Da Venerdì 15 marzo, al Teatro Carlo Felice : Beatrice di Tenda

Tragedia lirica in due atti di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani
Venerdì 15 marzo 2024, ore 20.

Beatrice di Tenda, tragedia lirica in due atti di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani – il sesto titolo della Stagione Lirica 2023-2024 dell’Opera Carlo Felice – sarà in scena venerdì 15 marzo alle ore 20.00 (Turno A). Tornerà sul podio Riccardo Minasi, direttore musicale del Teatro, per la regia di Italo Nunziata, assistente alla regia Danilo Rubeca, e con le scene di Emanuele Sinisi, i costumi di Alessio Rosati, e le luci di Valerio Tiberi. Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti. Il nuovo allestimento è stato realizzato dalla Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova in coproduzione con la Fondazione Teatro La Fenice di Venezia e in occasione del progetto “Genova capitale del Medioevo 2024”.

Beatrice di Tenda sarà in replica domenica 17 marzo alle ore 15.00 (Turno C), martedì 19 marzo alle ore 20.00 (Turno L) e venerdì 22 marzo alle ore 20.00 (Turno B).

Il cast si compone di Mattia Olivieri (Filippo Maria Visconti), Angela Meade (Beatrice di Tenda), Carmela Remigio (Agnese del Maino), Francesco Demuro (Orombello), Manuel Pierattelli (Anichino) e Giuliano Petouchoff (Rizzardo del Maino).

Beatrice di Tenda è il penultimo melodramma di Vincenzo Bellini, composto in soli due mesi all’inizio del 1833 su libretto di Felice Romani. Il debutto avvenne al Teatro La Fenice di Venezia durante il Carnevale dello stesso anno, con il celebre soprano Giuditta Pasta a vestire i panni della protagonista. Beatrice di Tenda è l’unico dramma storico nel catalogo belliniano, e si ispira a una vicenda di cronaca accaduta nel 1418 presso il Castello di Binasco, vicino a Milano. La figura di Beatrice, eroina pura e simbolo di virtù, era particolarmente adatta all’espressione melodrammatica di Bellini, che al suo personaggio dedicò alcune tra le arie più toccanti e ispirate. La natura stessa dell’intreccio, dove trovano posto contrasti, tensioni, desideri e implacabili forme di risolutezza, permise al compositore, nel pieno della propria maturità artistica, di esprimersi attraverso una scrittura intensa e ricca di sottili sfumature.

Commenta Riccardo Minasi: «Quest’anno è una grande gioia per me, ma soprattutto un onore, avere l’opportunità di dirigere questa produzione del dramma storico Beatrice di Tenda: è il terzo titolo con il quale ho l’opportunità di misurarmi con il genio compositivo di Vincenzo Bellini e un’occasione splendida dopo l’importante esperienza vissuta sempre qui al Teatro Carlo Felice, l’anno scorso, in occasione della messa in scena di Norma. Nelle prossime settimane, assieme alle straordinarie compagini del Coro e dell’Orchestra del Carlo Felice ed un cast d’eccellenza, ci accingeremo ad affrontare la messa a punto di una partitura di rara bellezza ed egual valore rispetto a titoli più noti. Vincenzo  Bellini è un compositore a cui sono molto legato. La grande cura per il significato espressivo della musica legato alla parola, elemento cardine dell’estetica delle sue opere, rappresenta ogni volta una nuova sfida nel costante tentativo di porre un’attenzione particolare proprio a questo aspetto, per restituire fedelmente al pubblico le intenzioni della sua musica. Un ringraziamento speciale è rivolto alla Sovrintendenza e alla Direzione Artistica del Carlo Felice per questa ennesima opportunità nel cammino comune intrapreso nell’ultimo anno e mezzo».

La regia di Italo Nunziata mette in luce le implicazioni narrative e psicologiche che definiscono i personaggi: «Tutto è già successo, tutto è avvenuto prima. All’aprirsi del sipario di Beatrice di Tenda, ci troviamo di fronte immediatamente ad un presente del quale avvertiamo la tragicità, in una atmosfera cupa e pesante di ambientazione “gotica”. La sensazione di uno spazio chiuso, dove però sentimenti e passioni possono dominare incontrastati fino quasi ad annullare ogni altra forma di volontà, guidati ad un destino ineluttabile. […] In accordo con lo scenografo Emanuele Sinisi, abbiamo coinvolto nel progetto scenografico, per la prima e l’ultima immagine dello spettacolo, l’artista fotografo finlandese Ola Kolehmainen, che si occupa di spazio, luce e colore attorno all’architettura storica. Insieme a questo, l’utilizzo di dagherrotipi o vecchie foto consunte dal tempo e dal ricordo. Immagini inserite all’interno di una sorta di spazio/agone dove i protagonisti sono quasi costretti ad affrontarsi all’interno del loro dramma, circondati da alcune pareti di specchio che stanno perdendo la loro argentatura di fondo come mangiati dal tempo e dall’incuria, da fondali/pareti anche essi in decadimento e forati da squarci o da rotture che sembrano ormai insanabili. I cambi di scena avvengono senza soluzione di continuità a sottolineare l’ineluttabilità della vicenda. Così come per le scene, in accordo con il costumista Alessio Rosati, anche per i costumi abbiamo trasportato il racconto agli ultimi anni del diciannovesimo secolo, ultimo ed estenuato baluardo di una vita di corte e di regole e comportamenti precisi con i quale relazionarsi all’interno di quel mondo. Abiti come involucri destinatati a “vestire” di apparenza, a rilevare intenzioni, a dimostrare il potere e al tempo stesso la fragilità umana, severi nelle loro leggi ferree e integrati totalmente nel meccanismo sociale».

Dichiara il Sovrintendente: «Beatrice di Tenda di Bellini su libretto del genovese Felice Romani torna in scena al Teatro Carlo Felice a quarant’anni di distanza dall’ultima rappresentazione a Genova. Una lunga attesa per un’opera imperdibile e di rara esecuzione, che ha visto le compagini artistiche e tecniche del Teatro fortemente impegnate e motivate, dopo i grandi successi di Madama Butterfly e Idomeneo. Si tratta di una nuova coproduzione tra il nostro Teatro e il Teatro La Fenice di Venezia con la direzione musicale di Riccardo Minasi. Italo Nunziata firma la regia di questo nuovo progetto che vede ancora impegnato il Carlo Felice nella sistematica collaborazione con altre istituzioni musicali nazionali ed internazionali, quali il Teatro Alla Scala di Milano, il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, la Royal Opera House di Muscat, il Teatro Nazionale di Zagabria, etc. In parallelo con la Stagione d’opera proseguono con successo le programmazioni della Stagione Sinfonica e di Liguria Musica, insieme con le attività dell’Accademia di Canto ed il ciclo della musica vocale da camera».

Jessica Nicolini, coordinatrice delle politiche culturali di Regione Liguria, commenta: «Un nuovo grande appuntamento con il nostro Teatro Carlo Felice, pronto a portare sul palcoscenico l’opera di Vincenzo Bellini, padre del melodramma romantico italiano, Beatrice di Tenda, la penultima opera della produzione belliniana. Amore, tradimenti, odi e grandi emozioni con le grandi scene che vedono protagonisti la moglie del Duca di Milano, Beatrice, condannata a morte insieme al suo amante. Un dramma storico risalente al 1418, segno di un grande rinnovamento del Teatro che ha saputo, in questi anni, aprirsi a un pubblico giovane come non l’avevamo mai visto, grazie alla sua generosità e a una programmazione mai banale, oltre che alla presenza dei talentuosi professori d’orchestra e dei suoi artisti. Non dimentichiamo inoltre che proprio nel 2024 si celebreranno i 174 anni di storia dell’orchestra che per la prima volta in Italia è stata diretta con la bacchetta da Angelo Mariani. Una curiosità per un luogo che merita tutto il nostro appoggio, anche per i continui riconoscimenti che sta ricevendo a livello anche internazionale. È infatti reduce del successo in Oman alla Royal Opera House di Muscat del Sogno di una notte di mezza estate. Non è un caso infatti che Regione ed io personalmente come coordinatrice delle politiche culturali abbia voluto recentemente consegnare la Croce di San Giorgio al grande tenore genovese Francesco Meli, uno dei più noti a livello internazionale, la massima onorificenza che la Regione tributa a cittadini che si siano distinti per particolari meriti di carattere culturale, sociale o morale. Un riconoscimento a cui è seguito un concerto aperto alla città che ha visto la partecipazione di tantissimi giovani. Un grande segno di vita per il pianeta lirico che ha saputo aprirsi anche ai giovanissimi grazie a una programmazione innovativa. Tante attività a tutte le latitudini, che vedranno ad esempio il Teatro pronto a sbarcare a New York nel mese di ottobre per sempre nuove emozionanti avventure sotto il segno della musica e dei talent».

I giovani violinisti della Massimo Youth Orchestra con Desirée Rancatore in Bahrain per il Concerto “Tribute to Maestro Giacomo Puccini” organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Manama

L’Ambasciata d’Italia a Manama, in collaborazione con la Bahrain Authority for Culture and Antiquities (BACA), ha organizzato il concerto “Tribute to Maestro Puccini” in occasione del centenario dalla morte del grande compositore italiano.
Il concerto si è svolto martedì 27 febbraio presso il Teatro Nazionale del Bahrein nell’ambito dello “Spring of Culture Festival”, una delle più ricche e partecipate rassegne culturali annuali del Bahrein. La serata di musica ha registrato il tutto esaurito e ha visto la partecipazione del Presidente del BACA, lo sceicco Khalifa bin Ahmed bin Abdulla Al Khalifa e di numerosi rappresentanti delle istituzioni governative bahreinite, oltre a una gremita presenza della società civile e di appassionati di repertorio musicale italiano, tra cui gli studenti del Centro di Lingua e Cultura italiana “Grazia Deledda” e giovanissimi musicisti locali.
Protagonisti indiscussi del concerto gli artisti italiani: il soprano Desirée Rancatore, il tenore Davide Tuscano, il pianista Jacopo Salvatori e i violinisti della Massimo Youth Orchestra Riccardo Gaspare Di Prima, Alessio Leonardo Calabrò e Germano Maniscalco. L’omaggio al grande compositore toscano ha visto l’esecuzione di arie e duetti tratti dalle sue opere più celebri, quali La bohème, Turandot, Tosca, Madama Butterfly e Gianni Schicchi.
 
Al termine del concerto, l’Ambasciatrice Paola Amadei ha dichiarato: “Il canto lirico italiano è stato inserito nel 2023 nella lista UNESCO del patrimonio immateriale dell’umanità ed è motivo di grande orgoglio. Sono lieta di aver presentato un concerto di tale livello per promuovere la conoscenza del canto lirico italiano rendendo omaggio, al contempo, ad uno dei più importanti compositori italiani di sempre, il Maestro Giacomo Puccini, in occasione del centenario dalla sua morte. Il successo riscontrato nel pubblico locale e la standing ovation al termine del concerto hanno testimoniato non solo il grande talento degli artisti italiani ma anche l’apprezzamento dei bahreiniti per il ricchissimo patrimonio culturale del nostro Paese.”

La grandiosa Terza Sinfonia di Gustav Mahler per il ritorno sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo del direttore Ingo Metzmacher.

Contralto solista sarà Sara Mingardo, con il Coro femminile e il Coro di voci bianche del Teatro Massimo diretti da Salvatore Punturo.

Il nuovo appuntamento della stagione dei concerti sabato 2 marzo alle 20:30, vedrà l’atteso ritorno del direttore tedesco Ingo Metzmacher con uno dei massimi capolavori sinfonici del Novecento, la Terza Sinfonia di Gustav Mahler. Insieme a lui vi sarà il contralto Sara Mingardo, interprete del Lied del quarto movimento “O Mensch! Gib Acht!” e, con il Coro femminile e il Coro di voci bianche del Teatro Massimo diretti da Salvatore Punturo, del quinto, “Es sungen drei Engel”.

Sinfonia imponente, sia per i sei movimenti che la compongono che per l’organico impiegato, che vede ad esempio ben otto corni, la Terza appartiene alle prime sinfonie di Mahler, quelle che attingono, come già diversi dei sui Lieder, alla raccolta di canzoni popolari Des Knaben Wunderhorn (Il corno magico del fanciullo) compilata a inizio Ottocento da Achim von Arnim e Clemens Brentano. Il primo movimento, che da solo costituisce la prima parte della Sinfonia, rappresentava secondo il programma inizialmente stilato da Mahler e poi non pubblicato il primo gradino di un percorso di ascesi che conduceva dalla Natura fino ai gradi più elevati dell’esistenza. Il secondo movimento è un minuetto che si trasforma presto in valzer, il terzo uno Scherzo dove risuona nostalgica una canzone intonata dal posthorn, il corno postale che ricorre di frequente nella poesia e nei Lieder tedeschi. Per il quarto movimento Mahler fa ricorso a una pagina da Also Sprach Zarathustra (Così parlò Zarathustra) di Friedrich Nietzsche, affidando le intense meditazioni intorno al concetto di “profondità” alla voce del contralto. L’intervento nel quinto movimento del Coro di voci bianche porta una nota di freschezza e conferma la Terza Sinfonia come un trattato sulla Gioia: uno dei titoli che Mahler aveva considerato e poi scartato era stato appunto, sempre ispirandosi a Nietzsche, La gaia scienza. L’ultimo movimento infine, controbilanciando il primo, è un lungo Adagio che esprime l’aspirazione all’eternità.

Ingo Metzmacher, tra i più importanti direttori tedeschi, si è dedicato in modo particolare alla musica del XX e XXI secolo. Fin dall’inizio della sua carriera il suo obiettivo è stato quello di “fare suonare il nuovo come familiare e il familiare come nuovo”. È stato direttore musicale dell’Opera di Stato di Amburgo (posizione già tenuta da Mahler) dal 1997 al 2005, direttore principale dell’Opera Nazionale Olandese di Amsterdam, nonché direttore principale e direttore artistico della Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino dal 2007 al 2010. Dal 2016 è direttore artistico del KunstFestSpiele Herrenhausen. È spesso ospite di importanti orchestre come i Wiener Philharmoniker, la Cleveland Orchestra, la Gewandhausorchester, la Vienna

Symphony Orchestra e l’Ensemble Modern, oltre che di teatri d’opera e festival come l’Opera di Stato di Vienna, l’Opéra National de Paris, il Teatro alla Scala di Milano, il Festival di Salisburgo e il Festival d’Aix-en-Provence.

Sara Mingardo, tra i pochissimi veri contralti di oggi, è un’interprete molto ricercata e apprezzata, con un vasto repertorio che va da Pergolesi a Respighi, passando per Bach, Beethoven, Brahms, Dvořak e Mahler. Il suo repertorio operistico comprende opere di Gluck, Monteverdi, Händel, Vivaldi, Rossini, Verdi, Cavalli, Mozart, Donizetti, Schumann e Berlioz. Particolarmente intensa e proficua è stata la collaborazione con Claudio Abbado.

Biglietti da 15 a 30 € – Info: https://www.teatromassimo.it/event/ingo-metzmacher/

Venerdì 1 marzo alle 11:00 le prove del concerto sono aperte al pubblico. Studenti 4 €; Intero 10 €

Ivor Bolton dirige due concerti al Teatro La Fenice, venerdì 1 e domenica 3 marzo : musiche di Cherubini, Haydn e Mozart

Ivor Bolton dirige l’Orchestra del Teatro La Fenice nel prossimo concerto della Stagione Sinfonica 2023-2024 della Fondazione Teatro La Fenice, in programma al Teatro La Fenice venerdì 1 marzo 2024 ore 20.00 (turno S) e domenica 3 marzo 2024 ore 17.00 (turno U). Considerato uno dei più illustri direttori d’orchestra nel campo del repertorio barocco e classico, Bolton proporrà un programma in due parti: nella prima verrà eseguita l’ouverture dalla Lodoïska di Luigi Cherubini e la Sinfonia n. 95 in do minore Hob.I:95 di Franz Joseph Haydn; nella seconda il Requiem in re minore per soli, coro e orchestra KV 626 di Wolfgang Amadeus Mozart, che sarà interpretato dalle voci soliste del soprano Valentina Farcas, del mezzosoprano Cecilia Molinari, del tenore Mauro Peter e del basso Milan Siljanov.

Il 18 luglio 1791 la Salle Feydeau accoglie la prima della comédie héroïque in tre atti Lodoïska di Luigi Cherubini (1760-1842). Il librettista Claude-François Fillette-Loraux prese ispirazione da un episodio di Les amours du chevalier de Faublas, ciclo di romanzi di successo pubblicati fra il 1787 e il 1790 da Jean-Baptiste Louvet de Couvray. L’opera, ambientata in Polonia, ha per protagonista la giovane Lodoïska, figlia di un nobile polacco, che il padre ha affidato all’amico barone Dourlinski per impedirne le nozze con l’aborrito conte Floreski. L’opera si inserisce dunque nel fecondo filone dell’opéra à sauvetage, popolarissimo negli anni attorno alla Rivoluzione francese: la trama è costruita attorno al salvataggio (spesso fortunoso) del o della protagonista come in Richard Coeur-de Lion di André Grétry del 1784 e più tardi in Fidelio di Ludwig van Beethoven, grande ammiratore di Cherubini, che proprio assistendo a una rappresentazione di Lodoïska a Vienna avrebbe avuto l’idea di comporre la sua unica opera. L’ouverture di Lodoïska, poco affine al modello italiano delle sinfonie d’opera di inizio Ottocento, testimonia della capacità di Cherubini di pensare alle proprie opere in una dimensione sinfonica. Un critico d’eccezione come Richard Wagner nel saggio del 1841 Über die Ouvertüre scrisse: «le ouverture [di Cherubini] sono schizzi poetici dell’idea principale del dramma, colta nei suoi tratti più ampi e riprodotta musicalmente in unità, concisione e distinzione». Definizione che calza perfettamente anche all’ouverture di Lodoïska.

La Sinfonia n. 95 in do minore Hob.I:95 di Franz Joseph Haydn (1732-1809) fa parte del primo gruppo delle dodici Sinfonie ‘londinesi’ o Sinfonie ‘Salomon’, cioè quelle che di Franz Joseph Haydn compose fra il 1791 e il 1795 in occasione delle due tournée in Inghilterra invitato dall’impresario e violinista John Peter Salomon, organizzatore di una fortunata stagione di concerti. Terza di questo gruppo di sinfonie – ma probabilmente la seconda a essere compiuta dopo la n. 96 – la n. 95 risale al 1791 e la prima esecuzione avvenne nell’aprile dello stesso anno presso le Hanover Square Rooms nell’ambito dei concerti in abbonamento organizzati da Salomon. L’organico è simile a quello delle altre sinfonie londinesi, che, oltre agli archi, prevede un flauto, due oboi, due fagotti, due corni, due trombe e timpani. E come anche in altre sinfonie del primo gruppo delle ‘londinesi’, sono numerosi i passaggi solistici pensati per mettere in mostra le qualità tecniche delle prime parti dell’orchestra di Salomon e molto apprezzati dal pubblico. Questa sinfonia, tuttavia, presenta anche delle caratteristiche che la differenziano dalle altre composte per Solomon sotto vari aspetti: è l’unica in tonalità minore ed è l’unica che non inizia con un’introduzione lenta.

Composto a Vienna nel 1791 ma rimasto incompiuto per la prematura morte, il 5 dicembre, del musicista trentacinquenne, il Requiem fu commissionato a Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) dal conte Walsegg, un nobile viennese che voleva ‘acquistare’ la pagina in forma anonima dal compositore per poi presentarla come un suo proprio lavoro in omaggio alla moglie appena defunta. Mozart, che da alcuni anni non si era più dedicato alla musica sacra, accettò senza indugi l’incarico e senza sospettare che le sue condizioni di salute non gli avrebbero permesso di portarlo a termine, trasformando il suo ultimo atto creativo in una drammatica riflessione sulla morte vicina. Completato dall’allievo Franz Xaver Süssmayr – che probabilmente aveva potuto raccogliere alcune idee e appunti del maestro – il Requiem è l’estremo capolavoro del salisburghese.

In occasione del concerto di Ivor Bolton, si rinnoverà il consueto appuntamento con le conferenze di approfondimento della Stagione Sinfonica: il concerto di venerdì 1 marzo 2024 sarà infatti preceduto da un incontro a ingresso libero con il musicologo Roberto Mori, che dalle 19.20 alle ore 19.40 illustrerà il programma musicale nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice. 

I biglietti per i concerti (da € 15,00 a € 130,00) sono acquistabili nella biglietteria del Teatro La Fenice e nei punti vendita Eventi Venezia Unica, tramite biglietteria telefonica (+39 041 2722699) e biglietteria online su www.teatrolafenice.it

Main partner della Stagione è Intesa Sanpaolo.

Ivor Bolton

È uno dei più autorevoli direttori del repertorio classico e barocco. La sua versatilità, comunque, è senza confini. Ha registrato una serie acclamata dalla critica di sinfonie di Bruckner con la Mozarteumorchester Salzburg, di cui è stato direttore principale per dodici anni. Ha inoltre diretto Billy Budd di Benjamin Britten, che ha ottenuto il premio come migliore spettacolo da «Opernwelt», al Teatro Real di Madrid e alla Royal Opera House Covent Garden. Con la Sinfonieorchester Basel, di cui è stato direttore principale dal 2016, ha registrato una serie di composizioni di Gabriel Fauré. A Madrid ha ottenuto il ruolo di direttore musicale dal 2015. In aggiunta alle sue principali cariche è Conductor Laureate della Mozarteumorchester Salzburg, con la quale compare annualmente al Salzburg Festival e in tournée, e direttore principale della Dresden Festival Orchestra. Ha sviluppato una forte collaborazione con la Bayerische Staatsoper, dove ha diretto una vasta gamma di nuove produzioni, in particolare per opere di Monteverdi, Händel e Mozart, a partire dal 1994.

Ha vinto il prestigioso Bayerische Theaterpreis peril suo straordinario lavoro a Monaco. Dal tempo in cui era direttore musicale dell’English Touring Opera e della Glyndebourne Touring Opera, si è esibito in numerosi e prestigiosi teatri d’opera, tra cui Maggio Musicale Fiorentino, Opéra National de Paris, Royal Opera House Covent Garden, English National Opera, così come nei teatri di Bologna, Bruxelles, Amsterdam, Lisbona, Sydney, Berlino, Amburgo e Genova. In concerto è stato direttore principale della Scottish Chamber Orchestra e un gradito ospite dei bbc Proms e del Lincoln Center di New York, tra gli altri, e ha lavorato inoltre con la Tonhalle Orchestra Zurich, la Concertgebouworkest Amsterdam, l’Orchestre de Paris, la Rotterdams Philharmonisch Orkest, la Gürzenich Orchester Köln, le Mozartwoche, laVienna Symphony Orchestra e la Freiburg Baroque Orchestra. Successi delle passate stagioni includono Le nozze di Figaro e Achille in Sciro al Teatro Real di Madrid, Der wunderbare Mandarin / Herzog Blaubart’s Burg a Basilea così come concerti con la Slovac Philharmonic Orchestra, una tournée a Parigi con la Dresden Festspielorchester, la sua direzione dell’apertura delle giornate barocche internazionali di Melk e il ritorno ai Mozartwoche, al Salzburg Festival e alla Musikverein di Vienna.

TCBO: TRA ŠOSTAKOVIČ E PROKOF’EV CON PIETARI INKINEN ED ETTORE PAGANO

Giovedì 29 febbraio alle 20.30 all’Auditorium Manzoni

Segna il gradito ritorno della bacchetta finlandese Pietari Inkinen, Direttore principale della Deutsche Radio Philharmonie e Direttore musicale della KBS Symphony Orchestra di Seoul, e del giovanissimo violoncellista Ettore Pagano, vincitore del  XVIII Concorso internazionale “Chačaturjan” di Yerevan, il concerto della Stagione Sinfonica 2024 del Teatro Comunale di Bologna in programma giovedì 29 febbraio alle 20.30 all’Auditorium Manzoni.

La serata accosta due celebri pagine di due grandi compositori russi come il Concerto n. 1 per violoncello e orchestra in mi bemolle maggiore op. 107 di Dmítrij Šostakóvič – interpretato da Pagano – e la Quinta Sinfonia in si bemolle maggiore op. 100 di Sergej Prokof’ev. Stando alle parole del leggendario violoncellista Mstislav Rostropovič, dedicatario del Concerto n. 1 e solista della prima esecuzione assoluta avvenuta a Leningrado nel 1959, per la scrittura di questo lavoro Šostakóvič fu «ispirato dalla Sinfonia concertante [in mi minore per violoncello e orchestra op. 125 (1952)] di Sergej Prokof’ev. Amava quel lavoro appassionatamente: aveva suonato così tante volte il disco che il giradischi emetteva una specie di fischio quando lo suonava». Allo stesso modo pare che Prokof’ev abbia guardato al sinfonismo di Šostakóvič (e forse proprio alla sua “Quinta”) per la stesura della Sinfonia n. 5 nel 1944 a Ivanovo, nella casa messa a disposizione dall’Unione dei Compositori Sovietici: lì soggiornava anche lo stesso Šostakóvič, che fu probabilmente tra i primi – insieme al collega Chačaturjan – ad ascoltare la sinfonia di Prokof’ev nella versione per pianoforte.

Dal 2013 a oggi, a Pagano è stato assegnato il primo premio assoluto in oltre 40 concorsi nazionali e internazionali, tra cui – oltre al già citato “Chačaturjan” del 2022 – quello al “Johannes Brahms” di Portschach e all’ “Anna Kull” a Graz nel 2020, e al concorso “Giovani musicisti” indetto dalla Filarmonica della Scala di Milano nel 2019. 

Nuovamente sul podio dell’Orchestra del TCBO, Inkinen ha diretto alcune delle compagini europee più rinomate, dalla Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam alla Gewandhausorchester di Lipsia, dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia all’Orchestre Philharmonique de Radio France.

Main Partner della Stagione Sinfonica 2024 del Teatro Comunale di Bologna è Intesa Sanpaolo, grazie al cui sostegno saranno inoltre aperte gratuitamente alle scuole gran parte delle prove generali dei concerti.

I biglietti – da 10 a 40 euro – sono in vendita online tramite Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro Comunale (Largo Respighi), dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18 e il sabato dalle 11 alle 15; il giorno del concerto presso l’Auditorium Manzoni da 1 ora prima fino a 15 minuti dopo l’inizio dello spettacolo. 

Per ogni concerto della Stagione Sinfonica 2024 prosegue “Note a margine”, una rassegna di incontri con il pubblico che si tengono circa 30 minuti prima dell’inizio del concerto presso il foyer del bar dell’Auditorium Manzoni. 

STAGIONE SINFONICA 2024 DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA   Giovedì̀ 29 febbraio ore 20.30 Auditorium Manzoni    Pietari Inkinen direttore Ettore Pagano violoncello   Orchestra del Teatro Comunale di Bologna    Dmitrij Šostakovič Concerto per violoncello e orchestra n. 1 in mi bemolle maggiore op. 107   Sergej Prokof’ev Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore op. 100

Info: https://www.tcbo.it/eventi/stagione-sinfonica-2024-pietari-inkinen/
L’ENIGMA DI SALOME SECONDO BARRIE KOSKY ALL’OPERA DI ROMA

Il regista australiano torna al Costanzi con un’intensa rivisitazione del dramma di Strauss diretto da Marc Albrecht

Prima giovedì 7 marzo in diretta su Radio3 Rai. Repliche fino al 16 marzo

Torna all’Opera di Roma, dopo il successo del Flauto magico messo in scena al Costanzi nel 2018, il regista australiano Barrie Kosky, conteso dai principali festival e teatri del mondo e vincitore nel 2023 del Premio Abbiati della critica italiana. Dal 7 al 16 marzo Kosky propone il capolavoro di Richard Strauss Salome, tratto da Oscar Wilde, in un allestimento già apprezzato a Francoforte nel 2020, che si interroga su chi sia la fanciulla di Galilea. La sua identità sfuggente sembra piuttosto definirsi attraverso lo sguardo degli altri personaggi, tutti immersi nel buio di un’inquietante scatola nera, illuminata di tanto in tanto da coni di luce.

Sul podio sale uno degli interpreti straussiani più riconosciuti: Marc Albrecht. La temibile parte di Salome è affidata a Lise Lindström, al debutto sul palco dell’Opera di Roma. Scene e costumi sono a firma di Katrin Lea Tag, mentre le luci di Joachim Klein.

Ispirato dalla tragedia di Wilde, in cui convergono sensualità e ascetismo religioso, Richard Strauss compone questo dramma in un unico atto nel 1905, elaborando lui stesso il libretto sulla base della traduzione tedesca di Hedwig Lachmann. Il compositore estremizza il conflitto tra Salome e Jochanaan – la principessa chiede la testa del profeta al suo patrigno Erode perché il suo amore è rimasto insoddisfatto – arricchendo il linguaggio con un’intensità fino ad allora inedita. Barrie Kosky sceglie di raccontare la storia interamente dal punto di vista di Salome, purificando il dramma dai suoi tratti esotici e biblici per esaltare la lettura psicologica della protagonista.

«In questo allestimento tutto l’intreccio viene mostrato dalla prospettiva di Salome, non c’è spazio per un angolo visuale maschile – dice Barrie KoskyNoi la concepiamo come una donna indipendente. La sua è una figura complessa e non del tutto definita. È una vergine, ma potrebbe avere tanto 15 quanto 50 anni. Si tratta di un dettaglio importante, perché in realtà non sappiamo chi sia questa donna-bambina. Per noi è chiaro che si tratta dell’unico personaggio in scena che dice sempre la verità. La sua radicalità e la sua provocazione nascono proprio dal fatto che dice esattamente ciò che vuole, pensa e sente, senza mai mentire. Ai miei occhi non è un personaggio mostruoso, ma affascinante. E questo si rispecchia nella musica, che è musica d’amore, la più bella musica d’amore possibile».

Direttore generale e artistico della Komische Oper di Berlino dal 2012 al 2022 e in precedenza co-direttore artistico dello Schauspielhaus di Vienna, Barrie Kosky è uno dei più innovativi registi della scena contemporanea. Il suo Flauto magico (Komische Oper, co-diretto con il gruppo teatrale 1927) è stato visto da oltre 350 mila spettatori in tre continenti; le sue regie allestite al Festival di Salisburgo, al Festival di Bayreuth e di Aix-en-Provence, all’Opéra National di Parigi, alla Los Angeles Opera e alla Royal Opera House di Londra (ha inaugurato la stagione in corso con Das Rheingold di Wagner). Il suo repertorio include incursioni nell’operetta e nel teatro musicale – specialmente degli anni di Weimar – oltre a titoli come West Side Story, Moses und Aron, Les contes d’Hoffmann, Káťa Kabanová, Les dialogues des Carmélites. Tra i riconoscimenti ottenuti vi sono un Olivier Award per la migliore nuova produzione operistica per Castor et Pollux (English National Opera), e i premi come miglior regista e miglior compagnia d’opera (con la Komische Oper) agli International Opera Awards 2014 e 2015.

Sul podio del Costanzi Marc Albrecht, esperto direttore del repertorio tardo romantico tedesco-austriaco, da Wagner e Strauss a Zemlinsky, Schreker e Korngold. Ospite regolare delle principali orchestre e dei più importanti teatri d’opera europei – ha collaborato con i Berliner Philharmoniker, i Wiener Symphoniker e la Royal Opera House di Londra – è stato Direttore Principale della Nationale Opera di Amsterdam, Direttore Musicale dello Staatstheater di Darmstadt e Direttore Artistico e Direttore Principale dell’Orchestre Philharmonique di Strasburgo. Con quest’ultima, ha inciso numerosi dischi per l’etichetta discografica Pentatone, tra i quali i Poemi sinfonici di Strauss e musiche di Korngold e Berg. Il suo lavoro ha ottenuto diversi riconoscimenti: OPUS KLASSIK lo ha nominato “Direttore dell’anno” per Die Seejungfrau (La sirenetta) di Zemlinsky con la Netherlands Philharmonic (Pentatone) e ha inserito Das Wunder der Heliane di Korngold alla Deutsche Oper di Berlino (Naxos) nella categoria “Best Opera Recording of the 20th/21st century”.

Nel ruolo della protagonista sale per la prima volta sul palco dell’Opera di Roma il soprano americano Lise Lindström, la cui interpretazione di Salome all’Opera Australia nel 2018 le è valso un secondo Premio Helpmann come miglior interprete femminile in un’opera. Come principessa di Giudea ha calcato i palchi della Wiener Staatsoper, della San Diego Opera e della Dallas Opera. Jochanaan è invece il basso-baritono Nicholas Brownlee, che ha già interpretato la parte nell’allestimento di Kosky all’Oper Frankfurt e che è entrato a far parte dell’ensemble del teatro tedesco nel 2020. Ad interpretare Erode è il tenore John Daszak che, dopo il suo debutto nel ruolo nell’acclamata messa in scena di Salome di David McVicar alla Royal Opera House, ha continuato a riscuotere grandi consensi nel ruolo in nuove produzioni al Festival di Salisburgo, al Festival d’Aix-en-Provence e all’Opéra di Parigi. Il mezzosoprano Katarina Dalayman è invece Erodiade. Narraboth è interpretato da Joel Prieto, mentre i cinque giudei sono Michael J. Scott, Christopher Lemmings, Marcello Nardis, Eduardo Niave – dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program dell’Opera di Roma – ed Edwin Kaye. I due nazareni sono Nicola Straniero – anche lui di “Fabbrica” Young Artist Program – e Zachary Altman, che interpreta anche uno dei due soldati insieme ad Edwin Kaye. Completano il cast Karina Kherunts (Un paggio di Erodiade), Alessandro Guerzoni e Daniele Massimi che si alternano nel ruolo dell’uomo di Cappadocia e Giuseppe Ruggiero (Uno schiavo).

La prima rappresentazione, in diretta su Radio3 Rai, è prevista per giovedì 7 marzo alle ore 20.00. Repliche domenica 10 marzo ore 16.30, martedì 12 marzo ore 20.00, giovedì 14 marzo ore 20.00 e sabato 16 marzo ore 18.00. L’anteprima giovani è in programma martedì 5 marzo alle 19.00.

Biglietti in vendita sul sito https://www.operaroma.it/ e al botteghino

Info: https://www.operaroma.it/spettacoli/salome/

S|CONFINAMENTI – STAGIONE 2023/2024 DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

Salome

Musica di Richard Strauss

Opera in un atto

Dal dramma di Oscar Wilde

Prima rappresentazione assoluta: Hofoper, Dresda, 9 dicembre 1905

Prima rappresentazione al Teatro Costanzi: 9 marzo 1908

DIRETTORE Marc Albrecht

REGIA Barrie Kosky

SCENE E COSTUMI Katrin Lea Tag

LUCI Joachim Klein

DRAMMATURGIA Zsolt Horpácsy

PERSONAGGI E INTERPRETI

ERODE John Daszak

ERODIADE Katarina Dalayman

SALOME Lise Lindström

JOCHANAAN Nicholas Brownlee

NARRABOTH Joel Prieto

UN PAGGIO DI ERODIADE Karina Kherunts

PRIMO EBREO Michael J. Scott

SECONDO EBREO Christopher Lemmings

TERZO EBREO Marcello Nardis

QUARTO EBREO Eduardo Niave*

QUINTO EBREO Edwin Kaye

PRIMO NAZARENO Zachary Altman

SECONDO NAZARENO Nicola Straniero*

PRIMO SOLDATO Zachary Altman

SECONDO SOLDATO Edwin Kaye

UN UOMO DI CAPPADOCIA Alessandro Guerzoni / Daniele Massimi 10, 14 marzo

UNO SCHIAVO Giuseppe Ruggiero

*dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma

ORCHESTRA DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

ALLESTIMENTO OPER FRANKFURT 

TEATRO COSTANZI

PRIMA RAPPRESENTAZIONE giovedì 7 marzo ore 20.00 in diretta su Radio3 Rai

REPLICHE

domenica 10 marzo ore 16.30

martedì 12 marzo ore 20.00

giovedì 14 marzo ore 20.00

sabato 16 marzo ore 18.00

ANTEPRIMA GIOVANI martedì 5 marzo ore 19.00

KRZYSZTOF URBAŃSKI TORNA SUL PODIO DELL’ORCHESTRA RAI ALL’AUDITORIUM A.TOSCANINI DI TORINO

Con lui Marie-Ange Nguci per il Concerto per la mano sinistra di Ravel 

Giovedì 29 febbraio a Torino, su Radio3 e in streaming su raicultura.it. Replica venerdì 1 marzo

Dopo il successo del suo debutto a inizio febbraio, torna sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Krzysztof Urbański, protagonista del concerto in programma giovedì 29 febbraio alle 20.30 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino, con collegamento in diretta su Radio3 Rai e in live streaming sul portale di Rai Cultura. Replica venerdì 1° marzo alle ore 20.

Ospite di orchestre tra le più prestigiose come i Berliner Philharmoniker, la Staatskapelle Dresden, la Gewandhausorchester Leipzig, la London Symphony Orchestra oltre alle grandi compagini americane, Urbański è direttore principale dell’Orchestra Sinfonica di Berna. Nel corso della carriera è stato a capo dell’Orchestra Sinfonica di Indianapolis e della Trondheim Symphony, oltre che direttore ospite principale della Tokyo Symphony, della NDR Elbphilharmonie Orchestra e dell’Orchestra della Svizzera italiana.

Già nel suo primo concerto con l’OSN Rai il direttore polacco aveva aperto il programma con un brano contemporaneo, proposto per la prima volta a Torino: Orawa per orchestra d’archi, di Wojciech Kilar. Anche questo suo secondo impegno parte dalla musica di oggi, con la prima esecuzione italiana di The Shining One per pianoforte e orchestra di Guillaume Connesson, uno dei compositori francesi più eseguiti al mondo: vincitore di due Victoires de la Musique, nel 2015 e nel 2019, e del Grand Prix de la Sacem nel 2012. Commissionato dalla Royal Scottish National Orchestra, il brano ha debuttato il 28 marzo 2009 alla Glasgow Royal Concert Hall con Jean-Yves Thibaudet al pianoforte e la Royal Scottish National Orchestra diretta da Stephane Deneve.

A interpretarlo a Torino insieme a Urbański è chiamata la pianista franco-albanese Marie-Ange Nguci, che ha debuttato con la compagine Rai esattamente un anno fa, nel febbraio 2023. Nguci ha suonato in sale come il Musikverein di Vienna, il Concertgebouw di Amsterdam, la Suntory Hall di Tokyo, la Tonhalle di Zurigo, ma anche all’Opera House di Sydney e di Oslo, e in festival come quelli di La Roque d’Anthéron e di La Grange de Meslay.

Oltre al brano in prima italiana di Connesson, Nguci propone una delle più celebri e originali composizioni del repertorio pianistico: il Concerto per la mano sinistra per pianoforte e orchestra di Maurice Ravel.

Commissionato dal pianista Paul Wittgenstein – fratello del grande filosofo Ludwig – che perse il braccio destro sul fronte durante la Prima Guerra Mondiale, il brano fu scritto da Ravel tra il 1929 e il 1930 seguendo le evidenti restrizioni che la commissione imponeva. “Il timore delle difficoltà non è mai tanto vivo quanto il piacere di misurarsi con loro e, se possibile, vincerle” disse il compositore a proposito del lavoro. Dal canto suo Wittgenstein non fu mai fedele alla partitura, sulla quale intervenne con improvvisazioni e modifiche personali deplorate da Ravel.

Chiude la serata la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Dmitrij Šostakovič, scritta nel 1937 all’indomani degli attacchi della censura di regime contro le tendenze formalistiche dell’opera Una Lady Macbeth del Distretto di Mcensk. Con il proposito di attenuare la sua immagine di artista pericolosamente al di fuori degli schemi del realismo socialista, Šostakovič ritirò la Quarta Sinfonia che aveva scritto nel frattempo e presentò la Quinta in occasione del ventesimo anniversario della Rivoluzione d’ottobre. Grazie a un linguaggio solo in apparenza semplificato e ottimistico, il brano gli procurò un immediato riscatto senza intaccare la sua personalità autoriale.

I biglietti per il concerto, da 9 a 30 euro, sono in vendita online sul sito dell’OSN Rai e presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino. Informazioni: 011.8104653 – biglietteria.osn@rai.it – www.osn.rai.it.

Il debutto a Cagliari di Elisabetta Maschio in Cinema & Musica: celebri colonne sonore e canzoni, il 1°-2 marzo, per la Stagione concertistica 2024

Venerdì 1 marzo alle 20.30 (turno A) e sabato 2 marzo alle 19 (turno B) è in programma il quarto appuntamento della Stagione concertistica 2024 del Teatro Lirico di Cagliari che prevede una serata davvero imperdibile, dal titolo Cinema & Musica, dedicata a celeberrime colonne sonore e famose canzoni scritte per film, con il debutto, alla guida dell’Orchestra e del Coro del Teatro Lirico di Cagliari, di Elisabetta Maschio (Montebelluna, 1964), già Direttrice artistica, dal 1995 al 1997, dell’Ente Concerti “Marialisa de Carolis” di Sassari. La cantante Anna Farronato, anch’ella al debutto a Cagliari, è la voce solista, mentre il maestro del coro è Giovanni Andreoli.

Il programma musicale nel dettaglio prevede: Jurassic Park di John Williams; Marco Polo: medley (arrangiamento Mike Applebaum), Saharan Dream (arrangiamento Mike Applebaum), The Mission (arrangiamento Mike Applebaum) di Ennio Morricone; Harry Potter: medley (arrangiamento Mike Applebaum) di John Williams; Gladiator Suite (arrangiamento Mike Applebaum) di Hans Zimmer; Nuovo cinema Paradiso (arrangiamento Mike Applebaum) di Ennio Morricone; May it Be (arrangiamento Mike Applebaum) di Enya/Roma Ryan; La strada: medley (arrangiamento Mike Applebaum) di Nino Rota; C’era una volta il West (arrangiamento Mike Applebaum) di Ennio Morricone; Star Wars: Sala del trono, Schindler’s List, Star Wars: Marcia imperiale di John Williams; Think (arrangiamento Mike Applebaum) di Aretha Franklin; Circle of Life (arrangiamento Mike Applebaum) di Elton John.

Lo spettacolo ha una durata complessiva di 1 ora e 15 minuti circa compreso l’intervallo.

I posti in teatro sono identificati, come sempre, per ordine (platea, prima e seconda loggia) e per settore (giallo, rosso e blu). Ad ogni settore corrisponde un prezzo, secondo il diverso valore dei posti.

Da lunedì 8 gennaio 2024 si possono acquistare i biglietti per tutti gli spettacoli della Stagione concertistica; lo stesso servizio è possibile anche online attraverso il circuito di prevendita www.vivaticket.it.

Prezzi biglietti: platea € 35 (settore giallo), € 30 (settore rosso), € 25 (settore blu); I loggia € 30 (settore giallo), € 25 (settore rosso), € 20 (settore blu); II loggia € 10 (settore unico).

Ai giovani under 35 ed ai disabili sono applicate riduzioni del 50% sull’acquisto di abbonamenti e biglietti. Ulteriori agevolazioni sono previste per gruppi organizzati.

Venerdì 1 marzo alle 11 è prevista, come ormai consuetudine, l’Anteprima Giovani, aperta alle scuole che potranno assistere, dalla I loggia, alla prova generale del concerto serale. (prezzi: posto unico € 3; informazioni e prenotazioni: Servizio promozione culturale, telefono 0704082326; scuola@teatroliricodicagliari.it).

La Biglietteria del Teatro Lirico è aperta lunedì, martedì, giovedì, venerdì e sabato dalle 9 alle 13, mercoledì dalle 16 alle 20 e, nei giorni di spettacolo, anche da due ore prima dell’inizio.

Per informazioni: Biglietteria del Teatro Lirico, via Sant’Alenixedda, 09128 Cagliari, telefono 0704082230 – 0704082249, biglietteria@teatroliricodicagliari.it, www.teatroliricodicagliari.it. Servizio promozione culturale scuola@teatroliricodicagliari.it. Il Teatro Lirico di Cagliari si può seguire anche su Facebook, Twitter, YouTube, Instagram, Linkedin.

La Direzione si riserva di apportare al programma le modifiche che si rendessero necessarie per esigenze tecniche o per cause di forza maggiore. Eventuali modifiche al cartellone saranno indicate nel sito internet del teatro www.teatroliricodicagliari.it.

Elisabetta Maschio – Direttrice

Si diploma in pianoforte al Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” di Milano sotto la guida di Riccardo Risaliti. Intraprende la carriera di maestro sostituto con Laurence Foster a Parigi e svolge poi questa attività in vari teatri in Italia e all’estero: Macerata Festival, Comunale di Bologna, Regio di Torino, Festival di Salisburgo. Compie gli studi di direzione d’orchestra prima con Edoardo Muller e poi con Gustav Kuhn di cui è assistente dal 1989 al 1992. Debutta nel 1991 alla guida dell’Orchestra della Staatsoper di Budapest dirigendo Il Trovatore di Verdi e da allora frequenta il repertorio lirico con regolarità. Ha un notevole successo personale con la direzione di Madama Butterfly allo Sferisterio di Macerata nel luglio 1991.

È stata ospite di vari teatri in Italia e all’estero quali: Comunale di Bologna, Comunale di Modena, Politeama Greco di Lecce, Valli di Reggio Emilia, Olimpico di Vicenza, Filarmonico di Verona, Sistina di Roma, Auditorium “Pollini” di Padova, Nazionale di Praga, Festival di Erl. Ha diretto il repertorio operistico e sinfonico anche a Madrid, Budapest, Lima, Città del Messico, Praga, Bilbao, Seoul, Buenos Aires, Pechino. Ha diretto orchestre quali: I Virtuosi di Santa Cecilia, Orchestra da Camera di Padova, Orchestra da Camera di Bologna, Sinfonica di San Remo, “Haydn” di Bolzano e Trento, Arena di Verona e Teatro Verdi di Trieste, Orchestra Sinfonica Siciliana, Filarmonica Marchigiana, Filarmonia Veneta, Filarmonica di Seoul, Orchestra della Staatsoper di Budapest, Salzburg Chamber Soloists, Orchestra dell’Opera di Toulon. Ha diretto solisti quali: Anna Caterina Antonacci, Ghena Dimitrova, Francesca Patanè, Giorgio Merighi, Renato Bruson, Roberto Servile, Bruno Praticò, Vincenzo La Scola, Alida Ferrarini, Dimitra Theodossiou, Andrea Bocelli (con cui ha inciso alcuni brani del suo primo LP), Benedetto Lupo, Pavel Berman, Georgy Kovalev, Thomas Demenga, Lucero Tena, Yasuko Hayashj, Leonidas Kavakos. Ha accompagnato anche spettacoli di balletto con étoiles internazionali quali: Luciana Savignano, Xiomara Reyes, Lola Greco, Alessandro Molin, Marco Pierin. Nelle produzioni liriche ha collaborato con i registi Mauro Bolognini, Paolo Miccichè, Daniele Abbado, Lorenzo Mariani, Beppe De Tomasi, Filippo Crivelli, Enzo Dara. Dal 1995 al 1997 ricopre il ruolo di Direttore artistico dell’Ente Concerti “Marialisa de Carolis” di Sassari. Durante il biennio 1996-1997 è Direttore artistico e stabile dell’Orchestra dell’Amministrazione Provinciale di Lecce (I.C.O.), presso la quale si occupa di tutta la programmazione e della direzione del 50% dei concerti. Sempre a Lecce si occupa della programmazione lirica della Stagione 1997 per il Politeama Greco. È Presidente e Direttore generale dell’Associazione Musikdrama fondata nel 1998.

È ideatrice e Direttore artistico della rassegna internazionale giovanile “Gioie Musicali – incontri asolani juniores” dal 2005 a oggi. Dal 2021 è Presidente della Fondazione Teatro di Montebelluna. Ricopre la cattedra di Esercitazioni orchestrali al Conservatorio Statale di Musica “Francesco Venezze” di Rovigo. Ha fondato nel 2002 l’Orchestra giovanile “La Réjouissance” che raccoglie circa 100 giovani musicisti di tutta la Regione Veneto e anche di altre regioni e che si è già esibita in molti teatri importanti in Italia e ha partecipato a festival internazionali. Ha ottenuto vari riconoscimenti dalla Regione Veneto (Targa leone del Veneto), dal Rotary club (donna nelle professioni) e per tre volte la medaglia del Presidente della Repubblica per il Festival internazionale “Gioie Musicali”. Ha vinto il Premio Thomas Schippers 2019 per la direzione d’orchestra, I edizione insignito dal Menotti Art Festival di Spoleto. Ha registrato per la RCA un cd di arie antiche e del belcanto italiano in veste di pianista accompagnatrice, mentre, in qualità di direttore d’orchestra, ha inciso per “Bongiovanni” delle musiche inedite di Leo e Porpora. Per la Sugar incide il primo disco di Bocelli “Il mare calmo della sera”. Dal 1997 al 2007 incide, per “Kicco Classic”, i cd di Falstaff di Verdi dal vivo, Don Giovanni di Mozart, Il fanatico in berlina di Paisiello, l’ultimo recital dal vivo di Ghena Dimitrova e uno con Francesca Patané e Renato Bruson. Per “Kicco Classic” incide i dvd di Cavalleria rusticana e Pagliacci con Giuseppe Giacomini, Carmen e Cin Ci La. Ha promosso e prodotto, con l’Associazione Musikdrama e l’Orchestra la Réjouissance, il dvd Rockquiem di Mozart/Wurz.

Anna Farronato – Voce

Cantante e pianista, consegue nel 2022 il Diploma di II livello in Canto Jazz col massimo dei voti al Conservatorio di Musica “Arrigo Pedrollo” di Vicenza. Attualmente studia recitazione e Musical Theatre all’Accademia del Musical di Castrocaro – Drama School di Fabiola Ricci. Ha studiato direzione corale con Petra Grassi e Manolo da Rold all’Accademia Aerco di Parma, canto jazz con Pete Churchill al Royal Conservatoire de Bruxelles e con Francesca Bertazzo al Conservatorio di Musica “Agostino Steffani” di Castelfranco Veneto, dove nel 2018 ha conseguito il Diploma di I livello in Canto Jazz con il massimo dei voti. Ha studiato pianoforte con Alessandro Gallina e pianoforte jazz con Paolo Vianello. Si è esibita nel 2023 come performer negli spettacoli Dieci giorni in manicomio e Viaggio intorno al Magico Mondo di Oz con la regia di Fabiola Ricci. Si è esibita con i suoi progetti Wicked Jazz, Songs of Broadway e Broadway, Baby! in Italia, Finlandia e Belgio. Ha interpretato il ruolo di Maria Maddalena in Jesus Christ Superstar in forma di concerto diretto da Elisabetta Maschio con regia di Daniele Deplano (2023). Fanno parte della sua produzione discografica l’album progressive rock “MAD FELLAZ II”(2016), presentato lo stesso anno al “Progressivamente Free Festival”di Roma, “Rockquiem by La Rejouissance”(2019) e il quarto volume della raccolta “The Vocal Jazz Serie”,pubblicato a suo nome e registrato con il pianista Massimo Faraò (2021).

Giovanni Andreoli – Maestro del coro

Originario di Brescia, studia pianoforte, composizione, flauto, percussioni, musica corale e direzione di coro. Inizia molto giovane l’attività in teatro, dapprima come maestro suggeritore, poi come maestro di sala e quindi come responsabile della preparazione musicale delle compagnie di canto. Già maestro sostituto in importanti teatri italiani e festival lirici, tra cui Rossini Opera Festival di Pesaro, Maggio Musicale Fiorentino e Festival Puccini di Torre del Lago, è stato Maestro del coro in importanti istituzioni musicali italiane fra cui: Rai di Milano, Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Carlo Felice di Genova, Arena di Verona. Durante la sua carriera collabora assiduamente con la Biennale Musica di Venezia, curando la preparazione di composizioni, presentate in prima mondiale, di autori contemporanei come Adriano Guarnieri, Luis De Pablo, Aldo Clementi, Giacomo Manzoni e Luigi Nono.

Negli anni 1997-1998 viene invitato al Teatro Municipal de São Paulo (Brasile), dove dirige Messa dell’incoronazione di Mozart, Nelson Messe di Haydn e Petite Messe solennelle di Rossini; a Rejkjavik per dirigere L’elisir d’amore di Donizetti, al Festival di Orvieto con i complessi del Teatro La Fenice di Venezia per l’esecuzione della Via Crucis di Liszt e a Granada, sempre con La Fenice di Venezia, per Carmina Burana di Orff. È stato invitato, dal Festival Klangbogen Wien, a dirigere Otello di Rossini al Theater an der Wien con l’Orchestra Sinfonica di Varsavia. Dopo l’impegno come Maestro del coro alla Fenice di Venezia (1994-2001), è stato: Direttore artistico del Teatro Grande di Brescia (1994-2005); Maestro del coro al Teatro Carlo Felice di Genova (2001-2004); Maestro Titular del Coro al Teatro Nacional São Carlos di Lisbona (2004-2008); Direttore Principale della Orquestra Sinfonica da Op- Companhia Portuguesa de Opera (2004-2008); Maestro del coro alla Fondazione Arena di Verona (2010-2011); Maestro Titular del Coro al Teatro São Carlos di Lisbona (2011-luglio 2020).

97a Stagione dei Concerti dell’Accademia Tadini di Lovere (Bg) dal 10 febbraio al 6 aprile 2024

La lirica da camera tra l’Ottocento e il Novecento con il baritono Alessandro Corbelli e la pianista Elisabetta Sepe venerdì 8 marzo all’Accademia Tadini di Lovere (Bg)

I protagonisti del quarto appuntamento della 97a edizione della Stagione dei Concerti, organizzata dall’Accademia Tadini di Lovere, saranno il baritono Alessandro Corbelli e la pianista Elisabetta Sepe, che venerdì 8 marzo(ore 21; ingresso 15-20 euro) presenteranno un raffinato programma, tra Lied, Canzoni e Sonetti, dedicato alla lirica da camera composta tra l’Ottocento e il Novecento. Il programma di sala prevede l’esecuzione di opere di Schubert (An die Musik op. 88 n. 4, testo di Schober, Heidenröslein op. 3 n. 3 da Goethe, Die Forelle op. 32 da Schubart), Schumann (da Myrthen op. 25 e da Dichterliebe op. 48, versi di Heine), Fauré (Nell op. 18 n. 1 da De Lisle e Après un rêve op.7 n.1 da Bussine), Ravel (Trois Chansons de Don Quichotte à Dulcinée su testi di Paul Morand: Chanson romanesque; Chanson épique; Chanson à boire), Liszt (Tre Sonetti del Petrarca: Pace non trovo; Benedetto sia ‘l giorno; I’ vidi in terra angelici costumi), Pizzetti (La vita fugge da Petrarca e I pastori da D’Annunzio) e Tosti (Visione e L’alba separa dalla luce l’ombra, due liriche di D’Annunzio).

Torinese, classe 1952, Alessandro Corbelli ha studiato canto con Giuseppe Valdengo e Claude Thiolas e si è presto affermato come esponente di spicco nei ruoli di baritono lirico e nel repertorio comico-brillante di Mozart, Rossini e Donizetti. È molto apprezzato per la sua capacità di tenere la scena con grande personalità, divertendo il pubblico quando è impegnato nel repertorio comico-brillante e commuovendolo nei passaggi più toccanti. Conosciuto per le sue interpretazioni di Falstaff e di Gianni Schicchi, Corbelli ha trionfato nei ruoli di Sharpless nella Madama Butterfly, Michonnet nell’Adriana Lecouvreur e Marquis in Linda di Chamounix. Premiato con riconoscimenti prestigiosi come l’Abbiati (a Milano nel 1993), il Rossini d’Oro (a Pesaro nel 2003) e l’Oscar per la Lirica (nel 2017 a Verona), si è esibito nei più prestigiosi teatri e nelle più importanti istituzioni del mondo, dalla Scala di Milano al Metropolitan Opera di New York, dal Covent Garden di Londra all’Opéra di Parigi fino alla Staatsoper di Vienna, solo per citarne alcuni.

A dividere con lui il palco sarà l’affermata pianista fiorentina Elisabetta Sepe. Dopo aver studiato con Lucia Passaglia e Riccardo Risaliti e, a Parigi, con Jacqueline Bourgès-Mounoury, la musicista toscana si è dedicata a un’intensa attività concertistica, in Italia e all’estero, come solista, con orchestra e in gruppi cameristici. Dal 1999 al 2015 è stata Maestro Collaboratore di Sala presso il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino-Opera di Firenze, dove ha lavorato con importanti direttori, fra i quali ricordiamo Zubin Mehta, Seji Ozawa, Daniel Oren e Roberto Abbado, celebri cantanti (Eva Mei, Mariella Devia, Elizabeth Norberg-Schulz, Barbara Frittoli, Anna Caterina Antonacci, Daniela Barcellona, Sonia Ganassi, Laura Polverelli, Raúl Giménez, Francesco Meli, Ambrogio Maestri, Alessandro Corbelli) e registi quali Luca Ronconi, Graham Vick, Federico Tiezzi, Fabio Sparvoli, Ferzan Özpetek e Daniele Abbado.

Dopo l’esibizione di Alessandro Corbelli ed Elisabetta Sepe, la Stagione dei Concerti proseguirà con altri due imperdibili appuntamenti: sabato 23 marzo andrà in scena lo spettacolo Concerto d’amore in versi, protagonisti l’attore Fabio Testi, uno dei volti più noti del cinema italiano, il flautista Stefano Maffizzoni e il chitarrista Andrea Candeli. I tre artisti si cimenteranno in un suggestivo viaggio poetico-musicale sull’Amore, proponendo alcune delle più belle poesie del Novecento e celebri composizioni di Piazzolla, Morricone, Ibert e Piovani, ma non solo.

Infine, per l’evento di chiusura della 97a edizione, sabato 6 aprile è in programma un concerto che vuole celebrare idealmente il connubio fra la musica classica e il jazz: “Picnic Suite” è il titolo dell’omaggio al compositore francese Claude Bolling proposto da due solisti di fama internazionale, il flautista Giuseppe Nova e il chitarrista Claudio Piastra, accompagnati da tre jazzisti di vaglia quali il pianista Simone Pagani, il contrabbassista Luca Garlaschelli e il batterista Massimo Melillo.

97a Stagione dei Concerti – Dal 10 febbraio al 6 aprile 2024

Sabato 10 febbraio

“88 tasti: tra bianco e nero”

Andreas Frölich (pianoforte)

Musiche di Mozart, Chopin, Bach e Piazzolla.

Sabato 24 febbraio

Jazz, Poetry and So

Giovanni Fontana (poesie), Umberto Petrin (pianoforte)

In collaborazione con “Le 2 Rive del Jazz”.

Venerdì 1 marzo

“Il canto magico del violino”

Davide Alogna (violino), Giuseppe Gullotta  (pianoforte)

Musiche di Mozart, Rossini, Paganini, Brahms, Saint-Saëns.

Venerdì 8 marzo

“Le grandi voci”

Alessandro Corbelli (baritono), Elisabetta Sepe (pianoforte)

Musiche di Schubert, Schumann, Musorgskij, Fauré, Ravel, Liszt, Pizzetti, Tosti.

Sabato 23 marzo

“Concerto d’amore in versi”

Fabio Testi (voce recitante), Stefano Maffizzoni (flauto), Andrea Candeli (chitarra)

Musiche e testi di Piovani, Machado, Lorca, Piazzolla, Ibert, Morricone, Neruda, Merini, Prévert, Vicente.

Sabato 6 aprile

“Picnic Suite”

I classici incontrano il Jazz

Giuseppe Nova (flauto), Claudio Piastra (chitarra), Simone Pagani (pianoforte), Luca Garlaschelli (contrabbasso), Massimo Melillo (batteria)

Musiche di Claude Bolling.

Tutti i concerti inizieranno alle ore 21 nel Salone dei Concerti di Palazzo Tadini, in via Tadini 40, Lovere (Bg).

Ingressi singoli: 20 euro (suggerita prenotazione in segreteria o all’ingresso del museo).

Ingressi singoli ridotti: 15 euro per i giovani fino 27 anni e per gli over 65.

Ingresso gratuito fino a 18 anni.

I biglietti per i singoli concerti saranno in vendita secondo disponibilità anche la sera del concerto.

Info: www.accademiatadini.it; email: associazione@accademiatadini.it – Tel: +39 340 2503902

EMMANUEL PAHUD, TREVOR PINNOCK, JONATHAN MANSON AL TEATRO REGIO DI PARMA IL PROSSIMO 3 MARZO

Teatro Regio di Parmadomenica 3 marzo 2024, ore 20.30

Prima data italiana del tour 2024 per i tre virtuosi, che interpretano  pagine di Johann Sebastian Bach e Georg Philipp Telemann per il terzo appuntamento della Stagione Concertistica 2024 realizzata da Società dei Concerti di Parma.

Tre grandi interpreti internazionali in un programma interamente dedicato al barocco tedesco: per la loro prima data italiana del tour 2024, Emmanuel Pahud al flauto, Trevor Pinnock al clavicembalo, Jonathan Manson al violoncello sono i protagonisti domenica 3 marzo 2024, ore 20.30 al Teatro Regio di Parma per il terzo appuntamento della Stagione Concertistica 2024 realizzata da Società dei Concerti di Parma.

Il programma ci immerge in un viaggio nel barocco tedesco tra ‘600 e ‘700, alternando sonate, suite e fantasie di Johann Sebastian Bach e Georg Philipp Telemann. Protagonista delle tre sonate di Bach in programma (due con basso continuo, BWV 1034 e BWV 1035, e una con clavicembalo obbligato, BWV 1030) è il flauto traverso, strumento molto in voga all’inizio del Settecento, al quale il compositore dedicò diversi lavori, affascinato dalle sue potenzialità espressive e dinamiche. Ancora il flauto protagonista con la Fantasia in fa diesis minore di Telemann, mentre completano il programma due capisaldi del repertorio bachiano: la Fantasia cromatica e fuga in fa diesis minore BWV 903 per clavicembalo e la celebre Suite in sol maggiore BWV 1007 per violoncello solo.

Un’occasione unica, dunque, per ascoltare questo affascinante repertorio eseguito da tre virtuosi eccezionali: un sodalizio artistico di lunga data che si affianca a straordinarie carriere individuali, dense di importanti progetti musicali e prestigiose collaborazioni.

Primo flauto dei Berliner Philharmoniker dall’età di ventidue anni, Emmanuel Pahud è rinomato in tutto il mondo per la sua prodigiosa carriera. Vastissimo il suo repertorio, che spazia dal barocco a nuovi lavori appositamente commissionati, con oltre 40 incisioni discografiche all’attivo: la sua collaborazione con EMI/Warner Classics, di cui è artista esclusivo, si sta rivelando come il più significativo contributo alla musica per flauto finora registrata. Jonathan Manson vanta un’intensa carriera sia al violoncello che alla viola da gamba. Per dieci anni è stato primo violoncello dell’Orchestra Barocca di Amsterdam, con cui ha eseguito e registrato più di 150 cantate di Bach.

Tra le tante collaborazioni, si segnala quella con Yo-Yo Ma, con cui ha inciso il Concerto per due violoncelli di Vivaldi. È stato tra i fondatori dell’ensemble di viole Phantasm, che ha effettuato tournée in tutto il mondo e ha inciso più di venti registrazioni pluripremiate. Rinomato in tutto il mondo come clavicembalista e direttore d’orchestra, Trevor Pinnock, con la sua lunga carriera, è riconosciuto come pioniere di un vero e proprio revival della musica antica. Ha fondato l’English Concert, di cui è stato direttore artistico dal 1972 al 2003, celebre per le sue innovative esecuzioni su strumenti d’epoca. Le sue incisioni di Corelli, Bach, Händel, Scarlatti, Rameau, Haydn, Mozart, Poulenc sono considerate un punto di riferimento nell’interpretazione del repertorio per clavicembalo.