La programmazione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino da gennaio 2024 e dell’86esima edizione del Festival
Un arco temporale di programmazione che parte dal mese di gennaio, abbraccia il Festival – che giunge alla 86 esima edizione – e termina il 13 giugno 2014. Nei sei mesi, quattro opere liriche, un‘opera in forma di concerto, un’opera per i bambini, 12 concerti sinfonici, un balletto.
La collaborazione con gli Amici della Musica Firenze, l’Accademia Bartolomeo Cristofori, il Conservatorio Cherubini, la Scuola di Musica di Fiesole, l’Ort Orchestra della Toscana, G.A.M.O., Tempo Reale con Maggio Elettrico, l’Homme Armèe e Anbima, il Teatro della Pergola.
Tornano gli abbonamenti su tre turni e quattro tipologie che rendono sempre più conveniente il prezzo, già favorevole rispetto al passato, dei biglietti per gli spettacoli.
La nuova grafica del Teatro del Maggio: nel rispetto della tradizione, il rinnovamento visivo improntato a un segno che sottolinea la forte identità sia del Teatro che del suo Festival e il legame dell’Istituzione con la Città di Firenze.
Un arco temporale di sei mesi di programmazione che parte dal mese di gennaio, abbraccia il Festival – che giunge alla 86esima edizione – e termina il 13 giugno 2014. Sei mesi della nuova fase del Teatro che guardano con attenzione, curiosità e ispirazione al passato del Maggio – istituzione nata più di 90 anni fa – per costruire e consolidare con efficacia il presente e necessariamente proiettarsi positivamente e con slancio verso il futuro. Ciò che ispirò allora la fondazione del Maggio s’individua, ancora oggi, in una profonda volontà di rinnovamento, che è la stessa intenzione che guida adesso il rilancio dell’Istituzione che guarda in sé stessa e alla sua storia. Se il Maggio sin da subito faceva sue le nuove proposte, percorreva inedite strade espressive, individuava, scopriva e lanciava artisti che da Firenze sono entrati a far parte della storia, oggi questa è la bandiera tornata d’attualità. Il binomio “scoperte/proposte” è la missione del Maggio che ora si delinea nel programma – sempre all’insegna della sostenibilità del progetto artistico – che si presenta e che diventerà la strada maestra e identitaria del “rinato” Maggio sin dal più prossimo futuro; strada che il Maggio intende percorrere a passi decisi anche per consolidare soprattutto il rapporto con il suo pubblico, destando sempre più il suo interesse e la sua curiosità; attraendolo, offrendo a chi entra in Sala per un’opera o un concerto, per una presentazione o per un convegno, di riconoscersi nel ritrovato “stile Maggio”.
Con queste premesse il Maggio ha elaborato una proposta complessiva composta da quattro opere liriche (Don Pasquale, Turandot, Tosca, Jeanne Dark), un dramma in forma di concerto (Peer Gynt), un’opera per i bambini ispirata a Turandot, 12 concerti sinfonici con giovani direttori ma ovviamente anche con i grandi nomi di Daniele Gatti, Zubin Mehta e Myung-Whun Chung e l’atteso ritorno di Riccardo Muti con i Wiener Philharmoniker, un balletto (La trilogia dell’estasi con la coreografia di Roberto Zappalà); la collaborazione con gli Amici della Musica Firenze, l’Accademia Bartolomeo Cristofori, il Conservatorio Cherubini, la Scuola di Musica di Fiesole, l’Ort-Orchestra della Toscana che sarà diretta da Riccardo Bisatti, G.A.M.O, Tempo Reale con Maggio Elettrico, L’Homme Armè e Anbima,e il Teatro della Pergola disegnano la programmazione del primo semestre del 2024 che, nel Festival, dedicherà a Giacomo Puccini – nel centenario della morte – un nuovo allestimento di Tosca diretta da Daniele Gatti, con il ritorno alla regia d’opera del grande attore ronconiano Massimo Popolizio, cui si affiancherà uno spettacolo “storico” del Maggio che rientra ormai tra i veri e propri cult dell’opera, Turandot con la regia firmata da Zhang Yimou e sul podio Zubin Mehta.
Da gennaio a marzo sul fronte sinfonico, l’idea nel comporre la programmazione è stata quella di chiamare sul podio, a fianco del direttore principale Daniele Gatti, direttori molto interessanti, che abbiano un’età compresa tra i trenta e i quarant’anni, con già una brillante carriera e che sono molto apprezzati a livello europeo nei maggiori teatri d’opera e sale da concerto: Nikolas Naegele, “nato” e formatosi al Maggio in Accademia, è stato poi Kappelmeister alla Deutsche Oper a Berlino e più volte assistente di Christian Thieleman a Salisburgo e a Bayreuth; Hankyeol Yoon vincitore nel 2023 del Concorso Karajan di Salisburgo, al suo debutto italiano, Min Chung, “figlio d’arte” con un’importante curriculum internazionale, Vitali Alekseenok vincitore nel 2021 del concorso Toscanini e, nel ’23, secondo al concorso Karajan e che ora ricopre il ruolo di Kappelmeister della Deutsche Oper am Rhein. Lo stesso principio ha guidato la composizione di buona parte delle compagnie di canto sia per il versante operistico che concertistico: da una parte chiamando artisti di importante valore per esempio Sara Blanch, Marco Filippo Romano, Markus Werba, Francesco Meli, Teresa Iervolino, Carlo Bosi, Valeria Sepe, Alexia Voulgaridou, Gianluca Margheri, Pablo Ruiz, Ivan Magrì, Anicio Zorzi Giustiniani, Giovan Battista Parodi, Elia Schilton, Gabriele Sagona, Dario Giorgelé e alcuni di loro al loro debutto sia al Maggio che in Italia come Angelos Samartzis, Olga Maslova, Vanessa Goikoetxea, Alexey Markov e dall’altro coinvolgendo i giovani artisti che sono ora avviati con successo a una carriera internazionale e che si sono formati all’Accademia del Maggio: Nikoleta Kapetanidou, Dave Monaco, Qianming Dou, Eunhee Maggio, Davide Piva, Valentina Corò, Alfonso Zambuto, Ludovico Filippo Ravizza, non scordando a fianco a loro i giovani talenti che tuttora la frequentano come Aleksandra Meteleva, Oronzo D’Urzo, Lorenzo Martelli, Matteo Mancini, Aitana Sanz-Pérez, Ohla Smokolina, Danbi Lee, Nikoletta Hertsak, Matteo Torcaso.
Nelle diverse iniziative a corollario della programmazione come le presentazioni delle opere, gli incontri con gli artisti, si segnala il 26 e 27 aprile presso il Foyer di galleria, il Convegno “Un baritono per il Novecento, Rolando Panerai, fra Tradizione e modernità” a cura di Giovanni Vitali e Giancarlo Landini, in occasione dei 100 anni dalla nascita del grande baritono.
L’86esima edizione del Festival s’inaugura in Sala Mehta il 13 aprile con il concerto sinfonico corale diretto da Daniele Gatti; mette subito in cartellone la collaborazione con l’Accademia Bartolomeo Cristofori per cinque concerti a partire dal 14 aprile, prosegue con Turandot, l’opera lirica di Giacomo Puccini, nel fastoso e famosissimo allestimento “storico” di Zhang Yimou che sarà diretta da Zubin Mehta. Sul versante lirico gli altri due titoli in programmazione sono, dal 14 maggio, Jeanne Dark il nuovo allestimento dell’opera commissionata dal Maggio a Fabio Vacchi con la direzione di Alessandro Cadario e regia di Valentino Villa e, dal 24 maggio, Tosca, di Giacomo Puccini, con la direzione di Daniele Gatti e il nuovo allestimento firmato dalla regia di Massimo Popolizio. Sul versante sinfonico, oltre al concerto sinfonico-corale che inaugurerà il Festival, sul podio saliranno di nuovo Daniele Gatti il 5 maggio, Myung-Whun Chung, il 25 maggio, Riccardo Bisatti alla guida dell’Ort l’1 giugno (fuori abbonamento), Zubin Mehta nel concerto di chiusura il 13 giugno. Il Festival mette in calendario anche l’importante ospitalità il 12 maggio dei Wiener Philharmoniker che saranno diretti da Riccardo Muti.
Le altre collaborazioni riguardano il fruttuoso rapporto con il Conservatorio Cherubini di Firenze e la Scuola di Musica di Fiesole in un “Progetto Giovani Musicisti” per una serie di quattro concerti eseguiti a partire dal 7 maggio presso la Sala Coro del Teatro con i rispettivi Complessi da camera delle due Istituzioni. Il 21 maggio è previsto in Sala Mehta il concerto dell’Associazione Musicale L’Homme Armé. Il 5 giugno G.A.M.O. Ensemble – Gruppo Aperto Musica Oggi – in Sala Regia per un concerto dedicato interamente a Luigi Nono e alle sue composizioni, e ancora in Sala Regia Tempo Reale con Maggio Elettrico l’11 e 12 giugno. Per il balletto il 30 e 31 maggio, la Compagnia Zappalà Danza con la coreografia di Roberto Zappalà, propone La trilogia dell’estasi, tre balletti: L’après-midi d’un faune, Boléro, Le Sacre du Printemps.
LA STAGIONE SINFONICA GENNAIO-MARZO 2024
Il maestro Daniele Gatti torna sul podio, il 20 e 21 gennaio, dell’Orchestra del Maggio con un programma ispirato al tema della trasfigurazione. In apertura Vorspiel und Liebestod (Preludio e Morte di Isotta) dal Tristan und Isolde di Wagner, due pagine emblematiche dell’opera, rispettivamente l’inizio e la fine, che ne rappresentano il significato più profondo. Il conflitto tra Amore e Morte si risolve nella trasfigurazione di Isolde che muore sul corpo esanime dell’amato con il passaggio a una forma diversa e più alta. La lezione wagneriana non lascerà indifferenti i musicisti della generazione successiva; ne sono prova le altre due composizioni in programma influenzate dalle soluzioni armoniche e dal clima di tensione spirituale già esperito da Wagner: il poema sinfonico Tod und Verklärung (Morte e Trasfigurazione) di Richard Strauss, che sintetizza in musica i momenti che precedono la morte di uomo, un artista teso eternamente verso ideali supremi, e Verklärte Nacht (Notte trasfigurata) di Arnold Schönberg, brano dalle tinte notturne ispirato a una lirica di Richard Dehmel, nella versione trascritta dall’autore per orchestra d’archi.
Il primo appuntamento con il Coro del Maggio è fissato il 9 e 10 febbraio: in programma composizioni di Brahms e Dvořák dirette dal maestro Hankyeol Yoon. Tra le proposte brahmsiane figurano l’Ouverture Accademica op. 80, nata come ringraziamento per la laurea honoris causa conferita al musicista dall’Università di Breslavia; Nänie per coro e orchestra op. 82, un’opera ispirata ai canti funebri intonati dalle prefiche nell’antica Roma e composta in memoria del pittore Anselm Feuerbach, amico del compositore scomparso prematuramente; e il Schicksalslied per coro e orchestra op. 54 (Il canto del destino) su testo di Friedrich Hölderlin. In chiusura di concerto verrà eseguita la Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88 di Dvořák, composta nel 1889 fu tra le sinfonie più apprezzate all’epoca, in modo particolare dal pubblico inglese. Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Maestro del Coro Lorenzo Fratini.
Il secondo appuntamento con il Coro del Maggio, e con l’Orchestra del Maggio stavolta diretti dal maestro Min Chung il 23 e 24 febbraio, è il proseguimento ideale del primo. Ancora Brahms con la “Rapsodia per contralto, coro maschile e orchestra” op. 53, brano autobiografico dai toni chiaroscurali su testo di Goethe e Der Gesang der Parzen (Il canto delle Parche) opera per coro e orchestra composta da Brahms nel 1882 su un episodio tratto dall’Ifigenia in Tauride di Goethe. Ispirato all’antichità come Nänie, Il canto delle Parche riprende il tema del più cupo fatalismo già affrontato dieci anni prima nel Schicksalslied. Il contrasto tra la beatitudine degli dei e la tragica condizione degli uomini che soccombono davanti alla sofferenza si traduce in una pagina dalle tenebrose suggestioni dove predominano i registri gravi. Sarà poi la Sinfonia n. 3 in la minore op. 56 Scozzese di Mendelssohn a chiudere il concerto. Maestro del Coro Lorenzo Fratini.
Il secondo concerto diretto da Daniele Gatti (e terzo in cartellone) è in programma il 16 marzo. In locandina figura per iniziare la Sinfonia n. 44 in mi minore di Haydn, detta Trauer-Symphonie (Sinfonia funebre) per un curioso aneddoto: pare infatti che il compositore avesse dichiarato di apprezzare così tanto l’Adagio di questa sua sinfonia da volere che venisse eseguito ai suoi funerali. Poi segue Nobilissima visione di Paul Hindemith, la suite orchestrale tratta dal balletto omonimo ispirato al ciclo di affreschi giotteschi sulla vita di San Francesco presenti nella basilica di Santa Croce a Firenze che tanto avevano colpito il compositore durante una visita nel 1937 e in chiusura l’Incantesimo del Venerdì Santo dal Parsifal di Wagner, un pannello sonoro di elegiaca bellezza che descrive il risveglio della Natura ai primi raggi del sole mattutino presagendo il momento della rinascita e della salvazione finale.
Nell’ultimo concerto della stagione il 29 marzo, giorno del Venerdì Santo, ascolteremo uno dei sommi capolavori di Rossini: lo Stabat Mater per soli, coro e orchestra. Protagonisti Nicoletta Kapetanidou (soprano), Alexandra Meteleva (contralto), Dave Monaco (tenore), Pablo Ruiz (basso), Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, diretti da Vitali Alekseenok. Nonostante le riluttanze iniziali, anche Rossini, come tutti i grandi compositori, sentì il bisogno di misurarsi con l’antica sequenza liturgica latina – attribuita a Jacopone da Todi – che descrive il dolore della Vergine Maria piangente ai piedi del figlio crocifisso. Composto parzialmente nel 1831 e completato poi nel 1842, su commissione di un ricco prelato spagnolo, lo Stabat Mater fu assai acclamato anche se da alcuni tacciato di mondanità per lo stile melodrammatico utilizzato da Rossini. Il programma dell’ultimo concerto sarà impreziosito anche da una pagina strumentale: il Ricercare a 6 voci, trascrizione per orchestra di Anton Webern dall’Offerta musicale di Johann Sebastian Bach, opera che rappresenta il magistero assoluto della polifonia. Maestro del Coro, Lorenzo Fratini.
IL FESTIVAL MAGGIO, 86esima EDIZIONE, 2024
La programmazione operistica
TURANDOT
Il Festival del Maggio, dopo l’inaugurazione sinfonica affidata a Daniele Gatti il 13 aprile, alza il sipario operistico il 21 aprile alle ore 20 con uno degli allestimenti entrati a pieno titolo nella storia artistica del Maggio e divenuto un cult: Turandot. Il titolo pucciniano – dopo anche La bohème del novembre 2023 – è programmato assieme a Tosca (in scena dal 24 giugno) per le celebrazioni dedicate a Giacomo Puccini in occasione del centenario della morte. Andato in scena per la prima volta nel 1997 al Teatro Comunale, è stato portato poi a Pechino alla Città Proibita, riproposto inoltre per altre due volte sulle tavole del palcoscenico del vecchio teatro e in una versione semiscenica nel novembre 2012 al Teatro del Maggio. Sul podio sempre, oggi come allora, il maestro Zubin Mehta che nel corso della sua carriera ne ha fatto un’opera di riferimento del suo repertorio. La regia è di Zhang Ymou, ripresa oggi da Stefania Grazioli. I sontuosi costumi sono di Wang Yin e le luci sono curate da Valerio Tiberi. Per compore il cast il Maggio ha desiderato proporre al pubblico nomi di alto profilo ma al loro debutto fiorentino: è il caso di Olga Maslova, il soprano che interpreta l’iconica parte di Turandot, vincitrice quest’anno del Concorso Čajkovskij di Mosca (ma in Italia prima della Turandot, sarà in scena solo a Trieste in Nabucco). A una ex Accademica del Maggio, il soprano Eunhee Maggio è affidato lo stesso ruolo nella recita del 3 maggio. Altoum sarà Carlo Bosi, Timur sarà il giovane basso coreano Simon Lim. Nell’altrettanto iconica parte di Calaf si segnala il debutto italiano del tenore greco Angelos Samartzis dalla voce formidabile. Nelle recite del 27 e 30 aprile la parte sarà sostenuta da Ivan Magrì. Liù in tutte le recite sarà la grande voce italiana di Valeria Sepe. Ping Pang e Pong, le tre maschere, sono affidati a tre artisti dell’Accademia: Lodovico Ravizza, Oronzo D’Urzo e Lorenzo Martelli. A un ex Accademico il baritono Qianmindg Dou, è affidata la parte de Il Mandarino. Le danze sono interpretate dai ballerini del Nuovo Balletto di Toscana diretto da Cristina Bozzolini. Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino: maestro del Coro, Lorenzo Fratini. Le repliche sono in calendario il 24, il 27 (ore 15.30) il 30 aprile e il 3 maggio.
JEANNE DARK
Dopo essere stata cancellata nel 2020 a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, debutta finalmente il 14 maggio alle ore 20, in Sala Mehta – in prima rappresentazione assoluta – Jeanne Dark, opera, su libretto di Stefano Jacini, commissionata dal Teatro a Fabio Vacchi, tratta dall’eroicomica La Pulzella d’Orleans di Voltaire. Fabio Vacchi, la cui collaborazione con il Maggio risale al giugno del 1982, epoca della rappresentazione al Teatro della Pergola del suo lavoro Girotondo, ha definito Jeanne Dark “Un testo ironico, sarcastico, dissacrante, che ironizza così, sui dogmi estetici del teatro musicale cosiddetto contemporaneo, convinto che in ogni ideologico si nasconda quel potere occulto smascherato dall’illuminismo, nella sua accezione non solo settecentesca; un’opera per divertirsi e per pensare”. La direzione e la concertazione sono affidate ad Alessandro Cadario che guida il ContempoArtEnsamble; la regia dello spettacolo è firmata da Valentino Villa; le scene sono di Serena Rocco, i costumi di Gianluca Sbicca; l’ideazione delle luci è di Pasquale Mari realizzate da Oscar Frosio. In locandina artisti in carriera e accademici del Maggio: Elia Schilton è Voltaire, Alexia Voulgaridou è Jeanne, Olha Smokolina è Agnese, Lorenzo Martelli sostiene le parti di Stalliere/Asino/Soldato francese; Alfonso Zambuto anche lui con tre ruoli: Delfino/Re//Diavolo; Anicio Zorzi Giustiniani è Gilles de rais; Giovani Battista Parodi è San Giorgio; Gianluca Margheri è San Dionigi, Davide Piva è Frate Bordone. Le due repliche sono programmate il 16 maggio alle ore 20 e il 18 alle ore 18.
TOSCA
Il 24 maggio alle 20, in Sala Grande si alza il sipario su Tosca, di Giacomo Puccini. Sul podio il maestro Daniele Gatti. La regia è firmata da Massimo Popolizio, importante attore ronconiano e apprezzato regista di prosa, sei volte “Premio Ubu” (quattro volte come attore e due volte per la regia), tre volte “Nastro d’Argento”, due volte “premio Flaiano”, che per il Maggio torna a confrontarsi con regia d’opera dopo aver siglato nel 2018 I masnadieri all’Opera di Roma. Le scene sono di Margherita Palli, i costumi di Silvia Aymonino, le luci di Pasquale Mari.
Per la parte di Tosca è stato individuato il soprano Vanessa Goikoetxea, artista con una spiccata personalità che canta per la prima volta a Firenze dopo un suo debutto italiano al Festival di Martina Franca dieci anni fa, nel 2014. Francesco Meli, il cui nome non ha bisogno di presentazioni e che al Maggio è “di casa” sarà Cavaradossi. Scarpia sarà il baritono russo Alexey Markov. Per le altre parti il Maggio ha deciso di puntare su Gabriele Sagona per Angelotti, Matteo Torcaso per Il sagrestano, Dario Giorgelé per Sciarrone e Oronzo D’Urzo, dell’Accademia, per Spoletta. Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino. Maestro del Coro Lorenzo Fratini. Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio, maestra del coro Sara Matteucci. Le repliche sono fissate il 26 (ore 15.30) maggio e 3, 6, 8 giugno alle ore 20.
IL BALLETTO
Après-midi d’un faune | Boléro | Le Sacre du Printemps (trilogia dell’estasi)
della Compagnia Zappalà Danza
Spettacolo in prima mondiale assoluta di Roberto Zappalà con la collaborazione drammaturgica di Nello Calabrò, la Trilogia dell’estasi, in scena per due sere il 30 e 31 maggio in Sala Mehta. La regia e la coreografia sono di Roberto Zappalà che firma anche set e luci e costumi, questi ultimi realizzati con Veronica Cornacchini.
Trilogia dell’estasi, creazione per una dozzina di danzatori, si basa su tre fra le più celebri composizioni dell’ultimo secolo e mezzo: Il Prélude à l’après-midi d’un faune di Claude Debussy, il Boléro di Maurice Ravel e Le Sacre du printemps di Igor’ Stravinskij. Chiave della trilogia è il lavoro sullo spazio, nel quale si va creando un “dispositivo scenico” che, volta per volta, limita, amplifica, e modifica la coreografia, anche questa curata da Roberto Zappalà. Un unico set scenico ospiterà la creazione, che al contempo racchiude rispettivamente l’esclusione, il corteggiamento e l’eros nel Prélude à l’après-midi d’un faune; l’inclusione, il vizio e la lussuria nel Boléro e infine la persecuzione e il sacrificio ne Le Sacre du printemps. Il progetto è una co-produzione fra lo Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza, la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e il Teatro Massimo Bellini di Catania con il sostegno di MIC Ministero della Cultura e Regione Siciliana Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo.
LA STAGIONE SINFONICA DEL 86esimo FESTIVAL
Presentazione
Il concerto inaugurale del Festival sarà diretto dal maestro Daniele Gatti il 13 aprile in Sala Mehta.
Come nella prima parte della stagione 2023/24, in cui il Maestro ha presentato il ciclo Honegger-Beethoven abbinando le sinfonie del primo ai concerti per pianoforte e orchestra del secondo, anche nel Festival Daniele Gatti proporrà alcuni confronti musicali di particolare interesse. Nei programmi dei suoi tre concerti, si troveranno infatti composizioni di musica corale sacra o d’ispirazione religiosa, di autori come Bruckner, Zemlinsky e Petrassi, affiancate a sinfonie di Mahler e Šostakóvič. Appuntamenti assai attesi sono poi quelli con il maestro Riccardo Muti insieme ai Wiener Philharmoniker (12 maggio) e il maestro Myung-Whun Chung con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino (25 maggio) che propongono alcuni capisaldi della letteratura sinfonica settecentesca e ottocentesca. Ma il programma concertistico del Festival prevede anche cinque appuntamenti dedicati al fortepiano in collaborazione con l’Accademia Bartolomeo Cristofori (14,16,18,19 e 3 aprile), un ciclo di concerti con i giovani musicisti dei Complessi da camera del Conservatorio di Firenze e della Scuola di Musica di Fiesole (7, 8, 10 e 11 maggio), un progetto intitolato “Maggio diffuso” che porterà Le quattro stagioni di Vivaldi eseguite dai professori dell’ Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino guidati da Domenico Pierini in giro per la città metropolitana (15 e 17 maggio), un concerto de L’Homme Armé, ensemble vocale specializzato nello studio e nell’interpretazione della musica antica (21 maggio), un concerto dell’Orchestra dellaToscana (1 giugno), sul podio il giovane direttore Riccardo Bisatti e al violino Simon Zhu, un appuntamento concertistico con il G.A.M.O (5 giugno) e due appuntamenti curati da Tempo Reale (11 e 12 giugno) nell’ambito di “Maggio elettrico”. L’ultimo concerto del Festival (13 giugno) è affidato invece all’amata e prestigiosa bacchetta del maestro Zubin Mehta, direttore emerito a vita del Maggio che dirigerà un brano corale (ancora da definire) e la Sinfonia n. 7 di Dvořák.