Venerdì 22 novembre La traviata di Giuseppe Verdi torna in scena a Venezia nello storico allestimento che inaugurò la prima Stagione della Fenice ricostruita

regia di Robert Carsen ripresa da Christophe Gayral

e direzione musicale di Diego Matheuz

Sarà un momento di grande suggestione quello che vedrà il ritorno sulle scene del Teatro La Fenice della Traviata di Giuseppe Verdi nello storico allestimento – divenuto ormai un simbolo del Teatro veneziano – che nel novembre 2004, esattamente vent’anni fa, inaugurò la prima Stagione lirica della Fenice ricostruita dopo il disastroso incendio del 1996.

Ispirata al dramma in abiti contemporanei di Alexandre Dumas fils, presentato a Parigi nel 1852, La traviata sarà proposta in quell’incisivo allestimento – anch’esso in abiti contemporanei – del regista canadese Robert Carsen, con le scene e i costumi di Patrick Kinmonth, la coreografia di Philippe Giraudeau e il light design di Robert Carsen e Peter Van Praet.

La regia sarà ripresa da Christophe Gayral. Alla testa di Orchestra e Coro del Teatro La Fenice un graditissimo ritorno, quello di Diego Matheuz, che guiderà un cast composto per i ruoli principali da Marina Monzò, che debutta nel ruolo di Violetta, Francesco Demuro e Nicola Alaimo.

Quattro le recite in programma al Teatro La Fenice, nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2024-2025: il 22, 24, 27 e 30 novembre 2024.

            «Quando questo allestimento della Traviata debuttò alla Fenice – racconta il sovrintendente e direttore artistico Fortunato Ortombina – lavoravo alla Scala e non ero ancora approdato in laguna. Venni appositamente da Milano a vederla, e ricordo che ebbe un effetto dirompente, divise il pubblico e ricevette anche diversi fischi. Passato qualche anno, il Teatro la ripropose, ma anche allora il successo fu inferiore alle aspettative. Quando fui nominato direttore artistico, alla fine del 2007, l’allora sovrintendente mi chiese di pensare a una Traviata diversa. Prima di archiviare uno spettacolo del genere, però, domandai che mi lasciassero fare un ultimo tentativo, coinvolgendo un direttore che credesse a quel progetto, per me meraviglioso. Conoscevo già Myung-Whun Chung, e fu proprio a lui che proposi di riprendere lo spettacolo, perché a mio parere era l’unico in grado di ridargli la vita che meritava. Era il settembre del 2009, fu un trionfo e la nostra Traviata grazie al grande Maestro coreano riprese vita, come dimostra il fatto che gode ancora di ottima salute, tanto da essere ormai considerata un must del teatro d’opera e perciò inserita, anni dopo, tra i dieci migliori spettacoli lirici al mondo da un prestigioso sito culturale francese. Non è un caso, tra l’altro, che la stagione che festeggia il ventennale della riapertura all’opera della Fenice veda ancora Chung sul podio, impegnato questa volta in Otello, mentre il capolavoro verdiano è nelle mani esperte di un direttore come Diego Matheuz. Insomma, questa Traviata è stata lo spettacolo che ci ha più accompagnati per tutti questi anni e ha maggiormente caratterizzato il nuovo corso della Fenice. Ha indubbiamente saputo reggere il tempo e ci ha incoraggiati a ripresentare anche altri fortunati allestimenti a ogni nuova stagione. È la dimostrazione del fatto che bisogna avere il coraggio di rischiare».

La traviata fu composta da Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave per la rappresentazione del 6 marzo 1853 al Teatro La Fenice di Venezia. Terza opera della cosiddetta ‘trilogia popolare’ (con Rigoletto e Il trovatore), è delle tre la più intimista, quella in cui lo scavo psicologico della protagonista appare più ricco di sfumature, con un esito praticamente senza eguali nell’intera vicenda del teatro musicale italiano. Nonostante sia oggi ritenuta l’Opera per antonomasia, La traviata non esordì felicemente; si direbbe che il fiuto di Verdi l’avesse previsto quando, tramite Piave, fece le sue rimostranze alla Presidenza del Teatro, quasi come una valutazione profetica: «Sia pure la Salvini e compagni, ma io dichiaro che nel caso si dia l’opera, non ne spero niente sull’esito, che anzi farà un fiasco completo, e così avranno sagrificati gli interessi dell’impresa (che in fine potrà dire mea culpa), la mia riputazione, ed una forte somma del proprietario dell’opera. Amen». L’opera venne nuovamente ripresa a Venezia, il 6 maggio 1854 al Teatro San Benedetto, e fu un successo enorme. Il trionfo era certo dovuto anche a un cast più appropriato, ma Verdi, nel cantar vittoria, sminuì le modifiche apportate alla prima versione, che invece non solo vi furono, ma ebbero un’importanza superiore a quella loro attribuita dall’autore. L’intreccio drammaturgico presenta diversi ingredienti tipici della librettistica ottocentesca: amore come legame che supera ogni limite imposto dalle regole della convenienza sociale; preminenza del valore irrazionale del legame di sangue (la famiglia) su qualsiasi altro. Vi sono tuttavia anche forti elementi di novità: innanzitutto il fatto che si tratta di una vicenda derivata dalla cronaca contemporanea, laddove la librettistica predilige il più delle volte ambientazioni lontane nel tempo e nello spazio, quando non addirittura mitiche. Marie Duplessis – archetipo reale di Violetta – fu una delle più celebri prostitute del tempo, direttamente conosciuta da Alexandre Dumas figlio, che la consegnò a futura memoria col nome di Marguerite Gautier nel romanzo La Dame aux camélias (1848), e ne fu anche l’amante. L’anno successivo lo scrittore trasse dal romanzo un dramma, che andò in scena nel 1852, e l’anno dopo fu la volta di Verdi: raramente l’attualità è entrata tanto velocemente fra le quinte del teatro d’opera. È significativo che, mosso alla ricerca di nuove soluzioni drammaturgico-musicali, Verdi abbia insistito perché fosse mantenuta l’ambientazione contemporanea. Il palcoscenico di Venezia, quello stesso che aveva accolto favorevolmente un soggetto radicalmente innovativo come Rigoletto, era probabilmente l’unico possibile per una simile operazione; inoltre nella stessa stagione sarebbe stato rappresentato in laguna il dramma di Dumas. Per molti particolari della partitura Verdi esplorò una grande varietà di soluzioni formali, spingendosi non di rado oltre i mezzi compositivi ereditati dalla tradizione ottocentesca italiana; ed anche quando si volse all’assimilazione di modelli formali preesistenti, egli li seppe piegare al proprio fine. Il preludio, che con enfasi indica lo scioglimento tragico, condiziona la ricezione simbolica della vicenda: si ha quasi l’impressione che la brillante vita salottiera di Violetta venga rivissuta dalla moribonda nel terz’atto, come ricordo di una felicità impossibile. Verdi innalzò alla statura d’eroina tragica la protagonista di un fatto di cronaca, grazie ai mezzi della musica: torna in mente l’affermazione di Proust, secondo cui «Verdi ha dato a La dame aux camélias lo stile, che le mancava nel dramma di Dumas».

Nel cast di questa ripresa della Traviata, accanto al soprano Marina Monzò, che debutta nel ruolo di Violetta, al tenore Francesco Demuro interprete di Alfredo Germont e al baritono Nicola Alaimo interprete di Giorgio Germont, si esibiranno Loriana Castellano (Flora Bervoix), Barbara Massaro (Annina), Roberto Covatta (Gastone), Armando Gabba (barone Douphol), Rocco Cavalluzzi (dottor Grenvil) e Matteo Ferrara (marchese d’Obigny). Gli artisti del Coro del Teatro La Fenice Salvatore De Benedetto e Cosimo D’Adamo; Nicola Nalesso ed Emanuele Pedrini; Enzo Borghetti e Antonio Dovigo si alterneranno rispettivamente nei ruoli di Giuseppe, del domestico di Flora e del commissionario. Maestro del Coro Alfonso Caiani.

In scena anche i ballerini Lorena Calabrò, Samira Cogliandro, Matilde Cortivo, Aurora Dal Maso, Rosalia Moscato, Giulia Mostacchi, Andrea Carlotta Pelaia, Kevin Bhoyroo, Gianluca D’Aniello, Giulio Galimberti, Andrea Mazzurco, Valerio Palladino, Ilario Marco Russo, Francesco Scalas. Maestro ripetitore Margherita Longato.

La traviata sarà proposta nella versione definitiva del 1854, con sopratitoli in italiano e in inglese. Ecco il dettaglio delle recite: venerdì 22 novembre 2024 ore 19.00; domenica 24 novembre ore 15.30; mercoledì 27 novembre ore 19.00; sabato 30 novembre ore 19.00.

“Elisir di Giovinezza”, un Mozart di giovanile freschezza nel Concerto di Natale dell’Orchestra Canova mercoledì 20 dicembre a Milano

L’auditorium Testori di Palazzo Lombardia ospiterà l’esibizione dell’Orchestra Canova
diretta dal Maestro Enrico Saverio Pagano, con la partecipazione del soprano Barbara Massaro.
In programma il meglio della produzione giovanile del geniale compositore austriaco, tra cui il celebre mottetto sacro “Exsultate, jubilate”. Ingresso libero con prenotazione consigliata

È in programma mercoledì 20 dicembre, presso l’auditorium Testori di Palazzo Lombardia, a Milano, il Concerto di Natale dell’Orchestra Canova diretta dal Maestro Enrico Saverio Pagano, con la partecipazione del soprano Barbara Massaro. Il concerto, intitolato “Elisir di Giovinezza”, prevede l’esecuzione di alcune opere giovanili di W. A. Mozart, tra cui il celebre mottetto sacro “Exsultate, jubilate”, scritto a Milano nel 1773, sinfonie e sonate da chiesa (Sinfonia K 112 “Milanese”, Quaere superna Mottetto 143, Sinfonia K 124, Sinfonia K 214), il cui slancio vitale appare ancora oggi sorprendente.

Il concerto, organizzato dall’associazione culturale Musicamorfosi in collaborazione con Regione Lombardia, inizierà alle ore 19. L’ingresso è libero con registrazione consigliata al link eventi.regione.lombardia.it/it/concerto-di-natale o inviando una mail a eventi_cultura@regione.lombardia.it

L’Orchestra da Camera Canova è stata fondata dal suo direttore, Enrico Saverio Pagano, nel 2014. Ha un particolare interesse per il classicismo musicale, senza trascurare il ‘900 e la contemporaneità, e si avvale della collaborazione di alcuni dei migliori giovani professionisti italiani, la cui età media è sotto i 30 anni. Definita dalla critica “una delle migliori realtà giovanili in circolazione”, ha all’attivo moltissimi concerti in Italia e all’estero.

Diplomato giovanissimo in direzione d’orchestra, violoncello e composizione, Enrico Saverio Pagano, classe 1995, è il direttore artistico dell’Orchestra Canova. Alla guida di questa formazione si è esibito presso importanti istituzioni quali l’Arena di Verona, il Teatro Dal Verme di Milano, il Teatro Comunale di Ferrara, il Teatro Alighieri di Ravenna, il Festival della cultura di Bergamo, il Valletta Baroque Festival, il Vivaldi Festival di Venezia e l’Aula Magna de La Sapienza Università di Roma, collaborando con artisti come Alessandro Baricco, Gloria Campaner, Daniela Barcellona, Ruth Iniesta, Simone Zanchini, Manuela Custer, Vittorio Prato e Tommaso Lonquich. Come direttore ospite ha collaborato con il Teatro Verdi di Trieste (Gluck: Orfeo ed Euridice), l’Orchestra Cherubini di Ravenna, il Festival pianistico internazionale di Brescia e Bergamo, I Pomeriggi Musicali di Milano, il Teatro Lopez de Ayala (Badajoz, Spagna) e l’Orchestra Sinfonica di Sanremo. A maggio 2021, edito da Sony Music, è uscito il primo album di Enrico dedicato alla riscoperta di Giovanni Paisiello, cui ha fatto seguito, nel 2022, il secondo dedicato a Beethoven, nominato agli International Classical Music Awards. Nel mese di marzo 2021 la rivista Forbes lo ha inserito nella lista dei 100 Under 30 destinati a cambiare l’Italia. Attivo anche nella valorizzazione e nella riscoperta del repertorio italiano, con l’Orchestra Canova, è stato l’unico direttore invitato a esibirsi sull’isola di Procida per la Capitale della Cultura 2022.

Barbara Massaro, recente protagonista dell’opera “Apollo et Hyacinthus” di Mozart al Teatro La Fenice di Venezia, è un soprano in grande ascesa, attiva sia nel repertorio sacro sia in quello cameristico. Si è formata nel Coro di voci bianche del Teatro alla Scala e ha proseguito gli studi al Conservatorio G. Verdi di Milano (si è diplomata in Viola e in Canto con il massimo dei voti, lode e menzione). È vincitrice di diversi concorsi lirici (tra cui il concorso Assami e il Concorso AsLiCo) e si è esibita su palcoscenici prestigiosi, dall’Arena di Verona al Teatro Lirico di Cagliari, dal Festival della Valle d’Itria al Glyndebourne Festival.

Sabato 2 dicembre, al Teatro Carlo Felice : Mozart l’italiano

Musiche di Wolfgang Amadeus Mozart e Giuseppe Sarti

Soprano Barbara Massaro

Direttore Mattia Rondelli

Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova

Martedì 28 novembre, ore 21.00 – Chiesa di San Matteo, Laigueglia

Sabato 2 dicembre, ore 21.00 – Basilica dei Santi Gervasio e Protasio, Rapallo

Mattia Rondelli sarà alla direzione dell’Orchestra dell’Opera Carlo Felice e del soprano Barbara Massaro in un nuovo appuntamento con il ciclo sinfonico Mozart l’italiano, per la rassegna Liguria Musica. Il concerto sarà in replica in due date: martedì 28 novembre 2023 alle ore 21.00 alla Chiesa di San Matteo di Laigueglia e sabato 2 dicembre 2023 alle ore 21.00 alla Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo.

Il programma prevede le sinfonie K. 22, K. 182 e K. 199, «Et incarnatus est» dalla Messa in do minore K. 427 e l’aria «Fra le oscure ombre funeste» da Davide Penitente di Mozart, insieme al «Domine Deus» da Gloria e alle prime esecuzioni in tempi moderni della Sinfonia e dell’aria «Sull’altare del Suo sdegno» dall’oratorio La sconfitta de’ Cananei di Giuseppe Sarti (1729 -1802).

Commenta Mattia Rondelli: «Il programma non vuole fare confronti ma mettere a disposizione del pubblico capolavori mozartiani, di solito poco frequentati, ad eccezione dell’Assoluto categorico dell’Et incarnatus, tratto dalla Messa in do minore K. 427, e alcuni esempi della stesura sacra di Giuseppe Sarti. Molto peculiare è stata la riscoperta dell’oratorio La sconfitta de’ Cananei (Roma 1766). Inimmaginabile è la modernità della scrittura musicale antesignana dello stile cosiddetto classico che si sarebbe affermato da lì a qualche decennio, forte è l’impatto emotivo grazie ad arditezze strumentali, armoniche ed ai virtuosismi vocali inaspettati e imprevedibili. L’aria di Jaele, che si eseguirà nell’impaginato di oggi, evidenzia le difficoltà tecniche che Sarti richiedeva ai cantanti, ma è emblematica anche di quella sprezzatura e di quei colori drammatici così forti che lasciano facilmente disegnare all’immaginazione dell’ascoltatore i tratti di una scena che non c’è. La Sinfonia dell’oratorio, in do maggiore, tripartita, marziale nel suo incipit e di grande brillantezza nel finale, si è scoperto non essere stata scritta per l’oratorio, ma è stata “presa in prestito”, dall’opera La Nitteti che lo stesso Sarti aveva composto l’anno prima a Venezia per il Teatro S. Benedetto. Le stesse sinfonie mozartiane che verranno eseguite in questo programma sono figlie di quei tempi e di quelle consuetudini: inevitabile il condizionamento anche del giovanissimo Mozart rispetto al panorama musicale in cui veniva cresciuto. Anche esse sul piano formale sono tripartite, e le analogie strutturali e ritmiche tra l’una e l’altra fanno indubbiamente pensare a un pattern formale noto e condiviso. Le diverse notizie e informazioni sulle primissime sinfonie che Mozart avrebbe scritto a Londra, bambino tra il 1764 e il 1765, e che sono andate perdute, fanno presagire di una sinfonia in do maggiore, forse ad imitazione di Johann Christian Bach, con una scansione ritmica molto militaresca. Sarà solo un caso, ma anche la Sinfonia de La Nitteti, prestata ai Cananei, rispecchia quella tonalità e quelle caratteristiche… è bello sognare che la stima di Mozart per Sarti fosse cominciata prima delle più note vicissitudini».

Ingresso gratuito con biglietto presso le sedi del concerto

Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it

Biografie

Barbara Massaro si diploma in viola e in canto al Conservatorio di Milano. Inizia la sua formazione musicale entrando nel Coro di Voci Bianche del Teatro alla Scala. Nel 2014 è Serpina nella Serva padrona con l’Ensemble Barocco Arcantico; Berta nel Barbiere di Siviglia e Adina nell’Elisir d’amore al Teatro Nuovo di Milano; nel 2016 è Rowan in The little sweep al Teatro Lirico di Magenta; Susanna nelle Nozze di Figaro nella produzione Opera Studio del Conservatorio di Milano. Ammessa all’Accademia di belcanto “Rodolfo Celletti”, si esibisce al 42° Festival della Valle d’Itria debuttando come Driadein Baccanali di Steffanie e Geraldinein A hand of bridge e come vincitrice del Concorso AsLiCo, interpreta Despinain Così fan tutte nel Circuito Lombardo. Recentemente è stata al Festival della Valle d’Itria per Le donne vendicate, al Coccia di Novara come Adina in Elisir d’amore,Frasquitain Carmen all’Arena di Verona, Berenicein L’occasione fa il ladro al Tiroler Festspiele, Zerlina in Don Giovanni e Lauretta in Gianni Schicchi al Filarmonico di Verona, al Glyndebourne Festival in Rinaldo, in Guglielmo Tell nel Circuito AsLiCo, e in Don Carlo alla Fenice.

Mattia Rondelli,già allievo di importanti maestri come Bellugi, Panula e Renzetti, è da anni ospite di diverse istituzioni italiane ed internazionali tra cui Teatro Regio di Torino, Festival Mito, Bologna Festival, Stresa Festival, Ravenna Festival e Philharmonia di S. Pietroburgo. La lunga collaborazione con il Valery Gergiev lo ha portato più volte sul podio del Teatro Mariinskij di S. Pietroburgo, di particolare rilievo sono state alcune “prime” dello stesso teatro, tra cui i Quattro Pezzi Sacri di Verdi, e la prima esecuzione mondiale in tempi moderni di due pagine sacre di Giuseppe Sarti. La ripresa audio live è stata pubblicata da Sony Music prima e da Da Vinci Publishing oggi. Il lavoro di approfondimento sui manoscritti di Giuseppe Sarti combinato con l’esperienza esecutiva hanno portato all’invito di Sir John Eliot Gardiner a collaborare attivamente ad alcune sue produzioni musicali e alle sue ricerche storico musicali più recenti finalizzate alle prossime pubblicazioni. Nel 2014 è stato ideatore del progetto “Fare Musica per tutti”, con lo scopo di ridare alla musica il posizionamento di un valore primario per l’uomo.  Ha avuto, inoltre, il privilegio di essere direttore ospite di molte altre prestigiose orchestre. Dal 2021 è direttore artistico di Musica& a Cortina d’Ampezzo, nuovo format divulgativo in cui condivide idee, contenuti e palcoscenico con Roberto Prosseda. È stato visiting professor in direzione d’orchestra alla University of Illinois di Chicago e alla Jerusalem Academy of Music and dance. È oggi docente presso il Conservatorio di Sassari.

La storia dell’Orchestra dell’Opera Carlo Felice inizia nei primi anni del ‘900; l’attività sinfonica e operistica è da allora continuativa. Con un repertorio che spazia dal Seicento alla musica contemporanea, la compagine si distingue per produttività e versatilità. Sul podio si avvicendano direttori di rilevanza internazionale, per citarne solo alcuni: Victor De Sabata, Igor Stravinsky, Franco Capuana, Sergiu Celibidache, Hermann Scherchen, Claudio Abbado, Alceo Galliera, Carlo Maria Giulini, Riccardo Muti, Georges Prêtre, Mstislav Rostropovič, Gianandrea Gavazzeni, Daniel Oren, Antonio Pappano, Christian Thielemann, Daniele Gatti, Gennadij Roždestvenskij, Bruno Campanella, Zubin Mehta, Nello Santi, Sir Neville Marriner, Kyrill Petrenko, Hartmut Haenchen, Vladimir Fedoseev, Andrea Battistoni, Fabio Luisi (Direttore onorario), Donato Renzetti (Direttore emerito). Dal 2022 Riccardo Minasi è il Direttore musicale. Numerose sono le incisioni registrate al Teatro Carlo Felice, in particolare di produzioni liriche, per etichette quali Deutsche Grammophon, Decca, Sony, TDK, Rai-Trade, Nuova Era Records, Arthaus Musik, Dynamic, Bongiovanni, Denon/Nippon Columbia e BMG-Ricordi. L’alto livello artistico consolidato negli anni le consente di prendere parte a manifestazioni di grande prestigio quali il Festival dei Due Mondi di Spoleto, il Ravello Festival, il Festival di musica sacra Anima Mundi di Pisa, e d’esibirsi in importanti sedi nazionali e internazionali quali il Parco della Musica di Roma, il Teatro degli Arcimboldi di Milano, l’Auditorium della Conciliazione di Roma, il Teatro dal Verme di Milano, la Royal Opera House di Muscat, la Astana Opera, il Marinsky Concert Hall, la Basilica di S. Francesco ad Assisi.

Biglietteria

Galleria Cardinale Siri, 6
16121 GENOVA
Telefono +39 010 5381.433-399
e-mail: biglietteria@carlofelice.it

Per i gruppi è attivo l’indirizzo gruppi@vivaticket.com a cui rivolgersi per le prenotazioni e l’acquisto di biglietti della nostra Stagione.

Orari

Da lunedì al sabato, dalle ore 9.30 alle ore 19.00.

Spettacoli serali: apertura un’ora prima dell’inizio, chiusura 15 minuti dopo l’inizio.
Spettacoli pomeridiani o serali di domenica: apertura due ore prima dell’inizio, chiusura 15 minuti dopo l’inizio.