Concerti Straordinari al Teatro alla Scala: Domenica 30 giugno 2024 ~ ore 20, THE FAIRY QUEEN

The Fairy Queen:Purcell diretto da William Christie

con la coreografia di Mourad Merzouki

VERSIONE SEMISCENICA

Les Arts Florissants

William Christie

Direttore

Mourad Merzouki

Coreografia e versione semiscenica

Soliste e solisti de Le Jardin des Voix 2023


Paulina Francisco, soprano
Georgia Burashko, mezzosoprano
Rebecca Leggett, mezzosoprano
Juliette Mey, mezzosoprano
Ilja Aksionov, tenore
Rodrigo Carreto, tenore
Hugo Herman-Wilson, baritono
Benjamin Schilperoort, basso-baritono

Ballerine e ballerini della Compagnie Käfig

Baptiste Coppin, Samuel Florimond, Anahi Passi
Alary-Youra Ravin, Daniel Saad, Timothée Zig

Prezzi: da 110 a 18 euro

Infotel 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org

The Fairy Queen:Purcell diretto da William Christie

con la coreografia di Mourad Merzouki

Il capolavoro tratto dal Sogno shakespeariano sarà eseguito in forma semiscenica

dal complesso barocco Les Arts Florissants con le voci dell’accademia Le Jardin des Voix

e i ballerini della Compagnie Käfig, che attinge al linguaggio dell’hip hop

Il 30 giugno il ciclo di Concerti Straordinari del Teatro alla Scala ospita un appuntamento particolarmente prezioso: The Fairy Queen (‘La regina delle fate’) per cui Henry Purcell nel 1693 trasse ispirazione dal Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare. Per questa esecuzione in forma semiscenica William Christie è sul podio dell’orchestra barocca Les Arts Florissants da lui fondata nel 1979 (e con lui protagonista della memorabile esecuzione ad Aix-En Provence nel 1989 che segnò il ritorno del pezzo in repertorio), mentre le voci provengono dall’Accademia per giovani cantanti annessa allo stesso gruppo, Le Jardin des Voix. Un elemento di estremo interesse in una prospettiva di recupero delle forme ibride del teatro dell’epoca delle Restaurazione è la presenza sul palcoscenico dei danzatori della compagnia Käfig impegnati nella coreografia del loro fondatore Mourad Merzouki, tra i maggiori protagonisti del processo di inclusione di diversi linguaggi e in particolare dell’hip hop nel panorama coreografico francese di oggi.    

William Christie

William Christie, clavicembalista, direttore d’orchestra, musicologo e insegnante, è l’ispiratore di una delle più emozionanti avventure musicali degli ultimi trent’anni. Pioniere nella riscoperta della musica barocca, ha fatto conoscere il repertorio della Francia del XVII e XVIII secolo a un pubblico molto vasto. Nato a Buffalo e formatosi ad Harvard e Yale, William Christie vive in Francia dal 1971. La svolta nella sua carriera è avvenuta nel 1979, quando ha fondato Les Arts Florissants.

Les Arts Florissants

Fondato nel 1979 da William Christie, Les Arts Florissants è uno degli ensemble di musica barocca più rinomati al mondo. Fedele all’esecuzione su strumenti d’epoca, questo ensemble ha svolto un ruolo pionieristico nel portare alla ribalta la musica europea del XVII e XVIII secolo. Oggi Les Arts Florissants propone un centinaio di concerti e spettacoli all’anno sui più grandi palcoscenici francesi e internazionali, diretti da William Christie e Paul Agnew.

Le Jardin des Voix

Le Jardin des Voix è l’Accademia barocca delle Arts Florissants per giovani cantanti. Creata nel 2002 e diretta da William Christie e Paul Agnew, questa accademia biennale è pensata per accogliere giovani cantanti lirici all’inizio della loro carriera. Dopo tre settimane di lavoro intensivo, i vincitori sono invitati a presentare uno spettacolo che viene portato in tournée internazionale. Questa esperienza favorisce la loro integrazione professionale e permette loro di esibirsi su alcuni dei più grandi palcoscenici del mondo, costruendo al contempo una fedele collaborazione con Les Arts Florissants.

Mourad Merzouki

È una delle figure più interessanti ed eclettiche della coreografia francese contemporanea. Si è interessato al circo e alle arti marziali prima di incontrare l’hip-hop alla fine degli anni Ottanta. Ha studiato danza con Maryse Delente, Jean-François Duroure e Josef Nadj. Nel 1989 ha creato la compagnia Accrorap con alcuni colleghi, nel 1996 la sua compagnia, Käfig, che significa “gabbia”. Dal giugno 2009, Merzouki è direttore del Centre chorégraphique national de Créteil et du Val-de-Marne, dove crea e mette in scena nuove opere, ma fornisce anche sostegno a gruppi indipendenti e compagnie emergenti. Nel 2013 ha creato il Festival Kalypso, offrendo un nuovo livello di esposizione alle compagnie di danza hip-hop nella regione di Parigi.

Nel marzo 2016, Merzouki è stato nominato consulente artistico del Pôle en Scènes di Bron. Ha creato ponti tra le discipline, aprendo spazi diversi a un pubblico sempre più vasto. Dal 2023 collabora con l’allenatrice Julie Fabre della squadra francese di nuoto artistico per coreografare il balletto per i Giochi Olimpici del 2024. Nel 2023 e nel giugno 2024 ha creato programmi coreografici per il Musée d’Orsay.

Il Barocco attraverso le Stagioni della Scala

Dominique Meyer è stato un attivo promotore della rinascita barocca in Francia durante i suoi anni al Théâtre des Champs-Elysées e ha portato alla Scala la medesima passione e impegno culturale. Oltre alle opere di Cavalli, Vinci, Cesti, Gassmann che sono comparse per la prima volta nel calendario del Piermarini, le stagioni concertistiche si sono arricchite di Cantate, Oratori, Passioni e opere in forma di concerto. In questa Stagione ricordiamo il Collegium Vocale Gent con la Matthäuspassion di Bach diretta da Philippe Herreweghe e Alcina di Haendel con i Musiciens du Louvre diretti da Marc Minkowski e Magdalena Kožená protagonista.  Il 2 dicembre 2024 torna Sir John Eliot Gardiner con Charpentier e Bach eseguiti dal Monteverdi Choir e dagli English Baroques Soloists; il 17 aprile 2025 la Johannes-Passion segna il debutto di Raphaël Pichon con la sua Orchestra Pigmalyon; mentre il 18 maggio è la volta della versione in forma di concerto dell’opera della giovinezza milanese di Mozart Mitridate re di Ponto con Les Talents Lyriques e Christophe Rousset; infine il 26 novembre 2025 Les Indes Galantes di Rameau sono eseguite dalla Cappella Mediterranea diretta da Leonardo Garcìa Alarcón.

The Fairy Queen di Dinko Fabris (dal programma di sala)

Non aveva ancora compiuto trentatré anni Henry Purcell quando, il 2 maggio 1692, fu rappresentata per la prima volta al Queen’s Theatre di Dorset Garden la sua “opera” The Fairy Queen, adattamento del Midsummer Night’s Dream di William Shakespeare di uno o più autori ignoti, ma certamente interni alla United Company che gestiva il teatro, sotto la direzione di Thomas Betterton. Appena tre anni prima si era conclusa la “Gloriosa Rivoluzione” che aveva portato sul trono d’Inghilterra Guglielmo III d’Orange e Mary II Stuart, figlia dello spodestato Giacomo II. Artisti e musicisti si erano dovuti riposizionare sul nuovo assetto politico che spazzava via le tentazioni di restaurare il cattolicesimo nella nazione ora saldamente protestante. Purcell era riuscito a farsi assumere come “musician composer” della camera privata del nuovo sovrano ed era stato incaricato di comporre ogni anno un’ode per il compleanno della regina Mary. Inoltre, dal 1690 aveva avviato la sua collaborazione con il Dorset Garden, il “teatro della regina”, presentandovi in quell’anno Dioclesian e nel successivo 1691 King Arthur, titoli con cui Purcell puntava alla nascita di un’opera nazionale inglese.

Per comprendere meglio l’operazione Fairy Queen e il suo forte impatto sul pubblico, che determinò l’inconsueta scelta dell’impresario di riproporla nella successiva stagione 1693, sarà bene ricordare che il teatro di Dorset Garden era il più all’avanguardia di Londra per le macchine sceniche, l’illuminotecnica e le altre meraviglie sperimentate già da tempo in Italia e in Francia.

Il teatro poteva accogliere, solo nei due ordini di palchi e nella galleria, 850 abbonati spettatori. Il suo palcoscenico era comodo per accogliere attori, cantanti, danzatori e coro e lo spazio per l’orchestra era assai ampio. In effetti il “Gentleman’s Journal” del maggio 1692 aveva esaltato il lato spettacolare della nuova produzione di Fairy Queen, che era costata la cifra sbalorditiva di 3000 sterline: “la Musica e le Scene sono straordinarie. Ho ascoltato le lodevoli danze e senza dubbio tutto lo spettacolo è molto piacevole”. Ma come potevano essere “ascoltate” le danze? E che cos’era questo spettacolo che nel libretto stampato veniva chiamato “opera”?

Roger North, che scriveva pochi anni dopo la morte di Purcell, coniò la celebre – ma in seguito fortemente contestata – definizione di “semi-operas” per gli spettacoli ideati da Betterton e Purcell al Dorset Garden a cominciare dal 1690, presentati come “opere” in quanto “esse consistono per metà di musica e per metà di recitazione”. La prefazione al libretto di Fairy Queen del 1693 chiarisce che anche gli spettacoli francesi erano agli inizi “not perfect Operas”, ma tragedie con musiche, canto, danze e macchine, e che per introdurre in Inghilterra uno spettacolo costoso come l’opera bisognava farla gradualmente conoscere e sperare di poter produrre presto in loco danzatori e soprattutto cantanti adeguati. Appare invece irrilevante la fonte letteraria utilizzata, ossia il Sogno di Shakespeare, che nel libretto non è neppure menzionata: dunque non costituiva problema il rispetto del testo originale e le tante manipolazioni apportate. Eppure, si trattava proprio della storia narrata nella commedia shakespeariana, con gli stessi personaggi (solo Hippolyta viene eliminata e Teseo rinominato “the Duke”), affidata a una compagnia di attori e divisa in cinque atti; solo che, come ha calcolato Roger Savage, dei 2100 versi dell’originale del Bardo ne vengono eliminati ben 950 e modificati notevolmente altri 400, aggiungendo infine 200 versi nuovi. Qual era il compito del musicista? Invece che inserire come in passato musiche di scena tradizionali, canzoni o danze isolate, ogni atto del Fairy Queen offriva nel finale un vero e proprio Masque, ossia una sorta di spettacolino autonomo composto di arie solistiche o a più voci, cori, suite di danze e altra musica, il tutto supportato da meravigliosi interventi di scenotecnica. I cinque Masque musicati da Purcell non sono collegati al testo parlato se non per la costante evocazione magica di fate e spiriti, ma grazie al dinamismo delle continue entrées dei personaggi che cantano e danzano, costituiscono una serie così coerente da poter essere seguita come spettacolo autonomo, ciascun Masque concentrato su un tema o naturalistico o magico: nel I Atto le Fate e i Poeti ubriachi; nel II la magia della Notte; nel III le varietà dell’Amore; nel IV le Stagioni e nel V ed ultimo, dopo l’apparizione di Giunone, il Masque nuziale di Hymen. Non mancano momenti comici, parodistici o altamente spettacolari, che si prestano all’utilizzo di effetti scenici sorprendenti e al dilagare dei danzatori e dei coristi sulla scena. Esempi parodistici sono la scena dei “Drunken Poets” nel primo Masque, col poeta ubriaco e balbuziente punzecchiato dalle Fate, e il duetto nel III Atto tra il basso Coridon e Mopsa, soprano o alto en travesti. L’amore, protagonista della commedia shakespeariana, anima alcune delle arie più struggenti dell’intera produzione purcelliana: si pensi nel III Atto a “If Love’s a Sweet Passion” (soprano e coro) o all’aria cantata nel V Atto da Giunone su un carro volante tirato da pavoni “Thrice Happy Lovers”, seguita dall’aria più celebre dell’opera, “O let me weep” (The Plaint), il lamento di Laura che autocita la Didone di Purcell di pochi anni prima.  Alla categoria del fantastico e magico appartengono la maggior parte delle arie solistiche nei vari Masque, tra cui “Come all ye songsters of the sky” (II,9), “Ye gentle spirits of the air” (III,24) e il patetico “When a cruel long winter” (IV,34), con cui sono introdotte le Stagioni. L’effetto inebriante della festa di corte è prodotto soprattutto dalle continue entrées di danze alternate ai cori, in accelerazione a partire dal II Atto: Seguaci della notte, Cigni, Fate, Uomini verdi, Falciatori, Scimmie, carri di Febo e Stagioni, esseri dei boschi, spiriti, fino all’apoteosi del V Atto con uomini e donne Cinesi che cantano il coro “Thus Happy and Free” in un esotico giardino con fontane e uccelli in volo.

Con The Fairy Queen si affermava anche nei teatri inglesi la tesi tutta barocca della supremazia della magia (gli apparati scenotecnici) sulle altre arti e la “semi-opera” di Purcell sarebbe certamente rimasta a lungo sulle scene se non se ne fosse smarrita la partitura dopo la morte dell’autore, ritrovata solo agli inizi del Novecento e da allora collocata tra i capolavori della storia della musica. Fu il compositore Gustav Holst a dirigerne la prima esecuzione moderna nel 1911 mentre la ripresa più influente in pieno revival della musica antica fu quella di Aix-en-Provence nel 1989 con Les Arts Florissants di William Christie, la cui versione discografica resta quella di riferimento.

Dan Ettinger sul podio del Teatro di San Carlo

In programma la Faust-Symphonie di Liszt

con Giorgio Berrugi

Venerdì 28 giugno, ore 19.00

Torna Dan Ettinger sul podio del Massimo napoletano venerdì 28 giugno alle ore 19:00. Il prossimo appuntamento della Stagione di Concerti vedrà protagonista il direttore musicale, alla guida di Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo, insieme al tenore Giorgio Berrugi.

In programma, Eine Faust-Symphonie S. 108 di Franz Liszt.

Liszt conobbe la tragedia goethiana per merito di Hector Berlioz, il dedicatario dell’opera, che così ricorda nei suoi Mémoires l’incontro avvenuto nel 1830: «Liszt venne a trovarmi. Non ci conoscevamo ancora. Gli parlai del Faust di Goethe, che mi confessò di non aver letto e di cui divenne presto un appassionato ammiratore, come me».

Eine Faust-Symphonie debuttò a Weimar nel 1857 e fu lo stesso Liszt a dirigerla, in occasione dell’inaugurazione del monumento in bronzo dedicato a Goethe e Friedrich Schiller.

La aprono tre Charakterbilder, ritratti psicologici dedicati ai principali personaggi: Faust, Gretchen e Mephistopheles, con l’aggiunta, in chiusura, del Chorus mysticus.

Dan Ettinger, direttore musicale del Teatro San Carlo dalla Stagione 2022-23, è uno dei direttori d’orchestra più richiesti a livello internazionale della sua generazione. Dirige nei più importanti teatri d’opera del mondo come la Metropolitan Opera di New York, la Washington National Opera, la Royal Opera House, l’Opéra National de Paris, il New National Theatre di Tokyo, l’Opernhaus di Zurigo, il Festival di Salisburgo e le Opere di Stato di Vienna e di Monaco di Baviera.

Giorgio Berrugi si è esibito in importanti teatri d’opera, auditorium e festival musicali come Teatro alla Scala, Royal Opera House, Lincoln Center, Teatro Bol’šoj, Opéra Bastille e Théâtre des Champs-Élysées, Deutsche Oper, Lyric Opera di Chicago, Opera di Roma, Gran Teatre del Liceu, Gewandhaus di Lipsia, Concertgebouw di Amsterdam, Suntory Hall di Tokyo, Wigmore Hall di Londra, Parco della Musica di Roma, Arena di Verona.

/ Concerto Sinfonico

28 Giugno 2024

Dan Ettinger / Giorgio Berrugi

Direttore | Dan EttingerTenore | Giorgio Berrugi

Programma
Franz LisztEine Faust-Symphonie da Wolfgang von Goethe, in tre parti per tenore, coro maschile e orchestra, S. 108

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo
Maestro del Coro | Fabrizio Cassi

Teatro di San Carlo | CREMISI
venerdì 28 giugno 2024, ore 19:00 – S/P – CREMISI – VII

Durata: 1 ora e 15 minuti, senza intervallo

MASSIMILIANO FINAZZER FLORY AL CARACALLA FESTIVAL 2024 CON VISSI D’ARTE, VISSI D’AMORE. ASPETTANDO GIACOMO PUCCINI

L’omaggio del regista al grande compositore a cento anni dalla sua scomparsa

29 giugno e 2 luglio, alle ore 21.00, al Teatro del Portico

Un’originale ibridazione tra una lettura teatrale e un programma radiofonico in diretta, con il pubblico presente in platea. Dall’idea di raccontare Giacomo Puccini attraverso la radio, unendo il centenario dalla scomparsa del compositore a quello della prima trasmissione radiofonica italiana, nasce Vissi d’arte, vissi d’Amore. Aspettando Giacomo Pucciniuno spettacolo di e con Massimiliano Finazzer Flory, in scena il 29 giugno e il 2 luglio, alle ore 21.00, al Caracalla Festival 2024, nello spazio del Teatro del Portico. Attraverso la lettura delle lettere e dei libretti utilizzati da Puccini, grazie alla collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi, l’attore e regista ripercorre la formazione, i più grandi successi e gli ultimi momenti di vita del compositore lucchese. In scena, anche il soprano Caterina Meldolesi e il tenore Marco Miglietta, che eseguono brani tratti da Le Villi, Manon Lescaut, La bohème, Tosca, Madama Butterfly, Fanciulla del West, Gianni Schicchi, Turandot, accompagnati al pianoforte da Zenoviia-Anna Danchak.

Lo spettacolo è la prima proposta teatrale della programmazione “Off” del Caracalla Festival 2024, che ha preso il via il 24 giugno con il Puccini Dance Circus Opera.

«In Vissi d’arte, vissi d’amore, uno speaker appassionato di cinema e ignorante di Puccini, ci racconta in studio vita, morte e miracoli di Puccini e di tanto in tanto manda in onda brani lirici leggendone i libretti come fossero sceneggiature di film – dice Massimiliano Finazzer Flory –. Così gli spettatori sono trasportati in una doppia epoca: quella di Puccini e quella della comunicazione con la radio, perché tutto si muove da quel 1924, anno della scomparsa del compositore e del primo annuncio radiofonico in Italia. Al centro della scena, quasi a unire la voce recitante e la musica, il teatro e la lirica, vi sono le maestranze. “Il dietro le quinte” diventa un’altra quinta, spettacolo nello spettacolo, è l’arte nel suo farsi e nel suo darsi. Ho voluto quindi rappresentare ciò che non si vede dell’opera ma che ne restituisce il corpo: falegnami, elettricisti, truccatrici, costumisti quali attori in scena dietro il palcoscenico».

Attore, regista teatrale e cinematografico, Massimiliano Finazzer Flory vive e lavora tra Milano e New York. Tra i suoi numerosi spettacoli si ricordano Pinocchio, storia di un burattino, Grande serata futuristaEssere Leonardo da Vinci. Un’intervista impossibile, Verdi legge Verdi, I promessi sposi. È autore anche di diverse pubblicazioni e film realizzati alcuni in collaborazione con Rai Cinema: BEING Leonardo da Vinci, Ali dorate. Dante, per nostra fortuna, La musa inquieta, Un coach come padre. Nel 2023 ha prodotto il docufilm Altri comizi d’amore, in omaggio a Pasolini, e ha ricoperto il ruolo di direttore artistico del “Maggio Manzoniano”, evento in Duomo di Milano per i 150 anni dalla scomparsa dello scrittore.

La programmazione “Off-Teatro e Letture” del Caracalla Festival prosegue, sempre al Teatro del Portico, il 17 e 20 luglio alle ore 19.00, con Romantici&co. di Valerio Magrelli, un reading che esplora sul tema del romanticismo e della sua evoluzione dall’Ottocento ad oggi. Il 24 luglio, sempre alle 19.00, viene invece presentato “Calibano: Peter Grimes/L’outsider”, quarto numero della rivista di attualità culturale dell’Opera di Roma.

Il 28 e 29 giugno al Teatro La Fenice, l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia diretta da Markus Stenz eseguirà il Concerto in mi minore di Mendelssohn con Vikram Francesco Sedona violino solista e la Settima Sinfonia di Anton Bruckner

Il 3 luglio il concerto sarà eseguito anche nella prestigiosa Grosser Saal della Elbphilarmonie di Amburgo con gli stessi protagonisti

Markus Stenz torna alla testa dell’Orchestra del Teatro La Fenice per due concerti sinfonici che si susseguiranno a stretto giro nell’ambito della Stagione 2023-2024. Nel primo, in programma venerdì 28 giugno 2024 ore 20.00 (turno S) e sabato 29 giugno 2024 ore 20.00, il maestro tedesco dirigerà il Concerto in mi minore per violino e orchestra op. 64 di Felix Mendelssohn Bartholdy, con Vikram Francesco Sedona – vincitore del trentaduesimo Concorso Città di Vittorio Veneto – interprete della parte solistica e la Settima Sinfonia in mi maggiore wab 107 di Anton Bruckner, per celebrare il compositore austriaco nel duecentesimo anniversario della nascita.

Nel concerto successivo, il 6 e 7 luglio 2024, Stenz dirigerà invece musiche di Ives, Bellini e Wagner.

            Il concerto del 28 e 29 giugno sarà eseguito ad Amburgo mercoledì 3 luglio in occasione dell’inaugurazione del Festival musicale dello Schleswig-Holstein, nella prestigiosa Grosser Saal della Elbphilarmonie, la sala da concerto tedesca da oltre duemila posti considerata tra le più grandi e acusticamente avanzate a livello mondiale. La Grosser Saal – collocata all’interno di un edificio che con i suoi 108 metri è la struttura abitabile più alta di Amburgo – è stata inaugurata l’11 gennaio 2017 e ospita quest’anno alcune tappe del celebre Festival musicale della regione dello Schleswig-Holstein, la cui programmazione nel 2024 è dedicata proprio alla città lagunare di Venezia e alla sua cultura musicale.

Il Concerto in mi minore di Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-1847) è considerato ancora oggi come uno degli esempi più rilevanti del concerto romantico così come una delle opere più conosciute e apprezzate del compositore di Amburgo.

Mendelssohn incominciò a pensare a questo secondo concerto nel 1835 quando fu nominato direttore principale della già prestigiosa Orchestra del Gewandhaus di Lipsia. A spingerlo alla composizione fu sicuramente l’amicizia con Ferdinand David, enfant prodige anch’egli di Amburgo e ottimo violinista che lo stesso Mendelssohn scelse, sempre nel 1835, come concertino della sua nuova orchestra. Il nuovo concerto fu, infatti, il risultato della collaborazione stretta tra i due musicisti che però si prolungò per ben sei anni, tra scrittura, revisioni e reciprochi consigli.

La Settima Sinfonia in mi maggiore wab 107 di Anton Bruckner rappresenta un punto di svolta importante nella sua vicenda tanto musicale quanto biografica. È infatti la partitura che arrecò all’autore, arrivato ormai quasi a sessant’anni, il primo vero, grande successo e la celebrità internazionale. Fu composta nell’arco di due anni, tra il 23 settembre 1881 e il 5 settembre 1883, nel segno dell’omaggio a Wagner, al quale Bruckner aveva già dedicato la Terza (1873). A tal proposito, due avvenimenti furono decisivi nel periodo in cui l’autore lavorava alla partitura: l’esperienza della prima rappresentazione di Parsifal a Bayreuth (1882) e la morte di colui che Bruckner considerava il «maestro di tutti i maestri» (1883). Anche la dedica a Ludwig II di Baviera, munifico protettore di Wagner, assumerà un preciso valore simbolico.

Come di consueto, il concerto di venerdì 28 giugno 2024 sarà preceduto da un incontro a ingresso libero con il musicologo Roberto Mori, che dalle 19.20 alle ore 19.40 illustrerà il programma musicale nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice.   

I biglietti per il concerto (da € 15,00 a € 90,00, ridotto abbonati da € 15,00 a € 60,00) sono acquistabili nella biglietteria del Teatro La Fenice e nei punti vendita Eventi Venezia Unica, tramite biglietteria telefonica (+39 041 2722699) e biglietteria online su www.teatrolafenice.it.

Alessio Vlad nuovo Presidente della Fondazione Ravello

Alessio Vlad, è il nuovo Presidente della Fondazione Ravello. Il Maestro, ravellese d’adozione, già direttore artistico della sezione musicale del festival dal 2016 al 2018 e dal 2020 al 2023, legato per storia personale e familiare alla Città della Musica e alla Costiera Amalfitana, ricoprirà questo nuovo ruolo. È stato nominato ieri con decreto del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, sentito il sindaco di Ravello, Paolo Vuilleumier, come previsto dalla procedura statutaria. Lo stesso decreto nomina quale componente del cda della Fondazione, l’architetto Monica Giannattasio. Il nuovo cda sarà completato nei prossimi giorni con il componente designato dal Comune di Ravello.

L’Isidore String Quartet in concertomartedì 2 luglio alla Reggia di Monza

La formazione statunitense, che nel 2022 ha vinto il primo premio nel prestigioso Concorso internazionale per quartetto d’archi di Banff, eseguirà musiche di Bach, Wijeratne e Mendelssohn

La vittoria nel prestigioso Concorso per quartetto d’archi di Banff nel 2022 ha rivelato l’Isidore String Quartet come una delle realtà giovani più interessanti del panorama quartettistico internazionale. Dopo Bologna, la formazione newyorkese farà tappa in Brianza: martedì 2 luglio la Sala degli Specchi della Villa Reale di Monza ospiterà, infatti, questo ensemble cameristico in rapida ascesa, nato nel 2019 con l’obiettivo di rivisitare, riscoprire e attualizzare il repertorio per quartetto d’archi. In programma musiche di Johann Sebastian Bach (L’arte della fuga), Felix Mendelssohn (Quartetto in mi bemolle maggiore op. 44 n. 3) e il contemporaneo Dinuk Wijeratne (The Disappearance of Lisa Gherardini, ispirato al furto della Gioconda e commissionato dal Banff Centre). Afferma Wijeratne: «La composizione di questo brano nasce dalla consapevolezza che sono stati proprio il furto e la successiva scomparsa del quadro a creare intorno alla Gioconda un’aura di leggenda». L’evento è organizzato dalla Fondazione Gioventù Musicale d’Italia e inizierà alle ore 18.30 (ingresso 12 euro; biglietteria in loco). Con il biglietto si potrà accedere solo alla Sala degli Specchi per assistere al concerto, dal primo piano nobile arrivando dall’Avancorte. È consigliata la prenotazione (tel:  3355492189).                                                                  

I musicisti dell’Isidore String Quartet, i violinisti Phoenix Avalon e Adrian Steele, il violista Devin Moore e il violoncellista Joshua McClendon, hanno iniziato a suonare insieme alla Juilliard School, studiando con tutti i componenti del Julliard Quartet e con altri importanti insegnanti statunitensi ed europei. In seguito al trionfo al Concorso di Banff si sono cimentati in un lungo tour nelle maggiori sale da concerto e per le più importanti Stagioni in Nordamerica ed Europa e hanno ottenuto una residenza al Banff Centre. L’ISQ collabora con numerosi importanti solisti e, oltre all’attività concertistica, lavora al progetto “Music Heals Us”, che supporta le persone emarginate, in particolare anziani, disabili, persone in comunità di recupero, carcerati e senzatetto. Con altri artisti ed esperti la formazione newyorkese utilizza la “Tecnica Alexander”, che permette di esplorare e sviluppare consapevolezza del corpo e preparazione mentale, applicandola alla performance dal vivo. Il nome Isidore vuole rendere omaggio al legame musicale dell’ensemble con il Juilliard Quartet: uno dei primi membri di quel gruppo era infatti il leggendario violinista Isidore Cohen.                                                      

Dal 12 ottobre 2024 al 19 giugno 2025: 9 titoli d’opera con 4 nuovi allestimenti, un titolo di balletto, 12 concerti sinfonici, 6 concerti di musica vocale da camera, tournée e attività culturali

INAUGURAZIONE DELLA STAGIONE LIRICA e BALLETTO

La Stagione di Lirica e Balletto con un’inaugurazione congiunta che vede protagonisti la Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova e il Teatro Nazionale di Genova. In programma la doppia rappresentazione di Giro di vite, racconto di Henry James tradotto e adattato per il teatro di prosa da Carlo Sciaccaluga con la regia di Davide Livermore, e di The Turn of the Screw, opera in un prologo e due atti di Benjamin Britten tratta dal racconto di James, con la direzione di Riccardo Minasi – direttore musicale dell’Opera Carlo Felice – e la regia di Davide Livermore. Entrambe le nuove produzioni sono realizzate in collaborazione tra la Fondazione Teatro Carlo Felice, il Teatro Nazionale di Genova e il Palau de les Arts Reina Sofía di València.

TUTTI I TITOLI DELLA STAGIONE LIRICA e BALLETTO

Lucia di Lammermoor, dramma tragico in tre atti di Gaetano Donizetti, nell’Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice in coproduzione con la Fondazione Teatro Comunale di Bologna e l’ABAO-OLBE di Bilbao, sarà diretto da Francesco Ivan Ciampa per la regia di Lorenzo Mariani.

Giampaolo Bisanti sarà maestro concertatore e direttore de Il cappello di Paglia di Firenze, nella Nuova versione dell’allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice in collaborazione con l’Opéra Royal de Wallonie-Liège. Regia di Damiano Michieletto.

Lo schiaccianoci, balletto in due atti di Pëtr Il’ič Čajkovskij sarà interpretato dall’Armenian National Opera and Ballet Theatre, direttore

Karen Durgaryan,coreografia di Georgy Kovtun da Marius Petipa.

Con la direzione di Renato Palumbo e la regia di Giorgio Gallione, sarà in scena il melodramma in tre atti La traviata, di Giuseppe Verdi, nell’Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice.

Donato Renzetti – direttore emerito del Teatro – dirigerà Andrea Chénier, dramma storico in quattro quadri di Umberto Giordano, nell’Allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Bologna e dell’Opéra Garnier Monte-Carlo, con la regia di Pier Francesco Maestrini.

Nell’allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice, sarà in scena Falstaff , commedia lirica in tre atti di Giuseppe Verdi, per la direzione di Riccardo Minasi e la regia di Damiano Michieletto.

Die Liebe der Danae (L’amore di Danae), commedia mitologica in tre atti di Richard Strauss, nel Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice, sarà per la prima volta rappresentata nella versione originale con complessi artistici italiani. La direzione è affidata a Fabio Luisi – direttore onorario del Teatro –, con la regia di Laurence Dale.

Carmen, opéra-comique in quattro atti di Georges Bizet, sarà in scena nell’Allestimento della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma, maestro concertatore e direttore Donato Renzetti, regia di Emilio Sagi.

Chiude la stagione lirica Die Zauberflöte (Il flauto magico), Singspiel in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart, Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova, direzione di Giancarlo Andretta e regia di Daniele Abbado. Protagonisti, i Solisti dell’Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale per cantanti lirici dell’Opera Carlo Felice diretta da Francesco Meli.

Tra i solisti in cast nella Stagione Lirica:

Karen Gardeazabal, Franco Vassallo, Nina Minasyan, Iván Ayón Rivas, Luca Tittoto, Marco Ciaponi, Nicola Ulivieri, Paolo Bordogna, Benedetta Torre, Olga Peretyatko, Francesco Meli, Roberto Frontali, Fabio Sartori, Amartuvshin Enkhbat, Maria Josè Siri, Ambrogio Maestri, Galeano Salas, Ernesto Petti, Erika Grimaldi, Caterina Sala, Sara Mingardo, Scott Hendricks, Angela Meade, John Matthew Myers, Piero Pretti, Annalisa Stroppa, Giuliana Gianfaldoni.

I direttori della Stagione Sinfonica:

Riccardo Minasi – direttore musicale del Teatro – Donato Renzetti – direttore emerito del Teatro, Wolfram Christ, Claudio Marino Moretti – Maestro del Coro dell’Opera Carlo Felice – Hartmut Haenchen, Leonhard Garms,

Da mercoledì 26 giugno alle ore 15.00, inizio della vendita degli abbonamenti

Da lunedì 1° luglio, inizio della vendita dei biglietti singoli

Info e biglietti: www.operacarlofelicegenova.it

«A conclusione di una Stagione lirico-sinfonica 2023/2024 che ha conseguito un enorme successo di pubblico e di critica – dichiara il Sovrintendente Claudio Orazi – vi è grande attesa per il cartellone artistico 2024/2025 che si annuncia ricco di nuove emozioni. Con il sostegno di decine di migliaia di spettatori, tra fedeli abbonati e tantissimi giovani, abbiamo raggiunto un ruolo di primo piano tra le istituzioni musicali nazionali ed internazionali attraverso una programmazione che spazia dalla musica barocca a quella contemporanea, assicurando la conservazione, la tutela e la valorizzazione del grande repertorio operistico italiano. Un progetto che, anche per la prossima Stagione, sarà condiviso con direttori e artisti di fama internazionale unitamente a registi che sono al vertice della ricerca di nuovi linguaggi dell’arte e della scena teatrale.

Un teatro fortemente impegnato nel coinvolgimento di un nuovo pubblico, impegno al quale contribuiscono, in forma motivata e crescente, il Ministero della Cultura, la Regione Liguria, il Comune di Genova ed il Gruppo Iren in qualità di soci fondatori. Al loro fianco risaltano le qualificate sponsorizzazioni di Banca Passadore, Intesa San Paolo, Esselunga. Di rilievo la qualità dei partner che, ad oggi, condividono e cooperano alle attività ed ai progetti del teatro: basti ricordare il Teatro Nazionale di Genova, l’Università, il Conservatorio e l’Accademia di Belle Arti di Genova, cui si aggiungono l’Ufficio Scolastico Regionale, l’Arcidiocesi di Genova, la Gog, il Premio Paganini.

In ambito territoriale, con la stagione di Liguria Musica, sono decine i Comuni che collaborano stabilmente con il teatro; da Imperia a La Spezia, da Rapallo a Monterosso, da Alessandria a Novi Ligure e molti altri. Al forte radicamento territoriale, sinonimo di identità e memoria, si aggiungono rilevanti collaborazioni internazionali quali quelle con la Royal Opera House di Muscat, il National Centre for the Performing Arts di Pechino, l’Opera di Montecarlo, l’Opera di Parigi, il Teatro Nazionale di Zagabria, il Teatro alla Scala, la Columbia University e la Saint Patrick’s Old Cathedral di New York. Collaborazioni queste ultime cui si aggiungerà un nuovo progetto dedicato all’Euro-Mediterraneo, a partire dalla città di Tangeri.

Sulla base di tali risultati è intenzione del teatro crescere ancora, nel solco di una Fondazione Lirica a “carattere policentrico” che oggi gestisce direttamente diversi luoghi di spettacolo (Teatro Carlo Felice, Teatro della Gioventù, Teatro Auditorium Montale, Foyer del Teatro, Teatro ai Parchi di Nervi) e collaborazioni in Italia e nel Mondo con decine di altre istituzioni. Tutto questo è possibile, grazie all’impegno dei lavoratori di tutti i comparti e ad un formidabile team artistico composto da Fabio Luisi (direttore onorario), Donato Renzetti (direttore emerito), Riccardo Minasi (direttore musicale)».

«Una nuova Stagione artistica in cui non mancano solisti e direttori di spessore con la nota Orchestra dell’Opera Carlo Felice e tantissime collaborazioni che sapranno coinvolgere non solo tutti gli appassionati, ma quel folto pubblico composto da tanti giovani che l’Opera Carlo Felice ha saputo attrarre in questi anni insieme ai grandi talenti dell’Accademia di alto perfezionamento – dice il presidente ad interim della Regione Liguria Alessandro Piana. Una Stagione all’insegna del nuovo e della tradizione con un programma molto ricco. Un omaggio a capolavori immortali della lirica, con allestimenti prestigiosi, versioni originali e tematiche che continuano ad emozionare il pubblico di ogni età. E accanto proposte che testimoniano l’impegno del nostro Teatro nel promuovere la creatività e l’innovazione come è ben evidente nell’inaugurazione congiunta, che si svolgerà il 12 ottobre, tra Opera Carlo Felice e Teatro Nazionale di Genova, con la messa in scena del dittico Giro di vite – The Turn of the Screw dando modo al pubblico genovese di cogliere ogni legame tra prosa e versione musicale. Un’importante proposta a livello nazionale che testimonia la collaborazione tra istituzioni, portata avanti con grande successo in questi anni.

Anche per questo siamo certi che le emozioni non mancheranno sia nelle rappresentazioni liriche sia nei concerti sinfonici e sinfonico-corali, nei concerti di musica vocale da camera, negli eventi su tutto il territorio ligure e nel progetto di promozione internazionale a New York che sarà un vero e proprio ponte tra culture diverse all’insegna dell’arte. Ogni serata rappresenterà un’occasione unica per vivere la magia della musica dal vivo in uno dei teatri più prestigiosi e suggestivi d’Italia che ha saputo nel tempo rinnovarsi continuamente e affacciarsi a tanti palcoscenici internazionali».

La Stagione di Lirica e Balletto

• Sabato 12 ottobre 2024 si terrà l’inaugurazione congiunta della Stagione Lirica e Balletto dell’Opera Carlo Felice Genova e della Stagione Teatrale del Teatro Nazionale di Genova con The Turn of the Screw racconto scritto da Henry James nel 1898 – alternando un adattamento teatrale in prosa fedele al testo originale e la versione musicata da Benjamin Britten in un unico allestimento presso il Teatro Ivo Chiesa. Tale importante iniziativa è unica a livello nazionale ed in linea con gli obiettivi statutari del Carlo Felice tesi alla cooperazione integrata tra istituzioni culturali. Il dittico si apre con Giro di vite, traduzione e adattamento di Carlo Sciaccaluga, Produzione del Teatro Nazionale in collaborazione con la Fondazione Teatro Carlo Felice e il Palau de les Arts Reina Sofía di València, con la regia di Davide Livermore, le scene di Manuel Zuriaga, i costumi di Mariana Fracasso, le luci di Antonio Castro e le musiche di Giua e Mario Conte; interpreti, Linda Gennari (Istitutrice), Gaia Aprea (Mrs. Grose), Aleph Viola (Peter Quint), Virginia Campolucci (Miss Jessel), Ludovica Iannetti (Flora), Luigi Bignone (Miles). A seguire, verrà rappresentata The Turn of the Screw, opera in un prologo e due atti di Benjamin Britten su libretto di Myfawny Piper dal racconto di James, nel Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice in collaborazione con il Teatro Nazionale e con il Palau de les Arts Reina Sofía. La direzione sarà affidata a Riccardo Minasi, direttore musicale dell’Opera Carlo Felice Genova al 2022, i cui recenti e imminenti debutti sinfonici includono i Berliner Philharmoniker, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la Gürzenich-Orchester Köln, la Staatskapelle Dresden, la Royal Concertgebouw Orchestra, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, la Swedish Radio Symphony Orchestra, la Frankfurt Radio Symphony Orchestra e la Tokyo Metropolitan Symphony Orchestra. La regia sarà curata da Davide Livermore, con le scene di Manuel Zuriaga, i costumi di Mariana Fracasso e le luci di Antonio Castro; interpreti:  Valentino Buzza (Quint), Karen Gardeazabal (The Governess), Oliver Barlow (Miles), Lucy Barlow (Flora), Polly Leech (Mrs. Grose), Marianna Mappa (Miss Jessel). Commenta Davide Livermore: «Ho la gioia enorme di potervi raccontare che il Teatro Nazionale e l’Opera Carlo Felice inaugureranno congiuntamente le Stagioni con Giro di vite di Henry James, lo stesso titolo, che ho l’onore di mettere in scena sia nella versione di prosa per il Teatro Nazionale sia nella versione operistica di Benjamin Britten per il Carlo Felice. Ne sono entusiasta, è un modo per sottolineare quanto è fondamentale fare sistema, quanto è fondamentale che le eccellenze di una città non si isolino in una roccaforte, ma che continuino invece a desiderare di essere a disposizione della cittadinanza con progettualità, con apertura e con idee. Sono grato al Carlo Felice per aver accolto questa idea, organizzandola insieme a noi in piena collaborazione di spirito. Ringrazio nuovamente il Sovrintendente Claudio Orazi e il Direttore artistico Pierangelo Conte.»

• Lucia di Lammermoor, dramma tragico in tre atti di Gaetano Donizetti, su libretto di Salvatore Cammarano dal romanzo The Bride of Lammermoor di Walter Scott, sarà in scena a partire da venerdì 15 novembre nell’Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice in coproduzione con la Fondazione Teatro Comunale di Bologna e con l’ABAO-OLBE di Bilbao. Francesco Ivan Ciampa sarà alla direzione dell’Orchestra e del Coro dell’Opera Carlo Felice, con la regia di Lorenzo Mariani, le scene di Maurizio Balò, i costumi di Silvia Aymonino e le luci di Linus Fellbom. Il cast si compone di: Franco Vassallo (Enrico), Nina Minasyan (Lucia), Iván Ayón Rivas (Edgardo), Paolo Antognetti (Arturo), Luca Tittoto (Raimondo), Alena Sautier (Alisa) e Manuel Pierattelli (Normanno).

• A partire da venerdì 13 dicembre, sarà in scena la Nuova versione dell’allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice in collaborazione con l’Opéra Royal de Wallonie-Liège de Il cappello di paglia di Firenze, farsa musicale in quattro atti di Nino Rota su libretto proprio e di Ernesta Rinaldi da Un chapeau de paille d’Italie di Eugène Laviche e Marc Michel.  Giampaolo Bisanti sarà alla direzione dell’Orchestra e del Coro dell’Opera Carlo Felice, con la regia di Damiano Michieletto, le scene di Paolo Fantin, i costumi di Silvia Aymonino e le luci di Luciano Novelli. Nel cast: Marco Ciaponi (Fadinard), Nicola Ulivieri (Nonancourt), Paolo Bordogna (Beaupertuis / Emilio), Didier Pieri (Lo zio Vezinet), David Ferri Durà (Felice), Blagoj Nacoski (Achille di Rosalba / Una guardia), Benedetta Torre (Elena), Giulia Bolcato (Anaide), Marika Colasanto (La modista), Sonia Ganassi (La Baronessa di Champigny).

• Lo schiaccianoci, balletto in due atti di Pëtr Il’ič Čajkovskij dal racconto Nußknacker und Mausekönig di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, sarà in scena da sabato 21 dicembre. Con la direzione di Karen Durgaryan, il corpo di ballo dell’Armenian National Opera and Ballet Theatre sarà interprete della coreografia di Georgy Kovtun da Marius Petipa, scene e costumi di Vyacheslav Okunev.

• Da domenica 12 gennaio 2025 sarà in scena La traviata, melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave dal romanzo La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio, nell’Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice. La direzione sarà affidata a Renato Palumbo, per la regia di Giorgio Gallione, con le scene e i costumi di Guido Fiorato e le luci di Luciano Novelli. A dare vita ai protagonisti dell’opera: Olga Peretyatko / Elena Schirru (14, 16, 18) (Violetta Valery), Carlotta Vichi (Flora Bervoix), Chiara Polese (Annina), Francesco Meli / Klodjan Kaçani (14, 16, 18) (Alfredo Germont), Roberto Frontali / Leon Kim (14, 16, 18) (Giorgio Germont), Roberto Covatta (Gastone), Claudio Ottino (Barone Douphol), Andrea Porta (Marchese d’Obigny), Francesco Milanese (Dottor Grenvil).

• Il dramma storico in quattro quadri Andrea Chénier, di Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica, sarà in scena da giovedì 6 febbraio nell’Allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Bologna e dell’Opéra Garnier Monte-Carlo. Torna sul podio del Carlo Felice Donato Renzetti – direttore emerito del Teatro, tra i più stimati direttori d’orchestra della scuola italiana. Durante la sua carriera, Renzetti ha diretto molte delle più prestigiose orchestre, tra cui la London Sinfonietta, la London Philharmonic, la Philharmonia Orchestra, la English Chamber Orchestra, la DSO Berlin, la Tokyo Philharmonic, l’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, l’Orchestra Rai, la Dallas Symphony, la Belgian Radio and Television Orchestra a Bruxelles, l’Orchestre National du Capitol de Toulouse e l’Orchestre National de Lyon. La regia è affidata a Pier Francesco Maestrini, con le scene e i video di Nicolás Boni, i costumi di Stefania Scaraggi e le luci di Daniele Naldi. Il cast si compone di Fabio Sartori (Andrea Chénier), Amartuvshin Enkhbat / Stefano Meo (9, 12) (Carlo Gérard), Maria Josè Siri (Maddalena di Coigny), Cristina Melis (La mulatta Bersi), Siranush Khachatryan (La contessa di Coigny), Manuela Custer (Madelon), Nicolò Ceriani (Roucher), Matteo Peirone (Fléville), Marco Camastra (Fouquier Tinville), Luciano Roberti (Matthieu), Didier Pieri (Un incredibile), Gianluca Sorrentino (L’abate), Andrea Porta (Schmidt).

• Nell’allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova, sarà in scena da venerdì 7 marzo la commedia lirica in tre atti Falstaff, di Giuseppe Verdi, su libretto di Arrigo Boito dalla commedia The Merry Wives of Windsor e dal dramma The History of Henry the Fourth di William Shakespeare. Riccardo Minasi tornerà alla direzione, per la regia di Damiano Michieletto e con le scene di Paolo Fantin, i costumi di Carla Teti e le luci di Alessandro Carletti. Nel cast figurano Ambrogio Maestri (Sir John Falstaff), Ernesto Petti (Ford), Galeano Salas (Fenton), Blagoj Nacoski (Dottor Caius), Cristiano Olivieri (Bardolfo), Luciano Leoni (Pistola), Erika Grimaldi (Alice Ford), Caterina Sala (Nannetta), Sara Mingardo (Mrs. Quickly), Paola Gardina (Mrs. Meg Page).

Commenta Damiano Michieletto: «Vi mando un saluto e faccio un grande in bocca al lupo all’Opera Carlo Felice, al Direttore artistico Pierangelo Conte e al Sovrintendente Claudio Orazi, per una Stagione ricca di successi e ricca di vita sul palcoscenico per il pubblico di Genova. Pubblico che sono molto contento di ritrovare con i due spettacoli Il cappello di paglia di Firenze e Falstaff. La prima produzione è della Fondazione Teatro Carlo Felice e torna a distanza di anni in una veste nuova, con cambiamenti nell’impianto scenico e nei movimenti del coro,  per proporre una ripresa che sia allo stesso tempo qualcosa di diverso e con qualche idea nuova. Falstaff è un’altra opera a cui sono molto legato e questo allestimento pone l’opera di Verdi a contatto con la vita e con l’idea di anzianità del compositore, a questo proposito è ambientata nella casa di riposo che Verdi fece costruire proprio per gli artisti ormai sulla via del tramonto, come è Falstaff. Sono due spettacoli che spero possano incontrare il gusto del pubblico, emozionare, divertire, e trasmettere la bellezza dello spettacolo dal vivo, un contatto diretto con il pubblico e con le sue emozioni. Un grande in bocca al lupo a tutti i dipendenti e le maestranze dell’Opera Carlo Felice, ci vediamo nella vostra città!»

• Da domenica 6 aprile sarà in scena – in prima rappresentazione italiana della versione originale con complessi artistici italianiDie Liebe der Danae (L’amore di Danae), commedia mitologica in tre atti di Richard Strauss su libretto di Joseph Gregor. La direzione è affidata a Fabio Luisi – direttore onorario dell’Opera Carlo Felice, direttore musicale della Dallas Symphony Orchestra, direttore principale della Danish National Symphony, direttore emerito dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e direttore principale della NHK Symphony Orchestra di Tokyo – e a Michael Zlabinger, che sarà sul podio nella recita di mercoledì 16 aprile. Dopo il successo di A Midsummer Night’s Dream, titolo inaugurale della Stagione 2023-2024, Laurence Dale cura la regia del Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice, con le scene e i costumi di Gary McCann e le luci di John Bishop. A dare vita ai protagonisti dell’opera: Scott Hendricks (Jupiter), Timothy Oliver (Merkur), Tuomas Katajala (Pollux), Angela Meade (Danae), Valentina Farcas (Xanthe), John Matthew Myers (Midas), Albert Memeti (Erste König), Eamonn Mulhall (Zweite König), Nicolas Legoux (Dritte König), Giovanni Battista Parodi (Vierte König), Anna Graf (Semele), Agnieszka Adamczak (Europa), Hagar Sharvit (Alkmene), Valentina Stadler (Leda).

Commenta Fabio Luisi: «Sono felicissimo di presentare per la prima volta in Italia l’ultima opera di Richard Strauss, L’amore di Danae, che rappresenta in un certo senso un testamento spirituale e drammaturgico del compositore bavarese. Sempre oscillando, come nei suoi capolavori Arianna a Nasso e La donna senz’ombra fra mitologia e mito, fra commedia e rappresentazione sacra, fra buffo e tragico, Strauss dipinge un poliedrico ed a tratti spietato ritratto delle passioni e delle debolezze umane, con un linguaggio musicale complesso e maturo. Ringrazio l’Opera Carlo Felice per il coraggio nel voler produrre questo progetto».

Laurence Dale: «L’anno scorso ho avuto un’esperienza meravigliosa con la regia di A Midsummer Night’s Dream di Benjamin Britten all’Opera Carlo Felice Genova. Non c’è complimento più grande che essere nuovamente invitato, e sono molto felice di tornare a Genova per lavorare insieme ai colleghi e agli amici del Teatro a un progetto per me ancora più difficile. Si tratta di Die Liebe der Danae, penultima opera di Richard Strauss. Anche questa volta abbiamo un meraviglioso direttore musicale, Fabio Luisi, esperto in questo repertorio, che conosco da molto tempo e con il quale sono molto contento di lavorare per la prima volta. Per questa produzione molto complessa sul piano vocale abbiamo inoltre gli interpreti più adatti. Die Liebe der Danae è una commedia, caso raro per Strauss se pensiamo a Salome o Elektra, è quindi una bella un’opportunità per realizzare una commedia con una musica di grande ricchezza e invenzione. La protagonista dell’opera è la principessa Danae, della quale Giove è sinceramente innamorato. Danae adora l’oro, così Giove fingere di essere Mida, che può trasformare tutto in oro. Danae dovrà scegliere tra il vero amore e la ricchezza, e alla fine troverà l’amore. Non vedo l’ora di tornare a Genova!»

Carmen, opéra-comique in quattro atti di Georges Bizet su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy dalla novella di Prosper Mérimée, nell’Allestimento della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma, sarà in scena da venerdì 16 maggio. Donato Renzetti sarà maestro concertatore e direttore, con la regia di Emilio Sagi, le scene di Daniel Bianco, i costumi di Renata Schussheim e le luci di Eduardo Bravo. Il cast si compone di: Piero Pretti / Amadi Lagha (17, 24) (Don Josè), Luca Tittolo / Abramo Rosalen (17, 24) (Escamillo), Saverio Fiore (Le Dancaire), Armando Gabba (Le Remendado), Paolo Ingrasciotta (Morales), Luca Dall’Amico (Zuniga), Annalisa Stroppa / Caterina Piva (17, 24) (Carmen), Giuliana Gianfaldoni / Angela Nisi (17, 24) (Micaela), Vittoriana De Amicis (Frasquita), Alessandra Della Croce (Mercedes).

• In chiusura di Stagione, Die Zauberflöte (Il flauto magico), Singspiel in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Emanuel Schikaneder, sarà rappresentato da venerdì 13 giugno nell’allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice. Direzione di Giancarlo Andretta, regia di Daniele Abbado, scene di Lele Luzzati, costumi di Santuzza Calì e luci di Luciano Novelli. Saranno i Solisti dell’Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale dell’Opera Carlo Felice Genova a interpretare i personaggi mozartiani, nell’ambito di un progetto formativo che anche nella quinta edizione dell’Accademia – nata nel 2020 – prevede il debutto degli allievi nell’ultimo titolo della Stagione Lirica. Commenta Daniele Abbado: «Sono molto contento di riprendere Il flauto magico realizzato con Lele Luzzati nel 2002, è un’occasione molto importante per ricordare l’artista straordinario che è stato. Conobbi Lele durante gli anni di formazione e diventammo amici, quando lui mi dette fiducia nei miei primi anni come regista fu per me un grande onore. Insieme lavorammo ad un film d’animazione con Giulio Giannini, a uno spettacolo per bambini su testi di Bruno Munari, e poi realizzammo Il flauto per il Carlo Felice di Genova. Ricordo un lungo periodo di progettazione serena e positiva, tanti incontri che si svolgevano quasi sempre a casa di Lele a Genova tra confronti, discussioni e ricerca. Per me era la prima volta, invece Lele Luzzati aveva già lavorato a Il flauto magico in diverse occasioni, era evidente che ci fosse uno sposalizio poetico tra il mondo artistico di Lele e quest’opera, fu molto stimolato a trovare soluzioni scenotecniche nuove, inaspettate e interessanti. Anche il periodo di prove fu sereno, con un ottimo cast e un bravissimo direttore. Lo spettacolo nacque bene e venne apprezzato dal pubblico. Il ricordo è molto forte e sono felice di avere la possibilità di ricostruire questo spettacolo e ritrovare un’altra volta Lele Luzzati».

I titoli La traviata (1853), Andrea Chénier (1896), Falstaff (1893) e Carmen (1875), si inseriscono nell’ambito del progetto culturale “Genova nell’Ottocento”, tema protagonista del 2025 genovese, che nel corso dell’anno verrà declinato attraverso diverse attività del Comune di Genova e delle Istituzioni culturali del territorio.

Donato Renzetti: «La Stagione passata 2023-24 ha avuto un notevole riscontro positivo, non solo da parte della critica cittadina, nazionale e internazionale, ma anche e soprattutto del pubblico, sempre più numeroso. Il successo non è stato solo delle produzioni alle cui ho partecipato – A Midsummer Night’s Dream che poi è stata ripresa alla Royal Opera House di Muscat, Werther, e la prima mondiale di Édith – ma anche di tutte le opere in cartellone, che hanno avuto notevoli consensi. Ciò è dovuto alla progettazione e all’ideazione della Stagione, e alla sinergia tra il Sovrintendente Claudio Orazi e il Direttore artistico Pierangelo Conte. Non ci si è fermati solo alla Stagione Lirica in Teatro, un altro grande traguardo è stato quello di portare numerosi concerti in tutta la Regione Liguria, con musica da camera, sacra, contemporanea, spaziando quindi in tutti i campi della musica. Importante è stata anche la scoperta di giovani talenti, direttori, solisti, e i cantanti con la nostra Accademia. Una particolarità che ha solo Genova è la disposizione a collaborare con i giovani, dalle scuole medie alle superiori e all’università: ad ogni spettacolo abbiamo visto numerosi studenti. La cultura fa parte della nostra storia, a partire dalle scuole, e un popolo senza cultura non ha sicuramente futuro. La nuova Stagione ricalcherà l’idea della Stagione passata. Io dirigerò tre programmi sinfonici e due opere molto importanti del nostro repertorio: Andrea Chénier e Carmen. C’è un rapporto straordinario con le maestranze, con l’Orchestra e con il Coro, ma anche con i Tecnici e tutti i lavoratori del Teatro, che ringrazio. Il lavoro e il successo sono di tutte le maestranze, perché tutti collaborano. Sono convinto che la Stagione sarà positiva, accorrete numerosi: “senza musica la vita sarebbe un errore”!»

“PICCOLO CINEMA PUCCINI” AL CARACALLA FESTIVAL

Dal 27 giugno al 1° luglio al Teatro del Portico tre serate di cinema e sette film

ispirati alla figura del grande compositore

Dopo l’omaggio cinematografico a Giuseppe Verdi dello scorso anno, il Caracalla Festival 2024 presenta “Piccolo Cinema Puccini”, una rassegna filmica a cura di Giuliano Danieli dedicata a Giacomo Puccini in occasione dei cento anni dalla scomparsa. Nello spazio del Teatro del Portico sono in programma tre serate, dal 27 giugno al 1° luglio, con pellicole rare, ritrovate e cult ispirate alla figura e alle opere del compositore: sette film che spazieranno dal cinema muto a quello contemporaneo, dai corti d’animazione a quelli sperimentali, includendo anche delle prime proiezioni assolute per l’Italia.

La rassegna prende il via il 27 giugno, con due film sulla vita del compositore: Puccini e la fanciulla di Paolo Benvenuti (2008), che esplora il complesso rapporto fra il compositore, il suo laboratorio creativo e l’universo femminile, e il raro filmato d’epoca Un giorno con Puccini (1918 circa), restaurato e reso disponibile dalla Cineteca di Bologna, e accompagnato da una colonna sonora inedita commissionata per quest’occasione a Vincenzo Ramaglia.

Il 1° luglio, invece, la serata è dedicata a tre riletture della storia di Madama Butterfly. In prima assoluta italiana viene proiettato Madame Butterfly’s Illusion (1940), capolavoro giapponese dell’animazione in silhouette firmato da Wagoro Arai (copia proveniente dal National Film Archive of Japan). Segue Aria (2001), corto in stop-motion di Pjotr Sapegin e, infine, uno dei film più apprezzati di David Cronenberg, M. Butterfly (1993).

Il terzo e ultimo appuntamento, previsto per il 4 luglio, è dedicato a due Tosche cinematografiche realizzate a ridosso delle due Grandi Guerre: un affascinante frammento, restaurato dalla Cineteca di Bologna, della Tosca di Alfredo De Antoni (1918), accompagnato da una nuova colonna sonora sperimentale di Vincenzo Ramaglia; e il classico Avanti a lui tremava tutta Roma di Carmine Gallone (1946), film sospeso fra melodramma e neorealismo con Anna Magnani protagonista, messo a disposizione dal CSC Cineteca Nazionale, con cui si rinnova quest’anno la proficua collaborazione già avviata in occasione della rassegna di cinema verdiano al Caracalla Festival 2023.

Tutte le serate iniziano alle ore 21.00 e sono arricchite da brevi introduzioni a cura di tre studiosi del Centro Studi Giacomo Puccini di Lucca: Gabriella Biagi Ravenni, Emanuele Senici e Andrea Balestri. L’ingresso del pubblico si trova in via Antoniniana, 14.

Info https://www.operaroma.it/

Biglietti (posto unico 10 euro) in vendita:

– al Teatro Costanzi secondo gli orari di apertura

– sul sito operaroma.it alle pagine: Momenti della Vita di Puccini, 27 giugno; Madama Butterfly, tre riletture, 1° luglio; Tosca a ridosso delle due grandi guerre, 4 luglio.

– la sera della proiezione, a partire dalle ore 19.30, presso la biglietteria di via Antoniniana, 14. 

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ALL’ARENA DI VERONA FIGARO, AIDA E TURANDOT

TRE OPERE DAL 27 AL 29 GIUGNO

Giovedì va in scena Il Barbiere di Siviglia con l’applaudito cast della prima.

A seguire, Aida ‘di cristallo’ con una nuova protagonista e l’ultima replica di Turandot

Prosegue il 101° Arena di Verona Opera Festival. Dal 27 al 29 giugno, sul palcoscenico dell’anfiteatro scaligero, tre imperdibili opere.

IL BARBIERE DI SIVIGLIA. Giovedì 27 giugno, alle 21.30, il palcoscenico dell’Arena diventa un grande giardino all’italiana, per Il Barbiere di Siviglia firmato da Hugo De Ana. Un set magico e buffo, fra siepi, rose rosse ed eleganti abiti rococò in cui si muovono i personaggi, teneri e scaltri, del capolavoro comico di Rossini. Ad interpretarli sono gli artisti internazionali applauditi alla prima: il giovane baritono Mattia Olivieri è Figaro, barbiere e factotum che aiuterà il Conte di Almaviva a conquistare Rosina – il tenore Renè Barbera e il mezzosoprano Vasilisa Berzhanskaya. Ad ostacolarli l’anziano e burbero tutore Bartolo e il maestro di musica Basilio, impersonati da Paolo Bordogna e Roberto Tagliavini. Completano il cast Marianna Mappa, Nicolò Ceriani e Domenico Apollonio. Puro teatro musicale, una ritmata festa per gli occhi ma anche per le orecchie, diretta dal maestro George Petrou, alla guida di Orchestra e Coro di Fondazione Arena.

AIDA. L’opera regina dell’Arena, Aida, è in scena venerdì 28 giugno alle 21.30. L’allestimento è quello ‘di cristallo’ curato da Stefano Poda, con piramidi di luce, trasparenze, laser, costumi tra iconografia egizia, alta moda e arte contemporanea. In un mondo diviso tra due popoli in guerra, Verdi racconta l’amore e i conflitti della principessa etiope Aida e del generale egizio Radames. Nei panni di quest’ultimo si conferma il tenore Martin Muehle, mentre come protagonista fa il suo esordio stagionale il soprano Maria José Siri. Debutto anche per il baritono sudcoreano Youngjun Park come Amonasro, padre di Aida. Tornano in scena anche gli altri apprezzati artisti, a cominciare dalla principessa Amneris, rivale di Aida, di Agnieszka Rehlis dopo il felice debutto areniano, i bassi Rafał Siwek (Ramfis) e Giorgi Manoshvili (Re), quindi Francesca Maionchi e Riccardo Rados. Il Maestro Marco Armiliato guida i complessi artistici di Fondazione Arena, impegnati con Ballo e Tecnici.

TURANDOT. Sabato 29 giugno, sempre alle 21.30, ultima recita di Turandot, nell’allestimento da fiaba di Franco Zeffirelli con i costumi da Oscar di Emi Wada. Il giovane direttore Michele Spotti dirige le maestranze areniane a pieni ranghi e gli artisti della prima, registrata da Rai Cultura e prossimamente trasmessa in prima serata. Nei panni di Calaf è il tenore Yusif Eyvazov, con la dolce e coraggiosa Liù di Mariangela Sicilia e il padre Timur di Riccardo Fassi. Protagonista, la principessa di ghiaccio del titolo, è Olga Maslova. Il cast schiera inoltre Youngjun Park, Riccardo Rados, Matteo Macchioni, Nicolò Ceriani e Leonardo Cortellazzi. Con un’orchestra dagli infinti colori e una folla densa di coro, ballo, voci bianche, mimi, figuranti, acrobati, questa Turandot è solo il primo dei tre titoli con cui Fondazione Arena omaggia Puccini nel centenario della morte.

ARENA PER TUTTI. Un fine settimana dedicato ai percorsi sensoriali guidati grazie ad Arena per tutti, il progetto di accessibilità all’opera più grande d’Europa, promosso da Fondazione Arena con Müller. Ben 25 serate di spettacolo dal vivo, da giugno a settembre, durante le quali tutti hanno la possibilità di seguire l’opera con supporti ad hoc tra cui libri di sala digitali, audio descrizione per persone cieche e ipovedenti, sottotitoli specifici per persone sorde. Quest’anno, in tre lingue: italiano, inglese e tedesco. Ben 2.500 biglietti in più per persone con disabilità motoria, 100 per ogni serata. Info e prenotazioni su www.arenapertutti.it e all’indirizzo e-mail inclusione@arenadiverona.it.

L’Arena di Verona Opera Festival 2024 è sostenuta da numerosi sponsor, in primis UniCredit, che vanta una longevità di collaborazione di oltre 25 anni, e poi Calzedonia, Pastificio Rana, Volkswagen Group Italia, DB Bahn, Forno Bonomi, RTL 102.5, Genny, che firma anche quest’anno le divise del personale adibito all’accoglienza del pubblico, e Müller, che sostiene nuovamente i progetti di accessibilità dedicati alle persone con disabilità. Tra gli official partner marchi storici quali Veronafiere, Air Dolomiti, A4 Holding, Metinvest, SABA Italia, SDG Group, Sartori di Verona, Palazzo Maffei e Mantova Village. Tra i nuovi sostenitori, Poste Italiane, ManPower Group e Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP. Oltre a imprese, privati, ordini professionali che compongono la schiera della Membership 67 Colonne per l’Arena di Verona, fondata da Gianluca Rana dell’omonimo pastificio e da Sandro Veronesi, patron del Gruppo Oniverse, con il Gruppo Editoriale Athesis, media partner. Info: www.arena.it

“4 Canti per Santa Rosalia” inaugura l’estate del Teatro Massimo

Gli appuntamenti dal 27 al 30 giugno

Con “4 Canti per Santa Rosalia”, oratorio in quattro parti per soprano, mezzosoprano, voce narrante e orchestra, e la drammaturgia e i testi di Fabrizio Lupo, il Teatro Massimo di Palermo inaugura giovedì 27 giugno alle 21:00 la stagione di spettacoli, concerti e balletti dell’estate. Lo spettacolo, con nuove musiche in prima esecuzione assoluta delle compositrici Corinne Latteur, Giulia Tagliavia, Valentina Casesa e Maria Mannone, vuole contribuire a rinnovare il rito che celebra da quattrocento anni la devozione per la patrona di Palermo e a ridare nuova vita a testi antichi di oratori e cantate per Santa Rosalia di cui non ci sono giunte le musiche. Con l’Orchestra del Teatro Massimo diretta da Alberto Maniaci, l’attore Filippo Luna e le voci di Maria Cristina Napoli e Marta Di Stefano. Il titolo “4 Cantievoca un luogo simbolico della città di Palermo e del Festino, quel Teatro del Sole dove si incrociano le due strade principali del centro storico di Palermo. Ma quattro canti sono anche le musiche originali che il Teatro Massimo ha commissionato per l’occasione alle quattro compositrici, Corinne Latteur, Giulia Tagliavia, Valentina Casesa e Maria Mannone. Le loro quattro composizioni originali rivestiranno di nuove musiche i testi degli oratori e delle cantate ritrovati negli archivi della Biblioteca Centrale della Regione Siciliana e della Biblioteca Comunale di Palermo e individuati da Consuelo Giglio. A dirigere l’Orchestra del Teatro Massimo è il Maestro Alberto Maniaci; le cantanti soliste sono il soprano Maria Cristina Napoli e il mezzosoprano Marta Di Stefano; la voce narrante è quella dell’attore FilippoLuna che lega le quattro composizioni attraverso i testi di Fabrizio Lupo, ispirati a quattro momenti della vita della Santa e suddivisi in quattro numeri musicali che vengono declinati dalle compositrici secondo le loro diverse ispirazioni: Il Canto della città bambina, il Canto dello sposo, il Canto pellegrino e il Canto della roccia: nascita, scelta, eremitaggio e morte della Santa.

“Sin dall’inizio – diceFabrizio Lupo, drammaturgo, scenografo e studioso della tradizione siciliana delle feste popolari – con la forma di oratorio mi sono potuto concentrare sulla narrazione in musica che prende corpo solo attraverso il suono. Ho ripartito le quattro parti del libretto in quattro numeri musicali. Un’apertura musicale, una narrazione della vita, un canto ed infine una preghiera. Ogni parte è composta da un momento musicale più o meno lungo, seguito da una narrazione della favola di Rosalia. A chiusura di ogni parte una preghiera, per scacciare i mali che ci affliggono, come nella tradizionale invocazione a Santa Rosalia: “Scansanni ri fame, guerra, peste e terremoti”. La fame, simboleggiata dai migranti che abbandonano il deserto che avanza, la guerra, cheuccide ancora oggi i bambini come nella Strage degli Innocenti, la peste, che abbiamo vissuto da poco con la pandemia e iterremoti, che chiamo cataclismi a causa del nostro operato sciagurato per il quale dovremmo chiedere a Rosalia, patrona della biodiversità, di perdonarci”.

Autrici delle musiche sono quattro compositrici siciliane, di nascita o di adozione, a partire da Corinne Latteur, di origini belghe ma diplomata a Palermo in composizione e in direzione d’Orchestra, prima donna in Sicilia a conquistare i titoli in entrambe le discipline. È autrice del Primo Canto che racconta nel primo brano la nascita di Rosalia (Sogno felice); nel secondo (Nata da un sogno)insieme alla voce narrante di Filippo Luna evoca “una bimba pura come il giglio della sua casata e rosa come la passione della fede”; e con il terzo brano (Canto della città bambina) costituito da un’aria per soprano e orchestra, canta tutto l’amore di Rosalia verso la propria città: “Panormo mia citate amata …non temer strali fatali”. Il Secondo Canto è firmato da Giulia Tagliavia, allieva di Donatella Sollima, Marco Betta e Luis Bacalov, autrice di successo di colonne sonore per il cinema, di film per la tv (Rai) e di serie (Netflix). Firma il “Canto dello Sposo” dove le due voci, di Rosalia (soprano) e del Demonio (mezzosoprano), rappresentano il conflitto di Rosalia tra vocazione e tentazione. Il canto è “intonato su cellule melodiche ripetitive, semplici, quasi dei mantra di preghiera che accompagnano Rosalia nel suo pellegrinaggio per scacciare ‘all’inferno’ la voce di Demonio”. Chiude la composizione un corale guidato dagli strumenti ad arco, sulla narrazione della “Preghiera contro la Peste”. Il Terzo Canto è affidato invece a Valentina Casesa,autrice di musica strumentale e d’opera, musica per immagini e per la danza, eseguita in contesti nazionali ed internazionali, è diplomata in pianoforte, in composizione e direzione di coro. Il suo Terzo Canto con linguaggio tonale e semplice fa un elogio alla semplicità e alla vita umile di Rosalia nel momento che precede la decisione di salire al Monte per trovarvi rifugio e pace. “Dopo una intro orchestrale di particolare intensità emotiva, le note del terzo canto presentano nella parte centrale una piccola oasi di quiete dedicata esclusivamente alle voci protagoniste; per riprendere nel finale il leitmotiv della piccola aria di Rosalia e portarlo figurativamente in “cima al Monte” attraverso un crescendo costruito su onde sonore sempre più ampie, fino alla massima espressività degli archi sul finale del brano”. Il Quarto Canto infine è di una compositrice che si divide tra musica e scienza, Maria Mannone, laureata in fisica teorica, ricercatrice del CNR, master all’IRCAM della Sorbonne, con un PhD in Composition presso la University of Minnesota, USA. Diplomata oltre che in composizione, anche in direzione d’orchestra e pianoforte e docente di neuroscienze e diagnostica avanzata dell’Università di Palermo. Il suo Canto “Panormus Divae Rosaliae”, è una composizione per soprano, mezzosoprano e piccola orchestra ed è basato sul testo in latino del “Canto della roccia”. “In esso, la tradizione classica del contrappunto vocale dialoga con la modernità armonica dei passaggi orchestrali. La micro e macrostruttura della composizione sono basate sul testo … Immagini suggerite dai versi, quali saxa cadunt, le pietre della città che metaforicamente si sgretola, sono rese musicalmente con cromatismi discendenti … La Santuzza sostiene la città con un misto di forza e di gentilezza: fra i versi, infatti, si susseguono i richiami alla marzialità e alla forza (Tuis Aquilis invictis / Tolle fulmina) e, al tempo stesso, alla delicatezza delle rose (da Rosas). La musica accompagna il testo e ne sottolinea l’energia … “.

Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo torna a dirigere il Maestro Alberto Maniaci, allievo di Piero Bellugi e di Ennio Nicotra per la direzione d’orchestra e di Marco Betta per la composizione, autore di numerose composizioni cameristiche, orchestrali e per il teatro musicale e per la danza. Biglietti: da 10 a 25 €; Info: https://www.teatromassimo.it/event/4-canti-per-santa-rosalia/

STAIRWAY TO THE STARS 28 giugno ore 21:00

La programmazione estiva prosegue il 28 e il 29 giugno con le formazioni giovanili strumentali del Teatro Massimo, i giovani talenti musicali guidati dal Maestro Michele De Luca. Venerdì 28 giugno alle 21:00 sulla scalinata monumentale ha inizio “Stairway to the Stars” ,un programma di concerti all’aperto a ingresso libero, che offrirà a chi attraversa la piazza la magia delle note e dei grandi autori. A esibirsi i pianisti Enrico Gargano, Sara Benedetta La Barbera, Riccardo Di Giovanni, Serena De Giorgi e Salvatore Maira che si alterneranno per eseguire musiche di Schubert, Chopin, Schumann, Liszt e Debussy.

PIANO YOUNG 29 giugno, ore 19:00 e ore 21:00
Sabato 29 giugno, ore 19:00 e 21:00 in Sala Stemmi, l’appuntamento è con “Piano Young” e ipianistiLeonardo Massa, Giuseppe Cinà e Antonio Magrì (ore 19:00)e con Riccardo Di Giovanni, Giuseppe Consiglio e Vittoria D’Agostaro(ore 21:00)chesi avvicenderanno nell’interpretazione di grandi pagine di Bach, Chopin, Schumann, Rachmaninoff, Scriabin e Debussy. Biglietti: 10 € (intero) / 8 € (ridotto) .

PER AMORE DI ROSALIA 30 giugno ore 18.00 e ore 21.00
L’omaggio a Santa Rosalia caratterizza anche lo spettacolo in programma domenica 30 giugno (ore 18.00 e ore 21.00)in Sala Grande,“Per amore di Rosalia”, ideato da Giovanni ed Elisa Parrinello con la regia e la drammaturgia di Elisa Parrinello, e realizzato dal Teatro Massimo in collaborazione con il Teatro Ditirammu di Palermo. In scena più di 230 giovanissimi artisti che compongono la Massimo Kids Orchestra, i Giovani del Ditirammu Lab, la Cantoria, il Coro di voci bianche del Teatro Massimo diretti da Salvatore Punturo e Giuseppe Ricotta e con la partecipazione straordinaria del Maestro puparo Enzo Mancuso del Teatro dell’Opera dei Pupi Carlo Magno. Sul podio, Michele De Luca dirige un programma musicale che prevede l’esecuzione di arrangiamenti di musiche della tradizione popolare intorno alla figura della Santuzza rielaborate dai fondatori del Ditirammu, Vito Parrinello e Rosa Mistretta,e le musiche originali di Salvatore Nogara, Serena Ganci, Tamuna, Peppuccio Pecoraro e Nino Nobile. Le scene sono curate da Stefano Canzoneri e i costumi da Marja Hoffmann, Elisa Parrinello e Donatella Nicosia. Biglietti: 20 € (intero); 16 € (ridotto); 10 € Card Under 35; Info: https://www.teatromassimo.it/event/per-amore-di-rosalia/