglienza e supporto per persone senza dimora, le quali condivideranno con i presenti racconti e riflessioni sul Teatro e sul proprio vissuto. L’accesso al Teatro è gratuito previa prenotazione per la fascia oraria desiderata (16.00, 16.30, 17.00, 17.30, 18.00, 18.30) all’indirizzo email promozione.pubblico@operaroma.it entro il 30 dicembre ore 17.00. Il visitatore potrà ritenere la prenotazione acquisita solo in caso di ricezione dell’email di conferma da parte del Teatro. Orari dei concerti e degli incontri su: operaroma.it.

Il Capodanno di Ravello è in Musica

Nella Città della musica a salutare il nuovo anno e a chiudere idealmente la programmazione del 2023 il Concerto di Capodanno.

L’appuntamento con l’oramai tradizionale brindisi in musica per festeggiare il nuovo anno è per le 12 del 1° gennaio, con l’Orchestra Filarmonica G. Verdi di Salerno guidata da Francesco Ivan Ciampa, direttore da tempo affermatosi presso i teatri più importanti del mondo. Il Maestro dirigerà due delle voci più interessanti e ricercate del panorama lirico internazionale, per la prima volta in città: quella del tenore Korchak, interprete dal fraseggio accurato e raffinato e del soprano Jessica Pratt considerata una delle principali interpreti odierne del repertorio più impegnativo del Belcanto. I solisti calcheranno il parquet del Niemeyer affiancati dal Coro del Teatro Verdi di Salerno diretto da Francesco Aliberti.

Il concerto, infatti, prevede un programma ideato per l’occasione che alternerà arie d’opera e sinfonie, da Verdi, Donizetti e Bellini fino a Offenbach e Saint-Saëns.

l’aria “Qui la voce sua soave… Vien, diletto, e in ciel la luna” e da Les contes d’Hoffmann di Jacques Offenbach l’aria, “Les oiseaux dans la charmille”. A completare il programma la Sinfonia da Guglielmo Tell di Gioachino Rossini e il Baccanale daSansone e Dalila di Camille Saint-Saëns.

Di Giuseppe Verdi saranno eseguite alcune arie celebri da Traviata, “È strano…Follie! Follie!… Sempre libera”, “Lunge da lei…De’ miei bollenti spiriti” e il Coro di Zingarelle e Mattadori; da Rigoletto, “La donna è mobile” e il “Va pensiero” dal Nabucco; da L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti le arie “Esulti pur la barbara” e “Una furtiva lagrima” mentre da Lucia di Lammermoor il duetto “Lucia, perdona”; da I puritanidi Vincenzo Bellini

I biglietti sono acquistabili online e al boxoffice di Piazza Duomo a Ravello. Ricordiamo che la Fondazione Ravello promuove la musica tra i giovani under 25 mettendo a disposizione biglietti a tariffa agevolata (10 euro) per tutti gli eventi fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Su www.ravellofestival.com tutte le info.

Boxoffice: tel. 089 858422 – boxoffice@ravellofestival.com   

Lunedì 1° gennaio 2024

Auditorium Oscar Niemeyer, ore 12.00

Concerto di Capodanno

Orchestra Filarmonica G. Verdi di Salerno

Direttore Francesco Ivan Ciampa

Coro del Teatro G. Verdi di Salerno

Direttore del coro Francesco Aliberti

Jessica Pratt, soprano

Dmitry Korchak, tenore

Musiche di Verdi, Donizetti, Saint-Saëns, Bellini, Offenbach

Posto unico € 20

Programma

Gioachino Rossini

Guglielmo Tell, Sinfonia


Giuseppe Verdi

La traviata

“È strano…Follie! Follie!… Sempre libera”

“Lunge da lei…De’ miei bollenti spiriti”

Coro di Zingarelle e Mattadori

Gaetano Donizetti

L’elisir d’amore, “Esulti pur la barbara”


Camille Saint-Saëns

Sansone e Dalila, Baccanale

Giuseppe Verdi

Rigoletto, “La donna è mobile”

Vincenzo Bellini

I puritani, “Qui la voce sua soave… Vien, diletto, e in ciel la luna”

Gaetano Donizetti

L’elisir d’amore, “Una furtiva lagrima”

Jacques Offenbach

Les contes d’Hoffmann, “Les oiseaux dans la charmille”

Giuseppe Verdi

Nabucco, “Va pensiero”

Gaetano Donizetti

Lucia di Lammermoor, duetto “Lucia, perdona”

Il punto di vista dei bambini in Médée diretta da Michele Gamba con la regia di Damiano Michieletto

Il nuovo allestimento del capolavoro di Cherubini, per la prima volta alla Scala in lingua originale francese, è in scena dal 14 gennaio con Marina Rebeka protagonista e sarà ripreso da Rai Cultura per essere trasmesso da Rai 5.

Diretta radiofonica il 14, cui seguirà la differita televisiva.

Un ritorno, anzi una prima volta. Va in scena al Teatro alla Scala per 6 rappresentazioni dal 14 al 28 gennaio Médéedi Luigi Cherubini su libretto di François-Benoît Hoffmann diretta da Michele Gamba con la regia di Damiano Michieletto, le scene di Paolo Fantin, i costumi di Carla Teti e le luci di Alessandro Carletti. Protagonista è Marina Rebeka, accanto al Jason di Stanislas de Barbeyrac al debutto scaligero: entrambi hanno rivestito le stesse parti nella ripresa dello spettacolo di Andrea Breth a Berlino con Christophe Rousset. Nel cast anche Nahuel di Pierro come Créon, Martina Russomanno come Dircé, Ambroisine Bré come Néris e Greta Doveri e Mara Gaudenzi come Confidantes de Dircé.     

È la prima volta che la Scala, che aveva presentato la versione tradotta in prima italiana nel 1909 e poi con Maria Callas nel 1953 e nel 1961, accoglie l’opera nella versione originale francese.

Lo spettacolo sarà trasmesso in diretta da Rai Radio 3 il 14 gennaio e in differita da Rai Cultura su Rai 5.

Un’ora prima dell’inizio di ogni rappresentazione, presso il Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”, si terrà una conferenza introduttiva all’opera tenuta da Raffaele Mellace.

L’opera

Médée va in scena il 13 marzo 1797 al Théâtre Feydeau con la direzione del maestro vercellese Giovanni Battista Viotti. Cherubini, nato e cresciuto a Firenze, ha 37 anni e risiede da 10 a Parigi, dove ha raggiunto la fama con Lodoïska. Il librettista François-Benoît Hoffmann è un autore di successo e paladino dei diritti d’autore, che proprio per questo ha interrotto i rapporti con l’Opéra, cui ha fatto causa per la ripresa di un suo lavoro precedente. Compositore e librettista si ispirano a Euripide per comporre un manifesto del nuovo classicismo postrivoluzionario con cui la Francia si prepara a nuovi fasti imperiali: Napoleone sarà Primo Console dal 1799. La forma di Médée è quella dell’opéra-comique, brani musicali inframmezzati da episodi parlati; l’eredità è quella del declamato di Gluck ma anche del classicismo di Salieri; il contenuto, denso di sapienza contrappuntistica e furia eroica, è grandioso e incandescente come si conviene alla tragedia classica; il successo è eclatante. La circolazione internazionale, comunque non capillare, passa dalla sostituzione dei parlati con i recitativi accompagnati curata da Franz Lachner per una ripresa del 1854 all’Opera di Francoforte. Così Médée, cambiata in Medea dall’infelice versificatore Carlo Zangarini (cui si deve parte della pucciniana Fanciulla), approda in prima italiana alla Scala nel 1909 per esplodere in trionfo al Maggio Fiorentino con Vittorio Gui e Maria Callas nel 1953, poco prima delle recite scaligere. Sarà l’Opéra di Parigi a riproporre il titolo in francese, ma ancora appesantito dai recitativi di Lachner nel 1986 con un allestimento di Liliana Cavani e Shirley Verrett protagonista, mentre al Festival della Valle d’Itria spetta il merito della prima riproposta filologicamente attendibile nel 1995 con Iano Tamar. Alla Scala, dopo le rappresentazioni del 1909, enorme fortuna hanno avuto gli allestimenti dell’opera in traduzione italiana e con i recitativi cantati presentati nel 1953 con la direzione di Leonard Bernstein, la regia di Margherita Wallmann, le scene e i costumi di Salvatore Fiume, e nel 1961 con la direzione di Thomas Schippers e la regia di Alexis Minotis. Di entrambi era folgorante protagonista Maria Callas, che con la maga avrebbe avuto identificazione anche cinematografica nel film di Pier Paolo Pasolini del 1969.

Lo spettacolo

Direttore e regista hanno raccontato sul numero di gennaio della Rivista del Teatro la loro visione di Médée. Intervistato da Luca Ciammarughi, Michele Gamba spiega: “Eseguiamo la versione originale, senza i recitativi di Lachner. I numeri musicali rimangono integri, secondo le indicazioni del compositore presenti sulla partitura autografa e sulle parti utilizzate alle prime di Parigi e Vienna. L’intento è aderire al dettato di una partitura già di per sé iperbolica nella scrittura, resistendo alle sirene dell’ipertrofismo retorico. Se la vocalità di Cherubini trae origine dal gusto del declamato di Gluck, l’audacia espressiva di Médée viene assorbita in una scrittura strettamente interrelata alla trama orchestrale. A mio avviso, così si spiega l’enorme successo che già all’epoca ebbe quest’opera. Il rapporto fra suono e verbo viene superato, a favore di una compenetrazione drammatica che rigetta l’effetto roboante fine a se stesso, in favore di un’efficacia teatrale ineludibile”.

In un serrato dialogo con lo psichiatra e saggista Vittorio Lingiardi, Damiano Michieletto posa lo sguardo sulle figure neglette dei bambini che saranno al centro del suo spettacolo: “Quale visione e consapevolezza possono avere della madre? Come vivono la relazione con il padre che ora si risposa? […] In Euripide ci sono molti momenti in cui i bambini sono presenti in scena ma non parlano. Al tempo stesso hanno rapporti con tutti i personaggi, che spesso si rivolgono a loro. Tutto ruota attorno a loro, mi sono detto. Allora ho deciso di dare più importanza a questi bambini, ho cercato di raccontare i loro pensieri. Al posto dei dialoghi recitati tipici della forma opéra-comique di Cherubini ho introdotto le voci e i pensieri dei bambini. A partire da testi scritti da Mattia Palma, a cui avevo indicato dei punti specifici del libretto, abbiamo creato un linguaggio, immaginato il mondo interno dei figli di Medea. La mia intenzione era quella di fare dei due bambini dei personaggi e non delle appendici liriche”.

Il direttore

Applaudito per il Rigoletto di Verdi, con la regia di Mario Martone, andato in scena nel 2022, Michele Gamba torna sul podio scaligero per un altro attesissimo spettacolo di un grande regista italiano; ma alla fine di febbraio sarà alla Scala anche per Madina di Fabio Vacchi, di cui ha diretto la prima assoluta nel 2021. Molto presente a Milano (dopo le sostituzioni nei Due Foscari e nelle Nozze di Figaro è tornato al Piermarini con L’elisir d’amore e lo scorso 1 dicembre ha diretto anche il concerto della Scala alla Dubai Opera in occasione della Cop28, oltre a collaborare stabilmente con Milano Musica) è tra i direttori italiani più richiesti sulla scena nazionale e internazionale: da ricordare Die Zauberflöte a Dresda, Linda di Chamounix  al Maggio, Le nozze di Figaro ad Amburgo, La bohème e La sonnambula a Stoccarda, Macbeth a Tolosa, Idomeneo e Le nozze di Figaro a Tel Aviv, Rigoletto all’Opera di Roma e alla Deutsche Oper, Aida a Torino. Recenti i successi negli Stati Uniti: dopo l’apertura della stagione della Washington National Operacon Il trovatore, il suo debutto al Metropolitan con L’elisir d’amore è stato segnalato dal New York Times tra le “Best classical music performances of the year” per il 2023.

Il regista

Damiano Michieletto è emerso sulla scena internazionale come uno dei rappresentanti più prestigiosi della nuova scena teatrale italiana. Ha studiato opera e produzione teatrale presso la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi e si è laureato in Lettere moderne presso l’Università di Venezia, sua città natale. Dopo le prime esperienze a Wexford, ha firmato La gazza ladra in una co-produzione del Rossini Opera Festival di Pesaro con i teatri di Bologna e di Verona (che ha vinto nel 2008 il Premio Abbiati), un ciclo Mozart/Da Ponte al Teatro La Fenice di Venezia e ha debuttato alla Scala con La scala di seta (produzione Rossini Opera Festival) per tornarvi con Un ballo in maschera e Falstaff (produzione del Festival di Salisburgo). A Salisburgo ha debuttato con La bohème nel 2012 e vi è tornato per Falstaff nel 2013, La Cenerentola nel 2014 e Alcina nel 2019. È regolarmente presente al Theater an der Wien, al Covent Garden, alle Opere di Parigi, Amsterdam e Berlino, dove è in scena in questi giorni Jenůfa di Janáček. Nel 2019 ha inaugurato le stagioni di Roma con La damnation de Faust e di Venezia con Macbeth. È attivo anche nel teatro di prosa: al

Piccolo Teatro ha firmato Divinas palabras di Ramón María del Valle-Inclán e L’opera da tre soldi di Brecht / Weill, mentre nel 2021 ha firmato una versione cinematografica di Gianni Schicchi con l’Orchestra del Comunale di Bologna. Tra gli ultimi impegni Animal Farm di Raskatov ad Amsterdam nel 2022, Giulio Cesare a Lipsia e Roma e Aida a Monaco di Baviera. Damiano Michieletto ha firmato l’allestimento di Les contes d’Hoffmann di Offenbach che ha aperto la Stagione 2023/2024 della Fenice di Venezia.

La protagonista

Marina Rebeka, applaudita alla Scala come splendida Violetta nella Traviata con Zubin Mehta, Thaïs con Lorenzo Viotti, Elena nei Vespri siciliani con Fabio Luisi e Mimì nella Bohème con Eun Sum Kim, si è imposta tra le interpreti più attendibili del nostro tempo per equilibrio tra urgenza espressiva e proprietà di stile. Ha appena riscosso un successo personale proprio nella parte di Médée alla Staatsoper di Berlino nella ripresa dell’allestimento di Andrea Breth con la direzione di Christophe Rousset e alla Scala è attesa nel prossimo marzo come Mathilde nella prima milanese del Guillaume Tell in francese diretto da Michele Mariotti con l’allestimento di Chiara Muti. Recentemente è stata applauditissima come Norma al Massimo di Palermo e Leonora nel Trovatore con Pappano al Covent Garden, mentre i prossimi impegni includono il Requiem di Verdi a Monaco con Daniele Gatti e a Milano con Riccardo Chailly, I due Foscari a Piacenza con Matteo Beltrami e Simon Boccanegra al San Carlo con Michele Spotti.

14, 17, 20, 23, 26, 28 gennaio 2024 ~ ore 20

Luigi Cherubini

MÉDÉE

Opera in tre atti

Libretto di François-Benoît Hoffmann

Nuova produzione Teatro alla Scala

Direttore MICHELE GAMBA

Regia DAMIANO MICHIELETTO

Scene paolo fantin

Costumi carla teti

Luci alessandro carletti

Drammaturgia mattia palma              

Personaggi e interpreti

Médée                                    Marina Rebeka

Jason                                      Stanislas de Barbeyrac

Créon                                      Nahuel Di Pierro

Dircé                                      Martina Russomanno

Néris                                       Ambroisine Bré

Confidantes de Dircé             Greta Doveri, Mara Gaudenzi

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

Maestro del Coro Alberto Malazzi

Date:

Domenica 14 gennaio 2024 ore 20 ~ Turno Prime Opera

Mercoledì 17 gennaio 2024 ore 20 ~ Turno A

Sabato 20 gennaio 2024 ore 20 ~ Fuori Abbonamento

Martedì 23 gennaio 2024 ore 20 ~ Turno B

Venerdì 26 gennaio 2024 ore 20 ~ Turno C

Domenica 28 gennaio 2024 ore 20 ~ Turno D

Prezzi:

da 250 a 30 euro

Infotel 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org

Si ringrazia la Fondazione Milano per la Scala

e la signora Aline Foriel-Destezet

Il Concerto di Capodanno in diretta televisiva dal Teatro La Fenice su Rai1

Fabio Luisi dirige Orchestra e Coro del Teatro La Fenice

Solisti il soprano Eleonora Buratto e il tenore Fabio Sartori

È attesissimo il tradizionale appuntamento con il Concerto di Capodanno in Fenice, che anche quest’anno sarà trasmesso da Raicultura in diretta televisiva su Rai1. A dirigere la ventunesima edizione del prestigioso evento sarà Fabio Luisi, che guiderà l’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice – quest’ultimo preparato da Alfonso Caiani – e i due solisti, il soprano Eleonora Buratto e il tenore Fabio Sartori. Il programma musicale si comporrà di due parti: una prima esclusivamente orchestrale con l’esecuzione della Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 73 di Johannes Brahms, e una seconda parte dedicata al melodramma, con una carrellata di arie e passi corali dal repertorio operistico più amato che si concluderà con «Va, pensiero, sull’ali dorate» dal Nabucco e con il brindisi «Libiam ne’ lieti calici» dalla Traviata di Giuseppe Verdi. Ma non solo: è previsto anche un Omaggio ai settant’anni della televisione italiana. Che spettacolo la TV, con un medley musicale delle sigle più amate del palinsesto. Questa seconda parte del programma sarà trasmessa in diretta televisiva da Rai1 alle ore 12.20 del giorno di Capodanno e sarà poi riproposta in differita su Rai5 alle ore 17.15. Il concerto, in programma in quattro repliche venerdì 29 dicembre 2023 ore 20.00, sabato 30 dicembre 2023 ore 17.00, domenica 31 dicembre 2023 ore 16.00 e lunedì 1 gennaio 2024 ore 11.15, sarà trasmesso in versione integrale su Rai Radio3 lunedì 1 gennaio 2024 alle ore 20.30 e su Rai5 giovedì 8 febbraio 2024. L’evento è realizzato in coproduzione con Rai Cultura e in collaborazione con Regione del Veneto, Arte e wdr, con il contributo di Cipriani e Zafferano. È previsto inoltre un live streaming sulla piattaforma digitale SigmArt (https://www.sigmart.net/) che trasmetterà il concerto in tutto il resto del mondo. L’evento verrà raccontato e seguito sui canali social con l’ hashtag #capodannofenice.

Main partner Intesa Sanpaolo.

            Il programma musicale si aprirà con la Seconda Sinfonia in re maggiore op. 73 di Johannes Brahms: composta quasi di getto, nell’estate del 1877 durante il felice periodo di vacanza trascorso a Pörtschach, in Carinzia, e poi completata a Lichtental, nei pressi di Baden-Baden, dove Brahms si era recato per il compleanno di Clara Schumann, questa pagina sinfonica di assoluta bellezza debuttò il 30 dicembre 1877 nell’esecuzione dei Filarmonici di Vienna diretti da Hans Richter, ottenendo fin da subito un immediato e sincero successo.

La seconda parte della scaletta proporrà una serie di brani amatissimi del repertorio lirico firmati Verdi, Puccini e Ponchielli, ma non solo. Prenderà il via dal coro di Giuseppe Verdi tratto dai Due Foscari: «Alla gioia… Tace il vento, è queta l’onda». A seguire, l’intermezzo orchestrale dalla Manon Lescaut di Puccini farà da introduzione a due pagine celeberrime dalla Tosca, interpretate rispettivamente dal tenore e dal soprano: «E lucean le stelle» e «Vissi d’arte». Ancora il Coro del Teatro La Fenice sarà protagonista nel brano della Traviata di Giuseppe Verdi «Di Madride noi siam mattadori». Seguirà poi un omaggio alla televisione italiana in occasione del suo settantesimo compleanno, con un medley delle sigle più celebri del suo storico palinsesto: dall’apertura della trasmissione Guglielmo Tell alla sigla dell’Eurovisione, passando per le musiche divenute iconiche di Tg1, Carosello, Che tempo fa, Studio Uno, Pinocchio e Gian Burrasca. Il programma proseguirà con i grandi classici del repertorio melodrammatico: di Puccini saranno eseguiti il coro a bocca chiusa e «Un bel dì vedremo» da Madama Butterfly; e «Nessun dorma» da Turandot; di Ponchielli la splendida Danza delle ore dalla Gioconda. Il finale sarà, come ormai consuetudine, con tre brani corali di grandissima presa: «Va, pensiero, sull’ali dorate» dal Nabucco di Verdi, «Padre augusto» dalla Turandot di Puccini e l’immancabile brindisi «Libiam ne’ lieti calici» di nuovo dalla Traviata.

Domenica 31, al Teatro Carlo Felice : Brahms e Haydn

Musiche di Johannes Brahms e Franz Joseph Haydn

Direttore Hartmut Haenchen

Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova

Domenica 31 dicembre 2023, ore 17.00

Hartmut Haenchen sarà alla direzione dell’Orchestra dell’Opera Carlo Felice domenica 31 dicembre, alle ore 17.00, per l’ultimo appuntamento del 2023: il concerto sinfonico Brahms e Haydn. In programma la Serenata n. 2 in la maggiore e le Variazioni in si bemolle maggiore op. 56a di Johannes Brahms e la Sinfonia n. 95 in do minore di Franz Joseph Haydn.

La Serenata n. 2 di Brahms venne composta a Detmold tra il 1858 e il 1859; il compositore aveva allora dato prova del suo talento soprattutto in ambito pianistico e cameristico, ma non ancora nella scrittura per orchestra (avrebbe composto la sua prima sinfonia solo diversi anni più tardi, nel 1876). La serenata era il genere più adatto per i primi approcci alla scrittura sinfonica, per la quale il modello principale di Brahms fu Mozart. Nella Serenata n. 2 – strutturata in cinque movimenti anziché sei (Allegro moderato – Adagio non troppo – Scherzo – Minuetto – Trio) – si colgono riferimenti vari, tra cui anche Schubert. La prima esecuzione si tenne nel 1860 ad Amburgo.

Con le Variazioni su un tema di Haydn, del 1873, Brahms compie un ulteriore passo verso un sinfonismo composito, si tratta infatti della prima composizione di ampio respiro per orchestra. Il tema di riferimento era un corale di marcia che lo stesso Haydn utilizzò in un Divertimento per fiati, particolarmente adatto allo sviluppo e alla variazione per l’andamento chiaro e lineare del basso. Brahms compose otto variazioni sul tema alternando abbellimenti e ornamenti melodici, passaggi dal maggiore al minore, varianti ritmiche, fino all’enfasi del Finale, con un intenso episodio fugato. Sin dalla prima esecuzione, diretta da Brahms il 2 novembre 1873, le Variazioni vennero accolte con grande entusiasmo.

La Sinfonia n. 95 di Haydn risale al periodo londinese, sul finire del ‘700, quando il compositore pubblicò le sue ultime dodici sinfonie, anello di congiunzione tra il sinfonismo classico di Mozart e quello di Beethoven. Queste ultime sinfonie si distinguono per una maggiore caratterizzazione dei quattro movimenti, riconoscibili come parte dell’unità-sinfonia ma più definiti nella propria specificità. La Sinfonia n. 95, in quattro tempi (Allegro – Andante – Scherzo e Trio – Finale), ha inoltre la peculiarità di non iniziare con un’introduzione lenta, bensì con un attacco in medias res.

«Per il concerto di fine anno – dichiara il Sovrintendente – l’Opera Carlo Felice ha invitato un grande direttore internazionale come Hartmut Haenchen alla guida dell’orchestra, impegnata in un programma di rara bellezza. Si chiude nel migliore dei modi un anno costellato di enormi soddisfazioni e successi per il Teatro, grazie al contributo di tutti i lavoratori e di un meraviglioso pubblico che ha seguito la nostra attività al Carlo Felice, al Festival di Nervi, in moltissimi Comuni della Regione Liguria ed anche all’estero. Contiamo di proseguire su questa strada con il pieno e costante sostegno del Comune di Genova, della Regione Liguria, del Socio Privato Iren, del Ministero della Cultura e di diversi partner privati e sostenitori».

Biglietti

I settore 35,00 euro

II settore 30,00 euro

Under 30* 15,00 euro

Under 18*10,00 euro

*tutti i settori

Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it