IL DEBUTTO DEL “FAUST” DI GOUNOD NEL NUOVO ALLESTIMENTO DEL TEATRO MASSIMO DI PALERMO

Debutta mercoledì 19 marzo alle 20:00 al Teatro Massimo di Palermo il nuovo allestimento del FAUST di Charles Gounod, su libretto di Jules Barbier e Michel Carré con la regia di Fabio Ceresa e la direzione musicale di Frédéric ChaslinOrchestra e Coro del Teatro Massimo, direttore del Coro il maestro Salvatore Punturo.

Faust è un mito che affonda le radici nel Medioevo e ha ispirato nei secoli grandi compositori, scrittori, pittori, che si sono lasciati sedurre dal personaggio emblema del desiderio di oltrepassare i limiti imposti dalla condizione umana.  La messa in scena del nuovo allestimento con la regia di Fabio Ceresa nasce dalla sovrapposizione del capolavoro del teatro musicale francese con la più potente riscrittura letteraria moderna del mito faustiano: il romanzo Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov. A motivare questa sovrapposizione è la fascinazione che Bulgakov aveva per il Faust di Gounod, opera che amava e che vide a teatro per più di 40 volte. Diversi elementi del romanzo trovano infatti la propria origine non tanto nel Faust di Goethe, quanto nel libretto che ne era stato tratto da Jules Barbier e Michel Carré. La regia di Ceresa sovrappone alla figura del Méphistophélès di Gounod quella del personaggio di Woland di Bulgakov, e degli altri personaggi de Il Maestro e Margherita come il demone Azazello, l’inquietante Behemot dalle sembianze feline e la strega Hella. Anche la scena, disegnata dallo scenografo Tiziano Santi e illuminata dal light designer Giuseppe Di Iorio, è ambientata nella Mosca degli anni Trenta, come nel romanzo di Bulgakov, e alcuni momenti del romanzo si ritrovano sovrapposti a quelli dell’opera. A questo gioco di sovrapposizioni contribuiscono i costumi firmati da Giuseppe Palella dove in un mondo grigio monocromatico assume particolare significato il colore rosso fiorentino dei demoni che diventa emblema della passione che spinge Faust a stringere il patto con Méphistophélès.

Il cast internazionale vede nel ruolo del titolo Ivan Ayón Rivas, uno dei più promettenti giovani tenori di oggi, vincitore del concorso Operalia 2021 e del Premio Abbiati 2022, mentre Marguerite è interpretata dalla beniamina del pubblico palermitano Federica Guida e il demonio Méphistophélès è Erwin Schrott, uno dei più grandi e affascinanti bassi internazionali in un ruolo che padroneggia. Di prim’ordine, come sempre, il cast alternativo dal soprano Benedetta Torre (Marguerite), al tenore Arthur Espiritu (Faust), al basso francese Nicolas Courjal (Méphistophélès). Completano il cast Andrew Hamilton e Vinícius Atique che si alternano nel ruolo di ValentinAnna Pennisi in quello di SiebelDaniele Muratori Caputo è Wagner Natalia Gavrilan è Marthe. Assistente alla regia è Mattia Agatiello, assistente alle scene Veronica Lattuada.

“Avvicinarsi al mito di Faust – dice il regista Fabio Ceresa – significa confrontarsi con un archetipo universale che ha attraversato secoli e culture, segnando profondamente il nostro immaginario collettivo. L’opera di Gounod ha sublimato il poema di Goethe adattandolo con raffinatezza ai fasti del grand opéra francese, ma il cuore pulsante della vicenda rimane intatto: il patto con il diavolo, il desiderio di oltrepassare i limiti imposti dalla condizione umana, la ricerca di un senso ultimo all’esistenza. Il nostro allestimento si muove lungo questa linea, cercando al contempo di far emergere le contraddizioni profonde che innervano questa storia immortale. Il punto di riferimento è la più potente riscrittura moderna del mito faustiano: Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov. Un romanzo che intreccia satira politica, filosofia, umorismo nero e una struggente riflessione sul potere della creazione artistica. Bulgakov, per altro, conosceva e amava il Faust di Gounod, all’epoca popolarissimo nella sua versione tradotta in russo; nel suo romanzo, il debito con l’opera francese è dichiarato ed evidente … Il nostro allestimento – conclude Ceresa – si propone di restituire Faust a una dimensione di urgenza contemporanea, reinterpretando l’impianto ottocentesco per farne emergere nuclei tematici più vicini alla nostra sensibilità. La crisi dell’individuola ricerca di significatiil conflitto tra il bisogno di riconoscimento e il prezzo da pagare per ottenerloil rifiuto dello stigma sociale, sono elementi che risuonano con forza nel nostro quotidiano. Qual è del resto la vera natura di Mefistofele? Il suo operato è sorprendentemente positivo, ed è volto a smascherare le ipocrisie e i pregiudizi del tessuto sociale in cui opera – interpretando il messaggio messianico con paradossale lucidità, e confondendo le linee di confine che nelle nostre menti umane distinguono il bene dal male. Ancora una volta, il Diavolo ha l’ultima parola”.

Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo sale per la prima volta il maestro Frédéric Chaslin, compositore, direttore d’orchestra e pianista francese che è stato assistente di Daniel Barenboim (dal 1986 al 1989) e assistente di Pierre Boulez (dal 1989 al 1992). Ha diretto tutte le principali orchestre e teatri d’opera del mondo, dal Metropolitan Opera, alla Deutsche Oper di Berlino, alle opere di Monaco, Dresda, Lipsia, Opera di Parigi, Madrid, Los Angeles, Tokyo, Budapest, La Fenice di Venezia e La Scala di Milano, solo per citarne alcune. Nel repertorio sinfonico ha diretto tutte le grandi orchestre francesi, tedesche, italiane e britanniche, dalla London Symphony alla Filarmonica di Vienna, e molte altre. Nel 2019 ha firmato un contratto con la Universal Edition, con la quale sta pubblicando il suo catalogo di oltre 150 opere fino ad oggi.

Calendario delle repliche: giovedì 20 marzo alle 18:30 (Turno Scuola; venerdì 21 marzo alle 20:00 (Turno F); sabato 22 marzo alle 18:30 (Turno Opera); domenica 23 marzo alle 17:30 (Turno D); martedì 25 marzo alle 18:30 (Turno B).

Domenica 23 marzo, alle 17:30, durante lo svolgimento dell’opera, in Sala degli Stemmi si svolgerà il laboratorio “Bambini all’opera”, a cura di Radici. Piccolo Museo della Natura, per avvicinare in modo creativo i più piccoli (6-10 anni) al mondo del teatro musicale. I testi e le narrazioni sono di Francesca Cosentino, gli interventi cantati di Sonia Sala, le animazioni teatrali di Gisella Vitrano. Illustrazioni di Giuseppe Lo Bocchiaro. Info e prenotazioni tel. 329 7260846

Biglietti: da 18 a 165 euro; durata: 3 ore e mezza circa (incluso un intervallo)
Infohttps://www.teatromassimo.it/event/faust/

FAUST di Charles Gounod in scena dal 19 marzo nel nuovo allestimento del Teatro Massimo, con la regia di Fabio Ceresa e la direzione di Frédéric Chaslin

Un mito che affonda le radici nel Medioevo e ha ispirato nei secoli grandi

compositori, scrittori, pittori, che si sono lasciati sedurre dal personaggio di Faust, emblema del

desiderio di oltrepassare i limiti imposti dalla condizione umana.

Il nuovo allestimento del dramma lirico di Charles Gounod, su libretto di Jules Barbier e Michel Carré, debutta il 19 marzo alle 20:00 al Teatro Massimo di Palermo con la regia di Fabio Ceresa e la direzione di Frédéric Chaslin.

Il direttore francese arriva per la prima volta sul podio dell’Orchestra del Teatro

Massimo al posto di Daniel Oren che ha rinunciato a dirigere per motivi di salute.

Coro del Teatro Massimo diretto dal maestro Salvatore Punturo.

Repliche fino al 25 marzo.

La messa in scena di Faust con la regia di Ceresa nasce dalla sovrapposizione del capolavoro del

teatro musicale francese con la più potente riscrittura letteraria moderna del mito faustiano: il

romanzo Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov. A motivare questa sovrapposizione è la

fascinazione che Bulgakov aveva per il Faust di Gounod, opera che amava e che vide a teatro per

più di 40 volte. Diversi elementi del romanzo trovano infatti la propria origine non tanto nel Faust

di Goethe, quanto nel libretto che ne era stato tratto da Jules Barbier e Michel Carré.

La regia di Fabio Ceresa sovrappone alla figura del Méphistophélès di Gounod quella del personaggio di

Woland di Bulgakov, e degli altri personaggi de Il Maestro e Margherita come il demone Azazello,

l’inquietante Behemot dalle sembianze feline e la strega Hella. Anche la scena, disegnata dallo

scenografo Tiziano Santi e illuminata dal light designer Giuseppe Di Iorio, è ambientata nella

Mosca degli anni Trenta, come nel romanzo di Bulgakov, e alcuni momenti del romanzo si

ritrovano sovrapposti a quelli dell’opera. A questo gioco di sovrapposizioni contribuiscono i

costumi firmati da Giuseppe Palella dove in un mondo grigio monocromatico assume particolare

significato il colore rosso fiorentino dei demoni che diventa emblema della passione che spinge

Faust a stringere il patto con Méphistophélès.

Il cast internazionale vede nel ruolo del titolo Ivan Ayón Rivas, uno dei più promettenti giovani

tenori di oggi, vincitore del concorso Operalia 2021 e del Premio Abbiati 2022, mentre Marguerite

è interpretata dalla beniamina del pubblico palermitano Federica Guida e il demonio

Méphistophélès è Erwin Schrott, uno dei più grandi e affascinanti bassi internazionali in un ruolo

che padroneggia. Di prim’ordine, come sempre, il cast alternativo: dal soprano Benedetta Torre

(Marguerite), al tenore Arthur Espiritu (Faust), al basso francese Nicolas Courjal

(Méphistophélès). Completano il cast Valentin Andrew Hamilton e Vinícius Atique che si

alternano nel ruolo di Valentin, Anna Pennisi in quello di Siebel, Daniele Muratori Caputo è

Wagner e Natalia Gavrilan è Marthe. Assistente alla regia è Mattia Agatiello, assistente alle

scene Veronica Lattuada.

“Avvicinarsi al mito di Faust dice il regista Fabio Ceresa – significa confrontarsi con un

archetipo universale che ha attraversato secoli e culture, segnando profondamente il nostro

immaginario collettivo. L’opera di Gounod ha sublimato il poema di Goethe adattandolo con

raffinatezza ai fasti del grand opéra francese, ma il cuore pulsante della vicenda rimane intatto: il

patto con il diavolo, il desiderio di oltrepassare i limiti imposti dalla condizione umana, la ricerca di

un senso ultimo all’esistenza. Il nostro allestimento si muove lungo questa linea, cercando al contempo di far emergere le contraddizioni profonde che innervano questa storia immortale. Il

punto di riferimento è la più potente riscrittura moderna del mito faustiano: Il Maestro e

Margherita di Michail Bulgakov. Un romanzo che intreccia satira politica, filosofia, umorismo nero

e una struggente riflessione sul potere della creazione artistica. Bulgakov, per altro, conosceva e

amava il Faust di Gounod, all’epoca popolarissimo nella sua versione tradotta in russo; nel suo

romanzo, il debito con l’opera francese è dichiarato ed evidente … Il nostro allestimento – conclude

Ceresa – si propone di restituire Faust a una dimensione di urgenza contemporanea,

reinterpretando l’impianto ottocentesco per farne emergere nuclei tematici più vicini alla nostra

sensibilità. La crisi dell’individuo, la ricerca di significati, il conflitto tra il bisogno di

riconoscimento e il prezzo da pagare per ottenerlo, il rifiuto dello stigma sociale, sono elementi

che risuonano con forza nel nostro quotidiano. Qual è del resto la vera natura di Mefistofele? Il suo

operato è sorprendentemente positivo, ed è volto a smascherare le ipocrisie e i pregiudizi del tessuto

sociale in cui opera – interpretando il messaggio messianico con paradossale lucidità, e

confondendo le linee di confine che nelle nostre menti umane distinguono il bene dal male. Ancora

una volta, il Diavolo ha l’ultima parola”.

Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo sale per la prima volta il maestro Frédéric Chaslin,

compositore, direttore d’orchestra e pianista francese che è stato assistente di Daniel Barenboim

(dal 1986 al 1989) e assistente di Pierre Boulez (dal 1989 al 1992). Ha diretto tutte le principali

orchestre e teatri d’opera del mondo, dal Metropolitan Opera, alla Deutsche Oper di Berlino, alle

opere di Monaco, Dresda, Lipsia, Opera di Parigi, Madrid, Los Angeles, Tokyo, Budapest, La

Fenice di Venezia e La Scala di Milano, solo per citarne alcune. Nel repertorio sinfonico ha diretto

tutte le grandi orchestre francesi, tedesche, italiane e britanniche, dalla London Symphony alla

Filarmonica di Vienna, e molte altre. Nel 2019 ha firmato un contratto con la Universal Edition,

con la quale sta pubblicando il suo catalogo di oltre 150 opere fino ad oggi.

Il debutto dell’opera sarà preceduto da due appuntamenti di introduzione all’ascolto, entrambi in

Sala ONU: venerdì 14 marzo alle 18:30, la scrittrice e drammaturga Beatrice Monroy racconta la

trama e il libretto di Faust di Gounod insieme gli attori Stefania Blandeburgo e Rinaldo Clementi

(Ingresso 3 euro); mentre sabato 15 marzo, alle 18:00 parlerà del Faust di Gounod il professore

Paolo Russo, docente di Storia della musica e Drammaturgia musicale nell’Università di Parma.

L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti.

Dopo il debutto di mercoledì 19 marzo alle 20:00, Faust sarà in scena giovedì 20 marzo alle 18:30

(Turno Scuola; venerdì 21 marzo alle 20:00 (Turno F); sabato 22 marzo alle 18:30 (Turno

Opera); domenica 23 marzo alle 17:30 (Turno D); martedì 25 marzo alle 18:30 (Turno B).

Domenica 23 marzo, alle 17:30, durante lo svolgimento dell’opera, in Sala degli Stemmi si

svolgerà il laboratorio “Bambini all’opera”, a cura di Radici. Piccolo Museo della Natura, per

avvicinare in modo creativo i più piccoli (6-10 anni) al mondo del teatro musicale. I testi e le

narrazioni sono di Francesca Cosentino, gli interventi cantati di Sonia Sala, le animazioni teatrali

di Gisella Vitrano. Illustrazioni di Giuseppe Lo Bocchiaro.

Info e prenotazioni tel. 329 7260846

Biglietti: da 18 a 165 euro

Info: https://www.teatromassimo.it/event/faust/

Info

dal 19 al 25 marzo 2025 – Sala Grande, Teatro Massimo

Charles Gounod

FAUST

Libretto di Jules Barbier e Michel Carré, da Faust di Johann Wolfgang von Goethe


Direttore
 Frédéric Chaslin (*)

Regia Fabio Ceresa

Assistente alla regia Mattia Agatiello

Scene Tiziano Santi

Assistente alle scene Veronica Lattuada

Costumi Giuseppe Palella

Luci Giuseppe Di Iorio

(*) Il maestro Daniel Oren ha rinunciato a dirigere per motivi di salute.

Personaggi e interpreti

Faust Ivan Ayón Rivas (19, 21, 23) / Arthur Espiritu (20, 22, 25)

Marguerite Federica Guida (19, 21, 23, 25) / Benedetta Torre (20, 22)

Méphistophélès Erwin Schrott (19, 21, 23, 25) / Nicolas Courjal (20, 22)

Valentin Andrew Hamilton (19, 21, 23, 25) / Vinícius Atique (20, 22)

Siebel Anna Pennisi

Wagner Daniele Muratori Caputo
Marthe Natalia Gavrilan

Orchestra e Coro del Teatro Massimo

Maestro del Coro Salvatore Punturo

Nuovo allestimento del Teatro Massimo

Biglietti

Abbonamenti

Rinnovo abbonamenti 2024/25
Turni PRIME / B / C / D / F / OPERA / DANZA
Dal 17 settembre al 18 ottobre

Nuovi abbonamenti
dal 25 ottobre al giorno del primo spettacolo in abbonamento

[Prezzi e info abbonamenti]

La sensualità e il fascino di Les pêcheurs de perles, il primo capolavoro operistico di Bizet, torna in scena dal 14 aprile al Teatro Massimo dopo più di 50 anni.

Sul podio il Maestro Gabriele Ferro

Titolo di raro ascolto Les pêcheurs de perles, opera lirica in tre atti di Georges Bizet,riemerge da un lungo silenzio e torna in scena domenica 14 aprile alle 20:00 al Teatro Massimo di Palermonell’edizione in lingua originale francese.

Scritta nel 1863, su libretto di Michel Carré e Eugène Cormon, l’opera ha già in sé tutto il genio melodico di Bizet che la compose appena venticinquenne. A Palermo viene presentata nel fiabesco allestimentodell’Opéra National du Capitole di Toulouse,con la regia e la coreografia di Thomas Lebrun, riprese e adattate da Angelo Smimmo, e la direzione musicale del direttore onorario del Teatro Massimo, Gabriele Ferro. Le scenografie, firmate da Antoine Fontaine, i costumi di David Belugou e le luci di Patrick Méeüs immergono lo spettatore in un Oriente fascinoso e avvolgente, con notti stellate, palme e divinità indiane.

I quattro protagonisti dell’opera sono il tenore Dmitri Korchak, interprete ideale del pescatore di perle Nadir, ruolo che richiede una dolcezza di timbro e un controllo dei fiati eccezionali, e in replica da Matteo Falcier, mentre la sacerdotessa Leïla è interpretata dal soprano palermitano Federica Guida, che torna al Teatro Massimo dopo il recente successo come Gilda nel Rigoletto; il capo villaggio, Zurga, è il baritono Alessandro Luongo anche lui di ritorno a Palermo dopo il successo come Leporello nel Don Giovanni diretto da Muti. E a completare il cast è il basso Ugo Guagliardo, anche lui palermitano,nel ruolo del sacerdote brahmino Nourabad. Orchestra, Coro e Corpo di ballo del Teatro Massimo. Sul podio dell’Orchestra torna a dirigere il Maestro Gabriele Ferro, a istruire il Coro è il Maestro Salvatore Punturo. Direttore del Corpo di ballo Jean-Sébastien Colau.

La vicenda di Les pêcheurs de perles si svolge sull’isola indiana di Ceylon e tra atmosfere esotiche e sensuali ruota intorno al triangolo amoroso formato dal pescatore di perle Nadir, dal capo del villaggio Zurga, legati da una profonda amicizia, e dalla sacerdotessa Leïla, vergine giunta sull’isola per consacrarsi a Brahma e proteggere con le sue preghiere i pescatori dagli spiriti maligni. Sia Zurga che Nadir ne sono affascinati e attratti ma le cose si complicano quando Nadir e Leïla si innamorano e una volta scoperti dal brahmino Nourabad vengono condannati a morte da Zurga sconvolto dalla gelosia e dal risentimento per il tradimento, mentre la natura sembra rispecchiare i suoi sentimenti con l’infuriare di un violento temporale. Alla fine sarà la lealtà per l’amico a prevalere e Zurga permetterà ai due giovani di fuggire sacrificando se stesso e il villaggio a cui darà fuoco per distogliere l’attenzione di tutti.

Accolta freddamente dalla critica al suo esordio a Parigi nel 1863, con la sola eccezione di Hector Berlioz, l’opera, pur di grande raffinatezza musicale e creatività nell’evocare luoghi, paesaggi e costumi esotici, cadde nell’oblio e sparì dalla programmazione dei teatri. Oggi, con i suoi duetti e il suo lirismo appassionato è considerata il primo capolavoro operistico di Bizet e viene riportata in scena per riscoprirne tutto il valore e i tratti tipici della creatività del compositore.

La messa in scena e la scenografia sono firmate dal regista, Thomas Lebrun, coreografo e ballerino francese, attuale direttore del Centro Coreografico Nazionale di Tours ed è stata ripresa e adattata a Palermo da Angelo Smimmo, coreografo che ha lavorato con Maurice Béjart, Carolyn Carlson, Sylvie Guillem, Yoshi Oida, Micha Van Hoecke, tra gli altri, e che allo studio della danza ha accompagnato quello di musica e canto con Roberto De Simone (La gatta Cenerentola, L’opera buffa, Requiem per P. Pasolini, Osteria di Marechiaro) iniziando a collaborare con i principali teatri d’opera internazionali come cantante, coreografo e regista.

Sul podio dell’Orchestra torna a dirigere Gabriele Ferro, direttore musicale onorario a vita del Teatro Massimo, accademico di Santa Cecilia e docente di Direzione alla Scuola di Musica di Fiesole. È stato direttore stabile dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, direttore principale dell’Orchestra Rai di Roma, Generalmusikdirektor dello Staatstheater di Stoccarda, direttore musicale del San Carlo di Napoli e direttore principale (2001-2006)edal 2014 al 2019 direttore musicale del Teatro Massimo di Palermo. Ha diretto in prima mondiale opere di Berio, Clementi, Maderna, Stockhausen, Ligeti, Nono e ha collaborato con i più importanti teatri e festival internazionali. Per Elektra a Napoli ha ricevuto il Premio Abbiati.

Da non perdere i due appuntamenti di introduzione all’ascolto dell’opera: il primo, mercoledì 10 aprile alle 18:00 in Sala ONU con Ti racconto l’opera dove la scrittrice Beatrice Monroy e gli attori Gigi Borruso e Sabrina Petyx racconteranno i segreti della scrittura del libretto di Michel Carré e Eugène Cormon, tra i più criticati della storia dell’opera. Biglietti 3 euro (fino a esaurimento dei posti disponibili); mentre il secondo appuntamento, a cura dell’Associazione Amici del Teatro Massimo, è in programma giovedì 11 aprile, alle 18:00, sempre in Sala ONU, con Lorenzo Mattei, docente di Storia della Musica Moderna e Contemporanea che racconterà la genesi e le peculiarità di Les pêcheurs de perles di Bizet. Ingresso libero (fino ad esaurimento dei posti disponibili).

Info: https://www.teatromassimo.it/event/les-pecheurs-de-perles/;
Biglietti: da 20 a 145 euro.

Les pêcheurs de perles sarà replicato al Teatro Massimo fino al 21 aprile con il seguente calendario: 14 aprile ore 20:00 (Turno Prime); 16 aprile ore 18:30 (Turno Scuola); 18 aprile ore 18:30 (Turno C); 19 aprile ore 18:30 (Turno B); 21 aprile ore 17:30 (Turno D)

Les pêcheurs de perles

Opera in 3 atti di Georges Bizet
Libretto di Michel Carré e Eugène Cormon

Direttore Gabriele Ferro
Regia e coreografia Thomas Lebrun
riprese e adattate da Angelo Smimmo
Scene Antoine Fontaine
Scenografo collaboratore Roland Fontaine
Costumi David Belugou
Luci Patrick Méeüs
riprese da Nolwenn Annic
Assistente alla coreografia Valentina Golfieri
Coro, Corpo di ballo e Orchestra del Teatro Massimo di Palermo
Maestro del Coro Salvatore Punturo
Direttore del Corpo di ballo Jean-Sébastien Colau
Allestimento dell’Opéra national du Capitole de Toulouse

Personaggi e interpreti

Nadir Dmitri Korchak (14, 18, 21) / Matteo Falcier (16, 19)
Leïla Federica Guida
Zurga Alessandro Luongo
Nourabad Ugo Guagliardo

Dal 21 al 29 ottobre 2023, al Regio di Torino : La bohème

L’opera simbolo del Regio apre le celebrazioni pucciniane. Andrea Battistoni dirige l’Orchestra, il Coroe il Coro di voci bianche del Teatro

[Posato] Maestro Andrea Battistoni Crediti Obbligatori: Teatro Regio di Parma

Il primo appuntamento con Giacomo Puccini, nell’anno delle celebrazioni del Centenario (1924-2024), non poteva che essere con La bohème, nata al Regio nel 1896, e da allora fra le opere più rappresentate al mondo. Da sabato 21 a domenica 29 ottobre va in scena nell’intramontabile allestimento di Giuseppe Patroni Griffi realizzato nel 1996 per il centenario dell’opera, per l’occasione la regia è ripresa da Vittorio Borrelli. Il maestro Andrea Battistoni dirige l’Orchestra, il Coro e il Coro di voci bianche del Teatro Regio, questi ultimi istruiti rispettivamente da Ulisse Trabacchin e Claudio Fenoglio. Protagonisti dell’opera sono il soprano Erika Grimaldi come Mimì, il tenore armeno Liparit Avetisyan nel ruolo di Rodolfo, il soprano Federica Guida in quello di Musetta, il baritono moldavo Andrey Zhilikhovsky (Marcello), il baritono messicano Manel Esteve (Schaunard) e Riccardo Fassi (Colline).
 

La produzione del Regio si realizza grazie al contributo di Reale Mutua, Socio Fondatore del Teatro, il cui Presidente Luigi Lana dichiara: «Reale Mutua, Socio Fondatore del Teatro da 11 anni, è orgogliosa di sponsorizzare La bohème, uno dei capolavori del repertorio operistico che incarna l’essenza stessa della bellezza artistica e del talento italiano. Crediamo molto nell’importanza della cultura e della sua diffusione come strumento fondamentale per la crescita sociale, culturale ed economica del nostro territorio e del nostro Paese».
 

La bohème è un’opera particolarmente cara al Teatro Regio poiché qui vide la sua prima rappresentazione assoluta il 1° febbraio del 1896 diretta dal giovane Arturo Toscanini. L’opera inizialmente non raccolse consensi unanimi: mentre la stampa milanese lodò il compositore, i periodici torinesi e in particolare la «Rivista musicale italiana», sostenitrice della musica wagneriana, espressero giudizi sfavorevoli. Il pubblico in sala, però, applaudì a lungo l’autore, il direttore d’orchestra e gli interpreti, tra cui il soprano torinese Cesira Ferrani nel ruolo di Mimì. Il libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, ispirato al romanzo di Henri Murger Scènes de la vie de Bohème, richiese circa due anni di stesura a differenza della musica, scritta da Puccini in soli otto mesi. Una innevata Parigi e la vita degli artisti squattrinati del Quartiere latino fanno da sfondo a una fra le più commoventi storie d’amore di tutti i tempi: quella fra il giovane poeta Rodolfo e la sua vicina di casa Mimì, ricamatrice di fiori di stoffa, giunta per caso nella soffitta di lui per chiedere un fiammifero. Gli ingredienti del successo sono chiari: oltre al genio musicale di Puccini, la vividezza dei protagonisti, artisti e studenti bohémien nella Parigi del 1830, e la loro “vita gaia e terribile”. Così è anche nei quadri dipinti dalla penna di Puccini e dai versi di Giacosa e Illica, in cui la crudezza della povertà e della malattia si intrecciano con la freschezza e l’ironia della gioventù, età spensierata in cui la fine di Mimì segna uno struggente addio.
 

Le scene e i costumi sono di Aldo Terlizzi Patroni Griffi e le luci di Andrea Anfossi. Nel corso delle otto recite dal 21 al 29 ottobre, si alterneranno nei ruoli dei protagonisti: Maria Teresa Leva (Musetta), Galeano Salas (Rodolfo), Cristin Arsenova (Musetta), Biagio Pizzuti (Marcello), Jan Antem (Schaunard) e Ugo Guagliardo (Colline). Completano il cast: Nicolò Ceriani (Benoît e Alcindoro), Luigi Della Monica / Marino Capettini (Parpignol), Franco Rizzo / Desaret Lika (Sergente dei doganieri), Riccardo Mattiotto / Marco Tognozzi (Un doganiere).
 

BIGLIETTERIA E INFORMAZIONI

I biglietti per La bohème sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio e on line su www.teatroregio.torino.it

Biglietteria del Teatro Regio

Piazza Castello 215 – Torino | Tel. 011.8815.241 – 011.8815.242 | biglietteria@teatroregio.torino.it

Orario di apertura: da lunedì a sabato ore 11-19; domenica: ore 10.30-15.30

Un’ora prima degli spettacoli

Per tutte le informazioni e gli aggiornamenti: www.teatroregio.torino.it