Recital di Canto 2023/24: Elīna Garanča torna in recital alla Scala, lunedi 11 marzo 2024.

Lunedì 11 marzo (ore 20) torna in recital alla Scala il mezzosoprano lettone Elīna Garanča, che il pubblico della Scala ha applaudito, oltre che in importanti concerti, come affascinante protagonista di Carmen e come Principessa d’Eboli nel recente Don Carlo. Sarà di nuovo in scena alla Scala in aprile nella parte di Santuzza in Cavalleria rusticana, nella ripresa dello spettacolo con la regia di Mario Martone sotto la direzione di Giampaolo Bisanti. In questo recital, accompagnata al pianoforte da Malcolm Martineau, propone un repertorio che abbraccia il secondo Ottocento e il primo Novecento, con brani di autori tedeschi, francesi, spagnoli e lettoni.

Nata a Riga in una famiglia di musicisti, ha studiato con la madre all’Accademia musicale della Lettonia e ha iniziato la sua carriera nell’ensemble del Südthüringischer Staatstheater, prima di passare a quello dell’Opera di Francoforte. Il suo cavallo di battaglia è Carmen, che ha cantato oltre che alla Scala, alla Royal Opera House Covent Garden di Londra, alla Staatsoper di Vienna, alla Bayerische Staatsoper di Monaco e al Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia. La produzione che l’ha vista protagonista al Metropolitan è stata trasmessa in oltre mille cinema in tutto il mondo ed è una delle opere più viste e di maggior successo della serie “Live in HD”.

Nella Stagione 2023-2024 è impegnata come Amneris nell’Aida alla Deutsche Staatsoper di Berlino, Kundry nel Parsifal alla Staatsoper di Vienna e Judith nel Castello del duca Barbablù di Bartók al Teatro di San Carlo di Napoli, che interpreterà anche alla Carnegie Hall con l’orchestra del Metropolitan; inoltre sarà solista nel Requiem di Verdi a Roma con Antonio Pappano. Nella stagione scorsa ha debuttato come Amneris a Vienna e poi a Londra e come Kundry al Festival di Bayreuth.

Recentemente è stata Dalila in Samson et Dalila, Carmen, Kundry e la Principessa di Bouillon nell’Adriana Lecouvreur alla Staatsoper di Vienna; Eboli all’Opéra di Parigi, Santuzza all’Opera di Zurigo e Octavian in una nuova produzione del Rosenkavalier al Metropolitan, che è stata trasmessa nei cinema di tutto il mondo; inoltre è tornata al Covent Garden come Dalila in una nuova produzione dell’opera di Saint-Saëns firmata da Richard Jones. Le sue ultime esibizioni concertistiche comprendono i Rückert-Lieder di Mahler con la Chicago Symphony Orchestra diretta da Riccardo Muti, il Sommernachtskonzert 2023 nei giardini del Castello di Schönbrunn con i Wiener Philharmoniker diretti da Yannick Nézet-Séguin e l’Europakonzert dei Berliner Philharmoniker a sostegno dell’Ucraina, diretto da Kirill Petrenko e trasmesso in mondovisione dalla Great Amber Concert Hall di Liepāja, in Lettonia.

Vanta un’ampia e premiata discografia iniziata nel 2007 con il suo primo disco da solista, Aria Cantilena; i suoi album Romantique e Meditation hanno vinto entrambi un ECHO Klassik. Il suo primo album non classico, Sol y Vida, è stato pubblicato nel 2019 ed è stato unanimemente lodato dalla critica. Il suo primo recital, registrato con il pianista Malcolm Martineau nel 2020, esplora una selezione di Lieder di Brahms, insieme al ciclo Frauenliebe und -Leben di Schumann. Nel suo ultimo CD, Live from Salzburg, registrato ai Festival di Salisburgo del 2020 e 2021, interpreta i Wesendonck-Lieder di Wagner e i Rückert-Lieder di Mahler con i Wiener Philharmoniker diretti da Christian Thielemann. Recentemente ha inciso Sea Pictures di Elgar con Daniel Barenboim e la Staatskapelle Berlin.

Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti; vincitrice nel 1999 del Concorso internazionale di canto Mirjam Helin, è stata nominata “Singer of the Year” all’Opus Klassik 2020 per Sol y Vida, “Vocalist of the Year” 2010 dalla rivista “Musical America” e MIDEM “Singer of the Year” 2007. Nel maggio 2013 la Staatsoper di Vienna l’ha insignita del titolo di “Kammersängerin” a riconoscimento della sua dedizione al Teatro.

Recital di Canto 2023/24

Lunedì 11 marzo 2024 ~ ore 20

Elīna Garanča

mezzosoprano

Malcolm Martineau

pianoforte

Johannes Brahms

Liebestreu op. 3 n. 1

Geheimnis op. 71 n. 3

O wüsst ich doch den Weg zurück op. 63 n. 8

Alte Liebe op. 72 n. 1

Von ewiger Liebe op. 43 n. 1

Hector Berlioz

da La damnation de Faust

D’amour l’ardente flamme

Emīls Dārziņš

Melanholiskais Valsis

Jāzeps Vītols

Sapņu tālumā / Come un sogno lontano

Aizver actiņas un smaidi / Chiudi gli occhi e sorridi

Man prātā stāv vēl klusā nakts / Ricordo ancora la quieta notte

Charles Gounod

da La reine de Saba

Plus grand dans son obscurité

logo nuovo

Jānis Mediņš

Ak, jūs atmiņas / O ricordi

Nocturno / Notturno

Tā ietu / Così me ne andrei

Henri Duparc

Au pays où se fait la guerre

Extase

Phidylé

Sergej Vasil’evič Rachmaninov

Kak mne bol’no/ Quanto soffro op. 21 n. 12

O ne grusti / O, non piangere op. 14 n. 8

Vesenniye vody / Acque di fonte op. 14 n. 11

Isaac Albeniz

dalla SuiteEspaña op. 165

Tango

Ruperto Chapí

da El barquillero

Cuando está tan hondo

da Las hijas del Zebedeo

Carceleras

Prezzi: da 60 a 14 euro

Infotel 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org

Riccardo Chailly inaugura la stagione 2023/2024 della Scala con Don Carlo di Verdi

La regia è di Lluís Pasqual, le scene di Daniel Bianco e i costumi di Franca Squarciapino.

Protagonisti Francesco Meli, Anna Netrebko, Michele Pertusi, Elīna Garanča, Luca Salsi e Ain Anger.

Diretta televisiva su Rai1 e radiofonica su Radio3 il 7 dicembre dalle 17:45.

Il 3 dicembre anteprima per gli Under30, esaurite tutte le repliche fino all’8 gennaio.

La Stagione 2023/2024 del Teatro alla Scala si apre giovedì 7 dicembre alle ore 18 con Don Carlo di Giuseppe Verdi nella versione approntata dal compositore per la Scala nel 1884. Come ogni anno lo spettacolo sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura e trasmesso in diretta televisiva su Rai1 e radiofonica su Radio3. La Prima sarà preceduta domenica 3 dicembre dall’Anteprima per gli Under30 e seguita fino al 2 gennaio da 7 rappresentazioni tutte esaurite. L’opera, che ha inaugurato la Stagione nel 1868, 1878, 1912, 1926, 1968, 1977, 1992 e 2008, sarà diretta dal Direttore Musicale Riccardo Chailly sul podio dell’Orchestra del Teatro alla Scala con un cast che schiera Francesco Meli come Don Carlo, Anna Netrebko come Elisabetta di Valois, Michele Pertusi come Filippo II, Elīna Garanča come Principessa d’Eboli, Luca Salsi come Marchese di Posa e Jongmin Park come Grande Inquisitore. Protagonista di non minore rilievo il Coro del Teatro alla Scala diretto da Alberto Malazzi. Le scene sono di Daniel Bianco, i costumi di Franca Squarciapino, le luci di Pascal Mérat, i video di Franc Aleu e la coreografia di Nuria Castejón.  

Per Riccardo Chailly Don Carlo è il compimento di una riflessione sul potere estesa su tre inaugurazioni di Stagione, dopo Macbeth di Verdi nel 2021 e Boris Godunov nel 2022. Come scrive Michele Girardi, vi è una relazione evidente «tra le tematiche trattate nel Boris Godunov di Musorgskij e nel Don Carlos di Verdi, cioè le logiche spietate dei detentori di un potere assoluto che disintegra l’aspirazione alla felicità individuale e collettiva degli oppressi». Ma si tratta anche di un ritorno al Verdi della maturità dopo le tre inaugurazioni dedicate all’evoluzione delle opere giovanili con Giovanna d’Arco nel 2015, Attila nel 2018 e Macbeth nel 2021. (Chailly peraltro ha proposto anche Aida in forma di concerto nel 2020, dopo averla diretta nell’allestimento di Zeffirelli il 7 dicembre 2006). Nel suo nuovo approccio a Don Carlo, che aveva diretto ad Amsterdam nel 2010 in un bell’allestimento di Willy Decker, il Maestro torna con la memoria alle edizioni dirette da Claudio Abbado nel 1968 e 1977, di cui aveva seguito le prove, ma fa riferimento anche allo studio diretto dei manoscritti messigli a disposizione da Ricordi. Come nell’edizione di Abbado, si ascolterà l’introduzione al monologo di Filippo affidato alla fila dei violoncelli secondo partitura e non al violoncello solo come spesso avviene. Con i complessi scaligeri Riccardo Chailly ha recentemente diretto la scena di Filippo con Ildar Abdrazakov nella serata “…a riveder le stelle” del 7 dicembre 2020, l’aria di Elisabetta in concerto con Anna Netrebko e il coro del II atto in disco e in tournée.

Lo spettacolo

Don Carlo torna al Teatro alla Scala in una grande produzione che rispecchia la doppia natura di dramma storico e manifesto romantico dell’originale schilleriano mettendo in luce gli straordinari artisti e artigiani che operano nei laboratori del Teatro. Un impianto scenico unico si trasforma senza interrompere lo svolgimento dell’azione nei diversi spazi previsti dal libretto grazie alla spettacolare alternanza di colossali elementi scenografici. Verdi propone i temi a lui cari della libertà dei sentimenti, della difficile relazione tra padri e figli e della liberazione dei popoli oppressi sullo sfondo del conflitto tra il potere temporale e quello religioso. Per rendere l’atmosfera sospesa tra ambiente ecclesiastico e secolare il regista Lluís Pasqual e lo scenografo Daniel Bianco hanno fatto riferimento all’uso dell’alabastro nelle finestre degli edifici religiosi ma anche civili e in particolare alla grande finestra della Collegiata di Santa María La Mayor nella città spagnola di Toro. Una grande torre di alabastro è inquadrata in un sistema di cancellate che anch’esse ricorrono nell’architettura religiosa quanto in quella civile. La scena permette di ritagliare nei grandi spazi del palcoscenico i numerosi momenti di intimità e di isolamento che punteggiano la tragedia.

Don Carlo ci porta dietro le quinte dello spettacolo del potere: anche l’autodafé, cerimonia abbagliante e macabra di autorappresentazione dell’assolutismo, non troppo diversa dai meccanismi della propaganda di oggi, è mostrata soprattutto nel momento della preparazione e solo pochi minuti sono riservati alla “festa” nella sua magniloquente esteriorità. Qui campeggia un colossale retablo dorato e finemente istoriato. Questi spazi sono animati dal pittoricismo dei costumi di Franca Squarciapino, che riprendono l’abbigliamento rappresentato nella ritrattistica del tempo ma lo alleggeriscono nella scelta dei materiali, garantendo facilità di movimento e una certa romantica vitalità ai personaggi. L’impianto è documentato ma non necessariamente filologico: pur collocati nella loro epoca, i protagonisti rappresentano emozioni e caratteristiche umane presenti in ogni tempo. Il colore prevalente è il nero, non inteso come espressione di mortificazione o di lutto ma come esibizione di potere e ricchezza: nel ‘500 velluti e broccati neri erano tra le stoffe di maggior pregio.      

Le versioni dell’opera

La prima assoluta di Don Carlos ha luogo all’Opéra di Parigi (che aveva allora sede nella Salle le Péletier che sarebbe stata distrutta da un incendio nel 1873) l’11 marzo 1867. È la terza opera scritta da Verdi per la Francia dopo Jérusalem (riscrittura del 1847 dei Lombardi alla prima Crociata) e Les Vêpres Siciliennes (1855). Il libretto francese di Joseph Méry e Camille du Locle è tratto dalla tragedia di Friedrich Schiller Don Karlos, Infant von Spanien andata in scena ad Amburgo nel 1787. L’opera, commissionata in occasione della seconda Esposizione Universale di Parigi (il direttore dell’Opéra, Jules Perrin, aveva proposto Don Carlos oppure Cleopatra dal Giulio Cesare di Shakespeare; Verdi aveva pensato a Re Lear ma soprattutto a El zapatero y el Rey di Zorilla prima di risolvere per Schiller), era in cinque atti con balletto secondo l’uso della “grande boutique” e proclamava i valori della libertà personale e politica contro l’oppressione dell’assolutismo religioso e statuale.

La prima italiana segue di pochi mesi quella parigina: Angelo Mariani dirige Don Carlo, con libretto tradotto in italiano da Achille de Lauzières, a Bologna il 27 ottobre, protagonista Teresa Stolz. La Stolz è Elisabetta anche nella prima dell’opera al Teatro alla Scala, diretta da Alberto Mazzucato il 25 marzo 1868: si eseguono i cinque atti in lingua italiana con il balletto. La stessa versione in cinque atti e ballabili inaugurerà la Stagione scaligera il 26 dicembre 1868, sul podio Eugenio Terziani, e il 26 dicembre 1878, direttore Franco Faccio. Nel frattempo, per la prima al Teatro di San Carlo di Napoli nel 1872 Verdi aveva modificato il duetto tra Filippo II e il Marchese di Posa e scorciato il duetto finale tra Carlo ed Elisabetta. Il lavoro di rimaneggiamento riprende e si intensifica insieme a Du Locle per la versione francese di Vienna nel 1882 (“a Vienna – scrive Verdi – i portinai chiudono la porta principale delle case […] le opere lunghe si amputano ferocemente […] dal momento che mi si dovevano amputare le gambe ho preferito affilare e adoperare io stesso il coltello”) e si conclude per la produzione in lingua italiana del 1884 al Teatro alla Scala. Qui Verdi opera non solo una serie di tagli, ma un ripensamento profondo della struttura e in certo modo della natura stessa dell’opera: sopprime l’intero primo atto (ovvero l’antefatto che narra lo sbocciare della passione tra Carlo ed Elisabetta nella foresta di Fontainebleau); riscrive i duetti Carlo-Rodrigo e Filippo-Rodrigo dell’atto secondo; sostituisce l’inizio dell’atto terzo con un preludio e sopprime il successivo balletto; riscrive gran parte della scena Filippo-Elisabetta dell’atto quarto col successivo Quartetto; abbrevia il finale quarto, a partire dalla morte di Rodrigo; riscrive e abbrevia la conclusione dell’atto quinto. Ne emerge un dramma nuovo, più sintetico e agile, in cui il fattore politico e la figura di Filippo II prevalgono su quello psicologico/sentimentale e sui personaggi di Carlo ed Elisabetta. Nata da necessità pratiche, la revisione finisce per rispecchiare la propensione di Verdi alla stringatezza drammatica: “i tagli – scrive – non guastano il dramma musicale, anzi accorciandolo lo rendono più vivo”.

Nel 1886 Verdi approva, pur senza esservi intervenuto personalmente, una nuova versione proposta a Modena, che ripristina il primo atto secondo l’edizione Ricordi facendolo seguire dagli altri quattro come ridisegnati nell’edizione scaligera del 1884.

Don Carlo alla Scala

La prima dell’opera al Piermarini risale, come accennato sopra, al marzo 1868, seguita dalle prime due inaugurazioni di stagione nel dicembre dello stesso 1868 e dieci anni più tardi e quindi dalla prima assoluta della versione in quattro atti nel 1884. Nei decenni successivi Don Carlo appare nei cartelloni con scarsa frequenza: Tullio Serafin dirige l’edizione in quattro atti nel 1912, Arturo Toscanini nel 1926 e 1928 sceglie i cinque atti. In seguito sceglieranno i quattro atti Fernando Previtali (1947), Antonino Votto (1952 e 1954 con Maria Callas come Elisabetta); nel 1960 e 1963 Gabriele Santini torna alla versione in cinque atti senza balletto. Don Carlo torna a inaugurare la Stagione nel 1968, sempre in quattro atti, con la direzione di Claudio Abbado e la regia di Jean-Pierre Ponnelle. Il cast comprende Rita Orlandi Malaspina (poi anche Raina Kabaivanska, già presente insieme a Leyla Gencer nel 1963), Bruno Prevedi, Fiorenza Cossotto, Piero Cappuccilli e Nicolai Ghiaurov. Lo spettacolo sarà ripreso nel 1970 con importanti novità nel cast, tra cui Plácido Domingo e Shirley Verrett. Per la Stagione del Bicentenario del 1978, che si snoda senza soluzione di continuità dal 7 dicembre 1977 al 1979, Abbado propone la versione in cinque atti in una storica produzione di Luca Ronconi con le scene di Damiano Damiani e due cast straordinari: Mirella Freni e Margaret Price come Elisabetta, José Carreras e Plácido Domingo come Don Carlo, Nicolai Ghiaurov e Evgenij Nesterenko come Filippo II, Piero Cappuccilli e Renato Bruson come Posa, Elena Obraztsova come Eboli. La passione abbadiana per l’opera si arricchisce di un ulteriore capitolo con l’incisione per Deutsche Grammophon con i complessi scaligeri dell’originale francese in cinque atti, completa in appendice delle parti soppresse da Verdi tra cui il “ballo della Peregrina”. Nel cast Plácido Domingo, Katia Ricciarelli, Ruggero Raimondi, Nicolai Ghiaurov, Lucia Valentini Terrani e Leo Nucci.

È Riccardo Muti nel 1992 a riportare Don Carlo al 7 dicembre, nella versione in quattro atti sfarzosamente portata in scena da Franco Zeffirelli con Luciano Pavarotti, Daniela Dessì, Samuel Ramey, Luciana D’Intino e Paolo Coni. Nel 2008 Daniele Gatti dirige la prima Anteprima Under30 il 4 dicembre e quindi inaugura la Stagione con la versione in 4 atti arricchita da un inedito verdiano. La regia è di Stéphane Braunschweig, cantano Stuart Neill, Fiorenza Cedolins, Ferruccio Furlanetto, Dolora Zajick, Dalibor Jenis e Anatoli Kotscherga. Lo spettacolo viene ripreso nel 2013 con Fabio Luisi sul podio e in palcoscenico Fabio Sartori, Martina Serafin, René Pape, Ekaterina Gubanova, Massimo Cavalletti e Štefan Kocán.  

In cinque atti in italiano l’ultima apparizione scaligera del titolo, nel 2017 nell’allestimento salisburghese di Peter Stein con Myung-Whun Chung e il debutto di Francesco Meli come Don Carlo al Piermarini insieme a Krassimira Stoyanova, Ferruccio Furlanetto, Ekaterina Semenchuk, Simone Piazzola e Eric Halfyarson.

Le iniziative di presentazione

La Prima è preceduta da un calendario di iniziative di presentazione aperto lo scorso 13 novembre dal convegno “Un nuovo Don Carlo per Milano” curato da Raffaele Mellace con la partecipazione di Riccardo Chailly.

Queste iniziative fanno parte di un più ampio sforzo per moltiplicare le occasioni di approfondimento sui titoli in calendario. Tutte le rappresentazioni tranne la prima saranno precedute a un’ora dall’inizio da un’introduzione a cura di Liana Püschel.

Le pubblicazioni

Il programma di sala dell’opera inaugurale, curato dal Professor Raffaele Mellace, contiene testi di Piero Mioli, Paolo Gallarati, Raffaele Mellace, Marcello Conati, Claudio Toscani, Alberto Bentoglio, Massimo Firpo e Giorgio Pagannone e rubriche di Laura Cosso, Luca Chierici e Andrea Vitalini oltre a una nota drammaturgica di Lluís Pasqual.

Il numero di dicembre di La Scala – Rivista del Teatro include interviste a Riccardo Chailly di Raffaele Mellace e a Lluís Pasqual di Biagio Scuderi.

Per il secondo anno la grafica del Teatro è curata dallo studio Tomo Tomo: il progetto è stato pubblicato sull’ADI Design Index 2023.

Gli appuntamenti

Mercoledì 22 novembre 2023, ore 18

Teatro alla Scala, Ridotto dei palchi “Arturo Toscanini”

Teatro alla Scala con Amici della Scala

PRIMA DELLE PRIME

“LA MATURITÀ DEL GENIO”

Giorgio Pestelli (al pianoforte) con la partecipazione del M° Riccardo Chailly

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Sabato 25 novembre 2023, ore 18

Amici del Loggione, via Pellico, 6

Incontro con

            MICHELE PERTUSI

Per informazioni www.amiciloggione.it  

Giovedì 30 novembre 2023, ore 18

Teatro alla Scala, Ridotto dei palchi “Arturo Toscanini”

Presentazione del volume

“DAMIANI. IL TEATRO DI UN INNOVATORE”

e delle monografie

ANNI alla Scala”, “SPINATELLI alla Scala”, “PESCUCCI alla Scala”

“SQUARCIAPINO alla Scala” di Vittoria Crespi Morbio

(edizione Amici della Scala – grafiche Step Editrice, Parma).

Con la partecipazione del pianista Alberto Chines

Evento riservato ai soci degli Amici della Scala

Per informazioni scrivere a info@amicidellascala.it

Martedì 5 dicembre 2023, ore 17

Teatro alla Scala, Ridotto dei palchi “Arturo Toscanini”

CARLO E RODRIGO SI RACCONTANO

Intervengono: Luca Salsi, Francesco Meli

Coordina: Gian Mario Benzing

In collaborazione con ViviMilano

Ingresso con prenotazione con il coupon in uscita sull’edizione di ViviMilano del 29 novembre 2023

Mercoledì 6 dicembre 2023, ore 18

Teatro alla Scala, Ridotto dei palchi “Arturo Toscanini”

LE VANITA’ DEL MONDO

Le seduzioni della moda nel Don Carlo di Verdi

Franca Squarciapino incontra Fabiana Giacomotti e Mattia Palma

In collaborazione con Il Foglio quotidiano e Bellavista

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Il Comune di Milano rinnova la collaborazione con il Teatro alla Scala, Edison e Rai per il calendario di Prima Diffusa, il cui programma sarà presentato successivamente.