La nuova coreografia di Sasha Riva e Simone Repele per il Corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo in scena il 5 e il 6 ottobre in Peter Pan

Con Peter Pan, una nuova creazione commissionata dal Teatro Massimo di Palermo, ispirata liberamente al romanzo di James Matthew Barrie, torna in scena il 5 ottobre (ore 20:00) e il 6 ottobre (ore 18:30) il Corpo di ballo del Teatro Massimo diretto da Jean-Sébastien Colau. A firmare il balletto sono Simone Repele e Sasha Riva, danzatori e coreografi che si sono imposti sulle scene internazionali per la poesia e l’impatto emotivo delle loro coreografie che coniugano uno stile neoclassico/contemporaneo. Ad accompagnare il balletto le musiche tratte dal Sogno di una notte di mezza estate di Felix Mendelssohn, eseguite dall’Orchestra del Teatro Massimo, diretta dal maestro Alessandro Cadario. 

Le scene sono di Sasha Riva e Simone Repele, i costumi di Mario Celentano, le luci di Alessandro Caso. Le tracce sonore registrate di Andrea Riva.

Protagonista della scena è il Corpo di ballo del Teatro Massimo forte delle recenti stabilizzazioni dell’organico, con i suoi interpreti e solisti: Michele Morelli (Peter Pan), Lucia Ermetto (Wendy anziana), Francesca Bellone (Wendy giovane), Alessandro Cascioli (L’ombra), Andrea Mocciardini (padre di Wendy), Romina Leone (madre di Wendy), Emilio Barone e Giovanni Traetto (fratelli di Wendy), Yuriko Nishihara e Jessica Tranchina (amiche di Wendy).

Al centro del racconto, la vicenda di Peter Pan, personaggio che incarna il mito dell’eterna fanciullezza, creato da James Matthew Barrie. La sua fedeltà al primato della fantasia su tutto ha ispirato fin dal suo apparire nel 1902, celeberrime versioni cinematografiche, d’animazione, canzoni d’autore e musical. Per i coreografi Riva e Repele il racconto di Barrie è il punto di partenza per una nuova rilettura drammaturgica: Peter Pan non è un bambino che non vuole crescere ma un bambino che non può crescere perché qualcosa glielo impedisce contro la sua volontà. La coreografia diventa così una dedica commossa a tutti i bambini che non sono potuti diventare grandi ma che avrebbero voluto farlo e una riflessione sul tempo che passa, sull’età, sui sogni e i desideri, i ricordi e le illusioni, temi che sono da sempre al centro della ricerca dei due coreografi. “Sono degli aspetti ricorrenti nei nostri lavori – dicono Riva&Repele – probabilmente è il nostro modo di esorcizzare una paura che condividiamo e di cui parliamo spesso. Il passare del tempo, la morte, ma anche la vita e il loro inspiegabile contrasto, sono misteri che ci affascinano e ci spaventano allo stesso tempo. Scegliamo infatti molto spesso argomenti che si legano in un modo o nell’altro a questi temi. Cerchiamo di risolverli con la nostra scrittura drammaturgica attraversando la bellezza e le deformità del corpo, i suoi pieni e i suoi vuoti …”

E a proposito del lavoro con il Corpo di ballo del Teatro Massimo aggiungono: “E’ stata una produzione molto intensa, sia a livello fisico che emotivo ma abbiamo trovato una dimensione speciale: nella sala prove con i ballerini del Corpo di ballo del Teatro Massimo. Abbiamo notato grande rispetto e collaborazione, forse perché hanno compreso fin da subito il nostro lavoro e hanno condiviso con entusiasmo e serietà la nostra passione. Entrare in contatto con un nuovo vocabolario e una gestualità a cui non si è abituati è sempre piuttosto complesso. In particolare noi lavoriamo molto su certi atteggiamenti del corpo, sull’intenzione emotiva dei gesti, delle posture e dei movimenti e quindi è necessario avere in sala prove dei professionisti pronti a cogliere questa modalità che va ben oltre la dimensione estetica della danza. Il Corpo di ballo del Teatro Massimo ha dimostrato fin da subito la volontà di entrare in questa dimensione”.

Definiti “Poeti della danza”, Sasha Riva (nato a Fairfax County, Virginia, nel 1991 e cresciuto in Italia) e Simone Repele (nato a Torino nel 1993) si sono formati all’Accademia del Balletto e nella compagnia di Amburgo di John Neumeier, per poi approdare al Ballet du Grand Théâtre de Genève. Nel 2020 fondano Riva&Repele, focalizzandosi sul proprio lavoro coreografico e continuando ad esibirsi come danzatori nelle loro opere ma anche di altri coreografi come Marco Goecke, che ha creato un duetto per loro. Le loro coreografie trovano fonte in un forte lato teatrale, sensibile e poetico. Le immagini stilizzate sono collegate da un vocabolario neoclassico/contemporaneo e da gesti forti. Hanno realizzato il loro primo balletto integrale Lili Elbe Show, già rappresentato in diversi teatri tra Svizzera, Spagna e Italia. Nel 2021 sono stati l’unica compagnia straniera ad essere selezionata dal Centro Coreografico Canal e poi programmati dal prestigioso Festival Madrid en Danza. Dal 2022 collaborano con il regista Damiano Michieletto per il Festival di Caracalla. Collaborano con l’Etoile dell’Opéra di Parigi Eleonora Abbagnato per eventi come Expo 2030, Ferrari, Vhernier e concerti di diversi cantanti famosi. I loro progetti futuri li porteranno a lavorare per diverse compagnie internazionali tra cui lo Stuttgart Ballet, l’Augsburg Ballet, l’Opera di Roma e altre.

Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo dirige Alessandro Cadario, direttore d’orchestra eclettico nel repertorio e attento alla prassi esecutiva dei diversi stili, è Direttore ospite principale dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano dal 2016. Ha diretto nelle stagioni dei principali enti lirici e festival italiani e internazionali, salendo sul podio di importanti orchestre tra cui l’Orchestra del Teatro Mariinsky, la Russian National Orchestra, l’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo, la Tatarstan National Symphony Orchestra e le Orchestre del Teatro dell’Opera di Roma, del Teatro Regio di Torino, del Teatro La Fenice di Venezia, del Teatro Comunale di Bologna, del Teatro Carlo Felice di Genova, del Teatro Massimo di Palermo, del Teatro Petruzzelli di Bari. Al Teatro Massimo di Palermo ha diretto nel 2019 Lo schiaccianoci, nel 2022 L’eredità dei giusti di Marco Tutino e nel 2023 il concerto Omaggio a Maria Callas. Oltre al repertorio classico la sua attenzione va alla musica contemporanea che interpreta con particolare dedizione, vista la sua duplice natura di direttore e compositore. Ha diretto numerose prime assolute di autori come Bettinelli, Fedele, Galante, Tutino, Campogrande, Vacchi.

In scena da sabato 16 marzo al Teatro Massimo di Palermo il Corpo di ballo con “Cenerentola”

Il balletto con le musiche di Prokofiev, nella pluripremiata versione del coreografo Thierry Malandain.Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimola giovane e affermata direttrice slovena Mojca Lavrenčič

Apprezzato per lo stile, il virtuosismo e la sensualità dei suoi balletti, il coreografo francese Thierry Malandain, firma la “Cenerentola” con le musiche di Prokof’ev che il Corpo di ballo del Teatro Massimo, diretto da Jean-Sébastien Colau, e l’Orchestra del Teatro Massimo, diretta da Mojca Lavrenčič, portano in scena da sabato 16 marzo alle ore 20:00 in Sala Grande.

Sedotto dalla magia della fiaba di Charles Perrault e dalle musiche composte nel 1945 da Sergej Prokofiev per il Teatro Bolshoi di Mosca, Malandain, direttore artistico del Ballet Biarritz, ha creato una coreografia di grandissimo successo che gira il mondo dal 2013 e che affronta con un approccio originale il tema del riscatto della fanciulla sola e sfortunata.

«Attraverso l’umanità della storia di Cenerentola, attraverso le sue sofferenze, le sue emozioni, le sue speranze si scrive qualcosa di universale – dice Malandain – È per dimenticare l’umanità che sanguina, l’ignoranza e la stupidità umana, insomma per tentare di sublimare l’ordinario, che ho coreografato Cenerentola. Abbandonate le vesti grigie di cenere, la nuova Cenerentola si trasformerà in una moderna étoile della danza dopo avere affrontato un percorso pieno di paure, dubbi, ed emarginazione che alla fine le regalerà amore, gioia e rivincita. La mia cultura – prosegue – è quella del balletto classico e senza complessi. Pur riconoscendo che i suoi codici artistici e sociali appartengono ad un’altra epoca, penso che questa materia, frutto di quattro secoli di storia, dia ai danzatori delle risorse inestimabili. Sono considerato classico da alcuni, contemporaneo da altri, mentre semplicemente cerco la danza che amo. Una danza che non si limita al piacere, ma che si riallaccia all’essenza del sacro, come una risposta alla difficoltà di esistere».

Il Corpo di ballo del Teatro Massimo è in scena con due cast di solisti che si alternano e che vedono nei ruoli principali Martina Pasinotti e Yuriko Nishihara nei panni di Cenerentola; Michele Morelli e Alessandro Casà in quelli del Principe; Romina Leone e Linda Messina nel ruolo della Fata; Vincenzo Carpino e Andrea Mocciardini in quello della Matrigna. Due interpreti maschili anche per le sorellastre: Alessandro Cascioli e Dennis Vizzini en travesti interpretano Genoveffa così come Gianluca Mascia e Giovanni Traetto interpretano Anastasia. Infine Diego Mulone e Vincenzo Carpino vestono i panni del Padre ed Emilio Barone e Francesco Curatolo quelli del Maître di danza e di cerimonia, dell’Amico del Principe e dell’ Elfo.

Ad affiancare Malandain a Palermo per la ripresa delle coreografie è uno dei suoi più stretti collaboratori, il siciliano Giuseppe Chiavaro. Ad arricchire l’allestimento della Volksoper Wien GmbH, le scenografie concepite senza cambi e artifici di Jorge Gallardo, che firma anche i costumi e le luci di Jean-Claude Asquié, riprese da Christian Grossard. Completano il team creativo, Vincenzo Veneruso Maître de ballet e assistente del direttore del Corpo di ballo e Guido Sarno, Maître de ballet e assistente alla coreografia.

Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo dirige la giovane direttrice slovena Mojca Lavrenčič che torna a Palermo dopo avere già diretto con successo l’Orchestra nel balletto Le corsaire e nel recente concerto dell’8 marzo dedicato alle donne compositrici. Si replica fino al 24 marzo.Biglietti: da 14 a 100 euro; Info: https://www.teatromassimo.it/event/cenerentola/

Il Corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo danza sulle note di Rachmaninoff, “Biancaneve”, la nuova coreografia firmata da Jean-Sébastien Colau e Vincenzo Veneruso.

Debutta venerdì 15 dicembre alle 20:00 al Teatro Massimo di Palermo “Biancaneve”, la nuova creazione per il Corpo di ballo della Fondazione firmata dal direttore Jean-Sébastien Colau e da Vincenzo Veneruso che rinnovano il loro sodalizio artistico dopo il grande successo dello Schiaccianoci dell’anno scorso. Un balletto-concerto in stile classico, narrativo, che ripercorre e in parte riscrive la fiaba dei Fratelli Grimm, con un lieto fine riservato a Biancaneve e al più umano Cacciatore, che prende il posto del Principe azzurro. La coreografia è danzata sulle note del celebre Concerto per pianoforte n. 2, della Rapsodia su un tema di Paganini e della Sinfonia n.2 di Sergei Rachmaninoff, rendendo così omaggio al grande compositore in occasione dei 150 anni dalla nascita. Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo dirige Danila Grassi, mentre al pianoforte si alternano nelle recite i due giovani solisti Alberto Ferro (15, 17, 20, 22) e Davide Ranaldi (16, 19, 21, 23).

Le scenografie e i fondali dipinti, creati nei laboratori scenografici del Teatro Massimo guidati da Christian Lannie Stefano Canzoneri, sono di Apolonia Polona Loborec; i costumi di Cécile Flamand, le luci di Maureen Sizun VomDorp. Assistente alla coreografia è Guido Sarno. In scena si alternano tre cast che impegnano 45 ballerini nel corso delle otto recite, in programma fino al 23 dicembre.

“La coreografia è una vera challenge per i solisti – dicono i coreografi Jean-Sébastien Colau e Vincenzo Veneruso – ed èispirata anche al grande maestro e coreografo George Balanchine. Prevede un susseguirsi di giri, salti e prese che richiedono una forte padronanza della tecnica accademica applicata su tempi musicali molto rapidi, con un rilascio della parte superiore del corpo per dare morbidezza. Quanto alla drammaturgia abbiamo sostituito il personaggio idealizzato del principe azzurro con quello più autentico e terreno del cacciatore che, invece di strappare il cuore di Biancaneve come ordinato dalla matrigna, lo conquista, e alla fine la salva dall’incantesimo con un bacio. Così come la morte della cerbiatta è una morte naturale e non è causata dal cacciatore per ingannare la Regina”.

L’antefatto vede la principessa Biancaneve rimanere orfana prima di madre e poi anche del padre, ucciso dalla perfida matrigna assetata di potere. Quando lo specchio magico le rivela che Biancaneve è più bella di lei, la perfida Regina ordina al Cacciatore di condurre Biancaneve nel bosco e ucciderla. Ma il Cacciatore e Biancaneve sono legati fin dall’infanzia: dopo essersi scambiati promesse d’eterno amore, Biancaneve fugge nel bosco, mentre il Cacciatore, incontrata una Cerbiatta morente nel bosco, porta alla Regina il cuore della bestiola. Biancaneve giunge a una casa nel bosco dove vivono sette minatori. Quando la conducono alla miniera dove cercano pietre preziose, la presenza della bellissima fanciulla spinge i diamanti a rivelarsi e danzare per lei. Ma la perfida matrigna ha scoperto che Biancaneve è ancora in vita e, travestita da vecchina, le offre una mela avvelenata: Biancaneve la morde, cade in un sonno simile alla morte, viene esposta dai minatori in una teca di cristallo e riportata in vita dal bacio del Cacciatore. La Regina, furibonda contro lo specchio magico, precipita dalla torre, e tutti festeggiano le nozze di Biancaneve e del Cacciatore.

Le musiche di Rachmaninoff, eseguite integralmente e con una magica rispondenza tra la successione delle pagine e la vicenda del balletto, sono tra le più amate del compositore: il Secondo Concerto per pianoforte, scritto dopo essere uscito da una profonda crisi psicologica e dedicato allo psicanalista che lo aveva curato; la grande Rapsodia su un tema di Paganini, l’ultima grande composizione per pianoforte e orchestra, scritta durante gli anni dell’esilio americano, con le sue inquietanti citazioni del tema del Dies Irae; infine l’Adagio dalla Seconda sinfonia, di pochi anni più tarda del Secondo Concerto, per concludere riportando la serenità e celebrando l’amore, come in ogni classico lieto fine da favola.

In scena nel corso delle otto recite (di cui due fuori abbonamento) si alternano tre cast che impegnano tutti i ballerini del Corpo di Ballo del Teatro Massimo. Tra loro, nei ruoli principali: Carla Mammo Zagarella (15, 19, 22), Martina Pasinotti (16, 20, 23) e Yuriko Nishihara (17, 21), nel ruolo di Biancaneve; Michele Morelli (15, 19, 22), Alessandro Cascioli (16, 20, 23) e Alessandro Casà (17, 21) nei panni del Cacciatore; Francesca Davoli (15, 19, 22), Linda Messina (16, 20, 23)eFrancesca Bellone (17, 21) nel ruolo della Regina. Lucia Ermetto (15, 17, 19, 21,22), Valentina Chiulli (16, 20, 23), Emilio Barone, Gianluca Mascia, Diego Mulone, Giovanni Traetto, Dennis Vizzini, Francesco Curatolo sono i I sette minatori.

La prova generale del balletto, in programma giovedì 14 dicembre, sarà dedicata a Medici senza frontiere MSF, l’organizzazione medico-umanitaria indipendente a cui sarà devoluto il ricavato della vendita dei biglietti.

Dopo il debutto del 15 dicembre lo spettacolo sarà replicato sabato 16 dicembre alle 18.30 (Turno Danza); domenica 17 dicembre alle 17.30 (Turno D); martedì 19 dicembre alle 18.30 (Turno C); mercoledì 20 dicembre alle 18.30 (Turno B); giovedì 21 dicembre alle 20.00 (Fuori abbonamento); venerdì 22 dicembre ore 20.00 (Turno F) e sabato 23 dicembre alle 18.30 (Fuori abbonamento).

Domenica 17 dicembre dalle 17:30 inSala degli Stemmi, durante lo svolgimento dello spettacolo in Sala Grande, avrà luogo “Bambini all’Opera” il laboratorio per bambini dai 6 ai 10 anni a cura di Francesca Cosentino durante il quale viene narrata la trama dello spettacolo, si ascoltano brani musicali, si disegna e si fa merenda. Le animazioni teatrali sono di Marcella Vaccarino, le illustrazioni di Giuseppe Lo Bocchiaro, gli interventi cantati di Sonia Sala. Al termine del laboratorio i bambini sono accompagnati in Sala Grande per vivere così la magia del Teatro. Info e prenotazioni al 329 7260846.

Durata dello spettacolo: 1 ora e 50 minuti (compreso un intervallo di 20 minuti)

Biglietti: da 14 a 100 euro. Info: https://www.teatromassimo.it/event/biancaneve/