In un nuovo allestimento Ariadne auf Naxos di Richard Strauss in scena al Teatro La Fenice dal 21 al 30 giugno

Ariadne auf Naxos di Richard Strauss sarà in scena dal 21 al 30 giugno al Teatro La Fenice nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2023-2024. Il nuovo allestimento, realizzato dalla Fondazione Teatro La Fenice in coproduzione con la Fondazione Teatro Comunale di Bologna e con la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, è affidato al regista scozzese Paul Curran, con scene e costumi di Gary McCann e light design di Howard Hudson.

La direzione musicale sarà affidata a Markus Stenz, alla testa dell’Orchestra del Teatro La Fenice e di un cast composto da Karl-Heinz Macek, Markus Werba, Anna Lucia Richter, John Matthew Myers, Nicola Pamio, Blagoj Nacoski, Francesco Milanese, Matteo Ferrara, Erin Morley, Sara Jakubiak, Äneas Humm, Mathias Frey, Szymon Chojnacki, Enrico Casari, Jasmin Delfs, Marie Seidler e Giulia Bolcato. Cinque le recite al Teatro La Fenice, il 21, 23, 25, 27, 30 giugno 2024.

Opera in un atto con prologo su libretto di Hugo von Hofmannsthal ispirato al mito di Arianna, questa composizione nacque come divertissement operistico per una rappresentazione del Bourgeois gentilhomme di Molière. Il progetto iniziale prevedeva che l’opera fosse eseguita come spettacolo presentato nel palazzo del protagonista della commedia; un esempio perfetto di teatro nel teatro. In questa prima forma il lavoro esordì il 25 ottobre 1912 a Stoccarda. Tuttavia il pubblico apprezzò l’opera più della commedia e Hugo von Hofmannsthal decise di slegare le due parti dando vita propria ad Ariadne, a cui aggiunse un Prologo che tiene in piedi l’espediente del teatro nel teatro. Nella nuova forma Ariadne auf Naxos debuttò a Vienna il 4 ottobre 1916.

«Non credo assolutamente che Ariadne sia un puro divertissement – ha spiegato il regista Paul Curran –. In questo lavoro Strauss fa quello che fa in tutte le sue opere: esamina lo stato umano, analizza come gli esseri umani reagiscono tra loro, la difficoltà del compromesso, come nel caso dell’insegnante di musica quando dice al suo studente: «Guarda: se vuoi farlo, devi scendere a compromessi perché il mondo non è perfetto». Quindi penso che – insieme a Hoffmansthal – oggi Strauss ci regali una lezione meravigliosa, in questo nostro mondo dove tutto è digitale, perfetto e meraviglioso. Ma il mondo è tutt’altro che perfetto e meraviglioso e qualsiasi essere umano che voglia raccontare una storia o fare ogni genere di lavoro o avere una relazione di successo dovrà scendere a compromessi e vivere una vita umana piuttosto che idealizzata. Ariadne rappresenta l’ideale: la sua volontà di stare con Teseo è prettamente idealistica. In realtà Teseo non torna, e arriva invece Bacco. La sua vicenda ci dice che l’idealismo vale solo per la mente, e non per la vita reale. Pertanto, ripeto, non penso che sia un divertissement; penso che sia molto divertente e sebbene il prologo sia scritto come una commedia e la seconda parte dell’opera sia una combinazione di commedia e tragedia, nell’ultima parte dell’opera non c’è più commedia dopo il secondo quintetto; si va dritti dentro la storia di Ariadne e Bacco. Credo che sia un lavoro meraviglioso, brillantemente strutturato».

«Quella di Ariadne si può definire una partitura su misura – ha dichiarato il direttore d’orchestra Markus Stenz –, qualcosa di particolarmente adatto e congeniale a questa storia e all’idea sorprendente di avere più situazioni che avvengono simultaneamente. Questo fatto già di per sé la rende molto moderna, perché se si guarda alla vita di oggi ci si rende conto che è estremamente complessa: quante volte alla settimana si deve affrontare una tragedia o ci si può fare una risata? Probabilmente è una verità universale, anche considerando il tempo in cui l’opera è stata scritta. Era particolarmente vera per quell’epoca: tristezza e allegria contemporaneamente, nella stessa scena. Strauss ha quindi inventato qualcosa che ci permette davvero di fare esperienza della completezza della vita, e che rende Ariadne così importante anche per il pubblico di oggi. Pertanto, se è vero che con quest’opera i due artisti volgono lo sguardo indietro, quello che la rende comunque così tanto attuale, simile alle partiture di oggi, è l’idea di unire le complessità della vita».

Ecco il dettaglio delle repliche con gli orari e i turni di abbonamento: venerdì 21 giugno 2024 ore 19.00 (turno A); domenica 23 giugno ore 17.00 (turno B); martedì 25 giugno ore 19.00 (turno D); giovedì 27 giugno ore 19.00 (turno E); domenica 30 giugno ore 17.00 (turno C). Le recite del 21 e 25 giugno rientrano nell’ambito del progetto «La Fenice per la città», quelle del 23, 27 e 30 giugno in «La Fenice per la città metropolitana», iniziative realizzate in collaborazione con la Municipalità e con la Città metropolitana di Venezia dedicate ai residenti nel comune e nel territorio della città metropolitana di Venezia. 

Per informazioni www.teatrolafenice.it

Carnevale in Fenice con La bohème di Giacomo Puccini

Nel pieno del periodo di carnevale, la Fenice riporta in scena uno dei suoi spettacoli più amati dal pubblico, La bohème di Giacomo Puccini. Il capolavoro pucciniano tornerà in scena nel Teatro di Campo San Fantin per celebrare i cento anni dalla morte del compositore toscano, nel fortunato allestimento firmato da Francesco Micheli per la regia, Edoardo Sanchi per le scene, Silvia Aymonino per i costumi e Fabio Barettin per il disegno luci.

Stefano Ranzani dirigerà l’Orchestra e al Coro del Teatro La Fenice – quest’ultimo preparato da Alfonso Caiani – e guiderà anche le voci bianche dei Piccoli Cantori Veneziani, istruite dal maestro Diana D’Alessio. Alla prima di venerdì 2 febbraio 2024 ore 19.00 – che sarà tra l’altro trasmessa in diretta su Rai Radio3 – seguiranno quattro recite: il 4, 6, 8 e 10 febbraio 2024.

Dopo l’affermazione ottenuta con Manon Lescaut (1893), il trentacinquenne Giacomo Puccini prese in considerazione come soggetto per la sua opera successiva le Scènes de la vie de bohème di Henri Murger, un romanzo d’appendice pubblicato a puntate più di quarant’anni prima nella rivista parigina «Le corsaire Satan», trasformato poi dallo stesso Murger e da Théodore Barrière in una pièce in cinque atti, rappresentata con successo nel 1849. La stesura del nuovo libretto per Puccini fu affidata dall’editore Giulio Ricordi ai letterati Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, un binomio artistico destinato ad affiancare il compositore lucchese per più di un decennio, fino a Tosca (1900) e Madama Butterfly (1904).

Rappresentata al Teatro Regio di Torino sotto la direzione del ventinovenne Arturo Toscanini l’1 febbraio 1896, La bohème fu accolta con perplessità dalla critica, ma incontrò nelle riprese un sempre crescente successo di pubblico, tanto da divenire una delle opere più popolari di tutti i tempi. Il libretto, un affresco in cui si alternano momenti di vivacità, di intimità, di rimpianto per il tempo trascorso, di tristezza dolorosa, prevede sei personaggi principali: un quartetto di giovani amici (il poeta Rodolfo, il pittore Marcello, il musicista Schaunard, il filosofo Colline) e due fanciulle (Mimì e Musetta), tutti ricchi di simpatia e di entusiasmo quanto poveri di quattrini. Il dramma si conclude con la morte per tisi di Mimì tra le braccia dell’amato Rodolfo dopo una separazione ricomposta in extremis; ma più che di una trama vera e propria si può parlare di un susseguirsi di situazioni liriche accomunate da un tema unitario, la celebrazione della giovinezza.

Di assoluto richiamo il cast di questa ripresa della Bohème, che comprende Celso Albelo (Rodolfo), Alessio Arduini (Marcello), Armando Gabba (Schaunard), Adolfo Corrado (Colline), Matteo Ferrara (Benoît, Alcindoro), Claudia Pavone (Mimì) e Mariam Battistelli (Musetta). Inoltre gli artisti del Coro Dionigi D’Ostuni e Massimo Squizzato si alterneranno nel ruolo di Parpignol, Alessandro Vannucci e Salvatore Benedetto in quello del venditore ambulante, Salvatore Giacalone e Giampaolo Baldin in quello del sergente dei doganieri, infine Emanuele Pedrini ed Enzo Borghetti in quello del doganiere.

L’opera sarà proposta con i sopratitoli in italiano e in inglese.

Cinque le recite in programma, con i seguenti turni di abbonamento: venerdì 2 febbraio 2024 ore 19.00 (turno A); domenica 4 febbraio ore 15.30 (turno B); martedì 6 febbraio ore 19.00 (turno D); giovedì 8 febbraio ore 19.0 (turno E); sabato 10 febbraio ore 15.30 (turno C).