La direttrice musicale del TCBO ha ricevuto il premio lo scorso 26 settembre alla Bayerische Staatsoper dopo la recita di Tosca.
La direttrice d’orchestra ucraina Oksana Lyniv ha ricevuto il prestigioso “Bayerischer Verfassungsorden” (Ordine della Costituzione Bavarese), per i suoi “straordinari meriti artistici” nel campo della musica classica.
Durante la cerimonia di premiazione, avvenuta lo scorso 26 settembre sul palco della Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera subito dopo la recita di Tosca, Ilse Aigner, Presidente del Parlamento bavarese, e Serge Dorny, Sovrintendente della Bayerische Staatsoper, hanno voluto ricordare anche il lavoro svolto da Lyniv con l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, sottolineando come questa collaborazione abbia aperto un nuovo capitolo nella storia della musica, rendendola la prima donna a ricoprire il ruolo di Direttrice musicale di una Fondazione lirico-sinfonica italiana. A nome del governo bavarese, il Ministro Markus Blume ha espresso il suo ringraziamento per l’instancabile impegno di Lyniv nel mondo musicale e le ha augurato ulteriori successi nella sua brillante carriera.
Il riconoscimento, che dal 1961 premia le personalità che si impegnano in modo eccezionale per il bene comune e che danno vita ai valori della Costituzione bavarese, celebra il contributo musicale della direttrice d’orchestra profuso in Baviera (e ben oltre i suoi confini), dove Lyniv ha collaborato con orchestre come la Bayerisches Staatsorchester, i Münchner Philharmoniker, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, i Bamberger Symphoniker e la Bayerisches Landesjugendorchester ed è stata la prima donna a salire sul podio del celebre Festival wagneriano a Bayreuth. Lyniv si distingue, inoltre, per il suo impegno nel promuovere la musica contemporanea, rendendola accessibile a un pubblico più ampio, e per la valorizzazione delle giovani generazioni di musicisti, meriti che si sommano al suo contributo costante alla cultura bavarese e alla sua dedizione ai valori costituzionali.
Oksana Lyniv tornerà nuovamente sul podio dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna all’Auditorium Manzoni per un concerto sinfonico il 5 ottobre con pagine di Berlioz, Debussy, Resatsch, Rachmaninov e Ravel, e per Die Walküre (La Valchiria) di Wagner in forma di concerto il 17 e 19 ottobre.
Ilprogettodiaccessibilitàpiùimportanted’Europa,realizzatodaFondazioneArenaeMüller, cresce del 44%. Sui social grande interesse anche dall’estero
Sono state precisamente 3.521 le persone con disabilità che questa estate hanno potuto vivere la magia dell’Opera. Delle quali 1.002 attraverso tecnologie e percorsi multisensoriali. Il progetto Arena per Tutti, realizzato da Fondazione Arena di Verona con Müller, e giunto alla seconda edizione, cresce di anno in anno. E guarda già al 2025.
Quest’anno sono state ben 25 le serate di spettacolo dal vivo, da giugno a settembre, all’insegna dell’accessibilità. Tutti i partecipanti hanno avuto l’occasione di seguire l’opera con supporti e percorsi ad hoc tra cui l’audio descrizione per persone cieche e ipovedenti, così come sottotitoli specifici per persone sorde. In tre differenti lingue: italiano, inglese e tedesco.
In Arena i nuovi standard di fruizione hanno consentito alla pratica del canto lirico in Italia, Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO, di essere fruibile a tutti.
Sono state ben 1.002 le persone che hanno sfruttato i supporti e le tecnologie durante gli spettacoli, mentre 354 hanno partecipato ai percorsi multisensoriali pre-opera, con un incremento del 39% rispetto al 2023. Dodici appuntamenti che hanno registrato il sold-out e hanno visto la partecipazione di numerose associazioni, tra cui l’Unione Italiana Ciechi con il presidente nazionale Mario Barbuto, e l’attenzione dei media. La7, Rai e Corriere della Sera, oltre alle testate locali e regionali, hanno parlato del progetto areniano come il più importante d’Europa, per numero di spettatori coinvolti.
VOLTI, ETÀ E PROVENIENZA
Un’iniziativa che è diventata virale. Sono stati oltre 14 milioni gli utenti raggiunti sui canali social di Fondazione Arena, Müller e degli influencer coinvolti: Elisabetta Rossi, Daniele Cassioli, Giovanni e Andrea Cerullo, Anna Vernillo, Marco Andriano. Volti noti di Instagram e Facebook che, proprio per le loro disabilità, sono diventati testimonial di come a Verona è possibile vivere un’esperienza unica al mondo. Il sito www.arenapertutti.it ha registrato 14 mila interazioni e circa 2.400 singoli utenti che hanno cercato informazioni, con un grande incremento della fruizione da parte di utenti stranieri, grazie alla traduzione dei contenuti. 4.600 i libri di sala digitali consultati (il 30% in inglese), e 5.200 le interazioni per le schede informative Esay To Read (la metà delle quali in inglese e tedesco).
Arena per tutti ha coinvolto spettatori provenienti da 16 regioni diverse dell’Italia e, per la prima volta, anche da Germania, Austria, Francia, Regno Unito e Stati Uniti, di cui il 43% non era mai stato prima in Arena, avvicinandosi al mondo dell’opera per la prima volta in assoluto. Oltre il 91% di coloro che hanno utilizzato gli strumenti ha dichiarato con entusiasmo di aver apprezzato l’efficacia e l’immersività della propria serata all’opera. Grazie anche
alla comunicazione social e digital, va rilevato il dato dell’età media del pubblico, che per il 53% è al di sotto dei 55
anni.
L’iniziativa è stata presentata questa mattina, dal Sovrintendente di Fondazione Arena Cecilia Gasdia, insieme all’Assessora alle Politiche sociali del Comune di Verona Luisa Ceni, al direttore Marketing di Müller Italia Paola Scandola e alla Professoressa associata di Traduzione inglese e Accessibilità dell’Università di Macerata Elena Di Giovanni, coordinatrice del progetto.
La partecipazione di Müller a questo grande evento musicale e culturale si iscrive nell’ambito di Müller For People, il percorso a lungo termine di sostenibilità sociale che l’Azienda veronese ha tracciato per i prossimi anni.
«I dati di Arena per tutti ci rendono particolarmente orgogliosi – dichiara Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena – perché, oltre ai numeri, vediamo nomi e cognomi, storie di persone che affrontano viaggi importanti, geograficamente e umanamente, si accostano all’opera per la prima volta grazie a questo progetto e la scoprono all’Arena di Verona. L’opera, non ci stancheremo mai di ribadirlo, è sin dalla sua nascita la più multimediale, multisensoriale e inclusiva delle arti. Grazie a Müller, alla professoressa Di Giovanni, a tutti i professionisti impegnati in Arena per Tutti. L’impegno per il 2025 è abbattere anche le barriere linguistiche, per un’Arena per tutti ancora più internazionale».
«Gli straordinari risultati che ha raggiunto quest’anno il progetto Arena per Tutti dimostrano ancora una volta quanto sia importante rendere l’opera un’esperienza accessibile e inclusiva per ogni spettatore – dichiara Paola Scandola, Direttore Marketing di Müller Italia. – La crescente partecipazione del pubblico ha evidenziato il valore di abbattere le barriere per permettere a tutti di vivere la bellezza dell’opera lirica. Ringraziamo la Fondazione Arena di Verona per averci dato l’opportunità di sostenere questa iniziativa, che rappresenta un esempio concreto di inclusività e cultura aperta a tutti».
«Arena per Tutti è un progetto che cresce oltre ogni aspettativa e dà vita, in Arena, a un grande spazio inclusivo – specifica la professoressa Elena Di Giovanni, coordinatrice del progetto. – Uno spazio reale e virtuale che vede coinvolti tutti: il personale del teatro, gli artisti, gli operatori e le persone con e senza disabilità. Nel 2024 abbiamo raccolto oltre 360 questionari da parte degli utenti e il feedback è estremamente positivo e incoraggiante».
IL 2025 DI ARENA PER TUTTI
Per garantire al pubblico internazionale di essere presente e partecipare al progetto, Fondazione Arena di Verona svela con nove mesi di anticipo le date ‘accessibili’ del 2025. Abbracciando la proposta artistica del Festival 2025, il focus sarà sulle opere Aida, La Traviata, Carmen e sulla nuova produzione di Nabucco.
Ben 26 serate accompagnate da trailer accessibili (in italiano, inglese e tedesco, con sottotitoli, voce, traduzione in lingua dei segni italiana, internazionale e tedesca, descrizione delle immagini), audio descrizioni dal vivo degli spettacoli e libri di sala digitali, il tutto sempre in tre lingue (italiano, inglese e tedesco). I libri digitali sono strumenti inclusivi che, replicando la grafica e la struttura dei classici libri di sala cartacei (con sinossi, note di regia, foto e informazioni sugli spettacoli), offrono testi semplificati con caratteri modificabili e ingrandibili, immagini e bozzetti di scena con audio descrizione (per persone cieche e ipovedenti) e testi tradotti nella lingua dei segni italiana. Gli stessi libri di sala sono disponibili in inglese, con traduzione in lingua dei segni internazionale. Oltre alle schede per le opere in linguaggio Easy To Read sia in italiano che in inglese e in tedesco che seguono gli standard dell’Unione Europea per la scrittura destinata alle persone con disabilità intellettiva.
La prossima estate saranno 16 i percorsi multisensoriali completamente gratuiti, previa prenotazione obbligatoria alla mail inclusione@arenadiverona.ito tramite la pagina www.arenapertutti.it. Le persone con disabilità saranno accompagnate dietro le quinte e sul palcoscenico e potranno esplorare le scenografie, i
costumi, gli attrezzi di scena, gli spazi e strumenti musicali, guidati dal personale di palcoscenico e dalle sapienti mani di chi ha realizzato gli spettacoli nei minimi dettagli nei laboratori di Fondazione Arena.
Già a partire dal 1° ottobre sarà possibile prenotare il proprio posto per partecipare ad Arena per Tutti 2025. Per ulteriori informazioni e per conoscere le modalità di adesione, è possibile scrivere all’indirizzo e-mail inclusione@arenadiverona.it e consultare il sito www.arenapertutti.it.
Le date e le opere di ARENA PER TUTTI 2025 – 102° Arena di Verona Opera Festival 2025
sabato 28 giugno domenica 29 giugno sabato 5 luglio domenica 6 luglio
Nabucco Aida La Traviata Aida
giovedì10luglio
Nabucco
(serata con percorso multisensoriale)
venerdì11luglio
LaTraviata
(serata con percorso multisensoriale)
mercoledì16luglio
Aida
(serata con percorso multisensoriale)
venerdì18luglio
Carmen
(serata con percorso multisensoriale)
sabato19luglio domenica 20 luglio giovedì24luglio
LaTraviata Aida Nabucco
(serata con percorso multisensoriale)(serata con percorso multisensoriale)
venerdì25luglio
LaTraviata
(serata con percorso multisensoriale)
domenica27luglio
Aida
(serata con percorso multisensoriale)
venerdì1agosto
Aida
(serata con percorso multisensoriale)
domenica10agosto
Aida
(serata con percorso multisensoriale)
giovedì14agosto sabato 16 agosto domenica 17 agosto giovedì21agosto sabato 23 agosto domenica24agosto
Carmen Nabucco Aida Nabucco Carmen Aida
(serata con percorso multisensoriale)(serataconpercorsomultisensoriale) (serata con percorso multisensoriale)
Venerdì 4 ottobre alle 20.30 (turno A) e sabato 5 ottobre alle 19 (turno B) è in programma il secondo appuntamento della Stagione concertistica 2024-2025 del Teatro Lirico di Cagliari che prevede l’esibizione del Coro del Teatro Lirico, diretto da Giovanni Andreoli, protagonisti di un programma musicale ricercato e molto godibile. Nel ruolo di voci soliste si esibiscono Elena Schirru (soprano) e Antonino Giacobbe (baritono), mentre l’accompagnamento al pianoforte a quattro mani è di Mayumi Ogawa e Andrea Mudu.
Il programma musicale prevede: Ein deutsches Requiem, per soli, coro e pianoforte a quattro mani op. 45 di Johannes Brahms.
Composto tra il 1854 e il 1868 (prima esecuzione: Cattedrale di San Pietro a Brema, 10 aprile 1868), Ein deutsches Requiem segna un momento cruciale del cammino creativo di Johannes Brahms (Amburgo, 1833 – Vienna, 1897) e rappresenta una meditazione religiosa sulla morte secondo un percorso di pensiero scelto liberamente dall’autore. La morte, qui rappresentata nel suo aspetto più amichevole e consolatorio come riposo dal dolore, è lontana dalle consuete immagini cariche di ansie ultraterrene e di gestualità violente. Il Requiem cerca la sua dimensione tragica nella solennità anziché nel dinamismo drammatico.
L’ultima esecuzione a Cagliari della cosiddetta “versione di Londra” del Requiem tedesco di Brahms risale al 12-14 maggio 2016 per la rassegna “I Suoni dell’anima”. Il Coro del Teatro Lirico, diretto da Gaetano Mastroiaco, il soprano Barbara Crisponi, il baritono Nicola Ebau e Clorinda Perfetto e Francesca Pittau al pianoforte si sono esibiti nella Cattedrale di Santa Maria Assunta e nella Chiesa del Santo Sepolcro.
Lo spettacolo ha una durata complessiva di 70 minuti e non prevede l’intervallo.
I posti in teatro sono identificati, come sempre, per ordine (platea, prima e seconda loggia) e per settore (giallo, rosso e blu). Ad ogni settore corrisponde un prezzo, secondo il diverso valore dei posti.
La Stagione concertistica 2024-2025 prevede due turni di abbonamento (A, B), per 10 concerti ciascuno.
La campagna abbonamenti per la Stagione concertisticasi è aperta lunedì 22 luglio 2024 con le conferme e variazioni su posti disponibili, possibili fino a sabato 14 settembre 2024. I nuovi abbonamenti sono in vendita ancora da lunedì 22 luglio 2024, fino a sabato 23 novembre 2024.
Da sottolineare, inoltre, la possibilità di acquistare da martedì 17 settembre 2024 i biglietti per tutti gli spettacoli della Stagione concertistica; lo stesso servizio è possibile anche online attraverso il circuito di prevendita www.vivaticket.it.
Ai giovani under 35 ed ai disabili sono applicate riduzioni del 50% sull’acquisto di abbonamenti e biglietti. Ulteriori agevolazioni sono previste per gruppi organizzati.
Venerdì 4 ottobre alle 11 è prevista, come ormai consuetudine, l’Anteprima Giovani, aperta alle scuole che potranno assistere, dalla I loggia, alla prova generale del concerto serale. (prezzi: posto unico € 3; informazioni e prenotazioni: Servizio promozione culturale, telefono 0704082326; scuola@teatroliricodicagliari.it).
Stagione concertistica 2024-2025
venerdì 4 ottobre, ore 20.30 – turno A
sabato 5 ottobre, ore 19 – turno B
Coro del Teatro Lirico di Cagliari
direttoreGiovanni Andreoli
soprano Elena Schirru
baritono Antonino Giacobbe
pianoforte Andrea Mudu, Mayumi Ogawa
Johannes Brahms
Ein deutsches Requiem, per soli, coro e pianoforte a quattro mani op. 45
(versione Londra)
(70 minuti circa)
La Biglietteria del Teatro Lirico è aperta lunedì, martedì, giovedì, venerdì e sabato dalle 9 alle 13, mercoledì dalle 16 alle 20 e, nei giorni di spettacolo, anche da due ore prima dell’inizio.
La Direzione si riserva di apportare al programma le modifiche che si rendessero necessarie per esigenze tecniche o per cause di forza maggiore. Eventuali modifiche al cartellone saranno indicate nel sito internet del teatro www.teatroliricodicagliari.it.
Andrés Orozco- Estrada interpreta le ultime sinfonie di Schumann e Brahms
Lunedì 30 settembre a Torino, su Radio3 e in live streaming su raicultura.it
Per il secondo dei due concerti straordinari che ricordano il trentennale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai torna sul podio il Direttore principale della compagine Andrés Orozco-Estrada, che propone lo stesso programma interpretato nel 1994 da Giuseppe Sinopoli. Lunedì 30 settembre alle 20.30, all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini”, fuori abbonamento, sono infatti accostate le ultime sinfonie di Robert Schumann e Johannes Brahms. La serata è trasmessa in diretta su Radio3 e in live streaming sul portale di Rai Cultura, che la registra e la proporrà successivamente in TV su Rai5.
Nato a Medellín, in Colombia, nel 1977, Orozco-Estrada ha debuttato con l’OSN Rai nel maggio 2022 e nell’ottobre 2023 ha iniziato la sua collaborazione come Direttore principale. È stato a capo di formazioni come l’Orchestra della Radio di Francoforte, i Wiener Symphoniker e la Houston Symphony. Dalla stagione 2025/2026 diventerà Generalmusikdirektor della Città di Colonia, prendendo le redini della Gürzenich Orchestra e dell’Opera della città tedesca, una delle più importanti metropoli culturali europee. Dirige abitualmente orchestre come i Wiener e i Berliner Philharmoniker, la Staatskapelle di Dresda, la Gewandhausorchester di Lipsia e quella del Concertgebouw di Amsterdam.
In apertura la Sinfonia n. 4 in re minore op. 120 di Schumann, che fu realizzata in una prima versione nel 1841, subito dopo la Prima, ma venne accantonata a causa dello scarso successo ottenuto dalla prima esecuzione. Fu poi successivamente rivista dallo stesso autore nel 1851 ed eseguita nella sua forma definitiva al Neues Theater di Düsseldorf il 30 dicembre 1852. Segue la Sinfonia n. 4 in si minore op. 98 di Brahms, eseguita per la prima volta a Meiningen il 25 ottobre del 1885 sotto la direzione dell’autore stesso. L’ultimo lavoro sinfonico del compositore tedesco è caratterizzato da una grande densità di contenuti musicali e da forti contrasti espressivi. Si ritrovano motivi zigano-ungheresi e costruzioni contrappuntistiche. L’opera si chiude recuperando la forma della Passacaglia con un tema ripreso da una cantata di Bach, variato per trentadue volte, e condotto verso un coronamento che chiude trionfalmente l’esperienza sinfonica brahmsiana.
Dopo i concerti del trentennale di settembre, Andrés Orozco-Estrada tornerà sul podio dell’Orchestra Rai il 17 e 18 ottobre, per l’inaugurazione della stagione sinfonica 2024/2025. Con lui il violinista Nikolaj Szeps-Znaider, in una serata interamente dedicata a Beethoven.
I biglietti per il concerto, da 10 a 15 euro, sono in vendita presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino e online sul sito dell’OSN Rai. Informazioni: 011.8104653 – biglietteria.osn@rai.it – www.osn.rai.it.
Il ringraziamento del presidente Giorgio Berta per i risultati ottenuti e per il contributo determinate alla crescita della città
Annunciata la coproduzione biennale con il Teatro Real di Madrid con Micheli regista di “Caterina Cornaro” e David McVicar per “Maria Stuarda”
Il Donizetti Opera, festival internazionale dedicato al compositore bergamasco, giunge nel 2024 al traguardo della decima edizione che si svolgerà da 14 novembre all’1 dicembre 2024. Sarà l’ultima firmata dal direttore artistico Francesco Micheli che lo ha guidato sin dalla fondazione nel 2015.
«Saluto con fierezza la mia città e il Teatro Donizetti – ha dichiarato Francesco Micheli durante la conferenza stampa di oggi – sapendo di lasciare in eredità un Festival che in due lustri è diventato punto di riferimento internazionale. Quattro “Premi Abbiati” dell’Associazione Nazionale Critici Musicali, Miglior Festival europeo nel 2019 secondo la critica tedesca per il mensile “Oper!” e tante altre soddisfazioni che ho vissuto con molti di voi. Grazie al nostro lavoro oggi Gaetano vive e lotta con noi da Bergamo nel mondo».
«Per Bergamo sono stati dieci anni di cambiamenti – commenta l’assessore alla cultura Sergio Gandi – vissuti col consueto spirito d’iniziativa che contraddistingue la città. Il Teatro Donizetti ha avuto un ruolo molto importante oltre queste mura – che abbiamo fortemente voluto ricostruire e ammodernare – e oggi la consapevolezza cittadina rispetto all’eredità consegnataci da Gaetano Donizetti non è più una questione per melomani o per pochi intenditori ma è parte integrante della nostra identità, grazie al lavoro del festival e a un lungo percorso culminato in Bergamo-Brescia capitale italiana della cultura. Per questo fenomeno musicale, che ha visto in Francesco Micheli l’alfiere più esposto, va dato merito anche all’amministrazione che ne ha sostenuto le iniziative e ai tanti sponsor e partner privati che l’hanno affiancata. Il rapporto tra quello che ormai chiamiamo affettuosamente Gaetano e la città non potrà tornare indietro e dovrà essere sempre al centro delle nostre politiche culturali».
«Per accompagnare una “rivoluzione” come quella che abbiamo visto in questi dieci anni – sottolinea il presidente della Fondazione Teatro Donizetti Giorgio Berta –, era necessaria una struttura organizzativa solida, cresciuta negli anni, come quella della Fondazione Teatro Donizetti, che presiedo dal 2016. Le sfide che ci ha posto Francesco Micheli in questi anni, così come quella della ristrutturazione e della pandemia sono state notevoli. Tuttavia le abbiamo affrontate, rispettando tempi e costi sia nei momenti più felici di spettacolo, come la riscoperta dell’Ange de Nisida, sia quando si sono dovuti affrontare momenti d’incertezza ed emergenza sanitaria e sociale. Anni in cui non ci siamo arresi, ma abbiamo inventato o identificato nuovi strumenti e nuovi metodi di coinvolgimento del pubblico, come ad esempio la WebTV nel 2020 con 11mila spettatori. Il Donizetti Opera, nella visione di Francesco Micheli e nell’impegno crescente di tutti i lavoratori della Fondazione, è riuscito a far comprendere a tutti i bergamaschi, a cominciare dai ragazzi, il valore del Donizetti compositore e il messaggio universale del suo teatro. Siamo grati a Francesco anche perché ci lascia un ulteriore regalo: la programmazione impostata per i prossimi due anni, con una coproduzione internazionale insieme al Teatro Real di Madrid che vedrà Micheli regista di “Caterina Cornaro” e David McVicar di “Maria Stuarda”».
Con l’Orchestra del Comunale che interpreta pagine di Rameau, Haydn, Mozart, Beethoven, Prokof’ev
Martedì 1° ottobre alle 20:30 all’Auditorium Manzoni
È un’età dibattuta quella dei Lumi, che è al centro del prossimo appuntamento della rassegna “Le Armonie dell’Arte” intitolato “L’Illuminismo”, con protagonisti due esponenti della divulgazione scientifica come il matematico e saggista Piergiorgio Odifreddi e il giornalista e scrittore Armando Massarenti. Diversamente da quanto annunciato in precedenza, l’incontro è in programma martedì 1° ottobre alle 20:30 all’Auditorium Manzoni.
“E se fosse l’Illuminismo l’età che ha coniugato nella maniera più intelligente ragione e sentimento?”. Partono da questo interrogativo i due ospiti della rassegna per esplorare un’epoca che non è solo “l’età dell’arida ragione, ma un fiorire di temi e valori come natura, tolleranza, felicità, scetticismo, libertà civile, lotta ai pregiudizi, cosmopolitismo, solidarietà e – certo – anche ragione, ma senza dimenticare sentimenti morali e sensibilità estetica”. Padri della filosofia e della scienza come Voltaire e Newton sono solo alcune delle personalità emblematiche che nel corso della serata entrano nel racconto di Odifreddi e Massarenti, intervallato dalla musica interpretata dall’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Valentino Corvino. Non poteva mancare tra i compositori proposti Jean-Philippe Rameau, che nel suo “Trattato di armonia ridotta ai suoi principi naturali” di naturale metteva proprio il meccanicismo newtoniano, con tanto di leggi matematiche garanti del divino ordine universale, affermando però che «per gioire pienamente degli effetti della musica, bisogna essere in un puro abbandono di se stessi». Dall’Ouverture da Les Indes Galantes di Rameau si attraversa il XVIII secolo con l’Adagio – Allegro dalla Sinfonia n. 104 in re maggiore “London” di Franz Joseph Haydn, con l’Allegro vivace dalla Sinfonia n. 41 in do maggiore “Jupiter” e l’Ouverture e l’aria di Cherubino “Voi che sapete che cosa è amor” dalle Nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart. Completano il programma l’Adagio molto – Allegro con brio, primo movimento della Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 36 di Ludwig van Beethoven e l’Allegro dalla Sinfonia n.1 in re maggiore op. 25 “Classica” di Sergej Prokof’ev.
“Le Armonie dell’Arte” è una coproduzione tra Teatro Comunale di Bologna e Innovio, realizzata grazie al supporto di Illumia, PwC Italia e dei Centri di Consulenza Finanziaria di Bologna – Allianz Bank Financial Advisors. La rassegna è curata da Barbara Abbondanza, con la direzione artistica di Valentino Corvino e il coordinamento editoriale di Giovanni Carlo Federico Villa.
Biglietti a 10 euro (Under30), 15 euro (Ridotto abbonati opera, sinfonica e danza) e 20 euro (intero) per il Settore 1; a 10 euro (Under30 e Ridotto abbonati opera, sinfonica e danza), 15 euro (intero) e 5 euro (studenti UNIBO) per il Settore 2; in vendita online sul sito del TCBO, sulla piattaforma TicketSms e presso la biglietteria del Teatro Comunale (Largo Respighi), dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18 e il sabato dalle 11 alle 15; il giorno dello spettacolo presso l’Auditorium Manzoni da 1 ora prima fino a 15 minuti dopo l’inizio.
Dopo questo appuntamento, la rassegna 2024 si chiuderà il 4 novembre con un incontro che vedrà ospiti Cristina Acidini e Marco Carminati – affiancati dalla Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna – dedicato al “Barocco”.
L’opera è stata rappresentato nella prima versione integrale del finale dell’opera ultimata da Franco Alfano
Repliche fino al 29 settembre
Applausi a scena aperta e ovazione finale al Teatro Massimo di Palermo per il nuovo allestimento di Turandot di Puccini, firmato dal regista Alessandro Talevi e diretto dal maestro Carlo Goldstein con l’Orchestra, Coro e Coro di voci bianchedel Teatro Massimo, guidati dal maestro del Coro Salvatore Punturo. Tantissimi applausi anche per il cast internazionale che schierava il soprano Ewa Płonka, nel ruolo del titolo, e Juliana Grigoryan, star in grande ascesa, per la dolce e commovente Liù. A trascinare il pubblico, che ha fatto registrare il sold out alla ripresa di stagione, il tenore Martin Muehle (Calaf) applaudito a scena aperta al termine della celebre e amata aria Nessun dorma. Insieme a loro, tra gli applausi più calorosi, quelli per Alessio Arduini, Matteo Mezzaro e Blagoj Nacoski, cinici e scanzonati ministri imperiali Ping, Pong e Pang, incostumi fashion di Anna Bonomelli che firma anche la scenografia. A completareil cast di rilievo, il basso Giorgi Manoshvili (Timur), Cristiano Olivieri (l’imperatore Altoum) e Luciano Roberti (Mandarino). Le ancelle sono affidate a Gabriella Barresi e Lorena Scarlata. Regista assistenteAnna Maria Bruzzese. Luci di Marco Giusti. Maestro d’armi Ran Arthur Braun. Assistente ai costumi Angelica Forni.
Turandot venne eseguita per la prima volta al Teatro alla Scala nel 1926 con la direzione di Toscanini che però ferma l’esecuzione lì dove Puccini si era fermato prima di morire e in seguito eseguirà il finale affidato ad Alfano in una versione ridotta che si è poi imposta nell’uso comune. Il Teatro Massimo, per celebrare il centenario della scomparsa di Puccini, ha scelto invece di presentare la prima versione integrale del finale dell’opera ultimata da Franco Alfano.
Ispirata all’omonima fiaba teatrale di Carlo Gozzi, l’opera, che nel libretto di Adami e Simoni è ambientata in Cina, racconta la vicenda della bella e crudele principessa Turandot. Chiunque voglia sposarla dovrà provare a risolvere tre enigmi che racchiudono il mistero e il rancore della principessa per la violenza subita dalla sua antenata Lo-u-ling che rivive in lei. I malcapitati pretendenti, che uno dopo l’altro falliscono la prova vengono giustiziati senza alcuna pietà fino all’arrivo del principe Calaf, che non solo risolve gli enigmi ma, grazie al sacrificio della schiava Liù che si suicida pur di non tradire il suo segreto, riesce a infrangere il cuore di ghiaccio di Turandot con la forza più grande e misteriosa che esista: l’amore. Puccini compone Turandot unendo a un linguaggio musicale moderno la struttura della grande tradizione ottocentesca dell’opera italiana, ma muore prima di completare la composizione che viene affidata a Franco Alfano, che all’epoca aveva già scritto opere di successo come Risurrezione (1904) e La leggenda di Sakuntala (1921) e che poi a inizio degli anni Quaranta fu sovrintendente del Teatro Massimo.
Ad un mese dalla fine del Ravello Festival, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, torna la musica in Villa Rufolo.
Sabato 28 settembre (ore 18.30) nell’Auditorium del Complesso monumentale, recital del flautista Flavio Serafini. Romano, classe 1997, artista dalla spontanea cantabilità, con una tecnica brillante e un eccellente controllo del suono, Serafini è un abile interprete e accademista presso la Luzerner Sinfonieorchester con la quale si è esibito presso il KKL di Lucerna, il Musikverein di Vienna e la Tonhalle di Zurigo.
Le Giornate Europee del Patrimonio (European Heritage Days) costituiscono il più partecipato degli eventi culturali in Europa, promosso nel 1991 dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea. Come ogni anno, i musei, i luoghi della cultura e le istituzioni culturali possono aderire inserendo loro iniziative nel programma online del Ministero della Cultura per il tramite della Direzione regionale Musei nazionali Campania.
Lo scopo della manifestazione è far apprezzare e conoscere a tutti i cittadini il patrimonio culturale nazionale ed europeo e incoraggiare la partecipazione attiva per la sua salvaguardia e trasmissione alle nuove generazioni.
La Fondazione Ravello anche quest’anno partecipa all’iniziativa con questo appuntamento che si inserisce nella rassegna “Il Salotto musicale di Nevile Reid” già avviata nel dicembre dello scorso anno.
Serafini a Ravello eseguirà un programma per flauto solo variamente articolato che comprendente pagine di autori quali Bach, Bozza, Paganini, Marais, Mercadante, Karg-Elert e Debussy.
Tre concerti, il 28 e 29 settembre e il 5 ottobre 2024 alle ore 16.30, per promuovere la diffusione della cultura musicale tra le nuove generazioni attraverso il canto corale.
I protagonisti saranno i Cori di voci bianche di alcune delle più importanti Istituzioni musicali italiane: il Teatro dell’Opera di Roma, l’Accademia Teatro alla Scala, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Regio di Torino e l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino.
“Tutta qui la cantoria!” è il primo Festival che celebra l’arte dei Cori delle voci bianche che svolgono attività canora all’interno dei teatri d’opera italiani e che coinvolge i giovani cantori in un viaggio musicale unico nel suo genere ed è promosso dall’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. Il titolo del Festival, tratto da Tosca di Giacomo Puccini, riprende il celebre intervento del Sagrestano che, alla falsa notizia della vittoria delle truppe austriache su Napoleone, invita la vivace cantoria di bambini a prepararsi per il Te Deum di ringraziamento.
Sono sette le Istituzioni musicali, tra Teatri e Accademie, che hanno aderito a questa prima occasione di condivisione di musica corale per le voci bianche: il Teatro dell’Opera di Roma, l’Accademia Teatro alla Scala, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Regio di Torino e l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. Per la prima volta in Italia i Cori di voci bianche dei principali Teatri d’opera avranno l’opportunità di incontrarsi, di presentare al pubblico il proprio repertorio, il patrimonio e la tradizione musicale del proprio teatro e della propria città. Una vera festa, dedicata al canto corale e alla diffusione della cultura musicale tra i giovanissimi, con un ricco programma musicale, tratto dal grande repertorio operistico con le composizioni – per esempio, tra le tante – di Mozart, Verdi, Purcell, Rossini, Puccini, Donizetti, Bernstein, fino ad arrivare alla musica popolare contemporanea più conosciuta.
Per ciascuna data è prevista l’esibizione di due Cori ospiti, al termine della quale tutti i cantori, insieme a quelli del Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio, si uniranno in una grande performance corale finale. Il 28 settembre alle ore 16.30 saliranno sul palcoscenico della Sala grande del Teatro del Maggio, il Coro di voci bianche del Teatro San Carlo di Napoli, del Teatro Regio di Torino e il Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio. Il 29 settembre sempre alle 16.30 e ancora nella Sala grande del Teatro si esibiranno il Coro di voci bianche del Teatro Comunale di Bologna, dell’Accademia Teatro alla Scala e il Coro dell’Accademia del Maggio. Il 5 ottobre, stavolta in Sala Mehta alle 16.30, il Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio sarà assieme al Coro del Teatro Carlo Felice di Genova e del Teatro dell’Opera di Roma.
“Siamo molto felici e orgogliosi di dare il benvenuto a tutti i cori di voci bianche che, insieme al nostro coro, si ritroveranno sul palcoscenico del Teatro del Maggio per dare vita al primo Festival a loro dedicato” così il Presidente dell’Accademia del Maggio, Mario Curia, accoglie i giovani cantori, “Il Festival sarà un’occasione di incontro, guidato dallo spirito di collaborazione e valorizzazione di un’eccellenza artistica nel mondo musicale italiano. I Cori saranno veri e propri ambasciatori dell’importanza e della bellezza della musica corale”.
“Lo sforzo produttivo messo in campo è enorme e non posso non ringraziare anche il Sovrintendente Carlo Fuortes e il Teatro del Maggio per il loro supporto” prosegue il Direttore artistico dell’Accademia, Matteo Pais, “Accogliamo a Firenze circa 600 giovani cantori con i loro maestri e pianisti accompagnatori, che in tre differenti concerti daranno vita a un importante momento di confronto artistico e musicale e allo stesso tempo porteranno un fondamentale messaggio di collaborazione e condivisione tra realtà che perseguono la stessa missione. A simboleggiare questa condivisione d’intenti, al termine di ogni programma verrà eseguito dai cori riuniti un brano ispirato a Giacomo Puccini, composto per questo Festival da Mauro Zuccante.
L’auspicio, infine, è quello di lasciare il testimone a un’altra Fondazione lirica in modo che questa esperienza possa diventare itinerante e ciclica, ripetendosi ogni anno in una città diversa e invogliando quel “fare rete” così importante nel mondo culturale di oggi. Noi, come Accademia del Maggio, poniamo con questo Festival il primo seme di un progetto che mi auguro possa crescere e durare nel tempo”.
Il Festival è realizzato con il contributo del Ministero della Cultura, di SIAE, della Regione Toscana, della Confederazione Italiana Associazioni e Fondazioni per la Musica Lirica e Sinfonica, con il patrocinio di AGIS e ANFOLS. Sponsor dell’evento: Unicoop Firenze.
Il concerto sarà dedicato alla memoria di Giampaolo Vianello sovrintendente della Fenice dal 2001 al 2010, a cinque anni dalla scomparsa
Alfonso Caiani dirige Orchestra e Coro del Teatro La Fenice nel penultimo appuntamento della Stagione Sinfonica 2023-2024 della Fondazione Teatro La Fenice. Sabato 28 settembre ore 20.00 (turno S), e in replica – fuori abbonamento – domenica 29 settembre ore 17.00, le compagini veneziane guidate dal maestro del Coro del Teatro La Fenice eseguiranno il salmo in tre parti Le Roi David di Arthur Honegger, che sarà eseguito nella versione originale del 1921. Variato dunque il programma, che prevedeva inizialmente l’esecuzione dei Carmina burana di Carl Orff. Il concerto sarà dedicato alla memoria di Giampaolo Vianello, a cinque anni dalla scomparsa: Vianello fu sovrintendente della Fenice dal 2001 al 2010, e protagonista nei delicatissimi anni della ricostruzione del teatro veneziano dopo il rogo del 1996.
Arthur Honegger (1892-1955), fu membro del Gruppo dei Sei, il circolo musicale sorto a Parigi attorno al 1920 del quale facevano parte anche Darius Milhaud, Francis Poulenc, Germaine Tailleferre, Georges Auric e Louis Durey. Raccogliendo l’eredità di Erik Satie e supportati da artisti d’avanguardia come Jean Cocteau, i Sei, ciascuno con le proprie idee e inclinazioni, intendevano proporre uno stile musicale alternativo alle tendenze dominanti dell’Impressionismo musicale di Claude Debussy e del wagnerismo. Di Honegger è emblematico Pacific 231 per orchestra, un brano che imita il suono di una locomotiva a vapore. Ma un esempio altrettanto significativo della poetica innovativa del compositore è Le Roi David, pagina affascinante e di grande impatto nella quale l’autore combina diversi stili musicali e tecniche compositive, dal canto gregoriano al barocco, fino al jazz.
Honegger compose Le Roi David a Mézières, in Svizzera, nel 1921 come musica di scena per l’omonima pièce di René Morax. La trama, basata sulla narrazione biblica, racconta la storia del re Davide: dalla giovinezza come pastorello alle sue vittorie in battaglia, la relazione con Saul, l’ascesa al potere, l’adulterio, il lutto per la morte del figlio e infine la sua stessa morte. L’opera si compone di ventisette movimenti musicali costituiti da assoli vocali, cori e intermezzi strumentali. Un narratore fa da trait d’union tra un numero musicale e l’altro, raccontando la storia del re.
Composto su commissione in soli due mesi, Le Roi Daviddebuttò l’11 giugno 1921 al Théâtre du Jorat di Mézières, riscuotendo un grande consenso da parte della critica. La sua versione originale prevede un organico ridotto, quello commisurato alle forze disponibili nel teatro della cittadina svizzera: un piccolo ensemble di sedici musicisti. Nel 1923, stimolato dal successo della versione originale, Honegger riscrisse l’opera per un’orchestra di dimensioni tradizionali.
Il concerto di sabato 28 settembre 2024 sarà preceduto da un incontro a ingresso libero con il musicologo Roberto Mori, che dalle 19.20 alle ore 19.40 illustrerà il programma musicale nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice.
I biglietti per il concerto (da € 15,00 a € 90,00, ridotto abbonati da € 15,00 a € 60,00) sono acquistabili nella biglietteria del Teatro La Fenice e nei punti vendita Eventi Venezia Unica, tramite biglietteria telefonica (+39 041 2722699) e biglietteria online su www.teatrolafenice.it.