Teatro Nuovo Giovanni da Udine : Concerto per il Giorno della Memoria

Sul palco FVG Orchestra, Coro Polifonico di Ruda e la voce recitante di Mimosa Campironi diretti da Paolo Paroni

Una produzione del Teatro Nuovo Giovanni da Udine in programma lunedì 27 gennaio alle ore 20.30

Appuntamento nel segno della musica lunedì 27 gennaio 2025 al Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Nella giornata che celebra in tutto il mondo le vittime della Shoah e a ottant’anni esatti dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa, un concerto invita il pubblico a una riflessione che passa attraverso l’ascolto di alcuni capolavori ispirati dalle pagine più tragiche della nostra Storia. 

Protagonisti sul palcoscenico udinese due eccellenze musicali della nostra Regione: FVG Orchestra e Coro Polifonico di Ruda – maestro del coro Fabiana Noro – affiancati dalla voce recitante di Mimosa Campironi. Sul podio il maestro Paolo Paroni.

Un sopravvissuto di Varsavia di Arnold Schönberg, nella versione in lingua italiana, sarà al centro del programma della serata: uno dei massimi monumenti musicali votati alla memoria dell’Olocausto, come ebbe a scrivere Milan Kundera. Scosso dagli orrori dei campi di concentramento e dalla morte del nipote in un lager, Schönberg scrisse in dieci giorni, in un impeto di dolore, rabbia e creazione, questo piccolo oratorio che racconta il massacro degli ebrei polacchi nel ghetto della capitale, narrato da uno dei pochissimi sopravvissuti all’eccidio.

Seguiranno altri due intensi capolavori del sinfonismo novecentesco, il celeberrimo, struggente Adagietto dalla Sinfonia n. 5 in Do diesis minore di Gustav Mahler (1902) e, in chiusura, la Sinfonia n 9 in mi bemolle maggiore op 70 di Dmitrij Šostakovič venuta alla luce nel 1945 come ultimo tempo di una trilogia dedicata alla celebrazione della vittoria della nazione sovietica contro la Germania nazista.

Il Concerto, in programma il 27 gennaio alle 20.30, è proposto anche in orario mattutino (inizio ore 11.00) per gli studenti e le studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado.

Informazioni e Biglietteria

La biglietteria del Teatro in via Trento 4 a Udine è aperta dal martedì al sabato (escluso festivi) dalle 16.00 alle 19.00 e a partire da 90 minuti prima di ogni concerto o spettacolo.

Infopoint in via Rialto 2/b a Udine attivo per la vendita di biglietti e abbonamenti dal martedì al venerdì (escluso festivi) dalle 10.00 alle 12.30.

Acquisti online su vivaticket.it. Per informazioni: tel. 0432 248418 (dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00). biglietteria@teatroudine.it  www.teatroudine.it

Teatro Nuovo Giovani da Udine

via Trento, 4 – 33100 UDINE

lunedì 27 gennaio 2025 – ore 20.30

lunedì 27 gennaio 2025 – ore 11.00 (riservato alle scuole)

CONCERTO PER IL GIORNO DELLA MEMORIA

FVG ORCHESTRA

CORO POLIFONICO DI RUDA

Fabiana Noro maestro del Coro 

Mimosa Campironi voce recitante

Paolo Paroni direttore

Arnold Schönberg Un sopravvissuto di Varsavia op. 46

Gustav Mahler Adagietto, dalla Sinfonia n. 5 in Do diesis minore

Dmitrij Šostakovič Sinfonia n. 9 in Mi bemolle maggiore op. 70

produzione: Teatro Nuovo Giovanni da Udine

Giovanni da Udine al gran completo per la “Messa da Requiem” di Giuseppe Verdi: sul palco eccellenze tutte Made in Fvg

di Giuseppe Longo

Grandioso, sublime, orgoglio di questa terra! La monumentale “Messa da Requiem” di Giuseppe Verdi era stata annunciata come un evento per il Friuli e così lo è stata. Un’opera straordinaria e preziosa che arricchisce il già prestigioso calendario del Teatro Nuovo Giovanni da Udine e che, appunto, segna un momento molto importante, assolutamente da non sottovalutare, nel panorama culturale-artistico di casa nostra. Infatti, il Friuli Venezia Giulia, regione fra le più piccole d’Italia con poco più di un milione di abitanti, è in grado di proporre con le proprie forze anche questi capolavori che hanno scritto a caratteri cubitali la storia della musica sacra del Vecchio Continente, ma anche del mondo intero.

Protagonisti la Fvg Orchestra, il Coro del Friuli Venezia Giulia e il Coro del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, realtà di grande valore e tutte Made in Friuli Venezia Giulia. Come pure, per un certo verso, lo stesso direttore Roberto Abbado, nelle cui vene scorre anche sangue friulano. E il “tutto esaurito” di ieri sera – il Teatrone, inaugurato negli anni Novanta, ha una capienza di circa 1200 persone! – premia la competenza e la lungimiranza dei vertici del Giovanni da Udine. «Un sentito ringraziamento – ha affermato, tra l’altro, sui social l’assessore regionale alla Cultura, Mario Anzil – va rivolto al soprano Fiorenza Cedolins, anch’essa friulana, per aver fortemente promosso questo spettacolo, dimostrazione del talento e dell’eccellenza che il Friuli Venezia Giulia sa offrire». «In uno spirito di profonda connessione con il territorio», ha poi aggiunto l’esponente della Giunta Fedriga.

Tre compagini molto applaudite e che hanno “dialogato” con quattro voci soliste altrettanto premiate dalle prolungate ovazioni del pubblico che alla fine del concerto, durato quasi un’ora e mezza, hanno richiamato più volte sul palco il soprano Roberta Mantegna – all’altezza del compito nonostante l’indisposizione annunciata all’inizio della serata! -, il mezzosoprano Annalisa Stroppa, il tenore Antonio Poli e il basso Alessio Cacciamani. Assieme allo stesso direttore Abbado e ai maestri dei Cori Cristiano Dell’Oste e Paolo Longo.
Tutti protagonisti di un grande evento per Udine e per l’intera regione. Lo stupendo “Requiem” verdiano non è, infatti, un’opera da programmazione ordinaria, se non altro per la grandiosità degli organici richiesti e quindi dell’impegno economico: sul palco c’erano oltre 150 musicisti! Lo stesso Cigno di Busseto, quando informò l’editore Ricordi della sua intenzione di onorare Alessandro Manzoni nel primo anniversario della scomparsa, infatti scrisse: «La Messa avrebbe proporzioni piuttosto vaste, ed oltre a una grande orchestra ed un grande Coro, ci vorrebbero anche (ora non potrei precisarli) quattro o cinque cantanti principali». Un’opera che, per Giuseppe Verdi, rappresentò «un bisogno del cuore – come scrisse al sindaco di Milano – che mi spinge a onorare, per quanto posso, questo grande, che ho tanto stimato come Scrittore, e venerato come uomo, modello di virtù e di patriottismo». La prima esecuzione del “Requiem”, diretta dallo stesso Maestro nato nell’umile casetta di Roncole, avvenne il 22 maggio 1874 nella Chiesa milanese di San Marco, quando l’Italia unita, sognata dal Letterato e dal Musicista, era ormai una realtà.

Un “monumento della musica”, insomma, dai ritmi trascinanti e coinvolgenti, che pone l’uomo dinanzi al mistero di quello che c’è dopo la morte, al suo distacco dalla vita terrena, alla severità del Giudizio con quel “Dies irae” da Vecchio Testamento così immenso eseguito, con la potenza delle voci e dei timpani, per ben tre volte durante l’omonima sequenza e ripreso anche nel conclusivo “Libera me” che Verdi aveva composto per la dipartita di Gioacchino Rossini e che poi inserì, con grande effetto, in questo omaggio manzoniano. Una Messa che, con la grande espressività del testo latino, segue fedelmente, pur trascurando qualche piccolo dettaglio, i passi della liturgia tridentina “pro defunctis” del tempo – ma in uso fino alla riforma conciliare – e che, a momenti di grande serenità e pace, come il “Requiem” e il”Kyrie” iniziali, travolge chi l’ascolta con il terrore della Sentenza divina, contrassegnata con grande effetto e pathos dalle trombe del “Tuba mirum” – due quelle decentrate sul secondo palco del Teatro -, ma anche dal dolce e nel contempo malinconico “Lacrimosa”. Festoso, invece, il “Sanctus”, testo comune a tutte le celebrazioni eucaristiche e quindi senza riferimenti al “trapasso”, e rasserenante il successivo “Agnus Dei”, prima di giungere al vero e proprio “sigillo” sull’esistenza umana giunta a termine, anticipato dal “Lux aeterna” ed esploso nel “Libera me” aperto dalla voce cupa e “impaurita” del soprano che invoca al Signore la liberazione dalla morte eterna in quel giorno tremendo, quando cielo e terra saranno sconvolti (“quando coeli movendi sunt et terra”). E tutto viene sottolineato per la quarta volta dal ritorno del “Dies irae” senza riferimenti a “teste David cum Sibylla” ma con l’aggiunta di “calamitatis et miseriae, dies magna et amara valde”. Prima di approdare a un grande senso di profondità spirituale quando il coro invoca il riposo eterno nella luce perpetua, concluso dalla nuova invocazione, da parte di tutte le voci, del “Libera me Domine, de morte aeterna”.
Un “sigillo” sottolineato, come dicevamo, da fragorosi e lunghi applausi con i quali il pubblico del Giovanni da Udine ha voluto esprimere il suo apprezzamento per questo concerto – appunto, omaggio a Giuseppe Verdi a 150 anni dalla sua “Messa da Requiem” – che resterà scritto nell’Albo d’oro del Teatro friulano. Proprio perché frutto della grande preparazione e talento degli artisti che questa terra continua a esprimere con successo.