MACERATA OPERA FESTIVAL 2024 : dal 19 luglio all’11 agosto allo Sferisterio omaggio a Giacomo Puccini con Turandot e La bohème e festa per le 60 stagioni con Norma di Vincenzo Bellini 

Una prima assoluta di danza con Notte Morricone di Marcos Morau e la Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto, ma anche un Concerto di gala e i Carmina burana
 
Tra gli artisti in locandina Francesco Ivan Ciampa, Fabrizio Maria Carminati, Valerio Galli, i soprani Ruth Iniesta, Roberta Mantegna, Mariangela Sicilia e Marta Torbidoni, i tenori Antonio Poli e Angelo Villari, i baritoni Mario Cassi e Lodovico Filippo Ravizza
Le produzioni sono firmate dai registi Paco Azorín, Maria Mauti e Leo Muscato.

Tutti all’opera è la nuova rassegna per conoscere le opere, gli artisti, il lavoro in palcoscenico
 
Finproject è Main sponsor, Banco Marchigiano Major sponsor, completo il gruppo dei Cento Mecenati
 
Numeri in crescita rispetto al 2023 nelle vendite al botteghino



“…e qui la Luna l’abbiamo vicina…” questo verso dalla Bohème di Puccini traccia la linea programmatica scelta dal sovrintendente Flavio Cavalli e dal direttore artistico Paolo Gavazzeni per il Macerata Opera Festival, dal 19 luglio all’11 agosto 2024 allo Sferisterio: Turandot e La bohème di Giacomo Puccini, Norma di Vincenzo Bellini, tre capolavori del repertorio, due dei quali del compositore toscano nel centenario della morte; il terzo titolo è legato invece al significativo traguardo delle 60 stagioni d’opera nel monumento iconico di Macerata, divenute negli anni un appuntamento musicale estivo da non perdere ma soprattutto un’occasione di valore assoluto per la città e per tutte le Marche. Il MOF rappresenta inoltre un fondamentale traino dal punto di vista turistico ed economico per la città, simboleggiata dallo Sferisterio che da alcuni mesi è diventato monumento nazionale. Tali motivazioni sono alla base del disegno di legge che assegna all’Associazione Arena Sferisterio un contributo aggiuntivo annuo di 400mila euro per l’attività artistica – in analogia con simili manifestazioni italiane – il cui iter di approvazione è in fase avanzata.
 
«Il Macerata Opera Festival 2024 – dichiara il sovrintendente Flavio Cavalli – è ormai alle porte e abbiamo alcuni dati, come quelli delle vendite di biglietteria, che ci permettono di essere ottimisti: i numeri sono superiori a quelli del 2019, anno record di presenze e incassi, e a quelli del 2023. Lo scorso anno il Macerata Opera Festival si era chiuso a metà agosto con un incasso di euro 1.349.950: adesso, quando manca ancora un mese alla fine del festival e una settimana all’inaugurazione, l’incasso è già di oltre euro 1.289.000. Per quanto riguarda il numero di biglietti venduti per le sole tre opere siamo siamo già a +75% rispetto allo stesso periodo del 2023, con un incasso di 946mila euro rispetto ai 706mila dello stesso periodo del 2023. Guardando il numero dei biglietti nella totalità, per le manifestazioni da maggio ad agosto (tre produzioni operistiche, spettacoli di danza, concerti e Lo Sferisterio a Scuola), nel 2023 il Macerata Opera Festival aveva raggiunto i 40.381 spettatori, nel 2024 siamo già a 36.968 spettatori. È opportuno ricordare che il bilancio di questa manifestazione è composto per il 60% da contributi pubblici e per la rimanente parte da quelli privati: alla città di Macerata, alla Provincia e alla Regione ne viene restituita la maggior parte attraverso il lavoro di tutte le maestranze regionali e alle commissioni fatte a piccole e medie imprese del territorio. I finanziamenti locali generano inoltre un indotto con un effetto moltiplicatore, scientificamente dimostrato, che è va da 6 a 7 volte per le attività commerciali di ogni genere. Soddisfazione anche per gli spettacoli del Macerata Opera Family, che registrano un incremento di quasi il 100% negli incassi e 14.946 presenze rispetto alle 10.558 del 2023. Il nostro programma artistico non si potrebbe poi realizzare senza il supporto di importanti realtà economiche e produttive del territorio che ringraziamo tutte e tra le quali desidero citare Finproject nostro Main sponsor per il secondo anno consecutivo, il Banco Marchigiano, nostro Major sponsor da tanti anni. A loro si unisce poi il fondamentale gruppo dei Cento Mecenati che, grazie ad Art Bonus, ogni anno dimostrano l’entusiasmo e il bello del sostegno italiano all’arte e allo spettacolo».
 
«Ogni teatro – racconta il direttore artistico Paolo Gavazzeni – ha un proprio DNA che va studiato e compreso; le mie idee artistiche si sono plasmate su questo luogo che ha una propria storia nella quale mi sono immerso. La meravigliosa acustica naturale dello Sferisterio permette di ideare grandi spettacoli musicali e, in più, quest’anno ci sono due anniversari che celebreremo: la 60a Stagione e il 100° anno della morte di Giacomo Puccini, figura fondamentale che ha contribuito affinché oggi il canto lirico italiano sia riconosciuto come patrimonio dell’umanità. Questo festival proporrà una programmazione compatta in quattro settimane, con uno spettacolo per ogni sera di ciascun weekend dal 19 luglio all’11 agosto. Insieme alle opere di Puccini, sarà proposta Norma, titolo che si sarebbe voluto mettere scena per la prima stagione lirica allo Sferisterio, quando il progetto non si realizzò a causa della guerra, e che oggi vuole essere un gesto di buon auspicio per il futuro dello Sferisterio. Sarà un festival molto italiano nel quale ho voluto privilegiare, quando ho potuto, artisti italiani, nella convinzione che un festival, per acquisire internazionalità, deve innanzitutto mostrare la propria identità artistica, che è importante costruire con le forze che ci sono sul territorio».
 
Alle sessanta edizioni del Macerata Opera Festival, al legame con la città, alle altre attività di spettacolo che prima della moderna manifestazione hanno riempito il monumento, sarà dedicato un nuovo libro a cura di Paolo Gavazzeni e Floriana Tessitore edito da Quodlibet, in uscita tra qualche settimana e intitolato Ad ornamento della città, a diletto pubblico. Sessanta edizioni del Macerata Opera Festival, pubblicazione che intende iniziare a colmare uno spazio nella bibliografia dello spettacolo in Italia, con l’augurio di avviare ulteriori approfondimenti.
 
La Luna – che illumina il pubblico nelle serate estive allo Sferisterio, offrendo un’esperienza unica di musica all’aperto, legata alla perfetta acustica naturale del luogo – attraversa significativamente i versi e l’ambientazione delle tre opere del Macerata Opera Festival 2024: una favolistica Luna d’Oriente risplende sul capolavoro incompiuto di Puccini; lo stesso argenteo chiarore si riflette sui volti di Rodolfo e Mimì; alla Luna si rivolge la sacerdotessa belliniana.
 
Turandot (19 e 28 luglio, 3 e 10 agosto) di Giacomo Puccini sarà eseguita incompiuta, così come lasciata dal compositore (cioè sino alla morte di Liù, come sancito al Teatro alla Scala dal direttore d’orchestra Arturo Toscanini in occasione della prima postuma). Allo Sferisterio, la struggente e crudele storia d’amore e morte, ambientata “a Pechino al tempo delle favole”, è affidata al regista spagnolo Paco Azorín, che firma la nuova produzione dopo il successo di Otello del 2016, e alla bacchetta di Francesco Ivan Ciampa che aveva entusiasmato il pubblico nel Macbeth del 2019. Interpreti principali Olga Maslova (Turandot), Angelo Villari (Calaf), Ruth Iniesta (Liù), Antonio Di Matteo (Timur), Lodovico Filippo Ravizza (Ping), Paolo Antognetti (Pang) e Francesco Pittari (Pong). È un nuovo allestimento dell’Associazione Arena Sferisterio in coproduzione con l’Opéra Grand Avignon.
 
Norma (20 e 26 luglio, 4 e 9 agosto) di Vincenzo Bellini festeggia il traguardo delle 60 edizioni di festival operistico allo Sferisterio: scegliendo il capolavoro del Cigno di Catania – che era tra le ipotesi valutate ai primi del Novecento quando si decise di trasformare lo stadio della palla al bracciale in teatro – si celebra la città e coloro che vollero portare l’opera in questo luogo. Il nuovo allestimento sarà firmato dalla regista e documentarista milanese Maria Mauti, alla sua prima esperienza con il teatro d’opera; sul podio un veterano del belcanto come Fabrizio Maria Carminati, direttore artistico del Teatro Bellini di Catania. Protagonista Marta Torbidoni (Norma), giovane soprano marchigiano che si sta imponendo sui palcoscenici di tutto il mondo, affiancata da un’altra voce molto apprezzata come quella del soprano Roberta Mantegna (Adalgisa), mentre i principali ruoli maschili saranno sostenuti da Antonio Poli (Pollione) e Riccardo Fassi (Oroveso).
 
Con il terzo titolo, quello scelto tra i successi dei festival precedenti, si torna all’omaggio a Puccini: La bohème (27 luglio, 2, 7 e 11 agosto) nella produzione del regista Leo Muscato, vincitrice del XXXII Premio Abbiati 2012 dell’Associazione Nazionale Critici Musicali. Sul podio un apprezzato interprete di Puccini come Valerio Galli e un cast di rilievo con Mariangela Sicilia (Mimì), Valerio Borgioni (Rodolfo), Mario Cassi (Marcello) e Daniela Cappiello (Musetta). Un’opera che già Puccini immagina giovane, carica di tensioni emotive e sociali, e che Muscato ha ambientato nella Parigi tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento, caratterizzata da un fermento altrettanto intenso rispetto a quello evocato dal compositore.
 
Dalle locandine del Macerata Opera Festival 2024, composte in maggioranza da interpreti di rilievo e giovani emergenti soprattutto italiani, emerge la volontà di omaggiare il recente riconoscimento ottenuto dall’UNESCO che ha inserito la pratica del canto lirico italiano nella lista dei Beni Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
 
Nell’ottica di un più ampio coinvolgimento del pubblico nelle fasi preparatorie del festival – particolarmente sentite in una città soprattutto un una città come Macerata che ha nello Sferisterio un punto di aggregazione sociale di altissimo rilievo – il direttore artistico Paolo Gavazzeni ha ideato un percorso di avvicinamento agli spettacoli dedicato agli spettatori di ogni età, dal titolo Tutti all’opera composto da tre incontri con gli artisti al Teatro Lauro Rossi dedicati alle singole opere, la partecipazione alle prove d’assieme allo Sferisterio e, per gli Under30, la possibilità di acquistare i biglietti per gli spettacoli ad un prezzo agevolato dopo aver seguito le prove. I primi appuntamenti hanno registrato il sold out e grande apprezzamento del pubblico.
 
Nella programmazione del Macerata Opera Festival 2024 non mancano i concerti e la danza, componendo così un cartellone diversificato che torna nell’apprezzata formula dei tre titoli operistici per ogni weekend.
 
Domenica 21 luglio un concerto di gala Notte di luna completa – sotto la luna piena prevista in quei giorni – il weekend del debutto delle due nuove produzioni operistiche, un’occasione unica per completare i festeggiamenti per le 60 edizioni di festival allo Sferisterio. Sul podio Michelangelo Mazza, con alcuni degli interpreti vocali impegnati nelle produzioni e la partecipazione del violinista Giovanni Andrea Zanon, tra i virtuosi dell’archetto più apprezzati della scena internazionale.
Giovedì 8 agosto appuntamento con i celebri Carmina burana di Carl Orff diretti da Andrea Battistoni e con Giuliana Gianfaldoni (soprano), Dave Monaco (tenore) e Mario Cassi (baritono). Questa grande cantata scenica di ispirazione medievale a partire dal testo latino originale che intona, composta negli anni Trenta del Novecento, è una delle pagine sinfonico-corali più fortunate del secolo scorso, divenuta molto famosa anche per il suo uso frequente di alcuni suoi frammenti nella pubblicità e nel cinema. Entrambi gli appuntamenti concertistici saranno accompagnati, sul grande muro dello Sferisterio, dalle creazioni video realizzate dagli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, coinvolti secondo una fondamentale attività di collaborazione tra istituzioni cittadine.
 
Per la danza, debutta allo Sferisterio una nuova creazione dal titolo Notte Morricone (1° agosto) in collaborazione con la Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto, ideata e firmata dal premiato coreografo spagnolo Marcos Morau con le musiche del celebre autore italiano di colonne sonore: sotto la luna risuoneranno così alcuni dei temi più celebri del compositore scomparso quattro anni fa, da quello scritti per Nuovo Cinema Paradiso o La leggenda del pianista sull’oceano, a quelli per C’era una volta in AmericaPer un pugno di dollari o ancora Uccellacci, Uccellini. «La musica di Morricone – scrive Morau – incarna quel senso astratto di ciò che non è detto e non si vede nei film. Sebbene sia quasi impossibile separare la sua musica dalle immagini che la accompagnano, Morricone trascende e si intreccia con la vita stessa, con i ricordi e con la bellezza e la crudeltà di un mondo che continua ad avanzare, distruggendo e costruendo sé stesso ogni giorno. La sua musica ha una potente qualità malinconica che deriva sia dalla contemplazione del passato sia dall’impossibilità di catturare qualsiasi esperienza passata».
 
Com’è tradizione l’Orchestra impegnata nelle opere sarà la FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana con il Coro lirico marchigiano “Vincenzo Bellini” guidato da Martino Faggiani, insieme ai Pueri Cantores “D. Zamberletti” (Maestro del coro Gian Luca Paolucci) e la Banda Salvadei, organici marchigiani che saranno protagonisti anche dei concerti in programma nel 2024, per un coinvolgimento sempre maggiore delle realtà artistiche regionali nelle attività dello Sferisterio.
 
Grazie poi al progetto InclusivOpera, tutte le opere del Festival sono accessibili al pubblico cieco e ipovedente, con audiodescrizioni e audiointroduzioni sia in italiano che in inglese; per il pubblico sordo e ipoudente viene offerto un servizio di ascolto assistito, oltre ai sopratitoli in italiano e inglese. Sono previsti percorsi partecipativi, inclusivi e multisensoriali in lingua italiana dei segni (LIS) e guidati da giovani con disabilità sensoriale (attività gratuita). InclusivOpera è nato nel 2009 e nel 2018 ha ricevuto il Premio Italiano “Inclusione 3.0” ed è stato inserito tra le “Best Practices” del progetto europeo REACH (RE-designing Access to Cultural Heritage). Il team è composto da Elena Di Giovanni (coordinatrice), Francesca Raffi (co-coordinatrice), ALI – Accessibilità Lingue Inclusione.

Da martedì 2 luglio a venerdì 2 agosto il Macerata Opera Festival ha una nuova finestra televisiva su Classica HD (Sky canale 136) dove stanno andando in onda diceci Cartoline dallo Sferisterio. 60° Macerata Opera Festival 2024 a cura del direttore artistico Paolo Gavazzeni: ogni settimana due diversi contenuti legati alla realizzazione del festival (prime visioni martedì alle ore 20.10, in replica mercoledì mattina, giovedì pomeriggio e venerdì mattina e poi venerdì sempre alle ore 20.10, in replica sabato mattina, domenica pomeriggio, lunedì mattina). Si è cominciato con lo speciale dedicato allo “Sferisterio a scuola”, poi “La sartoria e i costumi”, per conoscere da vicino il lavoro di preparazione di Turandot e Norma, quindi “Le scenografie”, poi i cantanti, registi e direttori delle opere, i debutti e lo spettacolo di danza. Le “Cartoline dallo Sferisterio” sono realizzare da Alia Simoncini con Luna Simoncini e prodotte da Piero Maranghi.

Da tanti anni ormai, i weekend festivalieri sono caratterizzati dagli Aperitivi culturali a cura di Cinzia Maroni e l’organizzazione dell’Associazione Sferisterio Cultura: a mezzogiorno, incontri, conversazioni e riflessioni sui temi proposti dalla programmazione artistica con la partecipazione degli stessi artisti e una serie di giornalisti, filosofi, studiosi, esperti di vari settori.
 
Tra fine maggio e inizio giugno al Teatro Lauro Rossi e allo Sferisterio sono andati in scena gli spettacoli del Macerata Opera Family legati al progetto “Lo Sferisterio a scuola” e destinati all’infanzia (3-5 anni), agli studenti delle classi elementari e medie (6-13 anni) e a quelli delle scuole superiori (14-18 anni). Si tratta di un’attività di formazione complessa e differenziata che si svolge durate l’anno scolastico grazie all’imprescindibile sostegno dei docenti: rispetto al record stabilito nel 2023 di 11mila presenze, quest’anno si sono sfiorate le 15mila.
 
Biglietteria 
I biglietti sono in vendita sia alla biglietteria di Macerata (piazza Mazzini 10) che online su sferisterio.it o su vivaticket.it
I prezzi per i titoli operistici (Turandot, Norma, La bohème) hanno un costo da euro 15 a euro 170; i biglietti del settore Platino per le prime rappresentazioni hanno un costo di 200 euro.
I biglietti per il balletto Notte Morricone hanno un costo da 15 a 70 euro.
I biglietti per i due concerti hanno un costo da 20 a 60 euro.
Sono previste le consuete riduzioni under30 e Over 65; per gli under14 biglietto a 1 euro se acquistato insieme ad un biglietto a prezzo intero.
Sono poi disponibili tre tipologie di abbonamento per le opere. Con la formula Open 2 si possono acquistare 2 biglietti per due dei tre titoli (es. un biglietto per una data a scelta di Turandot + un biglietto per una data a scelta di Norma o La bohème) con il 15% di sconto. Con la formula Open 3 invece si possono acquistare 3 biglietti per i tre titoli (uno per ogni opera) con il 25% di sconto. Con la formula Open 6 infine 6 biglietti per i tre titoli (due per ogni opera) con il 30% di sconto.
La biglietteria a Macerata in Piazza Mazzini 10 è aperta da martedì a sabato, ore 10-13 e 16:30-19:30
tel. 0733 230735 boxoffice@sferisterio.it.

TCBO: ANTEPRIMA DELLA STAGIONE D’OPERA 2025 al Comunale Nouveau / Auditorium Manzoni 

10 titoli, di cui 3 nuove produzioni in prima assoluta, 3 spettacoli per la prima volta a Bologna e 2 opere in forma di concerto 

Inaugurazione il 24 gennaio con un nuovo allestimento della Fanciulla del West di Puccini firmato da Paul Curran e diretto da Riccardo Frizza 

Due pagine del Novecento come Candide di Bernstein – per la prima volta in scena nella storia del Comunale, con la direzione di Kevin Rhodes e la regia di Renato Zanella – e, dopo 57 anni di assenza, Oedipus Rex di Stravinskij nella lettura di Gabriele Lavia e con Oksana Lyniv sul podio 

Tra le voci protagoniste quelle di Jessica Pratt, Fabio Sartori, Anastasia Bartoli, Amartuvshin Enkhbat, Mariangela Sicilia, Peter Wedd, Claudio Otelli, Juliana Grigoryan, Stefan Pop e Nicola Alaimo

Accosta titoli del grande repertorio a pagine meno frequentate la Stagione d’Opera 2025 del Teatro Comunale di Bologna, che si svolgerà ancora al Comunale Nouveau in Piazza della Costituzione, nell’attesa della riapertura – a seguito dei lavori di riqualificazione – della sede storica di Largo Respighi, prevista nel corso del 2026. A più di un anno dal trasferimento nel padiglione fieristico, il pubblico ha premiato gli sforzi fatti dal Teatro e la proposta artistica: è infatti in crescita il numero degli spettatori al Comunale Nouveau, che negli spettacoli lirici della Stagione 2024 sta registrando un riempimento medio complessivo intorno all’85%, con picchi del 97% circa nel caso del recente Don Giovanni. «Registrare una presenza media al Nouveau tra le 850 e le 900 persone a recita – dice il Sovrintendente Fulvio Macciardi – equivale al tutto esaurito nella meno capiente Sala Bibiena del Teatro Comunale. Sentire la vicinanza della città ci riempie di orgoglio e ci spinge a fare sempre meglio, anche per la prossima Stagione. Già dall’anno scorso è inoltre in atto un rinnovamento del pubblico, che vede una maggior presenza di giovani Under30. Nel 2024 abbiamo anche ampliato l’offerta di biglietti a prezzi più economici, per rendere il nostro Teatro sempre più accessibile a tutti, e nel 2025 proseguiremo in questa direzione». 

Dieci sono le opere in programma, delle quali tre sono nuove produzioni proposte in prima assoluta, tre sono spettacoli che arrivano per la prima volta a Bologna e due sono titoli in forma di concerto. Nonostante le particolari caratteristiche del palcoscenico del Comunale Nouveau, tre allestimenti sono frutto di una coproduzione con altri teatri italiani, nell’ottica di valorizzare la collaborazione e la circuitazione su base nazionale.  

Sulla scia delle celebrazioni pucciniane, anche l’inaugurazione del 2025 sarà all’insegna della musica del grande compositore toscano con La fanciulla del West (24-30 gennaio): una nuova produzione in prima assoluta con la regia di Paul Curran – recentemente impegnato a Bologna in due grandi titoli del repertorio tedesco come Der fliegende Holländer di Richard Wagner e Ariadne auf Naxos di Richard Strauss – e diretta da Riccardo Frizza. L’opera “western” di Giacomo Puccini, che fu rappresentata per la prima volta nel 1910 al Metropolitan di New York, ha tra i protagonisti principali Carmen Giannattasio, Angelo Villari e Claudio Sgura. 

Dopo il battesimo nella versione francese al Teatro Sociale di Bergamo per il Festival Donizetti, la Lucia di Lammermoor firmata da Jacopo Spirei – che denuncia la violenza della società sulle donne e riflette sul tema della salute mentale – debutta al Comunale dal 20 al 25 febbraio nell’originale italiano. Sul podio Daniel Oren, ospite frequente delle ultime stagioni felsinee. Il capolavoro donizettiano su libretto di Salvadore Cammarano vede Jessica Pratt nel ruolo del titolo; accanto a lei Giovanni Sala e Lucas Meachem. Lo spettacolo è frutto di una coproduzione con la Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo. 
 

Dalla collaborazione con il Teatro Regio di Parma e la Fondazione Rete lirica delle Marche nasce poi l’allestimento del Ballo in maschera nella lettura del giovane regista in ascesa – con esperienza anche nel mondo della prosa – Daniele Menghini, che andrà in scena al Teatro Verdi di Busseto per il XXIV Festival Verdi il prossimo settembre e arriverà al Nouveau dal 13 al 19 aprile. Cast di pregio per questo titolo, il secondo con la bacchetta di Riccardo Frizza, con Fabio Sartori insieme ad Anastasia Bartoli e Amartuvshin Enkhbat, entrambi al debutto al Comunale, e a Silvia Beltrami. 

Si chiude il ciclo della Trilogia Mozart/Da Ponte firmato da Alessandro Talevi e diretto da Martijn Dendievel con la nuova produzione di Così fan tutte, dopo Le nozze di Figaro del 2023 e Don Giovanni del 2024. Dal 25 maggio all’1 giugno sul palco cantano Mariangela Sicilia, Francesca Di Sauro, Marco Ciaponi e Nahuel Di Pierro. 

Viene rappresentata per la prima volta nella storia del Comunale Candide, l’operetta comica in due atti del 1956 di Leonard Bernstein dal racconto filosofico di Voltaire. Il nuovo allestimento, realizzato insieme al Teatro Verdi di Trieste dove andrà in scena a giugno, è firmato dal ballerino, coreografo e regista Renato Zanella e debutterà il mese successivo al Nouveau – dal 4 al 12 luglio – con la direzione dell’americano Kevin Rhodes.  

Mancava invece al Comunale dal 1968 Oedipus Rex di Igor Stravinskij, opera-oratorio in due atti su un testo di Jean Cocteau dalla tragedia di Sofocle – tradotto dal francese al latino da Jean Daniélou – composta nel 1927, che sarà riletta dall’attore e regista Gabriele Lavia, al ritorno dopo l’Otello verdiano del 2022. Il nuovo spettacolo, in scena in prima assoluta dal 7 al 12 ottobre, vedrà la guida dell’attuale Direttrice musicale del TCBO Oksana Lyniv e tra gli interpreti principali lo stesso Lavia come voce recitante, e i cantanti Paolo Antognetti e Claudio Otelli. 

Lyniv sarà, inoltre, sul podio delle due opere in forma di concerto che concludono il ciclo del Ring des Nibelungen di Richard Wagner, avviato quest’anno all’Auditorium Manzoni: Siegfried (Sigfrido) il 13 e 15 giugno, con solisti Peter Wedd, Claudio Otelli, Sorin Coliban e Sonja Šarić, e Götterdämmerung (Il crepuscolo degli dei) il 24 e 26 ottobre, ancora con Wedd, Otelli e Šarić accanto a Ewa Vesin e Atala Schöck. 

A completare la Stagione 2025 in autunno tornano due apprezzati allestimenti del TCBO: La bohème di Giacomo Puccini ideata da Graham Vick nel 2018, vincitrice del Premio “Abbiati”, diretta dal belga Martijn Dendievel alla guida di un cast vocale tra cui spiccano Juliana Grigoryan, Stefan Pop, Giuliana Gianfaldoni e Davide Luciano, dal 23 al 30 novembre.Infine Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini con la regia di Federico Grazzini, nel 2019 in scena a Bologna e in tournée in Giappone, che vedrà sul podio Renato Palumbo, con le voci rossiniane di Aya Wakizono, Dave Monaco e Nicola Alaimo, dal 19 al 30 dicembre. 

Si rinnova anche per il prossimo anno il Club del TCBO, dedicato alle aziende e ai privati e a tutti gli appassionati che vogliono sostenere il Teatro e partecipare attivamente alla sua proposta culturale, prendendo parte ad eventi e momenti speciali e usufruendo di vantaggi e opportunità. 

Info: www.tcbo.it 

STAGIONE D’OPERA 2025 

Comunale Nouveau / Auditorium Manzoni 

INFO ABBONAMENTI 

Prelazioni e rinnovo dal 20 settembre all’ 8 ottobre 2024 

Nuovi abbonamenti dal 16 ottobre 2024 

I prezzi degli abbonamenti e ulteriori dettagli saranno comunicati dal Teatro agli abbonati nelle prossime settimane e inviati con spedizione cartacea a tutti gli abbonati  

www.tcbo.it 

INFO BIGLIETTI 

Prevendita dal 5 dicembre 2024 

I prezzi dei biglietti verranno pubblicati prossimamente sul sito  www.tcbo.it 

  

BIGLIETTERIA TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA 

Largo Respighi, 1 

Dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18, il sabato dalle 11 alle 15 

Tel. +39 051529019 / E-mail boxoffice@comunalebologna.it 

CARMEN, IN ARENA IL ‘KOLOSSAL’CON OLTRE 500 PERSONE IN SCENA



DAL 5 LUGLIO, BEN 9 REPLICHE E GRANDI DEBUTTI

Alla prima Aigul Akhmetshina con Francesco Meli, Erwin Schrott e Kristina Mkhitaryan. La serata sarà aperta dalla Banda Musicale della Guardia di Finanza, Corpo che quest’anno celebra il 250° anniversario dalla fondazione. Al gong, per una sera, gli atleti delle Fiamme Gialle

Prima volta sul podio areniano anche per il giovane direttore Leonardo Sini
Nel cast le stelle Yende, Alagna, Kurzak, Tézier, Margaine

Carmen è ‘kolossal’ all’Arena di Verona, nell’allestimento firmato da Franco Zeffirelli. Dal 5 luglio, sul palcoscenico areniano prende vita una Siviglia da set cinematografico, più vera del vero e curata in ogni dettaglio, con centinaia tra solisti, artisti del Coro, voci bianche, figuranti e mimi di ogni età, nonché il Ballo dell’Arena, a cui si aggiunge la danza autenticamente spagnola della Compañia Gades sulle coreografie originali di El Camborio e nei costumi fedeli ai disegni di Anna Anni.

L’allestimento, che segnò il debutto di Zeffirelli in Anfiteatro, è stato ricostruito fedelmente da Fondazione Arena nel 2022, integrando le migliorie apportate nel tempo dallo stesso regista con scene inizialmente solo disegnate e realizzate per la prima volta.

Per le prime due recite, protagonista del capolavoro di Bizet è Aigul Akhmetshina, mezzosoprano di 27 anni che debutta in Arena dopo aver impersonato Carmen nei maggiori teatri del mondo, da New York a Londra. Alla rivista “Musica” ha dichiarato: «Carmen non è un’opera che puoi provare e andare in scena. Devi vivere il personaggio da dentro. Ho già fatto diverse produzioni e ogni volta trovo aspetti nuovi. Finora non mi è mai capitato di vivere l’esperienza di un allestimento tradizionale come quello di Zeffirelli all’Arena, una produzione davvero piena di bellezza. Mi affiderò allo spazio dell’Arena e alla sua storia. Davvero non vedo l’ora!»

La sua gitana, nata libera, seduce il soldato Josè, interpretato dal tenore Francesco Meli, ma fa un altro fatale incontro col toreador Escamillo, ruolo in cui torna a Verona il basso-baritono Erwin Schrott. Josè ha però una fidanzata, suo legame con la lontana terra natìa, Micaela, affidata a Kristina Mkhitaryan, apprezzato soprano al debutto areniano. Completano il cast Jan Antem e Vincent Ordonneau (i contrabbandieri Dancairo e Remendado), Daniela Cappiello e Alessia Nadin (Frasquita e Mercedes, amiche di Carmen), Gabriele Sagona e Fabio Previati (Zuniga e Morales). Oltre al Coro di Fondazione Arena preparato da Roberto Gabbiani, nella piazza sivigliana cantano anche i monelli, interpretati dalle giovanissime voci bianche di A.Li.Ve. istruite da Paolo Facincani. Fa il suo esordio anche il giovane direttore Leonardo Sini, alla guida dell’Orchestra della Fondazione per tutte le recite di luglio e agosto. Sini, di origine sassarese, ha compiuto gli studi in patria e si è perfezionato a Londra, vincendo premi come il prestigioso Solti di Budapest e inaugurando brillanti collaborazioni in Italia e in Europa.

Una doppia sorpresa attende il pubblico del 5 luglio. Alle ore 20.50, con la marcia d’ordinanza, sul palcoscenico dell’Arena farà il suo ingresso la Banda della Guardia di Finanza, 60 musicisti diretti dal Colonnello Leonardo Laserra Ingrosso. Un evento nell’evento per celebrare i 250 anni delle Fiamme Gialle. A suonare l’immancabile gong che annuncia l’inizio dello spettacolo saranno gli atleti azzurri Giacomo Bertagnolli, Simone Deromedis, Alex Vinatzer e Nicol Delago, assieme ai campioni Antonio Rossi e Roberto Di Donna.

Dopo la prima di venerdì 5 luglio alle 21.15, Carmen replica il 13, 20, 25 luglio (sempre alle 21.15); il 3, 8, 17, 23 agosto e il 7 settembre (alle 21). All’Arena di Verona ogni sera è una prima, grazie all’avvicendarsi di grandi artisti internazionali, alcuni dei quali al debutto in Anfiteatro: tra le titolari, ClémentineMargaine (20, 25/7 e 3, 17, 23/8) e AlisaKolosova(8/8); oltre a Francesco Meli (che torna il 20/7, 3, 8, 17/8 e 7/9), i tenori Freddie De Tommaso (13/7) e Roberto Alagna (25/7 e 23/8), i soprani Daria Rybak (13 e 20/7), Aleksandra Kurzak (25/7 e 23/8), Pretty Yende (3 e 8/8), Mariangela Sicilia (17/8 e 7/9), Chiara Maria Fiorani (Frasquita il 13, 20 e 25/7); i baritoni Luca Micheletti (20, 25/7), Dalibor Jenis (dall’8/8 al 7/9) e Ludovic Tézier (il 3/8 al suo primo Escamillo areniano). Solo per l’ultima rappresentazione del 7 settembre, alternanza anche sul podio con il ritorno di Daniel Oren.

Carmen, tratta dalla novella omonima di Prosper Mérimée, è l’ultima opera del compositore francese Georges Bizet (1840-1875), che non visse abbastanza a lungo per vederne il successo, avvenuto subito dopo il fiasco iniziale, nello stesso anno della sua prematura morte. Dopo aver stregato il pubblico, illustri colleghi come Brahms e Čajkovskij e intellettuali come Nietzsche, Carmen arrivò in Italia e, nel 1914, fu il primo titolo ad essere rappresentato in Arena dopo il successo della prima Aida, rimanendo tuttora la seconda opera più ricorrente in Anfiteatro. L’anno prossimo, per il Festival 2025, raggiungerà quota 300 recite e Fondazione Arena ne celebrerà il ‘doppio’ 150° anniversario, dell’autore e della prima rappresentazione.

«Ogni volta che riprendiamo Carmen –dichiara Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena questa Carmen in particolare, l’emozione e la meraviglia sono sempre grandissime. Ho avuto l’onore di interpretare Micaela nel 1995, alla prima volta in Arena del maestro, e amico, Franco Zeffirelli, che abbiamo ricordato nel suo centenario l’anno scorso. Posso assicurare che quel senso di meraviglia è ancora vivo e cattura tanto il pubblico quanto gli artisti in scena, che sono cantanti magnifici, tra artisti ben noti e giovani di talento».

Il 101° Arena di Verona Opera Festival 2024, con 50 sere di spettacolo dal 7 giugno al 7 settembre, è sostenuto da numerosi sponsor, in primis UniCredit, che vanta una longevità di collaborazione di oltre 25 anni, e poi Calzedonia, Pastificio Rana, Volkswagen Group Italia, DB Bahn, Forno Bonomi, RTL 102.5, Genny, che firma anche quest’anno le divise del personale adibito all’accoglienza del pubblico, e Müller, che sostiene nuovamente i progetti di accessibilità dedicati alle persone con disabilità. Tra gli official partner marchi storici quali Veronafiere, Air Dolomiti, A4 Holding, Metinvest, SABA Italia, SDG Group, Sartori di Verona, Palazzo Maffei e Mantova Village. Tra i nuovi sostenitori, Poste Italiane, ManPower Group e Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP. Oltre a imprese, privati, ordini professionali che compongono la schiera della Membership 67 Colonne per l’Arena di Verona, fondata da Gianluca Rana dell’omonimo pastificio e da Sandro Veronesi, patron del Gruppo Oniverse, con il Gruppo Editoriale Athesis, media partner. 

Info: www.arena.it

Riccardo Chailly apre con La rondine le celebrazioni per il centenario di Giacomo Puccini alla Scala

Il Maestro prosegue il suo ciclo sulle opere pucciniane alla Scala con una nuova produzione affidata per la regia a Irina Brook con Mariangela Sicilia e Matteo Lippi protagonisti.

Lo spettacolo sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura e trasmesso in differita da Rai5. Radio3 trasmetterà in diretta la prima rappresentazione il 4.

Il Centenario pucciniano è per Riccardo Chailly e per il Teatro alla Scala la continuazione di un progetto che si sviluppa da anni: riportare alle scene le opere del compositore secondo criteri esecutivi credibili e aggiornati come è ormai prassi per autori come Rossini e Verdi, esplorando genesi, varianti e ripensamenti e offrendo a chi ascolta un ritratto capace di restituire la complessità dell’artista. La Rondine va in scena alla Scala per sei rappresentazioni dal 4 al 20 aprile con la regia di Irina Brook, scene e costumi di Patrick Kinmonth e un cast composto da alcuni dei giovani artisti italiani in più rapida ascesa: Mariangela Sicilia (Magda), Matteo Lippi (Ruggero), Rosalia Cid (Lisette), Giovanni Sala (Prunier) e il ritorno di Pietro Spagnoli (Rambaldo).

L’opera sarà eseguita secondo la recentissima edizione critica a cura di Ditlev Rindom (Ricordi 2023), che ha potuto avvalersi per la prima volta dell’autografo pucciniano, creduto a lungo perduto e resosi disponibile soltanto in anni recenti.

Lo spettacolo sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura e trasmesso in differita da Rai5.

Radio3 trasmetterà la prima rappresentazione in diretta il 4 aprile poi in differita sul circuito Euroradio.

Un’ora prima dell’inizio di ogni recita, presso il Ridotto dei Palchi, si potrà seguire una conferenza introduttiva all’opera tenuta da Elisabetta Fava.

L’opera

“La più elegante, la più raffinata partitura di Puccini” secondo Victor de Sabata, La rondine non rientra fra i titoli più eseguiti del compositore, anche se in questi mesi sono numerosi i teatri internazionali che l’hanno inserita in cartellone sotto il doppio pungolo del centenario e della pubblicazione dell’edizione critica. Un saggio antidoto all’onnipresenza delle opere più note e regolarmente programmate.

La genesi della partitura contribuisce a spiegarne l’originalità: all’inizio degli anni ‘10 Puccini era confortato dal trionfo della Fanciulla del West al Metropolitan, ma in difficoltà con il suo editore dopo la morte nel 1912 di Giulio Ricordi, cui succedeva il figlio Tito II, con cui i rapporti non erano altrettanto buoni.

Il compositore guarda  ancora all’estero e accetta la commissione del Carltheater di Vienna, un lavoro di carattere leggero su libretto di Heinz Reichert e Alfred Willner: nelle intenzioni di Puccini non esattamente un’operetta, piuttosto una commedia intrecciata su ritmi di valzer, simile per alcuni versi al Rosenkavalier (1911) di Strauss con cui condivide anche il tema della maturità emotiva e della rinuncia femminile. Le incertezze sul libretto, poi affidato a Giuseppe Adami, e soprattutto lo scoppio della Prima guerra mondiale che vedeva Italia e Austria su fronti opposti, portano alla rottura del contratto con Vienna: La rondine viene battezzata nel 1917 a Montecarlo con la direzione di Gino Marinuzzi, che dirigerà anche la prima scaligera nel 1940.

L’unica ripresa al Piermarini risale al 1994 grazie alla cultura e sensibilità di Gianandrea Gavazzeni.

Nelle parole di Riccardo Chailly, intervistato da Elisabetta Fava per la Rivista del Teatro, “La struttura è complessa, studiata nei minimi dettagli, ma all’ascolto suona estremamente naturale; tutto è superato dalla fluidità del canto, della melodia e dall’orchestrazione. Ma la forza delle individuazioni, la fluidità dei dialoghi, la modernità dei tratti danno un fascino tutto particolare a questa singolare commedia che gioca col passato e col presente, e fonde fra loro tanti stili senza per questo perdere di vista la sua organicità”. Nella tela sonora della Rondine dominano certo i valzer, ma intrecciati con sbalorditiva naturalezza con altre danze, tra cui il quick step, il tango, la polka e lo slow fox, e un intero panorama di citazioni e autocitazioni, non solo Strauss (Richard e Johann) ma il mondo delle Valses nobles et sentimentales di Ravel e le nuove prospettive aperte da Stravinskij.

Nono appuntamento del ciclo

Prima delle prime”

Stagione 2023/2024

Amici della Scala – Teatro alla Scala

LA RONDINE

di Giacomo Puccini

Libretto di Giuseppe Adami

Nuova Produzione Teatro alla Scala

Teatro alla Scala – Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”

Mercoledì 27 marzo 2024 – ore 18

Nel dicembre del 1910 La fanciulla del West debutta al Metropolitan di New York ricevendo un’accoglienza trionfale che per Puccini ha il sapore di una consacrazione internazionale; eppure, di lì a poco, negli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale, per il compositore s’apre un periodo burrascoso. A portar scompiglio nella sua vita non saranno (come potrebbe venir da pensare) il precipitar degli eventi, l’intensificarsi delle tensioni che in pochi anni cruciali condurranno allo scoppio del conflitto (perlomeno, non ancora) ma eventi e tensioni ben più prossimi. Nel 1912 muore infatti Giulio Ricordi; al dolore per la perdita dell’amico, fidato consigliere e benefattore, per Puccini s’aggiunge il cruccio di vedere la casa editrice passar sotto la guida del figlio del «sor Giulio», Tito. Tra i due non corre buon sangue: Tito ritiene che Puccini sia un compositore ormai superato; Puccini, da parte sua, ritiene Tito – ribattezzato poco amichevolmente Tifo – un imbecille.

Così, nel 1913, la commissione di un’operetta per il Carltheater di Vienna si presenta a Puccini come una ghiotta opportunità per tagliare i rapporti con l’editore. Il compositore accetta la proposta con un certo entusiasmo, destinato però a sgonfiarsi alla lettura dello scenario. «Il soggetto non mi va assolutamente. È la solita operetta sciatta e banale», commenta. Per poi dichiarare: «io, operetta non la farò mai: opera comica sì: vedi Rosenkavalier, ma più divertente e più organica». Tuttavia, Puccini è intenzionato ad andare avanti. Incarica della trasformazione da operetta a opera tout court Giuseppe Adami, futuro librettista del Tabarro e, con Renato Simoni, di Turandot: sebbene la sua collaborazione col maestro lucchese sia recente, e non abbia ancora prodotto frutti concreti, il letterato si dimostra assai abile a entrare in sintonia con la sensibilità teatrale pucciniana.

La composizione del dramma, che nel frattempo ha assunto il titolo La rondine ed è stato accordato all’editore Sonzogno, si protrae tra l’estate del 1914 e quella del 1916, e – ora sì – l’influenza dell’«inutile strage» non manca di farsi sentire. Intanto, sull’aspetto organizzativo e, per così dire, diplomatico dell’allestimento, che dall’originaria destinazione viennese sarà prudentemente trasferito all’Opéra di Monte Carlo, in territorio neutrale, da cui La rondine spiccherà il volo il 27 marzo 1917. E poi, forse, anche sullo spirito stesso che anima la composizione, che se non è un’operetta, nemmeno si può definire opera comica: sospesa com’è tra leggerezza e – se non tragedia – disillusione, in un clima dolceamaro di nostalgia fin de siècle e nel rimpianto per una giovinezza irrimediabilmente trascorsa, irrecuperabile.

La rondine è uno dei titoli pucciniani meno frequentati, pur vantando una partitura miracolosa per il senso del colore e il nitore virtuosistico della scrittura. Gli spettatori del Teatro alla Scala potranno apprezzarla in una nuova produzione affidata alla direzione di Riccardo Chailly e alla regia di Irina Brook, con la presenza, nelle vesti dei protagonisti, di Mariangela Sicilia, Matteo Lippi e Giovanni Sala.

Luca Rossetto Casel

Nell’incontro “Piacevole, limpida […], con motivi di valzer e arie briose e seducenti” parla della Rondine Fabio Sartorelli, accademico e musicista italiano, vice presidente della Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, con la partecipazione del M° Riccardo Chailly.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti

Supporto per l’ospitalità Ariosto Social Club

Via dei Giardini, 18 – 20121 Milano   Tel. 02.783. 479 – fax. 02.7601. 3856 info@amicidellascala.it

Riccardo Chailly apre con La rondine le celebrazioni per il centenario di Giacomo Puccini alla Scala

Il Maestro prosegue il suo ciclo sulle opere pucciniane alla Scala con una nuova produzione affidata per la regia a Irina Brook con Mariangela Sicilia e Matteo Lippi protagonisti.

Lo spettacolo sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura e trasmesso in differita da Rai5.

Radio3 trasmetterà in diretta la prima rappresentazione il 4.

Il Centenario pucciniano è per Riccardo Chailly e per il Teatro alla Scala la continuazione di un progetto che si sviluppa da anni: riportare alle scene le opere del compositore secondo criteri esecutivi credibili e aggiornati come è ormai prassi per autori come Rossini e Verdi, esplorando genesi, varianti e ripensamenti e offrendo a chi ascolta un ritratto capace di restituire la complessità dell’artista.

La Rondine va in scena alla Scala per sei rappresentazioni dal 4 al 20 aprile con la regia di Irina Brook, scene e costumi di Patrick Kinmonth e un cast composto da alcuni dei giovani artisti italiani in più rapida ascesa: Mariangela Sicilia (Magda), Matteo Lippi (Ruggero), Rosalia Cid (Lisette), Giovanni Sala (Prunier) e il ritorno di Pietro Spagnoli (Rambaldo).

L’opera sarà eseguita secondo la recentissima edizione critica a cura di Ditlev Rindom (Ricordi 2023), che ha potuto avvalersi per la prima volta dell’autografo pucciniano, creduto a lungo perduto e resosi disponibile soltanto in anni recenti.

Lo spettacolo sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura e trasmesso in differita da Rai5.

Radio3 trasmetterà in diretta la prima rappresentazione il 4 aprile.

Giovedì 21 marzo dalle 15 alle 18 nel Ridotto dei Palchi si terrà l’incontro di studio Un’opera “leggiadra e sentimentale”? in collaborazione con il Centro Studi Giacomo Puccini, curato e moderato da Raffaele Mellace con la partecipazione di Virgilio Bernardoni, Francesco Cesari e Giovanni Guanti (ingresso libero).

Un’ora prima dell’inizio di ogni recita, presso il Ridotto dei Palchi, si potrà seguire una conferenza introduttiva all’opera tenuta da Elisabetta Fava.

L’opera

“La più elegante, la più raffinata partitura di Puccini” secondo Victor de Sabata, La rondine non rientra fra i titoli più eseguiti del compositore, anche se in questi mesi sono numerosi i teatri internazionali che l’hanno inserita in cartellone sotto il doppio pungolo del centenario e della pubblicazione dell’edizione critica. Un saggio antidoto all’onnipresenza delle opere più note e regolarmente programmate. La genesi della partitura contribuisce a spiegarne l’originalità: all’inizio degli anni ‘10 Puccini era confortato dal trionfo della Fanciulla del West al Metropolitan, ma in difficoltà con il suo editore dopo la morte nel 1912 di Giulio Ricordi, cui succedeva il figlio Tito II con cui i rapporti non erano altrettanto buoni. Il compositore guarda     ancora all’estero e accetta la commissione del Carltheater di Vienna, un lavoro di carattere leggero su libretto di Heinz Reichert e Alfred Willner: nelle intenzioni di Puccini non esattamente un’operetta, piuttosto una commedia intrecciata su ritmi di valzer, simile per alcuni versi al Rosenkavalier (1911) di Strauss con cui condivide anche il tema della maturità emotiva e della rinuncia femminile. Le incertezze sul libretto, poi affidato a Giuseppe Adami, e soprattutto lo scoppio della Prima guerra mondiale che vedeva Italia e Austria su fronti opposti, portano alla rottura del contratto con Vienna: La rondine viene battezzata nel 1917 a Montecarlo con la direzione di Gino Marinuzzi, che dirigerà anche la prima scaligera nel 1940. L’unica ripresa al Piermarini risale al 1994 grazie alla cultura e sensibilità di Gianandrea Gavazzeni.

Nelle parole di Riccardo Chailly, intervistato da Elisabetta Fava per la Rivista del Teatro, “La struttura è complessa, studiata nei minimi dettagli, ma all’ascolto suona estremamente naturale; tutto è superato dalla fluidità del canto, della melodia e dall’orchestrazione. Ma la forza delle individuazioni, la fluidità dei dialoghi, la modernità dei tratti danno un fascino tutto particolare a questa singolare commedia che gioca col passato e col presente, e fonde fra loro tanti stili senza per questo perdere di vista la sua organicità”. Nella tela sonora della Rondine dominano certo i valzer, ma intrecciati con sbalorditiva naturalezza con altre danze, tra cui il quick step, il tango, la polka e lo slow fox, e un intero panorama di citazioni e autocitazioni: non solo Strauss (Richard e Johann) ma il mondo delle Valses nobles et sentimentales di Ravel e le nuove prospettive aperte da Stravinskij.

Riccardo Chailly e Giacomo Puccini

Il percorso delle direzioni pucciniane di Riccardo Chailly alla Scala si apre nel 1997 con la ripresa della produzione di Keita Asari di Madama Butterfly e prosegue nel 2007 con unnuovo Trittico con la regia di Luca Ronconi. Intanto dal 2005 si sviluppa con la Filarmonica un progetto pluriennale di esecuzione di pagine poco conosciute tra Milano, Lucca e Torre del Lago. Nominato Direttore Musicale, Chailly inaugura le manifestazioni culturali di Expo 2015 con Turandot: Nikolaus Lehnhoff aveva ripensato per la Scala una sua leggendaria regia, cantavano Nina Stemme e Aleksandrs Antonenko; il finale era per la prima volta in forma scenica alla Scala quello di Luciano Berio. Il lavoro sulle fonti si approfondisce nel 2016 con La fanciulla del West, eseguita nell’orchestrazione originale di Puccini alleggerita dai “rinforzi” aggiunti da Toscanini per l’acustica del Met ed entrati nella prassi corrente. La regia è di Robert Carsen. Con l’inaugurazione della Stagione 2016/2017 il Maestro compie un atto di riparazione proponendo un allestimento di Madama Butterfly nella sua prima versione, quella che cadde alla prima scaligera del 1904. Musica mai sentita prima anche nella Manon Lescaut del 2019 con la regia di David Pountney: nella prima versione torinese del 1893 ricostruita da Roger Parker spiccava il finale dell’atto primo, una cattedrale sonora che l’autore avrebbe semplificato prudentemente nelle riprese successive. Il 2019 si conclude con Tosca, che incredibilmente apre per la prima volta una stagione scaligera. La regia è di Davide Livermore, anche in questo caso si sceglie la prima versione, andata in scena al Costanzi nel 1900.  

Ma per Riccardo Chailly Giacomo Puccini è tra gli autori di una vita, quelli che hanno accompagnato un’intera carriera. Una prima pietra miliare è Turandot diretta a San Francisco nel 1977 nell’allestimento di Jean-Pierre Ponnelle con Montserrat Caballé (l’unica volta che affrontò la parte dal vivo) e Luciano Pavarotti. All’assiduità in teatro si aggiungono le registrazioni. In disco Manon Lescaut con Te Kanawa, Carreras e i complessi di Bologna nel 1998; la Bohème con Gheorghiu, Alagna e la Scala nel 1999; le “Discoveries” con l’allora Orchestra Verdi nel 2004 e il CD di musica orchestrale realizzato con RSO Berlin nel 2006. Il video registra Tosca con Malfitano, Margison, Terfel e il Concertgebouw nel 2007, la Bohème di Valencia del 2012 e due versioni del Trittico: prima nel 2000 con il Concertgebouw e quindi quella scaligera del 2009.  

Lo spettacolo

“La rondine – spiega Irina Brook nelle note di regia pubblicate nel programma di sala – è un ‘animale dello spirito’: gli individui dallo spirito di rondine perdono la ragione quando qualcuno cerca di controllarli. Amano vivere liberamente e vogliono vedere gli altri nello stesso modo. Vogliono essere padroni del loro destino […] Come regista cerco sempre di trovare un modo per sentirmi il più vicino possibile al mio materiale. L’idea per questa Rondine è stata di avvicinarla attraverso lo sguardo di un personaggio immaginario, ‘Anna’ [che sarà interpretata dalla coreografa Anna Olkhovaya], una giovane coreografa al suo debutto come regista d’opera. Questo alter ego incarna molte delle mie domande e dei miei sogni. Attraverso la lente di Anna, mi interrogo sull’influenza esercitata sulla psiche femminile dai film romantici, dalla letteratura e, naturalmente, dall’opera”. La scena, ispirata ai classici del musical hollywoodiano, ambienta la vicenda in un elegante padiglione estivo come se ne costruivano sui moli delle spiagge atlantiche o delle coste inglesi alla fine dell’800.

4, 7, 9, 12, 14, 20 aprile 2024

Teatro alla Scala

LA RONDINE

di Giacomo Puccini

Nuova produzione

Direttore Riccardo Chailly

Regia Irina Brook

Con Mariangela Sicilia, Rosalia Cid, Matteo Lippi, Giovanni Sala, Pietro Spagnoli

Venerdì 2 e sabato 3 febbraio il concerto inaugurale della Stagione Sinfonica 2024 del Teatro Filarmonico con Pinchas Steinberg alla direzione ed un quartetto di grandi voci soliste

GRANDIOSO E VISIONARIO, FONDAZIONE ARENA OMAGGIA BRUCKNER A 200 ANNI DALLA NASCITA

Oltre 140 artisti fra Orchestra e Coro sul palcoscenico del Teatro Filarmonico per la Quarta Sinfonia “Romantica” e il colossale Te Deum.

TEATRO FILARMONICO DI VERONA

Bruckner Romantica Steinberg

1° Concerto

Musiche di Anton Bruckner

Pinchas Steinberg Direttore

Mariangela Sicilia, Anna Maria Chiuri, Galeano Salas, Fabrizio Beggi Solisti

Venerdì 2 febbraio ore 20.00

Sabato 3 febbraio ore 17.00

Fondazione Arena di Verona inaugura la Stagione Sinfonica 2024 del Teatro Filarmonico con un grande omaggio. Il primo concerto, che si terrà venerdì 2 e sabato 3 febbraio, sarà dedicato a Anton Bruckner, di cui si celebrano quest’anno i 200 anni dalla nascita.

Oltre 140 le voci e gli strumenti in campo per l’esecuzione della Quarta Sinfonia “Romantica” e del colossale Te Deum, l’inno di lode per eccellenza che Bruckner scrisse quasi di getto nel 1881, completandolo tre anni dopo. Orchestra e Coro della Fondazione Arena di Verona saranno accompagnati da un quartetto di grandi voci soliste, artisti di eccellenza nel repertorio operistico e non solo: il soprano Mariangela Sicilia, il mezzosoprano Anna Maria Chiuri, il tenore Galeano Salas e il basso Fabrizio Beggi. La bacchetta di questo incanto sonoro sarà affidata ad uno dei più grandi maestri di oggi, pronto a tornare a Verona dopo venticinque anni: Pinchas Steinberg.

Anton Bruckner (1824-1896) veniva da un’umile famiglia austriaca di provincia: talento precoce ma persona schiva, eccellente organista ma compositore autodidatta, dovette aspettare i quarant’anni per ottenere l’ambìto diploma e per dedicarsi a pieno regime alla creazione, insegnando Teoria al Conservatorio di Vienna ma rimanendo un outsider nell’agguerrito panorama musicale della Capitale, diviso in partiti pro- e contro Wagner e la sua idea di musica dell’avvenire. In questo clima scrisse e continuò a rielaborare, in incessante autocritica, undici sinfonie e molta musica sacra, imprinting originale dell’autore.

Sin dal loro apparire, le ampie architetture sonore di Bruckner sono state paragonate a quelle delle grandi cattedrali, costruite esplorando la varietà dei registri e l’estensione dell’organo, fra possenti e fragorosi accordi e temi misteriosi ed evocativi. Aggettivi che ben si addicono alla musica in programma per il primo concerto sinfonico 2024 al Teatro Filarmonico che si aprirà con il Te Deum, poco più di venti minuti di enorme impatto sonoro, quasi un unisono che apre e chiude un vortice vario e complesso, ricco di oasi liriche per solisti impegnati.

Oggi le più alte istituzioni concertistiche del mondo ricordano Bruckner, quando però la sua musica non era certo popolare, fu il suo allievo Gustav Mahler, alfiere tra i pochi e massimo direttore d’orchestra, a scrivere sulla propria copia del Te Deum “per voci angeliche, cercatori di Dio, cuori tormentati e anime purificate nel fuoco”.

Dopo l’intervallo toccherà alla Quarta sinfonia, la più celebre del repertorio bruckneriano, eseguita solo una volta dalla compagine areniana oltre vent’anni fa. Come da sua prassi, per sette volte l’autore la rimaneggiò, creando altrettante versioni: quella in programma nel fine settimana seguirà l’edizione ancora oggi più diffusa, più o meno come la approntò Bruckner per la prima esecuzione, con i primi tre movimenti del 1878 e l’ampio Finale riveduto nel 1880. Pur non seguendo un programma extra-musicale, per quest’opera Bruckner fece più volte riferimento a immagine concrete, che sono rintracciabili nei quattro movimenti della Sinfonia e che le valsero il nomignolo, presto accettato, di “Romantica”, in senso letterario e artistico. Sin dall’ipnotico richiamo del corno che apre la sinfonia su un misterioso tremolo degli archi, la magia è presto tracciata: “…una città medievale, cavalieri che escono dalla grande porta a cavallo, l’ombra della foresta che li attornia…”. Il secondo movimento, Andante, ha un tono composto e processionale, mentre gli echi della caccia sono espliciti nello Scherzo. Come da tradizione beethoveniana, le cellule tematiche della sinfonia tornano rielaborate nel complesso Finale, che riporta la luce solenne ed eroica del Mi bemolle maggiore.

Il 1° concerto sinfonico, che vedrà esibirsi a pieno organico l’Orchestra della Fondazione Arena e il Coro preparato dal maestro Roberto Gabbiani, debutterà venerdì 2 febbraio alle 20 e replicherà sabato 3 febbraio alle 17. La durata prevista è di 110 minuti circa compreso un intervallo. L’intera Stagione Artistica 2024 è in vendita con un ricco programma di opera, balletto, musica sinfonica e cameristica. È possibile abbonarsi abbonamenti o scegliere un carnet al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico.

Anche quest’anno BCC di Verona e Vicenza è main sponsor della Stagione Artistica 2024 al Teatro Filarmonico.

 INFORMAZIONI
Ufficio Stampa Fondazione Arena di Verona – Via Roma 7/D, 37121 Verona
Per informazioni e prenotazioni: Area Formazione e Promozione Scuole scuola@arenadiverona.it – tel 045 8051933

E per i giovani, il Preludio raddoppia e offre un’introduzione all’ascolto prima di ogni concerto. La rassegna Ritorno a teatro riprende anche per la Stagione Sinfonica, fra le diverse iniziative di Arena Young rivolte a studenti e personale di scuole, università, accademie. In questo percorso di avvicinamento alla musica sinfonica, il mondo della Scuola potrà assistere agli spettacoli del Teatro Filarmonico con l’opportunità di partecipare ad un Preludio un’ora prima dell’inizio a cura della Fondazione. Per il 1° concerto è possibile prenotare sia il Preludio di venerdì 2 febbraio alle 19 sia quello di sabato 3 febbraio alle 16.

BIGLIETTERIA ARENA DI VERONA Via Dietro Anfiteatro 6/b, 37121 Verona

Aperta da lunedì a venerdì 10.30-16.00 | sabato 9.15-12.45

Tel. 045 8005151

BIGLIETTERIA TEATRO FILARMONICO Via dei Mutilati 4/k, 37121 Verona

Aperta due ore prima dello spettacolo

Tel. 045 8002880

biglietteria@arenadiverona.it Call center (+39) 045 8005151 www.arena.it

Punti vendita TicketOne.it

MACERATA OPERA FESTIVAL 2024

Dal 19 luglio all’11 agosto allo Sferisterio omaggio a Giacomo Puccini con Turandot e La bohème, festa per le 60 stagioni con Norma di Vincenzo Bellini


Torna la danza con Notte Morricone di Marcos Morau con la Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto, un concerto di gala e i Carmina burana
 
Tra gli artisti in locandina Francesco Ivan Ciampa, Fabrizio Maria Carminati, Valerio Galli, i soprani Ruth Iniesta, Roberta Mantegna, Mariangela Sicilia e Marta Torbidoni, i tenori Yusif Eyvazov, Antonio Poli e Angelo Villari, i baritoni Mario Cassi e Lodovico Filippo Ravizza
Le produzioni sono firmate dai registi Paco Azorín, Maria Mauti e Leo Muscato
 
Biglietti in vendita da martedì 19 dicembre a Macerata e online
“…e qui la Luna l’abbiamo vicina…” questo verso dalla Bohème di Puccini traccia la linea programmatica scelta dal sovrintendente Flavio Cavalli e dal nuovo direttore artistico Paolo Gavazzeni per il Macerata Opera Festival, dal 19 luglio all’11 agosto 2024 allo Sferisterio: Turandot e La bohème di Giacomo Puccini, Norma di Vincenzo Bellini, tre capolavori del repertorio due dei quali del compositore toscano nel centenario della morte; il terzo titolo è legato invece al significativo traguardo delle 60 stagioni d’opera nel monumento iconico di Macerata, divenute negli anni un appuntamento musicale estivo da non perdere ma soprattutto una occasione di valore assoluto per la città e per tutte le Marche.
 
«Siamo orgogliosi di presentare una stagione, quella del 60° Macerata Opera Festival, che darà lustro alla città e allo Sferisterio grazie al lavoro del sovrintendente Cavalli e del nuovo direttore artistico Gavazzeni e alla funzionalità della struttura – ha commentato il presidente Sandro Parcaroli – . Un’attività presentata nei tempi che proporrà titoli importanti e di grande successo con nomi di rilievo nazionale e internazionale. Una stagione che, nel centenario della morte, sarà dedicata al compositore Giacomo Puccini, uno dei più significativi operisti di tutti i tempi. Oltre alla proposta artistica di elevata qualità, il MOF rappresenta per Macerata un traino anche dal punto di vista turistico ed economico».

«Rivolgiamo ai maceratesi gli auguri di fine anno per noi nel miglior modo possibile presentando la nuova stagione del Macerata Opera Festival – dichiara il sovrintendente Flavio Cavalli. Il bilancio di questa manifestazione è composto per il 60% da contributi pubblici e da quelli privati: alla città di Macerata, alla Provincia e alla Regione ne viene restituita la maggior parte attraverso il lavoro di tutte le maestranze regionali e alle commissioni fatte a piccole e medie imprese del territorio. I finanziamenti generano inoltre un indotto con un effetto moltiplicatore che va da 6 a 7 per le attività commerciali di ogni genere. Questi dati diventano ancora più importanti alla luce della convocazione dell’Associazione Arena Sferisterio avvenuta quest’anno ad una audizione per la discussione di due disegni di legge, presentati dagli onorevoli Giorgia Latini e Irene Manzi e oggi in corso di approvazione, per l’erogazione di un contributo speciale a favore del nostro Ente e per riconoscere lo Sferisterio venga riconosciuto come monumento nazionale».
 
Ancora la Luna – che illumina il pubblico nelle serate estive allo Sferisterio, offre un’esperienza unica di musica all’aperto, legata alla perfetta acustica naturale del luogo – attraversa significativamente i versi e l’ambientazione delle tre opere: una favolistica Luna d’Oriente risplende sul capolavoro incompiuto di Puccini; lo stesso argenteo chiarore si riflette sui volti di Rodolfo e Mimì; alla Luna si rivolge la sacerdotessa belliniana.

«Ogni teatro – racconta il direttore artistico Paolo Gavazzeni – ha un proprio DNA che va studiato e compreso e le mie idee artistiche in questo mese si sono plasmate su questo luogo che ha una propria storia nella quale mi sono immerso. La meravigliosa acustica naturale dello Sferisterio permette di poter ideare grandi spettacoli musicali fatti per la gente e quest’anno ci sono due grandi anniversari che celebreremo: la 60a Stagione e il 100° anno della morte di Giacomo Puccini, figura fondamentale che ha contribuito affinché oggi il canto lirico italiano sia riconosciuto come patrimonio dell’umanità. Questo festival proporrà una programmazione compatta in quattro settimane e ogni sera di ogni weekend dal 19 luglio all’11 agosto proporrà uno spettacolo. Insieme alle opere di Puccini, sarà proposta “Norma”, titolo che si sarebbe voluto mettere scena per la prima stagione lirica allo Sferisterio, progetto che non si realizzò a causa della guerra: proporre l’opera di Bellini vuole essere un gesto di buon auspicio per il futuro del Sferisterio. Sarà un festival molto italiano e ho voluto privilegiare, quando ho potuto, artisti italiani nella convinzione che un festival per acquisire l’internazionalità deve innanzitutto mostrare la propria identità artistica che è importante costruire con le forze che ci sono sul territorio».
 
Turandot (19 e 28 luglio, 3 e 10 agosto) di Giacomo Puccini sarà eseguita incompiuta, così come lasciata dal compositore (cioè sino alla morte di Liù, come sancito al Teatro alla Scala dal direttore d’orchestra Arturo Toscanini in occasione della prima postuma). Allo Sferisterio, la struggente e crudele storia d’amore e morte, ambientata “a Pechino al tempo delle favole”, sarà affidata al regista spagnolo Paco Azorín, che firma la nuova produzione dopo il successo di Otello del 2016, e alla bacchetta di Francesco Ivan Ciampa che aveva entusiasmato il pubblico nel Macbeth del 2019. Interpreti principali Olga Maslova (Turandot), Angelo Villari (Calaf), Ruth Iniesta (Liù), Antonio Di Matteo (Timur), Lodovico Filippo Ravizza (Ping), Paolo Antognetti (Pang) e Francesco Pittari (Pong).
 
Norma (20 e 26 luglio, 4 e 9 agosto) di Vincenzo Bellini festeggia il traguardo delle 60 edizioni di festival operistico allo Sferisterio: scegliendo il capolavoro del Cigno di Catania – che era tra le ipotesi valutate ai primi del Novecento quando si decise di trasformare lo stadio della palla al bracciale in teatro – si celebra la città e coloro che vollero portare l’opera in questo luogo. Il nuovo allestimento sarà firmato dalla regista e documentarista milanese Maria Mauti, alla sua prima esperienza con il teatro d’opera; sul podio un veterano del belcanto come Fabrizio Maria Carminati, direttore artistico del Teatro Bellini di Catania. Protagonista Marta Torbidoni (Norma), giovane soprano marchigiano che si sta imponendo sui palcoscenici di tutto il mondo, affiancata da un’altra voce molto apprezzata come quella del soprano Roberta Mantegna (Adalgisa), mentre i principali ruoli maschili saranno sostenuti da Antonio Poli (Pollione) e Riccardo Fassi (Oroveso).
 
Con il terzo titolo, quello scelto tra i successi dei festival precedenti, si torna all’omaggio a Puccini: La bohème (27 luglio, 2, 7 e 11 agosto) nella produzione del regista Leo Muscato, vincitrice del XXXII Premio Abbiati 2012 dell’Associazione Nazionale Critici Musicali. Sul podio un apprezzato interprete di Puccini come Valerio Galli e un cast di rilievo con Mariangela Sicilia (Mimì), Yusif Eyvazov (Rodolfo), Mario Cassi (Marcello) e Daniela Cappiello (Musetta). Un’opera che già Puccini immagina giovane, carica di tensioni emotive e sociali, e che Muscato ha ambientato nella Parigi tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento, caratterizzata da un fermento altrettanto intenso rispetto a quello evocato dal compositore.
 
Dalle locandine del Macerata Opera Festival 2024, composte in maggioranza da interpreti di rilievo e giovani emergenti soprattutto italiani, emerge la volontà di omaggiare il recente riconoscimento ottenuto dall’UNESCO che ha inserito la pratica del canto lirico italiano nella lista dei Beni Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
 
Nella programmazione non mancheranno i concerti e la danza, componendo così un cartellone diversificato che torna nell’apprezzata formula dei tre titoli operistici per ogni weekend.
 
Domenica 21 luglio un concerto di gala “Notte di luna” completa il weekend del debutto delle due nuove produzioni operistiche, una occasione unica per completare i festeggiamenti per le 60 edizioni di festival allo Sferisterio. Sul podio Michelangelo Mazza, con alcuni degli interpreti vocali impegnati nelle produzioni e la partecipazione del violinista Giovanni Andrea Zanon, tra i virtuosi dell’archetto più apprezzati nelle sale da concerto del mondo.
Giovedì 8 agosto appuntamento con i celebri Carmina burana di Carl Orff diretti da Andrea Battistoni e con Giuliana Gianfaldoni (soprano), Alasdair Kent (tenore) e Mario Cassi (baritono). Questa grande cantata scenica di ispirazione medievale a partire dal testo latino originale che intona, composta negli anni Trenta del Novecento, è una delle pagine sinfonico-corali più fortunate del secolo scorso, divenuta molto famosa anche per il suo uso frequente di alcuni suoi frammenti nella pubblicità e nel cinema.
Per la danza, debutta allo Sferisterio una nuova creazione dal titolo Notte Morricone(1° agosto)in collaborazione con la Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto, ideata e firmata dal premiato coreografo spagnolo Marcos Moraucon le musiche del celebre autore italiano di colonne sonore.
Anche questi spettacoli rientrano nel motivo conduttore lunare, sotteso sia ai testi cantati dei Carmina burana, sia ad alcuni dettagli delle ambientazioni del gala (il 21 luglio ci sarà Luna piena) nonché allo spettacolo di danza.
 
Come è ormai tradizione l’Orchestra impegnata nelle opere sarà la FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana con il Coro lirico marchigiano “Vincenzo Bellini” guidato da Martino Faggiani, insieme ai Pueri Cantores “D. Zamberletti” (Maestro del coro Gian Luca Paolucci) e la Banda Salvadei, organici marchigiani che saranno protagonisti anche dei concerti in programma nel 2024, per un coinvolgimento sempre maggiore delle realtà artistiche regionali nelle attività dello Sferisterio.
 
Accanto alle proposte del ciclo “Lo Sferisterio a scuola”, che saranno rese note nelle prossime settimane e saranno destinate all’infanzia (3-5 anni), agli studenti delle classi elementari e medie (6-13 anni) e a quelli delle scuole superiori (14-18 anni), il nuovo direttore artistico Paolo Gavazzeni ha ideato un nuovo percorso di avvicinamento dedicato agli spettatori di ogni età, dal titolo “Tutti all’opera” con una serie di incontri-spettacolo al Teatro Lauro Rossi dedicati alle opere, la partecipazione alle prove d’assieme allo Sferisterio e la possibilità per chi seguirà l’intero percorso di acquistare biglietti per gli spettacoli ad un prezzo agevolato.

Biglietteria
La vendita dei biglietti sarà aperta martedì 19 dicembre dalle ore 11,sia alla biglietteria di Macerata (piazza Mazzini 10) che online su sferisterio.it o su vivaticket.it
I prezzi per i titoli operistici (Turandot, Norma, La bohème)hanno un costo da euro 15 a euro 170; i biglietti del settore Platino per le prime rappresentazioni hanno un costo di 200 euro.
I biglietti per il balletto Notte Morricone hanno un costo da 15 a 70 euro.
I biglietti per i due concerti hanno un costo da 20 a 60 euro.
Sono previste le consuete riduzioni under30 e Over 65; per gli under14 biglietto a 1 euro se acquistato insieme ad un biglietto a prezzo intero.
Saranno poi disponibili tre tipologie di abbonamento per le opere. Con la formula Open 2 si potranno comprare 2 biglietti per due dei tre titoli (es. un biglietto per una data a scelta di Turandot + un biglietto per una data a scelta di Norma o La bohème) con il 15% di sconto. Con la formula Open 3 si potranno comprare 3 biglietti per i tre titoli (uno per ogni opera) con il 25% di sconto. Con la formula Open 6 si potranno comprare 6 biglietti per i tre titoli (due per ogni opera) con il 30% di sconto.
 
La biglietteria a Macerata in Piazza Mazzini 10 è aperta da martedì a sabato, ore 10-13 e 16:30-19:30
tel. 0733 230735 boxoffice@sferisterio.it.
 
Ulteriori dettagli e locandine complete su sferisterio.it
 
Turandot
Dramma lirico in tre atti su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, dalla fiaba teatrale omonima di Carlo Gozzi. Giacomo Puccini la lasciò incompiuta alla sua morte il 29 novembre 1924 e così venne eseguita in Prima al Teatro alla Scala il 26 aprile 1926. Esistono due finali realizzati da Franco Alfano e più recentemente a Luciano Berio. Ispirata a un oriente fantastico, racconta la sfida sensuale tra l’ostinato Calaf e la “principessa di gelo” Turandot cui si contrappone la purezza dell’amore di Liù.
 
Norma
Opera in due atti su libretto di Felice Romani, tratto dalla tragedia di Louis-Alexandre Soumet (1786-1845). Composta da Vincenzo Bellini in meno di tre mesi, nel 1831, debuttò al Teatro alla Scala il 26 dicembre dello stesso anno registrando un fiasco clamoroso a causa di ostilità nei confronti sia del Cigno catanese che della protagonista Giuditta Pasta. Considerato uno dei capolavori assoluti dell’opera Romantica, narra una vicenda affine al mito di Medea, è vicenda di amore e gelosia, ripicche e vendette tra innamorati traditi.
 
La bohème
Quattro quadri su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, dal romanzo Scènes de la vie de bohème di Henri Murger. Prima rappresentazione: Torino, Teatro Regio, 1° febbraio 1896. Un gruppo di amici trascorre la giovinezza a Parigi destreggiandosi tra sogni d’amore e cruda realtà. Rodolfo e Mimì vedono infrangere il loro amore dinanzi alla povertà e alla malattia.