Andrea Chénier al Teatro Carlo Felice, giovedì 6 febbraio 2025, ore 20.00

Dramma storico in quattro quadri di Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica

Sabato 8 febbraio 2025, ore 20.00

Racconti sinfonici

Musiche di Arnold Schönberg e Nikolaj Rimskij-Korsakov

Venerdì 14 febbraio 2025, ore 20.00

Brahms e Šostakovič

Musiche di Johannes Brahms e Dmitrij Šostakovič

Nel mese di febbraio 2025 Donato Renzetti, Direttore emerito dell’Opera Carlo Felice, tornerà sul podio del Teatro genovese per dirigere Andrea Chénier, sesto titolo della Stagione Lirica 24-25, e i concerti Racconti sinfonici e Brahms e Šostakovič nell’ambito della Stagione Sinfonica.

Andrea Chénier

Andrea Chénier, dramma storico in quattro quadri di Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica, sarà in scena da giovedì 6 febbraio alle ore 20.00 (turno A). Con la direzione di Donato Renzetti, la regia di Pier Francesco Maestrini, le scene e i video di Nicolás Boni, i costumi di Stefania Scaraggi, la coreografia di Silvia Giordano e le luci di Daniele Naldi. Allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Bologna e dell’Opéra Garnier de Monte-Carlo. Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti. Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS.

Il cast si compone di Fabio Sartori (Andrea Chénier), Amartuvshin Enkhbat / Stefano Meo (Carlo Gérard), Maria Josè Siri (Maddalena di Coigny), Cristina Melis (La mulatta Bersi), Siranush Khachatryan (La contessa di Coigny), Manuela Custer (Madelon), Nicolò Ceriani (Roucher), Matteo Peirone (Fléville), Marco Camastra (Fouquier Tinville), Luciano Roberti (Mathieu), Didier Pieri (Un incredibile), Gianluca Sorrentino (L’abate), Franco Rios Castro (Il maestro di casa), Angelo Parisi (Dumas), Andrea Porta (Schmidt).

Lo spettacolo sarà in replica domenica 9 gennaio alle ore 15.00 (turno C), mercoledì 12 alle ore 20.00 (turno B) e sabato 15 alle ore 15.00 (turno F).

Andrea Chénier, dramma composto nel 1896 su libretto di Luigi Illica, è stato il primo grande successo di Umberto Giordano. L’azione si svolge nei pressi di Parigi al tempo della Rivoluzione francese. Gli ideali costituzionalisti del protagonista sono in contrasto con lo stile di vita corrotto della nobiltà parigina, e durante il Regime del Terrore il poeta verrà perseguitato e giustiziato per la sua appartenenza politica. Sullo sfondo dei tragici avvenimenti storici, si sviluppa una storia d’amore con Maddalena, figlia della Contessa di Coigny. Andrea e Maddalena rimarranno insieme fino all’ultimo istante.

Commenta Donato Renzetti: «Dobbiamo ringraziare Luigi Illica per l’idea dell’opera, originale e avvincente, ispirata dalla vita del poeta francese André Chénier, rivoluzionario ghigliottinato a Parigi nel 1794. Qui, come in Fedora, Giordano raggiunse le più alte vette della sua inventiva musicale e, come accadde per altri compositori che seguirono l’esempio di Giuseppe Verdi, sviluppò musicalmente la rapidità dell’azione scenica. Se dopo 120 anni lo Chénier di Giordano viene rappresentato assiduamente in tutti i teatri del mondo è proprio perché custodisce segreti che superano in qualche modo la collocazione dell’opera nel filone del Verismo, c’è qualcosa in più! Il ritmo incalzante con il quale si alternano sonorità e piani visivi rendono estrema la drammatizzazione così come la cura dettagliata dei personaggi comporta passaggi immediati, dal monologo alla romanza, dal duetto alle scene corali. Tutto questo rende evidente la fascinazione che Giordano subì dalla cura dei riferimenti storici e reali su cui Illica creò il libretto».

L’allestimento, realizzato nel 2022 per il Teatro Comunale di Bologna e ripreso a gennaio 2023 all’Opéra Garnier di Montecarlo, vede la regia di Pier Francesco Maestrini: «Andrea Chénier è un titolo al quale sono molto legato poiché è stata per me l’ultima opera come assistente di mio padre che ha avuto la possibilità di dirigere i più importanti interpreti della storia di questo ruolo. Inoltre, posso dirmi fortunato di avere avuto io stesso l’opportunità di metterla in scena con i più grandi artisti del mio tempo, da Giacomini a Kunde fino ad adesso, con Fabio Sartori e Maria Josè Siri. Probabilmente, almeno per me, si tratta della sola opera in cui è quasi impossibile prescindere dal contesto, un contesto che non si limita a fare da sfondo a una storia d’amore: la rivoluzione è tanto protagonista quanto lo sono gli interpreti e ne condiziona le vite, costringendo tutti i personaggi ad adattarsi drasticamente a un cambiamento troppo repentino e radicale pur di sopravvivere».

Racconti sinfonici – Brahms e Šostakovič

Sabato 8 febbraio alle ore 20.00, nel concerto Racconti Sinfonici, Donato Renzetti sarà alla direzione dell’Orchestra dell’Opera Carlo Felice e del soprano Francesca Paola Geretto – attiva sia in ambito operistico sia in ambito concertistico in Italia e in Europa presso prestigiose Istituzioni e vincitrice del Premio Wagner 2017. Il programma musicale prevede l’esecuzione dei Sei Lieder per voce e orchestra op. 8 di Arnold Schönberg e di Shéhérazade, suite sinfonica di Nikolaj Rimskij-Korsakov.

Schönberg compose i Sei Lieder su testi di Heinrich Hart tra il 1904 e il 1905, la prima esecuzione si sarebbe tenuta solo in seguito, nel 1914, a Praga. Il compositore, non ancora approdato a soluzioni armoniche avanguardistiche come dodecafonia e serialismo, affrontava un momento fondamentale del proprio percorso artistico in cui si ravvisano nell’articolato linguaggio musicale, ancora tonale, le prime tensioni verso nuove prospettive. La suite sinfonica Shéhérazade di Rimskij-Korsakov risale al 1888 e si articola in quattro parti: Il mare e la nave di Sinbad, Il racconto del principe Kalender, Il giovane principe e la giovane principessa e Festa a Bagdad. Il mare. Il naufragio. Con una scrittura caratteristica e profondamente legata alla tradizione russa tardo-romantica, il compositore realizza una composizione ispirata ed evocativa in cui i temi musicali ricorrenti di Shéhérazade e del Sultano fanno da tramite tra i diversi episodi da Le mille e una notte.

Venerdì 14 febbraio alle ore 20.00 sarà la volta del concerto Brahms e Šostakovič, con la direzione di Donato Renzetti, l’Orchestra dell’Opera Carlo Felice e il pianista Michele Campanella – concertista attivo in Europa, Asia e Stati Uniti tra i cui riconoscimenti si ricordano la Medaglia d’oro della Liszt Society of United States of America, l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e la Laurea Honoris Causa in Discipline della Musica e dello Spettacolo, Storia e Teoria, per meriti culturali e artistici dell’Università Federico II di Napoli. In programma il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in si bemolle maggiore op. 83 di Johannes Brahms e la Sinfonia n. 1 in fa minore op. 10 di Dmitrij Šostakovič.

Brahms cominciò a lavorare al suo Secondo Concerto per pianoforte e orchestra nel 1878, per terminare la composizione nel 1881 in vista della prima esecuzione che si sarebbe tenuta il 9 novembre di quell’anno a Budapest. La lunga lavorazione si risolse in un Concerto singolarmente ampio, di notevole densità e articolazione sono sia la scrittura orchestrale sia quella pianistica. L’esperienza nella composizione per pianoforte, maturata da Brahms soprattutto nei suoi primi anni di attività, si coniuga in questo Concerto all’intensa pratica sinfonica, proprio in quegli anni il compositore era impegnato nella realizzazione delle sue quattro Sinfonie. Šostakovič compose la sua Prima Sinfonia nel 1925, come ultimo esame per il diploma in Composizione al Conservatorio di San Pietroburgo. L’anno successivo la composizione venne eseguita per la prima volta a Leningrado con la direzione di Nikolaj Malko. Nonostante si tratti del primo lavoro sinfonico di uno Šostakovič appena diciannovenne, il linguaggio musicale è già personale e definito da originali scelte timbriche e ritmiche, tra momenti dal brillante guizzo ironico e altri di maggior dolcezza e lirismo.

Biografie

Donato Renzetti è uno dei più stimati direttori d’orchestra della scuola italiana. Ha diretto molte delle più prestigiose orchestre, tra cui la London Sinfonietta, la London Philharmonic, la Philharmonia Orchestra, la English Chamber Orchestra, la DSO Berlin, la Tokyo Philharmonic, l’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, tutta la RAI Orchestre, la Dallas Symphony, la Belgian Radio and Television Orchestra a Bruxelles, l’Orchestre National du Capitol de Toulouse e l’Orchestre National de Lyon. Direttore principale dell’Orchestra Regionale Toscana dal 1987 al 1992, dal 2004 al 2007 è stato anche direttore principale ospite del Teatro Real de Sao Carlos e direttore artistico e musicale dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana dal 2007 al 2013. Nel 2015 è stato nominato direttore della Filarmonica Gioachino Rossini. Per 30 anni ha insegnato direzione d’orchestra all’Accademia Musicale Pescarese. Nel 2019 trasferisce la sua attività didattica all’Alta Scuola di Perfezionamento di Saluzzo, in collaborazione con la Filarmonica Teatro Regio Torino. Dal 2022 è Direttore emerito dell’Opera Carlo Felice Genova.

Pier Francesco Maestrini, nato a Firenze, inizia la sua carriera di regista nel 1993 con Il barbiere di Siviglia di Rossini presso la Tokyo Japan Opera Foundation. Da allora ha diretto oltre 150 produzioni operistiche in tutto il mondo. Nell’ultimo decennio il suo lavoro si è distinto per l’interazione tra l’azione scenica dal vivo degli interpreti e scenografie virtuali o immagini animate in movimento. Da ricordare in quella direzione, le sue produzioni de La campana sommersa di Respighi, per il Teatro Lirico di Cagliari(2016), riproposta al Jazz at Lincoln Center Hall della New York City Opera, disponibile su Dvd della Naxos; la sua versione futuristica di Un ballo in maschera, coproduzione del Theater Kiel col Theatro Municipal de Rio de Janeiro (2018) e il suo Rigoletto, coproduzione del Teatro Lirico di Cagliari(2018), Opera Hong Kong(2019) e Teatro Regio di Parma(2021).

Biglietti

Andrea Chénier

I settore: da 70,00 a 100,00 euro

II settore: da 55,00 a 80,00 euro

III settore: da 45,00 a 60,00 euro

IV settore: da 40,00 50,00 euro

V settore: da 30,00 a 35,00 euro

Under 30*: 25,00 euro

Under 18*: 15,00 euro

*tutti i settori

Racconti sinfonici – Brahms e Šostakovič

I settore 35,00 euro

II settore 30,00 euro

Under 30* 15,00 euro

Under 18*10,00 euro

*tutti i settori

Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it

Biglietterie

TEATRO CARLO FELICE
Galleria Cardinale Siri 6
16121 Genova
Telefono +39 010 5381.433
oppure +39 010 5381.399
e-mail: biglietteria@carlofelice.it

Apertura da lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 19.00

Per gli spettacoli serali l’apertura è un’ora prima dell’inizio e la chiusura 15 minuti dopo l’inizio.
Per gli spettacoli pomeridiani o serali di domenica l’apertura è due ore prima dell’inizio e la chiusura 15 minuti dopo l’inizio.

TEATRO DELLA GIOVENTÙ
Via Cesarea 16
16121 Genova
Telefono +39 010 5381.433

Consultare sul sito gli orari di apertura

BIGLIETTERIA ONLINE

Paybylink
Il servizio è attivo dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 19.00 al numero +39.010.53.81.433.

Vivaticket

Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 19.00 e sabato dalle ore 8.00 alle ore 14.00.

Call Center: dall’Italia 892.234, dall’estero: +39.041.2719035
Per gli acquisti effettuati sulla piattaforma Vivaticket, la commissione sul valore nominale del biglietti degli spettacoli organizzati dalla Fondazione Teatro Carlo Felice è di 2 euro fissi per ogni biglietto o abbonamento di ogni ordine e tipo.

Gruppi
Per i gruppi è attivo l’indirizzo gruppi@vivaticket.com a cui rivolgersi per la prenotazione e l’acquisto di biglietti per la nostra stagione artistica.

Primo appuntamento della Stagione Lirica 2025 dell’Opera Carlo Felice Genova con : La traviata.

Il melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave da La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio, sarà in scena da domenica 12 gennaio alle ore 20.00.

Maestro concertatore e direttore Renato Palumbo, regia Giorgio Gallione, scene e costumi Guido Fiorato, coreografie DEOS, luci Luciano Novelli. Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova. Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti.

A dare vita ai protagonisti: Carolina López Moreno /Elena Schirru (Violetta Valery), Carlotta Vichi (Flora Bervoix), Chiara Polese (Annina), Francesco Meli / Klodjan Kaçani (Alfredo Germont), Roberto Frontali / Leon Kim (Giorgio Germont), Roberto Covatta (Gastone), Claudio Ottino (Barone Douphol), Andrea Porta (Marchese d’Obigny), Francesco Milanese (Dottor Grenvil), Loris Purpura (Domestico di Flora), Giuliano Petouchoff (Giuseppe), Filippo Balestra (Commissionario).

Lo spettacolo sarà in replica martedì 14 gennaio alle ore 20.00, mercoledì 15 alle ore 20.00, giovedì 16 alle ore 20.00, venerdì 17 alle ore 20.00, sabato 18 alle ore 15.00 e domenica 19 alle ore 15.00.

La traviata fa parte, insieme a Rigoletto e al Trovatore, della cosiddetta “trilogia popolare” di Giuseppe Verdi. Le tre opere risalgono ai primi anni Cinquanta dell’Ottocento, e rappresentano un momento di svolta nel percorso artistico del compositore. Era l’inizio del 1853, Verdi iniziava la composizione per il Teatro La Fenice di Venezia con il librettista Francesco Maria Piave per adattare il dramma teatrale tratto da La Dame aux camélias, romanzo pubblicato da Alexandre Dumas figlio e già best seller a livello europeo.

Il soggetto ispirato alla vera storia della cortigiana Marie Duplessis aveva molto colpito Verdi, che tuttavia era consapevole delle possibili controversie: la trama era ambientata nella contemporaneità, e venivano trattate tematiche che facilmente si sarebbero scontrate con certe forme di moralismo.

Dopo la prima rappresentazione, il 6 marzo 1853, La traviata iniziò a circolare in tutta Italia (anche se in parte censurata). L’opera ricevette non poche critiche, ma il suo fascino conquistò presto il pubblico, ad oggi è uno dei titoli d’opera più amati e rappresentati al mondo. La portata rivoluzionaria della Traviata si trova sia nelle tematiche – la storia d’amore della protagonista, Violetta, una donna di mondo dalla psicologia complessa raccontata con straordinaria umanità – sia nelle tecniche compositive. Elemento centrale è la profonda introspezione, l’anima dei protagonisti viene esplorata sia dalla drammaturgia sia dalla musica con una coesione unica, dando al pubblico la possibilità di immergersi nella realtà di un amore tragico e senza tempo.

«Con La traviata Verdi sceglie la strada della semplicità – dice Renato Palumbo. Semplice è la trama, semplice la scrittura musicale. Semplice, colloquiale, moderno e illuminato è il libretto di un ispirato Francesco Maria Piave, sicuramente marcato stretto però dall’implacabile Verdi.

Dietro questa semplicità si nasconde un mondo meraviglioso fatto di solitudine, di passione e soprattutto di dolore. Il dolore affettivo ma anche il dolore fisico. Il dolore è quindi presente dalla prima all’ultima nota dell’opera. Il Direttore ha il difficile compito di narrare e creare quest’atmosfera ricercata da Verdi, pensando alla scrittura musicale ma soprattutto alla parola verdiana che in quest’opera diventa quella della quotidianità. Con la sua forza e, in questo caso, con i suoi grandi silenzi. Così sarà la mia lettura di Traviata, un omaggio al ricordo della breve e intensa vita di Marie Duplessis, cortigiana morta sola a Parigi il 3 febbraio del 1847, della quale Verdi più degli altri capì la sofferenza e che cercò di rendere immortale con un’opera perfetta». 

Commenta Giorgio Gallione: «È noto che Verdi pensò La traviata come un’opera contemporanea: uno spietato inno alla vita ambientato nel presente di allora, senza orpelli o simbolismi, di una moderna, audace, ardente interiorità. Con Guido Fiorato, scenografo e costumista, abbiamo pensato di ambientare l’opera in un luogo stilizzato, antirealistico, sterile, dove dominano vetro e ghiaccio, virato in un bianco e nero “ferito”, solo talvolta, dal rosso del sangue e della vita che, comunque, pulsa. Forse Violetta muore già nel preludio e l’opera è tutto un allucinato flashback visionario e spettrale. Siamo, anche nei momenti di gioia, imprigionati in una sorta di perenne moritat dove, grazie alla musica di Verdi, il dolore è trasfigurato in modo sublime».

Biografie

Renato Palumbo ha studiato Canto, Direzione d’orchestra e coro, Pianoforte e Composizione debuttando sul podio appena diciannovenne con Il trovatore. Intraprende così un’intensa carriera che lo vede interprete di un vasto repertorio nei principali teatri italiani e internazionali, quali Scala di Milano, Opéra di Parigi, Covent Garden di Londra, i Festival di Pesaro e di Martina Franca. Ha diretto inoltre a Washington, Chicago, Berlino, Tokio, Bilbao, Barcellona, Genova, Torino, Parma, Venezia, Verona, Firenze, Napoli, Bari. Il rispetto assoluto della partitura, vissuto con spirito rigoroso ma non dogmatico è alla base di un percorso di ricerca concentrato sulla dimensione drammaturgica dell’opera e sulla sua evoluzione di respiro europeo. In Italia negli ultimi mesi ha diretto Il trovatore al Teatro Comunale di Bologna, Il corsaro al Carlo Felice, Rigoletto al Teatro Petruzzelli di Bari, Turandot al Festival Pucciniano, Manon Lescaut nell’ambito del Festival Manon Manon Manon del Teatro Regio di Torino, La traviata al Teatro del Maggio Fiorentino. Prossimi impegni: La traviata al Carlo Felice e  Il barbiere di Siviglia al Teatro La Fenice di Venezia e al Teatro Comunale di Bologna.

Giorgio Gallione, regista e drammaturgo, è stato il Direttore artistico del Teatro dell’Archivolto dal 1986 sino alla fusione con il Teatro Stabile di Genova, dando vita nel 2018 al Teatro Nazionale di Genova, per il quale è stato fino al 2021 il regista stabile e consulente artistico. Diplomato nel 1980 alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova, inizia la sua attività di regista nel 1981 con Il matrimonio di Brecht e Valentin. In campo operistico ha firmato regie per teatri quali La Scala di Milano (Vita di Tutino), Regio di Torino (La rondine, Tamerlano, Street Scene, Nella colonia penale, Un tram che si chiama desiderio), Arena di Verona (Dylan Dog e Peter Uncino di Tutino), Regio di Parma (Dinorah), Teatro dell’Opera di Roma (Il gatto con gli stivali di Tutino), Teatro Massimo di Palermo (Simon Boccanegra), Comunale di Bologna (Il prigioniero di Dallapiccola e Risorgimento di Ferrero). Con l’Opera Carlo Felice ha lavorato per Candide di Bernstein, per una versione del Barbiere di Siviglia con narratore Maurizio Crozza, e ha firmato le regie della Traviata e della Rondine.

Biglietti 12/01

I settore: 100,00 euro

II settore: 80,00 euro

III settore: 60,00 euro

IV settore: 50,00 euro

V settore: 35,00 euro

Under 30*: 25,00 euro

Under 18*: 15,00 euro

*tutti i settori

Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it