AL TESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA : ALADINO E LA LAMPADA MAGICA DI NINO ROTA

Al Festival della Valle d’Itria la riscoperta dell’opera di Nino Rota,

che si ispira a uno dei più noti racconti da Le mille e una notte.

A Palazzo Ducale di Martina Franca dal 27 luglio

con Francesco Lanzillotta alla guida dell’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari

e la regia di Rita Cosentino.

Il 27 luglio la giornata di studi “Il punto su Nino Rota” alla Fondazione Paolo Grassi

Terza opera del 50° Festival della Valle d’Itria in scena da sabato 27 luglio a Palazzo Ducale di Martina Franca (repliche il 30 luglio, 1 e 4 agosto, ore 21) con l’omaggio a Nino Rota nella nuova produzione di Aladino e la lampada magica “fiaba lirica” del 1968 del compositore che scelse la Puglia come terra d’adozione.

Eseguita regolarmente all’estero, manca dai teatri e festival musicali italiani da decenni; una vera e propria rarità dunque quella che propone il Festival della Valle d’Itria (l’opera viene proposta nella versione integrale, edizione Schott), che di Nino Rota ha già allestito nelle edizioni passate altre sue due opere, Il cappello di paglia di Firenze e Napoli milionaria, portando alla luce il repertorio meno conosciuto del compositore tra i più influenti e prolifici della storia del cinema, ma che non smise mai di comporre musica vocale, da camera e per orchestra, oltre, appunto, a opere di teatro musicale.

Francesco Lanzillotta, fra i più brillanti direttori della sua generazione, apprezzato nei maggiori teatri europei e italiani, dirige l’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari. Firma la regia l’argentina Rita Cosentino artista presente nei principali palcoscenici teatrali, scene e costumi di Leila Fteita. Nei ruoli principali il tenore Marco Ciaponi (Aladino), il soprano Claudia Urru (La Principessa Badr-al-Budùr), il basso Marco Filippo Romano (Mago e Re) e il baritono Alexander Ilvakhin (Il genio dell’anello), Rocco Cavalluzzi (Il Gran Ministro). A loro si affiancano i talentuosi interpreti dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” – Marco Filippo Romano, Eleonora Filipponi, Omar Cepparolli, Pepe Hannan, Davide Zaccherini, Zachary McCulloch, Anastasia Churakova, Giovanni Accardi – e il Coro di voci bianche della Fondazione Paolo Grassi (direttore Angela Lacarbonara), giovane realtà nata da un progetto che coinvolge le scuole del territorio, occasione per avvicinare i ragazzi al mondo della lirica e al Festival. La banda di palcoscenico è la Banda Musicale della Città di Martina Franca “Armonie d’Itria”.

Composta su libretto dello scrittore e amico di Rota Vinci Verginelli, l’opera si ispira a una dei racconti più noti da  Le Mille e una notte, ovvero Aladino e la lampada meravigliosa. Ne nasce un’opera “in cui la musica è chiamata quasi ad integrare il senso della fiaba” come ebbe a scrivere lo stesso Rota nelle sue note in occasione della prima assoluta al Teatro San Carlo di Napoli nel 1968. Una scrittura musicale di ricca inventiva melodica, che segue alla perfezione i tempi teatrali, legata alle forme classiche e alla tradizione operistica italiana.

Quella di Aladino è una favola a più livelli di lettura, adatta sia per i piccoli che per i grandi. Fiaba di contenuto esoterico “Aladino è un classico esempio di superamento e coraggio e risponde a ciò che viene definito ‘il cammino dell’eroe’. Da questo punto di vista, una delle ragioni dell’interesse duraturo della storia di Aladino è il suo significato profondo: una lezione di coraggio e di volontà di superare le difficoltà della vita” racconta la regista italoargentina Rita Cosentino. Il racconto di Aladino proviene dall’antica tradizione orale, tramandato nei secoli e raccolto poi nei libri. “I racconti – prosegue la Cosentino – ci aiutano a conoscere chi siamo, a sapere da dove veniamo, visto che in essi sopravvivono le tradizioni. Le parole di questi racconti sono la scintilla fondazionale che attiva la nostra immaginazione ogni volta che cominciamo a leggere un libro. Ed è così come comincia quest’opera, con una scintilla magica sulle pagine di un libro, svegliato dalla curiosità di un bambino”. All’idea registica risponde la scenografia di Leila Fteita che cura anche i costumi: una grande biblioteca bianca, tutta di scultura che all’interno svela i mondi del viaggio di Aladino.

“Con Aladino e la lampada magica Rota opta per una partitura ampia” racconta il direttore d’orchestra e compositore Francesco Lanzillotta che ha più volte diretto il Nino Rota meno conosciuto e che pochi anni fa ha vinto a Bari il Premio di composizione Nino Rota. “È un’opera – prosegue – in cui l’elemento corale, così come quello orchestrale, è molto importante. I personaggi sono caratterizzati in maniera forte sia dal punto di vista vocale sia da quello teatrale”. E prosegue: “La partitura di Aladino è un vero e proprio manuale di orchestrazione ed è la dimostrazione che l’opera lirica in Italia non ha avuto fine con Turandot”.

LA TRAMA

Lo sfaccendato Aladino, orfano di padre, viene avvicinato da un mago maghrebino che si spaccia per suo zio e lo conduce nella Caverna delle Meraviglie con l’intento di farsi consegnare la lampada magica. Il piano fallisce e il ragazzo, rimasto intrappolato, si salva grazie al Genio dell’anello che aveva ricevuto dal mago, scoprendo poi insieme con la madre anche i poteri del Genio della lampada. Madre e figlio sono così liberati dalla miseria che li opprimeva e Aladino, abbagliata la corte con le straordinarie ricchezze di cui ora dispone, può ottenere la mano della bellissima principessa Badr-al-Budùr. Il mago, però, non si dà per vinto e, camuffatosi da venditore ambulante, si impadronisce della lampada con l’inganno per trasportare con sé in Maghreb il palazzo di Aladino e la sua sposa. Il lieto fine sarà garantito ancora una volta dal Genio dell’anello e dall’astuzia di Badr-al-Budùr. Un coro di voci bianche incornicia la vicenda raccontando che “C’era una volta una grotta” che custodiva una lampada più preziosa di ogni altra cosa al mondo e che “saggio è il mortale che alla grotta scenderà”.

IL CONVEGNO

In occasione della prima di Aladino, sabato 27 luglio (dalle ore 11) presso la Fondazione Paolo Grassi si terrà la giornata di studi “Il punto su Nino Rota” coordinata dal professore e giornalista Dinko Fabris che vedrà la partecipazione di musicisti e docenti di conservatorio di università. Una riflessione critica che prosegue nell’attenzione che il Festival e la Fondazione hanno dedicato a Rota, con un primo momento di riflessione sulla sua opera che ebbe luogo nel 1981 a Martina Franca, in occasione dell’allestimento del Cappello di paglia di Firenze (precedentemente nel 1977 a Martina Franca aveva diretto la prima esecuzione della sua Rabelaisiana) cui nel 2010 seguì la ripresa di Napoli milionaria. Un’attenzione verso il Nino Rota non solo autore di musica per film, che è andata a intensificarsi negli ultimi anni grazie a pubblicazioni scientifiche, studi biografici e riscoperta della sua musica da concerto e teatrale. La giornata celebra anche il trentennale dell’ADUIM- Associazione Docenti Universitari Italiani di Musica e presenta il recente volume Prove d’orchestra. Il punto su Nino Rota (Barletta, Cafagna editore, 2024). L’incontro è realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, l’Università degli Studi della Basilicata e l’Università del Salento.

27 · 30 LUGLIO / 1 · 4 AGOSTO · ore 21

MARTINA FRANCA PALAZZO DUCALE

ALADINO E LA LAMPADA MAGICA

di Nino Rota

Fiaba lirica in tre atti e undici quadri

su libretto di Vinci Verginelli da Le mille e una notte

Prima rappresentazione: Napoli, Teatro San Carlo, 14 gennaio 1968

Versione originale, Edizione Schott

Direttore Francesco Lanzillotta

Regia Rita Cosentino

Scene e costumi Leila Fteita

Aladino Marco Ciaponi tenore

Il Mago Maghrebino/ Il Re Marco Filippo Romano basso

La Principessa Badr-al-Budùr Claudia Urru soprano

La madre di Aladino Eleonora Filipponi mezzosoprano

Il Gran Ministro Rocco Cavalluzzi basso

L’orafo Omar Cepparolli basso

Il primo compagno di Aladino Pepe Hannan tenore

Il secondo compagno di Aladino Davide Zaccherini tenore

Il terzo compagno di Aladino Zachary McCulloch tenore

Un’ancella di Badr-al-Budùr Anastasia Churakova soprano

Il Genio della lampada Giovanni Accardi basso

Il Genio dell’anello Alexander Ilvakhin baritono

I mercanti, I banditori del Re, I compagni di Aladino, Le ancelle di Badr-al Budùr,

La corte del Re, Il popolo, I monelli Coro di bambini

Francesco Maria Basile, Vitantonio Blasi, Carlo Buonfrate figuranti

Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari

Marco Medved maestro del coro

Coro di voci bianche della Fondazione Paolo Grassi

Angela Lacarbonara maestro del coro

Banda Musicale della Città di Martina Franca “Armonie d’Itria” banda di palcoscenico

Direttore di palcoscenico Grazia Nigri

Assistente alla regia Ivana Zaurino

Maestro di sala Liubov Gromoglasova

Maestro collaboratore Eugenio Aiello

Maestri collaboratori di palcoscenico Rosangela Palmisano, Angela Pascale

Maestro collaboratore alle luci Francesco Siri

Maestro collaboratore ai sovratitoli Chiara Raguso

Nuova produzione del Festival della Valle d’Itria

Inoltre oggi e domani sono in programma:

Martedì 23 luglio agli Orti del Duca di Martina Franca la proiezione del documentario di Leo Muscato L’utopia della valle

omaggio ai cinquant’anni del Festival della Valle d’Itria.

Ingresso libero

Mercoledì 24 luglio le Nina’s Drag Queens portano in scena

al Teatro Verdi lo spettacolo Il giardino delle ciliegie

in una nuova, originale versione da Cechov

Si terrà martedì 23 luglio (ore 21) agli Orti del Duca di Martina Franca la proiezione del documentario L’utopia della valle del regista martinese Leo Muscato, scritto con Massimo Bernardini e Laura Perini, dedicato ai cinquant’anni del Festival della Valle d’Itria e prodotto dalla Fondazione Paolo Grassi con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Puglia e Comune di Martina Franca. Un’occasione preziosa, e a ingresso libero, per ripercorrere mezzo secolo di storia di arte in musica, di impegno e passione.

Con la consulenza musicale di Carla Moreni e la fotografia di Samir Iacovone, il documentario, della durata di 88 minuti, ripercorre la storia del festival pugliese come vissuta e narrata da artisti, maestranze, pubblico e critici che hanno visto crescere l’idea di un festival unico nel suo genere, nato grazie alla tenacia e alla passione di figure illuminate – Paolo Grassi, Alessandro Caroli e, su tutti, Franco Punzi, anima instancabile del festival per quasi mezzo secolo, di cui il documentario regala una preziosa e commovente testimonianza.

“C’è una rispondenza segreta tra le cose degli uomini e i luoghi dove vengono pensate, create, agite. Ci sono imprese umane che non avrebbero potuto nascere altrimenti che là dove sono nate – racconta Muscato, apprezzato drammaturgo e regista di opera e prosa –.  Sono vicende di sentimento e artigianato, d’intelletto e creatività nate dal brulicare operoso di chi lavora senza sosta per salvare frammenti di memoria dalla massa di detriti che il passo pesante della Storia produce di continuo. Alcune di queste avventure finiscono bene, ed è il caso di raccontarle e celebrarle, per onorare il ricordo di chi le ha costruite mattone su mattone”.

In un anno Muscato ha realizzato 26 interviste e 70 ore di riprese video, per riportare lo sguardo diverso dei tanti protagonisti di questa storia: la squadra del presidente Franco Punzi; i direttori artistici Alberto Triola e Sebastian F. Schwarz; i direttori d’orchestra Fabio Luisi e Michele Spotti; il regista Pier Luigi Pizzi; i cantanti Patrizia Ciofi, Marco Filippo Romano; gli operatori culturali Carlo Fontana e Giovanni Soresi, il critico e musicologo Angelo Foletto; lo storico pugliese Giuseppe Vacca. Alcuni martinesi che si sono avvicinati al festival da bambini: gli scrittori Donato Carrisi e Mario Desiati. E altri che hanno mosso i primi passi delle loro carriere sul suo palcoscenico, tra i quali la danzatrice Rossella Brescia, il conduttore televisivo Beppe Convertini, i musicisti Emanuele Urso, Manuel Amati e Andrea Monarda.

LE NINA’S DRAG QUEENS

Mercoledì 24 luglio (ore 21) al Teatro Verdi, il Festival della Valle d’Itria si apre alla prosa, irriverente e ironica, delle Drag Queen, figure eclettiche, personaggi multiformi, vere e proprie maschere post-moderne. La compagnia milanese Nina’s Drag Queens arriva a Martina Franca con lo spettacolo Il giardino delle ciliegie. Étude pour un vaudeville en travesti plein de paillettes.

Il regista Francesco Micheli mette in scena il capolavoro di Cechov, opera teatrale di grande coralità, un affresco femminile vario e affascinante, in una nuova, originale versione, che si avvale delle scene di Clara Storti e Selena Zanrosso, dei costumi di Giada Masi e delle luci di Giulia Pastore.

Il giardino dei ciliegi di Anton Cechov è una piccola saga familiare, stagliata sullo sfondo di un’epoca di grande cambiamento. Aspettando un unico avvenimento, la vendita del giardino, i personaggi si dibattono in situazioni apparentemente futili: amori inseguiti e non corrisposti, feste senza invitati, passeggiate tra i viali. Nell’adattamento di Micheli e con la traduzione di Fausto Malcovati, sei donne attendono la fine del mondo che hanno conosciuto. Intorno a loro, si avvicina una schiera di uomini, un coro di voci incalzante che segna l’inevitabile conto alla rovescia. “Ci siamo chiesti a cosa corrispondano, oggi, quelle ansie, quelle manie, quei caratteri. È la cronaca di un’epoca di passaggio: come quella che viviamo in questi anni”, spiegano le Ninas’ Drag Queen.

Per Francesco Micheli, “le drag queen sono creature anfibie, icone tra mondi opposti, angeli sgangherati, animali divini, incarnazione contemporanea del mito di Dafne: donne albero che sanguinano e piangono se fai loro del male. Un bosco di fanciulle albero, belle ma legnose, uomini in panni femminili che evocano il bel mondo al tramonto che un tempo affollava quei luoghi”.

Mercoledì 24 luglio (ore 21) al Teatro Verdi di Martina Franca, il Festival della Valle d’Itria si apre alla prosa, irriverente e ironica, delle Drag Queen, figure eclettiche, personaggi multiformi, vere e proprie maschere post-moderne.

La compagnia milanese Nina’s Drag Queens presenta il suo primo spettacolo Il giardino delle ciliegie. Étude pour un vaudeville en travesti plein de paillettes, per la regia di Francesco Micheli. In scena il capolavoro di Cechov, opera teatrale di grande coralità, un affresco femminile vario e affascinante, in una nuova, originale versione, che si avvale delle scene di Clara Storti e Selena Zanrosso, dei costumi di Giada Masi e delle luci di Giulia Pastore.

Il giardino dei ciliegi di Anton Cechov è una piccola saga familiare, stagliata sullo sfondo di un’epoca di grande cambiamento. Aspettando un unico avvenimento, la vendita del giardino, i personaggi si dibattono in situazioni apparentemente futili: amori inseguiti e non corrisposti, feste senza invitati, passeggiate tra i viali. Nell’adattamento di Micheli e con la traduzione di Fausto Malcovati, sei donne attendono la fine del mondo che hanno conosciuto. Intorno a loro, si avvicina una schiera di uomini, un coro di voci incalzante che segna l’inevitabile conto alla rovescia. “Ci siamo chiesti a cosa corrispondano, oggi, quelle ansie, quelle manie, quei caratteri. È la cronaca di un’epoca di passaggio: come quella che viviamo in questi anni”, spiegano le Ninas’ Drag Queen.

Per Francesco Micheli, “le drag queen sono creature anfibie, icone tra mondi opposti, angeli sgangherati, animali divini, incarnazione contemporanea del mito di Dafne: donne albero che sanguinano e piangono se fai loro del male. Un bosco di fanciulle albero, belle ma legnose, uomini in panni femminili che evocano il bel mondo al tramonto che un tempo affollava quei luoghi”.

Programma su www.festivaldellavalleditria.it

Biglietti: da 25 a 10 euro.

Info: tel. +39 080 4805100, info@festivaldellavalleditria.it

Venerdì 15 marzo 2024, alle ore 20, prima recita di “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti.

L’opera, diretta dal maestro Daniele Gatti, è proposta con la storica regia di Jonathan Miller, ripresa in questa occasione da Stefania Grazioli.

In locandina Marco Filippo Romano come Don Pasquale; Markus Werba nella parte del Dottor Malatesta; Sara Blanch è Norina; Yijie Shi interpreta Ernesto mentre Oronzo D’Urso veste i panni di Un notaro.

La recita del 15 marzo 2024 sarà trasmessa in differita su Rai Radio 3

A poche settimane di distanza dall’inizio dell’86ª edizione del Festival del Maggio, venerdì 15 marzo alle ore 20, nella Sala Grande del Teatro, va in scena una delle più celebri opere di Gaetano Donizetti, il Don Pasquale. Lo spettacolo è proposto nello storico, e ormai celebre, allestimento di Jonathan Miller – ripreso da Stefania Grazioli – un doveroso tributo del Teatro a un grande regista e a un allestimento molto amato, fin da subito, da pubblico e critica che è stato poi messo in scena in diversi teatri europei: una grande casa di bambole in cui si svolgeranno tutte le disavventure dei protagonisti dell’opera. Sul podio il maestro Daniele Gatti, alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio, che affronta per la prima volta questo titolo restando fedele alle origini dell’opera (napoletane e francesi) e mettendone in risalto il linguaggio rossiniano.

Cinque le recite complessive: il 15, il 19 e il 23 marzo alle ore 20 e il 17 e 24 marzo alle ore 15:30.

Sul palcoscenico Marco Filippo Romano veste i panni del protagonista della vicenda, Don Pasquale, anziano e ricco settantenne e zio di Ernesto, interpretato da Yijie Shi, giovane innamorato della giovane vedova Norina, interpretata da Sara Blanch

Markus Werba, che torna al Maggio dopo le recite del Don Giovanni  e Falstaff nell’ambito dell’85° Festival del Maggio, veste i panni del Dottor Malatesta; Oronzo d’Urso, talento dell’Accademia del Maggio, è invece Un notaro. 

Chiudono il cast come Tre voci soliste due artisti del Coro del Maggio, Valeriia Matrosova e Massimiliano Esposito, e Carlo Cigni.

Sempre i talenti dell’Accademia del Maggio saranno i protagonisti della recita del 23 marzo: le parti di Norina, del Dottor Malatesta e di Ernesto saranno infatti interpretate rispettivamente da Nikoletta HertsakMatteo Mancini e Lorenzo Martelli.

In questo allestimento del Maggio Musicale Fiorentino le scene e i costumi e le luci sono rispettivamente curati – come nell’edizione del 2001 e del 2011 – da Isabella Bywater e Jvan Morandi con le luci realizzate in questa occasione da Emanuele Agliati.

Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini.

Mercoledì 13 marzo 2024, alle ore 17, nel Ridotto del Foyer di Galleria del Teatro del Maggio, Luca Zoppelli presenta l’opera; l’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Prima di ogni recita sono inoltre proposte al pubblico le presentazioni degli spettacoli, tenute da Katiuscia Manetta, Maddalena Bonechi e Marco Cosci: le guide si tengono nel Foyer della Sala Zubin Mehta o nel Foyer di Galleria della Sala Grande 45 minuti circa prima dell’inizio di ogni recita.

Sul podio della Sala Grande il maestro Daniele Gatti, che dirige l’opera di Donizetti per la prima volta nella sua carriera: “Ho colto al volo l’opportunità di affrontare per la prima volta il Don Pasquale, non avendola mai diretta ho avuto l’occasione di studiarla e di scoprirla e di ‘entrare’ così nel mondo del belcanto italiano, che nel corso della mia carriera ho toccato solo poche volte. Mi piace vedere quest’opera come un omaggio di Donizetti al teatro rossiniano buffo – mantenendo naturalmente l’impronta romantica tipica donizettiana – evidenziato da questo passaggio continuo tra un gesto affettivo di ricordo e uno sguardo sereno al genio di Rossini che scrive questo tipo di opere nei primi anni del XIX secolo: lo sentiamo in alcuni procedimenti armonici e l’uso di alcuni stereotipi tipici dell’opera buffa, con la sola differenza del recitativo, che in questo caso non è secco ma accompagnato. Inoltre ho la fortuna di avere un cast davvero eccellente ed è un grande piacere affrontare così per la prima volta questo titolo”.

Il Don Pasquale, in scena per la settima volta nel corso delle stagioni del Maggio, viene dunque proposto per la terza occasione nell’ormai storica regia firmata da Jonathan Miller nel settembre 2001, da subito accolta con grande calore dal pubblico e dalla critica; un allestimento portato inoltre con altrettanto successo a Milano, al Teatro alla Scala, alla Royal Albert Hall di Londra e all’Opera di Bilbao. Il grande regista londinese ambienta la vicenda nella casa di Don Pasquale, che è sì una dimora borghese settecentesca, ma pensata scenicamente come una grande casa delle bambole su tre piani, con ogni ambiente di essa curato e ben definito, dalla cucina al soggiorno fino alle camere da letto, mentre costumi e trucco rimarcano il carattere brioso dell’opera di Donizetti. 

“È un’opera in cui decisamente ne vedremo delle belle” ha sottolineato Stefania Grazioli, parlando dell’allestimento da lei ripreso di Jonathan Miller “Il Don Pasquale è la terza e ultima opera buffa di Gaetano Donizetti, che sappiamo essere stata una persona dotata di grande senso dell’umorismo; la vicenda – per quanto piena di momenti buffi e situazioni divertenti – non ha una comicità fine a sé stessa, bensì più profonda, con momenti anche malinconici. Il libretto è di altissimo livello, sia perché perfettamente connesso con la partitura sia perché riesce a bilanciare, proprio attraverso l’alternanza fra momenti divertenti e situazioni dal retrogusto più amaro. La regia di Miller, che fa capire in modo cristallino la sua grande sapienza teatrale, è ricca di gag davvero splendide ed è un grande onore e piacere riprendere questo allestimento, potendo contribuire con il lavoro svolto insieme al maestro Daniele Gatti e a tutto lo splendido cast di questa produzione”.

Marco Filippo Romano, che interpreta lo sfortunato protagonista della vicenda, Don Pasquale, torna al Maggio dopo le recite de L’elisir d’amore dell’estate del 2019: “Nonostante abbia già interpretato questo splendido ruolo all’estero, per me queste recite segnano il mio debutto come Don Pasquale in Italia; farlo qui al Teatro del Maggio, con questa straordinaria regia di Miller e insieme alla direzione del maestro Daniele Gatti – con cui ho la fortuna di collaborare per la prima volta – è assolutamente emozionante. Il vecchio Don Pasquale è senz’altro uno dei ‘principi’ dei ruoli buffi: nonostante questo non ha le tipiche caratteristiche, ad esempio, del buffo di stampo rossiniano; questa differenza, in Donizetti, la troviamo nelle frasi molto legate fra loro e da una malinconia spesso accentuata musicalmente o scenicamente. Con il protagonista dell’opera ci troviamo dunque davanti a un personaggio che, bensì sia vecchio, ha e sente nuovamente della vitalità dentro di sé, come sottolineato anche da alcuni passaggi musicali; egli, cercando di conquistare Norina, riscopre un sentimento che non aveva probabilmente da quando era giovane”.

La bella vedova Norina è interpretata da Sara Blanch, che sarà inoltre fra i protagonisti del concerto inaugurale diretto dal maestro Daniele Gatti dell’86°Festival del Maggio in programma il prossimo 13 aprile.

Parlando del personaggio di Norina, Sara Blanch ne ha sottolineato la grande forza e la grande indipendenza: “È una donna davvero capace, con esperienza nelle relazioni e che spesso prende l’iniziativa e credo che sia proprio lei in realtà il grande motore immobile della vicenda, che poi verrà orchestrata dal Dottor Malatesta: lei fa questo in risposta al fatto di sentire il suo amore con Ernesto ostacolato bruscamente da Don Pasquale. Ecco allora nascere in Norina questo grande spirito di ribellione davanti a questa ingiustizia e la necessità assoluta di cambiare lo stato della vicenda. Dal mio punto di vista trovo sia davvero interessante interpretare una parte del genere, perché permette di mostrare una donna con più sfumature; la rabbia per la vicenda con il vecchio Don Pasquale, i momenti di tenerezza con Ernesto e anche le tante situazioni in cui dimostra di avere anche una vena molto spiritosa: è davvero un personaggio completo”. 

Markus Werba, da poco protagonista come Leporello nel Don Giovanni, opera inaugurale dell’85°Festival del Maggio, e come Ford in Falstaff, nella medesima edizione del Festival, interpreta il Dottor Malatesta, colui che tesserà le trame della vicenda per far sì che, a spese del vecchio Don Pasquale, Norina ed Ernesto possano finalmente convolare a giuste nozze: “Il Dottor Malatesta è il vero e proprio deus ex machina della storia; infatti, nonostante sia proprio lui quello incaricato dal vecchio protagonista per trovargli una moglie, è molto legato a Ernesto è dunque ordisce le trame per ingannare Don Pasquale e far sì che il suo amico e Norina possano sposarsi. È infatti lui che suggerisce al protagonista di sposare sua sorella Sofronia (in realtà impersonata da Norina) facendogli credere che sia una giovane bella e pura appena uscita di convento. In questo modo, organizzando questo finto matrimonio, la vera Norina – sotto mentite spoglie – avrà modo di far davvero ‘impazzire’ Don Pasquale, facendogli spendere un sacco di soldi e progettando grandi feste, facendo chiamare sarti e gioiellieri e disdegnando le sue attenzioni affettuose”.

Yijie Shi, che torna sulle scene del Maggio dopo un’altra opera di Donizetti, la Lucia di Lammermoor del settembre 2015,veste i panni di Ernesto, il giovane innamorato di Norina: “è bellissimo poter tornare al Maggio, mi mancava moltissimo. La prima volta, credo, fu nel 2012 nel vecchio Teatro per “Il viaggio a Reims” di Rossini; le ultime, invece, nel 2014 (Falstaff) e Lucia di Lammermoor (2015) qui nel nuovo teatro. Sono davvero molto contento di essere tornato a Firenze (e in Europa) e ringrazio tantissimo il teatro”. Oronzo D’Urso, da poco fra i protagonisti de La principessa di gelo dello scorso febbraio, interpreta Un notaro.Chiudono la compagnia di canto due artisti del Coro del Maggio – Valeriia Matrosova e Massimiliano Esposito – e Carlo Cigni.

L’opera:

Il libretto è scritto da Giovanni Ruffini (anche se firmato da Michele Accursi), ed è un rifacimento del libretto scritto da Angelo Anelli nel 1810 per Ser Marcantonio di Stefano Pavesi. È un dramma buffo certamente, ma Don Pasquale segna un punto di arrivo e uno di rottura per l’opera buffa siglato da Donizetti; è l’approdo di una tradizione comica italiana che percorre i secoli comunque né troppo farsesca né troppo comica, ed è l’opera nella quale la commedia si affaccia verso l’amarezza. È l’antica trama, da Donizetti articolata in tre concisi atti, del vecchio (Don Pasquale), economo e celibe, raggirato con l’offerta di una sposa ingenua, la vedova invece scaltra e maliziosa che ama riamata il nipote di Don Pasquale. Equivoci e travestimenti, metamorfosi, spese, finte nozze, simulati tradimenti e insulti per far sì che il vecchio maledica le sue nozze fino a che, scoperta la verità dell’architettura a suo danno, non si rassegna a benedire le nozze tra i giovani. Il libretto, nella definizione drammaturgica offerta dalla musica di Donizetti, è un modello d’efficienza e di eleganza: un prontuario ben congegnato di situazioni comiche ritmate dall’intuito teatrale malizioso e attuale. 

La locandina

DON PASQUALE

di Gaetano Donizetti

Dramma buffo in tre atti

Libretto di M. A. (Michele Accursi),

Giovanni Ruffini e Gaetano Donizetti da Angelo Anelli 

Edizione Edwin F. Kalmus & Co., Inc., Roca Baton, Florida

— 

Direttore Daniele Gatti

Regia Jonathan Miller

ripresa da Stefania Grazioli

Scene e costumi Isabella Bywater

Luci Jvan MorandiRealizzate da Emanuele Agliati

— 

Don Pasquale Marco Filippo Romano

Dottor Malatesta Markus Werba/Matteo Mancini (23)

Ernesto Yijie Shi/Lorenzo Martelli (23)

Norina Sara Blanch/Nikoletta Hertsak (23)

Un notaro Oronzo D’Urso

Tre voci soliste Valeriia MatrosovaMassimiliano Esposito,Carlo Cigni

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro del Coro Lorenzo Fratini


In lingua originale
Con sopratitoli in italiano e inglese a cura di Prescott Studio, Firenze

Prezzi:

Visibilità limitata e ascolto: 15€

Galleria: 30€

Palchi: 40€

Platea 4: 50€ – Platea 3: 60€ – Platea 2: 75€ – Platea 1: 90€

SARA’ “NORMA” DI BELLINI, IL 17 LUGLIO, AD APRIRE IL 50° FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA

Festival della Valle d’Itria , Martina Franca (TA), 17 luglio – 6 agosto 2024

Annunciati titoli, cast e date delle tre opere che

segnano l’edizione n. 50 del Festival della Valle d’Itria:

Norma di Bellini, Aladino e la lampada magica di Rota,

Ariodante di Händel

Aperta la biglietteria on line

50 anni di festival. 50 anni di musica, rarità e riscoperte. Il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca compie nel 2024 mezzo secolo di storia. Una realtà divenuta nel corso del tempo patrimonio prezioso ed eccellenza della cultura italiana nel mondo, aperta a un pubblico internazionale, attento e curioso.

L’edizione del 2024, firmata dal direttore artistico Sebastian F. Schwarz e organizzata dalla Fondazione Paolo Grassi, vede un calendario fitto di 21 giorni, dal 17 luglio al 6 agosto.

In foto : Sebastian F. Schwarz

Tre i titoli delle opere, tre diversi stili musicali, dal belcanto al barocco fino al Novecento, in un arco temporale di oltre due secoli: sono Norma di Vincenzo Bellini, Aladino e la lampada magica di Nino Rota, Ariodante di Georg Friedrich Händel.

Il Festival si arricchisce, come di consueto, di un nutrito numero concerti di musica da camera e liederistica, musica sacra, barocca, sinfonica (con l’esecuzione della Nona Sinfonia di Beethoven a 200 dalla composizione), jazz, incontri con gli artisti e spettacoli di prosa, di cui programmi e date saranno presto resi noti.

A fare da cornice al Festival, alcuni luoghi simbolo di Martina Franca – il Palazzo Ducale, il Teatro Verdi, il chiostro della Chiesa di San Domenico, la Basilica barocca di San Martino – e le più belle masserie del territorio, fra gli uliveti secolari del territorio pugliese.

Più che mai, nella presente edizione – racconta Sebastian F. Schwarz – il festival si rivolge a un pubblico vasto e diverso: agli amanti dell’opera barocca, quanto ai melomani che apprezzano il grande repertorio del Belcanto, alle famiglie intere per una favola da Mille e una notte o a chi vuole ricordare il bicentenario della sinfonia più famosa della storia della musica, come la Nona di Beethoven… Invitiamo tutti in Puglia per festeggiare con noi il 50° Festival della Valle d’Itria”.

LE OPERE IN PROGRAMMA

Aprirà il Festival mercoledì 17 luglio (repliche 21, 28 luglio e 2 agosto, ore 21) nello storico cortile del Palazzo Ducale, una nuova produzione della Norma di Vincenzo Bellini, con la direzione di Fabio Luisi, direttore musicale del Festival, fra le bacchette più autorevoli nel panorama musicale internazionale.

Prendendo come riferimento l’edizione critica di Casa Ricordi, i ruoli di Norma e Adalgisa saranno affidati a due soprani, riportando l’esecuzione all’originale volontà del compositore, come già in una storica edizione del 1977 che rese celebre il Festival della Valle d’Itria a livello internazionale.

Debuttano nei ruoli delle due donne i soprani Jacquelyn Wagner (Norma) e Valentina Farcas (Adalgisa), nel ruolo di Pollione il tenore Airam Hernandez e nel ruolo di Oroveso il basso Simon Lim.

La regia è affidata alla tedesca Nicola Raab, dalla consolidata esperienza internazionale in campo lirico, scene e costumi di Leila Fteita, già premio Abbiati 2022 per l’allestimento de Il Giocatore alla 48ª edizione del Festival.

L’opera, coprodotta con la Fondazione Petruzzelli di Bari, vedrà protagonista l’Orchestra del teatro barese e il suo Coro.

Dal 27 luglio (repliche il 30 luglio, 1 e 4 agosto, ore 21) a Palazzo Ducale il Festival omaggia Nino Rota con l’allestimento di Aladino e la lampada magica “fiaba lirica” del 1968 del compositore che scelse la Puglia come terra d’adozione, e di cui il Festival ha già allestito nelle edizioni passate Il cappello di paglia e Napoli Milionaria. Sul podio Francesco Lanzilotta, direttore fra i più interessanti della sua generazione, apprezzato nei maggiori teatri europei, alla guida dell’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari. Firma la regia l’argentina Rita Cosentino artista presente nei principali palcoscenici teatrali, con una particolare attenzione al pubblico dei più giovani, scene e costumi di Leila Fteita.

Nei ruoli principali il tenore Marco Ciaponi (Aladino), il soprano Claudia Urru (Principessa), Marco Filippo Romano (Mago e Re) e il baritono Alexandr Ilvakhin (Il genio dell’anello). A loro si affianca il Coro di voci bianche della Fondazione Paolo Grassi (direttore Angela Lacarbonara), nato da un progetto che coinvolge le scuole del territorio, occasione per avvicinare i ragazzi al mondo della lirica e alla realtà del Festival.

L’attenzione al repertorio barocco, con l’allestimento di titoli di raro ascolto e di grande bellezza, quest’anno verterà sull’Ariodante (1735) di Georg Friedrich Händel, in occasione dei 550 anni della nascita di Ludovico Ariosto, il cui Orlando furioso è fonte di ispirazione dell’opera handeliana. Protagonisti, al Teatro Verdi il 22 luglio (repliche il 25 e 28 luglio, ore 21), l’ensemble Modo Antiquo diretto dal suo fondatore Federico Maria Sardelli (al terzo e ultimo anno di residenza artistica al Festival), e alcuni fra i migliori interpreti specializzati in questo repertorio: Cecilia Molinari (Ariodante), Teresa Iervolino (Polinesso), Biagio Pizzuti (Re di Scozia), Theodora Raftis (Dalinda), Manuel Amati (Lurcanio). Regia, scene e costumi porteranno la firma del consolidato team formato da Torsten Fischer (regia), scene di Herbert Schäfer (drammaturgia e scenografia) e Vasilis Triantafillopoulos (costumista).

IL CONCERTO SINFONICO

Fra gli appuntamenti in programma, si segnala l’esecuzione della imponente Nona Sinfonia di Beethoven a 200 anni dalla composizione, il 3 agosto (ore 21) a Palazzo Ducale, con l’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari diretti da Riccardo Frizza.

Il 50° Festival della Valle d’Itria è realizzato con il contributo del Ministero della Cultura, Regione Puglia e Comune di Martina Franca.

Programma del festival su www.festivaldellavalleditria.it

Abbonamenti e biglietti disponibili su festivaldellavalleditria.vivaticket.it

Biglietti opere: intero da 25 a 70 euro, senior da 20 a 50 euro, under 30 da 15 a 30 euro, under 15 a Palazzo Ducale 10 e 15 euro. Concerto sinfonico: intero 40 e 25 euro (senior 30 e 20 euro, under 30 20 e 15 euro). Abbonamenti alle 3 opere da 120 a 60 euro.

Info: tel. +39 080 4805100, info@festivaldellavalleditria.it

Martina Franca (TA), 17 luglio – 6 agosto 2024

50° Festival della Valle d’Itria

NORMA di Vincenzo Bellini

Tragedia lirica in due atti su libretto di Felice Romani

direttore musicale Fabio Luisi

regia Nicola Raab

allestimento Leila Fteita

17, 21, 28 luglio e 2 agosto, ore 21

Palazzo Ducale, Martina Franca

Protagonisti:

Norma Jacquelyn Wagner (soprano)

Adalgisa Valentina Farcas (soprano)

Pollione Airam Hernandez (tenore)

Oroveso Simon Lim (basso)

Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari

Coro del Teatro Petruzzelli di Bari

ARIODANTE

Georg Friedrich Händel

Dramma per musica in tre atti su libretto di Antonio Salvi

direttore musicale Federico Maria Sardelli

regia Torsten Fischer

scene e drammaturgia Herbert Fischer

costumi Vasilis Triantafillopoulos

22, 25 e 29 luglio, ore 21

Teatro Verdi, Martina Franca

Protagonisti:

Ariodante Cecilia Molinari (mezzosoprano)

Polinesso Teresa Iervolino (mezzosoprano)

Dalinda Theodora Raftis (soprano)

Lurcanio Manuel Amati (tenore)

Il Re di Scozia Biagio Pizzuti (basso baritono)

Orchestra Barocca Modo Antiquo

ALADINO E LA LAMPADA MAGICA

Nino Rota

Fiaba lirica in tre atti di Vinci Verginelli da Mille e una notte

27, 30 luglio, 1, 4 agosto, ore 21

Palazzo Ducale, Martina Franca

direttore musicale Franesco Lanzilotta

regia Rita Cosentino

allestimento Leila Fteita

Protagonisti:

Aladino Marco Ciaponi (tenore)

Principessa Claudia Urru (soprano)

Il Mago, il Re Marco Filippo Romano (basso baritono)

Il genio dell’anello Aleksandr Ilvakhin (baritono)

Coro delle voci bianche di Martina Franca

Sinfonia n. 9 in re minore per soli, coro e orchestra op. 125

Ludwig van Beethoven

direttore musicale Riccardo Frizza

Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari

Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari

Coro del Teatro Petruzzelli di Bari

3 agosto, ore 21

Palazzo Ducale, Martina Franca

Solisti in via di definizione

Completano il programma del Festival (calendario di prossima pubblicazione) il Concerto per lo Spirito, i concerti del sorbetto, i concerti nelle masserie e la rassegna “In orbita. Il Festival tra piazze e contrade”

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LE OPERE E IL CONCERTO SINFONICO DEL FESTIVAL IN ORDINE CRONOLOGICO

17 luglio NORMA di Vincenzo Bellini (Palazzo Ducale)

21 luglio NORMA di Vincenzo Bellini (Palazzo Ducale)

22 luglio ARIODANTE di Georg Friedrich Händel (Teatro Verdi)

25 luglio ARIODANTE di Georg Friedrich Händel (Teatro Verdi)

27 luglio ALADINO E LA LAMPADA MAGICA di Nino Rota (Palazzo Ducale)

28 luglio NORMA di Vincenzo Bellini (Palazzo Ducale)

29 luglio ARIODANTE di Georg Friedrich Händel (Teatro Verdi)

30 luglio ALADINO E LA LAMPADA MAGICA di Nino Rota (Palazzo Ducale)

1 agosto ALADINO E LA LAMPADA MAGICA di Nino Rota (Palazzo Ducale)

2 agosto NORMA di Vincenzo Bellini (Palazzo Ducale)

3 agosto BEETHOVEN, Nona Sinfonia

4 agosto ALADINO E LA LAMPADA MAGICA di Nino Rota (Palazzo Ducale)

Tutti gli spettacoli e il concerto sinfonico hanno inizio alle ore 21

IL BARBIERE DI SIVIGLIAINAUGURA LA STAGIONE LIRICA 2024

L’opera di Gioachino Rossini nell’allestimento di Pier Luigi Pizzi,

con Diego Ceretta alla direzione della Filarmonica Arturo Toscanini

e del Coro del Teatro Regio di Parma preparato da Martino Faggiani.

Protagonisti Maxim Mironov, Maria Kataeva, Andrzej Filończyk.

Prova riservata agli Under 30 con tantissime sorprese  

e aftershow con djset

Teatro Regio di Parma

venerdì 12 gennaio 2024 ore 20.00,

martedì 16, giovedì 18, ore 20.00,

sabato 20 gennaio, ore 17.00

Il barbiere di Siviglia, opera buffa in due atti di Gioachino Rossini su libretto di Cesare Sterbini, inaugura la Stagione Lirica venerdì 12 gennaio 2024 ore 20.00 (recite martedì 16, giovedì 18, ore 20.00, e sabato 20 gennaio, ore 17.00). L’opera va in scena nel riallestimento in coproduzione con Fondazione Rossini Opera Festival, con la regia, le scene e i costumi di Pier Luigi Pizzi, regista collaboratore e luci Massimo Gasparon. La partitura è nell’edizione critica della Fondazione Rossini, in collaborazione con Casa Ricordi, a cura di Alberto Zedda.

Il ventisettenne Diego Ceretta, al debutto nel titolo e per la prima volta al Teatro Regio di Parma, sarà sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini e del Coro del Teatro Regio di Parma preparato da Martino Faggiani. Protagonisti Maxim Mironov (Conte d’Almaviva, per la prima volta al Teatro Regio), Maria Kataeva (Rosina, per la prima volta a Parma), Andrzej Filończyk (Figaro, per la prima volta al Teatro Regio), Marco Filippo Romano (Don Bartolo), Roberto Tagliavini (Don Basilio), Elena Zilio (Berta), William Corrò (Fiorello / Un ufficiale).

Una fitta trama di inganni, stratagemmi e situazioni esilaranti, un linguaggio musicale brillante, un ritmo narrativo serrato fanno di quest’opera una delle più rappresentate al mondo. Un successo tutt’altro che scontato all’epoca del suo debutto, avvenuto il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina di Roma. Il confronto con Giovanni Paisiello, autore appena trent’anni prima di un’opera omonima tratta dallo stesso dramma di Beaumarchais, era talmente pesante che, si racconta, molti detrattori di Rossini erano presenti alla première con l’unico scopo di boicottarla.

“Casualità e intraprendenza stanno alla base della nascita dell’opera buffa più universalmente nota e rappresentata, la leggenda ne è il contorno inevitabile – spiega Giuseppe Martini. La leggenda riguarda il tempo di composizione, stimato in una quindicina di giorni fra 25 gennaio e 10 febbraio circa, dovendo andare in scena il 20 ed essendo già in ritardo; e la nota contestazione al debutto. Nel primo caso, va detto che Rossini era di suo veloce a scrivere, e quei tempi di lavoro erano comunque normali per l’epoca (e, nota, i recitativi secchi erano scritti da collaboratori); quanto alla contestazione, è d’uso incolparne i paisielliani, ma alcuni sono propensi oggi a motivarla anche con le novità proposte dall’impaginazione rossiniana rispetto alle convenzioni… Dopo il fiasco della prima sera (durante le prove, poi, era morto Cesarini Sforza) e le cinque repliche appena (il 27 finiva la stagione), il Barbiere ebbe successo crescente: in cinque-sei anni invase l’Europa, e nei decenni successivi sopravvisse alla crisi dell’opera buffa e di gran parte del repertorio rossiniano. Restò modello supremo nel proprio genere ed è tuttora una delle opere più rappresentate al mondo”

PROVE APERTE

È riservata al pubblico degli under30 la prova di domenica 7 gennaio 2024, ore 20.00 (biglietti 5 euro). Tantissime le sorprese della serata, che sarà introdotta dalla rocambolesca performance di Teatro Necessario tratta dallo spettacolo Premiata Barberia Carloni e che vedrà la partecipazione dei barbieri di Depot Barber&Co., pronti ad acconciare i giovani spettatori. E per chi lo vorrà, la serata potrà concludersi con un aftershow con dj set nelle sale del Ridotto (ingresso 5 euro).

È aperta al pubblico la prova di mercoledì 10 gennaio 2024, ore 15.30. Biglietti (10 euro) in vendita da giovedì 5 gennaio.

PRIMA CHE SI ALZI IL SIPARIO

Il compositore, lo stile, la genesi delle opere, i capolavori letterari che ne hanno ispirato la produzione sono alcuni dei temi approfonditi da Giuseppe Martini in Prima che si alzi il sipario, ciclo di incontri di presentazione delle opere in programma al Teatro Regio: è dedicato a Il barbiere di Siviglia l’incontro di domenica 7 gennaio 2024, ore 17.00 con la partecipazione dei cantanti del Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” di Parma, coordinati da Donatella Saccardi, che ne interpreteranno i brani più celebri.

I PERCORSI DI ACCESSIBILITÀ ALL’OPERA DI REGIOINSIEME

Nell’ambito di RegioInsieme, in collaborazione con UICI PARMA (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), il Teatro Regio realizza un percorso di introduzione all’ascolto dedicato alle persone con deficit visivo. Lunedì 8 gennaio, alle ore 15.00, il primo incontro di Conversazioni musicali, condotto da Laura Minto, con ascolti al pianoforte a cura di Milo Martani.

RegioInsieme è il progetto sociale del Teatro Regio di Parma, nato per creare opportunità e rendere accessibili a tutti spettacoli, concerti, laboratori, percorsi ed esperienze formative, per fare ancora una volta del teatro un’occasione di crescita, di benessere e di arricchimento. Il programma degli appuntamenti è disponibile su teatroregioparma.it.

BIGLIETTERIA DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Strada Giuseppe Garibaldi, 16/A 43121 Parma Tel. +39 0521 203999 biglietteria@teatroregioparma.it

Orari di apertura: dal martedì al sabato ore 11.00-13.00 e 17.00-19.00 e un’ora precedente lo spettacolo. In caso di spettacolo nei giorni di chiusura, da un’ora precedente lo spettacolo. Chiuso il lunedì, la domenica e i giorni festivi. Il pagamento presso la Biglietteria del Teatro Regio di Parma può essere effettuato con denaro contante in Euro, con assegno circolare non trasferibile intestato a Fondazione Teatro Regio di Parma, con PagoBancomat, con carte di credito Visa, Cartasi, Diners, Mastercard, American Express. I biglietti per tutti gli spettacoli sono disponibili anche su teatroregioparma.it. L’acquisto online non comporta alcuna commissione di servizio.

TCBO: I DIPINTI DEL “CIRCO” DI BOTERO PER L’ELISIR D’AMORE DI DONIZETTI 

Debutta a Bologna l’allestimento firmato da Victor García Sierra; sul podio Diego Ceretta 

In scena al Comunale Nouveau dal 24 al 30 novembre 2023 

È ispirato alla produzione figurativa dell’artista colombiano Fernando Botero – scomparso lo scorso settembre – e in particolare alla sua serie di dipinti intitolata “Il Circo”, l’allestimento dell’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti prodotto da Nausica Opera International, che arriva nella Stagione d’Opera 2023 del Teatro Comunale di Bologna. Lo spettacolo con regia e scene firmate da Victor García Sierra – rappresentato per la prima volta al Teatro Verdi di Busseto nel 2014 con lo stesso Botero presente in sala – è in programma a partire da venerdì 24 novembre alle 20.00 al Comunale Nouveau e in replica fino al 30 novembre. Sul podio un talento italiano in ascesa come il ventisettenne Diego Ceretta, Direttore principale dell’ORT-Orchestra della Toscana, reduce dal recente successo al Wexford Festival Opera in un altro titolo di Donizetti: il raro Zoraida di Granata.

Con queste parole il regista Sierra, venezuelano di origine e italiano d’adozione, Direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica Carlos Cruz-Diez e direttore generale del concorso internazionale di canto lirico “Alcalá de Henares” di Madrid, racconta l’idea alla base di questo Elisir d’amore, che vede i costumi curati da Marco Guion e le luci da Stefano Gorreri: «Generosità e colore sono caratteristiche che identificano lo stile unico e inconfondibile del maestro Fernando Botero. Nel tentativo di unire il suo stile con l’opera italiana, mi sono ispirato a due dei suoi quadri della serie “Il Circo”; da uno ho sviluppato la scenografia, dall’altro un chiaro richiamo dei suoi personaggi con quelli dell’opera L’elisir d’amore».

Come protagonisti si alternano rispettivamente sul palco – nelle recite del 24, 26, 29 novembre e del 25, 28, 30 novembre – Karen Gardeazabal e Lavinia Bini nella parte di Adina, Juan Francisco Gatell e Valerio Borgioni come Nemorino, Andrea Vincenzo Bonsignore e Ian Antem nei panni di Belcore e Marco Filippo Romano e Vincenzo Taormina in quelli del Dottor Dulcamara; Elena Borin è Giannetta.

L’Orchestra e il Coro, preparato da Gea Garatti Ansini, sono quelli del Teatro Comunale di Bologna.

Il “melodramma giocoso” in due atti su musica di Donizetti e libretto di Felice Romani, tratto da Le Philtre (Il filtro) di Eugène Scribe, fu rappresentato la prima volta al Teatro della Canobbiana di Milano il 12 maggio del 1832. Il successo fu immediato per l’opera che sa essere leggera ma anche malinconica, come testimonia la celeberrima aria di Nemorino “Una furtiva lagrima”.

Presenting partner dello spettacolo è Illumia.

Le recite saranno precedute – circa 45 minuti prima dell’inizio – da una breve presentazione dell’opera nel Foyer del Comunale Nouveau.

I biglietti – da 15 a 100 euro – sono in vendita online tramite Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro Comunale, aperta dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18, il sabato dalle 11 alle 15 (Largo Respighi, 1); nei giorni di spettacolo al Comunale Nouveau (Piazza della Costituzione, 4/a) da un’ora prima e fino a 15 minuti dopo l’inizio. Info: www.tcbo.it /  https://www.tcbo.it/eventi/lelisir-damore-2023/

In occasione della Prima dell’Elisir d’amore, venerdì 24 novembre alle ore 19.00 nel Foyer del Comunale Nouveau – alla presenza di Elena Di Gioia, Delegata alla Cultura di Bologna e Città Metropolitana, e di Fulvio Macciardi, Sovrintendente del TCBO – verrà inaugurata una mostra dedicata ai lavori di riqualificazione in atto al Teatro Comunale di Bologna, che sarà fruibile al pubblico durante tutte le recite del capolavoro donizettiano. La mostra a cura di Cristina Berselli e Gabriele Fiolo, che espone le foto di Ivano Adversi e Gabriele Fiolo e i video di Mario Tarquini – Ottiche Creative, è un progetto dell’Associazione TerzoTropico-APS, anche promotrice dell’iniziativa insieme all’Associazione Tempo e Diaframma APS e alla Fondazione Teatro Comunale di Bologna, ed è realizzata con il contributo della Fondazione Rusconi e con il patrocinio del Comune di Bologna. 

AL VIA LA VENDITA DEI BIGLIETTI PER LA STAGIONE 2024 DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Lirica, Concertistica, ParmaDanza: dal 25 ottobre alla Biglietteria del Teatro Regio e dal 26 online su teatroregioparma.it

STAGIONE 2024 DEL TEATRO REGIO DI PARMA

STAGIONE LIRICA

Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini,

L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti in un nuovo allestimento,

Tosca di Giacomo Puccini

sono le opere che da gennaio a maggio compongono la Stagione Lirica,

a cui si aggiunge il Concerto sinfonico corale per celebrare il 195° compleanno del Regio.

Sul podio Diego Ceretta, Sesto Quatrini, Daniel Oren, alla direzione della Filarmonica Arturo Toscanini, del Coro del Teatro Regio di Parma, dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna.

Tra i protagonisti in scena Anastasia Bartoli, Maria Kataeva, Nina Minasyan, Roberto de Candia, Andrzej Filończyk, Brian Jagde, Maxim Mironov, John Osborn, Roberto Tagliavini, Luca Salsi.

STAGIONE CONCERTISTICA

Il Trio di Parma con la Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Diego Ceretta inaugura la Stagione Concertistica, realizzata da Società dei Concerti di Parma, nel primo dei sei concerti che, da gennaio a maggio, vedono protagonisti

il Quartetto Indaco con Alessandro Taverna, Emmanuel Pahud, Trevor Pinnock, Jonathan Manson, Michail Pletnëv, Andrea Lucchesini, Berta Rojas.

PARMADANZA

Da gennaio ad aprile Paul Taylor Dance Company per la prima volta al Regio,

Il lago dei cigni della Compagnia Paliashvili di Tbilisi,

FND/Aterballetto con una nuova creazione in prima assoluta,

Saburo Teshigawara & Rihoko Sato, Ballet Preljocaj con Torpeur in prima nazionale

REGIOYOUNG

Con i classici di Regio Young Una notte all’opera, Imparolopera e Opera meno 9, la rassegna per scuole e famiglie prende il via con Cartoons! e prosegue con le nuove produzioni di As.Li.Co. ispirate a Il flauto magico e a Turandot, l’appuntamento natalizio con Lo schiaccianoci e il re dei topi, e lo spettacolo musicale Caro Lupo di Drogheria Rebelot.

INCONTRI, LABORATORI, PROVE APERTE

La V edizione del workshop e del concorso Scrivere d’Opera, gli inviti all’ascolto di Prima che si alzi il sipario, le prove aperte, La danza dietro le quinte.

STAGIONE LIRICA

Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti, Tosca di Giacomo Puccini sono i tre titoli che compongono la Stagione Lirica 2024 del Teatro Regio di Parma, da gennaio a maggio, arricchita dal Concerto sinfonico corale diretto da Daniel Oren per celebrare il 195° compleanno del Teatro il 16 maggio.

Il barbiere di Siviglia, opera buffa in due atti di Gioachino Rossini su libretto di Cesare Sterbini, inaugura la Stagione venerdì 12 gennaio 2024 ore 20.00 (recite martedì 16, giovedì 18, ore 20.00, e sabato 20 gennaio, ore 17.00). L’opera va in scena nell’allestimento del Rossini Opera Festival del 2018, ripreso in occasione di Pesaro Capitale Italiana per la Cultura 2024, con la regia, le scene e i costumi di Pier Luigi Pizzi, registacollaboratore e luci Massimo Gasparon.

L’inaugurazione è affidata alla bacchetta del ventiseienne Diego Ceretta, al debutto nel titolo e per la prima volta al Teatro Regio di Parma,sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini e del Coro del Teatro Regio di Parma preparato da Martino Faggiani.

In scena Maxim Mironov (Conte d’Almaviva, per la prima volta al Teatro Regio), Maria Kataeva (Rosina, per la prima volta a Parma), Andrzej Filończyk (Figaro, per la prima volta al Teatro Regio), Marco Filippo Romano (Don Bartolo), Roberto Tagliavini (Don Basilio), Elena Zilio (Berta), William Corrò (Fiorello / Un ufficiale).

Una fitta trama di inganni, stratagemmi e situazioni esilaranti, un linguaggio musicale brillante, un ritmo narrativo serrato fanno di quest’opera una delle più rappresentate al mondo. Un successo tutt’altro che scontato all’epoca del suo debutto, avvenuto il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina di Roma: il confronto con Giovanni Paisiello, autore appena trent’anni prima di un’opera omonima tratta dallo stesso dramma di Beaumarchais, era talmente pesante che molti detrattori di Rossini erano presenti alla première con l’unico scopo di boicottarla. Tuttavia, bastò una seconda rappresentazione per ribaltare il destino di quest’opera e consacrarla al successo assoluto.

Sulla scia della leggerezza dell’opera inaugurale la Stagione prosegue con L’elisir d’amore, melodramma giocoso in due atti di Gaetano Donizetti su libretto di Felice Romani. Daniele Menghini firma questo nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma, che debutta venerdì 15 marzo 2024, ore 20.00 (recite domenica 17, venerdì 22 marzo, ore 20.00, domenica 24 marzo 2024, ore 15.30) con la direzione di Sesto Quatrini sul podio dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna e del Coro del Teatro Regio di Parma, maestro del coro Martino Faggiani. Completano il team creativo Davide Signorini alle scene, Nika Campisi ai costumi, Gianni Bertoli alle luci.

Nina Minasyan (per la prima volta a Parma) interpreta la ricca e capricciosa Adina, mentre John Osborn veste i panni di Nemorino, giovane e ingenuo contadino che, convinto di voler conquistare la ragazza, si affida al balsamico elisire spacciato come filtro d’amore dal sedicente dottor Dulcamara (Roberto de Candia).

Completano il cast Lodovico Filippo Ravizza (Belcore, per la prima volta a Parma) e Yulia Tkachenko (Giannetta).

Tratta dal dramma Le philtre del contemporaneo Eugène Scribe, composta in soltanto quattordici giorni, l’opera fu rappresentata il 12 maggio 1832 a Milano, con un successo che le valse oltre trenta repliche consecutive. L’inventiva melodica, la spiccata caratterizzazione dei personaggi, una leggerezza velata da accenti malinconici e a tratti elegiaci rendono quest’opera una tra le più amate nel repertorio ottocentesco, a cavallo tra l’opera buffa italiana, di cui conserva i tratti più brillanti, e un gusto più propriamente romantico.

La Stagione si chiude con Tosca, melodramma in tre atti di Giacomo Puccini su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, in scena nell’allestimento del 2018 del Teatro Regio di Parma venerdì 17 maggio 2024, ore 20.00 (recite domenica 19, ore 15.30, giovedì 23 maggio, ore 20.00, sabato 25 maggio 2024, ore 20.00). La regia è di Joseph Franconi Lee, che riprende un’idea di Alberto Fassini, le scene e i costumi William Orlandi. La direzione è affidata alla bacchetta di Daniel Oren, sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini e del Coro del Teatro Regio di Parma, maestro del coro Martino Faggiani. In scena Anastasia Bartoli (Floria Tosca), Luca Salsi (Scarpia), Brian Jagde (Mario Cavaradossi, al debutto a Parma), Luciano Leoni (Angelotti), Roberto Abbondanza (Sagrestano), Marcello Nardis (Spoletta, al debutto a Parma).

Tratta dall’omonimo dramma storico di Victorien Sardou, a cui Puccini aveva assistito di persona nel 1889, l’opera andò in scena il 14 gennaio 1900 al Teatro Costanzi di Roma. L’ambientazione connotata storicamente (siamo nel giugno 1800, a Roma, all’indomani della battaglia di Marengo) e la concentrazione dell’azione nel tempo e nello spazio contribuiscono a conferire a quest’opera una forte tensione drammatica e una grandiosità che segna un punto di svolta rispetto alla dimensione più intima dei lavori precedenti del compositore lucchese.

Il Concerto sinfonico corale diretto da Daniel Oren in occasione del 195° compleanno del Teatro Regio di Parma completa la Stagione giovedì 16 maggio 2024, ore 20.00. Il Maestro israeliano sarà sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini e del Coro del Teatro Regio di Parma, maestro del coro Martino Faggiani, per segnare questa nuova tappa del Teatro verso il suo bicentenario, che ricorrerà il 16 maggio 2028.

STAGIONE CONCERTISTICA

È affidato alla bacchetta di Diego Ceretta il concerto che inaugura la Stagione Concertistica 2024, realizzata da Società dei Concerti di Parma, venerdì 26 gennaio 2024, ore 20.30, che, per il secondo anno consecutivo, sarà aperta dalla Filarmonica Arturo Toscanini nel segno della forte sinergia che lega le tre principali istituzioni musicali della città. A condividere il palco con la Filarmonica Toscanini, un’altra grande eccellenza del nostro territorio: il Trio di Parma, con Ivan Rabaglia al violino, Enrico Bronzi al violoncello, Alberto Miodini al pianoforte. In programma il Triplo concerto in do maggiore per pianoforte, violino e violoncello, op. 56 di Ludwig van Beethoven e la Sinfonia n. 9 in mi minore “Dal Nuovo Mondo”, op. 95, di Antonín Dvořák.

Si prosegue con un’eccellenza della musica da camera internazionale, fresca della vittoria all’edizione 2023 del Concorso Internazionale di Osaka: il Quartetto Indaco, formatosi nel 2007 presso la Scuola di Musica di Fiesole e composto da Eleonora Matsuno e Ida Di Vita al violino, Jamiang Santi alla viola, Cosimo Carovani al violoncello, protagonisti insieme al pianista Alessandro Taverna del concerto di lunedì 19 febbraio 2024, ore 20.30,interpreti di pagine diJohannes Brahms.

Sonate, suite e fantasie di Johann Sebastian Bach e Georg Philipp Telemann compongono un programma interamente dedicato al barocco tedesco: per il terzo appuntamento della Stagione Concertistica, domenica 3 marzo 2024, ore 20.30, protagonisti Emmanuel Pahud al flauto, Trevor Pinnock al clavicembalo, Jonathan Manson al violoncello.

Poetica immaginativa e virtuosismo prodigioso contraddistinguono il pianismo di Michail Pletnëv che lunedì 18 marzo 2024 ore 20.30 offrirà all’ascolto i Preludi op. 11 di Alexander Skrjabin e i Preludi op. 28 di Frédéric Chopin: un programma interamente dedicato a una forma musicale che nell’ ‘800 si emancipa dal suo ruolo di introduzione strumentale per diventare una delle forme del pianismo romantico per eccellenza.

È ancora il pianoforte a essere protagonista nell’appuntamento di lunedì 22 aprile 2024, ore 20.30: Andrea Lucchesini, pianista dalla grande raffinatezza timbrica e dalla straordinaria capacità comunicativa, offre all’ascolto un programma che parte dalla Sonata op. 14 di Ludwig van Beethoven e si conclude con Sonata in si minore di Franz Liszt, con un’incursione nel mondo poetico e narrativo di Robert Schumann, con la Fantasia op. 17.

Domenica 26 maggio 2024, ore 17.30, la chitarrista paraguaiana Berta Rojas chiude la Stagione Concertistica 2024: un appuntamento che sarà anche l’evento conclusivo del “Paganini Guitar Festival”, la rassegna internazionale dedicata a Niccolò Paganini, virtuoso della chitarra oltre che del violino, che da vent’anni richiama a Parma appassionati delle sei corde da tutto il mondo.

PARMADANZA

Cinque gli appuntamenti di ParmaDanza 2024: dal 30 gennaio al 20 aprile, cinque compagnie di danza nazionali e internazionali scandiscono un cartellone che spazia dai classici più amati del balletto alla danza contemporanea.

La rassegna si apre martedì 30 gennaio 2024, ore 20.30,con una delle più iconiche compagnie della modern dance americana: per la prima volta al Teatro Regio di Parma, Paul Taylor Dance Company porterà in scena l’energia e la dirompente comunicativa che contraddistingue la cifra stilistica della Compagnia sin dalla sua fondazione, nel 1957. In programma due storiche creazioni di Paul Taylor: Airs, creazione del 1978 su musiche di Georg Friedrich Händel, e Piazzolla Caldera, del 1997, su musiche di Astor Piazzolla e Jerzy Petersbursky. Tra i due titoli si incastona Hope is the Thing with Feathers,coreografia di Michelle Manzanales del 2022 che intreccia ironia e sentimento in una colonna sonora che si ispira al mondo degli uccelli, da Bob Marley (Three little birds) ai Beatles (Blackbird), da Thomas Mendez (Cucurucucú Paloma) a Carla Morrison (Pajarito del Amor).

ParmaDanza prosegue martedì 6 febbraio 2024, ore 20.30,con un caposaldo del balletto romantico: la Compagnia Paliashvili di Tbilisiporta in scena Il lago dei cigni,balletto in due atti, con la coreografia Marius Petipa e Lev Ivanov, musica di Pëtr Il’ic Čajkovskij, nella versione coreografica di Alexey Fadeechev, con le scene di Vyacheslav Okunev e le luci di Steen Bjarke. Intitolata al compositore Zakaria Paliashvili, la Compagnia Paliashviliha sede stabilmente al Teatro dell’Opera e del Balletto di Tbilisi, in Georgia, ed è attualmente diretta da Nina Ananiashvili.

La compagnia FND/Aterballetto,porta in scena in prima assoluta sabato 17 febbraio 2024, ore 20.30,la Nuova creazione per sedici danzatori, firmata dalla danzatrice basca Iratxe Ansa insieme a Igor Bacovich, sodalizio artistico che li lega dal 2013, insieme a due creazioni, Yeled e Secus.

In quale momento della nostra vita abbiamo perso la sensazione di essere bambini? C’è stato un evento, una frase, che ha segnato la perdita della nostra innocenza? È questo il cuore di Yeled (dall’ebraico, “bambino”), creazione del 2022 con la coreografia e la musica di Eyal Dadon, i costumi Bregje van Balen, le scene, luci Fabiana Piccioli. Chiude la serata a trittico Secus, creazione del 2019 della coreografia Ohad Naharin. Tra gesti delicati e puliti e sinuose disarticolazioni sedici danzatori si muovono su un collage musicale che si estende dagli stili elettronici di AGF alle seducenti melodie indiane di Kaho Naa Pyar Hai ai Beach Boys, creando un alfabeto umano che spazia tra gioia, vulnerabilità, paura, innocenza, confusione e rabbia. Sound design e editing Ohad Fishof, i costumi sono di Rakefet Levy, le luci Avi Yona Bueno (Bambi).

Una rilettura visionaria e poetica di una delle storie d’amore più struggenti di tutti i tempi, sulle musiche di Richard Wagner: Tristan and Isoldeè la creazione del coreografo Saburo Teshigawara interpretein scena insieme a Rihoko Sato sabato 6 aprile 2024, ore 20.30. In un percorso di luci e movimenti, il coreografo giapponese trasforma radicalmente uno dei capolavori del romanticismo tedesco, sublimandolo nella simbolica rappresentazione dell’essenza di un amore inafferrabile, di cui il corpo diventa in qualche modo prolungamento e mediatore.

Il Ballet Preljocaj chiude ParmaDanza 2024 sabato 20 aprile 2024, ore 20.30, portando in scena in prima nazionale Torpeur, la nuova creazione per dieci ballerini, in coproduzione con il Festival Montpellier Danse. Apre il programma Annonciation, creazione del 1995 ispirata a uno dei temi più ricorrenti dell’iconografia cristiana, quello dell’Annunciazione, indagandone, tra misticismo, carnalità e umanità, il mistero più profondo, in una coreografia per due danzatrici su musiche di Stéphane Roy e di Antonio Vivaldi, con i costumi di Nathalie Sanson e le luci di Jacques Chatelet. Chiude la serata un altro brano iconico della compagnia, Noces (1989), sulle musiche dell’omonimo poema coreografico di Igor’ Stravinskij, con i costumi di Caroline Anteski e luci di Jacques Châtele.

Ballerini e coreografi delle compagnie ospiti di ParmaDanza 2024 saranno protagonisti de La danza dietro le quinte, ciclo di classi aperte, masterclass, dedicate agli allievi dei corsi avanzati delle scuole di danza, e incontri in cui il pubblico degli appassionati potrà scoprire da vicino il lavoro delle compagnie. Il calendario degli appuntamenti sarà annunciato prossimamente.

REGIOYOUNG

La musica, il teatro, l’opera abbracciano i più piccoli, le loro famiglie, le scuole, per incontrarsi, divertirsi e conoscersi da vicino, attraverso storie e melodie sorprendenti ed emozionanti.

9 titoli, 16 appuntamenti per famiglie, scuole, bambini e ragazzi da 0 a 14 anni, da ottobre 2023 ad aprile 2024 sono i numeri di RegioYoung 2024, la stagione del Teatro Regio di Parma dedicata al pubblico dei più giovani, sulle note della musica jazz e di quella di Mozart, Rossini, Čajkovskij, e molto altro.

Cartoons! dà il via a RegioYoung a ritmo di jazz: sabato 28 ottobre 2023, ore 15.30 e 18.00, al Ridotto del Teatro Regio di Parma, va in scena lo spettacolo di Parma Frontiere dedicato ai bambini a partire dai 6 anni, ideato e diretto da Sabina Borelli, voce narrante insieme a Pato Valderrama, con la voce di Diletta Longhi e con Matteo Valentini al sassofono, Francesco Cannito al pianoforte, Giancarlo Patris al contrabbasso, Benedetta Rositano alla batteria. Musicisti, cantanti e attori si uniscono per fare una magia di musica e teatro per grandi e piccini, uno spettacolo tutto da cantare e ballare. Per tutti la parola d’ordine è solo una: “Supercalifragilistichespiralidoso”!

Tornano gli appuntamenti di Opera meno 9 dedicati alle famiglie in attesa al Ridotto del Teatro Regio di Parma, sabato 18, 25 novembre, 2 dicembre 2023, ore 10.30, a cura di AsLiCo. Un percorso laboratoriale alla scoperta della musica e della propria voce dedicato alle mamme, ai papà e ai bimbi in arrivo, consigliato dal quinto all’ottavo mese di gravidanza, quando il bambino comincia a percepire e reagire ai suoni provenienti dall’esterno.

Due giovani alla ricerca di un posto nel complicato mondo degli adulti sono i protagonisti di Flauto magico. Il suono della pace in scena al Teatro Regio di Parma venerdì 24 novembre 2023, ore 9.00 e 11.00 per le scuole e sabato 25 novembre 2023, ore 15.30 e 18.00, per le famiglie, dedicato ai bambini e ai ragazzi dai 6 ai 14 anni. Ispirato all’opera Die Zauberflöte di Wolfgang Amadeus Mozart, lo spettacolo vede la regia di Caroline Leboutte, la direzione di Alfredo Salvatore Stillo sul podio dell’Orchestra 1813, rielaborazione musicale di Giacomo Mutigli, e l’adattamento drammaturgico di Caroline Leboutte, con le luci di Nicolas Olivier e i video di Damien Petitot, scene e costumi di Aurélie Borremans. Lo spettacolo è il nuovo allestimento di As.Li.Co. – Opera Domani in coproduzione con Opéra Grand Avignon, Opéra de Rouen Normandie e Bregenzer Festspiele. Al centro del racconto, il rapporto conflittuale tra Sarastro e la Regina della Notte, che prende la forma di una guerra nella quale i giovani Tamino e Pamina sono spesso chiamati a schierarsi.

Le musiche del capolavoro di Čajkovskij portano le emozioni del Natale sul palcoscenico del Teatro Regio di Parma: Lo schiaccianoci e il re dei topi va in scena sabato 2 dicembre 2023, ore 15.00 e ore 18.30 per i bambini dai 5 anni e le loro famiglie, e vedrà in scena gli allievi di Professione Danza Parma con la partecipazione del Balletto di Parma, con le coreografie di Lucia Giuffrida, Francesco Frola, Adria Luz Velasquez Castillo, da Lev Ivanovič Ivanov, Marius Petipa.

Sarà dedicato a due delle opere della Stagione Lirica Imparolopera, il format ideato da Bruno Stori per raccontare ai bambini e ai ragazzi delle scuole il mondo dell’opera: l’appuntamento di mercoledì 17 gennaio 2024, ore 9.00 e ore 11.00 sarà dedicato a Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, mentre mercoledì 20 marzo 2024, ore 9.00 e ore 11.00, a L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti. Interpretato e diretto da Bruno Stori, con gli allievi del Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” di Parma, e il coordinamento musicale di Donatella Saccardi.

Gli appuntamenti di RegioYoung proseguono con una storia di amore e coraggio, per dimostrare che anche le paure più profonde possono essere addomesticate se guardate da vicino: Caro Lupo è lo spettacolo in scena al Teatro Regio di Parma sabato 3 febbraio 2024, ore 15.00 e 18.00, per i bambini dai 5 anni, produzione di Drogheria Rebelot, ideato da Miriam Costamagna e Andrea Lopez Nunes, con la regia, drammaturgia e cura dell’animazione di Nadia Milani, le musiche originali di Andrea Ferrario. In scena, Miriam Costamagna, Andrea Lopez Nunes, Giacomo Occhi, Aurora Aramo, Arianna Aramo, Nadia Milani daranno vita alla storia della piccola Jolie, bambina curiosa e intraprendente che vive in una piccola casa in mezzo ad un grande bosco con la mamma e il papà. Un giorno il suo inseparabile orso di pezza Boh scompare e Jolie è mossa da grande coraggio che la spinge a inoltrarsi nel bosco alla ricerca del suo amico, sfidando le sue paure.

Sono ispirati all’opera Turandot di Giacomo Puccini gli appuntamenti di As.Li.Co. Opera Kids e As.Li.Co. Opera Domani. Al Ridotto del Teatro Regio di Parma va in scena per i bambini dai 3 ai 6 anni venerdì 1 marzo 2024, ore 9.00 e ore 11.00, per le scuole e sabato 2 marzo 2024, ore 15.30 e ore 18.00,per le famiglie Turandot. Cuore di ghiaccio, spettacolo con la drammaturgia musicale di Anna Pedrazzini, la regia di Massimiliano Burini, le maschere e i costumi di Mariella Carbone. In scena, un cantante, due attori e un pianista raccontano l’antica storia della Principessa Turandot, vittima di una maledizione che ha gelato il suo cuore e ha colpito tutto il suo regno, che ha perso vigore, luce e speranza. Solo l’arrivo di qualcuno di grande coraggio potrebbe rompere l’incantesimo.

Turandot. Enigmi al museo è lo spettacolo di teatro musicale per bambini e ragazzi da 6 a 14 anni, in scena al Teatro Regio di Parma venerdì 12 aprile 2024, ore 9.00 e ore 11.00 per le scuole e sabato 13 aprile 2024, ore 15.30 e ore 18.00 per le famiglie. La regia è di Andrea Bernard, la direzione di Sieva Borzak con l’Orchestra 1813. Sulle musiche di Giacomo Puccini, il libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni ambienta la vicenda nelle sale di un museo, dove la lettura di un antico manoscritto anima statue, ceramiche pregiate, costumi tradizionali e stampe d’epoca. Il giovane Calaf, con il padre Timur e Liù vengono catapultati nel misterioso mondo di Turandot, la principessa che, con l’aiuto di Ping, Pong e Pang (tre statue dell’esercito di terracotta) spera di trovare il vero amore ed essere ricordata per sempre.

Non è mai troppo presto per avvicinarsi all’opera. Lo spettacolo di OperaBaby ispirato a Turandot in programma sabato 27 aprile 2024, ore 15.30 e 18.00 è dedicato ai neonati dai 6 ai 36 mesi, un’età in cui recenti studi neuro-cognitivi dimostrano che la musica può avere un ruolo fondamentale per la crescita, lo sviluppo delle capacità motorie, dell’apprendimento e cognitivo. Drammaturgia musicale Anna Pedrazzini, regia Sara Zanobbio.

Sacco a pelo, tappetino, ciabatte, spazzolino da denti e una borraccia: ecco tutto l’occorrente per vivere una notte indimenticabile tra gli stucchi e i velluti del teatro, alla ricerca di un tesoro e alla scoperta degli angoli più nascosti del Regio. Non può ormai più mancare a RegioYoung, Una notte all’opera, l’esperienza per bambini da 7 a 10 anni che potranno trascorrere un’indimenticabile notte in teatro. Appuntamento sabato 1 giugno 2024, dalle ore 20.00 alle ore 8.00. In collaborazione con il Gruppo Appassionati Verdiani “Club dei 27”

PRIMA CHE SI ALZI IL SIPARIO

Il compositore, lo stile, la genesi delle opere, i capolavori letterari che ne hanno ispirato la produzione sono alcuni dei temi approfonditi da Giuseppe Martini in Prima che si alzi il sipario, ciclo di incontri di presentazione delle opere in programma al Teatro Regio: Il barbiere di Siviglia (domenica 7 gennaio 2024, ore 17.00), L’elisir d’amore (sabato 9 marzo 2024, ore 17.00), Tosca (sabato 11 maggio 2024, ore 17.00) con la partecipazione dei giovani cantanti del Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” di Parma, coordinati da Donatella Saccardi, che ne interpreteranno i brani più celebri.

PROVE APERTE

Nei giorni che precedono il debutto, sono aperte al pubblico le prove de Il barbiere di Siviglia (mercoledì 10 gennaio 2024, ore 15.30), L’elisir d’amore (martedì 12 marzo 2024, ore 15.30), Tosca(martedì 14 maggio 2024, ore 15.30).

Sono riservate al pubblico degli under30 le prove di Il barbiere di Siviglia (domenica 7 gennaio 2024, ore 20.00), L’elisir d’amore (domenica 10 marzo 2024, ore 20.00), Tosca (domenica 12 maggio 2024, ore 20.00). E, per chi lo vorrà, prima dello spettacolo un aperitivo in musica nelle sale del Ridotto.

REGIOINSIEME

RegioInsieme è il progetto dedicato alle realtà fragili del territorio, nato per creare opportunità e rendere accessibili a tutti spettacoli, concerti, laboratori, percorsi ed esperienze formative, per fare ancora una volta del teatro un’occasione di crescita, di benessere e di arricchimento. Il programma degli appuntamenti è disponibile su teatroregioparma.it.

SCRIVERE D’OPERA – V edizione

Workshop di introduzione alla scrittura critica dedicato a L’elisir d’amore

Giunge alla sua V edizione Scrivere d’Opera, workshop di introduzione alla scrittura critica gratuito e riservato a insegnanti e studenti delle classi III, IV e V delle scuole secondarie di II grado di Parma e Provincia, realizzato con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Critici Musicali e dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro. Nato con l’obiettivo di stimolare senso critico e avvicinare i più giovani all’opera attraverso un ascolto consapevole e autonomo, il workshop sarà quest’anno dedicato a L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti e si svolgerà al Ridotto Teatro Regio di Parma da ottobre 2023 a marzo 2024 per un totale di 9 incontri curati da Angelo Foletto, Presidente del Premio Franco Abbiati della critica musicale italiana e critico musicale de La Repubblica, Carla Moreni, Direttivo ANCM e critico musicale de Il Sole 24 Ore, Valeria Ottolenghi, responsabile delle relazioni esterne ANCT e critico teatrale della Gazzetta di Parma.

Attraverso letture, ascolti, incontri con gli artisti, gli allievi entreranno nel vivo dell’allestimento dell’opera, e, dopo aver preso assistito alla prova aperta de L’elisir d’amore dovranno cimentarsi nella scrittura di una recensione partecipando al Premio Scrivere d’Opera “Elena Formica”, concorso intitolato alla giornalista della Gazzetta di Parma prematuramente scomparsa. Le recensioni selezionate saranno valutate da una giuria composta da giornalisti e critici teatrali; le migliori saranno pubblicate sulla Gazzetta di Parma e i vincitori riceveranno in premio, in una cerimonia pubblica, biglietti e abbonamenti al Teatro Regio di Parma.