Il recital di Anna Netrebko al Teatro del Maggio
Unica tappa italiana del suo tour di concerti
Venerdì 21 febbraio 2025 alle ore 20 Anna Netrebko torna al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
In programma una ricca selezione di brani composti da Pëtr Il’ič Čajkovskij, Sergej Rachmaninov, Ruggero Leoncavallo, Vincenzo Bellini, Richard Strauss, e altri.
Al suo fianco il mezzosoprano Elena Maximova; al pianoforte Pavel Nebolsin.
Si ringrazia Toscana Aeroporti per il sostegno..
Torna al Teatro del Maggio, venerdì 21 febbraio 2025, alle ore 20, Anna Netrebko, il celebre soprano tra più acclamati degli ultimi decenni, protagonista di alcune delle interpretazioni più luminose nei più importanti templi internazionali della musica.
Anna Netrebko che si esibì per la prima volta al Maggio nel novembre del 2000 e l’anno successivo nel mese di giugno, dopo una pausa di vent’anni ha legato di nuovo il suo nome con il Teatro in occasione della strepitosa esecuzione di Tosca in forma di concerto della primavera del 2021 tenuta al Großes Festspielhaus di Salisburgo con la direzione del maestro Zubin Mehta, e poi per il trionfale recital del giugno 2021, ora rinnova la sua collaborazione con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino con questo attesissimo concerto, unica tappa italiana del suo tour di recital.
Nel concerto al fianco di Netrebko, il mezzosoprano Elena Maximova e al pianoforte, Pavel Nebolsin. Il ricco programma della serata si snoda attraverso romanze da camera di alcuni dei più celebri compositori russi del XX secolo e arie e duetti tratti da opere italiane, russe e francesi e si suddivide in quattro parti distinte.
La prima, che prende il nome “Nella foresta”, si apre nel nome di Pëtr Il’ič Čajkovskij con la prima delle 6 Romanze op. 57, realizzate nel 1884, e con la seconda delle 6 Romanze op. 38 composte nel 1878 a Firenze nel corso di uno dei frequenti soggiorni del musicista nella città toscana. La composizione successiva è a firma di Sergej Rachmaninov, ossia Zdes’ khorosto… (Qui tutto è bello…), la settima delle 12 Romanze op. 21 a cui segue Zvonče žavoronka pen’je (L’allodola canta più forte), dalla raccolta A primavera op. 43 di Nikolaj Rimskij-Korsakov.
Di Čajkovskij è anche la quarta delle sei che compongono l’ultimo dei suoi cicli di romanze, l’op. 73 Zakatilos solnze (Il sole è tramontato), scritta quando era già immerso nella composizione della celeberrima Patetica. In chiusura un celebre brano operistico, la ballata di Nedda Stridon lassù, tratta da Pagliacci di Ruggero Leoncavallo e fra i simboli del verismo italiano.
La seconda parte del recital, “Vicino al fiume”, inizia con un brano per pianoforte, il sesto degli 8 Morceaux caractéristiques op. 36 composti nel 1886 dal compositore e pianista polacco Moritz Morszkowski e prosegue con due pezzi di Nikolaj Rimskij-Korsakov (4 Romanze op. 3, n. 4: Na kholmakh Gruzii e 2 Romanze op. 56, n. 1: Nimfa) e l’estratto “Viens Mallika… Dôme épais” da Lakmé di Léo Delibes.
La terza parte è intitolata “Nel palazzo” ed è interamente occupata da quattro significative arie d’opera. Si parte con la sortita di Adriana Lecouvreur “Del sultano Amuratte m’arrendo all’imper… Io son l’umile ancella”, dall’opera di Francesco Cilea per poi proseguire con il finale di Sneguročka (La fanciulla di neve), opera di rara esecuzione di Rimskij-Korsakov a cui seguono l’aria “O, ne rïdáy, moy Páolo” (Oh, non piangere, mio Paolo) tratta da Francesca da Rimini di Sergej Rachmaninov e il monologo finale di Ariadne auf Naxos di Richard Strauss.
“Dalla finestra” è il nome che prende l’ultima sezione del recital, che raccoglie pagine operistiche e da camera caratterizzate da marcate sfumature di sensibilità: questa parte del concerto si apre con il recitativo e la romanza di Giulietta “Eccomi in lieta vesta…” da I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini a cui segue una breve parentesi strumentale, ossia la Fantasie-Impromptu in do diesis minore op. 66 di Frédéric Chopin, che il compositore dedicò alla baronessa Sarah Frances d’Este.
Ständchen (Serenata), tratta dal secondo dei 6 Lieder op. 17 di Richard Strauss segue in cartellone, ed è marcato dal ritmo di barcarola il canto di Serenada (Serenata) di Čajkovskij, ultima delle Romanze op. 63 in programma dopo il pezzo straussiano. Un ultimo estratto da un’opera è ‘affidato’ al duetto Ja ne budu, ja ne magu spat (Non dormirò, non posso dormire) che apre l’opera Guerra e Pace di Sergej Prokof’ev. La seconda delle 2 Romanze op. 56 di Rimskij-Korsakov, composta su testo del poeta Majkov e che prende il nome di Son v letnjuju noč (Sogno di una notte d’estate) chiude il corposo programma della serata.
Il programma:
Il soprano Anna Netrebko ci condurrà in un viaggio affascinante nella musica della propria terra d’origine con un programma ricchissimo che affianca romanze da camera dei maggiori autori russi del secolo scorso ad arie e duetti da opere russe, italiane e francesi.
La prima parte del recital, intitolata Nella foresta è quasi interamente dedicata alla romanza da camera, un genere vocale di uso domestico coltivato soprattutto nel XIX secolo e destinato prevalentemente ai salotti aristocratici.
Il programma si apre con due composizioni di Čajkovskij ispirate alla natura e alle creature della foresta: “Skazhi, o chem v temi vetvei” (“Dimmi che cosa nell’ombra delle fronde”), che fa parte della raccolta di 6 Romanze op. 57 realizzata nel 1884 e narra le emozioni provate dalla fanciulla nell’udire il canto d’amore dell’usignolo e “To bylo ranneju vesnoj” (“Era all’inizio della primavera”), una piccola scena d’opera incentrata sulla nostalgia di un amore passato, tratta da le 6 Romanze op. 38. “Zakatilos solzne” (“Il sole è tramontato”), dal ciclo di Romanze op. 73, fu composta invece nel 1893 e descrive la gioia dell’amore nella suggestiva cornice di un tramonto. Porta la firma di Sergej Rachmaninov “Zdes’ khorosto…” (“Qui tutto è bello”), la settima delle 12 Romanze op. 21, mentre l’ultima romanza proposta è “Zvonče žavoronka pen’je” (“L’allodola canta più forte”), dalla raccolta A primavera op. 43 di Nikolaj di Rimskij-Korsakov, pagina breve e piena di slancio. In chiusura della prima parte troviamo infine un brano operistico italiano, la ballata di Nedda dai Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, opera emblema del verismo italiano che debuttò al Teatro dal Verme di Milano il 21 maggio 1892. La protagonista si presenta in scena intonando un recitativo estremamente drammatico che precede un’aria dalla melodia trascinante e suggestiva in cui Nedda associa la sua voglia di libertà a uno stormo di uccelli che, cinguettando, volano liberi in cielo.
La seconda parte del concerto, intitolata Vicino al fiume, si apre con due romanze di Rimskij- Korsakov: “Na kholmakh Gruzii” (“Sulle colline della Georgia”) è l’ultima delle Romanze op. 3 composte dall’autore nel 1866 su testo di Aleksandr Puškin mentre alle Romanze op. 56, realizzate più di un trentennio dopo, appartiene invece “Nimfa” (“La ninfa”), melodia malinconica intonata da un’ondina che affascina i marinai di passaggio sul fiume con il proprio canto. Collegato al tema dell’acqua è anche il noto duetto dei fiori dall’opera Lakmé di Léo Delibes rappresentata all’Opéra-Comique di Parigi il 14 aprile 1883. Nel celebre duetto, Lakmé, figlia del gran sacerdote indiano, e la serva Mallika levano un canto suadente di sapore orientaleggiante mentre si recano al fiume per raccogliere fiori di loto.
La terza sezione del recital, Nel palazzo, impagina invece quattro grandi arie d’opera. Si parte con la sortita di Adriana Lecouvreur, dall’omonima opera di Francesco Cilea, banco di prova per ogni grande prima donna sia per impegno vocale che attoriale, a cui segue l’aria finale di Sneguročka (La fanciulla di neve) opera di raro ascolto di Rimskij-Korsakov. Qui la protagonista Sneguročka canta un commovente addio alla vita nel momento in cui viene trafitta da un raggio di sole che la pervade di calore ma al contempo la condanna a morte essendo lei una magica creatura di ghiaccio. Dall’opera di Rachmaninov Francesca da Rimini, è tratta l’aria “O, ne rïdáy, moy Páolo” (“Oh, non piangere, mio Paolo”) che sancisce il momento culminante della celebre passione d’amore proibita narrata da Dante. Il lungo monologo di Arianna che invoca la morte a conclusione dell’opera Ariadne auf Naxos di Richard Strauss chiude infine la sezione incentrata sull’opera; una scena ricca di rimandi musicali e passaggi vocali insidiosi che mettono in luce le doti canore e sceniche dell’interprete.
Ricca e variegata si presenta l’ultima sezione intitolata Dalla finestra, che raccoglie pagine operistiche e cameristiche caratterizzate da melodie leggiadre da intonarsi con estrema sensibilità. La sezione si apre con il recitativo e la romanza di Giulietta “Eccomi in lieta vesta…” da I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini, episodio canoro etereo e sognante accompagnato dall’arpa. Melodia leggera e delicata è anche quella intonata in “Ständchen” (“Serenata”) secondo dei 6 Lieder op. 17 di Richard Strauss, mentre al ritmo di barcarola si sviluppa il canto luminoso di Serenada (“Serenata”) di Čajkovskij, ultima delle Romanze op. 63. L’ultima incursione nell’opera spetta al duetto “Ja ne budu, ja ne magu spat” (“Non dormirò, non posso dormire”) che apre l’opera Guerra e Pace di Prokof’ev. La protagonista Nataša e la cugina Sonja affacciate alla finestra contemplano la bellezza del giardino rischiarato dai raggi di luna. Il rarefatto accompagnamento del pianoforte apre l’ultima composizione in programma “Son v letnjuju noč” (“Sogno d’una notte d’estate”) di Rimskij-Korsakov, ultima delle due romanze op. 56. Ampio e articolato come una scena d’opera, il brano racconta di un incontro amoroso notturno realmente accaduto o forse solo fantasticato.
La locandina:
Nella foresta
Pëtr Il’ič Čajkovskij
6 Romanze op. 57, n. 1: “Skazhi, o chem v teni vetvei” (“Dimmi, che cosa nell’ombra delle fronde”)
6 Romanze op. 38, n. 2: “To bylo ranneju vesnoj” (“Era all’inizio della primavera”)
Sergej Rachmaninov
12 Romanze op. 21, n. 7: “Zdes’ khorosto…” (“Qui tutto è bello…”)
Nikolaj Rimskij-Korsakov
A primavera op. 43, n. 1: “Zvonče žavoronka pen’je” (“L’allodola canta più forte”)
Pëtr Il’ič Čajkovskij
6 Romanze op. 73, n. 4: “Zakatilos solnze” (“Il sole è tramontato”)
Ruggero Leoncavallo
Da Pagliacci: “Stridon lassù”
Vicino al fiume
Moritz Moszkowski
8 Morceaux caractéristiques op. 36: Étincelles, n. 6
Nikolaj Rimskij-Korsakov
4 Romanze op. 3, n. 4: “Na kholmakh Gruzii” (“Sulle colline della Georgia”)
2 Romanze op. 56, n. 1: “Nimfa” (“La ninfa”)
Léo Delibes
Da Lakmé: “Viens Mallika… Dôme épais”
Nel palazzo
Francesco Cilea
Da Adriana Lecouvreur: “Del sultano Amuratte m’arrendo all’imper… Io son l’umile ancella”
Nikolaj Rimskij-Korsakov
Da Sneguročka (La fanciulla di neve): “Velikj car!” (“Grazie zar”) e “No shto so mnoj: blazhenstvo ili smert’?” (“Che avviene in me: è gioia questa o morte?”)
Sergej Rachmaninov
Da Francesca da Rimini: “O, ne rïdáy, moy Páolo” (“Oh, non piangere, mio Paolo”)
Richard Strauss
Da Ariadne auf Naxos: “Es gibt ein Reich” (“So che c’è un regno”)
Dalla finestra
Vincenzo Bellini
Da I Capuleti e i Montecchi: ““Eccomi in lieta vesta… Oh! quante volte, oh! quante”
Frédéric Chopin
Fantasie-Impromptu in do diesis minore op. 66
Richard Strauss
6 Lieder op. 17, n. 2: “Ständchen” (“Serenata”)
Pëtr Il’ič Čajkovskij
6 Romanze op. 63, n. 6: “Serenada” (“Serenata”)
Sergej Prokof’ev
Da Guerra e Pace: “Ja ne budu, ja ne magu spat” (“Non dormirò, non posso dormire”)
Nikolaj Rimskij-Korsakov
2 Romanze op. 56, n. 2: “Son v letnjuju noč” (“Sogno di una notte d’estate”)
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Soprano Anna Netrebko
Mezzosoprano Elena Maximova
Pianoforte Pavel Nebolsin
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Prezzi:
Solo ascolto 10€; Visibilità limitata 15€; Galleria 30€; Palchi 40€; Platea 4 60€; Platea 3 70€; Platea 2 80€; Platea 1 90€
Durata complessiva 2 ore circa
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