LIMEN SAMIA LIMEN, IL TRAGICO ECO SONORO DEL MEDITERRANEO DIRETTO DA RICCARDO MUTI

Le composizioni musicali di Alessandro Baldessari per Le vie dell’amicizia, tra Ravenna e Lampedusa dal 7 al 9 luglio 2024

Con il brano ispirato a Samia Yusuf Omar, Baldessari entra nel roster di SZ Sugar

Un trittico di appuntamenti estivi vede il giovane compositore Alessandro Baldessari impegnato nella trentacinquesima edizione del Ravenna Festival. Il suo brano Limen Samia Limen aprirà i due concerti del 7 e 9 luglio, diretti da Riccardo Muti, rispettivamente al Palazzo Mauro De André di Ravenna e al Teatro naturale della Cava di Lampedusa. La composizione prende ispirazione dall’opera teatrale musicale Non dirmi che hai paura, che invece andrà in scena l’8 luglio al Teatro Alighieri di Ravenna e per cui Alessandro Baldessari ha scritto le musiche originali e gli arrangiamenti. 

Per la ventottesima edizione del progetto Le vie dell’amicizia, organizzato nell’ambito del Ravenna Festival, si è scelto di dare spazio alla narrazione del tragico viaggio verso l’Europa, usando l’arte e la cultura come ponti di fratellanza e accoglienza. Lo spettacolo Non dirmi che hai paura, infatti, è l’adattamento teatrale, con la regia di Laura Ruocco, del romanzo di Giuseppe Catozzella e racconta la storia della velocista somala Samia Yusuf Omar che perse la vita durante la traversata del Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere l’Europa e realizzare il sogno di partecipare alle Olimpiadi di Londra del 2012. L’atleta gareggiò alle Olimpiadi di Pechino del 2008 nella categoria femminile dei 200 metri. La sua storia colpì per la determinazione e la dedizione con cui affrontò la gara nonostante gli scarsi mezzi a disposizione. La stessa tenacia, unita alla speranza di raggiungere i propri sogni, la portarono via dalla Somalia, terra governata da un regime sempre più integralista, ma il suo futuro naufragò nel Mediterraneo, insieme a molte altre storie come la sua. 

Alessandro Baldessariha lavorato alla realizzazione di un paesaggio sonoro in grado di restituire la vita e la tragedia di Samia Yusuf Omar. Sono stati scelti per l’esecuzione strumenti provenienti da tutto il mondo e con caratteristiche timbriche peculiari, così che le sonorità prodotte si intreccino naturalmente tra loro. Per Limen Samia Limen, inoltre, alcuni degli strumenti ad arco presenti all’interno dell’orchestrasono stati realizzati con il legno delle imbarcazioni di fortuna utilizzate per le traversate e recuperate sull’isola di Lampedusa: questa scelta, oltre ad aderire coerentemente al tema del festival, proiettato verso l’attenzione ai cambiamenti climatici e ad una sostenibilità a tutto tondo, consente anche il recupero della memoria di quei viaggi che altrimenti cadrebbero nell’oblio. 

«La storia di Samia tocca temi che riguardano tutti nel profondo — dice Baldessari. In Non dirmi che hai paura ho accolto la sfida di accostare i miei brani a quelli di Peter Gabriel con l’intento di immergerci insieme in un mondo sonoro di richiami e contaminazioni. In Limen, invece, mi sono soffermato, dolorosamente, sugli ultimi istanti di vita di Samia. Il momento in cui si è scontrata contro un confine invisibile (Limen, appunto) tracciato in mezzo al mare.»

I due concerti che aprono e chiudono Le vie dell’amicizia vedono Riccardo Muti tornare alla guida dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, da lui fondata nel 2004, e dirigere la prima assoluta della composizione elettroacustica Limen di Alessandro Baldessari. A questo brano d’apertura segue lo struggente Stabat Mater composto da Giovanni Sollima sui versi di Filippo Arriva e infine il Coro a Coro di Rachele Andrioli che chiude il concerto con una selezione di Canti migranti

Con il brano Limen Samia Limen Alessandro Baldessari entra a far parte di SZ Sugar, la storica casa editrice del gruppo Sugarmusic, recentemente rilanciata da Caterina Caselli e Filippo Sugar in un progetto di rinnovamento e sperimentazione che ha l’obiettivo di creare una connessione tra i compositori contemporanei e le generazioni future.   

«Far parte di SZ Sugar con Limen Samia Limen è un vero privilegio. SZ ha un’eredità incredibile e un catalogo straordinario. Sono entusiasta di vedere dove ci condurrà questa nuova avventura insieme.»

L’iniziativa è organizzata con il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Emilia-Romagna e di SIAE, in collaborazione con RAI Cultura che riprenderà il concerto a Ravenna e lo integrerà con immagini da Lampedusa per trasmetterlo su Rai1 (8 agosto), con il patrocinio del Comune di Lampedusa e Linosa e la collaborazione di AST Aeroservizi, Croce Rossa Italiana e INMP – Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà.

Di seguito i link alle tre date del progetto Le vie dell’amicizia:

7 luglio: https://www.ravennafestival.org/events/le-vie-dellamiciziariccardo-muti-2024/

8 luglio: https://www.ravennafestival.org/events/non-dirmi-che-hai-paura/

9 luglio: https://www.ravennafestival.org/events/le-vie-dellamiciziariccardo-muti-2024-lampedusa/

Il Maggio Musicale Fiorentino illustra la programmazione da settembre a dicembre del 2024.

Daniele Gatti dirigerà Madama Butterfly in un nuovo allestimento con la regia di Lorenzo Mariani per completare il tributo del Maggio nel centenario dalla morte di Giacomo Puccini e tre concerti sinfonici

Molto confortante l’apprezzamento del pubblico per la programmazione del Festival

Gli abbonamenti potranno essere rinnovati a partire dall’11 giugno e fino al 25 giugno compreso

I nuovi abbonamenti potranno essere sottoscritti a partire dal 28 giugno

I biglietti singoli saranno messi in vendita a partire dall’11 giugno per le date fuori abbonamento e a partire dal 9 luglio per le date in abbonamento

Il Maggio Musicale Fiorentino rende nota la programmazione da settembre a dicembre che completa il cartellone del 2024 e che nasce con un semplice quanto sentito ringraziamento al pubblico che ha affollato e riempito le sale del Maggio con ritrovato entusiasmo e interesse. Con il risanamento e dunque il rientro alla gestione ordinaria del Maggio, il sovrintendente Carlo Fuortes, quindi anche confortato dall’onda del successo di pubblico, si è impegnato per arricchire l’offerta musicale del Maggio a partire dalla programmazione “Estate al Maggio!” in Cavea, e dell’ultima a parte della stagione a partire da settembre e fino a dicembre.

Cinque opere liriche e vale a dire la ripresa di Cenerentola di Gioachino Rossini (direttore Gianluca Capuano, regia di Manu Lalli) poi Madama Butterfly di Giacomo Puccini (Daniele Gatti direttore, regia di Lorenzo Mariani) e La traviata di Giuseppe Verdi (Roberto Abbado direttore, regia di Stefania Grazioli), in due nuovi allestimenti e un dittico che associa Mavra (altrettanto nuovo) di Igor Stravinskij alla ripresa Gianni Schicchi di Giacomo Puccini (direttore Francesco Lanzillotta , regia di Denis Krief); diciassette concerti tra appuntamenti sinfonico corali, sinfonici e di canto.

Sul podio per questi Zubin Mehta e Daniele Gatti e con loro Dmitry Matvienko, Riccardo Frizza, Alessandro Bonato, Luciano Acocella, Matteo Parmeggiani, Glass Marcano, Federico Maria Sardelli, Francesco Lanzillotta, Michele Spotti, Ivor Bolton, e recital di canto con Jessica Pratt, Teresa Iervolino e Nicola Alaimo, un concerto speciale dedicato a Puccini “Puccini racconta Puccini” nel giorno del centenario dalla morte, un’opera per bambini, La fiaba di Tristano con la regia di Manu Lalli e la direzione di Giuseppe La Malfa e un Festival dedicato ai Cori di voci bianche di sette Fondazioni lirico sinfoniche italiane, compresa quella dell’Accademia del Maggio, compongono la programmazione che porta il Maggio a chiudere l’anno in corso con questi ultimi mesi del Festival segnati come si è detto da un grandissimo successo di pubblico e che si è riverberato molto favorevolmente e positivamente sulle stime inizialmente previste per la biglietteria.

Successo tale che ha fatto registrare infatti il “tutto esaurito” in tutte le recite delle opere Turandot e Tosca e nel concerto inaugurale del Festival diretto da Daniele Gatti, nel concerto dei Wiener Philharmoniker diretti da Riccardo Muti, poi per quello diretto da Myung-Whun Chung e in quello finale del 13 giugno diretto da Zubin Mehta. Tutto esaurito anche per i quattro concerti del “Progetto giovani musicisti” con i complessi da camera del Conservatorio Cherubini e della Scuola di Musica di Fiesole e il concerto Gamo del 5 giugno e grande favore di botteghino per le altre occasioni di spettacolo nei tre mesi di programmazione che stanno per concludersi.

La biglietteria

Gli abbonamenti divisi in tre turni A, B e Pomeridiano potranno essere rinnovati a partire dall’11 giugno e fino al 25 giugno compreso

Sono previsti un abbonamento (A, B, Pomeridiano) che riunisce le opere e i concerti sinfonici per un totale di 14 spettacoli con prezzi a partire dai 370 euro in galleria fino ai 975 euro nel primo settore di platea per il turno A e di 910 euro nel primo settore di platea per i turni B e Pomeridiano.

Un abbonamento (A, B, Pomeridiano) solo alle opere che parte dai 120 euro della galleria fino ai 440 euro nel primo settore di platea per il turno A e di 370 euro nel primo settore di platea per i turni B e Pomeridiano.

È previsto anche un abbonamento solo al ciclo concertistico (10 concerti) che parte dai 275 euro di galleria della Sala Grande e settore C della sala Mehta fino ai 595 euro di platea 1 in Sala Grande e del settore A della sala Mehta.

I nuovi abbonamenti potranno essere sottoscritti a partire dal 28 giugno.

I biglietti singoli saranno messi in vendita a partire dall’11 giugno per le date fuori abbonamento e a partire dal 9 luglio per le date in abbonamento.

La programmazione estiva “Estate al Maggio!”

L’estate prevede il ciclo “Estate al Maggio!” inserito nella programmazione dell’Estate Fiorentina 2024 del Comune di Firenze con la messa in scena di Il barbiere di Siviglia il 18, 20, 22 e 24 luglio alle ore 21, in Cavea. Il teatro all’aperto sul tetto del Maggio per l’occasione godrà di un palcoscenico costruito allo scopo e di una buca d’orchestra. L’opera è diretta dal giovane Riccardo Bisatti con l’ormai “tradizionale” regia di Damiano Michieletto, qui ripresa da Andrea Bernard. A quasi vent’anni esatti dalla sua prima messa in scena, avvenuta nel luglio del 2005 al Teatro Romano di Fiesole e dunque nata e pensata in origine per uno spazio aperto, proprio come la Cavea del Maggio, giunge alla sua decima messa in scena nelle stagioni del Teatro. Nonostante l’età, mantiene intatta tutta la sua freschezza, originalità e modernità che ne hanno fatto nel corso del tempo un allestimento “sempre verde” e apprezzatissimo del Maggio.

Sempre in Cavea, sotto le stelle, il concerto sinfonico corale “Sogno di una notte di mezza estate”, musiche di scena Op. 61. di Felix Mendelssohn Bartholdy, il 23 luglio alle 21, sarà diretto da un altro giovane direttore Hankyeol Yoon, già pluripremiato in numerosi concorsi tra cui recentemente il prestigioso primo premio “Herbert von Karajan Young Conductors Award”. Grazie a questa importante vittoria il Maggio Fiorentino gli ha offerto il debutto italiano con il doppio concerto lo scorso febbraio – accolto con calore sia dal pubblico che dalla critica – e lo ha riconfermato per questa estate, anticipando il suo debutto al Festival di Salisburgo nel prossimo mese di agosto.

Questi due appuntamenti fiorentini seguono le due importanti tournée internazionali, la prima in Cina a Tianjin il 19 e 20 giugno e Beijing il 21, 22 e 23 giugno, e la seconda in Slovenia al Ljubljana Festival dall’ 8 al 10 luglio. In entrambi i tour sul podio nelle diverse occasioni salirà il maestro Zubin Mehta. Squisitamente concertistico il programma in Cina: a Tianjin verrà eseguito il 19 giugno il concerto n.2 per pianoforte e Orchestra di Fryderyk Chopin (solista Vanessa Benelli Mosell) e la Sinfonia n. 7 in Re minore, Op. 70, B. 141 di Antonín Dvořák; il 20 verrà eseguito un programma tutto dedicato a Ludwig van Beethoven con il concerto per violino e orchestra in re maggiore, op. 61 con Amira Abouzara solista al violino, e la Sinfonia n. 7 in la maggiore Op. 92. A Beijing verranno proposti i primi due programmi il 21 e il 22, mentre l’ultima sera del 23 giugno assieme al concerto n.2 per pianoforte e orchestra di Chopin verrà eseguita la beethoveniana sinfonia n.7. A Ljubljana l’8 e il 10 luglio il maestro dirigerà Il trovatore di Giuseppe Verdi, nell’allestimento scenico firmato da Cesare Lievi – ripreso da Stefania Grazioli– che ha debuttato nella Sala Mehta del Teatro del Maggio nell’autunno del 2022 mentre il 9 luglio il maestro Mehta dirigerà un concerto sinfonico con le composizioni di Ludwig van Beethoven.

Le opere da settembre a dicembre 2024

Si alza il sipario della sala Grande del Teatro del Maggio il 20 settembre, con repliche il 22, il 24 e 27 settembre con La cenerentola, di Gioachino Rossini, nell’allestimento del maggio con la regia di Manu Lalli e la direzione di Gianluca Capuano che torna al Maggio dopo il grande successo di Alcina. Le scene sono di Roberta Lazzeri, i costumi di Gianna Poli le luci di Vincenzo Apicella. Lo spettacolo andato in scena all’aperto nel Cortile dell’Ammannati a Palazzo Pitti nel 2017 e stato anche allestito sul palcoscenico della sala grande del Maggio nel 2018. Tra gli interpreti principali Teresa Iervolino, già presente nell’ultima edizione nella parte di Angelina e Marco Filippo Romano in quella di Don Magnifico. Clorinda e Tisbe saranno Maria Laura Iacobellis e Aleksandra Meteleva.

Secondo titolo operistico è Madama Butterfly, di Giacomo Puccini in scena dal 24 ottobre e con repliche 27 e 31 e 2 novembre.

Un nuovo allestimento con la firma di Lorenzo Mariani, le scene di Alessandro Camera e i costumi di Silvia Aymonino e la direzione di Daniele Gatti. Il maestro ha diretto il capolavoro pucciniano solo in tre occasioni nel passato: a Chicago nel 1991 e poi al Met di New York nel 1994 e a Bologna nel 2003. Protagonista dell’opera nella parte di Cio-Cio-San è Carolina Lòpez Moreno, soprano il cui nome ritornerà ancora nelle locandine del Maggio a cominciare da La traviata in scena da novembre, opera nella quale interpreterà – debuttandola – la parte di Violetta. In locandina come Pinkerton torna Piero Pretti il quale ha colto un grande successo nelle recite di Tosca come Cavaradossi ora in cartellone (una recita sarà sostenuta dal tenore Vincenzo Costanzo, anche lui attualmente impegnato in Tosca); Sharpless sarà il baritono Nicola Alaimo che il giorno dopo l’ultima recita di Butterfly del 2 novembre, il 3 tornerà sul palcoscenico per il terzo concerto di canto della stagione autunnale.

Il 19 novembre con repliche il 21, 24, 26, 30 e 1 dicembre va in scena un nuovo allestimento di La traviata di Giuseppe Verdi, con la direzione di Roberto Abbado e la regia di Stefania Grazioli. Le luci sono di Valerio Tiberi. Si alternano nella parte di Violetta Carolina Lòpez Moreno e Julia Muzychenko (entrambe al debutto); Alfredo sarà Giovanni Sala che si alternerà con Matheus Pompeu.

A chiudere la programmazione operistica il 15 dicembre con repliche il 18, 20 e 22 è in cartellone un “buffo” dittico con il nuovo allestimento di Mavra di Igor Stravinskij e la ripresa di Gianni Schicchi di Giacomo Puccini. La regia e le scene di entrambe sono di Denis Krief, che aveva già firmato lo Schicchi nel 2019 e che per questa occasione ambienterà anche la novità nel medesimo impianto scenico. Sul podio sale Francesco Lanzillotta. Nel cast nelle due opere Ivàn Ayòn Rivas (L’ussaro e Mavra ) in Mavra e Rinuccio nello Schicchi. In Mavra cantano Julia Muzychenco (appena ascoltata anche come Violetta), Kseniia Nikolaieva, Aleksandra Meteleva. In Gianni Schicchi, Roberto De Candia è Gianni Schicchi, Lauretta è Julia Muzychenco, Zita è Kseniia Nikolaieva, Nella è Nikoletta Hertsak; Simone è Adriano Gramigni, La Ciesca è Aleksandra Meteleva.

In tutte le opere in buca l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino; in scena il Coro del Maggio Musicale Fiorentino. Direttore del Coro è il maestro Lorenzo Fratini.

Il programma di concerti sinfonico corali, sinfonici e di canto

A dare avvio alla programmazione concertistica il 7 settembre, è in calendario il concerto sinfonico diretto da Dmitry Matvienko (al debutto fiorentino) che eseguirà la suite Romeo e Giulietta di Prokofiev e, di Sergej Rachmaninov, il concerto n.3 in re minore op. 30 per pianoforte e orchestra con il pianista Giovanni Bertolazzi. Questo come i successivi del 19 e del 26 settembre sono dedicati al repertorio russo, proposto per tutti e tre con varie angolazioni sia dal punto di vista dei compositori come Rachmaninov, appunto, poi Cajkovskij e Musorgskij sia dei loro più popolari lavori. Il 19 il concerto è affidato alla bacchetta di Alessandro Bonato e il 26 sul podio salirà Luciano Acocella. A fianco di Bertolazzi, come lui altri due affermati pianisti italiani Francesco Libetta che eseguirà il celebre concerto n.2 in do minore op.18 di Rachmaninov (il 19) e Giuseppe Albanese che affronterà l’altrettanto famosissimo concerto n.1 in si bemolle minore op. 23 di Cajkovskij.

In settembre anche due importanti concerti con protagoniste due stelle del canto molto amate dal pubblico. Il primo dei due è in calendario il 12 e vede il soprano Jessica Pratt, con la quale il Maggio costruirà un progetto artistico pluriennale, con il direttore Riccardo Frizza eseguire con l’Orchestra e il Coro del Maggio, alcune grandi “scene di pazzia”, incorniciate dalle sinfonie, da opere quali La sonnambula e I puritani di Bellini, Emilia di Liverpool, Lucia di Lammermoor, La Favorite e Linda di Chamounix di Donizetti. I brani eseguiti sono tutti contenuti nel CD “Delirio” che dà il nome al concerto e che offre un panorama di quelle eroine che hanno consacrato il soprano australiano come grandissima protagonista del bel canto. Il maestro del Coro è Lorenzo Fratini.

Il 29 settembre sarà il mezzosoprano Teresa Iervolino, immediatamente dopo il suo impegno nelle recite di La cenerentola nella parte di Angelina, a essere protagonista del secondo concerto di canto con l’Orchestra del Maggio diretta da Matteo Parmeggiani. Iervolino eseguirà arie da Semiramide di Rossini, da Ernani di Verdi e la cantata per voce e orchestra Giovanna d’Arco di Rossini (nell’orchestrazione di Luca Giovanni Logi); in programma anche le sinfonie da Elisabetta, regina d’Inghilterra di Gioachino Rossini e da Luisa Miller di Giuseppe Verdi.

Il mese di settembre si completa il 28 e 29 (e con l’ultimo concerto il 5 ottobre) con il Festival dei Cori di Voci Bianche di sette Fondazioni Lirico sinfoniche italiane: quella del Maggio con il coro dell’Accademia, e poi del Teatro di San Carlo di Napoli, del Teatro Regio di Torino, del Teatro alla Scala di Milano, del Teatro Comunale di Bologna, del Teatro Carlo Felice di Genova e del Teatro dell’Opera di Roma. La maestra del Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio è Sara Matteucci.

Il maestro Zubin Mehta, il direttore emerito a vita del Maggio darà avvio alla programmazione sinfonica d’ottobre, il 6 alle ore 17 con l’esecuzione della sinfonia n.8 in do minore di Anton Bruckner mentre il maestro Daniele Gatti il direttore principale, il 10, 17 e il 26 ottobre chiude un ideale “Progetto Brahms”, che ha attraversato il 2024 ed è iniziato nei concerti di febbraio (Hankyeol Yoon e Min Chung), con Ein Deutsches Requiem, il 10 ottobre e poi con l’integrale delle sinfonie: il 17 ottobre la n.3 e la n.1 e poi il 26 ottobre la sinfonia n.2 e la sinfonia n.4.

Il baritono Nicola Alaimo il giorno dopo l’ultima recita di Butterfly del 2 novembre, il 3 tornerà sul palcoscenico per il terzo concerto di canto della stagione autunnale. Sul podio come per il concerto con Teresa Iervolino, troviamo di nuovo Matteo Parmeggiani. In programma rare composizioni tutte di Gaetano Donizetti dalle opere Alahor in Granata, Parisina, Maria di Rohan, Torquato Tasso tutte incluse nel CD edito dal Maggio “Donizetti grand seigneur”.

Il mese di novembre dopo le prime occasioni offerte dall’ultima recita di Butterfly e dal concerto di canto di Alaimo, viene ufficialmente battezzato l’8 – venerdì – alle ore 20 e il 9 – sabato – alle ore 18 dalla talentuosa figura artistica di Glass Marcano vincitrice nel 2020 del premio dell’Orchestra della prima edizione del concorso internazionale “La MaestrA” di Parigi, concorso che si tiene ogni due anni. Venezuelana con una formazione nell’ambito di “El Sistema di Josè Antonio Abreu” la direttrice eseguirà pagine di Leonard Bernstein: West side story e Candide e sarà affiancata dal soprano Génesis Moreno anche lei venezuelana e come Marcano si è formata nel sistema Abreu ed è la recente vincitrice del IX Premio Kraus nel settembre 2023. La seconda parte del concerto prevede l’esecuzione della Sinfonia n.9 in mi minore op. 95 Dal nuovo mondo di Antonìn Dvorak.

Il 15 novembre alle ore 20 in Sala Mehta, Federico Maria Sardelli grande interprete del repertorio barocco sale sul podio per un concerto che vedrà la partecipazione del sopranista Bruno de Sà, vera star mondiale del canto barocco dalle qualità vocali straordinarie che per la prima volta canta a Firenze. Pagine di Filz, Mozart, Cherubini e Carl Philipp Emanuel Bach.

Il 29 novembre alle ore 20, giorno esatto in cui ricorre il centenario della morte di Giacomo Puccini, è in programma uno spettacolo ”Puccini racconta Puccini” nel quale, con la drammaturgia di Alberto Mattioli che attinge direttamente dall’epistolario pucciniano per i testi che saranno interpretati da Alfonso Antoniozzi nella parte di Puccini, si racconta la vita del grande compositore; verranno eseguite dall’Orchestra del Maggio con la direzione di Francesco Lanzillotta, alcune delle pagine meno note e più raramente eseguite del repertorio pucciniano come per esempio i pezzi sinfonici. Orchestra e Coro del Maggio, direttore del Coro, Lorenzo Fratini.

Il mese di dicembre si apre con l’ultima recita di La traviata e il 5 è ospite del Maggio l’Orchestra Giovanile Italiana diretta da Thomas Dausgaard; sui leggii la sinfonia n.5 in si bemolle maggiore di Anton Bruckner. Venerdì 13 dicembre alle ore 20 e sabato 14 alle ore 18 Michele Spotti al suo debutto fiorentino dirige l’Orchestra e il Coro del Maggio in Die erste Walpurgisnacht (La prima notte di Valpurga) cantata di Felix Mendelssohn-Bartholdy e la Sinfonia n.5 in mi minore op.64 di Cajkovskij. Maestro del Coro, Lorenzo Fratini.

Il 21 dicembre torna Ivor Bolton, direttore che è stato molto vicino nel passato al Maggio Fiorentino e che propone un concerto con la sinfonia n.38 in re maggiore K 504, Praga, di Mozart e di Stravinskij, Pulcinella, suite dal concerto e la “Sinfonia di salmi”, per coro – diretto da Lorenzo Fratini – e Orchestra. Il 22 dicembre è in programma il concerto di Natale con il Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. La maestra del coro di voci bianche è Sara Matteucci.

La programmazione del periodo autunnale si arricchisce con lo spettacolo per le famiglie La fiaba di Tristano in collaborazione con Venti Lucenti per il progetto “All’Opera”. La regia, la scrittura scenica e i costumi sono di Manu Lalli, direttore Giuseppe La Malfa, in buca l’Orchestra del Maggio. Protagonisti gli attori e gli animatori di Venti Lucenti, i centodieci bambini e ragazzi del Progetto “All’Opera”. È un nuovo allestimento del Maggio Fiorentino in coproduzione con Venti Lucenti e in collaborazione con l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. È un progetto di Fondazione CR Firenze a cura di Venti Lucenti. In collaborazione con l’Assessorato all’Educazione, Welfare e Immigrazione del Comune di Firenze.

Il Teatro del Maggio ringrazia i soci fondatori e i soci privati.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia per il sostegno i Soci: Soci di diritto Fondatori Pubblici: Repubblica Italiana nel Ministero della Cultura, Comune di Firenze e Regione Toscana.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia altrettanto i Soci Fondatori privati:

Fondazione CR Firenze, Intesa Sanpaolo; Baker Hughes, Allianz, Gucci, Publiacqua, Toscana Aeroporti, Unicoop Firenze, Salvatore Ferragamo, Toscana Energia, Università di Firenze, Pitti Immagine; gli Sponsor: Enel, Caffè Borbone, Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella, Zignago Vetro, Cassetti Gioielli; gli Sponsor Tecnici: Tecnoconference, Torrigiani.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia inoltre tutti gli aderenti all’Albo degli Associati: le Aziende mecenati, i Soci Corporate plus, i Sostenitori, i Benemeriti, i Soci effettivi, i Soci effettivi junior, i Soci, e l’Associazione Amici del Maggio Musicale Fiorentino.

Riccardo Muti torna sul palco del Ravenna Festival con la sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini

Dopo il concerto di apertura con i Wiener Philharmoniker (11 maggio), Riccardo Muti sarà sul podio della sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini in altri due appuntamenti.

In occasione del centenario della morte di Ferruccio Busoni, Muti ne dirige la Turandot Suite op. 41; il programma si completa con brani di Schubert, Catalani e Mozart, con Simone Nicoletta solista nel Concerto in la maggiore K 622 (9 giugno).

In memoria di coloro che hanno perso la vita nel Mediterraneo per il sogno di una vita migliore, il concerto dell’Amicizia ha invece per cuore lo Stabat Mater che Giovanni Sollima ha composto su versi di Filippo Arriva in antico dialetto siciliano.

Sul palco anche il Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini”, le donne di Coro a Coro dirette da Rachele Andrioli, il controtenore Nicolò Balducci e Lina Gervasi al theremin. Il programma si apre con la Sinfonia n. 4 “Tragica” di Schubert (7 luglio).

Tra gli ospiti anche due direttori per la prima volta al Festival.

Alla guida della Gustav Mahler Jugendorchester, Kirill Petrenko celebra Anton Bruckner nel bicentenario della nascita, con la sua Sinfonia n. 5 (2 giugno).

Sir Simon Rattle dirige invece la Chamber Orchestra of Europe, in un programma che scorre lungo le stagioni artistiche della Mitteleuropa: da Schubert a Dvořák, da Mahler a Bartók (28 giugno).

L’elegante chiostro della Loggetta Lombardesca accoglie due quintetti nati in seno a grandi orchestre: i Philharmonic Five, solisti dei Wiener (29 giugno), e il Chicago Symphony Brass Quintet (4 luglio). La Loggetta sarà cornice anche dell’omaggio a Byron e al suo legame con Ravenna, per il bicentenario della morte del poeta inglese, con il tenore Ian Bostridge, Julius Drake al pianoforte e i testi di Byron affidati a Lucasta Miller (27 giugno).

Tra i pianisti ospiti Filippo Gorini, che si divide fra Schubert e il compositore ungherese György Kurtág (16 maggio), David Fray, in quest’occasione accanto al violinista Renaud Capuçon per Beethoven e Schubert (18 maggio) e Michele Campanella con il Quartetto Indaco per Schubert e Martucci (28 maggio).

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Sarà Riccardo Muti con i Wiener Philarmoniker ad aprire il RAVENNA FESTIVAL 2024 il prossimo 11 maggio che si chiuderà il 9 luglio.

In maggio-giugno : Romagna in fiore 15-21 ed a novembre la Trilogia d’Autunno.

E fu sera e fu mattina: scegliendo per titolo le parole che nella Genesi marcano il succedersi dei giorni della Creazione, la XXXV edizione di Ravenna Festival riflette sugli effetti del cambiamento climatico sul nostro pianeta, adottando nuove pratiche ecosostenibili per lo spettacolo dal vivo, ma anche sul valore della creatività come risorsa per comunità inclusive e multiculturali.

Riccardo Muti apre il Festival l’11 maggio con i Wiener Philharmoniker, mentre – a un anno dall’alluvione in Romagna – la rassegna Romagna in fiore porta concerti gratuiti e green nei territori colpiti.

Tra gli ospiti del programma estivo ci sono Simon Rattle, Kirill Petrenko, Accademia Bizantina, Eleonora Abbagnato, Sergio Bernal, il Ballet de l’Opéra de Lyon, il Philip Glass Ensemble, Giovanni Sollima, Mario Brunello, Paolo Fresu e Omar Sosa, Colapesce Dimartino, Ian Bostridge, Hildur Gudnadóttir, Laura Morante…

Anche quest’anno Ravenna Festival vanta oltre cento alzate di sipario, con il coinvolgimento di più di un migliaio di artisti, grazie al sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Ravenna, del partner principale Eni e degli sponsor al fianco della manifestazione.

CARNET OPEN (min. 4 spettacoli)
-15% sul prezzo dei biglietti

I giovani al festival
• Under 18: 5 Euro, ove previsto
• Carta Giovani Nazionale (18-35 anni): sconto 50% ove previsto


Il programma della rassegna Romagna in Fiore (gratuita) sarà disponibile dal 12 marzo

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E fu sera e fu mattina: con questa formula il libro della Genesi marca il succedersi dei giorni della Creazione. Che sia la settimana del racconto biblico o gli oltre nove miliardi di anni che secondo la scienza intercorrono fra il Big Bang e la formazione del pianeta Terra, che il mondo sia nato dalla sconfitta di un dio mostruoso, da un uovo o da una canzone, dalle fiamme di un grande incendio o dal tuffo di un uccello nelle acque primordiali, una cosa è certa: non c’è più tempo.

Nelle parole dell’attivista Greta Thunberg c’è l’emergenza di agire a difesa di un pianeta le cui risorse stiamo esaurendo e avvelenando, pervertendone gli equilibri per profitto o noncuranza pur di fronte ai devastanti effetti del cambiamento climatico. E nel titolo scelto per la XXXV edizione di Ravenna Festival – E fu sera e fu mattina – c’è il desiderio non solo di riflettere e sensibilizzare attraverso i linguaggi dello spettacolo, ma anche di esplorare e adottare nuove pratiche ecosostenibili.

A un anno dall’alluvione in Romagna, il Festival dedica infatti parte della programmazione ad alcuni dei territori più colpiti, con concerti gratuiti e rigorosamente nel segno del green per scoprire e riscoprire la Romagna in fiore e celebrarne lo spirito di resilienza e comunità.

Dall’altra parte, le parole della Genesi sono l’occasione per meditare sull’atto di creazione che è proprio di ogni arte e sul valore della creatività, anch’essa forma di resistenza che può superare gli ostacoli della discriminazione e farsi risorsa per le comunità.

Riccardo Muti apre il Festival l’11 maggio sul podio dei Wiener Philharmoniker, per poi tornare alla guida della sua Orchestra Cherubini in due concerti. Il secondo è quello delle Vie dell’Amicizia, per il quale sarà eseguito lo Stabat Mater di Giovanni Sollima per ricordare il dramma dei migranti; quest’anno il progetto dell’Amicizia si compone anche del debutto dello spettacolo dedicato alla velocista somala Samia Yusuf Omar, sul cui sogno olimpionico si sono chiuse le acque del Mediterraneo.

Sull’orizzonte sinfonico si stagliano altri due maestri del calibro di Simon Rattle e Kirill Petrenko, entrambi per la prima volta al Festival. Mentre i film della Trilogia Qatsi di Godfrey Reggio e Philip Glass, proposti con le musiche originali eseguite dal vivo con la partecipazione del Philip Glass Ensemble, sono uno sguardo sul rapporto fra uomo e mondo, a Sant’Apollinare in Classe Ottavio Dantone guida Accademia Bizantina nella Creazione di Haydn, oratorio traboccante di gratitudine e meraviglia di fronte al Creato.

Il Museo Classis ospita le quattro giornate della Chiamata alle arti, con cui Cristina Mazzavillani Muti ha invitato giovani e giovanissimi a esprimersi e confrontarsi in una varietà di linguaggi artistici, ma “partecipazione” è la parola d’ordine anche per il Pluto di Aristofane che Marco Martinelli rimette in vita con gli adolescenti del territorio napoletano, per il Grande Teatro di Lido Adriano e per la seconda anta del Don Chisciotte ad ardere del Teatro delle Albe/Ravenna Teatro.

Non mancano gli appuntamenti nelle basiliche cittadine, incluse quelle bizantine patrimonio Unesco; il Festival ha inoltre commissionato una nuova sacra rappresentazione dedicata all’imperatrice romana Galla Placidia.

La sezione danza include invece la prima di Un amico di Virgilio Sieni, il Ballet de l’Opéra de Lyon, il gala Les étoiles con Eleonora Abbagnato e SeR di Sergio Bernal.

Il Festival, che tornerà in scena dal 15 al 21 novembre con la Trilogia d’Autunno, è anche a Cervia-Milano Marittima con la rassegna di parole e note Il Trebbo in musica, a Lugo nell’elegante Pavaglione e a Russi con la maestosa scenografia di Palazzo S. Giacomo.

L’Orchestra Cherubini, che quest’anno festeggia il ventennale della propria creazione, rinnova il progetto La musica senza barriere, che ne vede le formazioni da camera portare la musica in RSA, ospedali, carceri e luoghi di volontariato, cultura e arte nel territorio di Ravenna e oltre.

Riccardo Muti, il 21 febbraio, torna sul palco del Regio di Torino con “Un ballo in maschera”.

Stagione d’Opera e di Balletto 2023/2024

Un ballo in maschera
Riccardo Muti torna al Teatro Regio
Andrea De Rosa firma il nuovo allestimento del capolavoro verdiano

Atteso debutto per Luca Micheletti
 Teatro Regio, dal 21 febbraio al 3 marzo 20

Riccardo Muti è senza dubbio uno dei più prestigiosi direttori al mondo, “l’apostolo del mito italiano” (come lo definì il giornalista Lorenzo Arruga): la sua brillante carriera e la personalità magnetica ne fanno costantemente fonte di ispirazione e di fascino. Sarà nuovamente sul podio del Teatro Regio dopo Così fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart, presentato in streaming nel marzo 2021, e dopo Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, del novembre 2022. In una recente intervista a la Repubblica, raccolta da Susanna Franchi, il Maestro ha dichiarato: «Il Regio è un teatro molto importante, che ha fatto cose importanti, c’è stato Toscanini, ci sono stati grandi direttori, spero possa continuare a migliorare sempre. L’incontro con orchestra, coro e tecnici è stato straordinario, lì c’è un modo di essere che forse deriva dall’eleganza della città. È un ambiente di lavoro eccellente e questa è la ragione per cui sono tornato, ci torno, e spero di tornarci ancora».

Regista teatrale di prosa e opera lirica, Andrea De Rosa è stato direttore del Teatro Stabile di Napoli ed è oggi alla direzione del TPE Teatro Astra di Torino. Con il Maestro Riccardo Muti ha già collaborato per Don Pasquale di Donizetti (Ravenna, Madrid) e Il matrimonio inaspettato di Paisiello (Festival di Pentecoste di Salisburgo). Il pubblico torinese ha potuto apprezzare la sua lettura registica nel Manfred di Schumann/Byron e nel dittico formato da Goyescas di Granados e Suor Angelica di Puccini. Descrive così il suo lavoro: «La corte di Riccardo, il suo palazzo, saranno costantemente immersi in un clima di festa. Sin dalla prima scena, racconterò un’atmosfera di spossatezza, di stanchezza, di ubriacatura, come se fossimo, appunto, alla fine di uno dei tantissimi balli in maschera che si svolgono in questa casa. Ho immaginato un Riccardo giovane che, prima di essere Governatore, è un uomo che sprigiona un’energia vitale simile per certi versi a quella di Don Giovanni. Per un uomo così, l’amore impossibile per Amelia, la moglie del suo più caro amico, diventa il limite invalicabile che egli è tentato di scavalcare. Il lato oscuro di questo amore, che trascina i malcapitati verso la tragedia finale e la morte, avrà il volto di Ulrica, la maga, la veggente che, come le streghe di Macbeth, darà la spinta definitiva a quello che stava già precipitando. La maschera sarà l’elemento centrale, non solo nel ballo finale, ma della messa in scena di tutto lo spettacolo».

Riccardo, conte di Warwick, avrà la voce e il volto del tenore Piero Pretti, artista dalla carriera internazionale, molto amato dal pubblico del Regio, dove ha interpretato ruoli fondamentali in importanti produzioni: I Vespri siciliani, Rigoletto, Lucia di Lammermoor e La traviata nelle Stagioni 2011 e 2012; il premiatissimo La donna serpente nella Stagione 2015-16 e Macbeth nel giugno 2017 per la regia di Emma Dante. Ha lavorato in tutti i più importanti palcoscenici: dall’opera di Parigi alla Staatsoper di Vienna, passando per La Scala. Il suo repertorio, da vero tenore lirico, spazia dai capolavori di Donizetti a quelli di Puccini, includendo tutti i principali ruoli creati da Verdi. E ha partecipato a numerose produzioni dirette dal Maestro Muti.

Così come Luca Micheletti – protagonista dell’ultimo Don Giovanni – che debutta nel ruolo di Renato. Il trentottenne baritono, attore e regista, ma anche saggista, traduttore e drammaturgo con un dottorato in italianistica, è figlio d’arte, erede di una dinastia di artisti girovaghi. Inizia a cantare quasi per caso quando Marco Bellocchio per il film su Pagliacci di Leoncavallo gli chiese di farlo. Dal debutto nel 2018 ha calcato i più importanti palcoscenici dalla Scala, alla Royal Opera House di Londra, da Sydney a Tokyo sotto la direzione di maestri come Riccardo Muti e Zubin Mehta. Amelia, moglie di Renato, sarà Lidia Fridman, astro nascente nel panorama operistico, classe 1996 la cantante russa si è formata presso i Conservatori di Udine e Venezia, interprete sensibile, possiede una voce ben calibrata e fluida e una presenza scenica che si è dimostrata estremamente incisiva; torna al Teatro Regio dopo Norma nella Stagione 2022.

Il mezzosoprano Alla Pozniak sarà l’indovina Ulrica, il soprano Damiana Mizzi, il paggio Oscar. Il cast prevede inoltre: il baritono Sergio Vitale (Silvano), il basso Daniel Giulianini (Samuel), il basso Luca Dall’Amico (Tom) e il tenore Riccardo Rados (Un giudice e Un servitore di Amelia).

La nuova produzione si avvale delle scene estremamente raffinate ed eleganti di Nicolas Bovey, Premio Ubu 2021 per la Migliore Scenografia de La casa di Bernarda Alba e Le sedie, Premio Ubu 2022 per il Miglior Disegno Luci de La signorina Giulia e I due gemelli veneziani, Premio Le Maschere del Teatro per la scenografia de Le Sedie. I costumi sono firmati da Ilaria Ariemme, torinese vive e lavora a Milano, allieva di Luisa Spinatelli, Gastone Mariani, Maria Carla Ricotti, Miretta Tovini ed Edoardo Sanchi. I movimenti coreografici sono di Alessio Maria Romani e le luci di Pasquale Mari. Il Coro del Teatro Regio è istruito, come di consueto, dal Maestro Ulisse Trabacchin.

Il melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Antonio Somma tratto dal dramma di Eugène Scribe Gustave III, ou Le Bal masqué, debuttò al Teatro Apollo di Roma il 17 febbraio 1859 (e non a Napoli come previsto) dopo un’estenuante disputa con la censura borbonica che impose a Verdi di mascherare i messaggi potenzialmente antimonarchici.

Al centro della vicenda: Riccardo, conte di Warwick e governatore di Boston, Renato, suo segretario, e Amelia, moglie di Renato. Il conte ha organizzato un gran ballo in cui potrà rivedere Amelia, la donna di cui è segretamente innamorato, ma che è sposata con il suo caro amico, Renato. Questi lo avverte di una congiura ordita dai suoi nemici Samuel e Tom, mentre l’indovina Ulrica predice che la morte di Riccardo avverrà per mano di Renato, profezia alla quale nessuno presta ascolto. La scoperta dell’amore tra la moglie e Riccardo, convince Renato a collaborare con i cospiratori per uccidere il conte. Tutto accade durante la celeberrima scena del ballo in maschera, quando Riccardo viene colpito a morte da Renato, accecato dalla gelosia.

Nell’opera, tratta da una storia vera, convivono in equilibrio magistrale il comico e il tragico, la frivolezza del paggio Oscar, unico personaggio en travesti di tutto il teatro verdiano, e la passionalità del duetto d’amore dell’atto II e della grande aria di Renato «Eri tu che macchiavi quell’anima».

L’Anteprima Giovani, riservata agli Under 30, è in programma lunedì 19 febbraio alle ore 20.

L’operasarà presentata mercoledì 14 febbraio al Piccolo Regio Puccini alle ore 18, nella conferenza-concerto a ingresso libero condotta da Susanna Franchi.

Biglietteria e informazioni

I biglietti per Un ballo in maschera sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio e on line su www.teatroregio.torino.it

Biglietteria del Teatro Regio: Piazza Castello 215 – Torino | Tel. 011.8815.241 – 011.8815.242 | biglietteria@teatroregio.torino.it. Orario di apertura: da lunedì a sabato ore 11-19; domenica: ore 10.30-15.30; un’ora prima degli spettacoli.

Per tutte le informazioni e gli aggiornamenti: www.teatroregio.torino.it

IL RITORNO DI RICCARDO MUTI ALL’OPERA DI ROMA CON LA CHICAGO SYMPHONY PER I CENT’ANNI DELLA BANCA DEL FUCINO

Spettacolo unico lunedì 29 gennaio 2024

Tutti esauriti i biglietti gratuiti messi a disposizione del pubblico

dalla Banca del Fucino l’8 gennaio

Riccardo Muti torna sul podio dell’Opera di Roma per la tappa conclusiva della sua ottava tournée europea alla guida della Chicago Symphony Orchestra, di cui è Direttore musicale dal 2010 e di cui è stato nominato, da settembre 2023, anche Direttore musicale emerito a vita. Ultima data del tour italiano dell’orchestra americana – dopo il 26 gennaio all’Auditorium del Lingotto di Torino e il 27 alla Scala di Milano – il concerto, in programma al Teatro Costanzi lunedì 29 gennaio 2024 alle ore 20.00, è offerto dalla Banca del Fucino in occasione del centenario della sua fondazione. La banca è Mecenate della Fondazione del Teatro dell’Opera di Roma dal maggio del 2020, così in questa speciale occasione, e in coerenza con il suo impegno al rilancio e valorizzazione della scena artistica della Capitale, ha reso disponibili al pubblico della città 700 biglietti gratuiti, 110 dei quali destinati ai licei che abitualmente partecipano alle attività del Teatro. I posti sono andati esauriti l’8 gennaio dopo l’apertura della prenotazione online tramite la pagina di Ticketone.

Fondata da Theodore Thomas nel 1891, la Chicago Symphony Orchestra (CSO) è considerata una delle migliori orchestre al mondo. Nel corso dei suoi oltre cento anni di storia, alla sua guida si sono susseguiti direttori come Fritz Reiner, Sir Georg Solti e Daniel Barenboim; Pierre Boulez, Carlo Maria Giulini e Claudio Abbado ne hanno inoltre ricoperto la carica di direttori ospiti principali. Con un repertorio che spazia dal barocco al contemporaneo, la CSO si esibisce in più di 150 concerti l’anno presso il Symphony Center di Chicago e il Ravinia Festival, mentre le sue registrazioni discografiche – insieme a quelle del Coro e comprese le recenti pubblicazioni su CSO Resound, l’etichetta indipendente dell’Orchestra nata nel 2007 – hanno ottenuto ben 64 Grammy Awards. La compagine possiede inoltre una lunga tradizione di tournée internazionali: dal 1982 ne ha effettuate 63, toccando fino a 29 paesi. L’ultimo suo concerto all’Opera di Roma risale al 2012, con il Maestro Muti sul podio.

Come suo decimo direttore musicale, Riccardo Muti si è distinto per la forza del proprio legame artistico con l’orchestra e per la dedizione nell’esecuzione di opere tanto del passato quanto del presente: nel corso di questi anni ha diretto con l’ensemble sedici prime mondiali e registrato dodici album. Un lavoro che ha trovato esito in prestigiosi riconoscimenti: alla 53ª cerimonia annuale dei Grammy Awards nel 2011, la sua esecuzione dal vivo della Messa da Requiem di Verdi con la Chicago Symphony Orchestra e il Coro ha vinto due premi come Miglior Album Classico e Migliore Performance Corale. Con la CSO Muti ha compiuto sette tour europei, l’ultima nel 2020. Tra i più affermati e importanti direttori d’orchestra al mondo, il Maestro è stato precedentemente alla guida del Maggio Musicale Fiorentino (1968-1980), della Philharmonia Orchestra di Londra (1972-1982), della Philadelphia Orchestra (1980-1992) e del Teatro alla Scala (1986-2005) e ha diretto tutti prestigiosi ensemble internazionali: dai Berliner Philharmoniker alla New York Philharmonic, passando per l’Orchestre National de France e i Wiener Philharmoniker, che gli ha conferito l’Anello d’Oro. Quest’ultimo è solo uno dei riconoscimenti onorifici ricevuti nel corso della sua carriera, tra i quali si segnalano: Direttore Onorario a Vita della Fondazione Capitolina, Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana e la Grande Medaglia d’oro della Città di Milano; la Verdienstkreuz della Repubblica Federale Tedesca; la Legione d’Onore in Francia (già Cavaliere, nel 2010 il Presidente Nicolas Sarkozy lo ha insignito del titolo di Ufficiale) e il titolo di Cavaliere dell’Impero Britannico conferitogli dalla Regina Elisabetta II.

La tappa romana della tournée della Chicago Symphony Orchestra si apre con Il lago incantato (Poema sinfonico, Op. 62. 1909) di Anatolij Ljadov: questa scena da favola – come la definisce il suo autore – si ispira alle acque del lago Illmen, in Russia, evocandone lo scorrere placido e indolente delle onde; è la descrizione di uno spazio immobile, misterioso, talvolta mistico. A questa composizione segue la suite dal balletto L’uccello di fuoco (L’oiseau de feu) di Igor Stravinskij, eseguito nella seconda versione del 1919. Il lavoro rielabora in musica la fiaba del principe Ivan che, con l’aiuto di una penna dorata dell’Uccello di Fuoco da lui catturato, dovrà liberare dal mago Kascej – protagonista di una celebre danza poliritmica e ribollente – la principessa Vassilissa. A conclusione del concerto, poi, un’altra nota pagina sinfonica, questa volta di Richard Strauss: la fantasia sinfonica in Sol maggiore op. 16 del 1886 Aus Italien (Dall’Italia). Suddivisa in quattro quadri (Nella campagna romana, Tra le rovine di Roma, Sulla spiaggia di Sorrento e Vita popolare di Napoli) è il primo esperimento straussiano di musica a programma: opera musicalmente coloratissima, intreccio di temi e frammenti di natura descrittiva, dalle tarantelle alle canzonette napoletane (di cui il finale Funiculì Funicolà è il più noto esempio).

Riccardo Muti torna al Teatro alla Scala

Inizia oggi a Bruxelles la tournée europea che in 19 giorni impegnerà Maestro e Orchestra in 14 concerti in 11 città di sette Paesi.

Sabato 27 gennaio il Maestro dirigerà al Piermarini Aus Italien di Richard Strauss

e la Sinfonia n° 5 di Prokof’ev

Riccardo Muti torna sabato 27 gennaio sul podio del Teatro alla Scala con la Chicago Symphony Orchestra – di cui è Direttore musicale emerito a vita – con un programma che accosta la fantasia sinfonica Aus Italien di Richard Strauss e la Sinfonia n. 5 in si bem. magg. op. 100 di Sergej Prokof’ev.

Il concerto del 27, presentato dal Teatro nel ciclo riservato alle Orchestre Ospiti, è la penultima tappa della grande tournée europea che si apre questa sera al Palais des Beaux Arts di Bruxelles e che in 19 giorni, fino al 29 gennaio, presenterà 14 concerti in 11 città di sette Paesi. Le altre tappe sono le Philharmonie di Parigi, Essen e Lussemburgo, l’Alte Oper di Francoforte, la Philharmonie di Colonia, il Musikverein di Vienna, la National Concert Hall di Budapest e infine le tre tappe italiane: l’Auditorium del Lingotto il 26, il Teatro alla Scala il 27 e il Teatro dell’Opera di Roma il 29.

Tra i diversi programmi presentati nel corso della tournée figurano anche la Sinfonia n. 3 della compositrice Florence Price al Musikverein di Viennae la prima europea di The Triumph of the Octagon, commissionata dalla CSO e dedicata al Maestro da Philip Glass.

Il programma dettagliato dei concerti del tour europeo 2024 della CSO è disponibile sul sito www.cso.org   

Questa sarà la prima tournée europea della CSO con Riccardo Muti dal 2020 e la 35ª tournée europea e la 64ª tournée internazionale dell’Orchestra da quando ha iniziato a esibirsi regolarmente nel 1892.

Durante la tournée, i musicisti della CSO parteciperanno anche a corsi di perfezionamento e a performance speciali a Bruxelles e a Parigi, nell’ambito delle attività sostenute dal Negaunee Music Institute della CSO.

Riccardo Muti, che è stato Direttore Musicale del Teatro alla Scala dal 1986 al 2005, è attesissimo a Milano, dove il concerto ha registrato immediatamente il tutto esaurito.

SABATO 11 MAGGIO, RICCARDO MUTI E LA WIENER PHILHARMONIKER INAUGURANO LA XXXV EDIZIONE DEL RAVENNA FESTIVAL

Teatro Alighieri, sabato 24 febbraio, ore 11
Presentazione del programma completo di Ravenna Festival 2024

ingresso libero

Sabato 11 maggio al Pala De André, Riccardo Muti torna a dirigere la leggendaria compagine viennese nella piccola grande Ravenna, per lo speciale concerto d’inaugurazione della XXXV edizione del FestivalSa

Forti di un legame coltivato in oltre cinquant’anni di memorabili concerti a Vienna e Salisburgo, tournée in tutto il mondo e preziose incisioni, Muti e i Wiener propongono la Sinfonia n. 35 di Mozart, detta “Haffner”, e la Sinfonia n. 9 di Schubert, detta “La grande”. La prima partecipazione della Filarmonica di Vienna a Ravenna Festival risale al 1992 e, negli anni, ha arricchito il cartellone di eventi indimenticabili, come la trilogia Mozart-Da Ponte. Quello di maggio sarà il dodicesimo appuntamento dei Wiener nella città bizantina (l’undicesimo è stato nel 2021, anno in cui hanno celebrato il cinquantenario del loro sodalizio con Muti) e la prima delle sole tre tappe italiane della tournée.

Biglietti da 30 a 130 Euro (ridotti da 27 a 120 Euro)
Ridotti carnet Ravenna Festival 2023 da 23 a 100 Euro, presso la Biglietteria (anche telefonicamente)
Carta Giovani Nazionale (18-35 anni): III settore 20 Euro, IV settore 15 Euro

Prevendite presso la Biglietteria del Teatro Alighieri, anche telefonicamente 0544 249244, online su ravennafestival.org e Vivaticket, presso IAT Ravenna e Cervia e tutte le filiali de La Cassa di Ravenna Spa

IL RITORNO DI RICCARDO MUTI ALL’OPERA DI ROMCON LA CHICAGO SYMPHONYA PER I CENT’ANNI DELLA BANCA DEL FUCINO

Sono 700 i biglietti gratuiti messi a disposizione del pubblico dalla Banca del Fucino per lo spettacolo unico del 29 gennaio 2024

I biglietti sono prenotabili a partire da lunedì 8 gennaio alle ore 12.00

Riccardo Muti torna sul podio dell’Opera di Roma per la tappa conclusiva della sua ottava tournée europea alla guida della Chicago Symphony Orchestra, di cui è Direttore musicale dal 2010 e di cui è stato nominato, da settembre 2023, anche Direttore musicale emerito a vita. Ultima data del tour italiano dell’orchestra americana – dopo il 26 gennaio all’Auditorium del Lingotto di Torino e il 27 alla Scala di Milano – il concerto, in programma al Teatro Costanzi lunedì 29 gennaio 2024 alle ore 20.00, è offerto dalla Banca del Fucino in occasione del centenario della sua fondazione. La banca è Mecenate della Fondazione del Teatro dell’Opera di Roma dal maggio del 2020, così in questa speciale occasione, e in coerenza con il suo impegno al rilancio e valorizzazione della scena artistica della Capitale, rende disponibili al pubblico della città 700 biglietti gratuiti, 110 dei quali destinati ai licei che abitualmente partecipano alle attività del Teatro. I biglietti, disponibili in ogni ordine di posti (platea, palchi, balconata e posti di solo ascolto), potranno essere prenotati a partire da lunedì 8 gennaio 2024 alle ore 12.00 esclusivamente registrandosi e collegandosi alla pagina Ticketone dei Concerti del Teatro dell’Opera di Roma. È consentita la selezione di un massimo di due biglietti per persona, entrambi nominativi e non cedibili.

Fondata da Theodore Thomas nel 1891, la Chicago Symphony Orchestra (CSO) è considerata una delle migliori orchestre al mondo. Nel corso dei suoi oltre cento anni di storia, alla sua guida si sono susseguiti direttori come Fritz Reiner, Sir Georg Solti e Daniel Barenboim; Pierre Boulez, Carlo Maria Giulini e Claudio Abbado ne hanno inoltre ricoperto la carica di direttori ospiti principali. Con un repertorio che spazia dal barocco al contemporaneo, la CSO si esibisce in più di 150 concerti l’anno presso il Symphony Center di Chicago e il Ravinia Festival, mentre le sue registrazioni discografiche – insieme a quelle del Coro e comprese le recenti pubblicazioni su CSO Resound, l’etichetta indipendente dell’Orchestra nata nel 2007 – hanno ottenuto ben 64 Grammy Awards. La compagine possiede inoltre una lunga tradizione di tournée internazionali: dal 1982 ne ha effettuate 63, toccando fino a 29 paesi. L’ultimo suo concerto all’Opera di Roma risale al 2012, con il Maestro Muti sul podio.

Come suo decimo direttore musicale, Riccardo Muti si è distinto per la forza del proprio legame artistico con l’orchestra e per la dedizione nell’esecuzione di opere tanto del passato quanto del presente: nel corso di questi anni ha diretto con l’ensemble sedici prime mondiali e registrato dodici album. Un lavoro che ha trovato esito in prestigiosi riconoscimenti: alla 53ª cerimonia annuale dei Grammy Awards nel 2011, la sua esecuzione dal vivo della Messa da Requiem di Verdi con la Chicago Symphony Orchestra e il Coro ha vinto due premi come Miglior Album Classico e Migliore Performance Corale. Con la CSO Muti ha compiuto sette tour europei, l’ultima nel 2020. Tra i più affermati e importanti direttori d’orchestra al mondo, il Maestro è stato precedentemente alla guida del Maggio Musicale Fiorentino (1968-1980), della Philharmonia Orchestra di Londra (1972-1982), della Philadelphia Orchestra (1980-1992) e del Teatro alla Scala (1986-2005) e ha diretto tutti prestigiosi ensemble internazionali: dai Berliner Philharmoniker alla New York Philharmonic, passando per l’Orchestre National de France e i Wiener Philharmoniker, che gli ha conferito l’Anello d’Oro. Quest’ultimo è solo uno dei riconoscimenti onorifici ricevuti nel corso della sua carriera, tra i quali si segnalano: Direttore Onorario a Vita della Fondazione Capitolina, Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana e la Grande Medaglia d’oro della Città di Milano; la Verdienstkreuz della Repubblica Federale Tedesca; la Legione d’Onore in Francia (già Cavaliere, nel 2010 il Presidente Nicolas Sarkozy lo ha insignito del titolo di Ufficiale) e il titolo di Cavaliere dell’Impero Britannico conferitogli dalla Regina Elisabetta II.

La tappa romana della tournée della Chicago Symphony Orchestra si apre con Il lago incantato (Poema sinfonico, Op. 62. 1909) di Anatolij Ljadov: questa scena da favola – come la definisce il suo autore – si ispira alle acque del lago Illmen, in Russia, evocandone lo scorrere placido e indolente delle onde; è la descrizione di uno spazio immobile, misterioso, talvolta mistico. A questa composizione segue la suite dal balletto L’uccello di fuoco (L’oiseau de feu) di Igor Stravinskij, eseguito nella seconda versione del 1919. Il lavoro rielabora in musica la fiaba del principe Ivan che, con l’aiuto di una penna dorata dell’Uccello di Fuoco da lui catturato, dovrà liberare dal mago Kascej – protagonista di una celebre danza poliritmica e ribollente – la principessa Vassilissa. A conclusione del concerto, poi, un’altra nota pagina sinfonica, questa volta di Richard Strauss: la fantasia sinfonica in Sol maggiore op. 16 del 1886 Aus Italien (Dall’Italia). Suddivisa in quattro quadri (Nella campagna romana, Tra le rovine di Roma, Sulla spiaggia di Sorrento e Vita popolare di Napoli) è il primo esperimento straussiano di musica a programma: opera musicalmente coloratissima, intreccio di temi e frammenti di natura descrittiva, dalle tarantelle alle canzonette napoletane (di cui il finale Funiculì Funicolà è il più noto esempio).

Biglietti disponibili da lunedì 8 gennaio (ore 12.00) su Ticketone.it alla pagina:https://www.ticketone.it/artist/teatro-opera-roma/concerti-stagione-20232024-teatro-dellopera-di-roma-3502598/

Riccardo Muti sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo di Palermodirige “Don Giovanni”

Il mito del libertino impenitente rivive nel nuovo allestimento del capolavoro di Mozart e Da Ponte, con la regia di Chiara Muti

Il Maestro Riccardo Muti, sarà per la prima volta al Teatro Massimo di Palermo per dirigere un’opera, Don Giovanni,seconda delle tre opere di Wolfgang Amadeus Mozart scritta su libretto di Lorenzo Da Ponte, nel nuovo allestimento realizzato dal Teatro Massimo di Palermo in coproduzione con il Teatro Regio di Torino. L’opera conta sulla regia di Chiara Muti che dopo Le nozze di Figaro (andate in scena al Teatro Massimo nel 2018) e Così fan tutte, completa con Don Giovanni la direzione della trilogia dapontiana.

Il cast di grande livello vede nel ruolo dell’irresistibile cavaliere Don Giovanni il baritono Luca Micheletti, attore (Premio Ubu, 2011 e Premio Internazionale Pirandello, 2015), baritono, regista, scrittore, tra i teatranti più originali ed eclettici della sua generazione che sarà affiancato dal fido Leporello, interpretato dal basso Alessandro Luongo. Le donne sedotte da Don Giovanni sono i soprani Maria Grazia Schiavo (Donna Anna), primo Premio al Concorso di Santa Cecilia e Primo Premio al concorso internazionale di Clermont-Ferrand; Mariangela Sicilia (Donna Elvira), acclamata da «Le Monde» come un “miracolo di saldezza vocale”; e il giovane e già affermato mezzosoprano Francesca Di Sauro (Zerlina); Mentre Don Ottavio è affidato al tenore Giovanni Sala, di ritorno a Palermo dopo La bohème. Infine Masetto ha la voce di Leon Košavić e Il Commendatore quella di Vittorio De Campo. Maestro al fortepianoèAlessandro Benigni. Orchestra e Coro del Teatro Massimo. Maestro del CoroSalvatore Punturo.

Le scenografie, che evocano gli interni di un grande e diroccato teatro di marionette, sono firmate daAlessandro Camera, iraffinaticostumi daTommaso Lagattolla, leluci daVincent Longuemare. Assistente alla regia èPaolo Vettori, Assistente alle sceneAndrea Gregori, Assistente ai costumiFrancesco Ceo. Le marionette sono realizzate dallaCompagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli / Associazione Grupporiani. Repliche fino al 2 novembre.

Opera che mescola dramma e comicità dalla fortuna ininterrotta, Don Giovanni perpetua ancora oggi il mito del libertino inafferrabile, incarnazione del desiderio infinito, nato nel XVII secolo in contrapposizione al clima di repressione puritana e Controriforma. Mosso dal desiderio di conquistare compulsivamente le donne e la vita, Don Giovanni si fa beffe della morale comune interpretando nell’immaginario collettivo il personaggio demoniaco, paladino della libertà e dell’autodeterminazione.

“Mozart e Da Ponte definiscono l’opera un “dramma giocoso” – dice il Maestro Muti, tra i più grandi direttori d’orchestra del nostro tempo, che torna al Teatro Massimo di Palermo dopo avere diretto il Requiem di Verdi nel 2021 – “Le note scritte dall’autore fanno subito chiarezza: l’inizio dell’opera ha una tonalità funebre ma l’aspetto lieve e giocoso è subito dietro l’angolo. Mai come nella trilogia è importante conoscere il dialogo tra note e testo, l’italiano, i doppi sensi nascosti tra le parole. L’opera va vista come una presa di coscienza dei difetti dell’uomo, un uomo che rincorre le donne ma anche la vita, senza raggiungerla mai”. “Don Giovanni è anche l’unico tra i personaggi dell’opera ad essere coerente – aggiunge la regista Chiara Muti -e ad esseredisposto a scendere all’inferno pur di restare libero, in un mondo popolato invece da figure imprigionate dal loro destino, marionette trattenute da fili come nel bellissimo film di Pasolini Che cosa sono le nuvole? geniale affresco sulla condizione umana. Attorno a Don Giovanni– prosegue – ruotano come in un vortice tutti i personaggi e risuonano alcune delle musiche più belle e potenti che siano mai state scritte. Ma lui, il protagonista, ha solo due arie, veloci, corte, perché è troppo impegnato a corteggiare e sedurre tutte “pel piacer di porle in lista”, mentre corre, nella sua ultima giornata di vita, verso l’Inferno, condannato, come in un girone infernale a inseguire il desiderio senza mai poterlo soddisfare fino in fondo”.

“Siamo grati al Maestro Riccardo Muti, musicista di grande levatura e generosità, che per la prima volta dirige un’opera a Palermo, il Don Giovanni con la regia di Chiara Muti, e torna a guidare il Coro e l’Orchestra della Fondazione. Grazie al Maestro, a Cristina, a Chiara Muti per l’entusiasmo, la dedizione e l’impegno che hanno impresso a questa produzione e per la grandissima lezione artistica che sta attraversando il Teatro e la città di Palermo. La loro presenza in Teatro ha creato grande attesa del pubblico. Non potevamo immaginare un modo migliore e più autorevole per concludere con grande orgoglio la stagione 2023” – dice Marco Betta, Sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo.

Lo spettacolo è in scena al Teatro Massimo dal 24 ottobre al 2 novembre ma a causa dello sciopero nazionale indetto per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, la Fondazione Teatro Massimo non è in grado di garantire lo svolgimento della prima rappresentazione dell’opera prevista martedì 24 ottobre alle ore 20:00. Le altre recite (26 ottobre alle 18:30; 28 ottobre alle 18:30; 31 ottobre alle 20:00; e 2 novembre alle 18:30) avranno luogo regolarmente. La Direzione del Teatro sta lavorando per trovare una soluzione alternativa al fine di consentire agli abbonati e ai possessori di biglietto della recita del 24 ottobre di vedere lo spettacolo in altra data. I possessori di biglietti potranno comunque richiedere il rimborso con le modalità indicate sul sito della Fondazione https://www.teatromassimo.it/event/don-giovanni/ .                                                                                                         
Durata
dello spettacolo: 3h 30’ incluso un intervallo al termine del primo atto: (Atto I 90’ – Intervallo 30’ – Atto II 90’). Dopo il debutto l’opera sarà in scena giovedì 26 ottobre alle 18:30; sabato 28 ottobre alle 18:30; martedì 31 ottobre alle 20:00; giovedì 2 novembre alle 18:30. Biglietti: da 16 a 150 euro. Info: https://www.teatromassimo.it/event/don-giovanni/

Domenica 28 ottobre tornaanche “Bambini all’Opera” il laboratorio per bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni a cura di Francesca Cosentino nel corso del quale viene narrata la trama dello spettacolo, si ascoltano alcuni brani, si crea insieme, si disegna e si fa merenda. Al termine del laboratorio i bambini sono accompagnati in Sala Grande per vivere così la magia del Teatro. Infoe prenotazioni tel. 329 7260846. Animazione teatrale: Gisella Vitrano; Interventi cantati: Sonia Sala; Illustrazioni: Giuseppe Lo Bocchiaro.