Riccardo Chailly riporta alla Scala i Gurre-Lieder per il centocinquantesimo dalla nascita di Schönberg

Il Maestro conclude la Stagione Sinfonica proponendo il capolavoro visionario della giovinezza del compositore in tre serate il 13, 16 e 17 settembre insieme ai due Cori della Scala e del Bayerischer Rundfunk diretti da Alberto Malazzi e Peter Dijkstra e un grande cast, Camilla Nylund, Okka von der Damerau, Andreas Schager, Michael Volle e Norbert Ernst.

Diretta su LaScalaTv il 17 settembre.  

Si annuncia come un evento destinato a restare nella memoria il concerto conclusivo della Stagione Sinfonica 2023/2024: in occasione del centocinquantenario della nascita di Arnold Schönberg (13/09/1874 – 13/07/1951) Riccardo Chailly, che del compositore ha già proposto Verklärte Nacht lo scorso maggio e dirigerà A Survivor from Warsaw nell’ottobre 2025, riporterà alla Scala venerdì 13, lunedì 16 e martedì 17 settembre i Gurre-Lieder, eseguiti qui una sola volta, nel 1973 sotto la direzione di Zubin Mehta.

Capolavoro smisurato e visionario della giovinezza esaltata e ambiziosa del compositore ancora influenzato da Wagner e lontano dalle avventure della nuova musica, i Gurre-Lieder sono raramente eseguiti per l’enorme organico che richiedono. Al Piermarini l’Orchestra si unirà al Coro del Teatro alla Scala diretto da Alberto Malazzi, al Chor des Bayerischen Rundfunks diretto da Peter Dijkstra e a un formidabile quintetto di solisti: il soprano Camilla Nylund, il mezzosoprano Okka von der Damerau, i tenori Andreas Schager e Norbert Ernst e il basso Michael Volle.

Il concerto del 17 settembre sarà trasmesso in diretta su LaScalaTv, dove resterà disponibile on demand fino al 24 settembre.

Schönberg, come racconta Zemlinsky, affrontò alcune poesie dei Gurresange del poeta e botanico danese Jens Peter Jacobsen, nell’intenzione di partecipare a un concorso per Lieder per canto e pianoforte indetto dal Tonkünstlerverein di Vienna. Il testo, che risale al 1868/69, è uno dei capisaldi della poesia danese dell’Ottocento e affonda le sue radici nella mitologia nordica, culminando nell’incubo impressionante e visionario della cavalcata dei morti.

Gurre – spiega Paolo Petazzi nell’articolo per il numero di settembre della Rivista del Teatro – è il nome del castello dove vive Tove, la donna amata dal re Waldemar e uccisa dal veleno della gelosa moglie di lui: alla vicenda di amore e morte che occupa la prima parte dei Gurre-Lieder segue nella breve seconda parte la ribellione di Waldemar contro Dio e nella terza parte l’evocazione (anche attraverso le voci di un contadino e del buffone Klaus) della notturna “caccia selvaggia” cui sono condannati il re ribelle e i suoi cavalieri. Alla fine, il sorgere del sole dissolve l’incubo. Schönberg ideò l’intera cantata dal punto di vista compositivo tra il 1900 e il 1901, ma nel 1903 interruppe la strumentazione all’inizio della terza parte. La riprese e finì nel 1910/11. La prima esecuzione fu diretta da Franz Schreker a Vienna il 23 febbraio 1913 con esito trionfale.

Alla Scala i Gurre-Lieder si eseguono per la seconda volta, a oltre mezzo secolo dalla prima del 1973 con Zubin Mehta sul podio. Chailly li aveva diretti negli anni Ottanta con i complessi della RAI di Milano (cui si era unito il Coro della RAI di Roma) e poi nel 1985 a Berlino.

Lo stesso Riccardo Chailly, intervistato da Petazzi per la Rivista, spiega a proposito delle differenze stilistiche tra la parte orchestrata nel 1901/3 e quella orchestrata nel 1910/11: “Il mutamento stilistico è evidente, ma lo percepisco come naturale. Non ho nessun preconcetto di fronte al linguaggio stesso che si evolve. Anche Schönberg diceva di essere andato in una nuova direzione, ma senza rinnegare nulla. C’e una lettera a Kandinskij (del 28 settembre 1913) in cui cita proprio i Gurre-Lieder ribadendo che non li disprezza affatto. E aggiunge: “Rispetto a quel periodo ho certamente subito una evoluzione, ma non mi sono migliorato, soltanto il mio stile è divenuto migliore, cosicché posso approfondire ciò che già allora avevo da dire…”. Nella loro grandezza, i Gurre-Lieder restano una partitura tonale.”