Turandot alla Scala per il Centenario pucciniano

Michele Gamba dirige il nuovo allestimento di Davide Livermore

con Anna Netrebko, Yusif Eyvazov (in alternanza con Roberto Alagna),

Rosa Feola e Vitalij Kowaljov

Diretta su LaScalaTv e su arte.tv il 4 luglio in collaborazione con Unitel e Arte Concert.

Il 25, giorno della Prima, sarà presentata nel Ridotto dei Palchi la moneta commemorativa

del centenario pucciniano realizzata dal Poligrafico dello Stato e dedicata a Turandot.

Il nuovo allestimento di Turandot è parte delle celebrazioni aperte con La rondine

e che continueranno a novembre con una mostra al Museo in collaborazione

con l’Archivio Ricordi e un concerto diretto da Riccardo Chailly.

Le celebrazioni per il Centenario della morte di Giacomo Puccini proseguono al Teatro alla Scala con un nuovo allestimento di Turandot, in scena per sette rappresentazioni dal 25 giugno al 15 luglio con la direzione di Michele Gamba e la regia di Davide Livermore che partecipa anche al disegno delle scene insieme a Gabriela Peronetti e Gep Cucco, mentre i costumi sono firmati da Mariana Fracasso, le luci da Antonio Castro e i video da D-Wok.  

La nuova Turandot è occasione del ritorno di Anna Netrebko, al suo terzo titolo pucciniano alla Scala dopo La bohème del 2012 e Tosca con cui aveva inaugurato la Stagione 2019/2020. L’artista è attesa anche il prossimo 7 dicembre nella Forza del destino con Riccardo Chailly, che la dirigerà anche il 29 novembre – giorno della morte di Puccini – in un concerto straordinario insieme a Jonas Kaufmann, dedicato ai primi lavori del compositore, dalle Villi a Manon Lescaut. Con lei canteranno in tutte le recite di Turandot Rosa Feola come Liù e Vitalij Kowaljov come Timur, mentre nella parte di Calaf si alterneranno Yusif Eyvazov                              (25 e 28 giugno, 4 e 6 luglio) e Roberto Alagna (9, 12 e 15 luglio), che il 23 giugno sarà impegnato anche in una serata pucciniana per il ciclo dei Recital di Canto. Il Coro, personaggio chiave dell’opera, è diretto da Alberto Malazzi.

25, 28 giugno; 4, 6, 9, 12, 15 luglio 2024 ~ ore 20

Giacomo Puccini

TURANDOT

Dramma lirico in tre atti e cinque quadri

Libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni

Nuova produzione Teatro alla Scala

Direttore MICHELE GAMBA

Regia DAVIDE LIVERMORE

Scene eleonora peronetti, paolo gep cucco, davide livermore

Costumi mariana fracasso

Luci antonio castro

Luci d-wok

Personaggi e interpreti principali

La Principessa Turandot        Anna Netrebko

Il Principe Ignoto (Calaf)       Yusif Eyvazov (25, 28 giu., 4, 6 lug.)

Roberto Alagna (9, 12, 15 lug.)

Liù                                          Rosa Feola

L’imperatore Altoum             Raúl Giménez

Timur                                     Vitalij Kowaljow

Ping                                        Sung-Hwan Damien Park

Pang                                        Chuan Wang

Pong                                       Jinxu Xiahou

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala

Maestro del Coro Alberto Malazzi

Maestro del Corodi Voci Bianche Bruno Casoni

Turandot, lasciata incompiuta alla morte del compositore nel 1924, andò in scena per la prima volta il 25 aprile 1926 alla Scala con la direzione di Arturo Toscanini e il finale di Franco Alfano che verrà utilizzato anche in questa produzione. Alla prima Toscanini interruppe la rappresentazione alla morte di Liù, deponendo la bacchetta e pronunciando le parole (variamente riportate) “Qui finisce l’opera perché il Maestro è morto”. Anche in questa Turandot del Centenario lo spettacolo si fermerà in un momento di omaggio al grande compositore prima di proseguire con il finale di Alfano. 

Il direttore

Michele Gamba, che il 1° giugno ha diretto al Quirinale il Concerto per la Festa della Repubblica (che è stata occasione per celebrare anche i 30 anni dell’Orchestra della Rai), ha con il Teatro alla Scala un rapporto consolidato. Dopo essere salito sul podio per I due Foscari, Le nozze di Figaro, L’elisir d’amore e la prima assoluta di Madina di Fabio Vacchi, oltre che in diversi concerti da direttore e da pianista, Gamba ha ottenuto un forte successo personale alla Scala dirigendo nel 2022 il nuovo allestimento di Rigoletto di Verdi con la regia di Mario Martone e nel ‘24 la prima scaligera di Médée di Cherubini in versione originale francese con la regia di Damiano Michieletto. Poche settimane prima, la sua direzione dell’Elisir d’amore al Metropolitan di New York veniva salutata dal New York Times come “performance classica dell’anno” per il 2023. Nella Stagione 2024/2025 tornerà per Tosca, ripresa dell’allestimento di Davide Livermore, ma già nell’autunno sarà a Milano per il Requiem di Verdi all’Auditorium. 

Lo spettacolo

Davide Livermore e il suo team hanno realizzato per la Scala produzioni di Tamerlano di Händel, Don Pasquale di Donizetti, ben quattro serate inaugurali con Riccardo Chailly (Attila di Verdi, Tosca di Puccini la serata televisiva …a riveder le stelle durante il lockdown e Macbeth), La Gioconda e Les Contes d’Hoffmann. Nella versione di Livermore Turandot sarà una fiaba in cui i personaggi sono archetipi in cui possiamo riconoscere i passi da compiere nel cammino verso la realizzazione di noi stessi. Un mondo di principi e principesse che devono imparare a vincersi per diventare re e regine: al principe Calaf che deve vincere la paura per poter scoprire lui per primo il suo nome corrisponde la principessa Turandot che deve seppellire il lutto e la maledizione dell’ava Lu Ling per diventare del tutto se stessa. In scena una gigantesca lente mobile evidenzia gli elementi simbolici di un mondo di sogno – o d’incubo – costruito a partire da un’accurata ricerca iconografica sull’arte cinese di oggi.

Le scenografie sono opere d’arte digitale ideate e progettate da D-Wok, tra le prime società al mondo a rendere virtuali le scenografie per i palcoscenici operistici, mescolando la dimensione analogica con la dimensione digitale. La concezione è di Davide Livermore, con la direzione di Paolo Gep Cucco, direttore creativo di D-Wok, creatore e direttore di manifestazioni e progetti internazionali di entertainment design e video design. Lo spazio scenico assume quindi una concezione rinnovata, che unisce la tradizione dell’opera italiana con le tecnologie più all’avanguardia.

Turandot alla Scala

Il 25 aprile 1926 il sipario si leva sulla prima assoluta dell’ultima opera di Giacomo Puccini: cantano Rosa Raisa e Miguel Fleta, le scene sono quelle celeberrime di Galileo Chini, i costumi altrettanto celebri sono firmati da Caramba, ma alcune fonti li attribuiscono a Umberto Brunelleschi, e Toscanini depone la bacchetta alla morte di Liù, le ultime note di pugno del Maestro. Nello stesso 1926 e poi nel 1928 e 1929 (con Georges Thill) lo spettacolo è ripreso da Ettore Panizza, nel 1930 da Giuseppe del Campo, nel 1932 da Victor de Sabata, nel 1935 da Gino Marinuzzi con Gina Cigna, Giacomo Lauri Volpi e Mafalda Favero. Marinuzzi riprende il titolo nel 1939 con un nuovo allestimento di Colomanno Nadasdy, sostituito già nel 1942 con Franco Ghione sul podio da uno spettacolo di Mario Frigerio destinato a tornare nel 1944 di nuovo con Marinuzzi e nel 1948 con Franco Capuana. Dieci anni dopo Antonino Votto battezza la versione di Margherita Wallmann con un cast favoloso: Birgit Nilsson Turandot e Di Stefano e Corelli ad alternarsi come Calaf. La formazione regge con lievi variazioni nel 1960 e ‘62, nel 1964 dirige Gavazzeni, nel 1968 Georges Prêtre, nel 1970 Nino Sanzogno, nel 1976 Zubin Mehta. Una nuova pietra miliare nell’interpretazione dell’opera alla Scala è posta nel 1983 dalla coppia formata da Lorin Maazel e Franco Zeffirelli con le voci di Ghena Dimitrova, Nicola Martinucci, Plácido Domingo e Franco Bonisolli ad alternarsi come Calaf e Katia Ricciarelli come Liù. Un trionfo replicato nel 1985, 1988 e 1989. Georges Prêtre torna nel 2001 con le voci di Alessandra Marc e Nicola Martinucci e lo spettacolo di Keita Asari che sarà ripreso agli Arcimboldi da Carlo Rizzi nel 2004. Nel 2011 un nuovo spettacolo è firmato da Giorgio Barberio Corsetti, dirige Valery Gergiev. L’ultima apparizione di Turandot è il 1° maggio 2015 quando, per la turbolenta inaugurazione di Expo tra contestazioni e black bloc, Riccardo Chailly, da poco nominato Direttore musicale, dirige Nina Stemme, Aleksandrs Antonenko e Maria Agresta nello splendido spettacolo creato da Nikolaus Lehnhoff per Amsterdam e ripensato per gli spazi della Scala. È la prima volta che il finale di Luciano Berio viene proposto a Milano in forma scenica dopo essere stato diretto in concerto dallo stesso Chailly con l’allora Orchestra Verdi.  

FRANCESCO MELI, MARKUS WERBA E MICHELE GAMBA PER UN OMAGGIO AL GIOVANE PUCCINI

La Messa di Gloria e due rare pagine sinfoniche per il centenario della scomparsa del grande compositore

Mercoledì 20 marzo alle 20.30 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino, in diretta su Radio3 e in live streaming su raicultura.it

Nel centenario della scomparsa di Giacomo Puccini, lOrchestra Sinfonica Nazionale della Rai dedica al grande compositore italiano un concerto che riunisce tre pagine giovanili di non frequente esecuzione: il Capriccio sinfonico per orchestra, Preludio e Tregenda dall’opera-ballo Le Villi e la Messa di Gloria. La serata, fuori abbonamento, è in programma mercoledì 20 marzo alle 20.30 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino, in diretta su Radio3 e in live streaming sul portale di Rai Cultura. È anche registrata da Rai Cultura che la proporrà su Rai5.

Sul podio della compagine Rai torna Michele Gamba, reduce da un personale successo alla Scala di Milano con la Médée di Luigi Cherubini. Balzato agli onori delle cronache per aver sostituito all’ultimo momento il direttore titolare proprio alla Scala nel 2016 nei Due Foscari di Verdi, Gamba si sta affermando come interprete dalla grande versatilità. Ha già diretto nei principali teatri d’Europa: Staatsoper e Deutsche Oper di Berlino, Covent Garden di Londra, Capitole di Toulouse, São Carlos di Lisbona e recentemente ha debuttato al Metropolitan di New York. Collabora regolarmente con importanti orchestre sinfoniche come quella del Maggio Musicale Fiorentino, la Tokyo Symphony Orchestra e l’Orchestre National de Montpellier.

In apertura di questa serata, intitolata “Il giovane Puccini”, propone il Capriccio sinfonico per orchestra. Scritto nel 1883 da un Puccini appena venticinquenne e diretto nello stesso anno da Franco Faccio come saggio finale al Conservatorio di Milano, il brano anticipa temi che torneranno negli anni successivi in opere come Edgar La bohème.

Seguono Preludio e Tregenda dall’opera-ballo su libretto di Ferdinando Fontana Le Villi, primo lavoro teatrale di Puccini. Composto nello stesso anno del Capriccio sinfonico su suggerimento di Amilcare Ponchielli per il concorso bandito dall’editore Sonzogno, l’opera non ebbe alla fine esito positivo, ma fu riscattata dal successo ottenuto alla prima rappresentazione, nel 1884 al Teatro dal Verme di Milano.

Chiude la serata la Messa a quattro voci per soli, coro e orchestra, conosciuta come Messa di Gloria. Puccini la scrisse a 22 anni in occasione del saggio di diploma all’Istituto Musicale Pacini di Lucca e fu eseguita il 12 agosto 1880. Anche in questo caso, come per il Capriccio sinfonico, alcuni temi nati dalla fantasia giovanile del compositore torneranno in opere successive: quello del Kyrie sarà riconoscibile in Edgar mentre quello dell’Agnus Dei nella Manon Lescaut. Interpreti della partitura due grandi voci come quelle del tenore Francesco Meli e del baritono Markus Werba, protagonisti sui palcoscenici operistici più prestigiosi del mondo. Accanto a loro il Coro del Teatro Regio di Torino diretto da Ulisse Trabacchin. La Messa di Gloria è proposta in prima esecuzione Rai a Torino.

I biglietti per il concerto, fuori abbonamento, sono proposti a 10 e a 15 euro e sono in vendita online sul sito dell’OSN Rai e presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino. Informazioni: 011.8104653 – biglietteria.osn@rai.it – www.osn.rai.it.

Se la danza parla delle tragedie dell’oggi

Madina di Fabio Vacchi e Mauro Bigonzetti torna in scena da mercoledì 28 per sei serate

quasi esaurite con Roberto Bolle e Antonella Albano in palcoscenico e Michele Gamba sul podio.

Una lucida denuncia dei meccanismi della violenza durante l’occupazione russa della Cecenia.

Compositore e direttore ne parleranno sabato 2 marzo in un incontro presso la Scuola di lingua e cultura italiana della Comunità di Sant’Egidio

Torna alla Scala da mercoledì 28 febbraio Madina, il titolo di Fabio Vacchi e Mauro Bigonzetti che dopo la sospensione della prima nel 2020 era stato presentato, nel teatro ancora a ranghi ridotti a causa della pandemia, nell’ottobre 2021 e trova finalmente la sala completa. Sarà l’occasione per tutto il pubblico delle sei serate (quasi esaurite) per confrontarsi con questa pagina di teatro, musica e danza creata a partire dal romanzo La ragazza che non voleva morire di Emmanuelle de Villepin, autrice del libretto, che costituisce un esperimento straordinario se non unico: usare il linguaggio coreografico per affrontare con appassionata lucidità i nodi più dolorosi e controversi dello scenario internazionale, dall’occupazione al terrorismo e ai diritti delle donne. A pochi anni di distanza dalla sua concezione Madina risulta ancora più attuale in un panorama in cui la brutalità della guerra e dell’estremismo invade il nostro quotidiano, tanto da spingere gli autori a ripristinare i riferimenti diretti alla cronaca espunti dalla prima versione: la vicenda inizia nella Grozny occupata dai russi e si conclude a Parigi.

Il compositore Fabio Vacchi e il direttore d’orchestra Michele Gamba parleranno della capacità di musica e danza di testimoniare il presente affrontandone la complessità in un incontro con Milena Santerini della Comunità di Sant’Egidio, docente dell’Università Cattolica di Milano e vicepresidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano.

L’incontro, moderato dalla giornalista Chiara Pelizzoni, si svolgerà sabato 2 marzo presso la Scuola di lingua e cultura italiana della Comunità di Sant’Egidio, in via degli Olivetani, 3 (ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili).

Dramma dell’occupazione, diritto all’autodeterminazione della donna, estremismo religioso ma anche sopravvivenza degli affetti e della volontà di vivere si intrecciano in questa storia che ricalca fatti realmente avvenuti: nel corso della guerra in Cecenia la giovane orfana Madina viene stuprata dai soldati russi; la sua amica, Zarema, dopo aver subito la stessa sorte viene assassinata. La violenza, vissuta dalla famiglia e dalla stessa vittima come un disonore, è l’inizio del tragico processo con cui lo zio Kamzan, attraverso una brutale segregazione e l’uso di stupefacenti, annulla la volontà di Madina fino a spingerla ad accettare di immolarsi come kamikaze in un attentato suicida a Parigi. In questo scenario di fanatismo e degrado il padre di Kamzan, l’ottantenne Sultan, è l’unica voce di umanità che chiede inutilmente al figlio di risparmiare la vita della giovane e al suo rifiuto lo maledice. Pronta a farsi esplodere in un caffè di Parigi, Madina all’ultimo istante getta la cintura esplosiva rifiutando di uccidere e morire ma finisce ugualmente sotto processo per la morte dell’artificiere incaricato di disinnescare l’ordigno. Il giornalista Louis de Monfalcon, dapprima scettico sulla possibilità di trattare la vicenda, cambia atteggiamento dopo aver conosciuto Olga, la zia russa di Madina. Insieme si impegnano per salvarla ma la ragazza sarà comunque condannata a vent’anni di carcere.

Domenica 25 febbraio alle 11, Michele Gamba da camera, al Ridotto dei Palchi, aspettando Madina

Dopo il successo di Médée il direttore milanese, impegnato nelle prove dell’opera-balletto di Fabio Vacchi, si unisce ai Professori scaligeri anche in uno dei concerti della domenica mattina nel Ridotto dei Palchi

Tra la direzione di un’opera della fine del ‘700 (Médée di Cherubini) e quella di un balletto contemporaneo (o meglio teatro-danza, Madina di Fabio Vacchi), domenica 25 febbraio alle 11 Michele Gamba si unisce in veste di pianista ad alcuni musicisti dell’Orchestra scaligera e al mezzosoprano Julija Samsonova in un concerto di musica da camera nel Ridotto dei Palchi.

I violini Olga Zakharova e Indro Borreani, la viola Giuseppe Russo Rossi, il violoncello Gianluca Muzzolon e il contrabbasso Giorgio Magistroni eseguono il Quartetto in Fa maggiore di Maurice Ravel, La Bonne Chanson di Gabriel Fauré per voce, pianoforte e quintetto d’archi e il poemetto lirico di Ottorino Respighi Tramonto per mezzosoprano e quintetto d’archi.

Non è la prima volta che Gamba si dedica al “fare musica insieme” con i Professori scaligeri: nel marzo 2023 aveva partecipato a un altro concerto da camera nel Ridotto, interamente dedicato a musiche di Mozart.

Dopo il successo personale ottenuto con la prima volta alla Scala di Médée di Cherubini in versione originale francese e a livello internazionale dal riconoscimento del New York Times che ha incoronato l’Elisir d’amore da lui diretto al Metropolitan “Best Performance of the Year” per il 2023, Gamba è attualmente impegnato nelle prove di Madina, il “teatro-danza” frutto della collaborazione tra il compositore Fabio Vacchi e il coreografo Mauro Bigonzetti, in scena dal 28 febbraio. Gamba aveva diretto la prima assoluta del pezzo di Vacchi nell’ottobre 2021, testimonianza di un impegno nel campo della musica contemporanea che si riflette anche nella presenza costante nei cartelloni di Milano Musica.

Dopo l’avventuroso debutto nel 2016 con le sostituzioni nei Due Foscari e nelle Nozze di Figaro Michele Gamba è tornato alla Scala con L’elisir d’amore e la prima assoluta di Madina di Fabio Vacchi nel 2021. Nel 2020 ha partecipato alla Serata inaugurale “…a riveder le stelle” e lo scorso 1 dicembre ha diretto anche il concerto della Scala alla Dubai Opera in occasione di Cop28, ma è salito più volte sul palcoscenico scaligero anche come pianista nei recital di Francesco Meli nel 2017 e di Markus Werba nel 2021 e nel 2023 (con Winterreise). Tra le presenze internazionali di Gamba sono da ricordare Die Zauberflöte a Dresda, Linda di Chamounix al Maggio, Le nozze di Figaro ad Amburgo, La bohème e La sonnambula a Stoccarda, Macbeth a Tolosa, Idomeneo e Le nozze di Figaro a Tel Aviv Opera, Rigoletto all’Opera di Roma e alla Deutsche Oper di Berlino, Aida a Torino. Recenti i successi negli Stati Uniti: dopo l’apertura della stagione della Washington National Operacon Il trovatore, ha debuttato al Metropolitan con L’elisir d’amore.

Musica da camera 2023/2024

Domenica 25 febbraio 2024 ~ ore 11

Ridotto dei Palchi del Teatro alla Scala

Olga Zakharova, Indro Borreani, violini

Giuseppe Russo Rossi, viola

Gianluca Muzzolon, violoncello

Giorgio Magistroni, contrabbasso

Julija Samsonova, mezzosoprano

Michele Gamba, pianoforte

Maurice Ravel

Quartetto in Fa magg. per archi

Gabriel Fauré

La Bonne Chanson op. 61

per voce, pianoforte e quintetto d’archi

Ottorino Respighi

Il tramonto

Poemetto lirico per mezzosoprano e quartetto d’archi P. 101

Prezzo: euro 20

Tel. 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org

Il punto di vista dei bambini in Médée diretta da Michele Gamba con la regia di Damiano Michieletto

Il nuovo allestimento del capolavoro di Cherubini, per la prima volta alla Scala in lingua originale francese, è in scena dal 14 gennaio con Marina Rebeka protagonista e sarà ripreso da Rai Cultura per essere trasmesso da Rai 5.

Diretta radiofonica il 14, cui seguirà la differita televisiva.

Un ritorno, anzi una prima volta. Va in scena al Teatro alla Scala per 6 rappresentazioni dal 14 al 28 gennaio Médéedi Luigi Cherubini su libretto di François-Benoît Hoffmann diretta da Michele Gamba con la regia di Damiano Michieletto, le scene di Paolo Fantin, i costumi di Carla Teti e le luci di Alessandro Carletti. Protagonista è Marina Rebeka, accanto al Jason di Stanislas de Barbeyrac al debutto scaligero: entrambi hanno rivestito le stesse parti nella ripresa dello spettacolo di Andrea Breth a Berlino con Christophe Rousset. Nel cast anche Nahuel di Pierro come Créon, Martina Russomanno come Dircé, Ambroisine Bré come Néris e Greta Doveri e Mara Gaudenzi come Confidantes de Dircé.     

È la prima volta che la Scala, che aveva presentato la versione tradotta in prima italiana nel 1909 e poi con Maria Callas nel 1953 e nel 1961, accoglie l’opera nella versione originale francese.

Lo spettacolo sarà trasmesso in diretta da Rai Radio 3 il 14 gennaio e in differita da Rai Cultura su Rai 5.

Un’ora prima dell’inizio di ogni rappresentazione, presso il Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”, si terrà una conferenza introduttiva all’opera tenuta da Raffaele Mellace.

L’opera

Médée va in scena il 13 marzo 1797 al Théâtre Feydeau con la direzione del maestro vercellese Giovanni Battista Viotti. Cherubini, nato e cresciuto a Firenze, ha 37 anni e risiede da 10 a Parigi, dove ha raggiunto la fama con Lodoïska. Il librettista François-Benoît Hoffmann è un autore di successo e paladino dei diritti d’autore, che proprio per questo ha interrotto i rapporti con l’Opéra, cui ha fatto causa per la ripresa di un suo lavoro precedente. Compositore e librettista si ispirano a Euripide per comporre un manifesto del nuovo classicismo postrivoluzionario con cui la Francia si prepara a nuovi fasti imperiali: Napoleone sarà Primo Console dal 1799. La forma di Médée è quella dell’opéra-comique, brani musicali inframmezzati da episodi parlati; l’eredità è quella del declamato di Gluck ma anche del classicismo di Salieri; il contenuto, denso di sapienza contrappuntistica e furia eroica, è grandioso e incandescente come si conviene alla tragedia classica; il successo è eclatante. La circolazione internazionale, comunque non capillare, passa dalla sostituzione dei parlati con i recitativi accompagnati curata da Franz Lachner per una ripresa del 1854 all’Opera di Francoforte. Così Médée, cambiata in Medea dall’infelice versificatore Carlo Zangarini (cui si deve parte della pucciniana Fanciulla), approda in prima italiana alla Scala nel 1909 per esplodere in trionfo al Maggio Fiorentino con Vittorio Gui e Maria Callas nel 1953, poco prima delle recite scaligere. Sarà l’Opéra di Parigi a riproporre il titolo in francese, ma ancora appesantito dai recitativi di Lachner nel 1986 con un allestimento di Liliana Cavani e Shirley Verrett protagonista, mentre al Festival della Valle d’Itria spetta il merito della prima riproposta filologicamente attendibile nel 1995 con Iano Tamar. Alla Scala, dopo le rappresentazioni del 1909, enorme fortuna hanno avuto gli allestimenti dell’opera in traduzione italiana e con i recitativi cantati presentati nel 1953 con la direzione di Leonard Bernstein, la regia di Margherita Wallmann, le scene e i costumi di Salvatore Fiume, e nel 1961 con la direzione di Thomas Schippers e la regia di Alexis Minotis. Di entrambi era folgorante protagonista Maria Callas, che con la maga avrebbe avuto identificazione anche cinematografica nel film di Pier Paolo Pasolini del 1969.

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Lo spettacolo

Direttore e regista hanno raccontato sul numero di gennaio della Rivista del Teatro la loro visione di Médée. Intervistato da Luca Ciammarughi, Michele Gamba spiega: “Eseguiamo la versione originale, senza i recitativi di Lachner. I numeri musicali rimangono integri, secondo le indicazioni del compositore presenti sulla partitura autografa e sulle parti utilizzate alle prime di Parigi e Vienna. L’intento è aderire al dettato di una partitura già di per sé iperbolica nella scrittura, resistendo alle sirene dell’ipertrofismo retorico. Se la vocalità di Cherubini trae origine dal gusto del declamato di Gluck, l’audacia espressiva di Médée viene assorbita in una scrittura strettamente interrelata alla trama orchestrale. A mio avviso, così si spiega l’enorme successo che già all’epoca ebbe quest’opera. Il rapporto fra suono e verbo viene superato, a favore di una compenetrazione drammatica che rigetta l’effetto roboante fine a se stesso, in favore di un’efficacia teatrale ineludibile”.

In un serrato dialogo con lo psichiatra e saggista Vittorio Lingiardi, Damiano Michieletto posa lo sguardo sulle figure neglette dei bambini che saranno al centro del suo spettacolo: “Quale visione e consapevolezza possono avere della madre? Come vivono la relazione con il padre che ora si risposa? […] In Euripide ci sono molti momenti in cui i bambini sono presenti in scena ma non parlano. Al tempo stesso hanno rapporti con tutti i personaggi, che spesso si rivolgono a loro. Tutto ruota attorno a loro, mi sono detto. Allora ho deciso di dare più importanza a questi bambini, ho cercato di raccontare i loro pensieri. Al posto dei dialoghi recitati tipici della forma opéra-comique di Cherubini ho introdotto le voci e i pensieri dei bambini. A partire da testi scritti da Mattia Palma, a cui avevo indicato dei punti specifici del libretto, abbiamo creato un linguaggio, immaginato il mondo interno dei figli di Medea. La mia intenzione era quella di fare dei due bambini dei personaggi e non delle appendici liriche”.

Il direttore

Applaudito per il Rigoletto di Verdi, con la regia di Mario Martone, andato in scena nel 2022, Michele Gamba torna sul podio scaligero per un altro attesissimo spettacolo di un grande regista italiano; ma alla fine di febbraio sarà alla Scala anche per Madina di Fabio Vacchi, di cui ha diretto la prima assoluta nel 2021. Molto presente a Milano (dopo le sostituzioni nei Due Foscari e nelle Nozze di Figaro è tornato al Piermarini con L’elisir d’amore e lo scorso 1 dicembre ha diretto anche il concerto della Scala alla Dubai Opera in occasione della Cop28, oltre a collaborare stabilmente con Milano Musica) è tra i direttori italiani più richiesti sulla scena nazionale e internazionale: da ricordare Die Zauberflöte a Dresda, Linda di Chamounix  al Maggio, Le nozze di Figaro ad Amburgo, La bohème e La sonnambula a Stoccarda, Macbeth a Tolosa, Idomeneo e Le nozze di Figaro a Tel Aviv, Rigoletto all’Opera di Roma e alla Deutsche Oper, Aida a Torino. Recenti i successi negli Stati Uniti: dopo l’apertura della stagione della Washington National Operacon Il trovatore, il suo debutto al Metropolitan con L’elisir d’amore è stato segnalato dal New York Times tra le “Best classical music performances of the year” per il 2023.

Il regista

Damiano Michieletto è emerso sulla scena internazionale come uno dei rappresentanti più prestigiosi della nuova scena teatrale italiana. Ha studiato opera e produzione teatrale presso la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi e si è laureato in Lettere moderne presso l’Università di Venezia, sua città natale. Dopo le prime esperienze a Wexford, ha firmato La gazza ladra in una co-produzione del Rossini Opera Festival di Pesaro con i teatri di Bologna e di Verona (che ha vinto nel 2008 il Premio Abbiati), un ciclo Mozart/Da Ponte al Teatro La Fenice di Venezia e ha debuttato alla Scala con La scala di seta (produzione Rossini Opera Festival) per tornarvi con Un ballo in maschera e Falstaff (produzione del Festival di Salisburgo). A Salisburgo ha debuttato con La bohème nel 2012 e vi è tornato per Falstaff nel 2013, La Cenerentola nel 2014 e Alcina nel 2019. È regolarmente presente al Theater an der Wien, al Covent Garden, alle Opere di Parigi, Amsterdam e Berlino, dove è in scena in questi giorni Jenůfa di Janáček. Nel 2019 ha inaugurato le stagioni di Roma con La damnation de Faust e di Venezia con Macbeth. È attivo anche nel teatro di prosa: al

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Piccolo Teatro ha firmato Divinas palabras di Ramón María del Valle-Inclán e L’opera da tre soldi di Brecht / Weill, mentre nel 2021 ha firmato una versione cinematografica di Gianni Schicchi con l’Orchestra del Comunale di Bologna. Tra gli ultimi impegni Animal Farm di Raskatov ad Amsterdam nel 2022, Giulio Cesare a Lipsia e Roma e Aida a Monaco di Baviera. Damiano Michieletto ha firmato l’allestimento di Les contes d’Hoffmann di Offenbach che ha aperto la Stagione 2023/2024 della Fenice di Venezia.

La protagonista

Marina Rebeka, applaudita alla Scala come splendida Violetta nella Traviata con Zubin Mehta, Thaïs con Lorenzo Viotti, Elena nei Vespri siciliani con Fabio Luisi e Mimì nella Bohème con Eun Sum Kim, si è imposta tra le interpreti più attendibili del nostro tempo per equilibrio tra urgenza espressiva e proprietà di stile. Ha appena riscosso un successo personale proprio nella parte di Médée alla Staatsoper di Berlino nella ripresa dell’allestimento di Andrea Breth con la direzione di Christophe Rousset e alla Scala è attesa nel prossimo marzo come Mathilde nella prima milanese del Guillaume Tell in francese diretto da Michele Mariotti con l’allestimento di Chiara Muti. Recentemente è stata applauditissima come Norma al Massimo di Palermo e Leonora nel Trovatore con Pappano al Covent Garden, mentre i prossimi impegni includono il Requiem di Verdi a Monaco con Daniele Gatti e a Milano con Riccardo Chailly, I due Foscari a Piacenza con Matteo Beltrami e Simon Boccanegra al San Carlo con Michele Spotti.

14, 17, 20, 23, 26, 28 gennaio 2024 ~ ore 20

Luigi Cherubini

MÉDÉE

Opera in tre atti

Libretto di François-Benoît Hoffmann

Nuova produzione Teatro alla Scala

Direttore MICHELE GAMBA

Regia DAMIANO MICHIELETTO

Scene paolo fantin

Costumi carla teti

Luci alessandro carletti

Drammaturgia mattia palma              

Personaggi e interpreti

Médée                                    Marina Rebeka

Jason                                      Stanislas de Barbeyrac

Créon                                      Nahuel Di Pierro

Dircé                                      Martina Russomanno

Néris                                       Ambroisine Bré

Confidantes de Dircé             Greta Doveri, Mara Gaudenzi

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

Maestro del Coro Alberto Malazzi

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Date:

Domenica 14 gennaio 2024 ore 20 ~ Turno Prime Opera

Mercoledì 17 gennaio 2024 ore 20 ~ Turno A

Sabato 20 gennaio 2024 ore 20 ~ Fuori Abbonamento

Martedì 23 gennaio 2024 ore 20 ~ Turno B

Venerdì 26 gennaio 2024 ore 20 ~ Turno C

Domenica 28 gennaio 2024 ore 20 ~ Turno D

Prezzi:

da 250 a 30 euro

Infotel 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org

Si ringrazia la Fondazione Milano per la Scala

e la signora Aline Foriel-Destezet

Stagione 2023-2024 del Teatro Carlo Felice.

Dal 10 ottobre 2023 tutti gli eventi che inaugurano la Stagione 2023-2024 dell’Opera Carlo Felice,

le collaborazioni con il Premio Paganini e il Conservatorio “N. Paganini” di Genova

e la rassegna Liguria Musica.

A partire dal mese di ottobre 2023, l’Opera Carlo Felice Genova inaugura la Stagione con una serie di eventi volti ad offrire al pubblico una panoramica ampia sulla proposta artistica 2023-2024. La programmazione spazia dalla musica barocca alla contemporanea, tra opera, concerti sinfonico-corali, musica vocale da camera e live electronics, coinvolgendo tutte le maestranze del Teatro. Gli eventi inaugurali si pregiano della presenza di diversi ospiti e delle collaborazioni che la Fondazione Teatro Carlo Felice rinnova con Istituzioni quali il Premio Paganini e il Conservatorio “N. Paganini” di Genova, e per la rassegna Liguria Musica con la Chiesa di San Matteo di Laigueglia e la Concattedrale dei Santi Maurizio e Compagni Martiri di Imperia.

Dal 10 ottobre 2023, tutti gli eventi in cartellone:

– Martedì 10 ottobre alle ore 20.00, alla Chiesa di Santa Maria delle Vigne di Genova, Andrea De Carlo dirigerà l’Ensemble Mare Nostrum e i solisti Giulia Bolcato, Danilo Pastore e Masashi Tomosugi in una serata dedicata al Barocco italiano di Alessandro Stradella. In programma la Sinfonia dall’oratorio La Susanna e la serenata Il barcheggio, che venne eseguita a Genova il 19 giugno 1681 per le nozze di Paola, figlia di Ridolfo Brignole, Marchese di Groppoli, con Carlo figlio del Marchese Giorgio Spinola. Alessandro Stradella (1643 – 1682) è stato uno dei protagonisti del ‘600 italiano, con una produzione che consta di sette opere e numerosi oratori, cantate e brani strumentali. Il suo nome è legato alla città di Genova, dove trascorse i suoi ultimi anni; il concerto omaggia il suo grande contributo alla cultura musicale italiana, e si tiene simbolicamente nel suo luogo di sepoltura. Affermato interprete e studioso, Andrea De Carlo ha contribuito enormemente alla ricerca sulla musica di Stradella e alla sua diffusione. Dal 2017 è direttore del Festival Barocco Alessandro Stradella.

– Venerdì 13 ottobre alle ore 20.00, l’Opera Carlo Felice Genova inaugura la Stagione Lirica con l’opera in tre atti A Midsummer Night’s Dream di Benjamin Britten, su libretto dall’omonima commedia di William Shakespeare. La direzione è affidata a Donato Renzetti, direttore emerito del Teatro, per la regia di Laurence Dale.

Scene e costumi di Gary McCann, coreografia di Carmine De Amicis e luci di John Bishop. Il nuovo allestimento è stato realizzato dalla Fondazione Teatro Carlo Felice in collaborazione con la Royal Opera House di Muscat (Oman). Il cast si compone di Christopher Ainslie (Oberon),Sydney Mancasola(Tytania), Matteo Anselmi (Puck), Scott Wilde (Theseus), Kamelia Kader (Hippolyta),Peter Kirk (Lysander), John Chest (Demetrius), Hagar Sharvit (Hermia), Keri Fuge (Helena), David Shipley (Bottom), David Ireland (Quince), Seumas Begg (Flute), Sion Goronwy (Snug), Robert Burt (Snout), Benjamin Bevan (Starveling). A Midsummer Night’s Dream sarà in replica domenica 15 ottobre alle ore 15.00, martedì 17 ottobre alle ore 20.00 e giovedì 19 ottobre alle ore 20.00; nel febbraio del 2024 la produzione verrà ripresa alla Royal Opera House di Muscat. La première del 13 ottobre verrà inoltre registrata e trasmessa in differita da Rai Radio 3.

– Sabato 14 ottobre alle ore 20.00, il direttore musicale del Teatro, Riccardo Minasi, inaugurerà la Stagione Sinfonica alla guida dell’Orchestra e del Coro dell’Opera Carlo Felice. In programma l’oratorio per soli, coro e orchestra Die Schöpfung (La creazione), di Franz Joseph Haydn. Interpreti solisti saranno il soprano Anna El-Khashem (Gabriel / Eva), il tenore Mauro Peter (Uriel) e il basso Matthias Winckhler (Raphael / Adam). Il concerto sarà in replica martedì 18 alle ore 20.00 e trasmesso in diretta da Rai Radio 3. La creazione è una delle più ampie composizioni di Haydn. Con un vasto organico orchestrale e corale, il compositore rende omaggio al Creato attraverso un testo ispirato alla Genesi e a Paradise Lost di John Milton. La musica di Haydn esprime la grandiosa magnificenza dell’opera divina in chiave luminosa e ottimista, in un oratorio che permette di esprimere tutto il potenziale dell’orchestra e del coro in piena sinergia con gli interpreti solisti.

– Domenica 15 ottobre alle ore 11.00 si inaugura con Folk Wonder il ciclo di concerti di musica vocale da camera Novecenti. Per un totale di sei appuntamenti distribuiti durante la Stagione, Novecenti esplora il prezioso patrimonio della tradizione popolare europea e statunitense. Ciascuno dei concerti vede Claudio Marino Moretti, maestro del coro dell’Opera Carlo Felice, nella veste di pianista. In Folk Wonder, il baritono David Ireland sarà interprete delle raccolte Songs of Travel e The House of Life del compositore britannico Ralph Vaughan Williams, rispettivamente su testi di Robert Louis Stevenson e Dante Gabriel Rossetti. Il concerto verrà registrato e trasmesso in differita da Rai Radio 3.

– Venerdì 20 ottobre alle ore 21.00, si terrà l’evento di riapertura del Teatro della gioventù. Protagonista della serata sarà il compositore Marco Stroppa, che eseguirà i suoi brani Hidinefte, o l’altra faccia di Traiettoria, Why do you run?, in prima esecuzione assoluta, e Little i, insieme al flautista Steven Haschke. «Sono particolarmente contento di poter presentare un mio nuovo brano per elettronica – commenta Marco Stroppa. Il materiale proviene da Come Play with Me, il primo concerto per elettronica solista (materializzata da un “totem” elettroacustico, cioè una colonna di 7 altoparlanti verticali) ed orchestra. Rielaborato, ristrutturato e proiettato in uno spazio orizzontale intorno alla sala da concerto, spero che il pubblico apprezzerà questo mondo sonoro particolare, fatto di strumenti fisici immaginari».

Con questo concerto si inaugura una nuova stagione per il Teatro della gioventù, chiuso nel 2020 e in seguito adibito a centro vaccinale. Lo spazio, costituito da due sale per una capienza totale di circa 460 posti, torna in attività con una programmazione rivolta ai giovani, per permettere loro di vivere da vicino la cultura teatrale e musicale. L’intervento di Marco Stroppa – tra i compositori più affermati del panorama contemporaneo – si pone proprio in quest’ottica, come occasione per approfondire la conoscenza della musica elettronica di oggi, con particolare riguardo per le nuove tecniche e tecnologie compositive. Il concerto si svolge in collaborazione con il Conservatorio “N. Paganini” di Genova.

– Mercoledì 25 e venerdì 27 ottobre alle ore 15.00, l’Opera Carlo Felice ospiterà le finali aperte al pubblico della 57ª edizione del Premio Paganini. Dal 1954 il Premio Paganini offre alle giovani promesse del violino la possibilità di distinguersi in un concorso di rilevanza internazionale nella città che ha dato i natali ad uno dei più talentuosi violinisti della storia: Niccolò Paganini. Con l’Orchestra dell’Opera Carlo Felice, nella finale del 25 ottobre i partecipanti concerteranno ed eseguiranno uno dei concerti per violino e orchestra di Mozart. Nella finale del 27 ottobre, Orchestra e solisti saranno diretti da Michele Gamba.

– Giovedì 2 e venerdì 3 novembre alle ore 21.00, la rassegna Liguria Musica riprende con un concerto del ciclo Mozart l’italiano. Diego Fasolis sarà alla direzione dell’Orchestra dell’opera Carlo Felice e dei solisti Angelica Disanto (Cabri / Amital), Antonia Fino (Giuditta), Luigi Morassi (Ozia), e Omar Cepparolli (Achior). Gli appuntamenti saranno giovedì 2 alla Chiesa di San Matteo di Laigueglia e venerdì 3 alla Concattedrale dei Santi Maurizio e Compagni Martiri di Imperia. In programma una selezione dall’oratorio La Betulia liberata K. 118, su libretto di Pietro Metastasio, con la quale prosegue la ricerca attorno allo stretto rapporto tra Mozart e la scuola italiana del ‘700.

«L’inaugurazione della Stagione 2023 – 2024 dell’Opera Carlo Felice di Genova – commenta il Sovrintendente – conferma la vocazione d’avanguardia del Teatro, orientata alla valorizzazione di una ampia gamma di repertori musicali dal barocco al contemporaneo. In questo modo l’esecuzione della serenata Il barcheggio di Alessandro Stradella, prosegue la ricerca sulle fonti musicali genovesi declinata nella collana “Civiltà musicale genovese”. Dalle radici barocche ai nuovi orizzonti della musica dei nostri giorni con una prima esecuzione assoluta di brani di Marco Stroppa.

In tale contesto si inserisce l’opera inaugurale A Midsummer Night’s Dream di Britten che sancisce la proiezione internazionale del Teatro, grazie alla collaborazione con la Royal Opera House di Muscat che la ospiterà nel febbraio 2024. Una collaborazione che aveva visto l’Opera Carlo Felice inaugurare la stagione omanita nel settembre 2022 e che proseguirà nei prossimi anni.

Di seguito il capolavoro Die Schöpfung di Haydn sarà l’occasione per evidenziare l’alta qualità dell’orchestra e del coro, fortemente cresciuti negli ultimi anni.  Ritorna, inoltre, la musica vocale da camera con un ciclo di concerti che lo scorso anno ha ottenuto un grande successo.

Imperdibile l’appuntamento con la 57° Edizione del Premio Paganini, come il grande ciclo di concerti previsti nel cartellone “Liguria musica” che verranno eseguiti nei luoghi di rilevante interesse storico, artistico e spirituale di tutta la Regione.

Lo scorso anno 42 concerti sono stati accolti in ogni luogo con successo e se ne prevedono altrettanti per il nuovo ciclo. Un’attività quella dell’Opera Carlo Felice di Genova ricca e vasta che nella sua composizione si avvale di masse artistiche e personale tecnico – amministrativo altamente professionali ai quali va un sentito ringraziamento da parte della Sovrintendenza per l’impegno profuso nella realizzazione della progettualità artistica del Teatro.

Il Ministero della Cultura, la Regione Liguria, il Comune di Genova, il Gruppo Iren e i partner privati sostengono con determinazione tutti gli impegni del Teatro in linea con gli obiettivi statutari, con particolare attenzione alla formazione di un nuovo pubblico e all’estensione territoriale nazionale ed internazionale del Teatro. Infine, un ringraziamento speciale è rivolto al Direttore Onorario Fabio Luisi, al Direttore Emerito Donato Renzetti, Direttore Musicale Riccardo Minasi, nonché ai partner mediatici di Rai Liguria, Rai Cultura, Rai 5, Rai Radio 3.»

Info e biglietti: www.operacarlofelicegenova.it

L’ORCHESTRA RAI TORNA IN OMAN CON IL BARBIERE DI SIVIGLIA DI ROSSINI E UN CONCERTO SINFONICO

Sul podio Antonino Fogliani e Michele Gamba

 

Dal 29 settembre al 1° ottobre alla Royal Opera House di Muscat

Dopo aver eseguito per la prima volta in assoluto in Oman, nel dicembre 2016, la Nona Sinfonia di Beethoven, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai torna nel Sultanato della Penisola Arabica per un nuovo impegno alla Royal Opera House di Muscat.

Venerdì 29 e sabato 30 settembre esegue Il barbiere di Siviglia di Rossini. Sul podio sale Antonino Fogliani, Direttore ospite principale della Deutsche Oper am Rhein diDüsseldorf e Direttore musicale del Belcanto Opera Festival Rossini di Wildbad. Sul palco sono impegnati Antonino Siragusa nel ruolo del Conte d’Almaviva, Carlo Lepore come Bartolo, Nicola Ulivieri nei panni di Don Basilio, Maria Kataeva in quelli di Rosina e Vito Priante come Figaro. Completano il cast Lavinia Bini (Berta) ed Eugenio Di Lieto (Fiorello e un ufficiale). Insieme a loro il Coro Intermezzo e l’Omani Opera Choir diretti da Andres Juncos Spiller.

La regia dello spettacolo – un allestimento del Teatro de la Maestranza di Siviglia – è affidata a José Luis Castro, le scene sono di Carmen Laffón e Juan Suárez, i costumi di Ana María Abascal, le luci di Vinicio Cheli. 

Dopo le due recite del capolavoro rossiniano, l’OSN Rai è impegnata anche in un concerto sinfonico, in programma domenica 1° ottobre, sempre alla Royal Opera House della capitale omanita. Sul podio sale Michele Gamba, già protagonista con la compagine Rai nel maggio scorso a Torino e alla Scala di Milano di un concerto di musica contemporanea.

In apertura di serata l’Ouverture da Il barbiere di Siviglia di Paisiello. Seguono due pagine di Rossini: la Sonata a quattro n. 3 per archi – scritta all’età di 12 anni durante l’estate del 1804 – e Une larme per violoncello e archi dalla raccolta Pechès de ma vieillesse (Peccati di vecchiaia), quest’ultima affidata al giovanissimo violoncellista Ettore Pagano, che a soli vent’anni ha già collezionato vittorie in competizioni internazionali come la Chačaturjan International Competition e il Concorso Internazionale Johannes Brahms. Nella seconda parte del concerto Gamba propone l’Ouverture dal dramma giocoso Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa e ancora Rossini con le Ouverture da Il Signor Bruschino e da L’italiana in Algeri.