Gabriele Ferro inaugura i concerti del Teatro Massimo di Palermo

Sul podio dell’Orchestra del Teatro con musiche di Webern e Beethoven

e la prima esecuzione di una composizione del direttore musicale onorario

L’appuntamento al Teatro Massimo per l’inaugurazione della stagione dei concerti, è giovedì 5 dicembre alle 20.30 con il Maestro Gabriele Ferro e con l’Orchestra del Teatro, di cui è direttore musicale onorario. La prima parte del concerto è dedicata alla musica del Novecento con una sintesi veloce sulla musica colta degli ultimi 150 anni e la grande “invenzione” della dodecafonia.

Il programma prende le mosse dall’esecuzione della Fuga (ricercata) a sei voci dall’Offerta Musicale di J. S. Bach, nella trascrizione per orchestra di Anton Webern, e prosegue con la Sinfonia op. 21 sempre di Webern. Chiude la prima parte, l’esecuzione in prima assoluta di Sintropia 2, una composizione di Gabriele Ferro dalla raccolta Il Lai dell’Universo, una ricerca musicale dell’ordine che si trova nel mondo e che il compositore è in grado di scoprire e trasmettere all’ascoltatore. Sintropia è infatti il fenomeno opposto all’entropia, la tendenza, tipica dei sistemi biologici, di cercare il massimo ordine e la massima differenziazione: all’opposto l’entropia è un fenomeno fisico di tendenza all’uniformità e al disordine. Ad assistere Ferro nella preparazione del concerto, il maestro Elia Andrea Corazza, allievo e assistente prediletto dei corsi dell’Accademia di Fiesole. 

“A proposito del mio lavoro – dice Gabriele Ferro – negli anni Sessanta-Settanta si è raggiunto, a mio avviso, il limite possibile della musica colta. Il processo armonico durato secoli, si è esaurito (ma anche tra l’altro il rapporto con gli ascoltatori) … Questo suono unico non segue più la poetica, l’estetica e gli “schemi” della musica colta occidentale, pur derivando da essa. Questa “vibrazione-suono” è l’equivalente sonoro di un plasma, magma in movimento. È il “concetto sonoro” dello spazio tempo che si deforma in alcuni punti, creando un cambiamento uditivo. Un suono unico, un silenzio al cui interno accadono eventi.”

Chiude il concerto l’esecuzione della Sinfonia n.1 in Do maggiore op. 21 di Ludwig van Beethoven, composta tra il 1799 e gli inizi del 1800 e considerata un magnifico ponte tra la produzione di Haydn e Mozart da una parte e i successivi lavori del compositore di Bonn dall’altra. Oltre che un esempio di arditezza e originalità per l’epoca. Con questa prima sinfonia (non a caso anche la Sinfonia di Webern ha 21 come numero di opus) Beethoven apre una nuova strada che influenzerà tutti i compositori dopo di lui: ad esempio, il minuetto, pur conservandone il nome, viene sostituito da uno scherzo, non più una forma di danza ma di musica astratta, dal carattere più incisivo.

Gabriele Ferro. Diplomato in pianoforte e composizione presso il Conservatorio di Santa Cecilia ha vinto nel 1970 il concorso RAI per giovani direttori d’orchestra. Ha diretto le orchestre RAI, di Santa Cecilia, della Scala di Milano, i Wiener Symphoniker, l’Orchestre de la Suisse Romande, l’Orchestre de Radio France, la BBC Symphony Orchestra, la Gewandhaus di Lipsia, l’Orchestre National de France. È stato direttore stabile dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, direttore principale dell’Orchestra Rai di Roma, Generalmusikdirektor dello Stuttgart Staatstheater, direttore musicale del San Carlo di Napoli e direttore principale (2001-2006) e dal 2014 al 2019 direttore musicale del Teatro Massimo di Palermo, del quale ora è direttore onorario a vita. Ha diretto in prima mondiale opere di Berio, Clementi, Maderna, Stockhausen, Ligeti, Nono. E ha collaborato con i più importanti teatri e festival (Fenice di Venezia, Scala di Milano, Opera di Roma, Comunale di Firenze, Bastille e Châtelet di Parigi, Muziektheater di Amsterdam, Grand Théâtre di Ginevra, Bayerische Staatsoper, Chicago Opera, San Francisco Opera, Los Angeles Opera, Opera di Tel Aviv, Deutsche Oper di Berlino, Teatro Real di Madrid, Covent Garden ROH di Londra, Wiener Festwochen, Rossini Opera Festival, Maggio Musicale Fiorentino e Biennale di Venezia). Per Elektra a Napoli ha ricevuto il premio Abbiati.

Al Teatro La Fenice, Hervé Niquet con i solisti dell’Opéra Royal de Versailles inaugura la Stagione Sinfonica 2024-2025

Prende il via la Stagione Sinfonica 2024-2025 della Fondazione Teatro La Fenice. Ad aprire il sipario sull’atteso cartellone dei concerti, nei due appuntamenti in programma venerdì 6 dicembre 2024 ore 20.00 (turno S) e sabato 7 dicembre ore 17.00 (turno U), sarà la prestigiosa bacchetta di Hervé Niquet, che alla testa di Orchestra e Coro del Teatro La Fenice dirigerà un programma dedicato alla musica francese, con il celebre Te Deum di Charpentier, insieme a brani di Dauvergne e Méhul.

A impreziosire questo speciale evento, sarà la presenza di alcuni cantanti d’eccezione, solisti dell’Opéra Royal de Versailles: il soprano Sarah Charles, il mezzosoprano Flore Royer, i tenori Léo Guillou Keredan e Attila Varga-Tóth e il baritono Halidou Nombre.

Maestro del Coro Alfonso Caiani.

La prima di venerdì 6 dicembre ore 20.00 sarà trasmessa in diretta su Rai Radio3.

            Guarda alla Francia, dunque, il programma che inaugura la Stagione Sinfonica 2024-2025 della Fenice. Tra l’altro ospitando sul podio Hervé Niquet, direttore tra i più esperti nel repertorio francese tra Seicento e Settecento, nonché clavicembalista e fondatore alla fine degli anni Ottanta di uno degli ensemble che hanno valorizzato scrittura e autori dimenticati. Tre gli autori prescelti per questo concerto veneziano, Antoine Dauvergne che riscrive il mitico Persée di Lully; Ètienne-Nicolas Méhul di cui si propone la Prima Sinfonia; per concludere con Marc-Antoine Charpentier, di cui tutti riconosceranno i primi minuti del Te Deum, uno dei brani più famosi dell’intero repertorio.

            Antoine Dauvergne (1713-1797) si affermò come violinista di particolare talento, subito nominato tra le fila della Chambre du roi, poi batteur de mesure ossia direttore d’orchestra della Académie royale. Prende quindi il titolo di compositore e maestro di musica dell’orchestra reale, la Chambre du roi, e nel frattempo scrive mottetti per il Concert spirituel e opere per il teatro. Lo stampo nazionale delle sue numerose tragédies lyriques si modella sull’esempio di Jean-Baptiste Lully, il compositore fiorentino che era stato inviato adolescente a corte, e che dal Palazzo delle Tuileries era diventato il nome di rifermento per la danza e l’opera alla corte del re Sole. Non a caso, nel 1770, per le nozze del futuro Luigi XVI con Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, quando si inaugurò il teatro appositamente costruito nella reggia di Versailles, venne scelta un’opera di quasi cent’anni prima, il Persée, una delle più famose del celebrato Lully. Per rinfrescarla e revisionarla vennero interpellati i tre compositori più in vista del tempo: Dauvergne, François Rebel e Bernard de Bury. A ciascuno toccò una parte: Dauvergne riscrisse l’ouverture, ritoccò l’atto primo, il quarto e le danze. L’esecuzione fu sontuosa e il successo eclatante. Benvenuta dunque la riscoperta, dove l’ouverture, nella tonalità solenne e assoluta di do maggiore, prelude alle altrettanto pompose danze a chiusura del quarto atto.

            Ètienne-Nicolas Méhul (1763-1817) è considerato il padre della Sinfonia in terra di Francia. Molto apprezzato da colleghi compositori del calibro di Mendelssohn, Schumann e Wagner, oggi, al di fuori della cerchia degli specialisti, Méhul è un autore pressoché dimenticato, nonostante scrisse almeno oltre trenta opere, balletti e pagine vocali spesso dal forte carattere rivoluzionario. Compose diverse Sinfonie, divenute punto di riferimento per i romantici francesi, che vi affondarono le radici in cerca di una propria, autentica tradizione. La Prima Sinfonia in sol minore – composta tra il 1808 e il 1809 –, seppur denunci chiaramente esplicite parentele con gli autori del classicismo viennese Haydn-Mozart-Beethoven, anche attraverso evidenti rimandi, si caratterizza infatti per alcuni tratti musicali di scuola squisitamente francese.

            Se Dauvergne lavora nello stampo di Lully, se Méhul guarda ai viennesi, l’impronta che porterà sempre con sé Marc-Antoine Charpentier, in particolare nel sacro, sarà quella della scuola di Giacomo Carissimi, il maestro della controriforma, titolare dell’insegnamento al Collegio germanico. Tra i suoi brani più famosi, il Te Deum H. 146 registra acora oggi un’imperitura fortuna grazie a quel Prélude iniziale, scelto come sigla di tutti i programmi radio e tv trasmessi in Eurovisione. Ai tempi della prima esecuzione, nel 1692, l’intero brano per soli, coro e orchestra doveva celebrare la incredibile vittoria della Francia nella battaglia di Steenkerque, durante la guerra dei nove anni, contro un esercito congiunto inglese-scozzese-olandese-tedesco.

            In occasione del concerto inaugurale, si rinnoverà il consueto appuntamento con le conferenze di approfondimento della Stagione Sinfonica: il concerto di venerdì 6 dicembre 2024 sarà infatti preceduto da un incontro a ingresso libero con il musicologo Roberto Mori, che dalle 19.20 alle ore 19.40 illustrerà il programma musicale nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice.            I biglietti per il concerto (da € 15,00 a € 130,00) sono acquistabili nella biglietteria del Teatro La Fenice e nei punti vendita Eventi Venezia Unica, tramite biglietteria telefonica (+39 041 2722699) e biglietteria online su www.teatrolafenice.it.

Hervé Niquet

Clavicembalista, organista, pianista, cantante, compositore, direttore di coro e direttore d’orchestra, Hervé Niquet è una delle personalità musicali più creative degli ultimi anni ed è considerato in particolare un eminente specialista del repertorio francese, dal barocco a Claude Debussy. Ha fondato Le Concert Spirituel nel 1987 con l’obiettivo di far rivivere il grande mottetto francese. In trentasette anni, l’ensemble si è affermato come un riferimento essenziale nell’interpretazione del repertorio barocco, riscoprendo opere conosciute e poco conosciute di compositori francesi, inglesi e italiani di quest’epoca. Con questo spirito, e basandosi sul principio che esiste una sola musica francese senza soluzione di continuità attraverso i secoli, dirige le maggiori orchestre internazionali con le quali esplora il repertorio del xix e dell’inizio del xx secolo, come l’Orchestra Sinfonica di Montreal, l’Orchestra di Kanazawa (Giappone), la Sinfonia Varsovia, la Münchner Rundfunkorchester, la Royal Philharmonic Orchestra di Liegi, l’Orchestre National du Capitole e il Coro dell’Opéra national du Capitole, l’Orchestra dell’Opéra Royal di Versailles e molti altri.Il suo spirito pioneristico nella riscoperta delle opere di questo periodo lo porta a partecipare nel 2009 alla realizzazione del Palazzetto Bru Zane – Centro per la Musica Romantica Francese a Venezia, con il quale realizza numerosi progetti. Sulla scena operistica, lavora con registi di estetiche diverse come Mariame Clément, Georges Lavaudant, Corinne e Gilles Benizio (alias Shirley e Dino), Vincent Tavernier, ecc. Direttore musicale del Coro della Radio Fiamminga e primo direttore ospite della Filarmonica di Bruxelles dal 2011 al 2019, è stato fortemente coinvolto nella raccolta discografica delle cantate del Prix de Rome sotto l’egida del Palazzetto Bru Zane e in opere inedite. Nel settembre 2022 è stato nominato direttore artistico del Festival di Saintes per due stagioni.Il suo lavoro prevede anche un forte impegno personale in attività didattiche con giovani musicisti (Académie d’Ambronay, Jeune Orchester de l’Abbaye aux Dames o con il dipartimento di musica antica del cnsmd di Parigi) o attraverso numerose masterclass e conferenze. Per lui è fondamentale trasmettere il frutto del suo lavoro sull’interpretazione, sulle convenzioni dell’epoca e sulle ultime scoperte musicologiche, ma anche sulle realtà e le esigenze della professione del musicista. È Commandeur des Arts et des Lettres e Chevalier de l’Ordre National du Mérite. Ha registrato più di centosettanta dischi da Striggio a Renaldo Hahn, da Lully a Poulenc, da Mozart a Brahms. Sono oltre duecentodieci i riconoscimenti, le nomination e i premi più prestigiosi a lui assegnati in quarant’anni di attività.

Sinfonie d’Opera al Teatro di San Carlo

Sul podio Maurizio Agostini

Venerdì 6 dicembre, ore 18:00

La Stagione Sinfonica 24/25 del Teatro di San Carlo prosegue con un appuntamento dedicato alle Sinfonie d’Opera: venerdì 6 dicembre, alle ore 18:00, Maurizio Agostini sarà sul podio per dirigere l’Orchestra  del Lirico napoletano.

è un programma che, con celebri ouvertures e intermezzi d’opera, attraversa l’intero Ottocento.

In apertura, Gioachino Rossini con le tre Sinfonie de La gazza ladra, Il barbiere di Siviglia e Guglielmo Tell. Tre sono anche le proposte verdiane, con Nabucco, La forza del destino e I vespri siciliani. Si approda, infine, agli anni Novanta dell’Ottocento con i due intermezzi da Manon Lescaut di Giacomo Puccini e da Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.

Maurizio Agostini dirige numerose produzioni per il Teatro di San Carlo. Oltre all’Orchestra del Massimo napoletano, che porta in tournée a Dubai e a Praga, dirige in vari concerti sinfonici l’Arturo Toscanini di Parma, la Filarmonica del Friuli Venezia Giulia e, tra i solisti, Sarah Chang, Mischa Maisky e Ivano Battiston. Prolifico compositore, è autore di brani di musica strumentale, sacra e di scena nonché opere liriche.

Stagione 24/25

6 Dicembre 2024

Sinfonie d’Opera

Ouvertures e Intermezzi

Direttore | Maurizio Agostini

Programma
Gioachino RossiniLa gazza ladra
Gioachino Rossini, Il barbiere di Siviglia
Gioachino RossiniGuglielmo Tell
Giuseppe VerdiNabucco
Giacomo PucciniManon Lescaut – intermezzo
Giuseppe VerdiLa forza del destino
Pietro MascagniCavalleria rusticana – intermezzo
Giuseppe VerdiI vespri siciliani

Orchestra del Teatro di San Carlo

Teatro di San Carlo | BLU
venerdì 6 dicembre 2024, ore 18:00 – BLU – X

Durata: 1 ora circa, senza intervallo