Venerdì 7 febbraio alle ore 20 il debutto del maestro Alejo Pérez sul podio della Sala Zubin Mehta alla testa dell’Orchestra del Maggio.

In cartellone le musiche di Sergej Rachmaninov, Manuel De Falla e il celebre “Boléro” di Maurice Ravel.

Il concerto sarà trasmesso in differita su Rai Radio 3

Venerdì 7 febbraio alle ore 20, in Sala Mehta – alla guida dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino – sale sul podio il maestro Alejo Pérez, al suo debutto al Maggio.

In cartellone un programma dalle marcate sfumature latine: in apertura la Sinfonia n. 2 in mi minore op. 27 di Sergej Rachmaninov a cui seguono El sombrero de tres picos (Suite n. 1 e n. 2) di Manuel De Falla e il celeberrimo Boléro di Maurice Ravel.

Il concerto si apre con la Sinfonia n. 2 in mi minore op. 27 di Sergej Rachmaninov: dopo la cocente delusione dovuta al flebile successo della sua Prima Sinfonia – che si tradusse in tre anni di inattività compositiva – durante il biennio 1906-1907, trascorso in gran parte a Dresda, maturò nel compositore l’idea di tornare a scrivere una sinfonia. La partitura venne terminata nel 1907 ed eseguita per la prima volta a Pietroburgo il 26 gennaio 1908 sotto la direzione dell’autore stesso.

Seguono le Suite n. 1 e n. 2 di Manuel De Falla, tratte da El sombrero de tres picos, balletto in un atto del compositore spagnolo su libretto di Gregorio Martínez Sierra e ispirato dall’omonimo romanzo di Pedro Antonio de Alarcón. Composto su richiesta di Sergej Djagilev, fu rappresentato per la prima volta al teatro Alhambra di Londra nel luglio del 1919. La composizione fu commissionata dal fondatore dei Ballets Russes a Manuel De Falla due anni prima, nel 1917, chiedendo un balletto “veramente spagnolo”. Il compositore lo portò ad assistere alla rappresentazione del suo El corregidor y la molinera, una farsa mimica con canto sempre su libretto di Gregorio Martìnez Sierra e tratta dal romanzo di Pedro Antonio de Alarcón. Dall’originale per piccola orchestra, avuto il compiacimento di Djagilev, Falla trasse la versione più ampia per balletto (1918-19), ri-orchestrando l’esistente, aggiungendo brani e lavorando nuovamente alla parte delle danze, non senza aver percorso l’Andalusia alla ricerca di materiali musicali popolari.

In chiusura al concerto una delle più famose composizioni di tutto il ‘900, ossia il Bolérodi Maurice Ravel. All’origine di Boléro c’è la richiesta al compositore, da parte di Ida Rubinstein, di una partitura per un breve balletto di ambientazione spagnola. La prima si tenne all’Opéra di Parigi nel novembre del 1928, con la coreografia di Bronislava Nijinska e le scene di Alexandre Benois. Ma la composizione cominciò dopo ad ottenere un enorme successo in sede concertistica e fu soprattutto Arturo Toscanini a darle gloria, anche se l’autore stesso non si trovò in accordo con il grande direttore in quanto reputò troppo rapida la sua esecuzione.

Alejo Pérez è stato direttore musicale del Teatro Argentino de La Plata dal 2009 al 2012; è stato inoltre uno dei direttori principali del Teatro Real di Madrid e ospite di numerose orchestre di fama internazionale come l’Orchestre Philharmonique de Radio France, la Tokyo Metropolitan Symphony Orchestra, la Seoul Philharmonic Orchestra, la Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino, la Deutsche Kammerphilharmonie di Brema e l’Ensemble Intercontemporain. Ha rapporti di lavoro di lunga data con l’Opera di Stoccarda; l’Opéra de Lyon e il Teatro dell’Opera di Roma). Più recentemente i suoi impegni lo hanno portato alla Lyric Opera di Chicago, al Festival di Salisburgo, alla Wiener Staatsoper e al Teatro Colón di Buenos Aires.

Il concerto è preceduto dalla guida all’ascolto tenuta da Katiuscia Manetta nel Foyer di Galleria della Sala Zubin Mehta. È riservata ai possessori del biglietto e si svolge 45 minuti prima dell’inizio dello spettacolo (durata 30 minuti circa).

Il concerto:

Sergej Rachmaninov

Sinfonia n. 2 in mi minore op. 2

L’insuccesso con cui era stata accolta la sua Prima sinfonia nel 1897 aveva gettato Sergej Rachmaninov in uno stato di frustrazione tale da allontanarlo dalla composizione per alcuni anni. Tuttavia, grazie alle cure dello psicologo Nikolaj Dahl il musicista superò quel triste periodo tornando a scrivere musica. Nel giro di pochi anni videro la luce alcune tra le pagine più iconiche della sua produzione come il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra e la Sinfonia n. 2 in mi minore op. 27. Nel 1906, dopo aver lasciato la direzione del Bol’soj di Mosca, Rachmaninov decise di trasferirsi a Dresda per dedicarsi con serenità alla composizione. Lì, tra l’autunno del 1906 e la primavera del 1907, realizzò la Sinfonia n. 2, che fu poi eseguita il 26 gennaio dell’anno seguente a San Pietroburgo sotto la direzione dello stesso autore. Accolta benevolmente da pubblico e critica, la Seconda sinfonia si distingue per l’impianto ciclico basato su una melodia di poche note, una sorta di motto, che torna in forma variata all’interno dei quattro movimenti. Tra i punti di forza della Sinfonia n. 2 spiccano l’espressività e la cantabilità dei temi impiegati e una scrittura orchestrale capace di mettere in luce impasti timbrici assai raffinati; basti pensare ad esempio al movimento lento, il cuore della composizione posto in terza posizione, che con la struggente e celeberrima melodia intonata dal clarinetto sul felpato accompagnamento degli archi risulta uno dei momenti di maggiore coinvolgimento emotivo dell’opera. 

Manuel De Falla 

El sombrero de tres picos, Suites n. 1 e n. 2 dal balletto omonimo

Come molti musicisti della sua generazione, anche Manuel de Falla non mancò di misurarsi con la straordinaria esperienza artistica dei Balletti Russi capitanati da Sergej Djagilev. Da tempo l’impresario russo sperava in una collaborazione con il compositore spagnolo e l’occasione giunse nel 1917 quando invitò Manuel de Falla a trasformare in balletto la pantomima intitolata El Corregidor y la molinera. Nel progetto erano coinvolti anche Leonide Massine per le coreografie e Pablo Picasso per le scene e i costumi e il balletto El sombrero de tres picos (Il cappello a tre punte) debuttò a Londra il 22 luglio 1919 riportando un successo straordinario. Anni dopo, il compositore decise di estrarne due suites da concerto che raccolgono alcuni tra i numeri più noti del balletto. Nella Suite n. 1, dopo un’energica fanfara introduttiva, l’orchestra trasporta l’ascoltatore in un caldo pomeriggio spagnolo (La tarde) per trascinarlo poi nel ritmo sensuale del fandango di Frasquita (Danza de la molinera). Il ridicolo e pomposo magistrato che corteggia la bella mugnaia si muove invece al passo manierato di un minuetto (Danza del Corregidor), mentre la suite si chiude con la danza brillante de Las uvas. Ritmi andalusi e colori orchestrali sgargianti la fanno da padrone anche nella Suite n. 2 che impagina una carrellata di danze popolari: l’allegra seguidilla (Danza de Los vecinos), l’energica e virile farruca che vede protagonista il marito di Frasquita (Danza del molinero), fino all’esuberante jota, una danza antica di origine aragonese che impegna l’orchestra in un crescendo virtuosistico di ritmo e colore (Danza final).

Maurice Ravel

Boléro

L’arcinoto Boléro di Ravel nacque su richiesta della ballerina Ida Rubinstein, che nel 1927 chiese all’amico compositore una partitura per un breve balletto di ambientazione spagnola. La prima esecuzione avvenne l’anno seguente, ma già due anni dopo, con l’esecuzione in forma di concerto diretta dallo stesso autore, il Boléro superò i confini della danza per imporsi come una delle opere simbolo della letteratura orchestrale. “Non ci sono contrasti e praticamente non c’è invenzione, eccezion fatta per il progetto iniziale e il modo di metterlo in pratica”, spiegava Ravel a proposito della sua opera. Sono pochi e semplici dunque gli elementi impiegati dall’autore: il ritmo di antica danza spagnola del XVIII secolo, il bolero appunto, caratterizzato da ritmo ternario scandito dalle percussioni e di andamento moderato, e una conturbante melodia di sapore arabo-spagnoleggiante sottratta allo sviluppo ma ripetuta ossessivamente fino alla saturazione. L’idea di base è quella di un graduale e calibratissimo crescendo dinamico e timbrico che vede a ogni ripetizione del tema l’ingresso in campo di un nuovo strumento che va ad arricchire la tavolozza di suoni raveliana: prima il flauto solo accompagnato dalla pulsazione del tamburo rullante, poi via via tutti gli altri strumenti delle varie famiglie orchestrali che sovrapponendosi creano uno spessore sonoro sempre maggiore e una tensione melodica e ritmica che esplode nelle battute conclusive.

La locandina:

SERGEJ RACHMANINOV
Sinfonia n. 2 in mi minore op. 2

Largo. Allegro moderato / Scherzo: Allegro molto /

Adagio / Finale Allegro Vivace

MANUEL DE FALLA 

El sombrero de tres picos, Suites n. 1 e n. 2 dal balletto omonimo

Suite n. 1: Introducción: Allegro ma non troppo / La tarde: Allegretto/ Danza de la molinera (Fandango): Allegro ma non troppo / El corregidor / Las uvas

Suite n. 2, Tre Danze dal Sombrero de tres picos

Danza de los vecinos (Seguidillas): Allegro ma non troppo /

Danza del molinero (Farruca): Poco vivo /

Danza final (Jota): Poco Mosso

MAURICE RAVEL

Boléro

Direttore Alejo Pérez

 

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Prezzi:

Settore D: 20€; Settore C: 35€ Settore B: 50€; Settore A: 70€