A FRANCOFORTE TUTTO ESAURITO PER PUCCINI IN OPERA ; L’ORCHESTRA DI FONDAZIONE ARENA EMOZIONA LA BUCHMESSE

Al concerto anche i Ministri della Cultura di Italia Alessandro Giuli e di Germania Claudia Roth

In un teatro da 2.500 spettatori gremito di pubblico e autorità, ieri sera, Fondazione Arena di Verona ha inaugurato la Buchmesse 2024.

La Fiera del libro di Francoforte, la più grande manifestazione internazionale del settore, quest’anno ha infatti come Paese ospite d’onore l’Italia. Al concerto erano presenti il Ministro della Cultura italiano Alessandro Giuli, il Ministro della Cultura tedesco Claudia Roth, l’Ambasciatore italiano in Germania Armando Varricchio, il Commissario straordinario del Governo per Italia Ospite d’Onore Mauro Mazza. Oltre al Sindaco di Verona e Presidente di Fondazione Arena, Damiano Tommasi, assieme al Sovrintendente Cecilia Gasdia.

Sul palcoscenico della Alte Oper di Francoforte, si è esibita l’Orchestra di Fondazione Arena, diretta dal Maestro Francesco Ivan Ciampa, assieme al soprano Chiara Isotton e al tenore Yusif Eyvazov.

Il concerto Puccini in Opera ha reso omaggio al compositore italiano nell’anno del suo centenario. Un programma che ha entusiasmato ed emozionato il pubblico presente in sala. Dai primi successi di Le Villi e Manon Lescaut, rappresentati da significativi brani sinfonici, fino alle arie e duetti più noti da La Bohème, Tosca, Madama Butterfly, Suor Angelica e Turandot. Interminabili gli applausi per i professori d’Orchestra, il Maestro Ciampa e i cantanti al termine del concerto.

“Una serata che è stata la celebrazione di quello che accade tutte le estati in Arena – spiega il Sindaco e Presidente di Fondazione Arena Damiano Tommasi –. Un bel riconoscimento alla professionalità della nostra Fondazione lirica. Tra l’altro in un paese, la Germania, che da sempre ama l’Arena ed è fortemente presente al Festival. Essere qui, all’interno di questa kermesse, dalla quale l’Italia mancava da tanti anni, è la dimostrazione di quanto sia grande la nostra responsabilità: abbiamo un tesoro tutto veronese da tutelare, un gioiello che rappresenta il canto lirico italiano patrimonio Unesco, amato e apprezzato in tutto il mondo”.

“Questa serata pucciniana ha scatenato un grande entusiasmo nel pubblico – aggiunge il Sovrintendente di Fondazione Arena Cecilia Gasdia –, applausi che attestano l’amore per Puccini e l’Opera italiana in Germania, ma anche nel resto del mondo. Il pubblico tedesco stasera ha dimostrato ancora una volta l’affetto che nutre per l’Arena. Un trionfo per l’Orchestra, i cantanti e il Maestro che ci ha veramente commosso. Fondazione Arena è ambasciatrice e simbolo della cultura italiana all’estero, è cresciuta tantissimo negli ultimi anni, saremo sempre pronti a partire per portare nel mondo la musica e il canto lirico patrimonio Unesco”.

LA MAGIA DELL’ARENA EMOZIONA LA COREA E APRE A FUTURE COLLABORAZIONI 

Fondazione Arena porta in scena l’allestimento di Zeffirelli per i 140 anni di amicizia tra Italia e Corea Gasdia impegnata in masterclass con studenti, cantanti e insegnanti

Un interminabile applauso, 13 minuti che hanno commosso tutti dopo mesi di lavoro e settimane di montaggi e prove. In Corea va in scena la magia dell’Arena di Verona. Grande successo, questa sera, sabato 12 ottobre, per la premiere di Turandot al KSPO Dome di Seoul, diretta dal Maestro Daniel Oren. Nella più grande venue al coperto di tutta la Corea del Sud, luogo di riferimento per i maggiori eventi sportivi e musicali, Fondazione Arena ha portato ‘direttamente’ da Verona, l’opera pucciniana per eccellenza. Sul palcoscenico il soprano Oksana Dyka nei panni di Turandot, il tenore Martin Muehle (Calaf), Mariangela Sicilia ad interpretare Liù, Ferruccio Furlanetto (Timur), Elia Fabbian (Ping), Gregory Bonfatti (Pong), Riccardo Rados (Pang) e Piero Giuliacci (Altoum). Assieme a loro la New Seoul Philarmonic Orchestra, i cantanti sia adulti che voci bianche del Songpa Boys and Girls Choir and Children’s Choir, i ballerini della Jeong Min-Geun Dance Company e gli attori della Jinart Company.

Ad incantare il pubblico coreano le maestose scenografie di Franco Zeffirelli, la bellezza dei costumi di Emi Wada e l’abilità tecnica e di regia della macchina areniana, capace di ricreare un palcoscenico della stessa grandezza di quello dell’Arena all’interno di un palazzetto e di mettere assieme masse artistiche provenienti da diverse realtà. A curare la regia dello spettacolo Stefano Trespidi.

NUMERI. Circa 35 i container partiti in agosto per trasportare via mare scenografie e costumi. Una cinquantina i tecnici di Fondazione Arena al lavoro da fine settembre. Cinque i giorni impiegati per il montaggio di palcoscenico e scene. Ben 110 le comparse coreane e 40 i bambini di Seoul impegnati nella messa in scena, tra figuranti e voci bianche. Sono 18 i mimi professionisti arrivati direttamente dall’Arena Opera Festival.

Il debutto coreano dell’areniana Turandot è stato organizzato da Solopera, KSPO&CO, Dong-A Ilbo, Sol&Music Cultural Industry Company e supportato dall’Ambasciata d’Italia in Corea, dall’Istituto Italiano di Cultura della capitale e dal Maeil Economic Daily, in partnership con SBS, radio-tv nazionale coreana. E rientra nelle celebrazioni dei 140 anni di amicizia tra Italia e Corea. Era il 26 giugno 1884 quando venne firmato il primo Trattato di amicizia e di commercio fra i due Paesi, siglato dal Regno d’Italia e dalla Corea della dinastia Joseon. Una storia che prosegue anche oggi e che intende aprire nuove collaborazioni per il futuro.

INCONTRO CON AMBASCIATA E SOLOPERA. Prima della premiere, il sovrintendente Cecilia Gasdia ha incontrato l’Ambasciatrice italiana a Seoul Emilia Gatto, la direttrice di Solopera Company Lee So-Young e la direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura Michela Linda Magrì. Presente il Vicedirettore Artistico di Fondazione Arena Stefano Trespidi e il figlio del Maestro Zeffirelli, Pippo Zeffirelli, giunto a Seoul per l’occasione. Un evento istituzionale, con un centinaio di persone tra operatori turistici, giornalisti di settore e manager di aziende, che ha visto schierate tutte le realtà che hanno collaborato per la realizzazione di questo progetto. Un unicum nella storia del KSPO Dome di Seoul.

“Ha vinto il rapporto umano tra le popolazioni, l’umanità tra le persone – dichiara il Sovrintendente Cecilia Gasdia a fine spettacolo -. C’è stato qualcosa di magico stasera, sono davvero commossa. Tutti hanno lavorato con grande amore per questi debutto in Corea sia di Fondazione Arena che di Zeffirelli. Speriamo di tornare presto. Ringrazio le Istituzioni che hanno fortemente voluto Fondazione Arena in Corea, tutti coloro che hanno creduto in questa sfida e quanti, con enorme impegno, hanno lavorato affinché, ancora una volta, si compisse il miracolo dell’Arena. Una macchina che, anche a chilometri di distanza da Verona, dimostra di essere una certezza. E il simbolo di una eccellenza tutta italiana. Aspettiamo tutti a Verona nel 2025″.

“Sono state settimane impegnative ma i nostri tecnici e professionisti, il Maestro Daniel Oren e le masse artistiche coreane hanno lavorato incessantemente per trovare l’armonia e garantire il successo di questa serata – spiega il Vicedirettore Artistico di Fondazione Arena Stefano Trespidi -. Non è stato semplice, ma la musica sa abbattere qualsiasi barriera linguistica e culturale. Abbiamo accettato una sfida, quella di portare per otto serate, in un palazzetto da 10 mila posti, uno dei più ricchi e sfarzosi allestimenti areniani. E far così vivere la magia dell’Arena anche a chi non è mai stato in Italia. Speriamo sia la prima di una lunga e proficua collaborazione”.

“Sono davvero emozionata ed orgogliosa per questo grande lavoro di squadra che si inserisce perfettamente nel contesto delle numerose iniziative che stiamo portando avanti per celebrare i 140 anni delle nostre relazioni bilaterali ed il Biennio dello scambio culturale Italia Corea 2024-2025, ma anche, ci tengo a ricordarlo, i cento anni dalla morte di Giacomo Puccini – sottolinea l’Ambasciatrice italiana a Seoul Emilia Gatto -. Un grande regalo per i coreani e per gli italiani, e per tutti gli amanti della Musica: l’Arena di Verona porta la Turandot a Seoul. Grazie all’Arena di Verona, alla famosa star del Bel canto Cecilia Gasdia e a tutti coloro che hanno lavorato per rendere possibile tutto questo, a Solopera, all’Istituto Italiano di Cultura, alla nostra, ed anche Vostra, squadra, grazie! Godiamoci questo momento insieme: un momento che sono convinta che porterà anche ad altri eventi di questo livello, che rafforzano e rendono sempre più grande l’amicizia fra Italia e Corea”.

“I coreani amano e conoscono molto bene l’Arena di Verona – afferma la direttrice di Solopera Company Lee So-Young -, è in assoluto il teatro che rappresenta l’Opera. L’idea di questo grande progetto è nata un paio di anni fa per celebrare l’amicizia tra Italia e Corea. È la prima volta che in questo stadio si realizza una messa in scena di queste dimensioni. Solopera è nata nel 2005 per produrre e portare l’opera in Corea, ogni anno mette in scena diversi spettacoli e concerti”.

SPETTACOLO. La produzione, la stessa creata da Franco Zeffirelli appositamente per l’Arena, sarà in scena per altre sette serate d’opera fino al 19 ottobre, sempre alla KSPO Dome. Sul palcoscenico diversi cast con alcuni dei più importanti artisti di oggi e giovani emergenti, molti dei quali già applauditi nell’Anfiteatro veronese: i soprani Olga Maslova, Oksana Dyka, Yeajin Jeon, Mariangela Sicilia, Giulia Mazzola, i tenori Martin Muehle, Arturo Chacón-Cruz, Riccardo Rados, il basso Ferruccio Furlanetto, i baritoni George Andguladze, Elia Fabbian, Hao Tian. Dirige il maestro Daniel Oren, esperto pucciniano e beniamino areniano.

MASTERCLASS. Durante le giornate di permanenza in Corea, il sovrintendente Cecilia Gasdia ha tenuto a Seoul due masterclass per giovani cantanti provenienti da Conservatorio e Accademie della capitale. Alle lezioni hanno partecipato una decina di studenti e un centinaio di uditori, per lo più cantanti lirici e insegnanti di musica desiderosi di approfondire alcune tecniche. Il Made in Italy nel mondo a 360 gradi.

Presentata la Stagione Artistica 2025. Dal 19 gennaio al 31 dicembre, 6 titoli d’opera e 12 concerti sinfonici

Fondazione Arena celebra i suoi 50 anni al Teatro Filarmonico. Inaugurazione con il Falstaff di Salieri, come nel 1975

Nel corso di un evento musicale aperto al pubblico, illustrati in anteprima i contenuti delle nuove Stagioni di Lirica e Sinfonica. Dal 1° ottobre il rinnovo degli abbonamenti

Cinquant’anni di storia, di musica e opera. 1975-2025. Fondazione Arena di Verona festeggia mezzo secolo di storia al Teatro Filarmonico. E celebra con la città l’anniversario della riapertura del Teatro Filarmonico, ricostruito dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Il cartellone 2025 offre una proposta raffinata e varia, tanto per le 6 opere liriche quanto per i 12 concerti sinfonici con solisti di fama internazionale. Ben 3 le nuove produzioni, numerosi anniversari, appuntamenti straordinari e collaborazioni con i principali teatri del Veneto, per oltre 50 alzate di sipario. Dal 1° ottobre si potranno rinnovare gli abbonamenti, confermate le tariffe 2024.

Il cartellone della Stagione Lirica prenderà il via in gennaio (dal 19 al 26), con un allestimento tutto nuovo di Falstaff di Antonio Salieri, l’opera che riaprì il Teatro cinquant’anni fa. Alla guida della nuova produzione, inserita nel Festival Mozart a Verona, sarà Paolo Valerio. Dal 16 al 23 febbraio un grande titolo della “Giovane Scuola” per la prima volta nell’ultimo mezzo secolo di spettacoli al Teatro Filarmonico: La Wally del poco ricordato ma valoroso Alfredo Catalani, nell’allestimento dei teatri lirici emiliani, con interpreti di pregio quali Maria José Siri, Carlo Ventre, Youngjun Park. Dal 16 al 23 marzo tornerà un’opera fondamentale della letteratura e della musica del primissimo ‘900, Elektra di Richard Strauss. Una nuova produzione, a ventitré anni dall’unica programmazione nei cartelloni di Fondazione Arena, firmata da Yamal Das Irmich, con Lise Lindstrom, Ewa Vesin e Anna Maria Chiuri.

Dopo la primavera sinfonica e il 102° Festival areniano, dal 26 ottobre al 2 novembre proseguirà la riscoperta dei titoli meno noti di Giacomo Puccini: anche Le Villi sarà una prima volta per le scene di Fondazione Arena, qui nell’allestimento del Regio di Torino. Dal 16 al 23 novembre, altro debutto, il pubblico scoprirà un capolavoro buffo di Rossini, Il Turco in Italia, nell’applaudita coproduzione guidata da Rovigo con Carlo Lepore e Sara Blanch. Infine, dal 14 al 21 dicembre, il Verdi giovanile (anch’esso rappresentato una sola volta al Filarmonico, e una sola in Arena nel ‘72) con Ernani, in una nuova produzione di Stefano Poda con Amartuvshin Enkhbat, Angelo Villari e Alexander Vinogradov. I cast vocali e i team creativi coinvolgeranno il meglio dei giovani e del panorama attuale, offrendo prestigiosi debutti al Filarmonico. Fra i direttori, ritorneranno i maestri Pirolli, Balke, Ommassini, Cadario, Lü Jia, Arrivabeni.

La Stagione sinfonica conferma ben 10 appuntamenti in abbonamento, a cui si aggiungono due concerti straordinari. La programmazione abbraccerà oltre tre secoli di musica, inaugurando il 31 gennaio con la Grande Messa in do minore di Mozart e proseguendo con importanti anniversari di grandi compositori come Šostakovič, Ravel e lo stesso Antonio Salieri, a cui sarà dedicato il concerto straordinario di Pasqua nel 200° della morte, che sarà eccezionalmente replicato anche a Legnago, città natale del maestro. Proseguiranno le integrali intraprese negli ultimi anni da Fondazione Arena: i concerti di Rachmaninov (il leggendario Terzo), le composizioni di Richard Strauss, le sinfonie di Beethoven (la Pastorale) e quelle di Mahler (la Settima, complessa e affascinante, mai eseguita dai complessi veronesi). Brani noti e pietre miliari del repertorio (come le pagine di Bartók e Chopin, il Concerto per violino di Čajkovskij o la colossale cantata Aleksandr Nevskij) saranno affiancati da gemme più rare e altrettanto preziose, alla scoperta di autori dall’Ungheria e dall’America latina.

Non mancheranno infine le proposte rivolte alla contemporaneità, inserite in programmi tematici ampi e stimolanti: Poulenc, Berio, Dennehy, e una nuova commissione in prima assoluta al maestro Sciortino, poliedrico artista di oggi. Come nel 2024, il calendario dei concerti si intensificherà in primavera, impegnando maggiormente Orchestra e Coro, mentre i complessi tecnici realizzeranno la nuova produzione del 102° Festival in Arena, per poi riprendere in autunno e chiudere con un eccezionale gala di fine anno. Accanto a giovani di talento, vi saranno solisti e direttori di prestigio internazionale, come Dmitri Jurowsky, Ettore Pagano, Ryan McAdams, Mikhail Pletnev, Marco Angius, Marcus Bosch, Augustin Hadelich, per citarne solo alcuni in ordine di apparizione sul palcoscenico veronese.

La programmazione artistica 2025 è stata annunciata dal Sovrintendente Cecilia Gasdia durante un evento speciale in Sala Maffeiana aperto a tutta la cittadinanza. A co-condurre il giornalista e scrittore Alberto Mattioli, in un viaggio che ha introdotto i titoli 2025, raccontato aneddoti sui compositori, illustrato anticipazioni sugli allestimenti e guidato il pubblico in alcune pagine musicali eseguite dal vivo da Eleonora Bellocci, Giulio Mastrototaro e Romano Dal Zovo, protagonisti della prossima stagione. Presente il consigliere comunale Pietro Trincanato, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale.

Dal 1° ottobre tutti coloro che sono in possesso di valido abbonamento potranno rinnovarlo per la Stagione 2025, presentandosi alla Biglietteria dell’Arena di Verona. Dal 13 novembre, invece, sarà possibile sottoscrivere i nuovi abbonamenti e acquistare i carnet. Le vendite dei biglietti per i singoli spettacoli saranno aperte dal 26 novembre, alla Biglietteria dell’Arena di Verona e sul sito www.arena.it.

Confermate le stesse tariffe degli ultimi anni. La Stagione Lirica offre 4 turni di abbonamento (le domeniche delle prime alle 15.30, i mercoledì sera alle 19, i venerdì sera alle 20, le domeniche di ultima replica pomeridiana sempre alle 15.30) mentre sono 2 i turni di abbonamento alla Stagione Sinfonica (venerdì sera alle 20 o sabato pomeriggio alle 17). Fondazione Arena offre anche quest’anno diversi carnet (3 ingressi per l’Opera, 5 per la Sinfonica) utilizzabili in un’unica sera oppure su diverse date. Così come la formula mista Venerdì in platea, che esplora entrambe le stagioni della proposta artistica 2025 con tre opere e cinque concerti. 

«Vogliamo condividere con un pubblico sempre più numeroso la bellezza e la ricchezza del Teatro Filarmonico – ha dichiarato Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena –. Questo gioiello del ‘700, voluto dall’Accademia Filarmonica di Verona, la più antica d’Europa, è stato ricostruito dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale e inaugurato nel 1975. Da allora è divenuto il punto di riferimento della musica sinfonica e lirica di Verona, offrendo una casa per tutto l’anno ai complessi artistici, tecnici e amministrativi stabili dell’ente lirico, oggi Fondazione Arena. Qui, la qualità e la varietà della proposta artistica continua a crescere, ed è ciò che auspichiamo per il 2025 con tutti gli spettatori che vorranno scoprirla».

 «È stato un vero piacere presentare la stagione – ha concluso il giornalista e scrittore Alberto Mattioli -, invece che con una delle solite noiosissime conferenze stampa, con un piccolo spettacolo condito di assaggi delle opere in programma e con un piccolo show di Cecilia Gasdia al pianoforte».

Stanziata un’erogazione liberale di 700 mila euro attraverso Art Bonus all’Arena di Verona

Con un’erogazione liberale di 700 mila euro, in Art Bonus, Agsm Aim diventa sostenitore di Fondazione Arena di Verona, guidando il gruppo dei ‘mecenati’. Lo hanno comunicato questa mattina il sovrintendente Cecilia Gasdia e il presidente del Gruppo Federico Testa. Erano presenti il vicedirettore artistico di Fondazione Arena Stefano Trespidi, il consigliere delegato di Agsm Aim Alessandro Russo, Serena Cubico in rappresentanza del Consiglio di Indirizzo di Fondazione Arena e Luca Cenzato Responsabile Area Territoriale BCC Veneta, in rappresentanza del presidente Flavio Piva.

“Siamo felici di tornare ad avere al nostro fianco questa importante azienda del territorio – ha spiegato Cecilia Gasdia, sovrintendente Fondazione Arena di Verona –. Lavoriamo tutti con il medesimo obiettivo: far crescere il sistema culturale cittadino. Maggiori sono gli aiuti e migliori saranno i risultati sia in termini di offerta artistica che di indotto economico. Ringrazio il sindaco e presidente di Fondazione Arena Damiano Tommasi per aver sostenuto questo sposalizio”.

“Agsm Aim è una presenza qualificata sul territorio, proprio per questo vuole sostenerne gli asset principali – ha dichiarato Federico Testa, presidente del Gruppo Agsm Aim –. Non si tratta di una sponsorizzazione ma di una erogazione liberale del Gruppo, a sostegno della cultura e dell’Arena, motore del tessuto economico cittadino”.

“Questa azienda è stata decisiva per Fondazione Arena in anni molto difficili, siamo pertanto orgogliosi di averla al nostro fianco – ha affermato Stefano Trespidi, vicedirettore artistico di Fondazione Arena –. Chi sostiene Fondazione Arena, anche economicamente, contribuisce alla crescita di Verona e della sua comunità. La nostra attività artistica, infatti, porta enormi benefici a tanti livelli. E l’Arena Opera Festival contribuisce a collocare e a mantenere la città di Verona in una fascia di eccellenza”.

“Se vogliamo crescere come Gruppo, tutto il sistema territoriale deve svilupparsi. In quest’ottica abbiamo deciso di sostenere Fondazione Arena e, quindi, di aiutare diverse realtà veronesi, facendo la nostra parte nel sociale, così come in campo culturale” ha concluso Alessandro Russo, consigliere delegato del Gruppo Agsm Aim.

L’Art Bonus consente un credito di imposta, pari al 65% dell’importo donato, a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano. Gli interventi che si possono sostenere con un’erogazione liberale sono di tre tipologie, tra cui il sostegno a istituti e luoghi della cultura pubblici, fondazioni lirico sinfoniche, teatri di tradizione ed altri Enti dello Spettacolo. 

101° Arena di Verona Opera Festival 2024 : Inaugurazione il 7 giugno con la celebrazione del Canto lirico in Italia patrimonio dell’umanità

IL NUOVO SECOLO DEL TEATRO OPERISTICO PIÙ GRANDE DEL MONDO

Inaugurazione il 7 giugno con l’evento straordinario del Ministero della Cultura per celebrare la pratica del canto lirico in Italia patrimonio dell’umanità 

 E l’8 giugno grande apertura di stagione con la Turandot firmata da Zeffirelli nel centenario della scomparsa di Puccini

Una nuova produzione della Bohème con la regia di Alfonso Signorini, al debutto areniano

Per la prima volta Anna Netrebko è Tosca in Arena 

Grandi ritorni di Ekaterina Semenchuk, Yusif Eyvazov, Amartuvshin Enkhbat, Ludovic Tèzier, Vasilisa Berzhanskaya, Lawrence Brownlee, Aleksandra Kurzak, Francesco Meli, Roberto Alagna, Luca Micheletti, Vittorio Grigolo, Elena Stikhina, Jonas Kaufmann, Luca Salsi 

Tra le voci che debuttano in Arena Aigul Akhmetshina, Pretty Yende, Erin Morley, Juliana Grigoryan, René Barbera, Igor Golovatenko, Marta Torbidoni, Paolo Bordogna

Prima volta in Anfiteatro anche per i direttori Michele Spotti, George Petrou e Leonardo Sini 

Inizia il nuovo secolo dell’Arena di Verona Opera Festival. Cinquanta appuntamenti in cartellone dal 7 giugno al 7 settembre, fra cui tre titoli dedicati a Giacomo Puccini nel centenario della morte.

La 101a stagione apre con la spettacolare Turandot firmata da Franco Zeffirelli, in programma l’8 giugno alle 21.30 Tosca che vede Anna Netrebko per la prima volta in questo ruolo in Arena, nella storica produzione “noir” di Hugo De Ana e un nuovo allestimento della Bohème firmato da Alfonso Signorini al debutto in Anfiteatro  sono gli altri due capolavori del compositore lucchese in scena nell’edizione 2024. 

 Altre quattro opere iconiche coronano il Festival: l’Aida di Giuseppe Verdi è rappresentata in due diverse produzioni, quella “di cristallo” firmata da Stefano Poda per il centesimo Festival (dal 14 giugno al 1° agosto) e l’allestimento rievocativo della storica Aida del 1913 curata da Gianfranco de Bosio (dal 10 agosto al 5 settembre) di cui ricorre il centenario dalla nascita; Carmen di George Bizet nella messinscena “kolossal” con regia e scene di Franco Zeffirelli (dal 5 luglio al 7 settembre); Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, nell’elegante allestimento rococò di Hugo De Ana (dal 21 giugno al 6 settembre). 

Inaugurazione straordinaria il 7 giugno con l’evento in mondovisione La Grande Opera italiana Patrimonio dell’Umanità, promosso dal Ministero della Cultura e realizzato in collaborazione con la Fondazione Arena di Verona, per celebrare la pratica del canto lirico in Italia, proclamata patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.

Protagonisti 150 professori d’orchestra e oltre 300 artisti del coro, provenienti da tutte le Fondazioni lirico-sinfoniche italiane. 7

Sul podio anche il Maestro Riccardo Muti

La Turandot che apre l’Opera Festival sarà registrata da Rai Cultura e trasmessa in differita su Rai3, è diretta dal giovane Michele Spotti – al debutto areniano come le bacchette di George Petrou, impegnato nel Barbiere di Siviglia, e Leonardo Sini, sul podio per Carmen – e vede protagoniste nella serata di apertura le voci di Ekaterina Semenchuk (ruolo del titolo), Yusif Eyvazov (Il principe ignoto) e Mariangela Sicilia (Liù). Lo spettacolo è in scena dall’8 al 29 giugno. 

Come sempre, le grandi stelle internazionali dell’opera lirica rinnovano la loro presenza in Anfiteatro, rendendo ogni serata una prima. Fra le oltre settanta presenze da tutto il mondo, i graditi ritorni di Amartuvshin Enkhbat, Ludovic Tèzier, Vasilisa Berzhanskaya, Lawrence Brownlee, Aleksandra Kurzak, Francesco Meli, Roberto Alagna, Luca Micheletti, Vittorio Grigolo, Elena Stikhina, Jonas Kaufmann, Luca Salsi, e oltre un terzo del cast alla prima volta in Arena, fra cui si segnalano debutti illustri come quelli di Aigul Akhmetshina, che è Carmen (5 e 13 luglio), Pretty Yende, che è Micaela nella stessa produzione (3 e 8 agosto), Juliana Grigoryan, che è Mimì nella Bohème (19 e 27 luglio), René Barbera (21 e 27 giugno) nella parte del Conte di Almaviva nel Barbiere di Siviglia

Anche per il Festival 2024 non mancano le serate-evento, quest’anno ben sei. Torna la grande danza di Roberto Bolle and friends in doppia data il 23 e il 24 luglio; la Nona Sinfonia di Beethoven, a duecento anni dalla sua creazione, diretta da Andrea Battistoni e con i complessi areniani e le voci soliste di Erin Morley e Ivan Magrì, entrambi al debutto in Arena, insieme ad Anna Maria Chiuri e Alexander Vinogradov, l’11 agosto. E ancora Plácido Domingo Noche Española è la serata di gala in programma il 21 agosto, che vede il ritorno dell’artista insieme ad altre grandi voci della lirica; sempre attesi i Carmina Burana di Orff, diretti da Michele Spotti, in programma il 1° settembre con solisti Jessica Pratt, Filippo Mineccia, Youngjun Park. Torna infine il balletto al Teatro Romano di Verona con due date di Zorba il greco di Theodorakis, con le coreografie originali di Lorca Massine, il 27 e il 28 agosto.   

Inoltre, in anteprima mondiale, Fondazione Arena di Verona e Balich Wonder Studio presentano un grande concerto immersivo con proiezioni tridimensionali per celebrare Le quattro stagioni, in occasione dei 300 anni dalla pubblicazione del capolavoro di Antonio Vivaldi. Viva Vivaldi. The four seasons immersive concert è in programma il 28 agosto con l’Orchestra dell’Arena di Verona e il violinista Giovanni Andrea Zanon, nel progetto visionario e multisensoriale del creative director Marco Balich. Un approccio completamente nuovo alla scenografia, attraverso la tecnologia, per avvicinare un pubblico sempre più giovane all’Opera Festival. 

Si segnala per il Festival 2024 la variazione degli orari d’inizio spettacolo, posticipati di 15 minuti rispetto alle ultime edizioni: le rappresentazioni di giugno inizieranno alle 21.30, a luglio alle 21.15 e in agosto e settembre alle 21.00. Sono confermati i biglietti alle stesse tariffe 2023, già in vendita su arena.it, sui canali social dell’Arena di Verona e su Ticketone, gestore della biglietteria con UniCredit, major partner di Fondazione Arena. Speciali riduzioni sono riservate agli under 30 e agli over 65.

Alla conferenza stampa di Roma, nella nuova sede dell’Associazione Stampa Estera in Italia, presente il Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, che dichiara: «L’Arena di Verona, con la sua storia lunga 101 Festival, ha il know-how artistico e professionale per ospitare il grande evento del 7 giugno, una serata unica che raduna tutto il mondo della cultura in un omaggio all’opera. Sarà il primo evento di quella che diventerà una tradizione annuale, da tenere ogni volta in un grande luogo di incontro all’insegna dell’immenso patrimonio che è il canto lirico».

«Il nuovo secolo del Festival areniano si apre con le celebrazioni della pratica del Canto lirico patrimonio dell’Umanità e con un’estate sorprendente di opera e grande spettacolo – afferma Cecilia Gasdia, Sovrintendente della Fondazione Arena di Verona -.  Per tre mesi esatti, sul palcoscenico dell’Arena di Verona saliranno i più importanti cantanti e direttori, sia artisti affermati e di fama internazionale sia giovani stelle e promesse dell’opera e della musica sinfonica. Siamo orgogliosi di presentare non solo una stagione ricca di proposte, di spessore e qualità artistica, ma anche uno sguardo sul futuro dell’opera e della musica classica, sugli artisti di domani e sul modo stesso di fruizione dell’esperienza a teatro. E tutto ciò si aggiunge all’Arena di Verona, che è un teatro a cielo aperto davvero speciale».

«Una programmazione straordinaria che, dopo i record del centesimo Festival, alza nuovamente l’asticella della proposta culturale di Fondazione Arena – sottolinea Stefano Trespidi, Vice Direttore Artistico di Fondazione Arena -. Il cartellone della stagione 2024 accontenterà diverse tipologie di pubblico, con proposte tradizionali, come Aida nello storico allestimento 1913, a centoundici anni esatti dalla prima Aida in Arena, e Tosca eseguita dalle stelle della lirica, affiancate a progetti contemporanei e d’avanguardia come l’immersivo Viva Vivaldi e la più recente Aida ‘di cristallo’, che aggiungono innovazione nell’esperienza e nell’impatto visivo alla qualità artistica dei massimi compositori e delle loro opere».

Info: www.arena.it

Biglietteria 

Via Dietro Anfiteatro 6/B, 37121 Verona – biglietteria@arenadiverona.it  

Call center (+39) 045 800.51.51 – www.arena.it

Punti di prevendita TicketOne  

Informazioni 

Ufficio Stampa Fondazione Arena di Verona 

Via Roma 7/D, 37121 Verona – ufficio.stampa@arenadiverona.it  

tel. (+39) 045 805.1861-1905-1891-1939 -1847 

“VIVA VIVALDI: PER LA PRIMA VOLTA UN GRANDE CONCERTO IMMERSIVO CON PROIEZIONI TRIDIMENSIONALI PER CELEBRARE LE QUATTRO STAGIONI DI VIVALDI

THE FOUR SEASONS IMMERSIVE CONCERT” IL 28 AGOSTO ALL’ARENA DI VERONA

Uno spettacolo di FONDAZIONE ARENA DI VERONA in collaborazione con BALICH WONDER STUDIO

Il violinista Giovanni Andrea Zanon e l’Orchestra dell’Arena di Verona

nel nuovo spettacolo del creative director Marco Balich

In occasione dei 300 anni dalla pubblicazione de “Le quattro stagioni” di Antonio Vivaldi, Fondazione Arena di Verona e Balich Wonder Studio svelano il rivoluzionario spettacolo “Viva Vivaldi. The Four Seasons Immersive Concert” che si terrà all’Arena di Verona il 28 agosto.

Da un lato la sacralità della musica con Fondazione Arena di Verona, nota in tutto il mondo per la qualità delle sue produzioni. Dall’altro l’avanguardia della tecnologia di Balich Wonder Studio leader nel live entertainment e accreditato in tutto il mondo per le Cerimonie Olimpiche, da Rio 2016 a Fifa Qatar 2022.

Dal vivo una rilettura immaginifica de “Le quattro stagioni” che affascinerà anche le nuove generazioni. E proprio ai giovani sarà riservata la speciale promozione under 30: biglietto a 28 euro in tutti i settori. Le prevendite sono aperte da oggi, venerdì 29 marzo, sul sito www.arena.it e nel circuito TicketOne.

Ideato da Marco Balich e coprodotto da Fondazione Arena di Verona, lo spettacolo porta sulla scena la magica alchimia fra l’orchestra di 29 elementi, rigorosamente fedele alla partitura originale di Vivaldi, e il linguaggio contemporaneo della tecnologia immersiva applicata ai codici della musica classica. Lo show vedrà la presenza del giovane Giovanni Andrea Zanon, violinista e stella del panorama musicale, vincitore dei più prestigiosi concorsi internazionali, assieme ai professori d’Orchestra dell’Arena di Verona.

La grande musica classica sarà accompagnata da uno show visionario e multisensoriale che segna un approccio completamente nuovo alla tradizione. Un flusso straordinario di immagini tridimensionali di altissima tecnologia che celebrerà la meraviglia della natura attraverso la partitura de “Le quattro stagioni”.

Dopo Giudizio Universale, lo show su Michelangelo e la Cappella Sistina, Marco Balich, in collaborazione con Fondazione Arena, disegna ora un viaggio ne “Le quattro stagioni”, un’ode al Pianeta Terra, una riflessione profonda sul tempo che scorre e la vita che rinasce. Ispirato dalla maestosità dell’anfiteatro romano e dalle note travolgenti del compositore veneziano, Balich crea visioni che danzano sulla platea e catturano il pubblico per portarlo in una dimensione emozionante.

Cecilia Gasdia, Sovrintendente Fondazione Arena di Verona spiega: “Creiamo nuove occasioni di altissimo livello per avvicinare i giovani alla musica classica. Per la prima volta, questa tecnologia approderà in un teatro all’aperto, un unicum che merita il debutto in Arena”.

Marco Balich, Creative Director dello spettacolo aggiunge: “Questo show rivoluzionario rappresenta una sfida per me e il nostro team: ispirare i giovani e le nuove generazioni ad una riflessione potente sulla natura, il tempo e la bellezza del nostro mondo e renderli fieri e consapevoli del nostro patrimonio artistico e culturale”.

FONDAZIONE ARENA SI AGGIUDICA IL PREMIO ‘MIGLIOR ESPERIENZA CULTURALE 2023 IN ITALIA’, ASSEGNATO DALLA RIVISTA INGLESE LUXLIFE

Dalla cena esclusiva in terrazza, all’area lounge, fino all’innovativo progetto di accessibilità. Fondazione Arena di Verona si aggiudica il premio Best Exclusive Cultural Experience 2023 Italy. A conferire il riconoscimento, laprestigiosa rivista britannica LUXlife Magazine che, ogni anno, stila una classifica delle migliori esperienze nel campo dell’ospitalità internazionale, della cultura e del turismo.

A fare breccia è stato il progetto Arena Opera Festival Experience, l’offerta dedicata al pubblico corporate che ha permesso di vivere in modo esclusivo e immersivo il Festival 2023, attraverso le esperienze The Star Roof, The Stone Lounge, il Backstage Vip Pass e il Meetings & Events in Gran Guardia. Vincente anche l’innovativo programma di accessibilità Arena per tutti, realizzato con Müller, che ha garantito programmi di sala digitali, percorsi multisensoriali e 1500 biglietti in più per persone con disabilità motorie.

Il titolo, arrivato nelle ultime ore assieme al trofeo in cristallo, decreta l’Opera Festival in Arena quale miglior esperienza culturale italiana del 2023. L’attestato, visibile al link https://www.lux-review.com/winners/fondazione-arena-di-verona/, conferma il grande lavoro svolto in occasione del centesimo Festival. E la risonanza che ha avuto in tutto il mondo, grazie anche alle nuove esperienze legate all’ospitalità.

Abbiamo lavorato intensamente e senza sosta – commenta Cecilia Gasdia, Sovrintendente della Fondazione Arena di Verona – per creare un’estate ricca di arte, musica e bellezza, in grado di lasciare il segno in tutto il mondo. È certamente una attestazione importante e gradita. L’Arena e la lirica hanno avuto una visibilità internazionale senza precedenti, anche attraverso le esperienze speciali delle proposte corporate e gli innovativi progetti di accessibilità, un modo esclusivo e allo stesso tempo rispettoso di accostarsi all’opera e all’anfiteatro romano”.

La rivista inglese LUXlife Magazine organizza da anni un programma chiamato “Lux Life Hospitality Award”. Tutte le realtà selezionate, per diverse settimane, vengono votate online, le più gettonate entrano a far parte della rosa di candidati che passano al vaglio della commissione specializzata, incaricata di nominare il vincitore di ciascuna categoria. E, per il 2023, la medaglia d’oro è andata a Fondazione Arena.

Dal 22 al 29 ottobre, Fondazione Arena riscopre il capolavoro dimenticato della Scapigliatura, ultima opera del compositore e direttore veronese su libretto di Arrigo Boito

A VERONA L’AMLETO DI FACCIO, PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA DOPO 152 ANNI.

Dal 22 al 29 ottobre, Fondazione Arena riscopre il capolavoro dimenticato della Scapigliatura, ultima opera del compositore e direttore veronese su libretto di Arrigo Boito

Per quattro sere al Teatro Filarmonico di Verona rivive la tragedia lirica fedelmente tratta da Shakespeare, abbandonata dopo la sfortunata prima del 1871

La nuova produzione è firmata dal regista Paolo Valerio. Il cast italiano di prestigio internazionale è diretto da Giuseppe Grazioli.

Amleto

di Franco Faccio

Domenica 22 ottobre ore 15.30

Mercoledì 25 ottobre ore 19.00

Venerdì 27 ottobre ore 20.00

Domenica 29 ottobre ore 15.30

Teatro Filarmonico di Verona

La Stagione Lirica 2023 al Filarmonico riprende con una prima nazionale, una ‘rarità’ di sicuro interesse per tutti gli appassionati di teatro: Amleto, del compositore e direttore Franco Faccio su libretto di Arrigo Boito. L’opera torna in scena per la prima volta in Italia dopo oltre 150 anni in edizione critica e uno spettacolo inedito.

Negli anni ’60 dell’Ottocento il panorama musicale italiano era dominato dall’ormai celebre Giuseppe Verdi, riferimento anche all’estero. All’ombra di Verdi, più giovani compositori tentavano nuove vie per il melodramma: tra questi, anche in modo aspramente polemico, vi erano i ventenni Franco Faccio e Arrigo Boito, veronese l’uno, padovano l’altro, compagni di studi a Milano e Parigi, guide della giovane Scapigliatura musicale e, pochi anni dopo, anch’essi destinati a diventare figure di riferimento dell’establishment culturale. Boito, forte del successo della sua opera Mefistofele, è ricordato ancora oggi come maggior librettista dell’epoca e autore degli ultimi due testi per Verdi (Otello e Falstaff); Faccio, apprezzato compositore, si affermò come direttore d’orchestra diffondendo il repertorio sinfonico in tutta Italia e presentando, spesso in prima assoluta, le più importanti opere del secondo Ottocento. Caratteristica comune a questi musicisti, come al poco più maturo Ponchielli, era la ricerca di nuove forme per il melodramma, con maggior fusione fra teatro e musica, realizzabile col superamento dei cosiddetti “numeri chiusi” in favore di una continuità narrativa non poco influenzata dalla scoperta delle coeve opere di Wagner. Con raffinata strumentazione, slanci melodici e brani tradizionali alternati a innovative scene e declamati, come La Gioconda e il già citato Mefistofele, l’ambizioso e complesso Amleto si colloca in quest’epoca di transizione fra sperimentazioni letterarie e musicali e compromessi fra tradizione italiana e innovazioni ispirate alla scena franco-tedesca dell’epoca.

Franco Faccio (1840-1891) serbava le più alte ambizioni artistiche per Amleto, suo secondo e ultimo melodramma, su libretto che il colto amico Boito ricreò da Shakespeare con estrema varietà linguistica e formale: l’opera debuttò con successo a Genova nel 1865 e fu accantonata per alcuni rimaneggiamenti fino all’unica sfortunata ripresa alla Scala del 1871. L’autore, che già eccelleva come direttore d’orchestra, ritirò subito la partitura e si oppose ad ogni richiesta di rappresentare l’opera: un oblio che durò ben dopo la sua prematura scomparsa, fino al 2014, quando il direttore statunitense Anthony Barrese ne curò un’edizione per Ricordi e l’esecuzione a Baltimora (in concerto) e ad Albuquerque (in forma scenica). Amleto rimise piede in Europa per il quarto centenario shakespeariano a Bregenz nel 2016 (immortalato anche in disco e video), ma ritorna in Italia solo oggi, nella città natale del compositore, nella nuova produzione di Fondazione Arena di Verona. Per l’occasione firma la regia Paolo Valerio, direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, profondo conoscitore di prosa e poesia di Shakespeare, già direttore del Teatro Stabile di Verona fino al 2021. Scene e projection design sono create da Ezio Antonelli, costumi di Silvia Bonetti e luci di Claudio Schmid.

Dal 22 ottobre per quattro serate saliranno sul palcoscenico artisti italiani di prestigio internazionale, a cominciare dall’impegnativa parte del protagonista, il tormentato principe di Danimarca, in cui si alterneranno i tenori Angelo Villari (22 e 29/10) e Samuele Simoncini, (25 e 27/10), e da quella di Ofelia, affidata ai soprani Gilda Fiume (22 e 25/10) ed Eleonora Bellocci (27 e 29/10). Il baritono Damiano Salerno sarà il Re Claudio, Marta Torbidoni la Regina Gertrude, il tenore Saverio Fiore Laerte, e ben quattro i bassi impiegati nell’originale partitura (Francesco Leone come Polonio, Alessandro Abis come Orazio, Davide Procaccini come Marcello, Abramo Rosalen come Spettro). Completano il cast Marianna Mappa, Enrico Zara, Maurizio Pantò, Nicolò Rigano, Valentino Perera. Il Coro di Fondazione Arena sarà diretto dal maestro Roberto Gabbiani, appena confermato fino al 2027 dopo il successo del 100° Festival areniano, mentre sul podio dell’Orchestra areniana salirà il maestro Giuseppe Grazioli, apprezzato direttore d’orchestra particolarmente attivo nel recupero di autori italiani meno noti tra ‘800 e ‘900. Amleto andrà in scena domenica 22 ottobre alle 15.30 e replicherà mercoledì 25 alle 19, venerdì 27 alle 20 e domenica 29 alle 15.30. Biglietti disponibili al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico

Nel giorno del debutto di Amleto, all’attenzione della critica musicale italiana ed estera, Fondazione Arena presenterà l’opera al pubblico con uno speciale evento di approfondimento. Domenica 22 ottobre, alle ore 11, nel teatrino di Palazzo Maffei Casa Museo, si terràla tavola rotonda Un melodramma degno di Shakespeare, volta a fare luce sull’opera e sul suo dimenticato autore. Parteciperanno il Sovrintendente Cecilia Gasdia, il regista Paolo Valerio, il direttore Giuseppe Grazioli, il docente Emanuele d’Angelo e il critico Alberto Mattioli.

«Amleto ha avuto una storia avventurosa tanto al suo nascere quanto ai giorni nostri: – spiega Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena – pronto per il debutto nella primavera 2020, perduto con la pandemia e ritrovato solo quest’anno, è un’opera a cui riserviamo cura e affetto particolari. Amleto rappresenta bene la missione “dell’altro volto dell’Arena”, come chiamiamo il nostro Teatro Filarmonico, e i mezzi per realizzarlo, con le nostre maestranze, eccellenti artisti e giovani di valore. Centinaia di appassionati, melomani, curiosi e musicologi attendono da molti anni questo momento, che è all’attenzione della critica internazionale, e che deve essere motivo di orgoglio in più per il pubblico veronese, che avrà l’opportunità di conoscere l’opera più ambiziosa di un proprio illustre concittadino che oggi non sono in molti a ricordare».

«Verona e Shakespeare costituiscono un connubio inesauribile – prosegue il regista Paolo Valerio che, grazie alla sensibilità di Fondazione Arena, si arricchisce di questo nuovo e originale progetto, il recupero di un piccolo gioiello operistico, scritto da un veronese e per la prima volta rappresentato in Italia. Per me una bellissima prima esperienza nel mondo della lirica. Amleto è un’opera molto affascinante, dove i protagonisti shakespeariani sono delineati con grande fedeltà e la musica evoca con forte suggestione lacerazioni e passioni. Il mio primo compito è stato proteggere ed enfatizzare il valore di questa musica e di questo libretto, per scoprire e stupirsi di questo giacimento culturale della nostra città».

Il maestro Giuseppe Grazioli, direttore di Amleto, conclude illustrando le peculiarità di quest’opera: «colori strumentali inediti, registri vocali portati ai limiti della tessitura, recitativi bisbigliati a velocità quasi eccessiva per dare più realismo a certi passaggi, ricerca di una spazialità che circonda lo spettatore… sono solo alcuni degli ingredienti che fanno di Amleto un’opera difficilmente paragonabile a ciò che esisteva prima e che era forse troppo “bizzarra” per fare da modello per le generazioni successive. Per noi oggi, uno splendido esempio della varietà e della ricchezza del nostro melodramma».

Parallele alla Stagione Lirica 2023 sono le iniziative di Arena Young, rivolte a studenti e personale di scuole, università, accademie. Fra queste, Anteprima di Amleto, spettacolo riservato a studenti e giovani che si terrà venerdì 20 ottobre alle 16. Dopo il debutto, proseguirà anche la rassegna Ritorno a teatro, un percorso di avvicinamento all’opera e alla musica sinfonica proposto dalla Fondazione Arena di Verona: il mondo della Scuola potrà assistere alle rappresentazioni infrasettimanali in cartellone per la Stagione Artistica 2023 al Teatro Filarmonico, con tariffe speciali e con l’opportunità di partecipare ad un Preludio un’ora prima dello spettacolo, un momento di approccio alla trama, ai personaggi e al linguaggio del teatro in musica, che avrà luogo in Sala Maffeiana a cura di Fondazione Arena. Per Amletosarà possibile partecipare al Preludio mercoledì 25 alle ore 18 e venerdì 27 ottobre alle ore 19. Informazioni e prenotazioni: Area Formazione e Promozione Scuole scuola@arenadiverona.it – tel 045 8051933.

Fondazione Arena di Verona ringrazia BCC di Verona e Vicenza e Metinvest – Saving Lives, per il sostegno alle attività della Stagione Artistica 2023 al Teatro Filarmonico in qualità di main sponsor.

BIGLIETTERIA ARENA DI VERONA Via Dietro Anfiteatro 6/b, 37121 Verona

Aperta da lunedì a venerdì 10.30-16.00 | sabato 9.15-12.45 – Tel. 045 8005151

BIGLIETTERIA TEATRO FILARMONICO Via dei Mutilati 4/k, 37121 Verona

Aperta due ore prima dello spettacolo – Tel 045 8002880

biglietteria@arenadiverona.it – Call center (+39) 045 8005151 – www.arena.it

ROBERTO GABBIANI NOMINATO MAESTRO DEL CORO DI FONDAZIONE ARENA DI VERONA FINO AL 2027.

Il maestro Roberto Gabbiani è stato nominato maestro del Coro di Fondazione Arena di Verona fino alla fine del 2027. Dopo i felici esiti di pubblico e critica del primo periodo di collaborazione con i complessi artistici areniani, coinciso con il 100° Opera Festival 2023, rimarrà legato a Fondazione Arena per altri quattro anni comprendenti anche le stagioni liriche e sinfoniche al Teatro Filarmonico di Verona, con un ampio repertorio dal Rinascimento alla contemporaneità.

Nato a Prato, Roberto Gabbiani si è diplomato in Pianoforte e Composizione presso il Conservatorio Cherubini di Firenze, città dove ha costruito un duraturo legame con il Maggio Musicale Fiorentino, prima come maestro collaboratore, quindi come maestro del coro su nomina dell’allora direttore Riccardo Muti. Nel 1990 lascia Firenze per il Teatro alla Scala di Milano, dove è rimasto fino al 2002 sempre a fianco del M° Muti, che lo inviterà anche al Teatro dell’Opera di Roma dal 2010. In queste istituzioni, oltre alle produzioni liriche con i più grandi direttori, solisti e registi degli ultimi cinquant’anni, affronta tutte le più importanti pagine sinfonico-corali del repertorio e vi affianca annualmente l’esecuzione di nuovi brani in prima assoluta, spesso su commissione. Il prestigioso curriculum, premiato e documento anche in numerose registrazioni discografiche e video, comprende altri incarichi stabili, come quello dal 2002 al 2006 alla guida del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia su invito di Luciano Berio con una nuova programmazione dedicata alla polifonia corale, o il periodo al Regio di Torino con Gianandrea Noseda dal 2008 al 2010. Appassionato di musica corale, ricercatore e giurato in importanti concorsi nazionali e internazionali, è spesso invitato anche all’estero da numerose istituzioni quali Radio France e la città di Tokyo.

Il Sovrintendente Cecilia Gasdia, la cui carriera si è più volte intrecciata a quella del M° Gabbiani tanto a Firenze quanto a Milano, esprime a nome di Fondazione Arena la più profonda soddisfazione per il nuovo percorso intrapreso assieme con fiducia ed entusiasmo, definito dallo stesso Maestro “una nuova primavera musicale” che “si apre per percorrere insieme strade di cultura, vitalità e spiritualità”.