“Ravello concerti d’inverno” ultimi due appuntamenti musicali tra classica e jazz

All’Auditorium Oscar Niemeyer la Filarmonica di Benevento diretta da Diego Ceretta con Ettore Pagano violoncello solista e poi Anthony Strong insieme alla Salerno Jazz Orchestra diretta da Sandro Deidda

L’inizio del 2025 nella “Città della musica” sulla costiera amalfitana continua con due appuntamenti che completano la rassegna “Ravello concerti d’inverno”, organizzatadalla Fondazione Ravello con il sostegno della Regione Campania.

L’Auditorium Niemeyer, sabato 4 gennaio (ore 19) ospiterà l’Orchestra Filarmonica di Benevento e due talentuosi artisti under30 che si stanno imponendo rapidamente all’attenzione internazionale, conquistando pubblico e critica ad ogni esecuzione: il direttore d’orchestra Diego Ceretta, recentemente nominato direttore musicale dell’Orchestra Regionale Toscana, e il violoncellista Ettore Pagano.

In programma, dopo la rara e struggente Une larme per violoncello e archi di Rossini (nell’orchestrazione di Eliodoro Sollima), il virtuosismo del Concerto n.1 in la minore per violoncello e orchestra op.33 di Camille Saint-Saëns e l’irresistibile dinamismo della Sinfonia n.7 in la maggiore op.92 di Ludwig van Beethoven.

La chiusura è affidata, domenica 5 gennaio (ore 19), alla voce di Anthony Strong che arriverà nell’Auditorium disegnato dall’archistar brasiliana assieme alla Salerno Jazz Orchestra diretta da Sandro Deidda; si tratta quindi ancora una volta di un incontro tra artisti e mondi musicali diversi: un cantante di jazz inglese e un’orchestra campana si ritrovano per rievocare l’intenso incontro di culture che si verificò con lo sbarco degli Alleati nel salernitano, “liberando” la musica italiana dai vincoli del regime ed esponendo i “liberatori” al preziosissimo repertorio della tradizione musicale italiana. Il concerto propone i più famosi standard jazzistici e un medley dedicato a brani natalizi in chiave swing, affidati alla vocalità raffinata ed elegante del pianista e cantante londinese.

Operazione finanziata con i fondi dell’Accordo per la coesione della Regione Campania | DGR n.616 del 14/11/2024 “Piano Strategico Cultura e Turismo” – Programmazione 2024.

Biglietteria e informazioni

Costo dei biglietti 20 euro.

I biglietti sono acquistabili online su www.ravellofestival.com e al boxoffice dell’Auditorium Oscar Niemeyer dalle ore 16 del 4 e del 5 gennaio.

Info su www.ravellofestival.com ; boxoffice@ravellofestival.com

All’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino, giovedì 9 gennaio 2025 : ANDREA BATTISTONI E LA GRANDIOSA SINFONIA PER ORGANO DI SAINT-SAËNS

Con l’Orchestra della Rai e la violoncellista Anastasia Kobekina impegnata nelle Variazioni su un tema rococò di Čajkovskij

Giovedì 9 gennaio a Torino, su Radio3 e in streaming su raicultura.it

Recentemente nominato Direttore musicale del Teatro Regio di Torino, torna sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Andrea Battistoni, protagonista del concerto in programma all’Auditorium Rai Arturo Toscanini di Torino giovedì 9 gennaio 2025 alle 20.30, trasmesso in diretta su Radio3 e in live streaming sul portale di Rai Cultura. La serata è replicata venerdì 10 gennaio alle 20. 

Classe 1987, nel 2012 Battistoni è stato il più giovane direttore chiamato sul podio del Teatro alla Scala per un’opera. Già primo direttore ospite del Teatro Regio di Parma e Direttore principale del Carlo Felice di Genova, è attualmente Direttore principale della Tokyo Philharmonic Orchestra, alla quale lo lega un sodalizio più che decennale. Apprezzato anche come compositore, è salito sul podio di orchestre come quella dell’Accademia di Santa Cecilia, la Filarmonica della Scala e il Concertgebouw di Amsterdam. La sua ultima presenza sul podio dell’OSN Rai risale al 2016. 

In apertura di concerto propone l’Ouverture per orchestra Le baruffe chiozzotte op. 32 del compositore torinese di origine ebraica Leone Sinigaglia, morto nel 1944 durante l’arresto che lo avrebbe condotto in un campo di sterminio. Il brano, composto nel 1905 e portato al successo da Toscanini alla Scala nel 1908, è caratterizzato da grande vitalità e freschezza melodica: descrive l’ambiente popolano lagunare di cui Goldoni fu osservatore nell’omonima commedia.

La serata prosegue con le Variazioni su un tema rococò per violoncello e orchestra op. 33 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, che reimmaginano il Settecento attraverso ornamentazioni strumentali, controcanti giocosi e sonorità neomozartiane. A interpretarle è chiamata la violoncellista Anastasia Kobekina, vincitrice nel 2016 del Concorso Enescu di Bucarest e nel 2019 del Concorso Čajkovskij di San Pietroburgo. Protagonista sui palcoscenici più prestigiosi, è stata descritta da «Le Figaro» come una “musicista senza rivali”. Nel febbraio di quest’anno è uscito il suo primo album dal titolo Venice. Suona un violoncello Antonio Stradivari del 1698 generosamente prestato dalla Stradivari Stiftung Habisreutinger.

Chiude il concerto la Sinfonia n. 3 in do minore, op. 78 di Camille Saint-Saëns, detta Sinfonia per organo, anche questa entrata in repertorio grazie ad Arturo Toscanini che la incise registrandola in pubblico a New York nel 1952, quando aveva ottantacinque anni. Saint-Saëns la compose nel 1886 e la dedicò a Liszt. Il materiale tematico dell’intera opera è quasi interamente derivato dalle prime note della sequenza liturgica del Dies irae, che era già stato utilizzato da Liszt nella sua Totentanz e da Berlioz nella Symphonie fantastique,ma che Saint-Saëns svincola dai tradizionali aspetti funebri o satanici per farne un purissimo motto musicale.

L’organista impegnato nell’esecuzione con l’Orchestra Rai è Luca Benedicti.

I biglietti, da 9 a 30 euro, sono in vendita presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino e online sul sito dell’OSN Rai.

 Informazioni: 011.8104653 – biglietteria.osn@rai.it – www.osn.rai.it.

Per la Stagione di Musica da Camera al Teatro di San Carlo,Domenica 5 gennaio, ore 18.00 : Bach, Mozart e Saint-Saëns.

La programmazione artistica del Teatro di San Carlo riprende domenica 5 gennaio alle ore 18:00 con il prossimo appuntamento della Stagione di Musica da Camera, la rassegna che vede protagonisti i Professori d’Orchestra del Massimo napoletano.

I compositori proposti in programma ripercorrono un arco di tempo che dal Tardo Barocco muove fino alle soglie della modernità: Carl Philipp Emanuel Bach, Wolfgang Amadeus Mozart e Camille Saint-Saëns.

La formazione cameristica vedrà Gianpiero Pannone al flauto, Hernan Garreffa all’oboe, Luca Sartori al clarinetto, Pietro Lopopolo alla viola, Aurelio Bertucci al violoncello e Vincenzo Caruso al pianoforte.

Apre il programma la Trio Sonata in la minore, H 572 di Carl Philipp Emanuel Bach. Fu composta nel 1735 a Francoforte, ma sopravvive, oggi, solo la sua versione riveduta risalente al 1747. L’organico originale prevede flauto, violino e basso continuo: si proporrà la sonata per flauto, clarinetto e pianoforte.

Dell’Adagio e rondòin do minore, K 617, l’Einstein ne dirà «una delle opere divine» di Wolfgang Amadeus Mozart. L’organico originale è pressoché insolito per la presenza della glassarmonica, o “armonica a bicchieri”, uno strumento inventato da Benjamin Franklin. La composizione dell’opera è legata alla conoscenza che Mozart, nel 1791, fece di Marianna Kirchgässner, virtuosa dello strumento.

Ci si spinge, in chiusura, verso la fine del XIX secolo con il Caprice sur des airs danois et russes, op. 79 di Camille Saint-Saëns. L’ispirazione per l’impiego di temi danesi e russi si può ricollegare alla dedicataria dell’opera, la zarina Marija Fëdorovna, principessa danese che divenne Imperatrice di Russia nel 1881 come sposa di Alessandro III. La prima esecuzione avvenne nel 1887 a San Pietroburgo, con lo stesso compositore al pianoforte.

Musica da Camera

5 Gennaio 2025

C.P.E. Bach/Mozart/Saint-Saëns

Flauto | Gianpiero Pannone♮♮
Oboe | Hernan Garreffa♮♮
Clarinetto | Luca Sartori♮♮
Viola | Pietro Lopopolo♮♮
Violoncello | Aurelio Bertucci♮♮
Pianoforte | Vincenzo Caruso

Programma
Carl Philipp Emanuel Bach, Trio in la minore per flauto, clarinetto e pianoforte
Wolfgang Amadeus MozartAdagio e rondò in do minore per flauto, oboe, viola, violoncello e pianoforteK. 617Camille Saint-Saëns, Caprice sur des airs danois et russes, Op. 79

♮♮ Professori d’Orchestra del Teatro di San Carlo

Teatro di San Carlo | MUSICA DA CAMERA
domenica 5 gennaio 2025, ore 18:00 – MUSICA DA CAMERA – IX

Durata: 1 ora circa, senza intervallo

Standing ovation per il Concerto di Capodanno a Ravello con la prima esibizione insieme di Anastasia Bartoli e Vasilisa Berzhanskya

Nella Città della musica il nuovo anno è cominciato con il tradizionale Concerto di Capodanno organizzato dalla Fondazione Ravello con il supporto della Regione Campania.
La mattinata quasi primaverile ha incoraggiato il pubblico che ha gremito l’Auditorium Oscar Niemeyer. Sul palco la Filarmonica “Giuseppe Verdi” di Salerno guidata da Leonardo Sini che ha diretto due delle voci più interessanti e ricercate del panorama operistico internazionale: il soprano Anastasia Bartoli e Vasilisa Berzhanskya, per la prima volta insieme con una selezione di celebri arie d’opera e pagine musicali associate alle festività. 
Dopo l’inno di Mameli, è stata eseguita l’Ouverture della Fledermaus di Strauss che ha fatto da prologo al primo blocco di arie con la Bartoli che ha interpretato “O mio babbino caro” da Gianni Schicchi di Puccini e “Una voce poco fa” dal Barbiere di Siviglia di Rossini; la Berzhanskaya invece ha dato voce a “Casta Diva” dalla Norma di Bellini e a “Mercè dilette amiche” dai Vespri Siciliani di Verdi. Le due cantanti hanno poi interpretato la Barcarole dai Contes d’Hoffmann di Offenbach. I 70 elementi dell’orchestra salernitana, in abiti lunghi rossi e frac d’ordinanza per la festività, hanno condiviso gli applausi con le due soliste che, dopo l’Ouverture dell’Orphée aux Enfers di Offenbach hanno chiuso la loro esibizione, la Berzhanskaya, con “Bel raggio lusinghier” dalla Semiramide di Rossini, la Bartoli, con “Meine Lippen” dalla Giuditta di Lehár. Il Valzer dei fiori dallo Schiaccianoci di Čajkovskij ha introdotto un medley natalizio finale che ha visto ancora una volta le due interpreti insieme. Richiamate a gran voce sul palco, la Bartoli e la Berzhanskaya hanno regalato al pubblico di Ravello il duetto “Sì, fino all’ore estreme” dalla Norma e O sole mio omaggio a Napoli e alla Campania. Tanti applausi, e standing ovation finale per i protagonisti.

Daniele Gatti sceglie il Falstaff di Strehler per il suo ritorno con un’opera alla Scala

Il direttore milanese manca dalla buca scaligera dai Meistersinger del 2017, pur essendo tornato regolarmente in concerto. Lo spettacolo di Strehler è ripreso da Marina Bianchi,

protagonisti Ambrogio Maestri, Rosa Feola, Luca Micheletti, Marianna Pizzolato,

Juan Francisco Gatell, Martina Belli e Rosalia Cid.

Torna in scena con sette recite dal 16 gennaio al 7 febbraio Falstaffdi Giuseppe Verdi nello spettacolo concepito dal regista Giorgio Strehler e dallo scenografo Ezio Frigerio per l’inaugurazione della Stagione 1980/81 diretta da Lorin Maazel e più volte rappresentato sotto la direzione di Riccardo Muti. La regia è ripresa da Marina Bianchi.

Sul podio Daniele Gatti, che con l’ultimo capolavoro di Verdi torna a dirigere un’opera alla Scala dopo molti anni di presenza solo sinfonica: l’ultimo titolo furono Die Meistersinger von Nürnberg nel 2017. Gatti aveva già diretto Falstaff alla Scala nel 2015 nello spettacolo di Robert Carsen, e davvero l’opera torna come un appuntamento ricorrente in diverse fasi del suo percorso artistico: da spettatore in galleria alla Scala nel 1980, in versione semiscenica a Santa Cecilia nel 1997 a Bologna nel 2001 con la regia di Pizzi, poi alla Staatsoper di Vienna, a Zurigo, al Théâtre des Champs Elysées con la regia di Mario Martone nel 2010, a Londra nel 2012, con lo spettacolo di Carsen ripreso ad Amsterdam nel 2014 e alla Scala nel 2015.

Gatti, che lo scorso dicembre ha diretto la Petite Messe Solennelle di Rossini per il Concerto di Natale, sarà sul podio anche per due appuntamenti mahleriani: il 10, 14 e 16 febbraio per la Stagione Sinfonica con la Sinfonia n° 10 nel completamento di Deryck Cooke, e l’8 settembre con la Sinfonia n° 5 insieme alla Staatskapelle Dresden di cui è Direttore Principale dal 2024.

Nel ruolo del titolo torna Ambrogio Maestri, che alla Scala è stato Falstaff con Riccardo Muti nel 2001 e 2004, con Daniel Harding nel 2013 e con Zubin Mehta nel 2017, ma è stato presenza costante in un repertorio che va dall’Elisir d’amore a Adriana Lecouvreur. Attesissima Alice Ford è Rosa Feola, che dopo il debutto scaligero nella Gazza Ladra diretta da Chailly aveva cantato Nannetta nel Falstaff diretto da Zubin Mehta, prima di diventare una delle voci più apprezzate dal pubblico scaligero in un repertorio che va da Mozart a Rossini e Donizetti. Attesa anche per il ritorno alla Scala nei panni di Ford di Luca Micheletti: attore, regista e cantante, Micheletti è una delle figure più sorprendenti del panorama del teatro italiano di oggi. Miss Quickly è Marianna Pizzolato, una voce importante che alla Scala si è ascoltata soltanto nel Ritorno di Ulisse in patria nel 2011; Nannetta è Rosalia Cid, soprano cresciuto al Maggio Musicale e già ascoltata a Milano come Voce dal cielo e come Lisette nel Don Carlo e nella Rondine diretti da Riccardo Chailly, e il suo Fenton è Juan Francisco Gatell, tenore che alla Scala ha cantato in un repertorio che spazia dal Viaggio a Reims al Don Giovanni e a Lucia di Lammermoor. La terza comare, Meg Page, ha la voce del mezzosoprano Martina Belli, che tornerà in stagione anche come Maddalena in Rigoletto.     

Antonino Siragusa, dopo tante occasioni rossiniane, torna alla Scala nei panni del Dottor Cajus, mentre Bardolfo e Pistola sono Christian Collia e Marco Spotti.

L’8 gennaio alle 18 nel Ridotto dei Palchi Pietro Mioli terrà un incontro dal titolo “Elogio della leggerezza” per il ciclo “Prima delle prime” promosso dagli Amici della Scala. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.

Un’ora prima dell’inizio di ogni recita, presso il Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”, per gli spettatori muniti di biglietto si terrà una conferenza introduttiva all’opera tenuta da Raffaele Mellace.

Falstaff – spiega il Maestro Gatti a Elisabetta Fava che lo ha intervistato per “La Scala – Rivista del Teatro” – è un unicum: non c’è niente di simile che lo preceda né che lo segua (a parte forse Gianni Schicchi); rimane una meravigliosa stella solitaria, che neanche Aida e Otello fanno presagire. La sua struttura, il dettato musicale che scorre, il trattamento delle voci non hanno precedenti. Sopravvivono ancora alcuni momenti incasellati come “arie”: il monologo di Ford; l’aria “Quand’ero paggio del duca di Norfolk”, una delle più brevi mai scritte; e ancora nell’ultimo quadro i due assoli di Fenton (il sonetto) e Nannetta (come regina delle fate). Ma pur essendo pezzi chiusi, sono pensati tutti in modo nuovo, come attimi di sospensione. Interessante anche che siano proprio i due giovani gli unici veri destinatari delle strutture tradizionali, perché in fondo anche il monologo di Ford è formalmente aperto”.

Maestri ricorda il suo primo Falstaff, costruito con Muti e Strehler, nell’intervista a Luca Baccolini, sempre sulla Rivista del Teatro: “Con Muti ho costruito il personaggio per quasi un anno, una cura, un cesello, una pazienza che oggi non esistono più. In pratica, ho avuto a disposizione la Scala per un anno, o meglio: per un anno hanno investito tempo ed energie su di me. Per costruire fisicamente il personaggio non hanno trascurato niente: con m’e lavorava Marise Flach, che ha collaborato a lungo con Strehler, una maestra nell’arte dell’espressione corporea. Mi fece provare e riprovare persino come mi alzavo dalla sedia o come aprivo una porta. Perché? Perché era evidente che all’epoca lo facevo come un trentenne. Oggi, che di anni ne ho 54, mi viene tutto più naturale”.

Christian Arming dirige l’Orchestra del Teatro La Fenice al Malibran

In programma valzer e musiche di Johann Strauss figlio

e la suite del Rosenkavalier di Richard Strauss

Sarà il direttore d’orchestra Christian Arming ad animare il prossimo appuntamento della Stagione Sinfonica 2024-2025 della Fondazione Teatro La Fenice, in programma al Teatro Malibran domenica 5 gennaio 2025 alle ore 17.00. Il maestro viennese, classe 1971, attualmente direttore ospite principale della Hiroshima Symphony Orchestra in Giappone, dirigerà l’Orchestra del Teatro La Fenice in un concerto che in qualche modo farà ‘eco’ al tradizionale concerto di capodanno di Vienna, proponendo una carrellata di marce, polke e danze viennesi firmate dal ‘Walzerkönig’, il re del valzer, Johann Strauss figlio, abbinata alla suite per orchestra tratta dal Rosenkavalier di Richard Strauss. Il concerto è fuori abbonamento, ma sono previste riduzioni per abbonati e residenti.

            Il programma del concerto si aprirà con l’ouverture dal Fledermaus (Il pipistrello): operetta ispirata alla commedia di Meilhac e Halévy Le réveillon, che a sua volta riprendeva il soggetto di una farsa del 1851 del drammaturgo tedesco Roderich Benedix, Das Gefängnis (La prigione). Trasformata in operetta dal ‘Walzerkönig’, Il pipistrello divenne un successo rimasto insuperato nella produzione di Strauss figlio. Seguirà Wein, Weib und Gesang! op. 333, composto nel 1869, scritto in origine come un lavoro per coro maschile e in seguito trascritto per sola orchestra. Il testo di Joseph Weyl, un popolare scrittore comico della vecchia Vienna che aveva fornito anche il testo originale per l’analogo valzer corale An der schönen blauen Donau, prende spunto da un motto tradizionalmente attribuito a Lutero: chi non ama il vino, le donne e il canto resta uno sciocco per tutta la vita. Poi si ascolterà il popolare valzer da concerto Rosen aus dem Süden op. 388, scritto nel 1880 e dedicato al re d’Italia Umberto i, basato sui temi dell’operetta Das Spitzentuch der Königin, Lo scialle della regina, dalla quale Strauss figlio ricavò il materiale per numerosi lavori. Éljen a Magyar! op. 332 è una polka veloce scritta nel 1869 per una serie di concerti a Pest: E ancora il famosissimo Wiener Blut op. 354, un grande valzer da concerto composto nell’aprile del 1873 in occasione delle nozze tra l’arciduchessa Gisela e il principe Leopold di Baviera.

            La seconda parte sarà aperta dalla suite per orchestra dal Rosenkavalier di Richard Strauss, l’opera su libretto dello scrittore austriaco Hugo von Hofmannsthal che celebra nel modo più profondo la civiltà del valzer. Eseguita la prima volta il 26 gennaio 1911 alla Königliches Opernhaus di Dresda, diretta da Ernst von Schuch, ottenne subito un successo clamoroso, tanto che dopo la prima viennese di poco successiva, Strauss venne dichiarato ‘cittadino onorario’ di Vienna. Il valzer è chiaramente un anacronismo, ma quel tramonto sociale e personale raccontato nel Rosenkavalier non riguarda il Settecento bensì la Vienna di Francesco Giuseppe, destinata a inabissarsi insieme all’Impero millenario nel gorgo oscuro della storia. Il valzer era l’emblema di quel mondo, e Strauss ne fa il cuore della sua commedia per musica. Der Rosenkavalier generò un’intricata progenie di partiture, già dagli anni immediatamente successivi al debutto. Oltre la suite, infatti, Strauss preparò le due serie di valzer (Walzerfolge) e la musica di accompagnamento per il film muto di Robert Wiene, l’autore del Kabinett des Dr. Caligari. La suite fu composta alla fine della seconda guerra mondiale, nel 1945, in un momento molto difficile per l’ottuagenario maestro, che temeva le conseguenze della sua posizione ufficiale nel regime nazista. La partitura mira a riunire i migliori temi dell’opera, più che a sviluppare un suo percorso autonomo.

            Il finale sarà di nuovo con la musica di Strauss e con tre brani in particolare: la Egyptischer-Marsch op. 335, che alludeva all’apertura del canale di Suez, presentata però come Marcia dei Circassi al pubblico russo di Pavlovsk, la residenza estiva degli Zar, dove gli Strauss si trovavano per la stagione estiva; la fulminea Pizzicato-Polka, nata anch’essa a Pavlovsk; e la Tritsch-Tratsch Polka, che prende il nome da un giornale satirico e di gossip dell’epoca.

            I biglietti per il concerto (da € 10,00 a € 90,00 – ridotto abbonati da € 10,00 a € 50,00 – promozione La Fenice per la Città e La Fenice per la Città metropolitana riservata ai residenti nel comune e nella città metropolitana di Venezia € 25,00) sono acquistabili nella biglietteria del Teatro La Fenice e nei punti vendita Eventi Venezia Unica, tramite biglietteria telefonica (+39 041 2722699) e biglietteria online su www.teatrolafenice.it.

Christian Arming

Nato a Vienna nel 1971, ha iniziato la sua carriera a ventiquattro anni come giovanissimo direttore musicale della Janáček Philharmonic Orchestra di Ostrava. È stato inoltre direttore musicale della New Japan Orchestra a Tokyo, dell’Orchestra Sinfonica e del Teatro di Lucerna, dell’Orchestre Philharmonique & Royal de Liège fino al 2019. Sia in campo sinfonico che in quello operistico è attivo in Europa, negli usa e in Asia. È attualmente principale direttore ospite della Hiroshima Symphony Orchestra in Giappone. In questi anni ha diretto nei teatri di Francoforte, Amburgo, Lucerna, Strasburgo, Nancy, Montpellier e ha interpretato Carmen, Die Zauberflöte, La bohème, Un ballo in maschera, Der fliegender Holländer, Jeanne d’Arc au bûcher, Il principe Igor, Ariadne auf Naxos, Lohengrin, Pelléas et Mélisande, Fidelio, Les Mamelles de Tirésias, Eine florentinische Tragödie, Die Fledermaus, The Turn of the Screw, Don Giovanni, Jenůfa, Rusalka. Dagli inizi della sua carriera a oggi è stato ospite di prestigiose orchestre, tra cui orf Radio-Symphonieorchester di Vienna, Deutsche Sinfonie Orchester di Berlino, hr-Sinfonieorchester di Francoforte, ndr-Sinfonieorchester, Südwestrundfunk di Stoccarda, ndr Orchester di Amburgo, Dresdner Staatskapelle, Münchener Philharmoniker, Wiener Symphoniker, Mozarteumorchester di Salisburgo, Orchestre National Capitole de Toulouse, Orchestre de la Suisse Romande, Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, Orchestra Sinfonica della Rai di Torino. In Italia ha diretto presso le maggiori istituzioni musicali: Massimo di Palermo, Verdi di Trieste (Rosenkavalier), Filarmonico di Verona (Salomè ed Elektra), Carlo Felice di Genova, San Carlo di Napoli, Fenice di Venezia, Regio di Torino (Zauberflöte). Dopo la sostituzione di Georges Prêtre nella Quinta Sinfonia di Mahler, l’Accademia Santa Cecilia di Roma lo ha richiamato a  dirigere altri concerti nelle successive stagioni (Terza e Quarta Sinfonia di Mahler, Jupiter di Mozart). La stagione 2024 inizia a Palermo con il concerto di Capodanno e musiche di Brahms e Strauss.