Venerdì 22 novembre La traviata di Giuseppe Verdi torna in scena a Venezia nello storico allestimento che inaugurò la prima Stagione della Fenice ricostruita

regia di Robert Carsen ripresa da Christophe Gayral

e direzione musicale di Diego Matheuz

Sarà un momento di grande suggestione quello che vedrà il ritorno sulle scene del Teatro La Fenice della Traviata di Giuseppe Verdi nello storico allestimento – divenuto ormai un simbolo del Teatro veneziano – che nel novembre 2004, esattamente vent’anni fa, inaugurò la prima Stagione lirica della Fenice ricostruita dopo il disastroso incendio del 1996.

Ispirata al dramma in abiti contemporanei di Alexandre Dumas fils, presentato a Parigi nel 1852, La traviata sarà proposta in quell’incisivo allestimento – anch’esso in abiti contemporanei – del regista canadese Robert Carsen, con le scene e i costumi di Patrick Kinmonth, la coreografia di Philippe Giraudeau e il light design di Robert Carsen e Peter Van Praet.

La regia sarà ripresa da Christophe Gayral. Alla testa di Orchestra e Coro del Teatro La Fenice un graditissimo ritorno, quello di Diego Matheuz, che guiderà un cast composto per i ruoli principali da Marina Monzò, che debutta nel ruolo di Violetta, Francesco Demuro e Nicola Alaimo.

Quattro le recite in programma al Teatro La Fenice, nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2024-2025: il 22, 24, 27 e 30 novembre 2024.

            «Quando questo allestimento della Traviata debuttò alla Fenice – racconta il sovrintendente e direttore artistico Fortunato Ortombina – lavoravo alla Scala e non ero ancora approdato in laguna. Venni appositamente da Milano a vederla, e ricordo che ebbe un effetto dirompente, divise il pubblico e ricevette anche diversi fischi. Passato qualche anno, il Teatro la ripropose, ma anche allora il successo fu inferiore alle aspettative. Quando fui nominato direttore artistico, alla fine del 2007, l’allora sovrintendente mi chiese di pensare a una Traviata diversa. Prima di archiviare uno spettacolo del genere, però, domandai che mi lasciassero fare un ultimo tentativo, coinvolgendo un direttore che credesse a quel progetto, per me meraviglioso. Conoscevo già Myung-Whun Chung, e fu proprio a lui che proposi di riprendere lo spettacolo, perché a mio parere era l’unico in grado di ridargli la vita che meritava. Era il settembre del 2009, fu un trionfo e la nostra Traviata grazie al grande Maestro coreano riprese vita, come dimostra il fatto che gode ancora di ottima salute, tanto da essere ormai considerata un must del teatro d’opera e perciò inserita, anni dopo, tra i dieci migliori spettacoli lirici al mondo da un prestigioso sito culturale francese. Non è un caso, tra l’altro, che la stagione che festeggia il ventennale della riapertura all’opera della Fenice veda ancora Chung sul podio, impegnato questa volta in Otello, mentre il capolavoro verdiano è nelle mani esperte di un direttore come Diego Matheuz. Insomma, questa Traviata è stata lo spettacolo che ci ha più accompagnati per tutti questi anni e ha maggiormente caratterizzato il nuovo corso della Fenice. Ha indubbiamente saputo reggere il tempo e ci ha incoraggiati a ripresentare anche altri fortunati allestimenti a ogni nuova stagione. È la dimostrazione del fatto che bisogna avere il coraggio di rischiare».

La traviata fu composta da Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave per la rappresentazione del 6 marzo 1853 al Teatro La Fenice di Venezia. Terza opera della cosiddetta ‘trilogia popolare’ (con Rigoletto e Il trovatore), è delle tre la più intimista, quella in cui lo scavo psicologico della protagonista appare più ricco di sfumature, con un esito praticamente senza eguali nell’intera vicenda del teatro musicale italiano. Nonostante sia oggi ritenuta l’Opera per antonomasia, La traviata non esordì felicemente; si direbbe che il fiuto di Verdi l’avesse previsto quando, tramite Piave, fece le sue rimostranze alla Presidenza del Teatro, quasi come una valutazione profetica: «Sia pure la Salvini e compagni, ma io dichiaro che nel caso si dia l’opera, non ne spero niente sull’esito, che anzi farà un fiasco completo, e così avranno sagrificati gli interessi dell’impresa (che in fine potrà dire mea culpa), la mia riputazione, ed una forte somma del proprietario dell’opera. Amen». L’opera venne nuovamente ripresa a Venezia, il 6 maggio 1854 al Teatro San Benedetto, e fu un successo enorme. Il trionfo era certo dovuto anche a un cast più appropriato, ma Verdi, nel cantar vittoria, sminuì le modifiche apportate alla prima versione, che invece non solo vi furono, ma ebbero un’importanza superiore a quella loro attribuita dall’autore. L’intreccio drammaturgico presenta diversi ingredienti tipici della librettistica ottocentesca: amore come legame che supera ogni limite imposto dalle regole della convenienza sociale; preminenza del valore irrazionale del legame di sangue (la famiglia) su qualsiasi altro. Vi sono tuttavia anche forti elementi di novità: innanzitutto il fatto che si tratta di una vicenda derivata dalla cronaca contemporanea, laddove la librettistica predilige il più delle volte ambientazioni lontane nel tempo e nello spazio, quando non addirittura mitiche. Marie Duplessis – archetipo reale di Violetta – fu una delle più celebri prostitute del tempo, direttamente conosciuta da Alexandre Dumas figlio, che la consegnò a futura memoria col nome di Marguerite Gautier nel romanzo La Dame aux camélias (1848), e ne fu anche l’amante. L’anno successivo lo scrittore trasse dal romanzo un dramma, che andò in scena nel 1852, e l’anno dopo fu la volta di Verdi: raramente l’attualità è entrata tanto velocemente fra le quinte del teatro d’opera. È significativo che, mosso alla ricerca di nuove soluzioni drammaturgico-musicali, Verdi abbia insistito perché fosse mantenuta l’ambientazione contemporanea. Il palcoscenico di Venezia, quello stesso che aveva accolto favorevolmente un soggetto radicalmente innovativo come Rigoletto, era probabilmente l’unico possibile per una simile operazione; inoltre nella stessa stagione sarebbe stato rappresentato in laguna il dramma di Dumas. Per molti particolari della partitura Verdi esplorò una grande varietà di soluzioni formali, spingendosi non di rado oltre i mezzi compositivi ereditati dalla tradizione ottocentesca italiana; ed anche quando si volse all’assimilazione di modelli formali preesistenti, egli li seppe piegare al proprio fine. Il preludio, che con enfasi indica lo scioglimento tragico, condiziona la ricezione simbolica della vicenda: si ha quasi l’impressione che la brillante vita salottiera di Violetta venga rivissuta dalla moribonda nel terz’atto, come ricordo di una felicità impossibile. Verdi innalzò alla statura d’eroina tragica la protagonista di un fatto di cronaca, grazie ai mezzi della musica: torna in mente l’affermazione di Proust, secondo cui «Verdi ha dato a La dame aux camélias lo stile, che le mancava nel dramma di Dumas».

Nel cast di questa ripresa della Traviata, accanto al soprano Marina Monzò, che debutta nel ruolo di Violetta, al tenore Francesco Demuro interprete di Alfredo Germont e al baritono Nicola Alaimo interprete di Giorgio Germont, si esibiranno Loriana Castellano (Flora Bervoix), Barbara Massaro (Annina), Roberto Covatta (Gastone), Armando Gabba (barone Douphol), Rocco Cavalluzzi (dottor Grenvil) e Matteo Ferrara (marchese d’Obigny). Gli artisti del Coro del Teatro La Fenice Salvatore De Benedetto e Cosimo D’Adamo; Nicola Nalesso ed Emanuele Pedrini; Enzo Borghetti e Antonio Dovigo si alterneranno rispettivamente nei ruoli di Giuseppe, del domestico di Flora e del commissionario. Maestro del Coro Alfonso Caiani.

In scena anche i ballerini Lorena Calabrò, Samira Cogliandro, Matilde Cortivo, Aurora Dal Maso, Rosalia Moscato, Giulia Mostacchi, Andrea Carlotta Pelaia, Kevin Bhoyroo, Gianluca D’Aniello, Giulio Galimberti, Andrea Mazzurco, Valerio Palladino, Ilario Marco Russo, Francesco Scalas. Maestro ripetitore Margherita Longato.

La traviata sarà proposta nella versione definitiva del 1854, con sopratitoli in italiano e in inglese. Ecco il dettaglio delle recite: venerdì 22 novembre 2024 ore 19.00; domenica 24 novembre ore 15.30; mercoledì 27 novembre ore 19.00; sabato 30 novembre ore 19.00.

Domenica 3 novembre 2024, alle ore 17, Nicola Alaimo protagonista del concerto di canto dedicato a Gaetano Donizetti.

Sul podio della Sala Zubin Mehta – alla testa dell’Orchestra e del Coro del Maggio – il maestro Matteo Parmeggiani.

Il giorno dopo l’ultima recita del 2 novembre di Madama Butterfly che lo vede impegnato nella parte di Sharpless, domenica 3 novembre 2024 – in Sala Mehta, alle ore 17 – Nicola Alaimo è protagonista, insieme al maestro Matteo Parmeggiani e all’Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino, di un concerto dedicato a Gaetano Donizetti con l’esecuzione di arie e sinfonie del compositore bergamasco.

Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini.

Parlando del concerto, Nicola Alaimo ha sottolineando come abbia sempre sentito Gaetano Donizetti un compositore molto affine a sé: “Ho sempre considerato Donizetti un autore molto adatto alla mia vocalità e l’ideale connubio fra Rossini e Verdi. Il programma che presenteremo al pubblico del Maggio è ambizioso, scelto anche per promuove il disco che abbiamo inciso e che uscirà a breve, in cui troveremo arie più conosciute e alcune decisamente desuete come il Torquato Tasso o la Parisina. È ed è stato un progetto artistico davvero magnifico svolto insieme al Maggio Musicale Fiorentino. Il lavoro svolto insieme al maestro Parmeggiani è stato certosino, studiato nei minimi particolari che speriamo il pubblico possa apprezzare per ‘godersi’ un pomeriggio insieme alle musiche di questo magnifico compositore”.

Il maestro Matteo Parmeggiani ha sottolineato tutta la sua soddisfazione nel tornare al Maggio dopo poche settimane: “È per me un grandissimo piacere tornare al Maggio dopo il concerto insieme a Teresa Iervolino ed è un onore farlo insieme a Nicola Alaimo, all’Orchestra e – in quest’occasione – al Coro del Maggio, con cui collaboro per la prima volta. In questo concerto presentiamo il CD inciso insieme e abbiamo deciso di eseguire due sinfonie in un qual modo legate alla città di Firenze come Parisina d’Este e Rosmonda d’Inghilterra perché hanno entrambe la caratteristica di di essere state eseguite per la prima volta al Teatro della Pergola; sono arie di Donizetti meno conosciute ma estremamente interessanti. Abbiamo poi scelto la cavatina del Duca, in abbinamento con la sinfonia della Parisina d’Este e poi un’aria molto particolare del I Atto di Alahor in Granata, altra opera meno conosciuta ma altrettanto intrigante. Chiuderemo poi il concerto con l’intero III Atto del Torquato Tasso che vede un impegno molto importante da parte del baritono”.

In cartellone un programma volto alle composizioni di Gaetano Donizetti. Il concerto si apre con un brano tratto da Alahor in Granata, “Ombra del padre mio”: l’opera fu composta nel corso del 1825, durante il periodo in cui Donizetti era occupato a Palermo in qualità di “direttore della musica e compositore di nuove opere” e presentata per la prima volta al pubblico nel gennaio dell’anno successivo.  Segue, per cortesia della Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo, la sinfonia d’apertura di Parisina, conosciuta anche con il titolo di Parisina d’Este, musicata da Donizetti tra il febbraio e il marzo del 1833, su libretto di Felice Romani, tratto dalla tragedia Parisina di George Gordon Byron e rappresentata per la prima volta al Teatro della Pergola di Firenze nel marzo del 1833. Sempre dalla Parisina è estratta la cavatina che segue, ossia “Che mi rechi? Per veder su quel bel viso… Dall’Eridano si stende”, parte del I atto che si concentra sulla duplicità del Duca di Ferrara Azzo, uno dei protagonisti della vicenda: egli è innamoratissimo della giovane moglie Parisina e preoccupato della pesante tristezza di lei che, d’altro canto, è legata all’altro protagonista della vicenda, Ugo, da un amore tenero e senza speranze.

La sinfonia d’apertura di Rosmonda d’Inghilterra, rappresentata per la prima volta nel febbraio del 1834 – anch’essa al Teatro della Pergola di Firenze – anticipa l’ultima parte del concerto, ossia l’Atto III del Torquato Tasso, nella revisione del responsabile dell’Archivio del Maggio Luca Giovanni Logi.

La locandina:

GAETANO DONIZETTI
Da Alahor in Granata: “Ombra del padre mio”
Parisina, sinfonia (per cortesia della Fondazione Teatro Donizetti Bergamo)
Da Parisina: “Che mi rechi? Per veder su quel bel viso… Dall’Eridano si stende”
Rosmunda d’Inghilterra, sinfonia
Torquato Tasso, atto III (revisione di Luca Giovanni Logi)

Nicola Alaimo
Baritono

Matteo Parmeggiani
Direttore

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro
Lorenzo Fratini

Prezzi:

Settore D: 20€; Settore C: 35€; Settore B: 50€; Settore A: 70€

Sabato 2 novembre, alle ore 15.30 in sala Grande, l’ultima recita di “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini.

Sul podio il direttore principale Daniele Gatti; la regia è di Lorenzo Mariani.

In scena, nelle parti principali, Carolina López Moreno come Cio-Cio-San; Nicola Alaimo interpreta SharplessSuzuki è interpretata Marvic Monreal.

Il tenore Vincenzo Costanzo subentra nella parte di F. B. Pinkerton e taglia il traguardo di 330 recite sostenute nel corso della sua carriera

Sabato 2 novembre, alle ore 15.30, in Sala Grande, è in cartellone l’ultima recita di Madama Butterfly di Giacomo Puccini: lo spettacolo, accolto con grandissimo calore ed entusiasmo dal pubblico che ha affollato il Teatro in ognuna delle recite sino ad ora andate in scena. Sul podio, alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio, il direttore principale Daniele Gatti; la regia è curata da Lorenzo Mariani; il direttore del Coro è Lorenzo Fratini

Sul palcoscenico, nella parte della protagonista Cio-Cio-San, Carolina López Moreno.  Vincenzo Costanzo, reduce dal successo della Tosca che ha chiuso la programmazione lirica dello scorso 86º Festival del Maggio, interpreta F.B. Pinkerton, subentrando a Piero Pretti; Nicola Alaimo veste i panni del console Sharpless mentre Marvic Monreal è Suzuki. Goro e lo Zio Bonzo sono interpretati rispettivamente da Oronzo D’Urso, e Bozhidar BozhkilovMin Kim e Elizaveta Shuvalova vestono i panni del Principe Yamadori e di Kate Pinkerton; Davide Sodini è Il Commissario imperiale. Chiude il cast un nutrito gruppo di artisti del Coro del Maggio: Giovanni Mazzei è Lo zio Yakusidé; Egidio Massimo Naccarato è L’ufficiale del registro, Thalida Marina FogarasiPaola Leggeri e Nadia Pirazzini sono rispettivamente La zia, La cugina e La madre della protagonista Cio-Cio-San. 

Le scene sono di Alessandro Camera, i costumi di Silvia Aymonino e le luci di Marco Filibeck

Parlando del personaggio da lui interpretato e del suo ritorno al Maggio nel volgere di pochi mesi dopo la Tosca dello scorso giugno, Vincenzo Costanzo ha sottolineato le sue emozioni nel vestire nuovamente i panni di Pinkerton, personaggio chiave della sua carriera a cui ha dato voce in ben 329 occasioni in tutto il mondo prima di quest’ultima a Firenze: “Sono davvero felice di essere qui a Firenze dove dieci anni fa, nel febbraio del 2014, ho interpretato per la prima volta il ruolo di F.B. Pinkerton. Mi fu data questa possibilità all’età di 22 anni e ora ho nuovamente l’opportunità di portare in scena questo personaggio che mi ha accompagnato in tutta la mia carriera: quella del 2 novembre, mi sembra quasi incredibile, sarà quindi la 330ª volta che darò voce a Pinkerton. Ricordo ancora bene la mia prima produzione di Madama Butterfly con la direzione di Juraj Valčuha e la regia di Fabio Ceresa, con Fiorenza Cedolins nel ruolo di Cio-Cio-San; fu davvero una grandissima emozione. Ringrazio quindi la sovrintendenza e Daniele Gatti che mi hanno voluto: mi sento davvero onorato di essere di nuovo qui al Maggio e di prendere parte a questa magnifica produzione, con la direzione strepitosa del maestro Gatti, la bellissima regia di Lorenzo Mariani e dove dunque, più di 10 anni dopo, continuo il mio percorso ‘insieme’ a Pinkerton.” 

La locandina:

GIACOMO PUCCINI

MADAMA  BUTTERFLY

Tragedia giapponese in tre atti (da John L. Long e David Belasco)

Libretto di Luigi Illica  e Giuseppe Giacosa

Edizione: Edwin F. Kalmus & Co., Inc., Boca Raton, Florida

Nuovo allestimento del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro concertatore e direttore DANIELE GATTI

Regia LORENZO MARIANI

Scene Alessandro Camera

Costumi Silvia Aymonino

Luci Marco Filibeck

Madama Butterfly (Cio-Cio-San) Carolina López Moreno

Suzuki Marvic Monreal

Kate Pinkerton Elizaveta Shuvalova

F. B. Pinkerton Vincenzo Costanzo

Sharpless Nicola Alaimo

Goro Oronzo D’Urso

Il principe Yamadori Min Kim

Lo zio Bonzo Bozhidar Bozhkilov

Yakusidé Giovanni Mazzei

Il Commissario imperiale Davide Sodini

L’Ufficiale del registro Egidio Massimo Naccarato

La madre di Cio-Cio-San Nadia Pirazzini

La zia Thalida Marina Fogarasi

La cugina Paola Leggeri

ORCHESTRA E CORO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO

Maestro del Coro Lorenzo Fratini

Assistente regia Francesco Bonati

Aiuto scenografo Francesca Amato

Costumista collaboratrice Maria Antonietta Lucarelli

Assistente Light designer Jenny Cappelloni

Figuranti speciali Mengjie Yang, Zhiming Ouyang

Bambine Elena Tirinnanzi, Clelia Succu

Sopratitoli in italiano e inglese a cura di Prescott Studio, Firenze

TCBO: ANTEPRIMA DELLA STAGIONE D’OPERA 2025 al Comunale Nouveau / Auditorium Manzoni 

10 titoli, di cui 3 nuove produzioni in prima assoluta, 3 spettacoli per la prima volta a Bologna e 2 opere in forma di concerto 

Inaugurazione il 24 gennaio con un nuovo allestimento della Fanciulla del West di Puccini firmato da Paul Curran e diretto da Riccardo Frizza 

Due pagine del Novecento come Candide di Bernstein – per la prima volta in scena nella storia del Comunale, con la direzione di Kevin Rhodes e la regia di Renato Zanella – e, dopo 57 anni di assenza, Oedipus Rex di Stravinskij nella lettura di Gabriele Lavia e con Oksana Lyniv sul podio 

Tra le voci protagoniste quelle di Jessica Pratt, Fabio Sartori, Anastasia Bartoli, Amartuvshin Enkhbat, Mariangela Sicilia, Peter Wedd, Claudio Otelli, Juliana Grigoryan, Stefan Pop e Nicola Alaimo

Accosta titoli del grande repertorio a pagine meno frequentate la Stagione d’Opera 2025 del Teatro Comunale di Bologna, che si svolgerà ancora al Comunale Nouveau in Piazza della Costituzione, nell’attesa della riapertura – a seguito dei lavori di riqualificazione – della sede storica di Largo Respighi, prevista nel corso del 2026. A più di un anno dal trasferimento nel padiglione fieristico, il pubblico ha premiato gli sforzi fatti dal Teatro e la proposta artistica: è infatti in crescita il numero degli spettatori al Comunale Nouveau, che negli spettacoli lirici della Stagione 2024 sta registrando un riempimento medio complessivo intorno all’85%, con picchi del 97% circa nel caso del recente Don Giovanni. «Registrare una presenza media al Nouveau tra le 850 e le 900 persone a recita – dice il Sovrintendente Fulvio Macciardi – equivale al tutto esaurito nella meno capiente Sala Bibiena del Teatro Comunale. Sentire la vicinanza della città ci riempie di orgoglio e ci spinge a fare sempre meglio, anche per la prossima Stagione. Già dall’anno scorso è inoltre in atto un rinnovamento del pubblico, che vede una maggior presenza di giovani Under30. Nel 2024 abbiamo anche ampliato l’offerta di biglietti a prezzi più economici, per rendere il nostro Teatro sempre più accessibile a tutti, e nel 2025 proseguiremo in questa direzione». 

Dieci sono le opere in programma, delle quali tre sono nuove produzioni proposte in prima assoluta, tre sono spettacoli che arrivano per la prima volta a Bologna e due sono titoli in forma di concerto. Nonostante le particolari caratteristiche del palcoscenico del Comunale Nouveau, tre allestimenti sono frutto di una coproduzione con altri teatri italiani, nell’ottica di valorizzare la collaborazione e la circuitazione su base nazionale.  

Sulla scia delle celebrazioni pucciniane, anche l’inaugurazione del 2025 sarà all’insegna della musica del grande compositore toscano con La fanciulla del West (24-30 gennaio): una nuova produzione in prima assoluta con la regia di Paul Curran – recentemente impegnato a Bologna in due grandi titoli del repertorio tedesco come Der fliegende Holländer di Richard Wagner e Ariadne auf Naxos di Richard Strauss – e diretta da Riccardo Frizza. L’opera “western” di Giacomo Puccini, che fu rappresentata per la prima volta nel 1910 al Metropolitan di New York, ha tra i protagonisti principali Carmen Giannattasio, Angelo Villari e Claudio Sgura. 

Dopo il battesimo nella versione francese al Teatro Sociale di Bergamo per il Festival Donizetti, la Lucia di Lammermoor firmata da Jacopo Spirei – che denuncia la violenza della società sulle donne e riflette sul tema della salute mentale – debutta al Comunale dal 20 al 25 febbraio nell’originale italiano. Sul podio Daniel Oren, ospite frequente delle ultime stagioni felsinee. Il capolavoro donizettiano su libretto di Salvadore Cammarano vede Jessica Pratt nel ruolo del titolo; accanto a lei Giovanni Sala e Lucas Meachem. Lo spettacolo è frutto di una coproduzione con la Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo. 
 

Dalla collaborazione con il Teatro Regio di Parma e la Fondazione Rete lirica delle Marche nasce poi l’allestimento del Ballo in maschera nella lettura del giovane regista in ascesa – con esperienza anche nel mondo della prosa – Daniele Menghini, che andrà in scena al Teatro Verdi di Busseto per il XXIV Festival Verdi il prossimo settembre e arriverà al Nouveau dal 13 al 19 aprile. Cast di pregio per questo titolo, il secondo con la bacchetta di Riccardo Frizza, con Fabio Sartori insieme ad Anastasia Bartoli e Amartuvshin Enkhbat, entrambi al debutto al Comunale, e a Silvia Beltrami. 

Si chiude il ciclo della Trilogia Mozart/Da Ponte firmato da Alessandro Talevi e diretto da Martijn Dendievel con la nuova produzione di Così fan tutte, dopo Le nozze di Figaro del 2023 e Don Giovanni del 2024. Dal 25 maggio all’1 giugno sul palco cantano Mariangela Sicilia, Francesca Di Sauro, Marco Ciaponi e Nahuel Di Pierro. 

Viene rappresentata per la prima volta nella storia del Comunale Candide, l’operetta comica in due atti del 1956 di Leonard Bernstein dal racconto filosofico di Voltaire. Il nuovo allestimento, realizzato insieme al Teatro Verdi di Trieste dove andrà in scena a giugno, è firmato dal ballerino, coreografo e regista Renato Zanella e debutterà il mese successivo al Nouveau – dal 4 al 12 luglio – con la direzione dell’americano Kevin Rhodes.  

Mancava invece al Comunale dal 1968 Oedipus Rex di Igor Stravinskij, opera-oratorio in due atti su un testo di Jean Cocteau dalla tragedia di Sofocle – tradotto dal francese al latino da Jean Daniélou – composta nel 1927, che sarà riletta dall’attore e regista Gabriele Lavia, al ritorno dopo l’Otello verdiano del 2022. Il nuovo spettacolo, in scena in prima assoluta dal 7 al 12 ottobre, vedrà la guida dell’attuale Direttrice musicale del TCBO Oksana Lyniv e tra gli interpreti principali lo stesso Lavia come voce recitante, e i cantanti Paolo Antognetti e Claudio Otelli. 

Lyniv sarà, inoltre, sul podio delle due opere in forma di concerto che concludono il ciclo del Ring des Nibelungen di Richard Wagner, avviato quest’anno all’Auditorium Manzoni: Siegfried (Sigfrido) il 13 e 15 giugno, con solisti Peter Wedd, Claudio Otelli, Sorin Coliban e Sonja Šarić, e Götterdämmerung (Il crepuscolo degli dei) il 24 e 26 ottobre, ancora con Wedd, Otelli e Šarić accanto a Ewa Vesin e Atala Schöck. 

A completare la Stagione 2025 in autunno tornano due apprezzati allestimenti del TCBO: La bohème di Giacomo Puccini ideata da Graham Vick nel 2018, vincitrice del Premio “Abbiati”, diretta dal belga Martijn Dendievel alla guida di un cast vocale tra cui spiccano Juliana Grigoryan, Stefan Pop, Giuliana Gianfaldoni e Davide Luciano, dal 23 al 30 novembre.Infine Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini con la regia di Federico Grazzini, nel 2019 in scena a Bologna e in tournée in Giappone, che vedrà sul podio Renato Palumbo, con le voci rossiniane di Aya Wakizono, Dave Monaco e Nicola Alaimo, dal 19 al 30 dicembre. 

Si rinnova anche per il prossimo anno il Club del TCBO, dedicato alle aziende e ai privati e a tutti gli appassionati che vogliono sostenere il Teatro e partecipare attivamente alla sua proposta culturale, prendendo parte ad eventi e momenti speciali e usufruendo di vantaggi e opportunità. 

Info: www.tcbo.it 

STAGIONE D’OPERA 2025 

Comunale Nouveau / Auditorium Manzoni 

INFO ABBONAMENTI 

Prelazioni e rinnovo dal 20 settembre all’ 8 ottobre 2024 

Nuovi abbonamenti dal 16 ottobre 2024 

I prezzi degli abbonamenti e ulteriori dettagli saranno comunicati dal Teatro agli abbonati nelle prossime settimane e inviati con spedizione cartacea a tutti gli abbonati  

www.tcbo.it 

INFO BIGLIETTI 

Prevendita dal 5 dicembre 2024 

I prezzi dei biglietti verranno pubblicati prossimamente sul sito  www.tcbo.it 

  

BIGLIETTERIA TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA 

Largo Respighi, 1 

Dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18, il sabato dalle 11 alle 15 

Tel. +39 051529019 / E-mail boxoffice@comunalebologna.it 

IL BARBIERE DI SIVIGLIA. Sabato 6 luglio, alle 21.15. Il mese di luglio si apre con i titoli più amati del 101° Arena di Verona Opera Festiva

Il mese di luglio si apre con i titoli più amati del 101° Arena di Verona Opera Festival, anticipando di un quarto d’ora l’inizio degli spettacoli. Venerdì 5 luglio, alle ore 21.15, debutta Carmen, mentre sabato 6 e domenica 7 vanno in scena rispettivamente Il Barbiere di Siviglia e Aida, entrambi con nuovi artisti nel cast.

IL BARBIERE DI SIVIGLIA. Sabato 6 luglio, alle 21.15, si rinnova la vivace festa rococò nel grande giardino firmato da Hugo De Ana per il capolavoro di Rossini, un labirinto di siepi e rose rosse che diventano magici set interni ed esterni per la vicenda. L’astuto barbiere Figaro aiuterà il Conte di Almaviva, in incognito a Siviglia, a conquistare la bella Rosina, tenuta prigioniera dal vecchio tutore Bartolo, con la complicità dei servi e di Basilio, maestro di musica.

Nei panni del protagonista Nicola Alaimo, applaudito al gala in mondovisione del 7 giugno, fa il suo esordio stagionale così come il Conte del tenore Dmitry Korchak e il Bartolo del baritono-buffo Misha Kiria. Si conferma l’apprezzata Vasilisa Berzhanskaya come Rosina mentre, per una sola eccezionale serata, il perfido Basilio è interpretato dal giovane Riccardo Fassi. Completano il cast Marianna Mappa, Nicolò Ceriani e Domenico Apollonio. Ad accompagnare i frizzanti recitativi e a dirigere Orchestra e Coro di Fondazione Arena, il maestro ellenico George Petrou.

AIDA. Domenica 7 luglio, alle 21.15, l’opera regina dell’Arena chiude la settimana, alla quinta recita dell’originale allestimento “di cristallo” creato per il 100° Festival da Stefano Poda, regista vincitore del Premio Abbiati della critica musicale italiana per il miglior spettacolo 2023. Accanto alla protagonista, Maria José Siri, fa il suo debutto stagionale il mezzosoprano Clémentine Margaine nei panni della principessa Amneris, rivale in amore di Aida. Al centro è Radames, generale egizio, qui interpretato dal tenore Yusif Eyvazov, già applaudito in Turandot. Tornano Igor Golovatenko come Amonasro, re etiope e padre di Aida, e Rafał Siwek come gran sacerdote Ramfis, mentre esordisce il basso Marko Mimica come Re degli egizi. Completano la locandina Francesca Maionchi (sacerdotessa) e Riccardo Rados (messaggero). L’alternanza nel cast internazionale tocca anche il podio: per la prima di due serate, dirige il Maestro Alvise Casellati. Ai complessi artistici di Fondazione Arena, per la visionaria messinscena si aggiunge il lavoro di oltre trecento fra mimi, figuranti, minori, Ballo e Tecnici, a ricreare un Egitto sospeso tra simboli antichi e materiali innovativi, alta moda e arte contemporanea, giochi di luce e inedite trasparenze che valorizzano le linee stesse dell’Anfiteatro, in un viaggio dantesco dalla guerra alla pace.

Il Maggio Musicale Fiorentino illustra la programmazione da settembre a dicembre del 2024.

Daniele Gatti dirigerà Madama Butterfly in un nuovo allestimento con la regia di Lorenzo Mariani per completare il tributo del Maggio nel centenario dalla morte di Giacomo Puccini e tre concerti sinfonici

Molto confortante l’apprezzamento del pubblico per la programmazione del Festival

Gli abbonamenti potranno essere rinnovati a partire dall’11 giugno e fino al 25 giugno compreso

I nuovi abbonamenti potranno essere sottoscritti a partire dal 28 giugno

I biglietti singoli saranno messi in vendita a partire dall’11 giugno per le date fuori abbonamento e a partire dal 9 luglio per le date in abbonamento

Il Maggio Musicale Fiorentino rende nota la programmazione da settembre a dicembre che completa il cartellone del 2024 e che nasce con un semplice quanto sentito ringraziamento al pubblico che ha affollato e riempito le sale del Maggio con ritrovato entusiasmo e interesse. Con il risanamento e dunque il rientro alla gestione ordinaria del Maggio, il sovrintendente Carlo Fuortes, quindi anche confortato dall’onda del successo di pubblico, si è impegnato per arricchire l’offerta musicale del Maggio a partire dalla programmazione “Estate al Maggio!” in Cavea, e dell’ultima a parte della stagione a partire da settembre e fino a dicembre.

Cinque opere liriche e vale a dire la ripresa di Cenerentola di Gioachino Rossini (direttore Gianluca Capuano, regia di Manu Lalli) poi Madama Butterfly di Giacomo Puccini (Daniele Gatti direttore, regia di Lorenzo Mariani) e La traviata di Giuseppe Verdi (Roberto Abbado direttore, regia di Stefania Grazioli), in due nuovi allestimenti e un dittico che associa Mavra (altrettanto nuovo) di Igor Stravinskij alla ripresa Gianni Schicchi di Giacomo Puccini (direttore Francesco Lanzillotta , regia di Denis Krief); diciassette concerti tra appuntamenti sinfonico corali, sinfonici e di canto.

Sul podio per questi Zubin Mehta e Daniele Gatti e con loro Dmitry Matvienko, Riccardo Frizza, Alessandro Bonato, Luciano Acocella, Matteo Parmeggiani, Glass Marcano, Federico Maria Sardelli, Francesco Lanzillotta, Michele Spotti, Ivor Bolton, e recital di canto con Jessica Pratt, Teresa Iervolino e Nicola Alaimo, un concerto speciale dedicato a Puccini “Puccini racconta Puccini” nel giorno del centenario dalla morte, un’opera per bambini, La fiaba di Tristano con la regia di Manu Lalli e la direzione di Giuseppe La Malfa e un Festival dedicato ai Cori di voci bianche di sette Fondazioni lirico sinfoniche italiane, compresa quella dell’Accademia del Maggio, compongono la programmazione che porta il Maggio a chiudere l’anno in corso con questi ultimi mesi del Festival segnati come si è detto da un grandissimo successo di pubblico e che si è riverberato molto favorevolmente e positivamente sulle stime inizialmente previste per la biglietteria.

Successo tale che ha fatto registrare infatti il “tutto esaurito” in tutte le recite delle opere Turandot e Tosca e nel concerto inaugurale del Festival diretto da Daniele Gatti, nel concerto dei Wiener Philharmoniker diretti da Riccardo Muti, poi per quello diretto da Myung-Whun Chung e in quello finale del 13 giugno diretto da Zubin Mehta. Tutto esaurito anche per i quattro concerti del “Progetto giovani musicisti” con i complessi da camera del Conservatorio Cherubini e della Scuola di Musica di Fiesole e il concerto Gamo del 5 giugno e grande favore di botteghino per le altre occasioni di spettacolo nei tre mesi di programmazione che stanno per concludersi.

La biglietteria

Gli abbonamenti divisi in tre turni A, B e Pomeridiano potranno essere rinnovati a partire dall’11 giugno e fino al 25 giugno compreso

Sono previsti un abbonamento (A, B, Pomeridiano) che riunisce le opere e i concerti sinfonici per un totale di 14 spettacoli con prezzi a partire dai 370 euro in galleria fino ai 975 euro nel primo settore di platea per il turno A e di 910 euro nel primo settore di platea per i turni B e Pomeridiano.

Un abbonamento (A, B, Pomeridiano) solo alle opere che parte dai 120 euro della galleria fino ai 440 euro nel primo settore di platea per il turno A e di 370 euro nel primo settore di platea per i turni B e Pomeridiano.

È previsto anche un abbonamento solo al ciclo concertistico (10 concerti) che parte dai 275 euro di galleria della Sala Grande e settore C della sala Mehta fino ai 595 euro di platea 1 in Sala Grande e del settore A della sala Mehta.

I nuovi abbonamenti potranno essere sottoscritti a partire dal 28 giugno.

I biglietti singoli saranno messi in vendita a partire dall’11 giugno per le date fuori abbonamento e a partire dal 9 luglio per le date in abbonamento.

La programmazione estiva “Estate al Maggio!”

L’estate prevede il ciclo “Estate al Maggio!” inserito nella programmazione dell’Estate Fiorentina 2024 del Comune di Firenze con la messa in scena di Il barbiere di Siviglia il 18, 20, 22 e 24 luglio alle ore 21, in Cavea. Il teatro all’aperto sul tetto del Maggio per l’occasione godrà di un palcoscenico costruito allo scopo e di una buca d’orchestra. L’opera è diretta dal giovane Riccardo Bisatti con l’ormai “tradizionale” regia di Damiano Michieletto, qui ripresa da Andrea Bernard. A quasi vent’anni esatti dalla sua prima messa in scena, avvenuta nel luglio del 2005 al Teatro Romano di Fiesole e dunque nata e pensata in origine per uno spazio aperto, proprio come la Cavea del Maggio, giunge alla sua decima messa in scena nelle stagioni del Teatro. Nonostante l’età, mantiene intatta tutta la sua freschezza, originalità e modernità che ne hanno fatto nel corso del tempo un allestimento “sempre verde” e apprezzatissimo del Maggio.

Sempre in Cavea, sotto le stelle, il concerto sinfonico corale “Sogno di una notte di mezza estate”, musiche di scena Op. 61. di Felix Mendelssohn Bartholdy, il 23 luglio alle 21, sarà diretto da un altro giovane direttore Hankyeol Yoon, già pluripremiato in numerosi concorsi tra cui recentemente il prestigioso primo premio “Herbert von Karajan Young Conductors Award”. Grazie a questa importante vittoria il Maggio Fiorentino gli ha offerto il debutto italiano con il doppio concerto lo scorso febbraio – accolto con calore sia dal pubblico che dalla critica – e lo ha riconfermato per questa estate, anticipando il suo debutto al Festival di Salisburgo nel prossimo mese di agosto.

Questi due appuntamenti fiorentini seguono le due importanti tournée internazionali, la prima in Cina a Tianjin il 19 e 20 giugno e Beijing il 21, 22 e 23 giugno, e la seconda in Slovenia al Ljubljana Festival dall’ 8 al 10 luglio. In entrambi i tour sul podio nelle diverse occasioni salirà il maestro Zubin Mehta. Squisitamente concertistico il programma in Cina: a Tianjin verrà eseguito il 19 giugno il concerto n.2 per pianoforte e Orchestra di Fryderyk Chopin (solista Vanessa Benelli Mosell) e la Sinfonia n. 7 in Re minore, Op. 70, B. 141 di Antonín Dvořák; il 20 verrà eseguito un programma tutto dedicato a Ludwig van Beethoven con il concerto per violino e orchestra in re maggiore, op. 61 con Amira Abouzara solista al violino, e la Sinfonia n. 7 in la maggiore Op. 92. A Beijing verranno proposti i primi due programmi il 21 e il 22, mentre l’ultima sera del 23 giugno assieme al concerto n.2 per pianoforte e orchestra di Chopin verrà eseguita la beethoveniana sinfonia n.7. A Ljubljana l’8 e il 10 luglio il maestro dirigerà Il trovatore di Giuseppe Verdi, nell’allestimento scenico firmato da Cesare Lievi – ripreso da Stefania Grazioli– che ha debuttato nella Sala Mehta del Teatro del Maggio nell’autunno del 2022 mentre il 9 luglio il maestro Mehta dirigerà un concerto sinfonico con le composizioni di Ludwig van Beethoven.

Le opere da settembre a dicembre 2024

Si alza il sipario della sala Grande del Teatro del Maggio il 20 settembre, con repliche il 22, il 24 e 27 settembre con La cenerentola, di Gioachino Rossini, nell’allestimento del maggio con la regia di Manu Lalli e la direzione di Gianluca Capuano che torna al Maggio dopo il grande successo di Alcina. Le scene sono di Roberta Lazzeri, i costumi di Gianna Poli le luci di Vincenzo Apicella. Lo spettacolo andato in scena all’aperto nel Cortile dell’Ammannati a Palazzo Pitti nel 2017 e stato anche allestito sul palcoscenico della sala grande del Maggio nel 2018. Tra gli interpreti principali Teresa Iervolino, già presente nell’ultima edizione nella parte di Angelina e Marco Filippo Romano in quella di Don Magnifico. Clorinda e Tisbe saranno Maria Laura Iacobellis e Aleksandra Meteleva.

Secondo titolo operistico è Madama Butterfly, di Giacomo Puccini in scena dal 24 ottobre e con repliche 27 e 31 e 2 novembre.

Un nuovo allestimento con la firma di Lorenzo Mariani, le scene di Alessandro Camera e i costumi di Silvia Aymonino e la direzione di Daniele Gatti. Il maestro ha diretto il capolavoro pucciniano solo in tre occasioni nel passato: a Chicago nel 1991 e poi al Met di New York nel 1994 e a Bologna nel 2003. Protagonista dell’opera nella parte di Cio-Cio-San è Carolina Lòpez Moreno, soprano il cui nome ritornerà ancora nelle locandine del Maggio a cominciare da La traviata in scena da novembre, opera nella quale interpreterà – debuttandola – la parte di Violetta. In locandina come Pinkerton torna Piero Pretti il quale ha colto un grande successo nelle recite di Tosca come Cavaradossi ora in cartellone (una recita sarà sostenuta dal tenore Vincenzo Costanzo, anche lui attualmente impegnato in Tosca); Sharpless sarà il baritono Nicola Alaimo che il giorno dopo l’ultima recita di Butterfly del 2 novembre, il 3 tornerà sul palcoscenico per il terzo concerto di canto della stagione autunnale.

Il 19 novembre con repliche il 21, 24, 26, 30 e 1 dicembre va in scena un nuovo allestimento di La traviata di Giuseppe Verdi, con la direzione di Roberto Abbado e la regia di Stefania Grazioli. Le luci sono di Valerio Tiberi. Si alternano nella parte di Violetta Carolina Lòpez Moreno e Julia Muzychenko (entrambe al debutto); Alfredo sarà Giovanni Sala che si alternerà con Matheus Pompeu.

A chiudere la programmazione operistica il 15 dicembre con repliche il 18, 20 e 22 è in cartellone un “buffo” dittico con il nuovo allestimento di Mavra di Igor Stravinskij e la ripresa di Gianni Schicchi di Giacomo Puccini. La regia e le scene di entrambe sono di Denis Krief, che aveva già firmato lo Schicchi nel 2019 e che per questa occasione ambienterà anche la novità nel medesimo impianto scenico. Sul podio sale Francesco Lanzillotta. Nel cast nelle due opere Ivàn Ayòn Rivas (L’ussaro e Mavra ) in Mavra e Rinuccio nello Schicchi. In Mavra cantano Julia Muzychenco (appena ascoltata anche come Violetta), Kseniia Nikolaieva, Aleksandra Meteleva. In Gianni Schicchi, Roberto De Candia è Gianni Schicchi, Lauretta è Julia Muzychenco, Zita è Kseniia Nikolaieva, Nella è Nikoletta Hertsak; Simone è Adriano Gramigni, La Ciesca è Aleksandra Meteleva.

In tutte le opere in buca l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino; in scena il Coro del Maggio Musicale Fiorentino. Direttore del Coro è il maestro Lorenzo Fratini.

Il programma di concerti sinfonico corali, sinfonici e di canto

A dare avvio alla programmazione concertistica il 7 settembre, è in calendario il concerto sinfonico diretto da Dmitry Matvienko (al debutto fiorentino) che eseguirà la suite Romeo e Giulietta di Prokofiev e, di Sergej Rachmaninov, il concerto n.3 in re minore op. 30 per pianoforte e orchestra con il pianista Giovanni Bertolazzi. Questo come i successivi del 19 e del 26 settembre sono dedicati al repertorio russo, proposto per tutti e tre con varie angolazioni sia dal punto di vista dei compositori come Rachmaninov, appunto, poi Cajkovskij e Musorgskij sia dei loro più popolari lavori. Il 19 il concerto è affidato alla bacchetta di Alessandro Bonato e il 26 sul podio salirà Luciano Acocella. A fianco di Bertolazzi, come lui altri due affermati pianisti italiani Francesco Libetta che eseguirà il celebre concerto n.2 in do minore op.18 di Rachmaninov (il 19) e Giuseppe Albanese che affronterà l’altrettanto famosissimo concerto n.1 in si bemolle minore op. 23 di Cajkovskij.

In settembre anche due importanti concerti con protagoniste due stelle del canto molto amate dal pubblico. Il primo dei due è in calendario il 12 e vede il soprano Jessica Pratt, con la quale il Maggio costruirà un progetto artistico pluriennale, con il direttore Riccardo Frizza eseguire con l’Orchestra e il Coro del Maggio, alcune grandi “scene di pazzia”, incorniciate dalle sinfonie, da opere quali La sonnambula e I puritani di Bellini, Emilia di Liverpool, Lucia di Lammermoor, La Favorite e Linda di Chamounix di Donizetti. I brani eseguiti sono tutti contenuti nel CD “Delirio” che dà il nome al concerto e che offre un panorama di quelle eroine che hanno consacrato il soprano australiano come grandissima protagonista del bel canto. Il maestro del Coro è Lorenzo Fratini.

Il 29 settembre sarà il mezzosoprano Teresa Iervolino, immediatamente dopo il suo impegno nelle recite di La cenerentola nella parte di Angelina, a essere protagonista del secondo concerto di canto con l’Orchestra del Maggio diretta da Matteo Parmeggiani. Iervolino eseguirà arie da Semiramide di Rossini, da Ernani di Verdi e la cantata per voce e orchestra Giovanna d’Arco di Rossini (nell’orchestrazione di Luca Giovanni Logi); in programma anche le sinfonie da Elisabetta, regina d’Inghilterra di Gioachino Rossini e da Luisa Miller di Giuseppe Verdi.

Il mese di settembre si completa il 28 e 29 (e con l’ultimo concerto il 5 ottobre) con il Festival dei Cori di Voci Bianche di sette Fondazioni Lirico sinfoniche italiane: quella del Maggio con il coro dell’Accademia, e poi del Teatro di San Carlo di Napoli, del Teatro Regio di Torino, del Teatro alla Scala di Milano, del Teatro Comunale di Bologna, del Teatro Carlo Felice di Genova e del Teatro dell’Opera di Roma. La maestra del Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio è Sara Matteucci.

Il maestro Zubin Mehta, il direttore emerito a vita del Maggio darà avvio alla programmazione sinfonica d’ottobre, il 6 alle ore 17 con l’esecuzione della sinfonia n.8 in do minore di Anton Bruckner mentre il maestro Daniele Gatti il direttore principale, il 10, 17 e il 26 ottobre chiude un ideale “Progetto Brahms”, che ha attraversato il 2024 ed è iniziato nei concerti di febbraio (Hankyeol Yoon e Min Chung), con Ein Deutsches Requiem, il 10 ottobre e poi con l’integrale delle sinfonie: il 17 ottobre la n.3 e la n.1 e poi il 26 ottobre la sinfonia n.2 e la sinfonia n.4.

Il baritono Nicola Alaimo il giorno dopo l’ultima recita di Butterfly del 2 novembre, il 3 tornerà sul palcoscenico per il terzo concerto di canto della stagione autunnale. Sul podio come per il concerto con Teresa Iervolino, troviamo di nuovo Matteo Parmeggiani. In programma rare composizioni tutte di Gaetano Donizetti dalle opere Alahor in Granata, Parisina, Maria di Rohan, Torquato Tasso tutte incluse nel CD edito dal Maggio “Donizetti grand seigneur”.

Il mese di novembre dopo le prime occasioni offerte dall’ultima recita di Butterfly e dal concerto di canto di Alaimo, viene ufficialmente battezzato l’8 – venerdì – alle ore 20 e il 9 – sabato – alle ore 18 dalla talentuosa figura artistica di Glass Marcano vincitrice nel 2020 del premio dell’Orchestra della prima edizione del concorso internazionale “La MaestrA” di Parigi, concorso che si tiene ogni due anni. Venezuelana con una formazione nell’ambito di “El Sistema di Josè Antonio Abreu” la direttrice eseguirà pagine di Leonard Bernstein: West side story e Candide e sarà affiancata dal soprano Génesis Moreno anche lei venezuelana e come Marcano si è formata nel sistema Abreu ed è la recente vincitrice del IX Premio Kraus nel settembre 2023. La seconda parte del concerto prevede l’esecuzione della Sinfonia n.9 in mi minore op. 95 Dal nuovo mondo di Antonìn Dvorak.

Il 15 novembre alle ore 20 in Sala Mehta, Federico Maria Sardelli grande interprete del repertorio barocco sale sul podio per un concerto che vedrà la partecipazione del sopranista Bruno de Sà, vera star mondiale del canto barocco dalle qualità vocali straordinarie che per la prima volta canta a Firenze. Pagine di Filz, Mozart, Cherubini e Carl Philipp Emanuel Bach.

Il 29 novembre alle ore 20, giorno esatto in cui ricorre il centenario della morte di Giacomo Puccini, è in programma uno spettacolo ”Puccini racconta Puccini” nel quale, con la drammaturgia di Alberto Mattioli che attinge direttamente dall’epistolario pucciniano per i testi che saranno interpretati da Alfonso Antoniozzi nella parte di Puccini, si racconta la vita del grande compositore; verranno eseguite dall’Orchestra del Maggio con la direzione di Francesco Lanzillotta, alcune delle pagine meno note e più raramente eseguite del repertorio pucciniano come per esempio i pezzi sinfonici. Orchestra e Coro del Maggio, direttore del Coro, Lorenzo Fratini.

Il mese di dicembre si apre con l’ultima recita di La traviata e il 5 è ospite del Maggio l’Orchestra Giovanile Italiana diretta da Thomas Dausgaard; sui leggii la sinfonia n.5 in si bemolle maggiore di Anton Bruckner. Venerdì 13 dicembre alle ore 20 e sabato 14 alle ore 18 Michele Spotti al suo debutto fiorentino dirige l’Orchestra e il Coro del Maggio in Die erste Walpurgisnacht (La prima notte di Valpurga) cantata di Felix Mendelssohn-Bartholdy e la Sinfonia n.5 in mi minore op.64 di Cajkovskij. Maestro del Coro, Lorenzo Fratini.

Il 21 dicembre torna Ivor Bolton, direttore che è stato molto vicino nel passato al Maggio Fiorentino e che propone un concerto con la sinfonia n.38 in re maggiore K 504, Praga, di Mozart e di Stravinskij, Pulcinella, suite dal concerto e la “Sinfonia di salmi”, per coro – diretto da Lorenzo Fratini – e Orchestra. Il 22 dicembre è in programma il concerto di Natale con il Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. La maestra del coro di voci bianche è Sara Matteucci.

La programmazione del periodo autunnale si arricchisce con lo spettacolo per le famiglie La fiaba di Tristano in collaborazione con Venti Lucenti per il progetto “All’Opera”. La regia, la scrittura scenica e i costumi sono di Manu Lalli, direttore Giuseppe La Malfa, in buca l’Orchestra del Maggio. Protagonisti gli attori e gli animatori di Venti Lucenti, i centodieci bambini e ragazzi del Progetto “All’Opera”. È un nuovo allestimento del Maggio Fiorentino in coproduzione con Venti Lucenti e in collaborazione con l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. È un progetto di Fondazione CR Firenze a cura di Venti Lucenti. In collaborazione con l’Assessorato all’Educazione, Welfare e Immigrazione del Comune di Firenze.

Il Teatro del Maggio ringrazia i soci fondatori e i soci privati.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia per il sostegno i Soci: Soci di diritto Fondatori Pubblici: Repubblica Italiana nel Ministero della Cultura, Comune di Firenze e Regione Toscana.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia altrettanto i Soci Fondatori privati:

Fondazione CR Firenze, Intesa Sanpaolo; Baker Hughes, Allianz, Gucci, Publiacqua, Toscana Aeroporti, Unicoop Firenze, Salvatore Ferragamo, Toscana Energia, Università di Firenze, Pitti Immagine; gli Sponsor: Enel, Caffè Borbone, Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella, Zignago Vetro, Cassetti Gioielli; gli Sponsor Tecnici: Tecnoconference, Torrigiani.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia inoltre tutti gli aderenti all’Albo degli Associati: le Aziende mecenati, i Soci Corporate plus, i Sostenitori, i Benemeriti, i Soci effettivi, i Soci effettivi junior, i Soci, e l’Associazione Amici del Maggio Musicale Fiorentino.

XXVI CONCERTO DI NATALE IN SENATO

L’ORCHESTRA E IL CORO DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA CON LE GRANDI VOCI ITALIANE DELLA LIRICA INTERNAZIONALE

Al tradizionale evento natalizio, in diretta su Rai1, erano presenti il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente del Senato Ignazio La Russa, il Premier Giorgia Meloni.

Presenti il Presidente di Fondazione Arena, Sindaco di Verona, Damiano Tommasi con il Sovrintendente Cecilia Gasdia e il Presidente della Provincia di Verona Flavio Massimo Pasini

Si è tenuto, questa mattina, domenica 10 dicembre, a Palazzo Madama, il Concerto di Natale in Senato. L’evento, in diretta televisiva su Rai1, ha visto protagonisti l’Orchestra e il Coro della Fondazione Arena di Verona, diretti dal maestro Michele Spotti. Al tradizionale appuntamento natalizio, giunto alla XXVI edizione, erano presenti le più alte cariche dello Stato: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente del Senato Ignazio La Russa, il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni. E ancora i Ministri della Difesa Guido Crosetto e della Cultura Gennaro Sangiuliano, con il Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, oltre a parlamentari, autorità militari e religiose.

Un omaggio alla grande Opera italiana con le voci di Anna Pirozzi, Giuliana Gianfaldoni, Nicola Alaimo, Alessandro Abis e Vittorio Grigolo, accompagnate dall’Orchestra e dal Coro della Fondazione Arena di Verona, che quest’anno ha celebrato il suo 100° Festival lirico.

In aula per l’evento, condotto da Milly Carlucci, il Presidente di Fondazione Arena, Sindaco di Verona, Damiano Tommasi e il Sovrintendente Cecilia Gasdia. Presente anche il Presidente della Provincia di Verona Flavio Massimo Pasini.

Una grande soddisfazione per tutta la Fondazione Arena che ha festeggiato, oggi, insieme a tutta l’Italia, il grande riconoscimento Unesco al Canto lirico italiano, un’assunzione di responsabilità per l’Arena di Verona e il suo Festival dove si esalta al massimo questa buona Pratica – sottolinea il Presidente di Fondazione Arena, Sindaco di Verona Damiano Tommasi -. Grande l’intensità di questa giornata speciale in Senato in cui abbiamo toccato con mano l’emotività e il coinvolgimento che il canto lirico sprigiona, in un luogo tanto simbolico per il nostro Paese. Il modo migliore per augurarci un Buon Natale”.

La gioia, l’entusiasmo e il calore del pubblico in Senato ci ha inondati di felicità – afferma il Sovrintendente di Fondazione Arena Cecilia Gasdia -, soprattutto davanti alla richiesta di un bis, che non è stato trasmesso in tv ma è stato eseguito dall’Orchestra nel tripudio generale. Chiudiamo questo 2023, anno del centesimo Festival lirico in Arena, con un senso di riconoscenza enorme. Per Fondazione Arena è stato un onore immenso, oggi, essere qui in Senato per il tradizionale Concerto di Natale. Ringraziamo il Presidente del Senato Ignazio La Russa e il Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi per l’invito e per questo riconoscimento, giunto al termine di una incredibile stagione e della proclamazione della Pratica del Canto lirico in Italia Patrimonio dell’Umanità Unesco”.

A dirigere l’Orchestra Michele Spotti, classe 1993, direttore musicale dell’Opera e dell’Orchestra Filarmonica di Marsiglia e reduce da grandi successi internazionali. Maestro del Coro di Fondazione Arena Roberto Gabbiani.

Il concerto si è aperto con “Il canto degli italiani” di Mameli e con il saluto del Presidente del Senato Ignazio La Russa. Al centro del programma musicale una scelta di arie dal repertorio operistico nazionale: “E lucevan le stelle” da Tosca e “Nessun dorma” da Turandot, entrambe di Puccini, e “Una furtiva lagrima” dall’Elisir d’amore di Donizetti interpretate dal tenore Vittorio Grigolo. Così come “Largo al factotum” dal Barbiere di Siviglia di Rossini con la voce del baritono Nicola Alaimo e “Vecchia Zimarra” dalla Bohème di Puccini con il basso Alessandro Abis. E ancora “Casta Diva” da Norma di Bellini con il soprano Anna Pirozzi e “O mio babbino caro” da Gianni Schicchi di Puccini con il soprano Giuliana Gianfaldoni, cavalli di battaglia di Maria Callas, ricordata e celebrata nel centenario della nascita. Non sono mancate due pagine celeberrime di Verdi come “Va pensiero” da Nabucco e il “Brindisi” dalla Traviata cantato in duetto da Pirozzi e Grigolo.  A grande richiesta il bis dell’Orchestra con l’Ouverture del Guglielmo Tell.

Dalla musica alla letteratura. Per i 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni, l’appuntamento natalizio in Senato ha voluto ricordare il grande scrittore, poeta e drammaturgo proponendo il finale dal suo capolavoro, il romanzo storico I promessi sposi, nell’interpretazione dell’attore pluripremiato Sergio Castellitto, omaggiato dal Presidente del Senato della campanella usata per aprire e chiudere le sedute d’Aula.

CONCERTO DI NATALE IN SENATO L’ORCHESTRA E IL CORO DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA CON LE GRANDI VOCI ITALIANE DELLA LIRICA INTERNAZIONALE

  Domenica 10 dicembre, alle ore 12.25, in diretta Rai1

Le celebrazioni per i 100 anni dell’Opera all’Arena di Verona si chiudono con il tradizionale evento natalizio alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Domenica 10 dicembre, si terrà, a Palazzo Madama, il Concerto di Natale in Senato. L’evento, giunto alla XXVI edizione, vedrà protagonisti l’Orchestra e il Coro della Fondazione Arena di Verona, diretti dal maestro Michele Spotti. Il tradizionale appuntamento, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Presidente del Senato Ignazio La Russa e delle più alte autorità dello Stato, è prodotto da Rai Parlamento e sarà trasmesso in diretta su Rai1, alle ore 12.25. Così come su Rai Italia, il canale per gli italiani che vivono all’estero. L’evento sarà condotto da Milly Carlucci.

Un omaggio alla grande Opera italiana con le voci di Anna Pirozzi, Giuliana Gianfaldoni, Nicola Alaimo, Roberto Tagliavini e Vittorio Grigolo, accompagnate dall’Orchestra e dal Coro della Fondazione Arena di Verona, che quest’anno ha celebrato il suo 100° Festival lirico.

A dirigere l’Orchestra sarà Michele Spotti, classe 1993, direttore musicale dell’Opera e dell’Orchestra Filarmonica di Marsiglia e reduce da grandi successi internazionali. Maestro del Coro di Fondazione Arena è Roberto Gabbiani.

Al centro del programma musicale una scelta di arie dal repertorio operistico nazionale: “E lucevan le stelle” da Tosca e “Nessun dorma” da Turandot, entrambe di Puccini, e “Una furtiva lagrima” dall’Elisir d’amore di Donizetti interpretate dal tenore Vittorio Grigolo. Così come “Largo al factotum” dal Barbiere di Siviglia di Rossini con la voce del baritono Nicola Alaimo e “Vecchia Zimarra” dalla Bohème di Puccini con il basso Roberto Tagliavini. E ancora “Casta Diva” da Norma di Bellini con il soprano Anna Pirozzi e “O mio babbino caro” da Gianni Schicchi di Puccini con il soprano Giuliana Gianfaldoni, cavalli di battaglia di Maria Callas, ricordata e celebrata nel centenario della nascita. Non mancheranno, poi, due pagine celeberrime di Verdi come “Va pensiero” da Nabucco e il “Brindisi” dalla Traviata cantato in duetto da Pirozzi e Grigolo.  

Dalla musica alla letteratura.

Per i 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni, l’appuntamento natalizio in Senato ricorderà il grande scrittore, poeta e drammaturgo proponendo il finale dal suo capolavoro, il romanzo storico I promessi sposi, nell’interpretazione dell’attore pluripremiato Sergio Castellitto.