La Scala celebra con Chailly il centenario pucciniano

Il 29 novembre, a 100 anni esatti dalla scomparsa del compositore,

il Direttore Musicale dirige un’antologia di pagine giovanili e capolavori.

Solisti Anna Netrebko, Mariangela Sicilia e Jonas Kaufmann.

Venerdì 29 novembre, a 100 anni esatti dalla scomparsa di Giacomo Puccini (Lucca, 22 dicembre 1858 – Bruxelles, 29 novembre 1924), il Teatro alla Scala ricorda il grande compositore con un concerto diretto da Riccardo Chailly, solisti Anna Netrebko, Mariangela Sicilia e Jonas Kaufmann. Il programma ripercorre i passi giovanili dal Preludio Sinfonico composto nel 1882 per l’esame finale di composizione al Conservatorio di Milano all’intermezzo di Madama Butterfly, che ebbe la sua contrastatissima prima assoluta alla Scala nel 1904. All’interno di questo arco temporale si collocano il Requiem per voci, viola e organo (alla Scala Simonide Braconi e Lorenzo Bonoldi) che fu composto nel 1901 per il quarto anniversario della morte di Verdi e Crisantemi, elegia per quartetto d’archi (qui in versione orchestrale) scritta nel 1890 in morte di Amedeo d’Aosta, ed estratti dalle prime prove teatrali. Da Edgar, andato in scena alla Scala nel 1889 e sottoposto poi a una complessa serie di revisioni, si ascoltano il Preludio all’Atto III e il Requiem Aeternam per soprano (Mariangela Sicilia), coro e coro di voci bianche. Di alcuni anni precedente è Le Villi, debutto operistico di Puccini che vide la luce al Teatro Dal Verme nel 1884, dal quale si esegue l’Intermezzo sinfonico La tregenda. Conclude il programma l’atto IV del primo grande successo d’autore: Manon Lescaut, andata in scena nel 1893 al Teatro Regio di Torino.

Gli interpreti

Il concerto, cui partecipano il Coro del Teatro alla Scala diretto da Alberto Malazzi e il Coro di Voci Bianche dell’Accademia diretto da Bruno Casoni, vede la partecipazione di tre interpreti pucciniani di riferimento. Anna Netrebko, impegnata in questi giorni nelle prove della Forza del destino che il prossimo 7 dicembre inaugurerà la Stagione, è stata impegnata recentemente nella Bohème a Montecarlo e alla Scala è stata Floria Tosca nell’edizione diretta da Chailly il 7 dicembre 2019; Jonas Kaufmann ha da poco pubblicato l’album di duetti “Puccini Love Affairs” (Sony) e nel 2015 è stato protagonista alla Scala di un omaggio al compositore con la Filarmonica diretta da Jochen Rieder, su cui è stato girato un documentario con la regia di Brian Large; infine Mariangela Sicilia (attesa alla Scala anche il 21 dicembre nella Petite messe solennelle natalizia diretta da Daniele Gatti) è un’autentica scoperta di quest’anno pucciniano. Nello scorso aprile è stata applauditissima come Magda nella Rondine diretta alla Scala da Chailly, ma in questi mesi ha cantato anche Mimì nella Bohème al Maggio Fiorentino e al Festival di Macerata e Liù in Turandot all’Arena di Verona.

Puccini, La Scala, Chailly

Puccini è per Riccardo Chailly uno degli autori di riferimento, una passione artistica che percorre mezzo secolo di carriera. Dalla Turandot di San Francisco del 1977 in cui il Maestro ventiquattrenne dirigeva Montserrat Caballé e Luciano Pavarotti, Puccini è stato oggetto di esecuzioni e registrazioni continue, inclusi i pezzi più rari eseguiti tra l’altro nella serie di concerti realizzati con la Filarmonica tra il 2004 e il 2008 tra Lucca, Torre del Lago e la Scala, dove Chailly porta per la prima volta il finale di Turandot composto da Luciano Berio. In disco sono da ricordare Manon Lescaut con Te Kanawa, Carreras e i complessi di Bologna nel 1998; La bohème con Gheorghiu, Alagna e la Scala nel 1999; le Discoveries con l’allora Orchestra Verdi nel 2004 e il CD di musica orchestrale realizzato con RSO Berlin nel 2006. Il video registra Tosca con Malfitano, Margison, Terfel e il Concertgebouw nel 2007, La bohème di Valencia del 2012 e due versioni del Trittico: prima nel 2000 con il Concertgebouw e quindi quella scaligera del 2009. 

Al Piermarini Chailly esordisce come direttore pucciniano nel 1996 con Madama Butterfly con la regia di Keita Asari; nel 2008 segue il Trittico con la regia di Luca Ronconi. Da Direttore Musicale progetta un ciclo di opere da eseguirsi alla luce delle ricerche musicologiche più aggiornate, liberando Puccini dai puccinismi e da una tradizione esecutiva deteriore e documentando le peripezie del processo creativo d’autore. Dopo la Turandot con il finale Berio e la regia di Lehnhoff eseguita per l’apertura di Expo nel 2015, nel 2016 va in scena La fanciulla del West con la regia di Robert Carsen e l’orchestrazione originale di Puccini senza le varianti inserite da Toscanini per il Metropolitan. Il 7 dicembre 2016 Chailly inaugura la Stagione facendo conoscere alla Scala con la regia di Alvis Hermanis la prima versione di Madama Butterfly il cui debutto era stato accolto da una gazzarra che sarebbe rimasta tra i grandi dolori della vita del compositore. Anche di Manon Lescaut nel marzo 2019 viene presentata la prima versione torinese, con una versione del finale del primo atto di particolare complessità e audacia sperimentale. Infine, il 7 dicembre 2019 Tosca torna alla Scala con la regia di Davide Livermore nella prima versione eseguita a Roma nel 1900, che differisce da quella corrente per una serie di dettagli, tra i quali spiccano le note conclusive dell’opera. La rondine dell’aprile 2024 è l’occasione per mettere alla prova del palcoscenico nella regia di Irina Brook l’edizione critica di Ditlev Rindom, fresca di stampa (Ricordi 2023). Lo spettatore ha trovato talvolta versioni convincenti, spesso modificate da Puccini in un secondo momento sotto la spinta di fattori esterni, talvolta al contrario primi tentativi poi saggiamente corretti. In ogni caso, ricorda il musicologo Robert Parker autore di molte delle edizioni critiche, “ascoltare [questi momenti] come erano stati inizialmente concepiti, e come – in un universo diverso – sarebbero potuti rimanere, ci incoraggia a ripensare al modo in cui l’opera pucciniana è venuta alla luce; a ripensare al modo in cui noi la conosciamo e la amiamo”.

Prezzi: da 180 a 30 euro

Infotel 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org

Venerdì 29 novembre 2024 ~ ore 20

Nel centenario della scomparsa di Giacomo Puccini

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala

Riccardo Chailly, direttore

Anna Netrebko, soprano

Mariangela Sicilia, soprano

Jonas Kaufmann, tenore

GIACOMO PUCCINI

Preludio Sinfonico

Requiem

per coro a tre voci miste, viola e organo

Simonide Braconi, viola

Lorenzo Bonoldi, organo

Crisantemi

versione per orchestra d’archi

da Madama Butterfly

Atto III, Intermezzo

da Edgar

Atto III, Preludio

da Edgar

Requiem aeternam

per soprano, coro, orchestra e coro di voci bianche

da Le villi

“La tregenda”, intermezzo sinfonico, parte seconda

da Manon Lescaut

Intermezzo

Atto IV

Alberto Malazzi, maestro del Coro

Bruno Casoni, maestro del Coro di Voci bianche

Teatro alla Scala, Domenica 3 marzo 2024 – ore 15 per i grandi spettacoli per piccoli 2023/2024 :

Lalla & Skali e… la pellicola stregata

Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala

Bruno Casoni, direttore

Marco De Gaspari, pianoforte

Mario Acampa, regia e testi

Mirjam Schiavello, Lalla

Matteo Sala, Skali

Riccardo Alessandri, proiezioni

Bruno Coulais

da I ragazzi del coro: Vois sur ton chemin

Leonard Bernstein

da West Side Story: America

Ennio Morricone

da C’era una volta il West: Once Upon a Time in the West

Alan Menken, Howard Ashman

da La sirenetta: Part of Your World

Elton John

da Il Re Leone: Circle of Life

Johnny Mercer, Henry Mancini

da Colazione da Tiffany: Moon River

Frederick Loewe (arr.  Zhaolin Liu)

da My Fair Lady: I Could Have Danced All Night

Harold Arlen

da Il mago di Oz:Somewhere Over the Rainbow

Kristen Anderson-Lopez, Robert Lopez

da Frozen: Let it Go

J.W. Stole, Del Roma

da Sister Act:I Will Follow Him

Prezzi da 18 a 12 euro

Infotel 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org

Vedere la musica, ascoltare le immagini

Nella lavorazione di un film, la realizzazione della colonna sonora avviene nella fase di post-produzione, quando tutte le scene sono state girate e si inizia il montaggio. I film musicali costituiscono naturalmente un’eccezione!

Per I ragazzi del coro, un film francese del 2004 su un gruppo di ragazzi difficili che riesce a riscattarsi formando un coro, il compositore Bruno Coulais dovette scrivere con molto anticipo vari pezzi per coro di voci bianche, in modo che potessero essere provati prima delle riprese. Le sue musiche contribuiscono in modo determinante alla poesia di questo lavoro e la canzone principale, Vois sur ton chemin, si meritò una candidatura all’Oscar.

Per il regista Sergio Leone la musica di Ennio Morricone era indispensabile perché, come lui stesso spiegava, «i miei film potrebbero anche essere muti, il dialogo conta relativamente: è la musica a sottolineare azioni e sentimenti». Nei suoi film, la stesura della sceneggiatura si svolgeva in parallelo alla composizione musicale. Secondo la leggenda, durante le riprese di “C’era una volta il West”, del 1968, Leone faceva riprodurre in sottofondo la musica di Morricone per ispirare gli artisti. Di questa colonna sonora, particolarmente memorabile è il tema associato a Jill, la vedova incarnata da Claudia Cardinale, che si presenta come un canto struggente senza parole.

«Vedere la musica e ascoltare le immagini»: questo, per Walt Disney, era l’ambizioso obiettivo da raggiungere in ognuna delle sue creazioni. Dopo la morte del geniale direttore e produttore, il suo motto ha continuato a guidare le scelte della sua casa cinematografica, in particolare per quei lavori che fanno parte della serie “I Classici” i quali, in molti casi, contengono canzoni capaci di trascendere il cartone diventando dei successi pop; tra i molti esempi ci sono Circle of Life, scritta nel 1994 da Elton John per il Re leone, e Let it Go, tratto da uno dei film più amati della Disney, Frozen. Altre canzoni, pur essendo belle e coinvolgenti, sono troppo legate alla trama per poter circolare, come è il caso di Part of Your World dalla Sirenetta, in cui la melodia si interrompe ogni volta che la protagonista cerca le parole per descrivere il mondo degli umani.

Colazione da Tiffany, del 1961, non è un film musicale; tuttavia tra le scene iconiche c’è quella che mostra Audrey Hepburn, nei panni della scapestrata Holly Golightly, seduta alla finestra del suo appartamentino newyorkese mentre intona Moon River. Questo brano malinconico e dall’andamento cullante fu composto appositamente da Henry Mancini per esaltare la voce dell’attrice, contraddistinta da un’estensione molto ridotta. Nonostante i suoi limiti canori, tre anni dopo Hepburn accettò la parte di Eliza nel musical My Fair Lady; nella scena trionfale in cui canta I Could Have Danced All Night, il suo sorriso e la sua grazia nell’accennare i passi di valzer fanno dimenticare che qui, come in tutti gli altri pezzi cantati, la sua voce è doppiata da una cantante professionista.

My Fair Lady è solo uno dei tanti successi di Broadway passati al grande schermo, ma ci sono anche musical che hanno compiuto il percorso inverso, come Sister Act, un film del 1992 con Whoopi Goldberg nel ruolo della svitata in abito da suora che nel 2006 è stato adattato per il teatro. La trama del film somiglia a quella dei Ragazzi del coro, ma qui le protagoniste sono suore. Le sorelle riescono addirittura ad esibirsi di fronte al Papa con I Will Follow Him, un pezzo che inizia come un sommesso inno di lode per poi scatenarsi a ritmo di rock.

Il musical Il Mago di Oz costituisce un caso ancora diverso, poiché esistono una versione teatrale, del 1902, e una cinematografica, del 1939, indipendenti; delle due è l ultima quella più famosa, grazie al talento di una giovanissima Judy Garland e alla canzone Somewhere Over the Rainbow. Nell’adattamento di un musical dal teatro alla pellicola, anche le canzoni, oltre all’intreccio, possono essere modificate. Quando nel 1961 West Side Story, che Leonard Bernstein aveva scritto per Broadway nel 1957, fu trasformata in film, il brano che subì le variazioni più importanti fu America: nell’originale, la canzone contrapponeva in tono umoristico due ragazze, una nostalgica del Puerto Rico e l’altra entusiasta dell’America; nel film la canzone mantiene il tono leggero e il sapore caraibico, ma il nuovo testo denuncia la discriminazione subita dai latini negli Stati Uniti.

Liana Püschel