Simone Young e Alexander Soddy sul podio del Ring

Una direttrice di grande prestigio nei maggiori teatri e un nome emergente

dirigeranno la nuova Tetralogia del Teatro alla Scala con la regia di David McVicar.

E il Teatro anticipa il ciclo con un convegno di studi venerdì 25 ottobre.

Saranno una direttrice e un talento emergente a colmare il vuoto lasciato dalla rinuncia di Christian Thielemann: Simone Young e Alexander Soddy dirigeranno il ciclo completo del Ring des Nibelungen nella nuova produzione del Teatro alla Scala in scena tra il 2024 e il 2026 con la regia di David McVicar.

Nei primi tre titoli della Tetralogia Simone Young dirigerà le prime tre rappresentazioni, Alexander Soddy le altre tre. In particolare, Simone Young dirigerà Das Rheingold il 28 e 31 ottobre e il 3 novembre e Alexander Soddy il 5, 7 e 10 novembre 2024; per Die Walküre sono previsti Simone Young il 5, 9 e 12 febbraio e Alexander Soddy il 15, 20, 23 febbraio 2025; per Siegfried Simone Young il 6, 9 e 13 giugno e Alexander Soddy il 16 e 21 giugno 2025. Le date degli spettacoli restano invariate, salvo un’inversione con una data di balletto: la rappresentazione di Siegfried prevista il 12 giugno è ora posticipata al 13 giugno e la rappresentazione di Paquita del 13 giugno è anticipata al 12.

Nella Stagione 2025/2026 sarà Alexander Soddy a dirigere le prime rappresentazioni di Götterdämmerung, poi Simone Young le successive; infine ciascuno dei due artisti dirigerà un ciclo completo.

Il nuovo Ring des Nibelungen scaligero ˗ nel cui cartellone campeggiano i nomi di molte tra le maggiori voci wagneriane di oggi, come Michael Volle, Camilla Nylund, Klaus Florian Vogt, Elza van den Heever e Okka von der Damerau ˗ mantiene quindi inalterato il suo calendario unendo l’autorevolezza di una prestigiosa bacchetta wagneriana come Simone Young all’interesse per il nuovo talento di Alexander Soddy. La Tetralogia inoltre procederà con coerenza e unità di visione. Quindici anni fa, all’inizio della sua carriera, Alexander Soddy è stato assistente di Simone Young nel Ring ad Amburgo e il legame tra i due artisti è rimasto intatto da allora: le due bacchette lavorano insieme alla costruzione di una linea interpretativa coerente e di quel suono “sostenuto ma trasparente” (Young) che Wagner creò nella buca di Bayreuth.   

Simone Young è una delle bacchette più autorevoli in questo repertorio: giovanissima assistente di Barenboim nel Ring berlinese con la regia di Kupfer, ha diretto la sua prima Tetralogia alla Staatsoper di Vienna nel 1999 ottenendo un successo confermato a Monaco, Berlino, Amburgo e questa estate a Bayreuth, dove è stata la prima direttrice cui è stato affidato il Ring. Alla Scala ha debuttato nel 2023 con Peter Grimes di Britten e Turangalîla di Messiaen. In queste settimane è stata impegnata anche in Fin de partie di Kurtág alla Staatsoper di Vienna.

Il quarantunenne Alexander Soddy, che è stato Generalmusikdirektor a Mannheim, dirige regolarmente al Metropolitan, al Covent Garden e alle Staatsoper di Vienna, Monaco e Berlino, dove ha diretto ben quattro titoli in questa stagione, e sta intensificando la sua presenza in Italia: nel 2025 è già in cartellone alla Scala con Così fan tutte e al Maggio Musicale con Macbeth e Salome. Alexander Soddy ha appena diretto Fidelio al Covent Garden e i prossimi impegni includono Die Meistersinger e Fin de partie alla Staatsoper di Berlino.

Il Teatro ringrazia Michael Güttler, che aveva dato la sua disponibilità a dirigere l’ultima rappresentazione di Siegfried. Il suo intervento non sarà necessario con il nuovo calendario, ma ritroveremo presto il Maestro nella programmazione scaligera.

Il Teatro alla Scala anticipa le rappresentazioni di Das Rheingold con il convegno “Il Ring alla Scala” che si terrà venerdì 25 ottobre dalle ore 15 alle ore 18 al Ridotto dai Palchi con interventi di Maurizio Giani, Anna Maria Monteverdi, Marco Targa e una conversazione tra il regista David McVicar e il consulente scientifico del Teatro alla Scala Raffaele Mellace.

Un nuovo Ring per la Scala

Dal 28 ottobre Das Rheingold apre un nuovo ciclo a dieci anni dal precedente.

Regia di David McVicar, sul podio Simone Young per le prime tre rappresentazioni,

quindi dal 5 novembre Alexander Soddy. Michael Volle è Wotan.  

Diretta su LaScalaTv il 3 novembre.

Va in scena per sei rappresentazioni dal 28 ottobre al 10 novembre Das Rheingold, primo appuntamento con la nuova produzione del Ring des Nibelungen che proseguirà nel 2025 con Die Walküre (dal 5 al 23 febbraio) e Siegfried (dal 6 al 21 giugno) e nel 2026 con Götterdämmerung e due cicli completi. Sul podio si alternano Simone Young (28 e 31 ottobre, 3 novembre) e Alexander Soddy (5, 7 e 10 novembre).

Simone Young è una delle bacchette più autorevoli in questo repertorio: ha diretto la sua prima Tetralogia alla Staatsoper di Vienna nel 1999 ottenendo un successo confermato a Berlino, Amburgo e questa estate a Bayreuth, dove è stata la prima direttrice cui è stato affidato il Ring.

Alla Scala ha debuttato nel 2023 con Peter Grimes di Britten e Turangalîla di Messiaen.

Il quarantaduenne Alexander Soddy, Generalmusikdirektor a Mannheim dal 2026/17, dirige regolarmente al Metropolitan, al Covent Garden e alle Staatsoper di Monaco e di Berlino, dove ha diretto ben quattro titoli in questa stagione, e sta intensificando la sua presenza in Italia: nel 2025 è già in cartellone alla Scala con Così fan tutte e al Maggio Musicale con Macbeth e Salome.

Michael Volle vestirà i panni di Wotan nell’intero Ring: con lui in questo Prologo Ólafur Sigurdarson è Alberich, Wolfgang Ablinger-Sperrhacke è Mime, Norbert Ernst è Loge, Okka von der Damerau è Fricka, Olga Bezsmertna è Freia, Christa Mayer è Erda, Siyabonga Maqungo è Froh, Jongmin Park è Fasolt, Ain Anger è Fafner e Andrea Carroll, Svetlina Stoyanova e Virginie Verrez sono le figlie del Reno.

La regia è di David McVicar, che dopo il trionfale debutto scaligero con Les Troyens di Berlioz nel 2014 è tornato con nuove produzioni dei Masnadieri di Verdi nel 2019 e della Calisto di Cavalli nel 2021, oltre che con la ripresa del suo allestimento londinese di Adriana Lecouvreur nel 2022.  McVicar ha già affrontato il Ring in passato con una fortunata produzione all’Opéra national du Rhin.

Un’ora prima dell’inizio di ogni recita, presso il Ridotto dei Palchi, si terrà una conferenza introduttiva all’opera tenuta da Elisabetta Fava.

La rappresentazione del 3 novembre sarà trasmessa in diretta su LaScalaTv a partire dalle ore 14:15. Il video resterà visibile on demand e per gli abbonati a LaScalaTv fino al 10 novembre.

Lo spettacolo

“Questo Ring – racconta David McVicar a Luca Baccolini nell’intervista pubblicata sul numero di ottobre della Rivista del Teatro – deve essere un arco teso verso la conclusione. Già dalle prime battute di musica, in cui avverti lo scorrere del fiume, bisogna immaginarsi l’epilogo. Sarebbe impossibile pensare un lavoro del genere opera per opera. C’è da dire però che dall’Oro del Reno alla prima rappresentazione completa del Ring passarono più di vent’anni, durante i quali Wagner è cambiato profondamente, prima un socialista anarchico rivoluzionario, poi un uomo disilluso che ha accettato il fallimento dei suoi ideali giovanili. Di fondo, però, resta che il Ring, al di là di incongruenze e ripensamenti, è un’opera unitaria. È una grande rappresentazione del mondo e dell’umanità. Penso sia impossibile, oggi, tenere lontani temi come l’ambiente o il cambiamento climatico, di cui già Wagner in un certo modo ci aveva avvertito. Tutto il mondo di oggi ci dice a gran voce di tornare indietro, altrimenti la rovina sarà certa. E se penso alle guerre dei nostri tempi non oso immaginare come arriveremo al 2026, alla fine del ciclo. Per fortuna l’impalcatura dello spettacolo è flessibile abbastanza per accogliere nuovi spunti. Ma il Ring è ovviamente molto altro. È una grande esperienza di amore in tutte le sue forme, dall’impulso sessuale primordiale alla forma più elevata dell’amore che è la compassione disinteressata per gli altri essere umani e per la natura.

Il Ring al Teatro alla Scala

La Scala, che nel corso dell’Ottocento accoglie con diffidenza e ritardo le opere di Wagner (la prima, malissimo ricevuta, è Lohengrin nel 1873, due anni dopo Bologna), diviene nel Novecento un punto di riferimento musicale e scenico per questo repertorio grazie innanzitutto al fervore wagneriano di Arturo Toscanini. Toscanini debutta al Piermarini nel 1898 dirigendo i Meistersinger e nei suoi anni di direzione del Teatro torna a Wagner con regolarità. Nel 1923 affida la messa in scena di Tristan und Isolde a Adolphe Appia: la prima regia “moderna” alla Scala. Dopo di lui è Victor de Sabata a garantire esecuzioni wagneriane di riferimento, insieme a una squadra di direttori cresciuti in questa musica: Siegfried Wagner, Franz von Hösslin, Wilhelm Furtwängler, Clemens Krauss, Herbert von Karajan. Nel Novecento la Scala allestisce la Tetralogia con assiduità: nel 1927, 1928 e 1931 dirige Ettore Panizza, nel 1930 Siegfried Wagner, nel 1938 Clemens Krauss, nel 1943 Franz von Hösslin, nel 1949-50 Wilhelm Furtwängler, nel 1962-63 André Cluytens. Nel 1974 Die Walküre nell’allestimento innovativo di Luca Ronconi con le scene di Pier Luigi Pizzi dovrebbe inaugurare un nuovo ciclo che però si ferma alla seconda giornata per le incomprensioni con il direttore Wolfgang Sawallisch e viene realizzato dal Maggio Musicale Fiorentino. Il 7 dicembre 1994 Riccardo Muti intraprende con Die Walküre, regia di André Engel, un nuovo ciclo, che prosegue con Yannis Kokkos. Infine, Daniel Barenboim presenta la sua Tetralogia tra il 2010 e il 2013, bicentenario della nascita del compositore, con la regia di Guy Cassiers. Era dalla versione diretta da Cluytens nel 1963 che le quattro Giornate non venivano eseguite di seguito nella stessa Stagione, come avverrà anche nel 2026 con due cicli completi.

i Maestri Simone Young e Alexander Soddy sostutuiranno il M° Thielemann al Teatro alla Scala

Il Maestro Christian Thielemann ha comunicato che nel prossimo mese di ottobre dovrà sottoporsi a un’operazione chirurgica a un tendine cui seguiranno cinque settimane di riabilitazione. L’intervento lo costringe a rinunciare a tutti i prossimi impegni, inclusa la direzione dell’opera Das Rheingold in scena al Teatro alla Scala dal 28 ottobre al 10 novembre, con cui si apre la nuova produzione di Der Ring des Nibelungen con la regia di David McVicar. Impossibilitato a dirigere il prologo della Tetralogia, che si caratterizza come un impegno artistico unitario, il M° Thielemann ha comunicato l’intenzione di ritirarsi dall’intero progetto.

Le rappresentazioni di Das Rheingold saranno dirette da Simone Young (28 e 31 ottobre, 3 novembre), che ha diretto l’intero ciclo a Bayreuth e ha recentemente debuttato alla Scala con un’eccellente direzione di Peter Grimes di Benjamin Britten, e da Alexander Soddy (5, 7 e 10 novembre), oggi ospite regolare di teatri come la Staatsoper di Berlino, il Covent Garden di Londra e il Metropolitan di New York e con cui la Scala ha già programmato una nuova produzione di Così fan tutte nel novembre 2025. Il Maestro Soddy ha già diretto con successo il Ring a Mannheim.

La Direzione Artistica del Teatro alla Scala è impegnata nella definizione dei direttori per gli altri titoli della Tetralogia, che saranno comunicati tempestivamente.

“È con grande dolore – ha scritto il Maestro Thielemann – che rinuncio a questo progetto che avevamo costruito passo passo insieme a Dominique Meyer, cui mi stringe una lunga amicizia, a David McVicar e allo staff della Scala. La mia salute mi impedisce purtroppo di essere alla Scala per il Rheingold e la continuità dell’impostazione artistica nel corso del Ring des Nibelungen è così importante che si deve essere presenti dall’inizio. A questo si aggiungono l’impegno assunto con la Staatsoper di Berlino e il contesto di incertezza sul futuro della Scala. Vorrei inviare un cordiale in bocca al lupo per questa bellissima produzione al Teatro alla Scala e a tutti gli artisti coinvolti”.

SIMONE YOUNG

Simone Young è considerata una delle più importanti direttrici d’orchestra del nostro tempo. Dopo aver completato gli studi musicali nella nativa Sydney, ha iniziato in Germania la sua carriera, che l’ha poi portata in tutti i più importanti teatri d’opera e sale da concerto del mondo.

Come direttrice ospite nella Stagione 2022/2023 ha guidato produzioni dell’Opéra de Paris (Salome), della Staatsoper di Vienna (Elektra e Die Fledermaus), del Metropolitan (Der Rosenkavalier), mentre gli inviti a concerti l’hanno portata sui palcoscenici dei Berliner Philharmoniker, della Royal Stockholm Philharmonic, dell’Orchestre National de France, dell’Orquesta Nacional de España, dell’Orchestre de la Suisse Romande, della Philharmonia di Zurigo e dell’Orchestre National de Lyon.

Dal luglio 2022 Simone Young è Direttore principale della Sydney Symphony Orchestra. I precedenti incarichi includono: Direttore ospite principale dell’Orchestre de Chambre de Lausanne (2017-2020); Direttore principale della Filarmonica di Bergen (1998-2002); Direttore artistico dell’Opera Australia (2001-2003); Direttore ospite principale dell’Orchestra Gulbenkian di Lisbona; Direttore artistico della Staatsoper di Amburgo e Direttore musicale principale dei Philharmoniker di Amburgo (2005-2015).

Durante il suo mandato ad Amburgo, Young ha diretto numerose prime assolute e un repertorio diversificato tra Mozart, Verdi, Puccini, Wagner, Strauss, Hindemith, Britten, Henze.

Simone Young è ben nota come specialista di Wagner e Strauss, una reputazione che ha sviluppato all’inizio della sua carriera quando ha diretto più cicli completi del Ring di Wagner alla Staatsoper di Vienna e alla Staatsoper Unter den Linden di Berlino, così come Die Walküre e Die Meistersinger von Nürnberg insieme a Elektra, Salome, Die Frau ohne Schatten e Ariadne auf Naxos di Strauss, e anche con una nuova produzione di Palestrina di Hans Pfitzner alla Bayerische Staatsoper. Alla Staatsoper di Vienna, oltre alle numerose interpretazioni di opere di Wagner e Strauss, il lungo rapporto, iniziato con il suo debutto nel 1993, comprende l’acclamata riscoperta nel 1999 de La Juive di Fromental Halévy, insieme a molte delle opere più famose del repertorio italiano. Dopo che i suoi impegni ad Amburgo l’hanno tenuta lontana per diversi anni, è tornata alla Staatsoper di Vienna nella Stagione 2011/2012 con una ripresa della Daphne di Strauss, e a tutt’oggi è una presenza regolare nella programmazione del teatro austriaco.

Inoltre Young ha lavorato all’Opéra National de Paris, al Covent Garden di Londra e al Metropolitan di New York, ed è ospite regolare dei teatri d’opera di Monaco, Berlino, Dresda e Zurigo.

In ambito sinfonico ha diretto molte delle più importanti orchestre del mondo, tra cui le orchestre filarmoniche di Berlino, Londra, Monaco, New York e Vienna; i Wiener Symphoniker, l’Orchestre de Paris, l’Orchestra Sinfonica della BBC, la Dresdner Philharmonie, la Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino e la Konzerthausorchester di Berlino, oltre a numerose orchestre nordamericane e a diverse orchestre australiane.

Discografia

Oltre alle registrazioni complete della Staatsoper di Amburgo di Mathis der Maler di Paul Hindemith e del ciclo completo di Der Ring des Nibelungen di Richard Wagner, Oehms Classics ha pubblicato anche registrazioni con i Philharmoniker di Amburgo. Tra le altre, tutte le sinfonie di Bruckner sono state registrate nelle loro versioni originali, così come tutte le sinfonie di Johannes Brahms, la Seconda e la Sesta sinfonia di Gustav Mahler e Das Buch mit sieben Siegeln di Franz Schmidt. Da Vienna è disponibile su CD la registrazione de La Juive, nel 2019 seguirà la registrazione su CD di ParZeFool di Bernhard Lang con il Klangforum Wien e nel 2020 verrà pubblicato su CD anche Das verratene Meer di Hans Werner Henze. Il Palestrina di Hans Pfitzner e Aus einem Totenhaus di Leoš Janáček della Bayerische Staatsoper sono stati pubblicati su DVD, così come i Dialoghi delle Carmelitane di Francis Poulenc e il Lear di Aribert Reimann della Staatsoper di Amburgo.

Premi

Oltre ai dottorati honoris causa delle Università di Sydney e Melbourne, tra i suoi numerosi premi e riconoscimenti Young annovera il Premio Brahms dello Schleswig-Holstein e la Medaglia Goethe. Inoltre, è “Chevalier des Arts et des Lettres” in Francia, membro dell’Ordine d’Australia e professore presso la Hochschule für Musik und Theater di Amburgo.

ALEXANDER SODDY

Il direttore d’orchestra britannico Alexander Soddy è tra i più richiesti della sua generazione e collabora regolarmente con le migliori orchestre e i maggiori teatri d’opera del mondo.

Nella Stagione 2024/25 Soddy debutterà al Maggio Musicale Fiorentino con Salome e tornerà in alcuni dei teatri in cui è regolarmente ospite, tra cui il Covent Garden con Fidelio, la Staatsoper di Berlino con Die Meistersinger von Nürnberg, Il trovatore e Fin de partie di Kurtág, il Metropolitan con Aida e La bohème e, per la prima volta dopo molti anni, la Staatsoper di Amburgo con Salome. Gli impegni concertistici di questa stagione lo vedranno debuttare con l’Orchestra Sinfonica di Milano e tornare alla Netherlands Philharmonic e alla Bournemouth Symphony.

Tra i momenti salienti della recente stagione per Soddy figurano la prima della nuova produzione di Kirill Serebrennikov di Lohengrin all’Opéra National de Paris, il ritorno alla Philharmonia di Londra per un’esecuzione in forma di concerto del Capriccio di Strauss al Festival internazionale di Edimburgo e il debutto al Concertgebouw alla testa della Netherlands Philharmonic nella Quinta Sinfonia di Mahler.

Soddy è ospite regolare dei principali teatri d’opera di lingua tedesca, avendo diretto alla Staatsoper di Vienna un ampio repertorio, tra cui la prima della Fattoria degli animali di Alexander Raskatov, ma anche repertori diversi come Otello, Elektra, Hänsel und Gretel, Carmen, Die Zauberflöte, Lady Macbeth of Mtsensk, Salome, Il barbiere di Siviglia e Parsifal, e alla Staatsoper Unter den Linden Lohengrin, Der Rosenkavalier, Fidelio, Der Freischütz, La bohème e Die Zauberflöte.

Inoltre, Soddy ha diretto Così fan tutte, Tannhäuser e Salome al Covent Garden, nonché La bohème e Madama Butterfly al Metropolitan. Tra le altre acclamate esibizioni di Soddy figurano Elektra alla Deutsche Oper di Berlino, Die Zauberflöte e La Bohème alla Bayerische Staatsoper e La traviata al Tokyo Nikikai Opera Theatre, Der Freischütz alla Semperoper di Dresda, La bohème e Madama Butterfly alla Royal Swedish Opera e un’accoppiata di opere di Arnold Schönberg e Frank Martin alla Oper Frankfurt.

Ospite molto apprezzato anche sul podio sinfonico, nelle ultime stagioni Soddy ha diretto concerti con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, i Wiener Symphoniker, la Philharmonia di Londra, l’Orchestra Sinfonica di Berna, la Yomiuri Nippon Symphony Orchestra, la Tokyo Metropolitan Symphony Orchestra, la Filarmonica di Copenaghen, la Münchner Rundfunkorchester, l’Orchestra Reale Svedese, l’Orchestra dell’Opera Nazionale Norvegese, l’Orquestra de Valencia, l’Oregon Symphony, l’Atlanta Symphony e la Bournemouth Symphony.

Dal 2016 al 2022, Soddy è stato Generalmusikdirektor del Teatro Nazionale di Mannheim, dove si è concentrato sul repertorio principale dell’opera tedesca e italiana e dove ha diretto anche il Ring des Nibelungen.

Allo stesso tempo è stato direttore artistico degli Akademiekonzerte a Mannheim, dove ha posto al centro della sua programmazione l’opera di Anton Bruckner e di altri grandi compositori romantici. All’inizio della sua carriera, è stato direttore principale dello Stadttheater Klagenfurt dal 2013 al 2016 e Kapellmeister della Staatsoper di Amburgo dal 2010 al 2012.

Nato a Oxford, Soddy si è formato alla Royal Academy of Music, all’Università di Cambridge e al National Opera Studio di Londra.

Alla Scala il M° Soddy tornerà nel novembre 2025 per dirigere una nuova produzione di Così fan tutte per la regia di Robert Carsen.