I RISULTATI DI FESTIVAL VERDI E VERDI OFF 2023
Eccellenza artistica, promozione dei giovani talenti,
rinnovato impegno sociale, sostenibilità economica, sensibilità ambientale riconfermano l’attrattività, la solidità e il prestigio nazionale e internazionale del Festival Verdi, che per il secondo anno consecutivo raggiunge il valore 3,1 del Social Return on Investment, il più alto della sua storia, e che con Verdi Off accresce il significativo e ampio impatto positivo sulle comunità e sul territorio.
Il report, realizzato in collaborazione con Università di Parma, è consultabile su teatroregioparma.it
Oltre 19.000 spettatori per il Festival Verdi e 17.000 per Verdi Off, un incasso di €836.592 e un indice SROI (Social Return On Investment) di 3,1 che riconferma, sebbene in presenza di minori risorse, il record nella storia del Festival già raggiunto lo scorso anno; la riconferma del sostegno privato rispetto al 2022 con entrate da Istituzioni, Partner e Sponsor di €2.992.506 che dimostra la fidelizzazione del tessuto economico nei confronti dell’Istituzione e della sua offerta artistica e culturale. Sono questi alcuni dei dati più significativi del Report del Festival Verdi e di Verdi Off 2023 consultabile su teatroregioparma.it, che emergono in seguito al lavoro di monitoraggio e di analisi elaborato in collaborazione con l’Osservatorio permanente istituito insieme all’Università di Parma sul Festival Verdi.
I dati raccolti sono lo specchio di un’edizione che riafferma il suo impatto positivo sul territorio e sulla comunità, in termini economici e sociali e rafforza il suo impegno a favore della comunità. Impatto sociale di Verdi Off che, per la prima volta, è stato oggetto di una valutazione scientifica condotta in collaborazione con l’Università di Parma per determinare, attraverso il racconto in prima persona di educatori, artisti, insegnanti, anziani e genitori coinvolti negli spettacoli e nelle iniziative di Verdi Off, i positivi effetti sociali della rassegna.
La compenetrazione sempre più forte tra il Festival Verdi e il Verdi Of, la coesione con il territorio, con cui il Teatro ha attuato una programmazione condivisa, l’attenzione alle comunità fragili, la prima attuazione del Manifesto Etico del Teatro Regio di Parma e l’ampio coinvolgimento di artisti di nuova generazione sono i tratti distintivi di questa edizione che, allo stesso tempo, rinforza il suo prestigio internazionale, la sua attrattività e solidità in termini di reputazione e una proposta artistica riconosciuta di eccellenza, grazie anche alla rinnovata collaborazione con l’ISNV.
“Il Report del Festival Verdi è uno strumento fondamentale di comunicazione e rendicontazione – dichiara Luciano Messi, Sovrintendente del Teatro Regio di Parma, sia verso le istituzioni, sia nei confronti di tutta la comunità e degli stakeholder. Al contempo, il Report fornisce un supporto indispensabile alla programmazione e alla verifica di tutta la progettualità legata al Festival, grazie a una lettura trasparente di obiettivi e risultati che consente di adeguare periodicamente le strategie per il futuro”.
“Questa profondità di analisi è possibile grazie al supporto scientifico dell’Osservatorio permanente dell’Università di Parma, coordinato dai professori Isabella Mozzoni del Dipartimento di Discipline umanistiche, sociali e delle Imprese culturali, e Giulio Tagliavini del Dipartimento di Scienze economiche aziendali. L’individuazione puntuale di indicatori significativi e il loro costante aggiornamento con nuovi elementi, consente di studiarne l’evoluzione nel tempo e di metterli in relazione ai mutamenti di contesto, restituendo dati estremamente significativi, come l’indice SROI (Social Return of Investment), consolidato a 3,1 sebbene in presenza di minori risorse”.
“Il Report 2023 riflette un’attenzione sempre maggiore alla valutazione d’impatto del Festival Verdi e del Verdi Off, addentrandosi nella percezione del pubblico e degli operatori. Sono state implementate due nuove misurazioni: la prima sul gradimento delle opere al Teatro Regio, che ci ha gratificato con una valutazione pari a 4,25 su un massimo di 5, e la seconda sulla ricaduta sociale degli spettacoli del Verdi Off, che ci ha toccato l’anima per la profondità emotiva delle risposte”.
“Ringrazio le lavoratrici e i lavoratori della Fondazione e tutti i collaboratori che hanno contribuito alla raccolta e all’elaborazione dei dati, che trovano in questo impegno consapevolezza e stimoli sempre maggiori rispetto al ruolo del Teatro Regio di Parma nelle sfide culturali della società contemporanea”.
“Mi ha riaperto il cuore, dice un ospite di una RSA. É per il loro sorriso che faccio questo lavoro, ribatte un musicista. Queste due frasi racchiudono tutto o buona parte del senso di Verdi Off – dichiara Barbara Minghetti, curatrice di Verdi Off, che ogni anno di più vuole raggiungere con la musica e il teatro (nel senso più ampio del termine, teatro in tutte le sue forme) i luoghi meno usuali e le persone che in teatro non possono o fanno fatica ad arrivare. Verdi Off è relazione e vuole contribuire, con la sua leggerezza e la sua creatività, a ricreare comunità laddove si è persa. Relazione costruita grazie a un tavolo di coprogettazione con le tante realtà dell’associazionismo di Parma e del territorio circostante e grazie a un percorso continuo fatto di scambi e di condivisione. L’altra faccia di Verdi Off, non meno importante, parla di innovazione e di creatività giovanile. Negli anni sono stati commissionati progetti e spettacoli dalla forza dirompente, a volte apparentemente irriverenti, ma sempre di grande qualità e perfettamente aderenti allo spirito della rassegna. Quest’anno A letto con Verdi, lo spettacolo one to one, ha messo le persone di fronte alla forza delle emozioni dei personaggi verdiani; Matteo Franceschini, si è messo alla prova per noi con un Verdi elettronico; Enrico Melozzi ha coinvolto i giovani in un’esperienza immersiva e partecipativa. Queste due anime danno vita a Verdi Off: sono il vicino e il lontano, la comunità e il singolo, il territorio e il mondo. Al centro, le persone, con l’obiettivo di fare comunità grazie al genio, sempre attuale, di Verdi”.