Nel centenario dalla morte di Giacomo Puccini, il Teatro Petruzzelli rende omaggio al musicista con 7 repliche di Madama Butterfly
di Gaetano Laudadio
L’allestimento è quello realizzato per lo “Sferisterio” di Macerata, con la regia ed i costumi di Pier Luigi Pizzi, ambientato negli anni ‘20 e ripreso dalla regia di Massimo Pizzi Gasparon.
Madama Butterfly è considerata una delle opere più struggenti e cariche di tensione emotiva della lirica italiana, che non lascia indifferenti gli appassionati di musica lirica. Puccini è stato l’ultimo grande compositore dell’opera italiana e molte sue composizioni parlano di tormentate storie di vita e d’amore.
Tutto ruota intorno ad un “matrimonio per gioco”, che ha per protagonisti uno spavaldo quanto insensibile tenente della Marina U.S.A. ed una giovanissima geisha, dall’animo dolce e profondo. Unica vera protagonista di quest’opera è proprio lei, la giovanissima Cio-Cio-San ovvero Butterfly (farfalla), che si trasforma da ingenua adolescente a grande e tragica eroina, con un crescendo di pathos e di tensione musicale che sfocia nel suicidio.
Innumerevoli gli spunti di questa opera che, secondo gli intenti dell’autore, vuole mettere a confronto due culture quella orientale e quella occidentale, la genuina semplicità di una giovanissima donna giapponese Cio-Cio-San (appena 15enne) e la spavalderia ed insensibilità dell’ufficiale della Marina Americana, Pinkerton.
La fragilità iniziale e la forza della giovanissima geisha, tradita dalla malvagia pochezza dell’americano, raggiungono il climax nel momento in cui lei, prima di uccidersi, sceglie di cedere l’amato figlioletto, (nato dal matrimonio con lo yankee), alla coppia americana. In un turbinio di sentimenti contrastanti decide, un po’ per recuperare l’onore perduto (come vuole la cultura di cui è figlia) o in parte per uscire dal futuro del figlio, di soccombere per sua stessa mano. Sarà la sua devota Suzuki, secondo la pratica del harakiri, a finirla, tagliandole la gola ed alleviando la sofferenza finale.
E quando Cio-Cio-San benda gli occhi del bambino per non fargli vedere l’harakiri, anche ai melomani accade di commuoversi. Pinkerton anche alla fine abbandona Cio-Cio-San una seconda volta e non la incontra, per paura o per viltà, lasciandola definitivamente al suo terribile destino.
Tutti davvero bravi i protagonisti della penultima recita di sabato sera: Michiko Takeda (Cio-Cio-San), Nozomi Kato (Suzuki), Riccardo Della Sciucca (F.B. Pinkerton ), Mario Cassi(Sharpless), Andrea Schifaudo (Goro), Carmine Giordano(Il principe Yamadori), In Sung Sim(Lo zio Bonzo), Margherita Rotondi (Kate Pinkerton), Alberto Petricca(Commissario Imperiale), Graziano De Pace (Ufficiale del registro), Ivana Padovano (La madre di Cio-Cio- San), Grazia Berardi (La zia), Annamaria Bellocchio(La cugina), Antonio Muserra(Yakousidé) e per il bravissimo direttore del coro : Giovanni Farina.
Particolarmente applaudito il coro muto e naturalmente “Un bel dì vedremo”. In realtà, applausi per tutti ed in modo particolare per Michiko Takeda e per il M° Giacomo Sagripanti, che ancora una volta ha confermato le sue grandi qualità, dirigendo l’orchestra del teatro Petruzzelli in modo impeccabile. Dopo questi due anni circa, da direttore ospite del Teatro barese, sarebbe auspicabile poterlo rivedere in un ruolo ancora più importante, anche se i suoi impegni all’estero sono innumerevoli in Teatri importantissimi: dalla Fenice di Venezia, all’Opera House di Londra (dove dirigerà la Lucia di Lammermoor in maggio, all’Operà di Parigi, al Teatro Real di Madrid ed il prossimo anno al Rossini Opera Festival 2025 ed ancora Al Metropolitan di Newyork.
Il M° Sagripanti, con grande sensibilità, ha saputo mettere in evidenza la dolcezza dei vari passaggi che i cantanti hanno assecondato rendendo a tratti, anche, con un filo di voce, le struggenti note di Puccini.
Numerosi e sentiti sono stati gli applausi a fine recita, giusto tributo ad un lavoro così accurato e profondo realizzato da tutti