La fabbrica illuminata di Luigi Nono e Erwartung di Arnold Schönberg in dittico al Teatro La Fenice dal 13 al 22 settembre 2024.
Nel 2024 cadrà un duplice anniversario, il centenario della nascita di Luigi Nono e il centocinquantesimo dalla nascita di Arnold Schönberg: la Fenice celebrerà i due grandi maestri della musica moderna con uno spettacolo in dittico che abbina La fabbrica illuminata di Luigi Nono e Erwartung di Arnold Schönberg. La messinscena sarà un nuovo allestimento con la regia di Daniele Abbado, le scene e il light design di Angelo Linzalata, i costumi di Giada Masi e i movimenti coreografici di Riccardo Micheletti. La direzione musicale sarà di Jérémie Rhorer alla testa dell’Orchestra del Teatro La Fenice. Interprete della Fabbrica illuminata sarà il soprano Valentina Corò, con Alvise Vidolin alla regia del suono. Mentre Heidi Melton interpreterà la donna nell’Attesa. Il dittico è in programma al Teatro La Fenice il 13, 15, 17, 19, 22 settembre 2024 nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2023-2024. La recita di martedì 17 settembre ore 19.00 sarà trasmessa in diretta radiofonica da Rai Radio3.
Composta per voce femminile e nastro magnetico, su testi fortemente politicizzati di Giuliano Scabia e un frammento di Due poesie a T. di Cesare Pavese, La fabbrica illuminata è una composizione del 1964 che debuttò proprio al Teatro La Fenice di Venezia il 15 settembre 1964, interprete il mezzosoprano Carla Henius e Nono alla regia del suono, in occasione della ventisettesima edizione del Festival Internazionale di Musica Contemporanea.
Entwartung di Arnold Schönberg è un monodramma in un atto articolato su quattro scene su libretto di Marie Pappenheim che può essere considerato il primo esempio di teatro musicale espressionista: debuttò al Deutsches Landestheater di Praga il 6 giugno 1924.
«L’accostamento di un brano celeberrimo come Erwartung e un pezzo breve e intenso come La fabbrica illuminata è un assolutamente inedito – spiega il regista Daniele Abbado –, inclusa la particolare successione cronologica, perché la serata inizierà con La fabbrica illuminata e proseguirà con Erwartung. Il progetto è stato impostato così dal sovrintendente e direttore artistico Fortunato Ortombina e in un primo momento mi ha un po’ stupito, ma poi ho aderito con entusiasmo, perché ho riflettuto su questa scelta. Mi sembra evidente la volontà di strappare Erwartung dalla sua abituale storicizzazione di monodramma che racconta un caso clinico, in quanto coevo agli studi sull’isteria di Freud e Breuer. Rinchiudere Erwartung in questa lettura storica non sembra più interessante. Il significato e il valore di quest’opera oggi vanno ben al di là dell’analisi clinica. Anzi la travalicano completamente. Questo è stato il primo impulso che ho provato.
Pur non essendo la prima in assoluto – prosegue Abbado – La fabbrica è l’opera in cui Luigi Nono si confronta totalmente e con coraggio con le possibilità tecnologiche del suo tempo. Stiamo parlando di un nastro magnetico su quattro piste, cioè di suoni reali registrati nella fabbrica di Cornigliano ed elaborati poi nello Studio di Fonologia di Milano con la collaborazione di Marino Zuccheri. È questa nuova possibilità di teatro musicale in presa diretta con la realtà a interessare e stimolare Nono, che affronta l’impresa con un coraggio enorme. Per lui significa soprattutto rifuggire da qualsiasi lettura o interpretazione di tipo naturalistico. Non si tratta di comporre un ritratto, ma di fissare l’esperienza della fabbrica, degli operai, e allo stesso tempo anche l’esperienza del compositore, che entra come protagonista in questo rapporto. Giuliano Scabia, parlando di questo lavoro, dice appunto che la composizione illumina un momento di relazione, composta da diversi soggetti e situazioni. L’opera parla cioè della realtà della fabbrica attraverso i suoni, le voci, le parole, i testi che Nono e Scabia acquisiscono. Dietro questo c’è la realtà esistenziale che vivono gli operai, e ovviamente anche la presenza e l’intervento del compositore e del poeta. Non soltanto nell’elaborazione musicale, artistica e drammaturgica del progetto, ma anche ‘in avanti’, quindi nel confronto e nella restituzione. […] Erwartung – che è attesa, ma anche lutto, perdita – parla di una solitudine disperata e collettiva. Per questo il suggerimento di proporla dopo La fabbrica illuminata nel lavoro che stiamo costruendo potrebbe costituire non tanto la prosecuzione, ma la transizione da un mondo a un altro».
«Mi sembra che il progetto di affiancare La fabbrica illuminata e Erwartung sia frutto di una intelligente visione italiana – commenta il direttore d’orchestra Jérémie Rhorer – e lo dico assolutamente in senso positivo. È un modo di creare un legame tra due opere che possono essere distanti tra loro nel panorama culturale generale, cui solo gli italiani possono dare un senso perché le immettono nelle antiche radici greche e romane che caratterizzano in senso ampio la loro cultura. Ovviamente c’è una connessione tra Nono e Schönberg, ma questo è meno interessante dell’immaginare una risonanza tra due esperienze lontane tra loro nel tempo che possono però essere ridefinite da un’altra forma artistica.
Per me in Erwartung – prosegue Rhorer – c’è una reale scienza dell’orchestrazione, basata sul peso e sulla forza variabili dell’orchestra. È quello che ho tentato di sottolineare nella mia lettura dell’opera, e sono felice che molti critici l’abbiano messo in evidenza. Si incontra la grande esplosione di suono, chiaramente identificabile come post-wagnerismo o reminiscenza straussiana, ma allo stesso tempo ci si imbatte in una riduzione della tessitura musicale in termini minimali, che rivela gli elementi psicologici dell’opera. Mi piace molto questo lato di Erwartung, dove l’orchestra è ridotta quasi al silenzio dopo il grande climax. In questo contrasto si può definire Schönberg un maestro dell’orchestrazione. Non è tanto il trovare il giusto equilibrio in ogni momento, ma il padroneggiare la struttura bilanciando l’opposizione dei timbri e delle densità». Ecco il dettaglio delle recite con orari e turni di abbonamento: venerdì 13 settembre 2024 ore 19.00 (turno A); domenica 15 settembre ore 17.00 (turno B); martedì 17 settembre ore 19.00 (turno D); giovedì 19 settembre ore 19.00 (turno E); domenica 22 settembre ore 17.00 (turno C). Le recite del 13 e 17 settembre fanno parte dell’iniziativa La Fenice per la città realizzata in collaborazione con il Comune di Venezia; quelle del 15, 19 e 22 settembre fanno parte della Fenice per la città metropolitana, in collaborazione con la Città Metropolitana di Venezia.