Teatro alla Scala, Domenica 3 marzo 2024 – ore 15 per i grandi spettacoli per piccoli 2023/2024 :

Lalla & Skali e… la pellicola stregata

Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala

Bruno Casoni, direttore

Marco De Gaspari, pianoforte

Mario Acampa, regia e testi

Mirjam Schiavello, Lalla

Matteo Sala, Skali

Riccardo Alessandri, proiezioni

Bruno Coulais

da I ragazzi del coro: Vois sur ton chemin

Leonard Bernstein

da West Side Story: America

Ennio Morricone

da C’era una volta il West: Once Upon a Time in the West

Alan Menken, Howard Ashman

da La sirenetta: Part of Your World

Elton John

da Il Re Leone: Circle of Life

Johnny Mercer, Henry Mancini

da Colazione da Tiffany: Moon River

Frederick Loewe (arr.  Zhaolin Liu)

da My Fair Lady: I Could Have Danced All Night

Harold Arlen

da Il mago di Oz:Somewhere Over the Rainbow

Kristen Anderson-Lopez, Robert Lopez

da Frozen: Let it Go

J.W. Stole, Del Roma

da Sister Act:I Will Follow Him

Prezzi da 18 a 12 euro

Infotel 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org

Vedere la musica, ascoltare le immagini

Nella lavorazione di un film, la realizzazione della colonna sonora avviene nella fase di post-produzione, quando tutte le scene sono state girate e si inizia il montaggio. I film musicali costituiscono naturalmente un’eccezione!

Per I ragazzi del coro, un film francese del 2004 su un gruppo di ragazzi difficili che riesce a riscattarsi formando un coro, il compositore Bruno Coulais dovette scrivere con molto anticipo vari pezzi per coro di voci bianche, in modo che potessero essere provati prima delle riprese. Le sue musiche contribuiscono in modo determinante alla poesia di questo lavoro e la canzone principale, Vois sur ton chemin, si meritò una candidatura all’Oscar.

Per il regista Sergio Leone la musica di Ennio Morricone era indispensabile perché, come lui stesso spiegava, «i miei film potrebbero anche essere muti, il dialogo conta relativamente: è la musica a sottolineare azioni e sentimenti». Nei suoi film, la stesura della sceneggiatura si svolgeva in parallelo alla composizione musicale. Secondo la leggenda, durante le riprese di “C’era una volta il West”, del 1968, Leone faceva riprodurre in sottofondo la musica di Morricone per ispirare gli artisti. Di questa colonna sonora, particolarmente memorabile è il tema associato a Jill, la vedova incarnata da Claudia Cardinale, che si presenta come un canto struggente senza parole.

«Vedere la musica e ascoltare le immagini»: questo, per Walt Disney, era l’ambizioso obiettivo da raggiungere in ognuna delle sue creazioni. Dopo la morte del geniale direttore e produttore, il suo motto ha continuato a guidare le scelte della sua casa cinematografica, in particolare per quei lavori che fanno parte della serie “I Classici” i quali, in molti casi, contengono canzoni capaci di trascendere il cartone diventando dei successi pop; tra i molti esempi ci sono Circle of Life, scritta nel 1994 da Elton John per il Re leone, e Let it Go, tratto da uno dei film più amati della Disney, Frozen. Altre canzoni, pur essendo belle e coinvolgenti, sono troppo legate alla trama per poter circolare, come è il caso di Part of Your World dalla Sirenetta, in cui la melodia si interrompe ogni volta che la protagonista cerca le parole per descrivere il mondo degli umani.

Colazione da Tiffany, del 1961, non è un film musicale; tuttavia tra le scene iconiche c’è quella che mostra Audrey Hepburn, nei panni della scapestrata Holly Golightly, seduta alla finestra del suo appartamentino newyorkese mentre intona Moon River. Questo brano malinconico e dall’andamento cullante fu composto appositamente da Henry Mancini per esaltare la voce dell’attrice, contraddistinta da un’estensione molto ridotta. Nonostante i suoi limiti canori, tre anni dopo Hepburn accettò la parte di Eliza nel musical My Fair Lady; nella scena trionfale in cui canta I Could Have Danced All Night, il suo sorriso e la sua grazia nell’accennare i passi di valzer fanno dimenticare che qui, come in tutti gli altri pezzi cantati, la sua voce è doppiata da una cantante professionista.

My Fair Lady è solo uno dei tanti successi di Broadway passati al grande schermo, ma ci sono anche musical che hanno compiuto il percorso inverso, come Sister Act, un film del 1992 con Whoopi Goldberg nel ruolo della svitata in abito da suora che nel 2006 è stato adattato per il teatro. La trama del film somiglia a quella dei Ragazzi del coro, ma qui le protagoniste sono suore. Le sorelle riescono addirittura ad esibirsi di fronte al Papa con I Will Follow Him, un pezzo che inizia come un sommesso inno di lode per poi scatenarsi a ritmo di rock.

Il musical Il Mago di Oz costituisce un caso ancora diverso, poiché esistono una versione teatrale, del 1902, e una cinematografica, del 1939, indipendenti; delle due è l ultima quella più famosa, grazie al talento di una giovanissima Judy Garland e alla canzone Somewhere Over the Rainbow. Nell’adattamento di un musical dal teatro alla pellicola, anche le canzoni, oltre all’intreccio, possono essere modificate. Quando nel 1961 West Side Story, che Leonard Bernstein aveva scritto per Broadway nel 1957, fu trasformata in film, il brano che subì le variazioni più importanti fu America: nell’originale, la canzone contrapponeva in tono umoristico due ragazze, una nostalgica del Puerto Rico e l’altra entusiasta dell’America; nel film la canzone mantiene il tono leggero e il sapore caraibico, ma il nuovo testo denuncia la discriminazione subita dai latini negli Stati Uniti.

Liana Püschel