TURANDOT AL TEATRO MASSIMO DI PALERMO, SABATO 21 SETTEMBRE

L’opera sarà eseguita nella versione integrale del finale di Franco Alfano

con la regia di Alessandro Talevi, la direzione di Carlo Goldstein

e un cast di cantanti di rilievo internazionale


L’omaggio a Giacomo Puccini, nel centenario della morte, riporta sabato 21 settembre alle 20:00 al Teatro Massimo di Palermo un nuovo allestimento di Turandot,dramma lirico in tre atti e cinque quadri, nella prima versione integrale del finale dell’opera ultimata da Franco Alfano alla morte del compositore. La regia è firmata da Alessandro Talevi, apprezzato per il suo stile inventivo e fantasioso mentre sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo sale il maestro Carlo Goldstein.

Coro e Coro di voci bianche del Teatro Massimo sono diretti dal maestro Salvatore Punturo.

Il cast vede il ritorno da protagonista del soprano Ewa Płonka, che il pubblico del Teatro Massimo ha molto amato nel ruolo di Abigaille in Nabucco; accanto a lei in alternanza un’altra Ewa polacca, Ewa Vesin. Ad interpretare il principe Calaf e l’aria diventata icona del melodramma italiano nel mondo (Nessun dorma…) è il tenore Martin Muehle, apprezzato, oltre che per l’abilità vocale, per l’intensità drammatica delle sue interpretazioni, e nel cast alternativo è Angelo Villari.

Accanto a loro, nei panni della dolce Liù, vi saranno l’armena Juliana Grigoryan, tra i soprani più ricercati del momento, e la palermitana Jessica Nuccio, che torna in un nuovo ruolo pucciniano dopo Bohème. Debuttano come Timur due tra le più belle giovani voci di basso: Giorgi Manoshvili, che al Teatro Massimo ha trionfato come Gremin in Evgenij Onegin un anno fa, e Jerzy Butryn.

Completano il cast Alessio Arduini (Ping), Matteo Mezzaro (Pong e Principe di Persia), Blagoj Nacoski (Pang), Luciano Roberti (Mandarino), Cristiano Olivieri (l’imperatore Altoum) e le ancelle affidate a Gabriella Barresi / Cecilia Galbo e Lorena Scarlata / Maria Luisa Aleccia. Regista assistente Anna Maria Bruzzese. Scene e costumi di Anna Bonomelli, luci di Marco Giusti. Maestro d’armi Ran Arthur Braun. Assistente ai costumi Angelica Forni. Repliche fino al 29 settembre.

Ispirata all’omonima fiaba teatrale di Carlo Gozzi, l’opera, che nel libretto di Adami e Simoni è ambientata in Cina, racconta la vicenda della bella e crudele principessa Turandot. Chiunque voglia sposarla dovrà provare a risolvere tre enigmi che racchiudono il mistero e il rancore della principessa per la violenza subita dalla sua antenata Lo-u-ling che rivive in lei. I malcapitati pretendenti, che uno dopo l’altro falliscono la prova vengono giustiziati senza alcuna pietà fino all’arrivo del principe Calaf, che non solo risolve gli enigmi ma, grazie al sacrificio della schiava Liù che si suicida pur di non tradire il suo segreto, riesce a infrangere il cuore di ghiaccio di Turandot con la forza più grande e misteriosa che esista: l’amore. Puccini compone Turandot unendo a un linguaggio musicale moderno la struttura della grande tradizione ottocentesca dell’opera italiana, ma muore prima di completare la composizione che viene affidata a Franco Alfano, che all’epoca aveva già scritto opere di successo come Risurrezione (1904) e La leggenda di Sakuntala (1921) e che poi a inizio degli anni Quaranta fu sovrintendente del Teatro Massimo. Turandot sarà eseguita per la prima volta al Teatro alla Scala nel 1926 con la direzione di Toscanini che però ferma l’esecuzione lì dove Puccini si era fermato prima di morire e in seguito eseguirà il finale di Alfano in una versione ridotta che si è poi imposta nell’uso comune.

Il nuovo allestimento del Teatro Massimo propone invece la prima versione integrale con l’ultimo duetto e il finale di Franco Alfano. Il regista Alessandro Talevi ambienta l’opera in “una dimensione fuori dal tempo, con rimandi antichi e moderni, nei costumi e nella scena, e abbraccia genericamente il concetto di Oriente per rendere universale una favola di mille anni fa, intrisa di violenza e riscatto, ma ancora oggi attuale … Analizzando i tre enigmi – aggiunge -si capisce la psicologia di Turandot, sono i simboli della sua vita, raccontano la sua crescita dall’infanzia fino a questa maturità cattiva, e spiegano perché lei si identifica così tanto e così ferocemente con la sua ava Lo-u-ling: la mia idea è che lei ha avuto un’esperienza simile nella sua adolescenza, o forse anche prima, ha vissuto anche lei in qualche modo l’esperienza della violenza da parte di uno o più uomini. Perché Lo-u-ling, la principessa morta secoli prima e che Turandot idolatra, si intuisce che non è stata solo uccisa da un invasore, ma anche violentata, stuprata”. E a proposito del tormentato finale lasciato incompiuto da Puccini e delle varie versioni scritte dopo la sua morte, conclude – “secondo me il finale integrale di Alfano è l’unico in grado di rendere l’idea di cosa Puccini probabilmente avrebbe voluto realizzare. È l’unico epilogo che rende plausibile la trasformazione di Turandot, in poche battute, da principessa di morte in donna innamorata ”.

Turandot sarà in scena dal 21 al 29 settembre ma, come consuetudine del Teatro Massimo, la prova generale dell’opera in programma venerdì 20 settembre alle ore 18:30 è aperta al pubblico per uno scopo benefico a favore stavolta della Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro. I biglietti sono in vendita all’AIRC di Palermo (com.sicilia@airc.it – 0916110340; 091329264) o presso la biglietteria del Teatro Massimo.

Il debutto dell’opera è preceduto anche da un altro appuntamento di rilievo dedicato alla memoria di Puccini. Sabato 21 settembre alle ore 17:30 nella Sala ONU del Teatro Massimo Giovanni Gavazzeni, critico musicale e musicologo, e Ilaria Grippaudo, ricercatrice di Storia della Musica dell’Università di Palermo, presentano il volume di Gianandrea Gavazzeni La minuziosa verità. Scritti su Giacomo Puccini (a cura di Giovanni Gavazzeni), Edizioni Pendragon. Gianandrea Gavazzeni, direttore d’orchestra, celebre e apprezzato interprete della vitalità, dell’originalità e della modernità dell’universo pucciniano, ha dedicato a Puccini saggi critici e memorie artistiche, cogliendone aspetti nascosti e offrendo intuizioni interpretative che risultano, ancor oggi, straordinariamente felici. Così le partiture di Tosca, Bohème, Madama Butterfly, Manon, Turandot, La fanciulla del West… diventano materia di analisi in brevi e illuminanti scritti e, al contempo, argomento di riflessione su tutti gli aspetti dello spettacolo operistico. La presentazione, nel giorno della prima di Turandot, ricorda che l’ultima opera di Puccini fu uno dei tanti titoli diretti da Gianandrea Gavazzeni al Teatro Massimo di Palermo nell’arco di più di quarant’anni: un percorso ricchissimo e indimenticabile che spazia da Mozart e Rossini fino al Novecento.

Altro immancabile appuntamento in programma, domenica 29 settembre alle 18:30,è con Bambini all’Opera, il laboratorio dedicato ai più piccoli (6-10 anni) che si svolge nella Sala Stemmi del Teatro Massimo mentre in Sala Grande è in scena lo spettacolo. L’ideazione e la cura sono di Francesca Cosentino che,con le animazioni teatrali di Gisella Vitrano, gli interventi cantati di Sonia Sala e le illustrazioni di Giuseppe Lo Bocchiaro racconta ai bambini la trama dell’opera, propone l’ascolto di alcuni brani, e al termine li conduce in Sala Grande per assistere ad alcuni momenti dello spettacolo e avvicinarli alla magia del teatro. Infoe prenotazioni tel. 329 7260846. I biglietti (da 18 a 165 euro) sono acquistabili presso la biglietteria di Piazza Verdi (aperta tutti i giorni dalle 9.30 alle 15.30, tel. +39 0916053580), su www.ticketone.it, o chiamando il Call Center +39 0918486000, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 18.00, per acquistare anche telefonicamente. Calendario delle recite: sabato 21 settembre, ore 20:00 (Turno Prime); domenica 22 settembre, ore 18:30 (Fuori abbonamento); martedì 24 settembre, ore 18:30 (Turno Scuola); mercoledì 25 settembre, ore 18:30 (Turno B); giovedì 26 settembre, ore 18:30 (Fuori abbonamento); venerdì 27 settembre, ore 18:30 (Turno C); sabato 28 settembre, ore 20:00 (fuori abbonamento); domenica 29 settembre, ore 18:30 (Turno D).

Durata: due ore e 45 minuti compresi gli intervalli;

TCBO: “A SPASSO NEL TEMPO” CON DON GIOVANNI SECONDO ALESSANDRO TALEVI

Dopo Le nozze di Figaro della scorsa stagione, prosegue la Trilogia Mozart-Da Ponte firmata dal regista italo-sudafricano e con Martijn Dendievel sul podio

La nuova produzione in prima assoluta del “dramma giocoso” vede protagonisti Nahuel Di Pierro, Davide Giangregorio, Olga Peretyatko, René Barbera e Karen Gardeazabal

In scena al Comunale Nouveau dal 26 al 31 maggio

È un eterno seduttore alla conquista delle donne di ogni epoca Don Giovanni, nella nuova produzione dell’omonimo capolavoro mozartiano firmata per regia e scene da Alessandro Talevi e diretta da Martijn Dendievel. Con questo spettacolo, in prima assoluta da domenica 26 maggio alle 18.00 e fino al 31 maggio al Comunale Nouveau, prosegue la cosiddetta “Trilogia italiana” di Mozart/Da Ponte che il Teatro Comunale di Bologna ha scelto di affidare al regista italo-sudafricano – vincitore nel 2007 dell’European Opera-Directing Prize – e al direttore d’orchestra belga – premiato con il Deutscher Dirigentenpreis 2021. Dendievel sarà impegnato sul podio della fondazione lirico-sinfonica felsinea anche il prossimo 6 giugno, per un concerto al Manzoni con musiche di Josef Suk e Ferruccio Busoni. Dopo Le nozze di Figaro rappresentate nella scorsa stagione lirica e questo Don Giovanni, il progetto operistico si concluderà nel 2025 con Così fan tutte.

«Figaro lo avevo ambientato in epoca moderna – dice Talevi – mantenendo però inalterato lo spirito e le passioni che permeavano i personaggi originali. Se in quel primo capitolo della trilogia ho voluto dun­que svelare l’eternità delle passioni destinate a non tramontare nel tempo, in Don Giovanni ho deciso di sviluppare ancora di più questo concetto, tenendo sempre presente che Don Giovanni è un archetipo e di conseguenza si può permettere il lusso di sedurre donne in qualsiasi secolo, attraversando il tempo e lo spazio». Simbolicamente potrà farlo in scena attraverso una sorta di “portale del tempo”. Per il regista il personaggio rimane «un grande mistero. Ma c’è un breve momento nell’opera di Mozart – commenta ancora – in cui forse Don Giovanni svela il suo Io: nel secondo atto con l’aria “Deh, vieni alla finestra, o mio tesoro…” si rivela fragile come un bambino, non canta solo a una donna ma a tutte le donne, ai fantasmi di tutte le donne che ha sedotto ma mai trattenuto». I costumi dello spettacolo sono ideati da Stefania Scaraggi, le luci sono curate da Teresa Nagel, i video da Marco Grassivaro e le coreografie da Danilo Rubeca.

Nel cast il basso Nahuel Di Pierro nel ruolo del “dissoluto punito”, il basso Davide Giangregorio in quello di Leporello, il soprano Olga Peretyatko nelle vesti di Donna Anna, il tenore René Barbera in quelle di Don Ottavio, i soprani Karen Gardeazabal come Donna Elvira ed Eleonora Bellocci come Zerlina nelle recite del 26, 28 e 30 maggio, che si alternano rispettivamente con Vincenzo Nizzardo, Francesco Leone, Valentina Varriale, Annibal Mancini, Alessia Merepeza e Letizia Bertoldi impegnati il 29 e 31 maggio. Completano la compagine vocale Abramo Rosalen (Il Commendatore) e Nicolò Donini (Masetto). Maestro al Fortepiano è Anna Dang Anh Nga Bosacchi. L’Orchestra e il Coro – preparato da Gea Garatti Ansini – sono quelli del Teatro Comunale di Bologna.

Dramma giocoso fondato su un mito letterario già allora consolidato, Il dissoluto punito o sia Il Don Giovanni – per citare il titolo preciso – ritrae una società omogenea e coesa nei valori condivisi, nella quale l’immoralità del protagonista diventa motore di tutta la vicenda. La profondità e le sfumature che Wolfgang Amadeus Mozart e Lorenzo Da Ponte hanno conferito al personaggio hanno ulteriormente contribuito alla sua fortuna, rendendolo capace di parlare a ogni epoca. Dopo il debutto a Praga nel 1787, venne realizzata un’ulteriore versione dell’opera per la rappresentazione a Vienna del 1788, e oggi la tradizione ha fatto diventare prassi una forma che fonde entrambe le versioni.

Presenting partner è Rekeep. “Essere al fianco del Teatro Comunale – commenta Claudio Levorato, Presidente di Rekeep –  significa per noi non solo sostenere una delle più importanti istituzioni culturali bolognesi e, più in generale, la produzione e la diffusione dell’opera, ma anche promuovere l’impegno con cui il nostro Teatro, attraverso una programmazione ricca e articolata, punta ad avvicinare alla lirica un pubblico sempre più vasto”.

Le recite saranno precedute – circa 45 minuti prima dell’inizio – da una breve presentazione dell’opera nel Foyer del Comunale Nouveau.

I biglietti – da 20 a 120 euro – sono in vendita online tramite Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro Comunale, aperta dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18, il sabato dalle 11 alle 15 (Largo Respighi, 1); nei giorni di spettacolo al Comunale Nouveau (Piazza della Costituzione, 4/a) da un’ora prima e fino a 15 minuti dopo l’inizio.

STAGIONE D’OPERA 2024 DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

Don Giovanni

Dramma giocoso in due atti

Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

Libretto di Lorenzo Da Ponte

Direttore Martijn Dendievel

Regia e scene Alessandro Talevi

Maestro del Coro Gea Garatti Ansini

Costumi Stefania Scaraggi

Luci Teresa Nagel

Video Marco Grassivaro

Regista assistente e Coreografie Danilo Rubeca

Assistente alle scene Manuela Gasperoni

Maestro al Fortepiano Anna Dang Anh Nga Bosacchi

Personaggi e interpreti

Don Giovanni Nahuel Di Pierro (26, 28, 30 maggio) / Vincenzo Nizzardo (29, 31 maggio)

Il Commendatore Abramo Rosalen

Donna Anna Olga Peretyatko (26, 28, 30 maggio) / Valentina Varriale (29, 31 maggio)

Don Ottavio René Barbera (26, 28, 30 maggio) Annibal Mancini (29, 31 maggio)

Donna Elvira Karen Gardeazabal (26, 28, 30 maggio) / Alessia Merepeza (29, 31 maggio)

Leporello Davide Giangregorio (26, 28, 30 maggio) / Francesco Leone (29, 31 maggio)

Masetto Nicolò Donini

Zerlina Eleonora Bellocci (26, 28, 30 maggio) / Letizia Bertoldi (29, 31 maggio)

Nuova produzione del Teatro Comunale di Bologna

Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna

Presenting partner Rekeep
  

Comunale Nouveau
Domenica 26 ore 18, Turno Prime
Martedì 28 ore 20, Turno Sera 1

Mercoledì 29 ore 18, Turno Pomeriggio 2

Giovedì 30 ore 20, Turno Domenica
Venerdì 31 ore 18, Turno Pomeriggio 1 / Opera Next

MICHELE MARIOTTI DIRIGE TOSCA PER LA PRIMA VOLTA ALL’OPERA DI ROMA

Protagonisti Anna Pirozzi, Fabio Sartori, Erwin Schrott

e Amartuvshin Enkhbat

9, 12 e 14 dicembre al Teatro Costanzi

Qualche mese dopo aver debuttato con Tosca durante la tournée capitolina in Giappone e subito dopo il Mefistofele di Boito che apre la nuova stagione dell’Opera di Roma, Michele Mariotti affronta il titolo pucciniano per la prima volta sul podio dell’Opera di Roma il 9, il 12 e il 14 dicembre. Lo spettacolo è riproposto nella versione della prima rappresentazione assoluta, avvenuta al Costanzi il 14 gennaio 1900, ricostruita dalla fondazione capitolina in collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi nel 2015 e da allora in scena regolarmente al Costanzi con la regia di Alessandro Talevi. Nel ruolo del titolo torna il soprano Anna Pirozzi – già Tosca nell’allestimento del 2022 – mentre Cavaradossi è il tenore Fabio Sartori. Il barone Scarpia è interpretato dal basso-baritono Erwin Schrott nelle date del 9 e del 12 dicembre e da Amartuvshin Enkhbat nella replica del 14. Le scene e i costumi originali, disegnati da Adolf Hohenstein, sono stati ricostruiti rispettivamente da Carlo Savi e Anna Biagiotti. Luci di Vinicio Cheli.

Nessuna opera è legata ad una città quanto Tosca con Roma: e non solo per ragioni librettistiche, che vedono il dramma aprirsi qualche giorno dopo la caduta della prima Repubblica Romana. La terrazza di Castel Sant’Angelo, gli interni dorati di Sant’Andrea della Valle, i rintocchi del Mattutino che Giacomo Puccini aspettava di cogliere all’alba per annotarsi l’intonazione corretta da inserire in partitura. «Non ho mai smesso di ammirare la sottigliezza e la cura dei particolari con cui Puccini crea i suoi scenari – dice Alessandro Talevi – e il modo in cui richiedono costantemente un’indagine psicologica profonda da parte di cantanti e regista». Seguendo le originali volontà pucciniane, il regista ha ricostruito per lo spettatore odierno la Roma vissuta dal compositore lucchese. Talevi, che nel 2007 ha vinto l’European Opera-directing Prize per la sua Rusalka, in Italia ha collaborato con il Festival della Valle d’Itria, il Macerata Opera Festival, il Comunale di Bologna, il Maggio Fiorentino, il Regio di Torino, La Fenice di Venezia, il Massimo di Palermo e, all’estero con Opera di Tel Aviv, Opera North di Leeds, Santa Fe e Philadelphia Opera, Cape Town Opera, Korea National Opera, Teatro Real di Madrid, Malmö Opera. Formatosi alla Royal Academy of Music di Londra, nella capitale inglese è stato direttore artistico della Independent Opera al Sadler’s Wells.

Con il titolo pucciniano, invece, Michele Mariotti prosegue il suo percorso da direttore musicale dell’Opera di Roma. Premio Abbiati 2017 come Miglior direttore d’orchestra, Mariotti è recentemente rientrato dalla tournée capitolina in Giappone, dove ha ottenuto un successo personale dirigendo La traviata di Giuseppe Verdi nella messa in scena di Sofia Coppola e interpretando per la prima volta Tosca, qui con la regia di Franco Zeffirelli. Ospite regolare dei principali teatri italiani e internazionali – Wiener Staatsoper, Royal Opera House di Londra, Deutsche Oper Berlin, Festival di Salisburgo, Metropolitan Opera House di New York – ha inaugurato la nuova stagione del Teatro il 27 novembre con il Mefistofele di Arrigo Boito firmato da Simon Stone, segnando anche il proprio debutto con l’opera dell’autore scapigliato. Tornerà a dirigere all’Opera di Roma il dittico Gianni Schicchi/L’heure espagnole, Peter Grimes e due concerti sinfonici.

Nel ruolo di Tosca torna, dopo averla interpretata anche nella stagione 2021/22, Anna Pirozzi, che dal debutto dieci anni fa al Festival di Salisburgo nelle vesti di Abigaille (Nabucco) sotto la direzione musicale di Riccardo Muti, calca i più prestigiosi palcoscenici italiani e internazionali. Ad affiancarla come Cavaradossi è Fabio Sartori (Premio Pavarotti d’oro 2022), acclamato tenore di ruoli pucciniani e verdiani che ha collaborato con direttori del calibro di Zubin Mehta, Daniel Oren e Daniel Barenboim. Il basso-baritono Erwin Schrott (Vincitore del Primo Premio e del Premio del pubblico “Operalia” 1998) è invece Scarpia nelle repliche del 9 e del 12 dicembre. Nella data del 14 dicembre a interpretare il capo della polizia pontificia è invece Amartuvshin Enkhbat che, dopo aver ottenuto uno straordinario successo come Germont padre nella Traviata della tournée capitolina in Giappone, torna all’Opera di Roma con un altro grande ruolo da baritono. Nella parte del sagrestano Domenico Colaianni, di Spoletta Carlo Bosi e di Angelotti Gabriele Sagona. Orchestra e Coro, diretto da Ciro Visco, sono dell’Opera di Roma, con la partecipazione della Scuola di Canto Corale del Teatro.

Tratta dall’omonimo dramma di Victorien Sardou, Tosca è un’opera in tre atti del compositore Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. Protagonista è la cantante Floria Tosca, amante del pittore Mario Cavaradossi, che protegge e nasconde un ex capo della caduta Repubblica Romana, Angelo Angelotti. Catturato da Scarpia, capo della polizia pontificia, con l’accusa di tradimento, Cavaradossi è condannato alla fucilazione. Affinché Tosca possa salvarlo, lei dovrebbe cedere al ricatto del barone, concedersi a lui: la donna accetta, ottenendo la possibilità di avvisare l’amante e liberarlo. Ma la fucilazione avverrà lo stesso e Tosca, per salvarsi dalle guardie di Scarpia, si getta dalla terrazza di Castel Sant’Angelo.

La prima rappresentazione è prevista sabato 9 dicembre 2023, ore 20. Repliche martedì 12 e giovedì 14 dicembre, sempre alle ore 20.

Ogni rappresentazione è in lingua originale con sovratitoli in italiano e in inglese.

Biglietti in vendita sul sito https://www.operaroma.it/ e al botteghino. 

MICHELE MARIOTTI DIRIGE TOSCA PER LA PRIMA VOLTA ALL’OPERA DI ROMA

Protagonisti Anna Pirozzi, Fabio Sartori, Erwin Schrott e Amartuvshin Enkhbat il 9, 12 e 14 dicembre al Teatro Costanzi

Qualche mese dopo aver debuttato con Tosca durante la tournée capitolina in Giappone e subito dopo il Mefistofele di Boito che apre la nuova stagione dell’Opera di Roma, Michele Mariotti affronta il titolo pucciniano per la prima volta sul podio dell’Opera di Roma il 9, il 12 e il 14 dicembre. Lo spettacolo è riproposto nella versione della prima rappresentazione assoluta, avvenuta al Costanzi il 14 gennaio 1900, ricostruita dalla fondazione capitolina in collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi nel 2015 e da allora in scena regolarmente al Costanzi con la regia di Alessandro Talevi. Nel ruolo del titolo torna il soprano Anna Pirozzi – già Tosca nell’allestimento del 2022 – mentre Cavaradossi è il tenore Fabio Sartori. Il barone Scarpia è interpretato dal basso-baritono Erwin Schrott nelle date del 9 e del 12 dicembre e da Amartuvshin Enkhbat nella replica del 14. Le scene e i costumi originali, disegnati da Adolf Hohenstein, sono stati ricostruiti rispettivamente da Carlo Savi e Anna Biagiotti.

Nessuna opera è legata ad una città quanto Tosca con Roma: e non solo per ragioni librettistiche, che vedono il dramma aprirsi qualche giorno dopo la caduta della prima Repubblica Romana. La terrazza di Castel Sant’Angelo, gli interni dorati di Sant’Andrea della Valle, i rintocchi del Mattutino che Giacomo Puccini aspettava di cogliere all’alba per annotarsi l’intonazione corretta da inserire in partitura. «Non ho mai smesso di ammirare la sottigliezza e la cura dei particolari con cui Puccini crea i suoi scenari – dice Alessandro Talevi – e il modo in cui richiedono costantemente un’indagine psicologica profonda da parte di cantanti e regista». Seguendo le originali volontà pucciniane, il regista ha ricostruito per lo spettatore odierno la Roma vissuta dal compositore lucchese. Talevi, che nel 2007 ha vinto l’European Opera-directing Prize per la sua Rusalka, in Italia ha collaborato con il Maggio Fiorentino, il Regio di Torino, La Fenice di Venezia e, all’estero, con il Colorado Central City Opera di Denver – quest’ultimo un teatro in cui si è cimentato nei più diversi repertori (The Turn of the Screw di Britten, La damoiselle élue di Debussy, Litanies à la Vierge Noire di Poulenc) – e l’Opera North di Leeds. Formatosi alla Royal Academy of Music di Londra, ha creato nuove produzioni per questa e altre istituzioni musicali britanniche, come la Guildhall School of Music and Drama e il Royal College of Music; nella capitale inglese è stato inoltre direttore artistico della Independent Opera at Sadler’s Wells, e per la BBC Proms ha allestito uno spettacolo shakespeariano. La sua Tosca della prima assoluta è stata ospitata anche al Bunka Kaikan di Tokyo, all’Israeli Opera di Tel Aviv e al Teatro Real di Madrid, e riproposta negli anni regolarmente a Costanzi.

Con il titolo pucciniano, invece, Michele Mariotti prosegue il suo percorso da direttore musicale dell’Opera di Roma. Premio Abbiati 2017 come Miglior direttore d’orchestra, Mariotti è recentemente rientrato dalla tournée capitolina in Giappone, dove ha ottenuto un successo personale dirigendo La traviata di Giuseppe Verdi nella messa in scena di Sofia Coppola e interpretando per la prima volta Tosca, qui con la regia di Franco Zeffirelli. Ospite regolare dei principali teatri italiani e internazionali – Wiener Staatsoper, Royal Opera House di Londra, Deutsche Oper Berlin, Festival di Salisburgo, Metropolitan Opera House di New York – ha inaugurato la nuova stagione del Teatro il 27 novembre con il Mefistofele di Arrigo Boito firmato da Simon Stone, segnando anche il proprio debutto con l’opera dell’autore scapigliato. Tornerà a dirigere all’Opera di Roma il dittico Gianni Schicchi/L’heure espagnole, Peter Grimes e due concerti sinfonici.

Nel ruolo di Tosca torna, dopo averla interpretata anche nella stagione 2021/22, Anna Pirozzi, che dal debutto dieci anni fa al Festival di Salisburgo nelle vesti di Abigaille (Nabucco) sotto la direzione musicale di Riccardo Muti, calca i più prestigiosi palcoscenici italiani e internazionali. Ad affiancarla come Cavaradossi è Fabio Sartori (Premio Pavarotti d’oro 2022), acclamato tenore di ruoli pucciniani e verdiani che ha collaborato con direttori del calibro di Zubin Mehta, Daniel Oren e Daniel Barenboim. Il basso-baritono Erwin Schrott (Vincitore del Primo Premio e del Premio del pubblico “Operalia” 1998) è invece Scarpia nelle repliche del 9 e del 12 dicembre. Nella data del 14 dicembre a interpretare il capo della polizia pontificia è invece Amartuvshin Enkhbat che, dopo aver ottenuto uno straordinario successo come Germont padre nella Traviata della tournée capitolina in Giappone, torna all’Opera di Roma con un altro grande ruolo da baritono. Nella parte del sagrestano Domenico Colaianni, di Spoletta Carlo Bosi e di Angelotti Gabriele Sagona. Orchestra e Coro, diretto da Ciro Visco, sono dell’Opera di Roma, con la partecipazione della Scuola di Canto Corale del Teatro.

Tratta dall’omonimo dramma di Victorien Sardou, Tosca è un’opera in tre atti del compositore Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. Protagonista è la cantante Floria Tosca, amante del pittore Mario Cavaradossi, che protegge e nasconde un ex capo della caduta Repubblica Romana, Angelo Angelotti. Catturato da Scarpia, capo della polizia pontificia, con l’accusa di tradimento, Cavaradossi è condannato alla fucilazione. Affinché Tosca possa salvarlo, lei dovrebbe cedere al ricatto del barone, concedersi a lui: la donna accetta, ottenendo la possibilità di avvisare l’amante e liberarlo. Ma la fucilazione avverrà lo stesso e Tosca, per salvarsi dalle guardie di Scarpia, si getta dalla terrazza di Castel Sant’Angelo.

La prima rappresentazione è prevista sabato 9 dicembre 2023, ore 20. Repliche martedì 12 e giovedì 14 dicembre, sempre alle ore 20.

Ogni rappresentazione è in lingua originale con sovratitoli in italiano e in inglese.

Biglietti in vendita sul sito https://www.operaroma.it/ e al botteghino.