AL TESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA : ALADINO E LA LAMPADA MAGICA DI NINO ROTA

Al Festival della Valle d’Itria la riscoperta dell’opera di Nino Rota,

che si ispira a uno dei più noti racconti da Le mille e una notte.

A Palazzo Ducale di Martina Franca dal 27 luglio

con Francesco Lanzillotta alla guida dell’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari

e la regia di Rita Cosentino.

Il 27 luglio la giornata di studi “Il punto su Nino Rota” alla Fondazione Paolo Grassi

Terza opera del 50° Festival della Valle d’Itria in scena da sabato 27 luglio a Palazzo Ducale di Martina Franca (repliche il 30 luglio, 1 e 4 agosto, ore 21) con l’omaggio a Nino Rota nella nuova produzione di Aladino e la lampada magica “fiaba lirica” del 1968 del compositore che scelse la Puglia come terra d’adozione.

Eseguita regolarmente all’estero, manca dai teatri e festival musicali italiani da decenni; una vera e propria rarità dunque quella che propone il Festival della Valle d’Itria (l’opera viene proposta nella versione integrale, edizione Schott), che di Nino Rota ha già allestito nelle edizioni passate altre sue due opere, Il cappello di paglia di Firenze e Napoli milionaria, portando alla luce il repertorio meno conosciuto del compositore tra i più influenti e prolifici della storia del cinema, ma che non smise mai di comporre musica vocale, da camera e per orchestra, oltre, appunto, a opere di teatro musicale.

Francesco Lanzillotta, fra i più brillanti direttori della sua generazione, apprezzato nei maggiori teatri europei e italiani, dirige l’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari. Firma la regia l’argentina Rita Cosentino artista presente nei principali palcoscenici teatrali, scene e costumi di Leila Fteita. Nei ruoli principali il tenore Marco Ciaponi (Aladino), il soprano Claudia Urru (La Principessa Badr-al-Budùr), il basso Marco Filippo Romano (Mago e Re) e il baritono Alexander Ilvakhin (Il genio dell’anello), Rocco Cavalluzzi (Il Gran Ministro). A loro si affiancano i talentuosi interpreti dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” – Marco Filippo Romano, Eleonora Filipponi, Omar Cepparolli, Pepe Hannan, Davide Zaccherini, Zachary McCulloch, Anastasia Churakova, Giovanni Accardi – e il Coro di voci bianche della Fondazione Paolo Grassi (direttore Angela Lacarbonara), giovane realtà nata da un progetto che coinvolge le scuole del territorio, occasione per avvicinare i ragazzi al mondo della lirica e al Festival. La banda di palcoscenico è la Banda Musicale della Città di Martina Franca “Armonie d’Itria”.

Composta su libretto dello scrittore e amico di Rota Vinci Verginelli, l’opera si ispira a una dei racconti più noti da  Le Mille e una notte, ovvero Aladino e la lampada meravigliosa. Ne nasce un’opera “in cui la musica è chiamata quasi ad integrare il senso della fiaba” come ebbe a scrivere lo stesso Rota nelle sue note in occasione della prima assoluta al Teatro San Carlo di Napoli nel 1968. Una scrittura musicale di ricca inventiva melodica, che segue alla perfezione i tempi teatrali, legata alle forme classiche e alla tradizione operistica italiana.

Quella di Aladino è una favola a più livelli di lettura, adatta sia per i piccoli che per i grandi. Fiaba di contenuto esoterico “Aladino è un classico esempio di superamento e coraggio e risponde a ciò che viene definito ‘il cammino dell’eroe’. Da questo punto di vista, una delle ragioni dell’interesse duraturo della storia di Aladino è il suo significato profondo: una lezione di coraggio e di volontà di superare le difficoltà della vita” racconta la regista italoargentina Rita Cosentino. Il racconto di Aladino proviene dall’antica tradizione orale, tramandato nei secoli e raccolto poi nei libri. “I racconti – prosegue la Cosentino – ci aiutano a conoscere chi siamo, a sapere da dove veniamo, visto che in essi sopravvivono le tradizioni. Le parole di questi racconti sono la scintilla fondazionale che attiva la nostra immaginazione ogni volta che cominciamo a leggere un libro. Ed è così come comincia quest’opera, con una scintilla magica sulle pagine di un libro, svegliato dalla curiosità di un bambino”. All’idea registica risponde la scenografia di Leila Fteita che cura anche i costumi: una grande biblioteca bianca, tutta di scultura che all’interno svela i mondi del viaggio di Aladino.

“Con Aladino e la lampada magica Rota opta per una partitura ampia” racconta il direttore d’orchestra e compositore Francesco Lanzillotta che ha più volte diretto il Nino Rota meno conosciuto e che pochi anni fa ha vinto a Bari il Premio di composizione Nino Rota. “È un’opera – prosegue – in cui l’elemento corale, così come quello orchestrale, è molto importante. I personaggi sono caratterizzati in maniera forte sia dal punto di vista vocale sia da quello teatrale”. E prosegue: “La partitura di Aladino è un vero e proprio manuale di orchestrazione ed è la dimostrazione che l’opera lirica in Italia non ha avuto fine con Turandot”.

LA TRAMA

Lo sfaccendato Aladino, orfano di padre, viene avvicinato da un mago maghrebino che si spaccia per suo zio e lo conduce nella Caverna delle Meraviglie con l’intento di farsi consegnare la lampada magica. Il piano fallisce e il ragazzo, rimasto intrappolato, si salva grazie al Genio dell’anello che aveva ricevuto dal mago, scoprendo poi insieme con la madre anche i poteri del Genio della lampada. Madre e figlio sono così liberati dalla miseria che li opprimeva e Aladino, abbagliata la corte con le straordinarie ricchezze di cui ora dispone, può ottenere la mano della bellissima principessa Badr-al-Budùr. Il mago, però, non si dà per vinto e, camuffatosi da venditore ambulante, si impadronisce della lampada con l’inganno per trasportare con sé in Maghreb il palazzo di Aladino e la sua sposa. Il lieto fine sarà garantito ancora una volta dal Genio dell’anello e dall’astuzia di Badr-al-Budùr. Un coro di voci bianche incornicia la vicenda raccontando che “C’era una volta una grotta” che custodiva una lampada più preziosa di ogni altra cosa al mondo e che “saggio è il mortale che alla grotta scenderà”.

IL CONVEGNO

In occasione della prima di Aladino, sabato 27 luglio (dalle ore 11) presso la Fondazione Paolo Grassi si terrà la giornata di studi “Il punto su Nino Rota” coordinata dal professore e giornalista Dinko Fabris che vedrà la partecipazione di musicisti e docenti di conservatorio di università. Una riflessione critica che prosegue nell’attenzione che il Festival e la Fondazione hanno dedicato a Rota, con un primo momento di riflessione sulla sua opera che ebbe luogo nel 1981 a Martina Franca, in occasione dell’allestimento del Cappello di paglia di Firenze (precedentemente nel 1977 a Martina Franca aveva diretto la prima esecuzione della sua Rabelaisiana) cui nel 2010 seguì la ripresa di Napoli milionaria. Un’attenzione verso il Nino Rota non solo autore di musica per film, che è andata a intensificarsi negli ultimi anni grazie a pubblicazioni scientifiche, studi biografici e riscoperta della sua musica da concerto e teatrale. La giornata celebra anche il trentennale dell’ADUIM- Associazione Docenti Universitari Italiani di Musica e presenta il recente volume Prove d’orchestra. Il punto su Nino Rota (Barletta, Cafagna editore, 2024). L’incontro è realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, l’Università degli Studi della Basilicata e l’Università del Salento.

27 · 30 LUGLIO / 1 · 4 AGOSTO · ore 21

MARTINA FRANCA PALAZZO DUCALE

ALADINO E LA LAMPADA MAGICA

di Nino Rota

Fiaba lirica in tre atti e undici quadri

su libretto di Vinci Verginelli da Le mille e una notte

Prima rappresentazione: Napoli, Teatro San Carlo, 14 gennaio 1968

Versione originale, Edizione Schott

Direttore Francesco Lanzillotta

Regia Rita Cosentino

Scene e costumi Leila Fteita

Aladino Marco Ciaponi tenore

Il Mago Maghrebino/ Il Re Marco Filippo Romano basso

La Principessa Badr-al-Budùr Claudia Urru soprano

La madre di Aladino Eleonora Filipponi mezzosoprano

Il Gran Ministro Rocco Cavalluzzi basso

L’orafo Omar Cepparolli basso

Il primo compagno di Aladino Pepe Hannan tenore

Il secondo compagno di Aladino Davide Zaccherini tenore

Il terzo compagno di Aladino Zachary McCulloch tenore

Un’ancella di Badr-al-Budùr Anastasia Churakova soprano

Il Genio della lampada Giovanni Accardi basso

Il Genio dell’anello Alexander Ilvakhin baritono

I mercanti, I banditori del Re, I compagni di Aladino, Le ancelle di Badr-al Budùr,

La corte del Re, Il popolo, I monelli Coro di bambini

Francesco Maria Basile, Vitantonio Blasi, Carlo Buonfrate figuranti

Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari

Marco Medved maestro del coro

Coro di voci bianche della Fondazione Paolo Grassi

Angela Lacarbonara maestro del coro

Banda Musicale della Città di Martina Franca “Armonie d’Itria” banda di palcoscenico

Direttore di palcoscenico Grazia Nigri

Assistente alla regia Ivana Zaurino

Maestro di sala Liubov Gromoglasova

Maestro collaboratore Eugenio Aiello

Maestri collaboratori di palcoscenico Rosangela Palmisano, Angela Pascale

Maestro collaboratore alle luci Francesco Siri

Maestro collaboratore ai sovratitoli Chiara Raguso

Nuova produzione del Festival della Valle d’Itria

Inoltre oggi e domani sono in programma:

Martedì 23 luglio agli Orti del Duca di Martina Franca la proiezione del documentario di Leo Muscato L’utopia della valle

omaggio ai cinquant’anni del Festival della Valle d’Itria.

Ingresso libero

Mercoledì 24 luglio le Nina’s Drag Queens portano in scena

al Teatro Verdi lo spettacolo Il giardino delle ciliegie

in una nuova, originale versione da Cechov

Si terrà martedì 23 luglio (ore 21) agli Orti del Duca di Martina Franca la proiezione del documentario L’utopia della valle del regista martinese Leo Muscato, scritto con Massimo Bernardini e Laura Perini, dedicato ai cinquant’anni del Festival della Valle d’Itria e prodotto dalla Fondazione Paolo Grassi con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Puglia e Comune di Martina Franca. Un’occasione preziosa, e a ingresso libero, per ripercorrere mezzo secolo di storia di arte in musica, di impegno e passione.

Con la consulenza musicale di Carla Moreni e la fotografia di Samir Iacovone, il documentario, della durata di 88 minuti, ripercorre la storia del festival pugliese come vissuta e narrata da artisti, maestranze, pubblico e critici che hanno visto crescere l’idea di un festival unico nel suo genere, nato grazie alla tenacia e alla passione di figure illuminate – Paolo Grassi, Alessandro Caroli e, su tutti, Franco Punzi, anima instancabile del festival per quasi mezzo secolo, di cui il documentario regala una preziosa e commovente testimonianza.

“C’è una rispondenza segreta tra le cose degli uomini e i luoghi dove vengono pensate, create, agite. Ci sono imprese umane che non avrebbero potuto nascere altrimenti che là dove sono nate – racconta Muscato, apprezzato drammaturgo e regista di opera e prosa –.  Sono vicende di sentimento e artigianato, d’intelletto e creatività nate dal brulicare operoso di chi lavora senza sosta per salvare frammenti di memoria dalla massa di detriti che il passo pesante della Storia produce di continuo. Alcune di queste avventure finiscono bene, ed è il caso di raccontarle e celebrarle, per onorare il ricordo di chi le ha costruite mattone su mattone”.

In un anno Muscato ha realizzato 26 interviste e 70 ore di riprese video, per riportare lo sguardo diverso dei tanti protagonisti di questa storia: la squadra del presidente Franco Punzi; i direttori artistici Alberto Triola e Sebastian F. Schwarz; i direttori d’orchestra Fabio Luisi e Michele Spotti; il regista Pier Luigi Pizzi; i cantanti Patrizia Ciofi, Marco Filippo Romano; gli operatori culturali Carlo Fontana e Giovanni Soresi, il critico e musicologo Angelo Foletto; lo storico pugliese Giuseppe Vacca. Alcuni martinesi che si sono avvicinati al festival da bambini: gli scrittori Donato Carrisi e Mario Desiati. E altri che hanno mosso i primi passi delle loro carriere sul suo palcoscenico, tra i quali la danzatrice Rossella Brescia, il conduttore televisivo Beppe Convertini, i musicisti Emanuele Urso, Manuel Amati e Andrea Monarda.

LE NINA’S DRAG QUEENS

Mercoledì 24 luglio (ore 21) al Teatro Verdi, il Festival della Valle d’Itria si apre alla prosa, irriverente e ironica, delle Drag Queen, figure eclettiche, personaggi multiformi, vere e proprie maschere post-moderne. La compagnia milanese Nina’s Drag Queens arriva a Martina Franca con lo spettacolo Il giardino delle ciliegie. Étude pour un vaudeville en travesti plein de paillettes.

Il regista Francesco Micheli mette in scena il capolavoro di Cechov, opera teatrale di grande coralità, un affresco femminile vario e affascinante, in una nuova, originale versione, che si avvale delle scene di Clara Storti e Selena Zanrosso, dei costumi di Giada Masi e delle luci di Giulia Pastore.

Il giardino dei ciliegi di Anton Cechov è una piccola saga familiare, stagliata sullo sfondo di un’epoca di grande cambiamento. Aspettando un unico avvenimento, la vendita del giardino, i personaggi si dibattono in situazioni apparentemente futili: amori inseguiti e non corrisposti, feste senza invitati, passeggiate tra i viali. Nell’adattamento di Micheli e con la traduzione di Fausto Malcovati, sei donne attendono la fine del mondo che hanno conosciuto. Intorno a loro, si avvicina una schiera di uomini, un coro di voci incalzante che segna l’inevitabile conto alla rovescia. “Ci siamo chiesti a cosa corrispondano, oggi, quelle ansie, quelle manie, quei caratteri. È la cronaca di un’epoca di passaggio: come quella che viviamo in questi anni”, spiegano le Ninas’ Drag Queen.

Per Francesco Micheli, “le drag queen sono creature anfibie, icone tra mondi opposti, angeli sgangherati, animali divini, incarnazione contemporanea del mito di Dafne: donne albero che sanguinano e piangono se fai loro del male. Un bosco di fanciulle albero, belle ma legnose, uomini in panni femminili che evocano il bel mondo al tramonto che un tempo affollava quei luoghi”.

Mercoledì 24 luglio (ore 21) al Teatro Verdi di Martina Franca, il Festival della Valle d’Itria si apre alla prosa, irriverente e ironica, delle Drag Queen, figure eclettiche, personaggi multiformi, vere e proprie maschere post-moderne.

La compagnia milanese Nina’s Drag Queens presenta il suo primo spettacolo Il giardino delle ciliegie. Étude pour un vaudeville en travesti plein de paillettes, per la regia di Francesco Micheli. In scena il capolavoro di Cechov, opera teatrale di grande coralità, un affresco femminile vario e affascinante, in una nuova, originale versione, che si avvale delle scene di Clara Storti e Selena Zanrosso, dei costumi di Giada Masi e delle luci di Giulia Pastore.

Il giardino dei ciliegi di Anton Cechov è una piccola saga familiare, stagliata sullo sfondo di un’epoca di grande cambiamento. Aspettando un unico avvenimento, la vendita del giardino, i personaggi si dibattono in situazioni apparentemente futili: amori inseguiti e non corrisposti, feste senza invitati, passeggiate tra i viali. Nell’adattamento di Micheli e con la traduzione di Fausto Malcovati, sei donne attendono la fine del mondo che hanno conosciuto. Intorno a loro, si avvicina una schiera di uomini, un coro di voci incalzante che segna l’inevitabile conto alla rovescia. “Ci siamo chiesti a cosa corrispondano, oggi, quelle ansie, quelle manie, quei caratteri. È la cronaca di un’epoca di passaggio: come quella che viviamo in questi anni”, spiegano le Ninas’ Drag Queen.

Per Francesco Micheli, “le drag queen sono creature anfibie, icone tra mondi opposti, angeli sgangherati, animali divini, incarnazione contemporanea del mito di Dafne: donne albero che sanguinano e piangono se fai loro del male. Un bosco di fanciulle albero, belle ma legnose, uomini in panni femminili che evocano il bel mondo al tramonto che un tempo affollava quei luoghi”.

Programma su www.festivaldellavalleditria.it

Biglietti: da 25 a 10 euro.

Info: tel. +39 080 4805100, info@festivaldellavalleditria.it

SARA’ “NORMA” DI BELLINI, IL 17 LUGLIO, AD APRIRE IL 50° FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA

Festival della Valle d’Itria , Martina Franca (TA), 17 luglio – 6 agosto 2024

Annunciati titoli, cast e date delle tre opere che

segnano l’edizione n. 50 del Festival della Valle d’Itria:

Norma di Bellini, Aladino e la lampada magica di Rota,

Ariodante di Händel

Aperta la biglietteria on line

50 anni di festival. 50 anni di musica, rarità e riscoperte. Il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca compie nel 2024 mezzo secolo di storia. Una realtà divenuta nel corso del tempo patrimonio prezioso ed eccellenza della cultura italiana nel mondo, aperta a un pubblico internazionale, attento e curioso.

L’edizione del 2024, firmata dal direttore artistico Sebastian F. Schwarz e organizzata dalla Fondazione Paolo Grassi, vede un calendario fitto di 21 giorni, dal 17 luglio al 6 agosto.

In foto : Sebastian F. Schwarz

Tre i titoli delle opere, tre diversi stili musicali, dal belcanto al barocco fino al Novecento, in un arco temporale di oltre due secoli: sono Norma di Vincenzo Bellini, Aladino e la lampada magica di Nino Rota, Ariodante di Georg Friedrich Händel.

Il Festival si arricchisce, come di consueto, di un nutrito numero concerti di musica da camera e liederistica, musica sacra, barocca, sinfonica (con l’esecuzione della Nona Sinfonia di Beethoven a 200 dalla composizione), jazz, incontri con gli artisti e spettacoli di prosa, di cui programmi e date saranno presto resi noti.

A fare da cornice al Festival, alcuni luoghi simbolo di Martina Franca – il Palazzo Ducale, il Teatro Verdi, il chiostro della Chiesa di San Domenico, la Basilica barocca di San Martino – e le più belle masserie del territorio, fra gli uliveti secolari del territorio pugliese.

Più che mai, nella presente edizione – racconta Sebastian F. Schwarz – il festival si rivolge a un pubblico vasto e diverso: agli amanti dell’opera barocca, quanto ai melomani che apprezzano il grande repertorio del Belcanto, alle famiglie intere per una favola da Mille e una notte o a chi vuole ricordare il bicentenario della sinfonia più famosa della storia della musica, come la Nona di Beethoven… Invitiamo tutti in Puglia per festeggiare con noi il 50° Festival della Valle d’Itria”.

LE OPERE IN PROGRAMMA

Aprirà il Festival mercoledì 17 luglio (repliche 21, 28 luglio e 2 agosto, ore 21) nello storico cortile del Palazzo Ducale, una nuova produzione della Norma di Vincenzo Bellini, con la direzione di Fabio Luisi, direttore musicale del Festival, fra le bacchette più autorevoli nel panorama musicale internazionale.

Prendendo come riferimento l’edizione critica di Casa Ricordi, i ruoli di Norma e Adalgisa saranno affidati a due soprani, riportando l’esecuzione all’originale volontà del compositore, come già in una storica edizione del 1977 che rese celebre il Festival della Valle d’Itria a livello internazionale.

Debuttano nei ruoli delle due donne i soprani Jacquelyn Wagner (Norma) e Valentina Farcas (Adalgisa), nel ruolo di Pollione il tenore Airam Hernandez e nel ruolo di Oroveso il basso Simon Lim.

La regia è affidata alla tedesca Nicola Raab, dalla consolidata esperienza internazionale in campo lirico, scene e costumi di Leila Fteita, già premio Abbiati 2022 per l’allestimento de Il Giocatore alla 48ª edizione del Festival.

L’opera, coprodotta con la Fondazione Petruzzelli di Bari, vedrà protagonista l’Orchestra del teatro barese e il suo Coro.

Dal 27 luglio (repliche il 30 luglio, 1 e 4 agosto, ore 21) a Palazzo Ducale il Festival omaggia Nino Rota con l’allestimento di Aladino e la lampada magica “fiaba lirica” del 1968 del compositore che scelse la Puglia come terra d’adozione, e di cui il Festival ha già allestito nelle edizioni passate Il cappello di paglia e Napoli Milionaria. Sul podio Francesco Lanzilotta, direttore fra i più interessanti della sua generazione, apprezzato nei maggiori teatri europei, alla guida dell’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari. Firma la regia l’argentina Rita Cosentino artista presente nei principali palcoscenici teatrali, con una particolare attenzione al pubblico dei più giovani, scene e costumi di Leila Fteita.

Nei ruoli principali il tenore Marco Ciaponi (Aladino), il soprano Claudia Urru (Principessa), Marco Filippo Romano (Mago e Re) e il baritono Alexandr Ilvakhin (Il genio dell’anello). A loro si affianca il Coro di voci bianche della Fondazione Paolo Grassi (direttore Angela Lacarbonara), nato da un progetto che coinvolge le scuole del territorio, occasione per avvicinare i ragazzi al mondo della lirica e alla realtà del Festival.

L’attenzione al repertorio barocco, con l’allestimento di titoli di raro ascolto e di grande bellezza, quest’anno verterà sull’Ariodante (1735) di Georg Friedrich Händel, in occasione dei 550 anni della nascita di Ludovico Ariosto, il cui Orlando furioso è fonte di ispirazione dell’opera handeliana. Protagonisti, al Teatro Verdi il 22 luglio (repliche il 25 e 28 luglio, ore 21), l’ensemble Modo Antiquo diretto dal suo fondatore Federico Maria Sardelli (al terzo e ultimo anno di residenza artistica al Festival), e alcuni fra i migliori interpreti specializzati in questo repertorio: Cecilia Molinari (Ariodante), Teresa Iervolino (Polinesso), Biagio Pizzuti (Re di Scozia), Theodora Raftis (Dalinda), Manuel Amati (Lurcanio). Regia, scene e costumi porteranno la firma del consolidato team formato da Torsten Fischer (regia), scene di Herbert Schäfer (drammaturgia e scenografia) e Vasilis Triantafillopoulos (costumista).

IL CONCERTO SINFONICO

Fra gli appuntamenti in programma, si segnala l’esecuzione della imponente Nona Sinfonia di Beethoven a 200 anni dalla composizione, il 3 agosto (ore 21) a Palazzo Ducale, con l’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari diretti da Riccardo Frizza.

Il 50° Festival della Valle d’Itria è realizzato con il contributo del Ministero della Cultura, Regione Puglia e Comune di Martina Franca.

Programma del festival su www.festivaldellavalleditria.it

Abbonamenti e biglietti disponibili su festivaldellavalleditria.vivaticket.it

Biglietti opere: intero da 25 a 70 euro, senior da 20 a 50 euro, under 30 da 15 a 30 euro, under 15 a Palazzo Ducale 10 e 15 euro. Concerto sinfonico: intero 40 e 25 euro (senior 30 e 20 euro, under 30 20 e 15 euro). Abbonamenti alle 3 opere da 120 a 60 euro.

Info: tel. +39 080 4805100, info@festivaldellavalleditria.it

Martina Franca (TA), 17 luglio – 6 agosto 2024

50° Festival della Valle d’Itria

NORMA di Vincenzo Bellini

Tragedia lirica in due atti su libretto di Felice Romani

direttore musicale Fabio Luisi

regia Nicola Raab

allestimento Leila Fteita

17, 21, 28 luglio e 2 agosto, ore 21

Palazzo Ducale, Martina Franca

Protagonisti:

Norma Jacquelyn Wagner (soprano)

Adalgisa Valentina Farcas (soprano)

Pollione Airam Hernandez (tenore)

Oroveso Simon Lim (basso)

Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari

Coro del Teatro Petruzzelli di Bari

ARIODANTE

Georg Friedrich Händel

Dramma per musica in tre atti su libretto di Antonio Salvi

direttore musicale Federico Maria Sardelli

regia Torsten Fischer

scene e drammaturgia Herbert Fischer

costumi Vasilis Triantafillopoulos

22, 25 e 29 luglio, ore 21

Teatro Verdi, Martina Franca

Protagonisti:

Ariodante Cecilia Molinari (mezzosoprano)

Polinesso Teresa Iervolino (mezzosoprano)

Dalinda Theodora Raftis (soprano)

Lurcanio Manuel Amati (tenore)

Il Re di Scozia Biagio Pizzuti (basso baritono)

Orchestra Barocca Modo Antiquo

ALADINO E LA LAMPADA MAGICA

Nino Rota

Fiaba lirica in tre atti di Vinci Verginelli da Mille e una notte

27, 30 luglio, 1, 4 agosto, ore 21

Palazzo Ducale, Martina Franca

direttore musicale Franesco Lanzilotta

regia Rita Cosentino

allestimento Leila Fteita

Protagonisti:

Aladino Marco Ciaponi (tenore)

Principessa Claudia Urru (soprano)

Il Mago, il Re Marco Filippo Romano (basso baritono)

Il genio dell’anello Aleksandr Ilvakhin (baritono)

Coro delle voci bianche di Martina Franca

Sinfonia n. 9 in re minore per soli, coro e orchestra op. 125

Ludwig van Beethoven

direttore musicale Riccardo Frizza

Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari

Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari

Coro del Teatro Petruzzelli di Bari

3 agosto, ore 21

Palazzo Ducale, Martina Franca

Solisti in via di definizione

Completano il programma del Festival (calendario di prossima pubblicazione) il Concerto per lo Spirito, i concerti del sorbetto, i concerti nelle masserie e la rassegna “In orbita. Il Festival tra piazze e contrade”

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LE OPERE E IL CONCERTO SINFONICO DEL FESTIVAL IN ORDINE CRONOLOGICO

17 luglio NORMA di Vincenzo Bellini (Palazzo Ducale)

21 luglio NORMA di Vincenzo Bellini (Palazzo Ducale)

22 luglio ARIODANTE di Georg Friedrich Händel (Teatro Verdi)

25 luglio ARIODANTE di Georg Friedrich Händel (Teatro Verdi)

27 luglio ALADINO E LA LAMPADA MAGICA di Nino Rota (Palazzo Ducale)

28 luglio NORMA di Vincenzo Bellini (Palazzo Ducale)

29 luglio ARIODANTE di Georg Friedrich Händel (Teatro Verdi)

30 luglio ALADINO E LA LAMPADA MAGICA di Nino Rota (Palazzo Ducale)

1 agosto ALADINO E LA LAMPADA MAGICA di Nino Rota (Palazzo Ducale)

2 agosto NORMA di Vincenzo Bellini (Palazzo Ducale)

3 agosto BEETHOVEN, Nona Sinfonia

4 agosto ALADINO E LA LAMPADA MAGICA di Nino Rota (Palazzo Ducale)

Tutti gli spettacoli e il concerto sinfonico hanno inizio alle ore 21