Prosegue l’omaggio a Giacomo Puccini nell’anno delle celebrazioni del centenario con “La fanciulla del West” in scena al Regio dal 22 marzo al 2 aprile 2024

Attesissima nuova produzione firmata da Valentina Carrasco
Mentre i primi film di ambientazione western, brevissimi e muti, facevano furore sul grande schermo, nel 1910 Giacomo Puccini pensò di trasferire una di quelle storie di pistoleri e di disperati sul prestigioso palcoscenico del Metropolitan Opera di New York. Il risultato fu La fanciulla del West, un’opera del tutto originale sia per il soggetto sia per lo stile musicale. Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Regio, il maestro Francesco Ivan Ciampa saprà stabilire tra orchestra e palcoscenico la necessaria e stretta collaborazione, con la precisione e il vigore che lo contraddistinguono

Al suo debutto al Regio, la regista argentina Valentina Carrasco – vincitrice del Premio Abbiati per La Favorite del Donizetti Opera 2022 – prende spunto dalle suggestioni cinematografiche del libretto e della partitura, proponendo un nuovo allestimento che rende omaggio al genere western. Tre interpreti acclamati per le loro qualità musicali e sceniche ricoprono i ruoli principali: Jennifer Rowley debutta nel ruolo di Minnie, Roberto Aronica è il bandito Johnson e Gabriele Viviani lo sceriffo Jack Rance. La nuova produzione sarà in scena a partire da venerdì 22 marzo alle ore 20 per otto recite fino a martedì 2 aprile.

Compositore e direttore d’orchestra, Francesco Ivan Ciampa torna a dirigere le compagini artistiche del Teatro dopo l’ultima esperienza con Cavalleria rusticana (Regio Opera Festival, 2022). Alla guida di grandi produzioni italiane e internazionali, negli ultimi anni ha diretto Turandot e Madama Butterfly al Festival Puccini a Torre del Lago e Il corsaro, I masnadieri e Nabucco al Festival Verdi di Parma. Durante la sua carriera è stato anche assistente di Antonio Pappano e di Daniel Oren.

Valentina Carrasco firma la sua prima regia per il Teatro Regio. Nata a Buenos Aires, studia musica, danza e letteratura. A Parigi prosegue il lavoro nel campo del film e dei video. Collabora con La Fura dels Baus dal 2000, è co-autrice di XXX, lo spettacolo più rappresentato della compagnia. In ambito operistico, con Àlex Ollé firma Le Grand Macabre di Ligeti (Bruxelles, Londra, Barcellona, Buenos Aires, Adelaide Festival, Opera di Roma), nel 2011 Quartett di Francesconi (Scala di Milano, Holland Festival, Lille) e Tristan und Isolde (Opéra de Lyon), nel 2017 Il trovatore all’Opera di Roma, Oedipe di Enescu (Royal Opera House di Londra), nel 2019 Manon Lescaut a Francoforte.

Al di fuori de La Fura dels Baus firma la prima mondiale di una nuova versione del ciclo wagneriano al Colón di Buenos Aires, la coreografia de La strada di Luc van Hove ad Anversa e Gand, Don Giovanni a Perm, diretto da Teodor Currentzis e vincitore del Golden Mask di Mosca. Apre la stagione 2019/20 dell’Opera di Roma con Les Vêpres siciliennes diretti da Daniele Gatti, regia per la quale è nominata come migliore regista all’International Opera Awards di Londra. A giugno 2020 firma Gianni Schicchi al Festival Puccini, prima produzione europea post lockdown. Nel 2021 ha messo in scena Aida al Festival di Macerata e, nel 2022, Simon Boccanegra al Festival Verdi di Parma e La Favorite al Teatro Donizetti di Bergamo, premio Abbiati dell’Associazione Italiana dei Critici Musicali come migliore spettacolo dell’anno, poi ripresa all’Opéra national de Bordeaux. Ha debuttato con Nixon in China all’Opéra di Parigi nel 2023.

Debutta nel ruolo di Minnie, proprietaria della “Polka”, il soprano americano Jennifer Rowley, acclamata in tutto il mondo per la sua voce indimenticabile e la straordinaria presenza scenica, sarà per la prima volta ospite del Teatro Regio. Riprenderà quindi il ruolo a luglio sotto la direzione del maestro Daniel Oren per la stagione del Centro Nazionale per le Arti dello Spettacolo di Pechino. Due graditissimi ritorni al Regio: il baritono Gabriele Viviani, come sceriffo Jake Rance, e il tenore Roberto Aronica, nel ruolo del fuorilegge Dick Johnson (Ramerrez).

Nei ruoli principali si alterneranno: Oksana Dyka (Minnie), Massimo Cavalletti (Jake Rance) e Amadi Lagha (Dick Johnson). Completano il cast: Francesco Pittari (Nick), Paolo Battaglia (Ashby), Filippo Morace (Sonora), Cristiano Olivieri (Trin), Eduardo Martínez (Sid e Billy Jackrabbit), Alessio Verna (Bello), Enzo Peroni (Harry), Enrico Maria Piazza (Joe), Giuseppe Esposito (Happy), Tyler Zimmerman (Larkens), Ksenia Chubunova (Wowkle), Gustavo Castillo (Jake Wallace), Adriano Gramigni (José Castro), Alejandro Escobar e Luigi Della Monica (un postiglione). Eduardo Martínez, Enrico Maria Piazza, Tyler Zimmerman e Ksenia Chubunova sono tutti Artisti del Regio Ensemble.

Ambientazione western e originale utilizzo della tecnologia, per un effetto “cinema” live, caratterizzano le scene della nuova produzione firmate da Carles Berga e Peter van Praet.

Silvia Aymonino ha creato i costumi che richiamano le atmosfere di film cult di Sergio Leone come C’era una volta il West e Il buono, il brutto e il cattivo, e si ispirano a fotografie e documenti storici. Gianluca Mamino è direttore della fotografia; le luci sono di Peter van Praet.

Lorenzo Nencini è assistente alla regia, Agnese Rabatti assistente ai costumi e Chiara La Ferlita assistente alle scene. Il Coro del Teatro Regio è istruito, come di consueto, dal Maestro Ulisse Trabacchin.

«È necessario rinnovarsi o morire», poiché «l’armonia oggi e l’orchestra non sono le stesse», così Giacomo Puccini esprimeva all’inizio del ‘900 il proprio desiderio di rinnovamento. La fanciulla del West, andata in scena a New York nel 1910 con protagonisti Enrico Caruso, Emmy Destinn e Pasquale Amato e con Arturo Toscanini sul podio, incarna questa aspirazione.

L’opera in tre atti, su libretto di Guelfo Civinini e Carlo Zangarini, è tratta dal dramma The Girl of the Golden West di David Belasco, una pièce di forti contrasti passionali e d’avventura che propone uno scontro all’interno di un triangolo amoroso (come già in Tosca), incorniciato dal mondo dei minatori all’epoca della febbre dell’oro, che tanto affascinò Puccini. Il compositore – come già aveva mirabilmente ottenuto con il Giappone in Madama Butterfly – evoca in musica l’ambiente western utilizzando materiale folklorico americano, melodie autentiche come quella di Jake Wallace «Che faranno i vecchi miei», il canto Dooda dooda day, danze esotiche (ragtime, bolero), una ninna-nanna pellerossa; inventa melodie ad hoc per l’arrivo della posta, per l’inseguimento a cavallo dei cowboys, preannunciando il tipico stile dei commenti musicali dei film western americani.

La fanciulla protagonista dell’opera è Minnie, una giovane energica e generosa che gestisce il saloon di un villaggio di cercatori d’oro in California. Di lei è innamorato, non ricambiato, lo sceriffo Jake Rance. La vita di Minnie è sconvolta dall’arrivo del bandito Dick Johnson, che ne conquista il cuore; nel tentativo di salvarlo dalla forca, la giovane arriverà a giocarsi la felicità in una partita a poker.

L’Anteprima Giovani, riservata agli Under 30, è in programma giovedì 21 marzo alle ore 20. L’opera sarà presentata mercoledì 20 marzo al Piccolo Regio Puccini alle ore 18, nella conferenza-concerto a ingresso libero condotta da Susanna Franchi.

Madama Butterfly al Teatro Carlo Felice

Tragedia giapponese in tre atti di Giacomo Puccini
su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa,
dalla tragedia di David Belasco

Venerdì 19 gennaio 2024, ore 20.00

Venerdì 19 gennaio, alle ore 20.00, si terrà la prima rappresentazione di Madama Butterfly, il quarto titolo della Stagione Lirica 2023-2024 dell’Opera Carlo Felice Genova. La direzione è affidata a Fabio Luisi, direttore onorario del Teatro, per laregia e le scene di Alvis Hermanis e con i costumi di Kristìne Jurjàne, le coreografie di Alla Sigalova, le luci di Gleb Filshtinsky e i video di Ineta Sipunova. Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice. Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice, Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS.

Madama Butterfly sarà in replica sabato 20 gennaio alle ore 15.00, domenica 21 gennaio alle ore 15.00, venerdì 26 gennaio alle ore 20.00, sabato 27 gennaio alle ore 20.00 e domenica 28 gennaio alle ore 15.00.

A dare vita ai protagonisti dell’opera: Lianna Haroutounian / Jennifer Rowley (Cio-Cio-San), Manuela Custer / Caterina Piva (Suzuki), Alena Sautier (Kate Pinkerton), Fabio Sartori / Matteo Lippi (F. B. Pinkerton), Vladimir Stoyanov / Alessandro Luongo (Sharpless), Manuel Pierattelli (Goro), Paolo Orecchia (Il Principe Yamadori), Luciano Leoni (Lo Zio Bonzo), Claudio Ottino (Il Commissario imperiale), Franco Rios Castro (L’ufficiale del registro), Luca Romano (Yakusidé), Maria Letizia Poltini / Daniela Aloisi (La madre di Cio-Cio-San), Mariasole Mainini / Lucia Scilipoti (La zia), Eleonora Ronconi / Adelaide Minnone (La cugina).

Madama Butterfly è la sesta opera di Giacomo Puccini. Il compositore si ispirò all’omonima tragedia del drammaturgo David Belasco, alla quale aveva assistito a Londra nel giugno del 1900. Il soggetto era particolarmente interessante, ma il processo compositivo durò diversi anni, ciò si deve anche alla approfondita ricerca attorno alla cultura giapponese che il compositore svolse per dipingere con accuratezza personaggi, luoghi e tradizioni insieme ai librettisti Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. La prima rappresentazione si tenne al Teatro alla Scala nel febbraio del 1904, e fu un insuccesso. Oggi è difficile capire quali siano state le ragioni, soprattutto considerando che sin dalla prima ripresa avvenuta qualche mese dopo a Brescia, Madama Butterfly venne immediatamente consacrata come uno dei più grandi capolavori pucciniani.

Dell’opera viene in questa occasione rappresentata la cosiddetta “quinta versione”, ovvero l’ultima, che raccoglie tutte le modifiche introdotte dal compositore dopo le prime rappresentazioni (tra le quali la suddivisione in tre atti, l’introduzione dell’aria «Addio fiorito asil» e significative varianti nella caratterizzazione di alcuni personaggi). Fabio Luisi, che torna all’Opera Carlo Felice dopo i successi della Stagione 2022-2023 con Die Fledermaus di Johann Strauss II e con i concerti sinfonici Ciclo Bruckner, Mitteleuropa e Novecenti, commenta così gli elementi di maggior rilievo nell’interpretazione dell’opera: «Mentre nella versione primitiva, soprattutto nel primo atto, c’è un’attenzione al milieu sociale, ipocrita e crudele, attorno a Butterfly, nella versione “tradizionale” questo angolo viene smussato, senza però abbandonarlo. Pinkerton rimane un personaggio spregevole, e l’unica umanità che Butterfly incontra nella sua storia è quella vera di Suzuki e quella, anch’essa tutto sommato un po’ ipocrita, di Sharpless.

Diciamo che la tragicità di Butterfly la avvertiamo nella sua solitudine e nel suo inappagato e sincero amore per un uomo che non la merita. Puccini non rende sempre la vita facile ai suoi esecutori: il segreto sta nel non trasformare dolcezze in sdolcinamenti e sentimento in sentimentalismi. Il suo linguaggio musicale è sempre sincero, e va ripulito da retaggi kitsch. Una particolare attenzione va data alla scelta dei tempi ed al fraseggio, che devono rimanere al servizio di ritmi teatrali.»

La regia di Alvis Hermanis si ispira al Kabuki, genere teatrale tradizionale giapponese, incentrato sulla retorica del gesto come espressione del testo. Gestualità e movimento sul palcoscenico diventano così elementi centrali, e rivelano nel profondo la complessa psicologia di ciascun personaggio. Proprio per questo motivo, ampio spazio è dato alla danza come amplificatore della dimensione gestuale. La ricerca attorno al Kabuki è inoltre sostenuta da una particolare attenzione all’uso di riferimenti storici rigorosi, che emergono chiaramente anche grazie all’uso delle luci e dei video proiettati.

Nel saggio Alvis Hermanis e Madama Butterfly: il gesto della fragilità, pubblicato dal Teatro alla Scala, Olivier Lexa evidenzia alcuni degli elementi scenici creati dal regista: «Come una farfalla, Cio-Cio-San è fragile, vulnerabile. L’universo che la circonda lo è altrettanto. La carta di riso dei pannelli scorrevoli rappresentativi della casa tradizionale giapponese rinforza questa impressione di fragilità e di delicatezza, così come le sete dei kimoni e i loro effetti di movimenti così speciali, che prolungano il ritmo e la coreografia ispirati dal Kabuki.

Il minimalismo giapponese è presente dappertutto, testimoniato dal lavoro svolto sulla luce e sull’uso di colori particolarmente teneri e sottili. Questi evocano l’acquerello e sono presenti nelle riproduzioni di grande formato dei ritratti ispirati alle stampe giapponesi tradizionali, così come nei più piccoli dettagli dei costumi».

Biografie

Fabio Luisi è direttore musicale della Dallas Symphony Orchestra, direttore principale della Danish National Symphony, direttore emerito dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, direttore principale della NHK Symphony Orchestra di Tokyo e direttore onorario dell’Opera Carlo Felice Genova. Dirige le orchestre più prestigiose del mondo. Nella stagione 22/23 il Maestro Luisi dirigerà una nuova produzione di Vespri Siciliani al Teatro alla Scala, continuerà la registrazione dell’integrale di Carl Nielsen con la Danish National Symphony Orchestra per la Deutsche Grammophon e presenterà nel 2024 il ciclo completo Der Ring des Nibelungen di Wagner in forma di concerto, con la Dallas Symphony Orchestra. È stato premiato con la Medaglia d’Oro e l’Anello d’Oro dedicati a Bruckner. Luisi ha ricevuto un Grammy Award per la sua direzione delle ultime due opere dell’Anello del Nibelungo e il DVD dello stesso ciclo, registrato dal vivo al Metropolitan e pubblicato dalla Deutsche Grammophon, è stato nominato come migliore registrazione operistica nel 2012. La sua vasta discografia comprende un vastissimo repertorio. Fabio Luisi è stato insignito il Grifo d’oro per il suo contributo alla notorietà della città di Genova.

Alvis Hermanis ha studiato recitazione al Conservatorio Nazionale della Lettonia. Dal 1997 è direttore artistico del New Riga Theatre, la cui programmazione è dedicata al repertorio classico, in particolare ad opere di scrittori tedeschi e russi, e al repertorio contemporaneo. Le sue produzioni sono state viste in oltre 40 paesi, e hanno partecipato a numerosi importanti festival, con molti riconoscimenti. Nel 2012 la rivista culturale svizzera Du, che riunisce esperti del mondo del teatro provenienti da venti paesi, lo ha nominato una delle dieci personalità più influenti del teatro europeo contemporaneo. Dal 2012, si dedica anche al teatro musicale.

Biglietti

I settore: 100,00 euro

II settore: 80,00 euro

III settore: 60,00 euro

IV settore: 50,00 euro

V settore: 35,00 euro

Under 30*: 25,00 euro

Under 18*: 15,00 euro

*tutti i settori

Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it

Biglietteria

Galleria Cardinale Siri, 6
16121 GENOVA
Telefono +39 010 5381.433-399
e-mail: biglietteria@carlofelice.it

Per i gruppi è attivo l’indirizzo gruppi@vivaticket.com a cui rivolgersi per le prenotazioni e l’acquisto di biglietti della nostra Stagione.

Orari

Da lunedì al sabato, dalle ore 9.30 alle ore 19.00.
Spettacoli serali: apertura un’ora prima dell’inizio, chiusura 15 minuti dopo l’inizio.
Spettacoli pomeridiani o serali di domenica: apertura due ore prima dell’inizio, chiusura 15 minuti dopo l’inizio.