Sabato 2 novembre, alle ore 15.30 in sala Grande, l’ultima recita di “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini.

Sul podio il direttore principale Daniele Gatti; la regia è di Lorenzo Mariani.

In scena, nelle parti principali, Carolina López Moreno come Cio-Cio-San; Nicola Alaimo interpreta SharplessSuzuki è interpretata Marvic Monreal.

Il tenore Vincenzo Costanzo subentra nella parte di F. B. Pinkerton e taglia il traguardo di 330 recite sostenute nel corso della sua carriera

Sabato 2 novembre, alle ore 15.30, in Sala Grande, è in cartellone l’ultima recita di Madama Butterfly di Giacomo Puccini: lo spettacolo, accolto con grandissimo calore ed entusiasmo dal pubblico che ha affollato il Teatro in ognuna delle recite sino ad ora andate in scena. Sul podio, alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio, il direttore principale Daniele Gatti; la regia è curata da Lorenzo Mariani; il direttore del Coro è Lorenzo Fratini

Sul palcoscenico, nella parte della protagonista Cio-Cio-San, Carolina López Moreno.  Vincenzo Costanzo, reduce dal successo della Tosca che ha chiuso la programmazione lirica dello scorso 86º Festival del Maggio, interpreta F.B. Pinkerton, subentrando a Piero Pretti; Nicola Alaimo veste i panni del console Sharpless mentre Marvic Monreal è Suzuki. Goro e lo Zio Bonzo sono interpretati rispettivamente da Oronzo D’Urso, e Bozhidar BozhkilovMin Kim e Elizaveta Shuvalova vestono i panni del Principe Yamadori e di Kate Pinkerton; Davide Sodini è Il Commissario imperiale. Chiude il cast un nutrito gruppo di artisti del Coro del Maggio: Giovanni Mazzei è Lo zio Yakusidé; Egidio Massimo Naccarato è L’ufficiale del registro, Thalida Marina FogarasiPaola Leggeri e Nadia Pirazzini sono rispettivamente La zia, La cugina e La madre della protagonista Cio-Cio-San. 

Le scene sono di Alessandro Camera, i costumi di Silvia Aymonino e le luci di Marco Filibeck

Parlando del personaggio da lui interpretato e del suo ritorno al Maggio nel volgere di pochi mesi dopo la Tosca dello scorso giugno, Vincenzo Costanzo ha sottolineato le sue emozioni nel vestire nuovamente i panni di Pinkerton, personaggio chiave della sua carriera a cui ha dato voce in ben 329 occasioni in tutto il mondo prima di quest’ultima a Firenze: “Sono davvero felice di essere qui a Firenze dove dieci anni fa, nel febbraio del 2014, ho interpretato per la prima volta il ruolo di F.B. Pinkerton. Mi fu data questa possibilità all’età di 22 anni e ora ho nuovamente l’opportunità di portare in scena questo personaggio che mi ha accompagnato in tutta la mia carriera: quella del 2 novembre, mi sembra quasi incredibile, sarà quindi la 330ª volta che darò voce a Pinkerton. Ricordo ancora bene la mia prima produzione di Madama Butterfly con la direzione di Juraj Valčuha e la regia di Fabio Ceresa, con Fiorenza Cedolins nel ruolo di Cio-Cio-San; fu davvero una grandissima emozione. Ringrazio quindi la sovrintendenza e Daniele Gatti che mi hanno voluto: mi sento davvero onorato di essere di nuovo qui al Maggio e di prendere parte a questa magnifica produzione, con la direzione strepitosa del maestro Gatti, la bellissima regia di Lorenzo Mariani e dove dunque, più di 10 anni dopo, continuo il mio percorso ‘insieme’ a Pinkerton.” 

La locandina:

GIACOMO PUCCINI

MADAMA  BUTTERFLY

Tragedia giapponese in tre atti (da John L. Long e David Belasco)

Libretto di Luigi Illica  e Giuseppe Giacosa

Edizione: Edwin F. Kalmus & Co., Inc., Boca Raton, Florida

Nuovo allestimento del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro concertatore e direttore DANIELE GATTI

Regia LORENZO MARIANI

Scene Alessandro Camera

Costumi Silvia Aymonino

Luci Marco Filibeck

Madama Butterfly (Cio-Cio-San) Carolina López Moreno

Suzuki Marvic Monreal

Kate Pinkerton Elizaveta Shuvalova

F. B. Pinkerton Vincenzo Costanzo

Sharpless Nicola Alaimo

Goro Oronzo D’Urso

Il principe Yamadori Min Kim

Lo zio Bonzo Bozhidar Bozhkilov

Yakusidé Giovanni Mazzei

Il Commissario imperiale Davide Sodini

L’Ufficiale del registro Egidio Massimo Naccarato

La madre di Cio-Cio-San Nadia Pirazzini

La zia Thalida Marina Fogarasi

La cugina Paola Leggeri

ORCHESTRA E CORO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO

Maestro del Coro Lorenzo Fratini

Assistente regia Francesco Bonati

Aiuto scenografo Francesca Amato

Costumista collaboratrice Maria Antonietta Lucarelli

Assistente Light designer Jenny Cappelloni

Figuranti speciali Mengjie Yang, Zhiming Ouyang

Bambine Elena Tirinnanzi, Clelia Succu

Sopratitoli in italiano e inglese a cura di Prescott Studio, Firenze

A dicembre le étoile della danza a Verona per Il Lago dei cigni

Manni, Andrijashenko e Macario con il Ballo areniano per il gran finale di stagione
L’Orchestra di Fondazione Arena eseguirà le musiche di Čajkovskij diretta dal Maestro Päh

Il Lago dei cigni

Domenica 15 dicembre ore 15.30

Mercoledì 18 dicembre ore 19.00

Venerdì 20 dicembre ore 20.00

Domenica 22 dicembre ore 15.30

Teatro Filarmonico di Verona

Le stelle della danza, a Verona, per una produzione interamente firmata da Fondazione Arena. Dicembre sarà il mese del balletto. Nicoletta Manni, Timofej Andrijashenko e Alessandro Macario saranno i protagonisti del gran finale della Stagione 2024, che si chiude con Il Lago dei cigni di Čajkovskij.

Dal 15 al 22 dicembre, per quattro repliche, torna la danza sul palcoscenico del Teatro Filarmonico, a otto anni di distanza dall’ultimo spettacolo. Il titolo, dal 1877 tra i classici più belli di tutti i tempi, contiene pagine sinfoniche memorabili, scene e passi a due indimenticabili.

Lo spettacolo, una nuova produzione originale di Fondazione Arena, porterà a Verona nomi di assoluto prestigio internazionale. Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, étoile e primo ballerino del Teatro alla Scala, coppia d’arte e nella vita, nei cuori di tanti fan anche per un’indimenticabile proposta di matrimonio sul palcoscenico dell’Arena. Saranno rispettivamente Odette/Odile, ossia i due volti femminili di cigno bianco/cigno nero e il principe Siegfried, per quattro serate indimenticabili dal 15 al 22 dicembre. Accanto a loro ci sarà il mago Rothbart di Alessandro Macario, artista internazionale che dal Teatro San Carlo ha danzato in tutto il mondo, e il Ballo areniano.

Un debutto speciale anche sul podio. L’Orchestra di Fondazione Arena sarà diretta da Vello Pähn, direttore estone poliedrico, applaudito in tutti i principali palcoscenici della danza classica d’Europa, dall’Opéra di Parigi a Vienna e Monaco, già atteso a Londra, Berlino e alla Scala.

La produzione vedrà scene dipinte su disegni di Michele Olcese, direttore degli allestimenti scenici di Fondazione Arena, mentre la narrazione seguirà la classica coreografia di Evgenij Polyakov, ripresa per l’occasione da Enrica Pontesilli. Lo spettacolo durerà 2 ore e mezza, compreso un intervallo.

Il Lago dei cigni tornerà anche per la speciale notte di San Silvestro, martedì 31 dicembre alle 19.30, con un cast d’eccezione per una sola serata che sarà svelato a breve.

Biglietti in vendita al link www.arena.it/it/teatro-filarmonico, alla Biglietteria dell’Arena e, due ore prima di ogni spettacolo, alla Biglietteria del Filarmonico in via Mutilati.

Main sponsor della Stagione Artistica 2024 del Teatro Filarmonico è BCC Veneta.

GIOVANI E BAMBINI. Agli spettacoli integrali si aggiungeranno due appuntamenti targati ‘Arena Young’. L’anteprima di venerdì 13 dicembre, con le prove generali aperte agli studenti e agli universitari (su prenotazione all’indirizzo mail scuola@arenadiverona.it), e la versione ridotta nel pomeriggio di sabato 14 dicembre, già pressoché sold-out, che vedrà in scena i primi ballerini Rosa Pierro e Artem Sorochan, principal e solista all’Aalto Ballett di Essen, in Germania.

FILARMONICO 2025 E ABBONAMENTI. Fondazione Arena di Verona ricorda agli abbonati che fino al 12 novembre è possibile rinnovare gli abbonamenti già in essere, riservando il proprio posto per le Stagioni artistiche 2025. L’anno prossimo saranno sei i titoli d’opera e dieci gli appuntamenti sinfonici. Dal 13 novembre sarà possibile, invece, sottoscrivere nuovi abbonamenti e speciali carnet.  

BIGLIETTERIA ARENA DI VERONA Via Dietro Anfiteatro 6/b, 37121 Verona

Aperta da lunedì a venerdì 10.30-16.00 | sabato 9.15-12.45

Tel. 045 8005151

BIGLIETTERIA TEATRO FILARMONICO Via dei Mutilati 4/k, 37121 Verona

Aperta due ore prima dello spettacolo

Tel 045 8002880

biglietteria@arenadiverona.it

Call center (+39) 045 8005151

www.arena.it

Punti vendita TicketOne.it

CBO: CON “IL BAROCCO” SI CHIUDE LA RASSEGNA “LE ARMONIE DELL’ARTE”

Protagonisti gli storici dell’arte Cristina Acidini e Marco Carminati, insieme alla Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna guidata da Paolo Mancini, solista e concertatore 

Musiche di Lully, Corelli, Händel, Bach, Vivaldi

Lunedì 4 novembre alle 20.30 all’Auditorium Manzoni

È l’età della meraviglia, ma anche dell’inquietudine e della bizzarria quella a cui è dedicato l’ultimo appuntamento dal titolo “Il Barocco” della rassegna “Le Armonie dell’Arte”, in programma lunedì 4 novembre alle 20.30 all’Auditorium Manzoni. Ospiti per l’occasione saranno gli storici dell’arte Cristina Acidini e Marco Carminati; sul palco insieme a loro la Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna.

Acidini è la prima donna a ricoprire il ruolo di presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno (fondata nel 1563), oltre ad essere stata anche soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure e del Polo Museale fiorentino. È inoltre autrice di saggi sull’arte del Rinascimento. Accanto a lei Marco Carminati, esperto di storia della pittura e della miniatura rinascimentale e autore di diverse pubblicazioni. Ha lavorato all’inserto “Domenica” del Sole 24 Ore, di cui è stato anche caporedattore responsabile. Nel 2018 è stato nominato Accademico d’onore dell’Accademia di Belle Arti di Perugia e dal 2023 è vicepresidente degli Amici di Brera.

Sebbene segnato da guerre e divisioni, il periodo compreso tra la fine del Cinquecento e la metà del Settecento è caratterizzato da rivoluzioni in ogni ambito: in campo scientifico  con le «sensate esperienze» di Galileo Galilei e le intuizioni di Cartesio, Newton e Bacone; nell’arte con il linguaggio di artisti come Bernini, Rubens, Juvarra e Pietro da Cortona, nel complesso caratterizzato dalla «tensione dinamica, l’andamento curvilineo delle architetture, la proliferazione dell’ornamento e la dilatazione pittorica delle superfici» e da «un acuto senso della teatralità», che dalla Roma del primo Seicento si diffonde in Europa, in Asia e nelle Americhe.

Anche la musica è coinvolta in questo cambiamento, come testimoniano le pagine interpretate dalla Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna guidata per l’occasione da Paolo Mancini, solista e concertatore. Alla celebre Marche pour la cérémonie des Turcs di Jean-Baptiste Lully, si accostano il Concerto grosso in re maggiore, op. 6 n. 4 di Arcangelo Corelli – l’altro solista al violino è Marco Ferri – e l’aria Lascia ch’io pianga dall’opera Rinaldo di Georg Friedrich Händel nell’interpretazione del soprano Juana Shtrepi. Il mezzosoprano Aoxue Zu canta invece Erbarme dich, mein Gott dalla Passione secondo Matteo BWV 244 di Johann Sebastian Bach, e dello stesso compositore tedesco è anche il Concerto per violino n. 1 in la minore BWV 1041, di cui viene eseguito il primo movimento. Si torna poi in Italia con le note di Antonio Vivaldi: in programma l’Allegro molto dal Concerto per archi n. 4 in la maggiore RV 158 e il celeberrimo Concerto in sol minore”L’estate” RV 315 dalle Quattro Stagioni.

“Le Armonie dell’Arte” è una coproduzione tra Teatro Comunale di Bologna e Innovio, realizzata grazie al supporto di IllumiaPwC Italia e dei Centri di Consulenza Finanziaria di Bologna – Allianz Bank Financial Advisors. La rassegna è curata da Barbara Abbondanza, con la direzione artistica di Valentino Corvino e il coordinamento editoriale di Giovanni Carlo Federico Villa. Le creazioni video sono di Innovio Arts. 

Biglietti a 10 euro (Under30), 15 euro (Ridotto abbonati opera, sinfonica e danza) e 20 euro (intero) per il Settore 1; a 10 euro (Under30 e Ridotto abbonati opera, sinfonica e danza), 15 euro (intero) e 5 euro (studenti UNIBO) per il Settore 2; in vendita online sul sito del TCBO, sulla piattaforma TicketSms e presso la biglietteria del Teatro Comunale (Largo Respighi),  dal martedì al venerdì  dalle 12 alle 18 e il  sabato dalle 11 alle 15; il giorno dello spettacolo presso l’Auditorium Manzoni da 1 ora prima fino a 15 minuti dopo l’inizio.

LE TRE GRANDI ULTIME SINFONIE DI MOZART AL TEATRO MASSIMO DI PALERMO

DIRIGE L’ORCHESTRA FABIO BIONDI

Era l’estate del 1788 quando Mozart, nella sua ultima stagione creativa, componeva con sorprendente rapidità e maestria un gruppo di tre sinfonie: la Sinfonia n. 39 in Mi bemolle maggiore K543, la Sinfonia n. 40 in Sol minore K 550, e la Sinfonia n. 41 in Do maggiore K. 551, conosciuta come la “Jupiter”. Composizioni che esprimono tutto il magistero di una personalità matura, a soli 32 anni. Il Teatro Massimo ripropone le tre sinfonie domenica 3 novembre alle 20:30 per l’ultimo appuntamento della stagione sinfonica 2024, e ha chiamato a dirigerle, sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo un palermitano di fama internazionale come il maestro Fabio Biondi.

Il concerto prende le mosse dalla Sinfonia n.39 in mi bemolle maggiore K 543, la prima ad essere composta e, come le altre, probabilmente eseguita in pubblico solo dopo la morte del compositore. Un capolavoro che mostra tutta la grandezza di Mozart nella creazione di musica orchestrale e la sua capacità di combinare melodie eleganti con una strumentazione brillante: dall’introduzione del primo movimento con il suo tema maestoso e solenne, fino alla delicatezza del movimento lento, e alla vitalità del finale. Segue la celebre Sinfonia n. 40 in Sol minore K 550, forse tra le sue opere più ammirate ed eseguite e una delle poche sinfonie di Mozart in tonalità minore. “Dotata di “leggerezza e grazia greca” – come Robert Schumann la definì – e apprezzata anche da Beethoven al quale, si dice, probabilmente ispirò la composizione del terzo movimento della sua Quinta Sinfonia. Chiude il concerto la Sinfonia n. 41 in Do maggiore K 551, la più lunga e complessa tra le sinfonie mozartiane, poi battezzata Jupiter, come il più grande dei pianeti del sistema solare, probabilmente dall’impresario londinese Salomon che, dopo aver assicurato la carriera inglese di Haydn, si adoperò anche per far conoscere a Londra le composizioni di Mozart.

Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo dirige il Maestro Fabio Biondi, direttore d’orchestra e violinista dalla carriera internazionale. Nato a Palermo, ha iniziato la sua carriera molto giovane, e ha collaborato quale primo violino con i più famosi ensemble specializzati nell’esecuzione di musica antica con strumenti e prassi esecutiva originali. Nel 1989 ha fondato Europa Galante che grazie a un’intensa attività concertistica estesa in tutto il mondo e a un incredibile successo discografico, è divenuto l’ensemble italiano specializzato in musica antica più famoso e più premiato in campo internazionale. Con Europa Galante è invitato nei più importanti Festival e nelle sale da concerto più famose del mondo, dal Teatro alla Scala di Milano all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, dalla Suntory Hall di Tokio al Concertgebouw di Amsterdam, dalla Royal Albert Hall di Londra al Musikverein a Vienna, dal Lincoln Center di New York alla Sydney Opera House. Oggi incarna il simbolo della perpetua ricerca di uno stile libero da condizionamenti dogmatici e interessato alla ricerca del linguaggio originale. Questa inclinazione lo porta a collaborare in veste di solista e direttore con orchestre quali: Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, Chicago Symphony Orchestra, Opera di Halle, Orchestra da Camera di Zurigo, Orchestra da Camera di Norvegia, Orchestra del Mozarteum di Salisburgo, Mahler Chamber Orchestra. Nelle ultime stagioni, in qualità di solista, si è esibito al Théâtre de la Ville di Parigi, alla Reading Concert Hall e al Kings Place di Londra con le Sonate e Partite di Bach, pubblicate per Naïve nel 2022.

ESA-PEKKA SALONEN ALL’OPERA DI ROMA CON LA PHILHARMONIA ORCHESTRA

Giovedì 7 novembre alle ore 20.00 il direttore finlandese è protagonista di un concerto straordinario al Costanzi. In programma musiche di Bartók e Sibelius 

Prima tappa della tournée in Italia della prestigiosa orchestra inglese

Dopo più di dieci anni, Esa-Pekka Salonen torna al Costanzi con un programma dedicato a due compositori pionieri della riscoperta del folklore musicale, Béla Bartók e Jean Sibelius. Giovedì 7 novembre, ore 20.00, il musicista finlandese dirige la Philharmonia Orchestra di Londra – di cui è stato direttore principale dal 2008 al 2021 e di cui è attualmente direttore onorario – in una data straordinaria all’Opera di Roma. L’ultima volta al Costanzi con la Philharmonia Orchestra risale al 2013. In questa nuova occasione – prima delle tre tappe della tournée in Italia della compagine inglese, a cui seguono Lucca (Teatro del Giglio) l’8 novembre e Milano (Teatro alla Scala) il 9 novembre – Salonen accosta il Concerto per orchestra di Bartók, tra i brani che consacrarono il compositore ungherese al pubblico americano e poi europeo, ricco di asimmetrie ritmiche e di motivi ispirati alla tradizione popolare magiara, alla Sinfonia n. 1 di Sibelius, espressione, con il suo susseguirsi di soli agli archi e ai legni, di quella raffinata capacità di elaborazione tematica che ha reso Sibelius uno dei migliori sinfonisti del suo tempo. Il concerto di Esa-Pekka Salonen e la Philharmonia Orchestra è la prima delle sei proposte sinfoniche della Stagione 2024/25 dell’Opera di Roma e precede l’inaugurazione ufficiale del Costanzi, che si apre il 27 novembre con il Simon Boccanegra di Verdi firmato da Richard Jones e diretto da Michele Mariotti. 

Compositore e direttore d’orchestra finlandese, Esa-Pekka Salonen è attualmente direttore musicale della San Francisco Symphony e direttore onorario della Philharmonia Orchestra di Londra, della Los Angeles Philharmonic e della Swedish Radio Symphony Orchestra. Precedentemente, è stato anche direttore principale dell’Orchestra della Radio Svedese e direttore dell’Helsinki Festival, città in cui è nato. Vanta collaborazioni con le maggiori orchestre al mondo e numerose tournée internazionali, dall’Europa al Giappone. Apprezzato per le sue interpretazioni di musica contemporanea, il suo repertorio comprende musiche di Berlioz, Ligeti, Schönberg, Šostakovič e Stravinskij. Ampia anche la sua carriera discografica: tra le incisioni più recenti si ricordano i tre Concerti per pianoforte di Béla Bartók con la San Francisco Symphony e, con la Philharmonia Orchestra, entrambe di Bartók, il Mandarino miracoloso e la Suite di danze. Ha ottenuto diversi riconoscimenti: tra questi nel 1993 quello dell’Accademia Chigiana – è stato il primo direttore a riceverlo – e quello della Royal Philharmonic Society Opera, nel 1995. Tra i più recenti, nel 2020, la nomina di Cavaliere Onorario Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico (KBE) ricevuta dalla Regina Elisabetta II. 

La Philharmonia Orchestra è una delle grandi orchestre del panorama mondiale, che unisce eccellenza e innovazione per perseguire l’obiettivo di creare l’esperienza orchestrale del futuro. Il direttore d’orchestra finlandese Santtu-Matias Rouvali ha preso il testimone come Direttore principale nel 2021 e Marin Alsop lo ha raggiunto come Direttore principale ospite nel 2023. Fondata nel 1945 dal produttore dell’etichetta discografica EMI Walter Legge come orchestra di registrazione, vanta una storia di collaborazioni con importanti personalità artistiche quali Otto Klemperer, Herbert von Karajan, Riccardo Muti, Esa-Pekka Salonen e Christoph von Dohnányi, e ha presentato in prima mondiale composizioni di Richard Strauss, Sir Peter Maxwell Davies, Kaija Saariaho e molti altri. Residente dal 1995 presso la Royal Festival Hall nel cuore di Londra, l’Orchestra collabora con alcuni dei più importanti musicisti internazionali – i nomi per la Stagione 2024/25 includono il pianista Nikolai Lugansky e i direttori Herbert Blomstedt e Riccardo Muti, che fa il suo atteso ritorno alla Philharmonia – ed è ospite delle sale da concerto più importanti al mondo, da Vienna a Tokyo, da New York a San Paolo. Fin dalla sua nascita ha investito nelle più avanzate tecnologie emergenti, al fine di proporre al pubblico esperienze musicali di altissima qualità. Il suo ampio catalogo comprende infatti molte registrazioni di riferimento, esecuzioni in streaming e colonne sonore di centinaia di film e videogiochi. 

Oltre a questo appuntamento, nella Stagione 2024/25 dell’Opera di Roma sono in programma altri cinque concerti sinfonici. L’8 dicembre Michele Mariotti dirige l’Entr’acte n. 3 di Franz Schubert dal dramma Rosamunde, il ciclo dei Kindertotenlieder di Mahler e la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 Eroica di Beethoven. Il concerto prevede la partecipazione straordinaria di Sergio Rubini che legge testi di Giacomo Leopardi. Sabato 22 marzo 2025, invece, Mariotti propone Ein deutsches Requiem di Brahms, affiancato dal soprano Carolina López Moreno e dal baritono Derek Welton. Il 28 aprile, il Costanzi ospita l’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori che, diretta da Ignazio Maria Schifani, propone La gloria di primavera di Alessandro Scarlatti in occasione dei trecento anni della morte del compositore. Un progetto del Ministero dell’Università e Ricerca in collaborazione con il Conservatorio di Palermo. Il 10 maggio 2025, James Conlon dirige la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Šostakovič e la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Beethoven. La programmazione sinfonica si chiude il 26 settembre 2025, con il debutto di Diego Ceretta all’Opera di Roma con il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77 di Brahms – violino solista Marc Bouchkov – e la Sinfonia n. 7 in re minore op. 70 di Dvořák.

STAGIONE 2024/25 DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA 

Esa-Pekka Salonen

Philharmonia Orchestra

CONCERTO STRAORDINARIO 

Direttore Esa-Pekka Salonen

Concerto per orchestra 

Béla Bartók

Sinfonia n. 1 in mi minore 

Jean Sibelius

TEATRO COSTANZI

giovedì 7 novembre ore 20.00

CREDITO FOTOGRAFICO : Benjamin Suomela

PARSONS DANCE INAUGURA LA STAGIONE DI DANZA 2024-2025 DEL TEATRO CELEBRAZIONI

La compagnia statunitense a Bologna con il nuovo tour Balance of Power

In programma anche due prime esecuzioni europee

Giovedì 7 novembre, ore 21.00

È la compagnia internazionale Parsons Dance ad aprire il cartellone 2024-2025 dedicato alla danza del Teatro Celebrazioni di BolognaGiovedì 7 novembre alle ore 21.00 il corpo di ballo newyorkese farà tappa nella città felsinea con il nuovo tour italiano Balance of Power, un programma che racchiude amati classici del suo repertorio e inedite produzioni presentate per la prima volta in Europa.

Parsons Dance è stata fondata nel 1985 dal coreografo David Parsons – considerato dal New York Magazine «uno dei più grandi protagonisti della danza moderna» – e dal pluripremiato lighting designer Howell Binkley, vincitore, tra gli altri, di un Tony Award per il musical di Broadway Hamilton.

La compagnia è una delle poche che, oltre a essersi affermate in tutto il mondo con successo sempre rinnovato, è riuscita a lasciare un segno nell’immaginario contemporaneo e a creare coreografie divenute veri e propri “cult” della danza a livello globale. I suoi spettacoli sono andati in scena in oltre 445 città, in 30 Paesi nei cinque continenti e nei più importanti teatri e festival internazionali, tra cui The Kennedy Center for the Performing Arts di Washington, Sydney Opera House, Maison de la Danse di Lione, Teatro La Fenice di Venezia e Teatro Municipal di Rio de Janeiro.

Due sono i pezzi coreografici proposti in prima esecuzione europea. Il primo è Juke, commissionato a Jamar Roberts, già ballerino dell’American Dance Theatre di Alvin Ailey e coreografo residente: un omaggio a Spanish Key, tratto dall’album Bitches Brew del leggendario musicista jazz Miles Davis, e agli anni Settanta, con le forme psichedeliche che creano una cornice per far risaltare il talento dei singoli danzatori. Il secondo, The Shape of Us, ruota ancora attorno alla musica. Si tratta dell’ultima creazione di David Parsons: un viaggio dall’alienazione alla connessione con le melodie del gruppo elettronico sperimentale Son Lux, guidato da Ryan Lott, che ha ricevuto una nomination all’Oscar per la colonna sonora del film Premio Oscar 2023 Everything Everywhere All At Once. I ballerini si esplorano scoprendo la reciproca bellezza e i loro legami comunitari.

Seguono quattro balletti di repertorio della Parsons Dance, tre dei quali coreografati da David Parsons. Tutte le creazioni diParsons portano il segno di una straordinaria teatralità e di un lavoro fisico che si trasforma in virtuosismo e leggerezza, prima tra tutte Caught (1982), definita dalla critica «una delle più grandi coreografie degli ultimi tempi». Si tratta di un assolo mozzafiato sulle note di Let The Power Fall di Robert Fripp, nel quale il danzatore sembra sospeso in aria grazie a un gioco di luci stroboscopiche. Balance of Power, che dà anche il titolo al tour, è un assolo di grande successo. Creato nel 2020 durante la pandemia e in collaborazione con il compositore e percussionista italiano Giancarlo De Trizio, il pezzo evidenzia l’intrigante equilibrio di potere tra musicista, danzatore e coreografo. Ogni movimentoha un suo corrispettivo sonoro ed è perfettamente accordato a uno specifico suono delle percussioni, dall’inizio in sordina fino al frenetico finale. Whirlaway, che mette in luce l’affascinante visione artistica di Parsons, è stato commissionato nel 2014 per celebrare Allen Toussaint, il fenomeno musicale di New Orleans. Sulle note che spaziano dal rock al blues, passando per il jazz, la coreografia è un continuo alternarsi di assoli, passi a due, a quattro, a sei, a otto, con coppie che si rimescolano continuamente, come se si divertissero spensieratamente in una danza giocosa.

Takademe (1996) è invece un assolo creato da Robert Battle ai tempi in cui era ballerino della compagnia e mescola umorismo e movimento acrobatico in una decostruzione accorta dei ritmi della danza indiana Kathak; forme chiare e salti propulsivi imitano le sillabe ritmiche vocalizzate della partitura sincopata di Sheila Chandra.

Protagonisti sul palco Zoey Anderson, Megan Garcia, Téa PérezLuke Romanzi, Joseph CyranskiJustine DeliusJoanne HwangLuke Biddinger, Emerson Earnshaw.

Riconosciuta universalmente per la sua danza energica, acrobatica e corale, Parsons Dance ha da sempre raggiunto un vasto pubblico. L’elevata preparazione atletica dei ballerini, guidata dalla maestria di David Parsons nel dare anima alla tecnica, è stata, sin dagli esordi, tra gli elementi distintivi della compagnia.

PREZZI BIGLIETTI: Intero € 38,00 – Ridotto € 35,00 – Under 29 € 32,00

I biglietti sono acquistabili online e nei punti vendita autorizzati sui circuiti Vivaticket e TicketOne, e presso la biglietteria del Teatro Celebrazioni (https://bit.ly/parsonsdance24WEB).

La biglietteria del Teatro Celebrazioni è aperta dal martedì al sabato dalle ore 15 alle ore 19 e nei giorni di spettacolo a partire da un’ora prima dell’inizio (Via Saragozza 234, Bologna | Tel: 051.4399123 | E-mail: info@teatrocelebrazioni.it).

Il pubblico potrà prenotare per una cena o un aperitivo al Celebrazioni Bistrot, nel foyer del Teatro, a cura del Ristorante Biagi e del cocktail bar 10 Codivilla, aperto da un’ora e mezza prima dell’inizio dello spettacolo.

Info e prenotazioni: +39 329 8120861.

L’Orchestra dell’Opera Carlo Felice invitata all’Opéra de Monte-Carlo per La rondine di Puccini in forma di concerto, dirige Giacomo Sagripanti

Mercoledì 30 ottobre 2024, ore 20.00

Opéra de Monte-Carlo

Prosegue il progetto internazionale che vede l’Opera Carlo Felice Genova sempre più presente sul panorama europeo e statunitense. Dopo i successi delle tournée a Muscat (Oman) con A Midsummer Night’s Dream dello scorso febbraio e a New York nell’ambito di A Bridge of Music l’8 e il 9 ottobre 2024, l’Orchestra dell’Opera Carlo Felice è stata invitata dall’Opéra de Monte-Carlo a prendere parte mercoledì 30 ottobre all’esecuzione in forma di concerto de La rondine di Giacomo Puccini, opera che ebbe la sua prima rappresentazione proprio a Monte Carlo nel 1917. L’esecuzione si svolge nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della morte di Puccini (1858 -1924), l’Orchestra del Carlo Felice e il Coro dell’Opéra de Monte-Carlo (preparato da Stefano Visconti) saranno diretti da Giacomo Sagripanti.

Solisti: Pretty Yende (Magda), Deanna Breiwick (Lisette), Charles Castronovo (Ruggero), Juan Francisco Gatell (Prunier), Roberto De Candia (Rambaldo), Marta Pluda (Bianca), Valentina Corò (Suzy), Aleksandrina Mihaylova (Yvette), Przemyslaw Baranek (Périchaud / Rabonnier), Vincenzo Di Nocera (Gobin), Stefano Arnaudo (Crébillon /Un maggiordomo), Chiara Iaia (Georgette), Rossella Antonacci (Gabriella), Federica Spatola (Lolette), Pasquale Ferraro (Adolfo / Studente / Un giovane), Galia Bakalov (Un cantante).

Dichiara il Sovrintendente: «L’invito dell’Orchestra dell’Opera Carlo Felice all’Opéra de Monte-Carlo è motivo di grande orgoglio per la Fondazione, che continua a perseguire un progetto di internazionalizzazione sempre più esteso e a consolidare il rapporto con prestigiose Istituzioni, nella condivisione di valori culturali e artistici che vedono le  nostre maestranze in primo piano. L’esecuzione de La rondine di Puccini in occasione del centenario della morte del compositore si pone inoltre in continuità con le rappresentazioni di Madama Butterfly e La bohème che la Fondazione ha proposto al proprio pubblico con un caloroso riscontro nei i mesi di gennaio e aprile 2024, a celebrare uno dei più importanti nomi della storia dell’opera italiana».

Per ulteriori informazioni: www.opera.mc e www.operacarlofelicegenova.it

La storia dell’Orchestra dell’Opera Carlo Felice inizia nei primi anni del ‘900; l’attività sinfonica e operistica è da allora continuativa. Con un repertorio che spazia dal Seicento alla musica contemporanea, la compagine si distingue per produttività e versatilità. Sul podio si avvicendano direttori di rilevanza internazionale, per citarne solo alcuni: Victor De Sabata, Igor Stravinsky, Franco Capuana, Sergiu Celibidache, Hermann Scherchen, Claudio Abbado, Alceo Galliera, Carlo Maria Giulini, Riccardo Muti, Georges Prêtre, Mstislav Rostropovič, Gianandrea Gavazzeni, Daniel Oren, Antonio Pappano, Christian Thielemann, Daniele Gatti, Gennadij Roždestvenskij, Bruno Campanella, Zubin Mehta, Nello Santi, Sir Neville Marriner, Kirill Petrenko, Hartmut Haenchen, Vladimir Fedoseev, Andrea Battistoni, Fabio Luisi (Direttore onorario), Donato Renzetti (Direttore emerito). Dal 2022 Riccardo Minasi è il Direttore musicale. Numerose sono le incisioni registrate al Teatro Carlo Felice, in particolare di produzioni liriche, per etichette quali Deutsche Grammophon, Decca, Sony, TDK, Rai-Trade, Nuova Era Records, Arthaus Musik, Dynamic, Bongiovanni, Denon/Nippon Columbia e BMG-Ricordi. L’alto livello artistico consolidato negli anni le consente di prendere parte a manifestazioni di grande prestigio quali il Festival dei Due Mondi di Spoleto, il Ravello Festival, il Festival di musica sacra Anima Mundi di Pisa, e d’esibirsi in importanti sedi nazionali e internazionali quali il Parco della Musica di Roma, il Teatro degli Arcimboldi di Milano, l’Auditorium della Conciliazione di Roma, il Teatro dal Verme di Milano, la Royal Opera House di Muscat, la Astana Opera, il Mariinskij Concert Hall, la Basilica di S. Francesco ad Assisi.

La vita è sogno di Gian Francesco Malipiero al Teatro Malibran chiude la Stagione Lirica e Balletto 2023-24 del Teatro La Fenice

La vita è sogno di Gian Francesco Malipiero chiude la Stagione Lirica e Balletto 2023-2024 della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia. Da tempo attesa sul palcoscenico lagunare, sarà proposta in occasione dell’ottantesimo anniversario della prima rappresentazione veneziana, in un nuovo allestimento con la regia di Valentino Villa, le scene di Massimo Checchetto, i costumi di Elena Cicorella e il light design di Fabio Barettin, e con la direzione musicale di Francesco Lanzillotta alla testa di Orchestra e Coro del Teatro La Fenice.

L’opera andrà in scena al Teatro Malibran il 31 ottobre, 3, 5, 7, 10 novembre 2024.

                Suddivisa in tre atti e quattro quadri, su un libretto che è in sostanza una libera traduzione e riduzione dello stesso Malipiero  dal dramma filosofico-teologico spagnolo (1635) di Pedro Calderón de la Barca, l’opera appartiene a una fase creativa del musicista veneziano che si distingue all’interno della sua copiosa produzione operistica: se quest’ultima è generalmente caratterizzata dal rifiuto delle convezioni drammaturgico-musicali dell’opera ottocentesca e dalla predilezione per la Commedia dell’Arte, La vita è sogno – insieme ad altre opere, nate tra il 1936 e il 1943 e tratte da grandi ‘classici’ del teatro – rappresenta una «parentesi lirica», come la definì l’autore stesso, un avvicinamento all’opera lirica tradizionale testimoniato da un limitato recupero del recitativo e da uno sviluppo coerente dell’azione. Permane, comunque l’articolazione ‘a pennelli’ giustapposti tipica della musica di Malipiero.

La composizione risale al 1941 ma la partitura debuttò in prima rappresentazione assoluta all’Opernhaus di Breslavia il 30 giugno 194,3 per approdare a Venezia l’anno dopo, nell’aprile del 1944.

                Così, il regista Valentino Villa, illustra alcuni degli elementi chiave alla base del suo allestimento: «Nella didascalia iniziale dell’opera si legge: “Senza luogo né tempo in un mondo di fantasia”. Mi sono interrogato molto su queste parole, e ho infine concluso che in realtà il sogno e la fantasia non stessero così bene insieme. Dunque ho preferito privilegiare il primo alla seconda, per cui lo spettacolo si colloca in una zona “senza luogo né tempo”, nell’astrazione di un’epoca storica che, in fondo, è un’astrazione più che una citazione e inscritta nelle logiche proprie del sogno. Quello che abbiamo immaginato con Massimo Checchetto è un apparato scenografico che dà la possibilità di fluire tra i quadri che mano a mano si giustappongono, come è caratteristico in questa opera di Malipiero. Un apparato che  però rimane in una forma meno connotata e più astratta. Dall’altro lato ho chiesto a Elena Cicorella di lavorare sui costumi richiamando un ipotetico Seicento, anche se in un contesto non del tutto definito che può andare dalla Spagna ai Fiamminghi. La macchina scenografica è perciò più astratta rispetto all’elemento del costume, e prende i luoghi che vengono nominati all’interno del libretto come delle indicazioni, delle funzioni, per cui vengono riprese delle forme che sono ovviamente legate alla torre, ma anche alla torre come pozzo, come alto e basso. Il dispositivo scenico contiene degli elementi di dinamica e di meccanica legati al flusso, al sogno dunque, e che citano, anche visivamente, uno strumento che il principe lega alla figura del padre: un sestante, lo strumento, appunto, che misura l’angolo di elevazione di un corpo celeste sopra l’orizzonte».

                «La raffinatezza con cui Malipiero tratta la massa orchestrale – spiega il direttore d’orchestra Francesco Lanzillotta – raggiunge qui vette altissime; l’attenzione al dettaglio è notevole, molte sono inoltre le indicazioni scritte su come il particolare strumento deve suonare un certo passaggio. Ciò che colpisce però è un’orchestrazione in cui l’orchestra diventa la somma di tanti ensemble cameristici. Rari sono infatti i momenti in cui tutte le sezioni suonano contemporaneamente. È evidente che Malipiero prediliga il timbro puro dello strumento o di una sezione strumentale, così come la plasticità di un’orchestra che lavora per sottrazione».

                Nel prestigioso cast di questo nuovo allestimento della Vita è sogno figurano Riccardo Zanellato interprete del re; Leonardo Cortellazzi in quello del principe, suo figlio; Francesca Gerbasi sarà Estrella, nipote del re; Levent Bakirci sarà impegnato nel doppio ruolo di Don Arias, nipote del re e di uno della folla; Simone Alberghini sarà Clotaldo; Veronica Simeoni, Diana; Enrico Di Geronimo sarà infine il servo di Diana e uno scudiero del re.

Maestro del Coro Alfonso Caiani.

                Ecco il dettaglio delle recite con orari e turni di abbonamento: giovedì 31 ottobre 2024 ore 19.00 (turno A); domenica 3 novembre ore 15.30 (turno B); martedì 5 novembre ore 19.00 (turno D); giovedì 7 novembre ore 19.00 (turno E); domenica 10 novembre ore 15.30 (turno C).

Le recite del 31 ottobre e del 5 novembre fanno parte dell’iniziativa La Fenice per la città realizzata in collaborazione con il Comune di Venezia; quelle del 3, 7 e 10 novembre fanno parte della Fenice per la città metropolitana, in collaborazione con la Città Metropolitana di Venezia.

Per informazioni www.teatrolafenice.it

AL COMUNALE NOUVEAU I “CARMINA BURANA” DI ORFF DIRETTI DA MARCO ANGIUS

Solisti Maria Eleonora Caminada, Marco Ciaponi e Tamon Inoue

Giovedì 31 ottobre e sabato 2 novembre alle 20, e domenica 3 novembre alle 16 

Tra le pagine più amate e conosciute del Novecento, i Carmina Burana di Carl Orff arrivano al Comunale Nouveauper la Stagione d’Opera 2024 del TCBO.

A dirigere tutte le compagini della Fondazione lirico-sinfonica felsinea – Orchestra, Coro e Coro di Voci Bianche – torna Marco Angius, bacchetta di riferimento per il repertorio del Ventesimo secolo e contemporaneo. La cantata scenica – in programma nelle serate di giovedì 31 ottobre e sabato 2 novembre alle 20 e nel pomeriggio di domenica 3 novembre alle 16 – vede come solisti il soprano Maria Eleonora Caminada, il tenore Marco Ciaponi e il baritono giapponese Tamon Inoue. A istruire il Coro e il Coro di Voci Bianche del TCBO sono rispettivamente Gea Garatti Ansini e Alhambra Superchi. L’esecuzione è accompagnata dalle creazioni video di Innovio Arts.

Direttore artistico e musicale dell’Orchestra di Padova e del Veneto, Angius è salito sul podio dell’Ensemble Intercontemporain, della Tokyo Philharmonic e dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai; recentemente ha guidato l’Orchestra del Comunale nel dittico Dido and Aeneas (Didone ed Enea) di Purcell e Die sieben Todsünden (I sette peccati capitali) di Weill.

Carmina Burana – che hanno come titolo originale Cantiones profanae cantoribus et choris cantandae, comitantibus instrumntis atque imaginibus magicis – furono terminati da Orff nel 1936.Strutturati in un prologo, cinque parti e un finale, sono basati su 24 canti medievali goliardici in latino, francese antico e alto tedesco medio tratti dal Codex Buranus, proveniente dall’abbazia di Benediktbeuern in Baviera. Il compositore tedesco ne venne a conoscenza nel 1934, rimanendone stregato, tanto che – secondo le sue stesse parole – «incominciò un vagliare e cercare, un trovare e gettar via finché ogni particolare del gran mucchio venne a delinearsi sempre meglio». Nonostante esponenti del regime nazista li stroncarono inizialmente per la «Stimmung jazzistica» (umore jazzistico), i «testi incomprensibili nella loro veste linguistica» e «uno stile musicale lapidario», dopo la prima esecuzione a Francoforte nel 1937 i Carmina Burana piacquero da subito al pubblico, e furono regolarmente eseguiti dalla metà degli anni Quaranta (la prima italiana si tenne al Teatro alla Scala il 12 ottobre 1942). Celeberrima, anche per il suo utilizzo in ambito cinematografico e pubblicitario, è l’invocazione alla sorte “O Fortuna” cantata dal coro, che apre e chiude l’opera.

La musica è accostata alle creazioni video appositamente realizzate per lo spettacolo da Innovio Arts, che uniscono – attraverso la tecnica della video-creazione digitale – l’iconografia del “Codex Buranus” e di altri codici medievali con la raffigurazione fantastica che il cinema coevo di Orff dà del Medioevo. La narrazione avvolge testo e musica in un immaginario originale fatto di giochi visivi che non fanno che accrescere l’impatto emotivo di questo capolavoro del Novecento.

Presenting Partner dello spettacolo, e ancora una volta vicina al Teatro, è Alfasigma.

Le recite saranno precedute – circa 45 minuti prima dell’inizio – da una breve presentazione nel Foyer del Comunale Nouveau. 

Ultimissimi posti disponibili presso la biglietteria del Teatro Comunale (Largo Respighi, 1).

OTTAVIO DANTONE TRA CLASSICISMO E NEOCLASSICISMO ALL’AUDITORIUM RAI “A.TOSCANINI”

Con l’Orchestra Rai e Luca Milani solista nel Concerto per clarinetto di Mozart

Torna sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Ottavio Dantone, uno dei più apprezzati interpreti di oggi di musica antica e non solo. Il concerto è in programma mercoledì 30 ottobre 2024 alle ore 20.00 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino,è trasmesso in diretta su Rai Radio3 e in live streaming su raicultura.it. Replica giovedì 31 ottobre alle 20.30.

Nato musicalmente come clavicembalista e poi salito sui podi più prestigiosi del mondo, dalla Scala al Festival di Salisburgo, passando per i Proms di Londra, Dantone è uno dei “direttori di famiglia” dell’Orchestra Rai, che lo ospita regolarmente per più di un programma a stagione. In quella in corso tornerà anche venerdì 18 aprile 2025 per il Concerto di Pasqua, per interpretare Le ultime sette parole di Cristo sulla Croce di Franz Joseph Haydn.

La serata del 30 e 31 ottobre invece si apre con la Sinfonia n. 1 in re maggiore op. 25 detta “Classica” di Sergej Prokof’ev. Un esempio di neoclassicismo novecentesco che il compositore scrisse nel 1917 guardando soprattutto al modello di Haydn, oltre che a quello di Mozart. La Sinfonia Classica è stata eseguita per la prima a volta nel 1918 a Leningrado sotto la direzione dello stesso Prokof’ev, che dopo due settimane dalla prima lasciò la Russia per espatriare in America.

Segue il Concerto per clarinetto e orchestra in la maggiore KV 622 di Wolfgang Amadeus Mozart, affidato al primo clarinetto dell’Orchestra Rai Luca Milani, impegnato in veste di solista. Composto nel 1791, anno della scomparsa di Mozart, il lavoro è l’unica pagina concertistica scritta per clarinetto dal compositore. Nato su commissione dell’amico Anton Stadler, nonostante sia stato creato quando l’autore era ormai allo stremo delle sue forze, il brano è decisamente lontano dalla furia emotiva del Requiem,estremo e incompiuto lascito mozartiano, ed è piuttosto caratterizzato da un senso di pace, vicino forse alla rassegnazione. Il concerto è particolarmente amato dal pubblico, anche per l’utilizzo nella colonna sonora del film Out of Africa (La mia Africa)di Sydney Pollack, che ne ha reso celeberrimo il secondo movimento.

Chiude la serata la Sinfonia n. 100 in sol maggiore di Franz Joseph Haydn detta “Militare”. Scritta ed eseguita per la prima volta nel 1794 all’Hanover Square Rooms di Londra, nel giorno del 72esimo compleanno dell’autore, la Sinfonia è caratterizzata da un piglio militaresco, riscontrabile nell’uso di ritmi di marcia, nelle melodie esotiche e nell’impiego di strumenti tipici delle parate militari, quali timpani e gran cassa.

I biglietti, da 9 a 30 euro, sono in vendita presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino e online sul sito dell’OSN Rai. Informazioni: 011.8104653 – biglietteria.osn@rai.it – www.osn.rai.it.