CARMEN, IN ARENA IL ‘KOLOSSAL’CON OLTRE 500 PERSONE IN SCENA



DAL 5 LUGLIO, BEN 9 REPLICHE E GRANDI DEBUTTI

Alla prima Aigul Akhmetshina con Francesco Meli, Erwin Schrott e Kristina Mkhitaryan. La serata sarà aperta dalla Banda Musicale della Guardia di Finanza, Corpo che quest’anno celebra il 250° anniversario dalla fondazione. Al gong, per una sera, gli atleti delle Fiamme Gialle

Prima volta sul podio areniano anche per il giovane direttore Leonardo Sini
Nel cast le stelle Yende, Alagna, Kurzak, Tézier, Margaine

Carmen è ‘kolossal’ all’Arena di Verona, nell’allestimento firmato da Franco Zeffirelli. Dal 5 luglio, sul palcoscenico areniano prende vita una Siviglia da set cinematografico, più vera del vero e curata in ogni dettaglio, con centinaia tra solisti, artisti del Coro, voci bianche, figuranti e mimi di ogni età, nonché il Ballo dell’Arena, a cui si aggiunge la danza autenticamente spagnola della Compañia Gades sulle coreografie originali di El Camborio e nei costumi fedeli ai disegni di Anna Anni.

L’allestimento, che segnò il debutto di Zeffirelli in Anfiteatro, è stato ricostruito fedelmente da Fondazione Arena nel 2022, integrando le migliorie apportate nel tempo dallo stesso regista con scene inizialmente solo disegnate e realizzate per la prima volta.

Per le prime due recite, protagonista del capolavoro di Bizet è Aigul Akhmetshina, mezzosoprano di 27 anni che debutta in Arena dopo aver impersonato Carmen nei maggiori teatri del mondo, da New York a Londra. Alla rivista “Musica” ha dichiarato: «Carmen non è un’opera che puoi provare e andare in scena. Devi vivere il personaggio da dentro. Ho già fatto diverse produzioni e ogni volta trovo aspetti nuovi. Finora non mi è mai capitato di vivere l’esperienza di un allestimento tradizionale come quello di Zeffirelli all’Arena, una produzione davvero piena di bellezza. Mi affiderò allo spazio dell’Arena e alla sua storia. Davvero non vedo l’ora!»

La sua gitana, nata libera, seduce il soldato Josè, interpretato dal tenore Francesco Meli, ma fa un altro fatale incontro col toreador Escamillo, ruolo in cui torna a Verona il basso-baritono Erwin Schrott. Josè ha però una fidanzata, suo legame con la lontana terra natìa, Micaela, affidata a Kristina Mkhitaryan, apprezzato soprano al debutto areniano. Completano il cast Jan Antem e Vincent Ordonneau (i contrabbandieri Dancairo e Remendado), Daniela Cappiello e Alessia Nadin (Frasquita e Mercedes, amiche di Carmen), Gabriele Sagona e Fabio Previati (Zuniga e Morales). Oltre al Coro di Fondazione Arena preparato da Roberto Gabbiani, nella piazza sivigliana cantano anche i monelli, interpretati dalle giovanissime voci bianche di A.Li.Ve. istruite da Paolo Facincani. Fa il suo esordio anche il giovane direttore Leonardo Sini, alla guida dell’Orchestra della Fondazione per tutte le recite di luglio e agosto. Sini, di origine sassarese, ha compiuto gli studi in patria e si è perfezionato a Londra, vincendo premi come il prestigioso Solti di Budapest e inaugurando brillanti collaborazioni in Italia e in Europa.

Una doppia sorpresa attende il pubblico del 5 luglio. Alle ore 20.50, con la marcia d’ordinanza, sul palcoscenico dell’Arena farà il suo ingresso la Banda della Guardia di Finanza, 60 musicisti diretti dal Colonnello Leonardo Laserra Ingrosso. Un evento nell’evento per celebrare i 250 anni delle Fiamme Gialle. A suonare l’immancabile gong che annuncia l’inizio dello spettacolo saranno gli atleti azzurri Giacomo Bertagnolli, Simone Deromedis, Alex Vinatzer e Nicol Delago, assieme ai campioni Antonio Rossi e Roberto Di Donna.

Dopo la prima di venerdì 5 luglio alle 21.15, Carmen replica il 13, 20, 25 luglio (sempre alle 21.15); il 3, 8, 17, 23 agosto e il 7 settembre (alle 21). All’Arena di Verona ogni sera è una prima, grazie all’avvicendarsi di grandi artisti internazionali, alcuni dei quali al debutto in Anfiteatro: tra le titolari, ClémentineMargaine (20, 25/7 e 3, 17, 23/8) e AlisaKolosova(8/8); oltre a Francesco Meli (che torna il 20/7, 3, 8, 17/8 e 7/9), i tenori Freddie De Tommaso (13/7) e Roberto Alagna (25/7 e 23/8), i soprani Daria Rybak (13 e 20/7), Aleksandra Kurzak (25/7 e 23/8), Pretty Yende (3 e 8/8), Mariangela Sicilia (17/8 e 7/9), Chiara Maria Fiorani (Frasquita il 13, 20 e 25/7); i baritoni Luca Micheletti (20, 25/7), Dalibor Jenis (dall’8/8 al 7/9) e Ludovic Tézier (il 3/8 al suo primo Escamillo areniano). Solo per l’ultima rappresentazione del 7 settembre, alternanza anche sul podio con il ritorno di Daniel Oren.

Carmen, tratta dalla novella omonima di Prosper Mérimée, è l’ultima opera del compositore francese Georges Bizet (1840-1875), che non visse abbastanza a lungo per vederne il successo, avvenuto subito dopo il fiasco iniziale, nello stesso anno della sua prematura morte. Dopo aver stregato il pubblico, illustri colleghi come Brahms e Čajkovskij e intellettuali come Nietzsche, Carmen arrivò in Italia e, nel 1914, fu il primo titolo ad essere rappresentato in Arena dopo il successo della prima Aida, rimanendo tuttora la seconda opera più ricorrente in Anfiteatro. L’anno prossimo, per il Festival 2025, raggiungerà quota 300 recite e Fondazione Arena ne celebrerà il ‘doppio’ 150° anniversario, dell’autore e della prima rappresentazione.

«Ogni volta che riprendiamo Carmen –dichiara Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena questa Carmen in particolare, l’emozione e la meraviglia sono sempre grandissime. Ho avuto l’onore di interpretare Micaela nel 1995, alla prima volta in Arena del maestro, e amico, Franco Zeffirelli, che abbiamo ricordato nel suo centenario l’anno scorso. Posso assicurare che quel senso di meraviglia è ancora vivo e cattura tanto il pubblico quanto gli artisti in scena, che sono cantanti magnifici, tra artisti ben noti e giovani di talento».

Il 101° Arena di Verona Opera Festival 2024, con 50 sere di spettacolo dal 7 giugno al 7 settembre, è sostenuto da numerosi sponsor, in primis UniCredit, che vanta una longevità di collaborazione di oltre 25 anni, e poi Calzedonia, Pastificio Rana, Volkswagen Group Italia, DB Bahn, Forno Bonomi, RTL 102.5, Genny, che firma anche quest’anno le divise del personale adibito all’accoglienza del pubblico, e Müller, che sostiene nuovamente i progetti di accessibilità dedicati alle persone con disabilità. Tra gli official partner marchi storici quali Veronafiere, Air Dolomiti, A4 Holding, Metinvest, SABA Italia, SDG Group, Sartori di Verona, Palazzo Maffei e Mantova Village. Tra i nuovi sostenitori, Poste Italiane, ManPower Group e Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP. Oltre a imprese, privati, ordini professionali che compongono la schiera della Membership 67 Colonne per l’Arena di Verona, fondata da Gianluca Rana dell’omonimo pastificio e da Sandro Veronesi, patron del Gruppo Oniverse, con il Gruppo Editoriale Athesis, media partner. 

Info: www.arena.it

101° Arena di Verona Opera Festival 2024 : Inaugurazione il 7 giugno con la celebrazione del Canto lirico in Italia patrimonio dell’umanità

IL NUOVO SECOLO DEL TEATRO OPERISTICO PIÙ GRANDE DEL MONDO

Inaugurazione il 7 giugno con l’evento straordinario del Ministero della Cultura per celebrare la pratica del canto lirico in Italia patrimonio dell’umanità 

 E l’8 giugno grande apertura di stagione con la Turandot firmata da Zeffirelli nel centenario della scomparsa di Puccini

Una nuova produzione della Bohème con la regia di Alfonso Signorini, al debutto areniano

Per la prima volta Anna Netrebko è Tosca in Arena 

Grandi ritorni di Ekaterina Semenchuk, Yusif Eyvazov, Amartuvshin Enkhbat, Ludovic Tèzier, Vasilisa Berzhanskaya, Lawrence Brownlee, Aleksandra Kurzak, Francesco Meli, Roberto Alagna, Luca Micheletti, Vittorio Grigolo, Elena Stikhina, Jonas Kaufmann, Luca Salsi 

Tra le voci che debuttano in Arena Aigul Akhmetshina, Pretty Yende, Erin Morley, Juliana Grigoryan, René Barbera, Igor Golovatenko, Marta Torbidoni, Paolo Bordogna

Prima volta in Anfiteatro anche per i direttori Michele Spotti, George Petrou e Leonardo Sini 

Inizia il nuovo secolo dell’Arena di Verona Opera Festival. Cinquanta appuntamenti in cartellone dal 7 giugno al 7 settembre, fra cui tre titoli dedicati a Giacomo Puccini nel centenario della morte.

La 101a stagione apre con la spettacolare Turandot firmata da Franco Zeffirelli, in programma l’8 giugno alle 21.30 Tosca che vede Anna Netrebko per la prima volta in questo ruolo in Arena, nella storica produzione “noir” di Hugo De Ana e un nuovo allestimento della Bohème firmato da Alfonso Signorini al debutto in Anfiteatro  sono gli altri due capolavori del compositore lucchese in scena nell’edizione 2024. 

 Altre quattro opere iconiche coronano il Festival: l’Aida di Giuseppe Verdi è rappresentata in due diverse produzioni, quella “di cristallo” firmata da Stefano Poda per il centesimo Festival (dal 14 giugno al 1° agosto) e l’allestimento rievocativo della storica Aida del 1913 curata da Gianfranco de Bosio (dal 10 agosto al 5 settembre) di cui ricorre il centenario dalla nascita; Carmen di George Bizet nella messinscena “kolossal” con regia e scene di Franco Zeffirelli (dal 5 luglio al 7 settembre); Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, nell’elegante allestimento rococò di Hugo De Ana (dal 21 giugno al 6 settembre). 

Inaugurazione straordinaria il 7 giugno con l’evento in mondovisione La Grande Opera italiana Patrimonio dell’Umanità, promosso dal Ministero della Cultura e realizzato in collaborazione con la Fondazione Arena di Verona, per celebrare la pratica del canto lirico in Italia, proclamata patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.

Protagonisti 150 professori d’orchestra e oltre 300 artisti del coro, provenienti da tutte le Fondazioni lirico-sinfoniche italiane. 7

Sul podio anche il Maestro Riccardo Muti

La Turandot che apre l’Opera Festival sarà registrata da Rai Cultura e trasmessa in differita su Rai3, è diretta dal giovane Michele Spotti – al debutto areniano come le bacchette di George Petrou, impegnato nel Barbiere di Siviglia, e Leonardo Sini, sul podio per Carmen – e vede protagoniste nella serata di apertura le voci di Ekaterina Semenchuk (ruolo del titolo), Yusif Eyvazov (Il principe ignoto) e Mariangela Sicilia (Liù). Lo spettacolo è in scena dall’8 al 29 giugno. 

Come sempre, le grandi stelle internazionali dell’opera lirica rinnovano la loro presenza in Anfiteatro, rendendo ogni serata una prima. Fra le oltre settanta presenze da tutto il mondo, i graditi ritorni di Amartuvshin Enkhbat, Ludovic Tèzier, Vasilisa Berzhanskaya, Lawrence Brownlee, Aleksandra Kurzak, Francesco Meli, Roberto Alagna, Luca Micheletti, Vittorio Grigolo, Elena Stikhina, Jonas Kaufmann, Luca Salsi, e oltre un terzo del cast alla prima volta in Arena, fra cui si segnalano debutti illustri come quelli di Aigul Akhmetshina, che è Carmen (5 e 13 luglio), Pretty Yende, che è Micaela nella stessa produzione (3 e 8 agosto), Juliana Grigoryan, che è Mimì nella Bohème (19 e 27 luglio), René Barbera (21 e 27 giugno) nella parte del Conte di Almaviva nel Barbiere di Siviglia

Anche per il Festival 2024 non mancano le serate-evento, quest’anno ben sei. Torna la grande danza di Roberto Bolle and friends in doppia data il 23 e il 24 luglio; la Nona Sinfonia di Beethoven, a duecento anni dalla sua creazione, diretta da Andrea Battistoni e con i complessi areniani e le voci soliste di Erin Morley e Ivan Magrì, entrambi al debutto in Arena, insieme ad Anna Maria Chiuri e Alexander Vinogradov, l’11 agosto. E ancora Plácido Domingo Noche Española è la serata di gala in programma il 21 agosto, che vede il ritorno dell’artista insieme ad altre grandi voci della lirica; sempre attesi i Carmina Burana di Orff, diretti da Michele Spotti, in programma il 1° settembre con solisti Jessica Pratt, Filippo Mineccia, Youngjun Park. Torna infine il balletto al Teatro Romano di Verona con due date di Zorba il greco di Theodorakis, con le coreografie originali di Lorca Massine, il 27 e il 28 agosto.   

Inoltre, in anteprima mondiale, Fondazione Arena di Verona e Balich Wonder Studio presentano un grande concerto immersivo con proiezioni tridimensionali per celebrare Le quattro stagioni, in occasione dei 300 anni dalla pubblicazione del capolavoro di Antonio Vivaldi. Viva Vivaldi. The four seasons immersive concert è in programma il 28 agosto con l’Orchestra dell’Arena di Verona e il violinista Giovanni Andrea Zanon, nel progetto visionario e multisensoriale del creative director Marco Balich. Un approccio completamente nuovo alla scenografia, attraverso la tecnologia, per avvicinare un pubblico sempre più giovane all’Opera Festival. 

Si segnala per il Festival 2024 la variazione degli orari d’inizio spettacolo, posticipati di 15 minuti rispetto alle ultime edizioni: le rappresentazioni di giugno inizieranno alle 21.30, a luglio alle 21.15 e in agosto e settembre alle 21.00. Sono confermati i biglietti alle stesse tariffe 2023, già in vendita su arena.it, sui canali social dell’Arena di Verona e su Ticketone, gestore della biglietteria con UniCredit, major partner di Fondazione Arena. Speciali riduzioni sono riservate agli under 30 e agli over 65.

Alla conferenza stampa di Roma, nella nuova sede dell’Associazione Stampa Estera in Italia, presente il Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, che dichiara: «L’Arena di Verona, con la sua storia lunga 101 Festival, ha il know-how artistico e professionale per ospitare il grande evento del 7 giugno, una serata unica che raduna tutto il mondo della cultura in un omaggio all’opera. Sarà il primo evento di quella che diventerà una tradizione annuale, da tenere ogni volta in un grande luogo di incontro all’insegna dell’immenso patrimonio che è il canto lirico».

«Il nuovo secolo del Festival areniano si apre con le celebrazioni della pratica del Canto lirico patrimonio dell’Umanità e con un’estate sorprendente di opera e grande spettacolo – afferma Cecilia Gasdia, Sovrintendente della Fondazione Arena di Verona -.  Per tre mesi esatti, sul palcoscenico dell’Arena di Verona saliranno i più importanti cantanti e direttori, sia artisti affermati e di fama internazionale sia giovani stelle e promesse dell’opera e della musica sinfonica. Siamo orgogliosi di presentare non solo una stagione ricca di proposte, di spessore e qualità artistica, ma anche uno sguardo sul futuro dell’opera e della musica classica, sugli artisti di domani e sul modo stesso di fruizione dell’esperienza a teatro. E tutto ciò si aggiunge all’Arena di Verona, che è un teatro a cielo aperto davvero speciale».

«Una programmazione straordinaria che, dopo i record del centesimo Festival, alza nuovamente l’asticella della proposta culturale di Fondazione Arena – sottolinea Stefano Trespidi, Vice Direttore Artistico di Fondazione Arena -. Il cartellone della stagione 2024 accontenterà diverse tipologie di pubblico, con proposte tradizionali, come Aida nello storico allestimento 1913, a centoundici anni esatti dalla prima Aida in Arena, e Tosca eseguita dalle stelle della lirica, affiancate a progetti contemporanei e d’avanguardia come l’immersivo Viva Vivaldi e la più recente Aida ‘di cristallo’, che aggiungono innovazione nell’esperienza e nell’impatto visivo alla qualità artistica dei massimi compositori e delle loro opere».

Info: www.arena.it

Biglietteria 

Via Dietro Anfiteatro 6/B, 37121 Verona – biglietteria@arenadiverona.it  

Call center (+39) 045 800.51.51 – www.arena.it

Punti di prevendita TicketOne  

Informazioni 

Ufficio Stampa Fondazione Arena di Verona 

Via Roma 7/D, 37121 Verona – ufficio.stampa@arenadiverona.it  

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Riccardo Muti, il 21 febbraio, torna sul palco del Regio di Torino con “Un ballo in maschera”.

Stagione d’Opera e di Balletto 2023/2024

Un ballo in maschera
Riccardo Muti torna al Teatro Regio
Andrea De Rosa firma il nuovo allestimento del capolavoro verdiano

Atteso debutto per Luca Micheletti
 Teatro Regio, dal 21 febbraio al 3 marzo 20

Riccardo Muti è senza dubbio uno dei più prestigiosi direttori al mondo, “l’apostolo del mito italiano” (come lo definì il giornalista Lorenzo Arruga): la sua brillante carriera e la personalità magnetica ne fanno costantemente fonte di ispirazione e di fascino. Sarà nuovamente sul podio del Teatro Regio dopo Così fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart, presentato in streaming nel marzo 2021, e dopo Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, del novembre 2022. In una recente intervista a la Repubblica, raccolta da Susanna Franchi, il Maestro ha dichiarato: «Il Regio è un teatro molto importante, che ha fatto cose importanti, c’è stato Toscanini, ci sono stati grandi direttori, spero possa continuare a migliorare sempre. L’incontro con orchestra, coro e tecnici è stato straordinario, lì c’è un modo di essere che forse deriva dall’eleganza della città. È un ambiente di lavoro eccellente e questa è la ragione per cui sono tornato, ci torno, e spero di tornarci ancora».

Regista teatrale di prosa e opera lirica, Andrea De Rosa è stato direttore del Teatro Stabile di Napoli ed è oggi alla direzione del TPE Teatro Astra di Torino. Con il Maestro Riccardo Muti ha già collaborato per Don Pasquale di Donizetti (Ravenna, Madrid) e Il matrimonio inaspettato di Paisiello (Festival di Pentecoste di Salisburgo). Il pubblico torinese ha potuto apprezzare la sua lettura registica nel Manfred di Schumann/Byron e nel dittico formato da Goyescas di Granados e Suor Angelica di Puccini. Descrive così il suo lavoro: «La corte di Riccardo, il suo palazzo, saranno costantemente immersi in un clima di festa. Sin dalla prima scena, racconterò un’atmosfera di spossatezza, di stanchezza, di ubriacatura, come se fossimo, appunto, alla fine di uno dei tantissimi balli in maschera che si svolgono in questa casa. Ho immaginato un Riccardo giovane che, prima di essere Governatore, è un uomo che sprigiona un’energia vitale simile per certi versi a quella di Don Giovanni. Per un uomo così, l’amore impossibile per Amelia, la moglie del suo più caro amico, diventa il limite invalicabile che egli è tentato di scavalcare. Il lato oscuro di questo amore, che trascina i malcapitati verso la tragedia finale e la morte, avrà il volto di Ulrica, la maga, la veggente che, come le streghe di Macbeth, darà la spinta definitiva a quello che stava già precipitando. La maschera sarà l’elemento centrale, non solo nel ballo finale, ma della messa in scena di tutto lo spettacolo».

Riccardo, conte di Warwick, avrà la voce e il volto del tenore Piero Pretti, artista dalla carriera internazionale, molto amato dal pubblico del Regio, dove ha interpretato ruoli fondamentali in importanti produzioni: I Vespri siciliani, Rigoletto, Lucia di Lammermoor e La traviata nelle Stagioni 2011 e 2012; il premiatissimo La donna serpente nella Stagione 2015-16 e Macbeth nel giugno 2017 per la regia di Emma Dante. Ha lavorato in tutti i più importanti palcoscenici: dall’opera di Parigi alla Staatsoper di Vienna, passando per La Scala. Il suo repertorio, da vero tenore lirico, spazia dai capolavori di Donizetti a quelli di Puccini, includendo tutti i principali ruoli creati da Verdi. E ha partecipato a numerose produzioni dirette dal Maestro Muti.

Così come Luca Micheletti – protagonista dell’ultimo Don Giovanni – che debutta nel ruolo di Renato. Il trentottenne baritono, attore e regista, ma anche saggista, traduttore e drammaturgo con un dottorato in italianistica, è figlio d’arte, erede di una dinastia di artisti girovaghi. Inizia a cantare quasi per caso quando Marco Bellocchio per il film su Pagliacci di Leoncavallo gli chiese di farlo. Dal debutto nel 2018 ha calcato i più importanti palcoscenici dalla Scala, alla Royal Opera House di Londra, da Sydney a Tokyo sotto la direzione di maestri come Riccardo Muti e Zubin Mehta. Amelia, moglie di Renato, sarà Lidia Fridman, astro nascente nel panorama operistico, classe 1996 la cantante russa si è formata presso i Conservatori di Udine e Venezia, interprete sensibile, possiede una voce ben calibrata e fluida e una presenza scenica che si è dimostrata estremamente incisiva; torna al Teatro Regio dopo Norma nella Stagione 2022.

Il mezzosoprano Alla Pozniak sarà l’indovina Ulrica, il soprano Damiana Mizzi, il paggio Oscar. Il cast prevede inoltre: il baritono Sergio Vitale (Silvano), il basso Daniel Giulianini (Samuel), il basso Luca Dall’Amico (Tom) e il tenore Riccardo Rados (Un giudice e Un servitore di Amelia).

La nuova produzione si avvale delle scene estremamente raffinate ed eleganti di Nicolas Bovey, Premio Ubu 2021 per la Migliore Scenografia de La casa di Bernarda Alba e Le sedie, Premio Ubu 2022 per il Miglior Disegno Luci de La signorina Giulia e I due gemelli veneziani, Premio Le Maschere del Teatro per la scenografia de Le Sedie. I costumi sono firmati da Ilaria Ariemme, torinese vive e lavora a Milano, allieva di Luisa Spinatelli, Gastone Mariani, Maria Carla Ricotti, Miretta Tovini ed Edoardo Sanchi. I movimenti coreografici sono di Alessio Maria Romani e le luci di Pasquale Mari. Il Coro del Teatro Regio è istruito, come di consueto, dal Maestro Ulisse Trabacchin.

Il melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Antonio Somma tratto dal dramma di Eugène Scribe Gustave III, ou Le Bal masqué, debuttò al Teatro Apollo di Roma il 17 febbraio 1859 (e non a Napoli come previsto) dopo un’estenuante disputa con la censura borbonica che impose a Verdi di mascherare i messaggi potenzialmente antimonarchici.

Al centro della vicenda: Riccardo, conte di Warwick e governatore di Boston, Renato, suo segretario, e Amelia, moglie di Renato. Il conte ha organizzato un gran ballo in cui potrà rivedere Amelia, la donna di cui è segretamente innamorato, ma che è sposata con il suo caro amico, Renato. Questi lo avverte di una congiura ordita dai suoi nemici Samuel e Tom, mentre l’indovina Ulrica predice che la morte di Riccardo avverrà per mano di Renato, profezia alla quale nessuno presta ascolto. La scoperta dell’amore tra la moglie e Riccardo, convince Renato a collaborare con i cospiratori per uccidere il conte. Tutto accade durante la celeberrima scena del ballo in maschera, quando Riccardo viene colpito a morte da Renato, accecato dalla gelosia.

Nell’opera, tratta da una storia vera, convivono in equilibrio magistrale il comico e il tragico, la frivolezza del paggio Oscar, unico personaggio en travesti di tutto il teatro verdiano, e la passionalità del duetto d’amore dell’atto II e della grande aria di Renato «Eri tu che macchiavi quell’anima».

L’Anteprima Giovani, riservata agli Under 30, è in programma lunedì 19 febbraio alle ore 20.

L’operasarà presentata mercoledì 14 febbraio al Piccolo Regio Puccini alle ore 18, nella conferenza-concerto a ingresso libero condotta da Susanna Franchi.

Biglietteria e informazioni

I biglietti per Un ballo in maschera sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio e on line su www.teatroregio.torino.it

Biglietteria del Teatro Regio: Piazza Castello 215 – Torino | Tel. 011.8815.241 – 011.8815.242 | biglietteria@teatroregio.torino.it. Orario di apertura: da lunedì a sabato ore 11-19; domenica: ore 10.30-15.30; un’ora prima degli spettacoli.

Per tutte le informazioni e gli aggiornamenti: www.teatroregio.torino.it

Andrés Orozco-Estrada sul podio della Scala dirige le “Nozze di Figaro” nel cinquantenario dell’allestimento di Strehler.

   

Dal 30 settembre al 20 ottobre sette rappresentazioni tutte esaurite con il nuovo Direttore Principale dell’Orchestra Nazionale della Rai e un grande cast: Luca Micheletti, Benedetta Torre, Olga Bezsmertna, Ildebrando D’Arcangelo e Svetlina Stoyanova.

Il sipario sull’allestimento delle Nozze di Figaro, pensato da Giorgio Strehler con le scene di Ezio Frigerio su invito di Rolf Liebermann, nasce a Versailles nel marzo 1973, cinquant’anni fa: Strehler però non c’era, aveva abbandonato la produzione nelle mani del suo assistente per insanabili contrasti con il direttore, Georg Solti. La riprenderà alla Scala nel 1981 con Riccardo Muti, e da allora se ne contano 72 rappresentazioni al Piermarini. L’opera torna per sette rappresentazioni dal 30 settembre al 20 ottobre con il debutto di Andrés Orozco-Estrada, il Maestro austriaco (ma colombiano di nascita) che da ottobre assume la carica di Direttore Principale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Orozco-Estrada, ben noto alla Filarmonica scaligera che nel mese di settembre ha guidato in tournée a Bucarest, Vienna, Grafenegg e Praga, ha diretto tra l’altro i Wiener e i Berliner Philharmoniker, la Staatskapelle di Dresda, il Gewandhausorchester di Lipsia e il Concertgebouw di Amsterdam e dalla Stagione 2025/2026 sarà Generalmusikdirektor a Colonia. A riprendere la regia Marina Bianchi.

Nella parte di Figaro Luca Micheletti, che ha debuttato alla Scala nel 2021. Nato nel 1985, dopo un brillante percorso di attore e regista teatrale ha intrapreso con successo la carriera di baritono, cantando tra l’altro la parte del Conte nelle Nozze con Riccardo Muti; alla Scala è tornato nella Bohème diretta da Eun Sun Kim e nei Vespri siciliani diretti da Fabio Luisi. Nei panni di Susanna Benedetta Torre, allieva di Barbara Frittoli, cresciuta alla Riccardo Muti Opera Academy e già applauditissima alla Scala nell’Elisir d’amore diretto da Michele Gamba. La Contessa è Olga Bezsmertna, già ascoltata al Piermarini nelle doppie vesti di Giove/Diana nella Calisto di Cavalli e recentemente come protagonista di Rusalka di Dvořák. Questa produzione segna anche l’attesissimo ritorno alla Scala di Ildebrando D’Arcangelo, come Conte dopo essere stato Figaro con Muti nel 2002. Nei panni di Cherubino torna dopo il felice debutto del 2001 il mezzosoprano bulgaro Svetlina Stoyanova, che dopo aver cantato in diverse occasioni all’Opera di Vienna proprio come Cherubino è stata Rosina alla Scala nel Barbiere di Siviglia diretto da Riccardo Chailly. Da non dimenticare il Bartolo di Andrea Concetti, sottratto ai vezzi di tradizione. 

Le nozze di Figaro alla Scala

La storia delle Nozze alla Scala è una mirabolante galleria di figure leggendarie. La prima edizione, nel 1815, vedeva seduto al clavicembalo Vincenzo Lavigna, il maestro di Verdi, mentre primo violino e direttore d’orchestra era il compositore e violista Alessandro Rolla (colui che consigliò a Verdi, bocciato al conservatorio, di prendere lezioni da Lavigna). Mozart ebbe scarsa fortuna alla Scala nell’800 (solo Don Giovanni, che vi era apparso nel 1814, tornerà con relativa regolarità: 1816, 1825, 1836, 1871, 1881) e per nuove Nozze bisogna aspettare il 1905, quando Cleofonte Campanini guida una compagnia che include come Susanna Rosina Storchio (che l’anno precedente era stata la prima Cio Cio San) e come Figaro Giuseppe De Luca.  

Nel 1928 il direttore d’orchestra è nientemeno che Richard Strauss, i costumi sono di Caramba, Figaro è Mariano Stabile, Contessa Mercedes Llopart, Cherubino Conchita Supervía, Bartolo Salvatore Baccaloni, mentre Iris Adami Corradetti – poi celebre insegnante di canto – è Barbarina. Lo spettacolo viene ripreso l’anno successivo con Ettore Panizza.

Nel 1938 sul podio c’è Victor De Sabata e lo spettacolo di Rudolf Hartmann vede in scena Maria Caniglia come Contessa, Gianna Pederzini come Cherubino e Tancredi Pasero come Conte. Mariano Stabile è il regista dell’edizione del 1944, diretta da Gino Marinuzzi con Mafalda Favero come Susanna e Giulietta Simionato come Cherubino. Le recite hanno luogo al Teatro Lirico in seguito al bombardamento della Scala nel ’43.

Dieci anni più tardi, del titolo si impossessa Herbert von Karajan: nel ’48 con regia di Oscar Fritz Schuh e un cast che include Elisabeth Schwarzkopf in alternanza con Maria Cebotari, Irmgard Seefried, Sena Jurinac e Giuseppe Taddei; nel 1954 con regia propria e Schwarzkopf, Seefried, Jurinac, Panerai e Petri; nel 1960 con regia di Günther Rennert, la Jurinac passata alla parte della Contessa, Graziella Sciutti, Christa Ludwig, Geraint Evans e Eberhard Waechter.

Lo spettacolo del 1964 è firmato da Jean Vilar, mentre Hermann Scherchen dirige Pilar Lorengar, Mirella Freni, Fiorenza Cossotto, Wladimiro Ganzarolli e Sesto Bruscantini. Passano dieci anni e la nuova produzione, con regia di Otto Schenk, è diretta da Claudio Abbado con Mirella Freni passata a Contessa, Daniela Mazzucato, Teresa Berganza, José van Dam e Hermann Prey.

Nel 1981 va in scena la storica versione firmata da Giorgio Strehler, a proposito della quale è necessaria una premessa: Strehler aveva affrontato le Nozze per la prima volta nel 1972 a Parigi su invito di Rolf Liebermann che voleva presentare all’Opéra Garnier il capolavoro di Mozart e Da Ponte in una versione eccellente, affidando la parte musicale a Georg Solti. I rapporti tra regista e direttore però furono tesi da subito, e Strehler abbandonò la produzione allestita nel Teatro di corte di Versailles nelle mani del suo assistente Jean-Claude Auvray alla vigilia della prima, nel marzo 1973. La versione di Milano è una ripresa dello spettacolo parigino con alcune sostanziali modifiche, e si vale dell’intesa con un Riccardo Muti in stato di grazia, che offre una delle sue prove più alte. Lo spettacolo Strehler-Muti viene ripreso nel 1982, 1987, 1989, 1997 e 2002: come Contessa si succedono tra le altre Julia Varady, Margaret Marshall, Lella Cuberli, Cheryl Studer, Daniela Dessì e Barbara Frittoli, come Susanna Barbara Hendricks, Patrizia Pace, Elizabeth Norberg-Schulz e Andrea Rost, come Cherubino Frederica von Stade, Ann Murray, Anne-Sophie von Otter, Monica Bacelli e Angelika Kirchschlager, come Figaro Samuel Ramey, Claudio Desderi, Ferruccio Furlanetto, Alessandro Corbelli, Bryn Terfel, Ildebrando D’Arcangelo e come Conte Wolfgang Brendel, William Shimell, Michele Pertusi, Simon Keenlyside e Alessandro Corbelli.

La regia di Strehler è ripresa nuovamente nel 2006 con la direzione di Gérard Korsten (Diana Damrau è Susanna), nel 2008 con la direzione di Giovanni Antonini e orchestra e solisti dell’Accademia tra cui Serena Farnocchia, Elena Monti, Anita Rachvelishvili e Christian Senn, e nel 2012 con la direzione di Andrea Battistoni e Dorothea Röschmann, Aleksandra Kurzak, Nicola Ulivieri e Fabio Capitanucci protagonisti. 

Nel 2016 Franz Welser-Möst dirige una nuova produzione affidata al giovane regista britannico Frederic Wake-Walker con Diana Damrau nella parte della Contessa, Golda Schultz come Susanna, Marianne Crebassa come Cherubino e Markus Werba come Figaro, mentre Carlos Álvarez e Simon Keenlyside si alternano nella parte del Conte; una recita vede Michele Gamba sostituire Welser-Möst ed Eleonora Buratto Diana Damrau.   

Stagione d’Opera e Balletto 2022~2023

30 settembre, 4, 7, 10, 13, 17, 20 ottobre 2023 ~ ore 19.30

LE NOZZE DI FIGARO

Opera buffa in quattro atti (1786)

Libretto di Lorenzo Da Ponte

Musica di WOLFGANG AMADEUS MOZART

(Edizione Bärenreiter. Rappresentante per l’Italia Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano)

Produzione Teatro alla Scala

Direttore ANDRÉS OROZCO-ESTRADA

Regia GIORGIO STREHLER

ripresa da Marina Bianchi

Scene EZIO FRIGERIO

Costumi FRANCA SQUARCIAPINO

Luci MARCO FILIBECK

Coreografia FRÉDÉRIC OLIVIERI

Personaggi e interpreti principali

Il Conte di Almaviva             Ildebrando D’Arcangelo

La Contessa di Almaviva       Olga Bezsmertna

Susanna                                  Benedetta Torre

Figaro                                     Luca Micheletti

Cherubino                              Svetlina Stoyanova

Marcellina                              Rachel Frenkel

Don Bartolo                            Andrea Concetti

Don Basilio                            Matteo Falcier

Don Curzio                             Paolo Nevi

Barbarina                                Mariya Taniguchi

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO ALLA SCALA

Maestro del Coro ALBERTO MALAZZI

Allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala

LE NOZZE DI FIGARO

Date:

Sabato 30 settembre 2023 ore 19.30 – turno Prime Opera

Mercoledì 4 ottobre 2023 ore 19.30 – turno A

Sabato 7 ottobre 2023 ore 19.30 – fuori abbonamento

Martedì 10 ottobre 2023 ore 19.30 – turno B

Venerdì 13 ottobre 2023 ore 19.30 – turno D

Martedì 17 ottobre 2023 ore 19.30 – turno C

Venerdì 20 ottobre 2023 ore 19.30 – fuori abbonamento

Prezzi: da 250 a 30 euro

Infotel 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org