Torna al Teatro di San Carlo il Don Carlo di Giuseppe Verdi firmato da Claus Guth

Sul podio Henrik Nánási

Domenica 19 gennaio 2025, ore 17:00

Fino a venerdì 31 gennaio

La Stagione d’Opera 2024-25 al Teatro di San Carlo prosegue con il Don Carlo di Giuseppe Verdi. Torna l’allestimento firmato, per la regia, da Claus Guth e vedrà sul podio Henrik Nánási,alla guida di Orchestra e Coro del Lirico di Napoli.

Cinque in tutto le recite, a partire da domenica 19 gennaio, alle ore 17:00, e fino a venerdì 31 gennaio.

Le scene sono di Etienne Pluss, mentre i costumi di Petra Reinhardt. Le luci di Olaf Freese verranno riprese da Virginio Levrio,ilvideo è di Roland Horvath. Yvonne Gebauer firma la drammaturgia.

Piero Pretti sarà impegnato nel ruolo del titolo, mentre Rachel Willis-Sørensen,per la prima volta al Teatro San Carlo, darà voce e volto aElisabetta di Valois. John Relyea interpreta Filippo II, Gabriele Viviani Rodrigo. Varduhi Abrahamyan sarà la Principessa Eboli, mentre Alexander Tsymbalyuk Il Grande Inquisitore.

Completano il cast vocale Giorgi Manoshvili (Un frate), Maria Knihnytska (Tebaldo), Ivan Lualdi (Il conte di Lerma), Vasco Maria Vagnoli (Un araldo reale), Désirée Giove (Una voce dal cielo). I sei deputati sono, invece, affidati a Sebastià Serra, Yunho Kim, Maurizio Bove, Ignas Melnikas, Giovanni Impagliazzo e Antimo Dell’Omo.

“Nella mia idea di Don Carlo – afferma il regista Guth – ho focalizzato la mia attenzione sul personaggio principale, seguendo la sua prospettiva. Don Carlo è un personaggio fragile, incapace di far fronte a ciò che la società esige da lui. È un sognatore, più vicino al mondo della fantasia che alla realtà. È e rimane intrappolato nello stesso spazio e questa prigionia descrive la sua condizione nel mondo. Non riesce a trovare una collocazione nel cosmo in cui è nato, sembra essere al posto sbagliato: il padre lo rifiuta e la donna che ama diventa sua madre dopo aver sposato Filippo II. Anche Rodrigo, l’unico amico che sembra avere, lo strumentalizza per i suoi scopi. Tutto questo crea in lui una visione oscura del mondo, simile ad una prigione. Con lo svolgersi dei cinque atti, sempre più i personaggi si rivelano nella loro stessa disperazione e solitudine”.

Dramma lirico su libretto originale in francese di François-Joseph Méry e Camille Du Locle, ispirato alla tragedia in cinque atti Don Karlos, Infant von Spanien di Friedrich Schiller, l’originale francese dal titolo Don Carlos fu rappresentato a Parigi lʼ11 marzo 1867, ed è la partitura più lunga e complessa di Verdi. Ne seguiranno numerose versioni, addirittura sette di cui si individuano cinque principali. Questa edizione napoletana corrisponde con la rappresentazione modenese del 29 dicembre 1886: non c’è il balletto inserito nella prima parigina e viene reintegrato il primo atto tagliato nella versione scaligera, immediatamente precedente, del 1884.

Teatro di San Carlo

/ Opera

Dal 19 Gennaio al 31 Gennaio

Don Carlo

Opera in cinque atti
Musica di Giuseppe Verdi
Libretto di Joseph Méry e Camille du Locle, tratto dal dramma Don CarlosInfant von Spanien di Friedrich Schiller
Traduzione italiana di Achille De Lauzières e Angelo Zanardini

Direttore | Henrik Nánási
Regia | Claus Guth
Scene | Etienne Pluss
Costumi | Petra Reinhardt
Luci | Olaf Freese riprese da Virginio Levrio
Video | Roland Horvath
Drammaturgia | Yvonne Gebauer

Interpreti
Filippo II | John Relyea
Don Carlo | Piero Pretti
Rodrigo | Gabriele Viviani
Il grande inquisitore | Alexander Tsymbalyuk
Un frate | Giorgi Manoshvili
Elisabetta di Valois | Rachel Willis-Sørensen
La principessa Eboli | Varduhi Abrahamyan
Tebaldo | Maria Knihnytska #Il conte di Lerma | Ivan Lualdi 
Un araldo reale | Vasco Maria Vagnoli ♮
Una voce dal cielo | Désirée Giove #Primo deputato  | Sebastià Serra #Secondo deputato | Yunho Kim #Terzo deputato | Maurizio Bove #Quarto deputato  | Ignas Melnikas ##
Quinto deputato | Giovanni Impagliazzo ##
Sesto deputato | Antimo Dell’Omo #

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo
Maestro del Coro | Fabrizio Cassi

Produzione del Teatro di San Carlo in coproduzione con Latvijas Nacionālā Opera un Balets

debutto al Teatro di San Carlo
Coro del Teatro di San Carlo
# Accademia del Teatro di San Carlo / ## ex allievo

Teatro di San Carlo | BLU
domenica 19 gennaio 2025, ore 17:00 – A – BLU – III
mercoledì 22 gennaio 2025, ore 19:00 – B – BLU – IV
sabato 25 gennaio 2025, ore 19:00 – F – BLU – III
martedì 28 gennaio 2025, ore 19:00 – C/D – BLU – IV
venerdì 31 gennaio 2025, ore 19:00 -F. A.– BLU – IV

Opera in italiano con sovratitoli in italiano e inglese
Durata: 4 ore e 30 minuti circa, con due intervalli

TURANDOT AL TEATRO MASSIMO DI PALERMO, SABATO 21 SETTEMBRE

L’opera sarà eseguita nella versione integrale del finale di Franco Alfano

con la regia di Alessandro Talevi, la direzione di Carlo Goldstein

e un cast di cantanti di rilievo internazionale


L’omaggio a Giacomo Puccini, nel centenario della morte, riporta sabato 21 settembre alle 20:00 al Teatro Massimo di Palermo un nuovo allestimento di Turandot,dramma lirico in tre atti e cinque quadri, nella prima versione integrale del finale dell’opera ultimata da Franco Alfano alla morte del compositore. La regia è firmata da Alessandro Talevi, apprezzato per il suo stile inventivo e fantasioso mentre sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo sale il maestro Carlo Goldstein.

Coro e Coro di voci bianche del Teatro Massimo sono diretti dal maestro Salvatore Punturo.

Il cast vede il ritorno da protagonista del soprano Ewa Płonka, che il pubblico del Teatro Massimo ha molto amato nel ruolo di Abigaille in Nabucco; accanto a lei in alternanza un’altra Ewa polacca, Ewa Vesin. Ad interpretare il principe Calaf e l’aria diventata icona del melodramma italiano nel mondo (Nessun dorma…) è il tenore Martin Muehle, apprezzato, oltre che per l’abilità vocale, per l’intensità drammatica delle sue interpretazioni, e nel cast alternativo è Angelo Villari.

Accanto a loro, nei panni della dolce Liù, vi saranno l’armena Juliana Grigoryan, tra i soprani più ricercati del momento, e la palermitana Jessica Nuccio, che torna in un nuovo ruolo pucciniano dopo Bohème. Debuttano come Timur due tra le più belle giovani voci di basso: Giorgi Manoshvili, che al Teatro Massimo ha trionfato come Gremin in Evgenij Onegin un anno fa, e Jerzy Butryn.

Completano il cast Alessio Arduini (Ping), Matteo Mezzaro (Pong e Principe di Persia), Blagoj Nacoski (Pang), Luciano Roberti (Mandarino), Cristiano Olivieri (l’imperatore Altoum) e le ancelle affidate a Gabriella Barresi / Cecilia Galbo e Lorena Scarlata / Maria Luisa Aleccia. Regista assistente Anna Maria Bruzzese. Scene e costumi di Anna Bonomelli, luci di Marco Giusti. Maestro d’armi Ran Arthur Braun. Assistente ai costumi Angelica Forni. Repliche fino al 29 settembre.

Ispirata all’omonima fiaba teatrale di Carlo Gozzi, l’opera, che nel libretto di Adami e Simoni è ambientata in Cina, racconta la vicenda della bella e crudele principessa Turandot. Chiunque voglia sposarla dovrà provare a risolvere tre enigmi che racchiudono il mistero e il rancore della principessa per la violenza subita dalla sua antenata Lo-u-ling che rivive in lei. I malcapitati pretendenti, che uno dopo l’altro falliscono la prova vengono giustiziati senza alcuna pietà fino all’arrivo del principe Calaf, che non solo risolve gli enigmi ma, grazie al sacrificio della schiava Liù che si suicida pur di non tradire il suo segreto, riesce a infrangere il cuore di ghiaccio di Turandot con la forza più grande e misteriosa che esista: l’amore. Puccini compone Turandot unendo a un linguaggio musicale moderno la struttura della grande tradizione ottocentesca dell’opera italiana, ma muore prima di completare la composizione che viene affidata a Franco Alfano, che all’epoca aveva già scritto opere di successo come Risurrezione (1904) e La leggenda di Sakuntala (1921) e che poi a inizio degli anni Quaranta fu sovrintendente del Teatro Massimo. Turandot sarà eseguita per la prima volta al Teatro alla Scala nel 1926 con la direzione di Toscanini che però ferma l’esecuzione lì dove Puccini si era fermato prima di morire e in seguito eseguirà il finale di Alfano in una versione ridotta che si è poi imposta nell’uso comune.

Il nuovo allestimento del Teatro Massimo propone invece la prima versione integrale con l’ultimo duetto e il finale di Franco Alfano. Il regista Alessandro Talevi ambienta l’opera in “una dimensione fuori dal tempo, con rimandi antichi e moderni, nei costumi e nella scena, e abbraccia genericamente il concetto di Oriente per rendere universale una favola di mille anni fa, intrisa di violenza e riscatto, ma ancora oggi attuale … Analizzando i tre enigmi – aggiunge -si capisce la psicologia di Turandot, sono i simboli della sua vita, raccontano la sua crescita dall’infanzia fino a questa maturità cattiva, e spiegano perché lei si identifica così tanto e così ferocemente con la sua ava Lo-u-ling: la mia idea è che lei ha avuto un’esperienza simile nella sua adolescenza, o forse anche prima, ha vissuto anche lei in qualche modo l’esperienza della violenza da parte di uno o più uomini. Perché Lo-u-ling, la principessa morta secoli prima e che Turandot idolatra, si intuisce che non è stata solo uccisa da un invasore, ma anche violentata, stuprata”. E a proposito del tormentato finale lasciato incompiuto da Puccini e delle varie versioni scritte dopo la sua morte, conclude – “secondo me il finale integrale di Alfano è l’unico in grado di rendere l’idea di cosa Puccini probabilmente avrebbe voluto realizzare. È l’unico epilogo che rende plausibile la trasformazione di Turandot, in poche battute, da principessa di morte in donna innamorata ”.

Turandot sarà in scena dal 21 al 29 settembre ma, come consuetudine del Teatro Massimo, la prova generale dell’opera in programma venerdì 20 settembre alle ore 18:30 è aperta al pubblico per uno scopo benefico a favore stavolta della Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro. I biglietti sono in vendita all’AIRC di Palermo (com.sicilia@airc.it – 0916110340; 091329264) o presso la biglietteria del Teatro Massimo.

Il debutto dell’opera è preceduto anche da un altro appuntamento di rilievo dedicato alla memoria di Puccini. Sabato 21 settembre alle ore 17:30 nella Sala ONU del Teatro Massimo Giovanni Gavazzeni, critico musicale e musicologo, e Ilaria Grippaudo, ricercatrice di Storia della Musica dell’Università di Palermo, presentano il volume di Gianandrea Gavazzeni La minuziosa verità. Scritti su Giacomo Puccini (a cura di Giovanni Gavazzeni), Edizioni Pendragon. Gianandrea Gavazzeni, direttore d’orchestra, celebre e apprezzato interprete della vitalità, dell’originalità e della modernità dell’universo pucciniano, ha dedicato a Puccini saggi critici e memorie artistiche, cogliendone aspetti nascosti e offrendo intuizioni interpretative che risultano, ancor oggi, straordinariamente felici. Così le partiture di Tosca, Bohème, Madama Butterfly, Manon, Turandot, La fanciulla del West… diventano materia di analisi in brevi e illuminanti scritti e, al contempo, argomento di riflessione su tutti gli aspetti dello spettacolo operistico. La presentazione, nel giorno della prima di Turandot, ricorda che l’ultima opera di Puccini fu uno dei tanti titoli diretti da Gianandrea Gavazzeni al Teatro Massimo di Palermo nell’arco di più di quarant’anni: un percorso ricchissimo e indimenticabile che spazia da Mozart e Rossini fino al Novecento.

Altro immancabile appuntamento in programma, domenica 29 settembre alle 18:30,è con Bambini all’Opera, il laboratorio dedicato ai più piccoli (6-10 anni) che si svolge nella Sala Stemmi del Teatro Massimo mentre in Sala Grande è in scena lo spettacolo. L’ideazione e la cura sono di Francesca Cosentino che,con le animazioni teatrali di Gisella Vitrano, gli interventi cantati di Sonia Sala e le illustrazioni di Giuseppe Lo Bocchiaro racconta ai bambini la trama dell’opera, propone l’ascolto di alcuni brani, e al termine li conduce in Sala Grande per assistere ad alcuni momenti dello spettacolo e avvicinarli alla magia del teatro. Infoe prenotazioni tel. 329 7260846. I biglietti (da 18 a 165 euro) sono acquistabili presso la biglietteria di Piazza Verdi (aperta tutti i giorni dalle 9.30 alle 15.30, tel. +39 0916053580), su www.ticketone.it, o chiamando il Call Center +39 0918486000, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 18.00, per acquistare anche telefonicamente. Calendario delle recite: sabato 21 settembre, ore 20:00 (Turno Prime); domenica 22 settembre, ore 18:30 (Fuori abbonamento); martedì 24 settembre, ore 18:30 (Turno Scuola); mercoledì 25 settembre, ore 18:30 (Turno B); giovedì 26 settembre, ore 18:30 (Fuori abbonamento); venerdì 27 settembre, ore 18:30 (Turno C); sabato 28 settembre, ore 20:00 (fuori abbonamento); domenica 29 settembre, ore 18:30 (Turno D).

Durata: due ore e 45 minuti compresi gli intervalli;

L’ORCHESTRA RAI AL ROF CON BIANCA E FALLIERO, ERMIONE E IL VIAGGIO A REIMS

Roberto Abbado, Michele Mariotti e Diego Matheuz sul podio dei tre titoli rossiniani

L’inaugurazione il 7 agosto in prima serata su Rai5

L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai torna al Rossini Opera Festival. Per la 45esima edizione, nell’anno di Pesaro Capitale italiana della cultura, la compagine è protagonista di due nuove produzioni operistiche, Ermione e Bianca e Falliero, e dell’esecuzionein forma di concerto del Viaggio a Reims, a celebrazione del 40o anniversario della sua prima esecuzione in tempi moderni al ROF 1984.

Il Festival si apre il 7 agosto all’Auditorium Scavolini, nuovo spazio teatrale all’interno del PalaFestival, con Bianca e FallieroLo spettacolo è ripreso da Rai Cultura che lo trasmette in prima serata su Rai5 alle 21.15.Sul podio dell’OSN Rai Roberto Abbado.

Sul palcoscenico Jessica Pratt (Bianca), Aya Wakizono (Falliero), Dmitry Korchak (Contareno), Giorgi Manoshvili (Capellio), Nicolò Donini (Priuli), Carmen Buendía (Costanza), Dangelo Díaz (Cancelliere), Claudio Zazzaro (Ufficiale/Usciere). Con loro il Coro del Teatro Ventidio Basso. Il nuovo spettacolo è affidato a Jean-Louis Grinda, con Rudy Sabounghi per scene e costumi e Laurent Castaingt alle luci. Repliche l’11, 14 e 19 agosto.

La seconda nuova produzione del Festival, Ermione, va in scena il 9 agosto alla Vitrifrigo Arena. Sul podio dell’OSN Rai Michele Mariotti. Protagonisti Anastasia Bartoli nel ruolo del titolo, affiancata da Victoria Yarovaya (Andromaca), Enea Scala (Pirro), Juan Diego Flórez (Oreste), Antonio Mandrillo (Pilade), Michael Mofidian (Fenicio), Martiniana Antonie (Cleone), Paola Leguizamón (Cefisa) e Tianxuefei Sun (Attalo). Il coro è quello del Teatro Ventidio Basso. La messinscena è a cura di Johannes Erath, con scene di Heike Scheele, costumi di Jorge Jara, video di Bibi Abel e luci di Fabio Antoci. Repliche il 13, 17 e 20 agosto. 

Chiude il cartellone, il 23 agosto all’Auditorium Scavolini, l’esecuzione in forma di concerto del Viaggio a Reimscon l’OSN Rai diretta daDiego Matheuz e il Coro del Teatro Ventidio Basso. Il cast è composto da Vasilisa Berzhanskaya (Corinna), Maria Barakova (Marchesa Melibea), Nina Minasyan(Contessa di Folleville), Karine Deshayes (Madama Cortese), Jack Swanson (Cavalier Belfiore), Dmitry Korchak (Conte di Libenskof), Mihael Mofidian (Lord Sidney), Erwin Schrott (Don Profondo), Nicola Alaimo (Barone di Trombonok), Vito Priante (Don Alvaro), Alejandro Baliñas (Don Prudenzio), Tianxuefei Sun (Don Luigino), Paola Leguizamón (Delia), Martiniana Antonie (Maddalena), Vittoriana De Amicis (Modestina), Nicolò Donini (Antonio), Jorge Juan Morata (Zefirino/Gelsomino).