L’ORCHESTRA RAI AL ROF CON BIANCA E FALLIERO, ERMIONE E IL VIAGGIO A REIMS

Roberto Abbado, Michele Mariotti e Diego Matheuz sul podio dei tre titoli rossiniani

L’inaugurazione il 7 agosto in prima serata su Rai5

L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai torna al Rossini Opera Festival. Per la 45esima edizione, nell’anno di Pesaro Capitale italiana della cultura, la compagine è protagonista di due nuove produzioni operistiche, Ermione e Bianca e Falliero, e dell’esecuzionein forma di concerto del Viaggio a Reims, a celebrazione del 40o anniversario della sua prima esecuzione in tempi moderni al ROF 1984.

Il Festival si apre il 7 agosto all’Auditorium Scavolini, nuovo spazio teatrale all’interno del PalaFestival, con Bianca e FallieroLo spettacolo è ripreso da Rai Cultura che lo trasmette in prima serata su Rai5 alle 21.15.Sul podio dell’OSN Rai Roberto Abbado.

Sul palcoscenico Jessica Pratt (Bianca), Aya Wakizono (Falliero), Dmitry Korchak (Contareno), Giorgi Manoshvili (Capellio), Nicolò Donini (Priuli), Carmen Buendía (Costanza), Dangelo Díaz (Cancelliere), Claudio Zazzaro (Ufficiale/Usciere). Con loro il Coro del Teatro Ventidio Basso. Il nuovo spettacolo è affidato a Jean-Louis Grinda, con Rudy Sabounghi per scene e costumi e Laurent Castaingt alle luci. Repliche l’11, 14 e 19 agosto.

La seconda nuova produzione del Festival, Ermione, va in scena il 9 agosto alla Vitrifrigo Arena. Sul podio dell’OSN Rai Michele Mariotti. Protagonisti Anastasia Bartoli nel ruolo del titolo, affiancata da Victoria Yarovaya (Andromaca), Enea Scala (Pirro), Juan Diego Flórez (Oreste), Antonio Mandrillo (Pilade), Michael Mofidian (Fenicio), Martiniana Antonie (Cleone), Paola Leguizamón (Cefisa) e Tianxuefei Sun (Attalo). Il coro è quello del Teatro Ventidio Basso. La messinscena è a cura di Johannes Erath, con scene di Heike Scheele, costumi di Jorge Jara, video di Bibi Abel e luci di Fabio Antoci. Repliche il 13, 17 e 20 agosto. 

Chiude il cartellone, il 23 agosto all’Auditorium Scavolini, l’esecuzione in forma di concerto del Viaggio a Reimscon l’OSN Rai diretta daDiego Matheuz e il Coro del Teatro Ventidio Basso. Il cast è composto da Vasilisa Berzhanskaya (Corinna), Maria Barakova (Marchesa Melibea), Nina Minasyan(Contessa di Folleville), Karine Deshayes (Madama Cortese), Jack Swanson (Cavalier Belfiore), Dmitry Korchak (Conte di Libenskof), Mihael Mofidian (Lord Sidney), Erwin Schrott (Don Profondo), Nicola Alaimo (Barone di Trombonok), Vito Priante (Don Alvaro), Alejandro Baliñas (Don Prudenzio), Tianxuefei Sun (Don Luigino), Paola Leguizamón (Delia), Martiniana Antonie (Maddalena), Vittoriana De Amicis (Modestina), Nicolò Donini (Antonio), Jorge Juan Morata (Zefirino/Gelsomino).

TCBO: IL TRITTICO DI PUCCINI È UN VIAGGIO NELLA COMMEDIA DANTESCA SECONDO PIER FRANCESCO MAESTRINI.

SUL PODIO ROBERTO ABBADO

La nuova produzione in prima assoluta vede in scena, nella stessa serata, le tre opere Il tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi

Tra i protagonisti Franco Vassallo, Roberto Aronica, Chiara Isotton, Chiara Mogini e Roberto de Candia

Dal 5 al 12 luglio al Comunale Nouveau

Rimanda metaforicamente alla Divina Commedia di Dante Alighieri la nuova produzione in prima assoluta del Tritticodi Giacomo Puccini nella visione del regista Pier Francesco Maestrini e nell’interpretazione del direttore d’orchestra Roberto Abbado, terzo omaggio in stagione del Teatro Comunale di Bologna alcompositore toscano nel centenario della scomparsa dopo Manon Lescaut e Tosca. Le tre opere in un atto che compongono il celebre capolavoro – Il Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi originariamente pianificate dalla fondazione lirico-sinfonica felsinea in esecuzioni separate, saranno invece riunite in quattro serate che le vedranno congiuntamente in scena dal 5 al 12 luglio al Comunale Nouveau. Lo spettacolo è coprodotto con il Teatro Verdi di Trieste.

L’idea del regista di accostare i tre atti unici pucciniani alle tre cantiche della Divina Commedia – Inferno, Purgatorio, Paradiso – nasce proprio da uno dei primissimi progetti dello stesso compositore per il suo Trittico, poi accantonato mantenendo un riferimento dantesco diretto solo nel Gianni Schicchi. Rimane però, secondo Maestrini, «questa idea con le anime dannate nel Tabarro, con le anime in attesa di redenzione in Suor Angelica, con il colpo di genio del ‘paradisiaco’ Schicchi. Non è certo un caso – spiega il regista – se buona parte del terzo titolo che compone la trilogia è scritto in endecasillabi, o quando Suor Angelica appare e canta ‘I desideri sono i fior dei vivi, non fioriscon nel regno delle morte…’ rimanda alla preghiera di San Benedetto nel Paradiso». 

Tra i riferimenti visivi nell’allestimento – che vede le scene firmate da Nicolás Boni, i costumi da Stefania Scaraggi e le luci da Daniele Naldi – spicca quello alle illustrazioni di Gustave Doré per la Divina Commedia «che peraltro – prosegue Maestrini – hanno influenzato tanto cinema, compreso quel Al di là dei sogni che direi è il mio riferimento principale per questo Trittico».

Sul podio felsineo torna Roberto Abbado, vincitore nel 2008 del “Premio Abbiati” e Direttore principale della Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna, che sarà impegnato anche nella Stagione Sinfonica in corso il prossimo 9 dicembre al Manzoni.

La cupa vicenda del Tabarro sulle chiatte della Senna – su libretto di Giuseppe Adami tratto da La Houppelande di Didier Gold – vede alternarsi nelle diverse date i baritoni Franco Vassallo e Dario Solari nei panni di Michele, i tenori Roberto Aronica e Mikheil Sheshaberidze in quelli di Luigi e i soprani Chiara Isotton e Amarilli Nizza nelle vesti di Giorgetta. Completano il cast Cristina Melis (Frugola), Xin Zhang (Tinca), Luciano Leoni (Talpa), Marco Puggioni (Venditore di canzonette), Tatiana Previati e Cristobal Campos come i due amanti.

Chiara Isotton e Amarilli Nizza si alternano, poi, come protagoniste nel ruolo del titolo in Suor Angelica, toccante e spietata opera su libretto di Giovacchino Forzano ambientata in un monastero alla fine del Seicento. La Zia Principessa è il soprano Chiara Mogini, Manuela Custer è la Badessa, Federica Giansanti la Maestra delle Novizie, mentre Vittoriana De Amicis, Elena Borin e Laura Cherici sono rispettivamente Suor Genovieffa, la Suora Zelatrice e la Suora infermiera.

Si chiude in burla il Trittico con Gianni Schicchi, una “bizzarria” di ispirazione dantesca ancora su libretto di Forzano che – nonostante il carattere comico – ruota attorno a due frodi e un lutto nella Firenze medievale. Protagonisti il baritono Roberto de Candia nel ruolo del titolo, i tenori Giorgio Misseri e Giuseppe Castoro che si alternano come Rinuccio e il soprano Darija Auguštan come Lauretta. Completano il cast Manuela Custer nei panni di Zita, Vittoriana De Amicis in quelli di Nella, Laura Cherici come La Ciesca. Tra i personaggi maschili le voci di Luciano Leoni come Betto di Signa, di Mattia Denti come Simone e di Michele Patti come Marco.

L’Orchestra, il Coro preparato da Gea Garatti Ansini, e il Coro di Voci Bianche istruito da Alhambra Superchi sono quelli del TCBO. 

Le recite saranno precedute – circa 45 minuti prima dell’inizio – da una breve presentazione dell’opera nel Foyer del Comunale Nouveau.

I biglietti – da 20 a 120 euro – sono in vendita online tramite Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro Comunale, aperta dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18, il sabato dalle 11 alle 15 (Largo Respighi, 1); nei giorni di spettacolo al Comunale Nouveau (Piazza della Costituzione, 4/a) da un’ora prima e fino a 15 minuti dopo l’inizio.

Il Maggio Musicale Fiorentino illustra la programmazione da settembre a dicembre del 2024.

Daniele Gatti dirigerà Madama Butterfly in un nuovo allestimento con la regia di Lorenzo Mariani per completare il tributo del Maggio nel centenario dalla morte di Giacomo Puccini e tre concerti sinfonici

Molto confortante l’apprezzamento del pubblico per la programmazione del Festival

Gli abbonamenti potranno essere rinnovati a partire dall’11 giugno e fino al 25 giugno compreso

I nuovi abbonamenti potranno essere sottoscritti a partire dal 28 giugno

I biglietti singoli saranno messi in vendita a partire dall’11 giugno per le date fuori abbonamento e a partire dal 9 luglio per le date in abbonamento

Il Maggio Musicale Fiorentino rende nota la programmazione da settembre a dicembre che completa il cartellone del 2024 e che nasce con un semplice quanto sentito ringraziamento al pubblico che ha affollato e riempito le sale del Maggio con ritrovato entusiasmo e interesse. Con il risanamento e dunque il rientro alla gestione ordinaria del Maggio, il sovrintendente Carlo Fuortes, quindi anche confortato dall’onda del successo di pubblico, si è impegnato per arricchire l’offerta musicale del Maggio a partire dalla programmazione “Estate al Maggio!” in Cavea, e dell’ultima a parte della stagione a partire da settembre e fino a dicembre.

Cinque opere liriche e vale a dire la ripresa di Cenerentola di Gioachino Rossini (direttore Gianluca Capuano, regia di Manu Lalli) poi Madama Butterfly di Giacomo Puccini (Daniele Gatti direttore, regia di Lorenzo Mariani) e La traviata di Giuseppe Verdi (Roberto Abbado direttore, regia di Stefania Grazioli), in due nuovi allestimenti e un dittico che associa Mavra (altrettanto nuovo) di Igor Stravinskij alla ripresa Gianni Schicchi di Giacomo Puccini (direttore Francesco Lanzillotta , regia di Denis Krief); diciassette concerti tra appuntamenti sinfonico corali, sinfonici e di canto.

Sul podio per questi Zubin Mehta e Daniele Gatti e con loro Dmitry Matvienko, Riccardo Frizza, Alessandro Bonato, Luciano Acocella, Matteo Parmeggiani, Glass Marcano, Federico Maria Sardelli, Francesco Lanzillotta, Michele Spotti, Ivor Bolton, e recital di canto con Jessica Pratt, Teresa Iervolino e Nicola Alaimo, un concerto speciale dedicato a Puccini “Puccini racconta Puccini” nel giorno del centenario dalla morte, un’opera per bambini, La fiaba di Tristano con la regia di Manu Lalli e la direzione di Giuseppe La Malfa e un Festival dedicato ai Cori di voci bianche di sette Fondazioni lirico sinfoniche italiane, compresa quella dell’Accademia del Maggio, compongono la programmazione che porta il Maggio a chiudere l’anno in corso con questi ultimi mesi del Festival segnati come si è detto da un grandissimo successo di pubblico e che si è riverberato molto favorevolmente e positivamente sulle stime inizialmente previste per la biglietteria.

Successo tale che ha fatto registrare infatti il “tutto esaurito” in tutte le recite delle opere Turandot e Tosca e nel concerto inaugurale del Festival diretto da Daniele Gatti, nel concerto dei Wiener Philharmoniker diretti da Riccardo Muti, poi per quello diretto da Myung-Whun Chung e in quello finale del 13 giugno diretto da Zubin Mehta. Tutto esaurito anche per i quattro concerti del “Progetto giovani musicisti” con i complessi da camera del Conservatorio Cherubini e della Scuola di Musica di Fiesole e il concerto Gamo del 5 giugno e grande favore di botteghino per le altre occasioni di spettacolo nei tre mesi di programmazione che stanno per concludersi.

La biglietteria

Gli abbonamenti divisi in tre turni A, B e Pomeridiano potranno essere rinnovati a partire dall’11 giugno e fino al 25 giugno compreso

Sono previsti un abbonamento (A, B, Pomeridiano) che riunisce le opere e i concerti sinfonici per un totale di 14 spettacoli con prezzi a partire dai 370 euro in galleria fino ai 975 euro nel primo settore di platea per il turno A e di 910 euro nel primo settore di platea per i turni B e Pomeridiano.

Un abbonamento (A, B, Pomeridiano) solo alle opere che parte dai 120 euro della galleria fino ai 440 euro nel primo settore di platea per il turno A e di 370 euro nel primo settore di platea per i turni B e Pomeridiano.

È previsto anche un abbonamento solo al ciclo concertistico (10 concerti) che parte dai 275 euro di galleria della Sala Grande e settore C della sala Mehta fino ai 595 euro di platea 1 in Sala Grande e del settore A della sala Mehta.

I nuovi abbonamenti potranno essere sottoscritti a partire dal 28 giugno.

I biglietti singoli saranno messi in vendita a partire dall’11 giugno per le date fuori abbonamento e a partire dal 9 luglio per le date in abbonamento.

La programmazione estiva “Estate al Maggio!”

L’estate prevede il ciclo “Estate al Maggio!” inserito nella programmazione dell’Estate Fiorentina 2024 del Comune di Firenze con la messa in scena di Il barbiere di Siviglia il 18, 20, 22 e 24 luglio alle ore 21, in Cavea. Il teatro all’aperto sul tetto del Maggio per l’occasione godrà di un palcoscenico costruito allo scopo e di una buca d’orchestra. L’opera è diretta dal giovane Riccardo Bisatti con l’ormai “tradizionale” regia di Damiano Michieletto, qui ripresa da Andrea Bernard. A quasi vent’anni esatti dalla sua prima messa in scena, avvenuta nel luglio del 2005 al Teatro Romano di Fiesole e dunque nata e pensata in origine per uno spazio aperto, proprio come la Cavea del Maggio, giunge alla sua decima messa in scena nelle stagioni del Teatro. Nonostante l’età, mantiene intatta tutta la sua freschezza, originalità e modernità che ne hanno fatto nel corso del tempo un allestimento “sempre verde” e apprezzatissimo del Maggio.

Sempre in Cavea, sotto le stelle, il concerto sinfonico corale “Sogno di una notte di mezza estate”, musiche di scena Op. 61. di Felix Mendelssohn Bartholdy, il 23 luglio alle 21, sarà diretto da un altro giovane direttore Hankyeol Yoon, già pluripremiato in numerosi concorsi tra cui recentemente il prestigioso primo premio “Herbert von Karajan Young Conductors Award”. Grazie a questa importante vittoria il Maggio Fiorentino gli ha offerto il debutto italiano con il doppio concerto lo scorso febbraio – accolto con calore sia dal pubblico che dalla critica – e lo ha riconfermato per questa estate, anticipando il suo debutto al Festival di Salisburgo nel prossimo mese di agosto.

Questi due appuntamenti fiorentini seguono le due importanti tournée internazionali, la prima in Cina a Tianjin il 19 e 20 giugno e Beijing il 21, 22 e 23 giugno, e la seconda in Slovenia al Ljubljana Festival dall’ 8 al 10 luglio. In entrambi i tour sul podio nelle diverse occasioni salirà il maestro Zubin Mehta. Squisitamente concertistico il programma in Cina: a Tianjin verrà eseguito il 19 giugno il concerto n.2 per pianoforte e Orchestra di Fryderyk Chopin (solista Vanessa Benelli Mosell) e la Sinfonia n. 7 in Re minore, Op. 70, B. 141 di Antonín Dvořák; il 20 verrà eseguito un programma tutto dedicato a Ludwig van Beethoven con il concerto per violino e orchestra in re maggiore, op. 61 con Amira Abouzara solista al violino, e la Sinfonia n. 7 in la maggiore Op. 92. A Beijing verranno proposti i primi due programmi il 21 e il 22, mentre l’ultima sera del 23 giugno assieme al concerto n.2 per pianoforte e orchestra di Chopin verrà eseguita la beethoveniana sinfonia n.7. A Ljubljana l’8 e il 10 luglio il maestro dirigerà Il trovatore di Giuseppe Verdi, nell’allestimento scenico firmato da Cesare Lievi – ripreso da Stefania Grazioli– che ha debuttato nella Sala Mehta del Teatro del Maggio nell’autunno del 2022 mentre il 9 luglio il maestro Mehta dirigerà un concerto sinfonico con le composizioni di Ludwig van Beethoven.

Le opere da settembre a dicembre 2024

Si alza il sipario della sala Grande del Teatro del Maggio il 20 settembre, con repliche il 22, il 24 e 27 settembre con La cenerentola, di Gioachino Rossini, nell’allestimento del maggio con la regia di Manu Lalli e la direzione di Gianluca Capuano che torna al Maggio dopo il grande successo di Alcina. Le scene sono di Roberta Lazzeri, i costumi di Gianna Poli le luci di Vincenzo Apicella. Lo spettacolo andato in scena all’aperto nel Cortile dell’Ammannati a Palazzo Pitti nel 2017 e stato anche allestito sul palcoscenico della sala grande del Maggio nel 2018. Tra gli interpreti principali Teresa Iervolino, già presente nell’ultima edizione nella parte di Angelina e Marco Filippo Romano in quella di Don Magnifico. Clorinda e Tisbe saranno Maria Laura Iacobellis e Aleksandra Meteleva.

Secondo titolo operistico è Madama Butterfly, di Giacomo Puccini in scena dal 24 ottobre e con repliche 27 e 31 e 2 novembre.

Un nuovo allestimento con la firma di Lorenzo Mariani, le scene di Alessandro Camera e i costumi di Silvia Aymonino e la direzione di Daniele Gatti. Il maestro ha diretto il capolavoro pucciniano solo in tre occasioni nel passato: a Chicago nel 1991 e poi al Met di New York nel 1994 e a Bologna nel 2003. Protagonista dell’opera nella parte di Cio-Cio-San è Carolina Lòpez Moreno, soprano il cui nome ritornerà ancora nelle locandine del Maggio a cominciare da La traviata in scena da novembre, opera nella quale interpreterà – debuttandola – la parte di Violetta. In locandina come Pinkerton torna Piero Pretti il quale ha colto un grande successo nelle recite di Tosca come Cavaradossi ora in cartellone (una recita sarà sostenuta dal tenore Vincenzo Costanzo, anche lui attualmente impegnato in Tosca); Sharpless sarà il baritono Nicola Alaimo che il giorno dopo l’ultima recita di Butterfly del 2 novembre, il 3 tornerà sul palcoscenico per il terzo concerto di canto della stagione autunnale.

Il 19 novembre con repliche il 21, 24, 26, 30 e 1 dicembre va in scena un nuovo allestimento di La traviata di Giuseppe Verdi, con la direzione di Roberto Abbado e la regia di Stefania Grazioli. Le luci sono di Valerio Tiberi. Si alternano nella parte di Violetta Carolina Lòpez Moreno e Julia Muzychenko (entrambe al debutto); Alfredo sarà Giovanni Sala che si alternerà con Matheus Pompeu.

A chiudere la programmazione operistica il 15 dicembre con repliche il 18, 20 e 22 è in cartellone un “buffo” dittico con il nuovo allestimento di Mavra di Igor Stravinskij e la ripresa di Gianni Schicchi di Giacomo Puccini. La regia e le scene di entrambe sono di Denis Krief, che aveva già firmato lo Schicchi nel 2019 e che per questa occasione ambienterà anche la novità nel medesimo impianto scenico. Sul podio sale Francesco Lanzillotta. Nel cast nelle due opere Ivàn Ayòn Rivas (L’ussaro e Mavra ) in Mavra e Rinuccio nello Schicchi. In Mavra cantano Julia Muzychenco (appena ascoltata anche come Violetta), Kseniia Nikolaieva, Aleksandra Meteleva. In Gianni Schicchi, Roberto De Candia è Gianni Schicchi, Lauretta è Julia Muzychenco, Zita è Kseniia Nikolaieva, Nella è Nikoletta Hertsak; Simone è Adriano Gramigni, La Ciesca è Aleksandra Meteleva.

In tutte le opere in buca l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino; in scena il Coro del Maggio Musicale Fiorentino. Direttore del Coro è il maestro Lorenzo Fratini.

Il programma di concerti sinfonico corali, sinfonici e di canto

A dare avvio alla programmazione concertistica il 7 settembre, è in calendario il concerto sinfonico diretto da Dmitry Matvienko (al debutto fiorentino) che eseguirà la suite Romeo e Giulietta di Prokofiev e, di Sergej Rachmaninov, il concerto n.3 in re minore op. 30 per pianoforte e orchestra con il pianista Giovanni Bertolazzi. Questo come i successivi del 19 e del 26 settembre sono dedicati al repertorio russo, proposto per tutti e tre con varie angolazioni sia dal punto di vista dei compositori come Rachmaninov, appunto, poi Cajkovskij e Musorgskij sia dei loro più popolari lavori. Il 19 il concerto è affidato alla bacchetta di Alessandro Bonato e il 26 sul podio salirà Luciano Acocella. A fianco di Bertolazzi, come lui altri due affermati pianisti italiani Francesco Libetta che eseguirà il celebre concerto n.2 in do minore op.18 di Rachmaninov (il 19) e Giuseppe Albanese che affronterà l’altrettanto famosissimo concerto n.1 in si bemolle minore op. 23 di Cajkovskij.

In settembre anche due importanti concerti con protagoniste due stelle del canto molto amate dal pubblico. Il primo dei due è in calendario il 12 e vede il soprano Jessica Pratt, con la quale il Maggio costruirà un progetto artistico pluriennale, con il direttore Riccardo Frizza eseguire con l’Orchestra e il Coro del Maggio, alcune grandi “scene di pazzia”, incorniciate dalle sinfonie, da opere quali La sonnambula e I puritani di Bellini, Emilia di Liverpool, Lucia di Lammermoor, La Favorite e Linda di Chamounix di Donizetti. I brani eseguiti sono tutti contenuti nel CD “Delirio” che dà il nome al concerto e che offre un panorama di quelle eroine che hanno consacrato il soprano australiano come grandissima protagonista del bel canto. Il maestro del Coro è Lorenzo Fratini.

Il 29 settembre sarà il mezzosoprano Teresa Iervolino, immediatamente dopo il suo impegno nelle recite di La cenerentola nella parte di Angelina, a essere protagonista del secondo concerto di canto con l’Orchestra del Maggio diretta da Matteo Parmeggiani. Iervolino eseguirà arie da Semiramide di Rossini, da Ernani di Verdi e la cantata per voce e orchestra Giovanna d’Arco di Rossini (nell’orchestrazione di Luca Giovanni Logi); in programma anche le sinfonie da Elisabetta, regina d’Inghilterra di Gioachino Rossini e da Luisa Miller di Giuseppe Verdi.

Il mese di settembre si completa il 28 e 29 (e con l’ultimo concerto il 5 ottobre) con il Festival dei Cori di Voci Bianche di sette Fondazioni Lirico sinfoniche italiane: quella del Maggio con il coro dell’Accademia, e poi del Teatro di San Carlo di Napoli, del Teatro Regio di Torino, del Teatro alla Scala di Milano, del Teatro Comunale di Bologna, del Teatro Carlo Felice di Genova e del Teatro dell’Opera di Roma. La maestra del Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio è Sara Matteucci.

Il maestro Zubin Mehta, il direttore emerito a vita del Maggio darà avvio alla programmazione sinfonica d’ottobre, il 6 alle ore 17 con l’esecuzione della sinfonia n.8 in do minore di Anton Bruckner mentre il maestro Daniele Gatti il direttore principale, il 10, 17 e il 26 ottobre chiude un ideale “Progetto Brahms”, che ha attraversato il 2024 ed è iniziato nei concerti di febbraio (Hankyeol Yoon e Min Chung), con Ein Deutsches Requiem, il 10 ottobre e poi con l’integrale delle sinfonie: il 17 ottobre la n.3 e la n.1 e poi il 26 ottobre la sinfonia n.2 e la sinfonia n.4.

Il baritono Nicola Alaimo il giorno dopo l’ultima recita di Butterfly del 2 novembre, il 3 tornerà sul palcoscenico per il terzo concerto di canto della stagione autunnale. Sul podio come per il concerto con Teresa Iervolino, troviamo di nuovo Matteo Parmeggiani. In programma rare composizioni tutte di Gaetano Donizetti dalle opere Alahor in Granata, Parisina, Maria di Rohan, Torquato Tasso tutte incluse nel CD edito dal Maggio “Donizetti grand seigneur”.

Il mese di novembre dopo le prime occasioni offerte dall’ultima recita di Butterfly e dal concerto di canto di Alaimo, viene ufficialmente battezzato l’8 – venerdì – alle ore 20 e il 9 – sabato – alle ore 18 dalla talentuosa figura artistica di Glass Marcano vincitrice nel 2020 del premio dell’Orchestra della prima edizione del concorso internazionale “La MaestrA” di Parigi, concorso che si tiene ogni due anni. Venezuelana con una formazione nell’ambito di “El Sistema di Josè Antonio Abreu” la direttrice eseguirà pagine di Leonard Bernstein: West side story e Candide e sarà affiancata dal soprano Génesis Moreno anche lei venezuelana e come Marcano si è formata nel sistema Abreu ed è la recente vincitrice del IX Premio Kraus nel settembre 2023. La seconda parte del concerto prevede l’esecuzione della Sinfonia n.9 in mi minore op. 95 Dal nuovo mondo di Antonìn Dvorak.

Il 15 novembre alle ore 20 in Sala Mehta, Federico Maria Sardelli grande interprete del repertorio barocco sale sul podio per un concerto che vedrà la partecipazione del sopranista Bruno de Sà, vera star mondiale del canto barocco dalle qualità vocali straordinarie che per la prima volta canta a Firenze. Pagine di Filz, Mozart, Cherubini e Carl Philipp Emanuel Bach.

Il 29 novembre alle ore 20, giorno esatto in cui ricorre il centenario della morte di Giacomo Puccini, è in programma uno spettacolo ”Puccini racconta Puccini” nel quale, con la drammaturgia di Alberto Mattioli che attinge direttamente dall’epistolario pucciniano per i testi che saranno interpretati da Alfonso Antoniozzi nella parte di Puccini, si racconta la vita del grande compositore; verranno eseguite dall’Orchestra del Maggio con la direzione di Francesco Lanzillotta, alcune delle pagine meno note e più raramente eseguite del repertorio pucciniano come per esempio i pezzi sinfonici. Orchestra e Coro del Maggio, direttore del Coro, Lorenzo Fratini.

Il mese di dicembre si apre con l’ultima recita di La traviata e il 5 è ospite del Maggio l’Orchestra Giovanile Italiana diretta da Thomas Dausgaard; sui leggii la sinfonia n.5 in si bemolle maggiore di Anton Bruckner. Venerdì 13 dicembre alle ore 20 e sabato 14 alle ore 18 Michele Spotti al suo debutto fiorentino dirige l’Orchestra e il Coro del Maggio in Die erste Walpurgisnacht (La prima notte di Valpurga) cantata di Felix Mendelssohn-Bartholdy e la Sinfonia n.5 in mi minore op.64 di Cajkovskij. Maestro del Coro, Lorenzo Fratini.

Il 21 dicembre torna Ivor Bolton, direttore che è stato molto vicino nel passato al Maggio Fiorentino e che propone un concerto con la sinfonia n.38 in re maggiore K 504, Praga, di Mozart e di Stravinskij, Pulcinella, suite dal concerto e la “Sinfonia di salmi”, per coro – diretto da Lorenzo Fratini – e Orchestra. Il 22 dicembre è in programma il concerto di Natale con il Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. La maestra del coro di voci bianche è Sara Matteucci.

La programmazione del periodo autunnale si arricchisce con lo spettacolo per le famiglie La fiaba di Tristano in collaborazione con Venti Lucenti per il progetto “All’Opera”. La regia, la scrittura scenica e i costumi sono di Manu Lalli, direttore Giuseppe La Malfa, in buca l’Orchestra del Maggio. Protagonisti gli attori e gli animatori di Venti Lucenti, i centodieci bambini e ragazzi del Progetto “All’Opera”. È un nuovo allestimento del Maggio Fiorentino in coproduzione con Venti Lucenti e in collaborazione con l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. È un progetto di Fondazione CR Firenze a cura di Venti Lucenti. In collaborazione con l’Assessorato all’Educazione, Welfare e Immigrazione del Comune di Firenze.

Il Teatro del Maggio ringrazia i soci fondatori e i soci privati.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia per il sostegno i Soci: Soci di diritto Fondatori Pubblici: Repubblica Italiana nel Ministero della Cultura, Comune di Firenze e Regione Toscana.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia altrettanto i Soci Fondatori privati:

Fondazione CR Firenze, Intesa Sanpaolo; Baker Hughes, Allianz, Gucci, Publiacqua, Toscana Aeroporti, Unicoop Firenze, Salvatore Ferragamo, Toscana Energia, Università di Firenze, Pitti Immagine; gli Sponsor: Enel, Caffè Borbone, Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella, Zignago Vetro, Cassetti Gioielli; gli Sponsor Tecnici: Tecnoconference, Torrigiani.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia inoltre tutti gli aderenti all’Albo degli Associati: le Aziende mecenati, i Soci Corporate plus, i Sostenitori, i Benemeriti, i Soci effettivi, i Soci effettivi junior, i Soci, e l’Associazione Amici del Maggio Musicale Fiorentino.

PRIGIONIA, OPPRESSIONE E LIBERTÀ: ROBERTO ABBADO E SONIA BERGAMASCO PER LA PRIMA ASSOLUTA DI BANDIERE NERE DI VACCHI

La nuova versione del melologo debutta al Costanzi. In programma anche

l’Ouverture dall’Egmont di Beethoven e la Prima Sinfonia di Šostakovič

Venerdì 15 marzo alle 20.00 al Teatro Costanzi

La musica che racconta i diritti negati, la ricerca della giustizia e della libertà. È il tema del concerto in programma all’Opera di Roma il 15 marzo alle ore 20.00, che vede tornare sul podio Roberto Abbado. Il direttore d’orchestra Premio Abbiati propone la prima esecuzione assoluta della nuova versione per voce recitante e orchestra di Bandiere Nere, melologo di Fabio Vacchi tratto dall’omonimo libro sulla nascita dell’ISIS del giornalista Premio Pulitzer Joby Warrick.

Sul palco, come voce recitante, l’attrice, regista e musicista Sonia Bergamasco.

Completano il programma l’Ouverture dall’Egmont di Beethoven e la Prima Sinfonia di Šostakovič.

«Con Bandiere Nere ho voluto dare voce alle persone di cui Joby Warrick è testimone nel mondo – racconta Fabio Vacchie che popolano i nostri sonni ormai agitati da scenari devastanti, cercando di rendere ancora più universali le sue parole con la forza inclusiva della musica. Il brano scorre sui due piani delineati dal testo. C’è un elenco di vicende agghiaccianti, recitate per ciò che sono: fatti, notizie, resoconti. E poi c’è la verità della sofferenza affidata al ritornello straziante, che si insinua nella scrittura orchestrale fino a innervarla e piegarla alle proprie, disperate, ragioni».

Tra i compositori italiani più conosciuti ed eseguiti in Italia e all’estero, Vacchi è autore di numerose opere di teatro musicale – come Girotondo (1983), Il letto della storia (2003) – e strumentali – Dai calanchi di Sabbiuno (1995), Terra comune (2002). Ha ricevuto un Premio Abbiati della critica musicale italiana ed è membro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. I suoi lavori sono stati commissionati e diretti, tra gli altri, da Luciano Berio, Claudio Abbado, Riccardo Muti, Antonio Pappano e Zubin Mehta. Nel febbraio 2024 la sua opera-danza Madina – tratta dal romanzo La ragazza che non voleva morire di Emmanuelle de Villepin – è stata riproposta sul palco della Scala di Milano dopo il debutto nel 2021.

«Prendendo spunto da Bandiere nere – dice Roberto Abbadoho pensato di accostare al melologo di Vacchi due lavori che in maniera diversa trattano un tema politico. Nelle musiche di scena per l’Egmont, dove tra l’altro Beethoven scrive anche un melologo, quello che mi interessava era soprattutto il tema della costrizione, della prigionia presente nella tragedia di Goethe, un soggetto che il compositore riesce a tradurre in musica in maniera così audace e perfetta già nell’Ouverture. E chi più di Šostakovič, in tempi recenti, ha vissuto un’epoca di privazioni, di difficoltà, di costrizioni? Anche se non è mai stato effettivamente imprigionato, possiamo ben dire che ha vissuto in una sorta di prigione spirituale per tutta la vita, lui come tanti altri».

Appassionato interprete di repertorio contemporaneo e Direttore principale della Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna, Abbado ha diretto produzioni e prime rappresentazioni assolute in alcuni fra i più prestigiosi teatri del mondo. Primo direttore d’orchestra italiano sul podio dell’ormai tradizionale Concerto di Capodanno al Teatro La Fenice di Venezia nel 2004, è stato insignito nel 2008 del Premio Abbiati come Miglior direttore d’orchestra dell’anno, «per la compiuta maturità interpretativa, l’ampiezza e la curiosità del repertorio nel quale ha offerto esiti rimarchevoli attraverso un’intensa attività stagionale». Torna all’Opera di Roma dopo aver diretto Madama Butterfly nella scorsa stagione.

Biglietti in vendita sul sito https://www.operaroma.it/ e al botteghino

Info: https://www.operaroma.it/spettacoli/concerto-3/

S|CONFINAMENTI – STAGIONE 2023/2024 DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

CONCERTO

Teatro Costanzi, venerdì 15 marzo ore 20.00

DIRETTORE Roberto Abbado

Egmont

Ouverture in fa minore, op. 84

Musica di Ludwig van Beethoven

Bandiere nere

Per voce recitante e orchestra

Testo tratto dall’omonimo testo di Joby Warrick

Musica di Fabio Vacchi

Voce recitante Sonia Bergamasco

COMMISSIONE DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

PRIMA ESECUZIONE ASSOLUTA DELLA NUOVA VERSIONE PER ORCHESTRA

Sinfonia n. 1

in fa minore, op. 10

Musica di Dmitrij Šostakovič

ORCHESTRA DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

Giovanni da Udine al gran completo per la “Messa da Requiem” di Giuseppe Verdi: sul palco eccellenze tutte Made in Fvg

di Giuseppe Longo

Grandioso, sublime, orgoglio di questa terra! La monumentale “Messa da Requiem” di Giuseppe Verdi era stata annunciata come un evento per il Friuli e così lo è stata. Un’opera straordinaria e preziosa che arricchisce il già prestigioso calendario del Teatro Nuovo Giovanni da Udine e che, appunto, segna un momento molto importante, assolutamente da non sottovalutare, nel panorama culturale-artistico di casa nostra. Infatti, il Friuli Venezia Giulia, regione fra le più piccole d’Italia con poco più di un milione di abitanti, è in grado di proporre con le proprie forze anche questi capolavori che hanno scritto a caratteri cubitali la storia della musica sacra del Vecchio Continente, ma anche del mondo intero.

Protagonisti la Fvg Orchestra, il Coro del Friuli Venezia Giulia e il Coro del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, realtà di grande valore e tutte Made in Friuli Venezia Giulia. Come pure, per un certo verso, lo stesso direttore Roberto Abbado, nelle cui vene scorre anche sangue friulano. E il “tutto esaurito” di ieri sera – il Teatrone, inaugurato negli anni Novanta, ha una capienza di circa 1200 persone! – premia la competenza e la lungimiranza dei vertici del Giovanni da Udine. «Un sentito ringraziamento – ha affermato, tra l’altro, sui social l’assessore regionale alla Cultura, Mario Anzil – va rivolto al soprano Fiorenza Cedolins, anch’essa friulana, per aver fortemente promosso questo spettacolo, dimostrazione del talento e dell’eccellenza che il Friuli Venezia Giulia sa offrire». «In uno spirito di profonda connessione con il territorio», ha poi aggiunto l’esponente della Giunta Fedriga.

Tre compagini molto applaudite e che hanno “dialogato” con quattro voci soliste altrettanto premiate dalle prolungate ovazioni del pubblico che alla fine del concerto, durato quasi un’ora e mezza, hanno richiamato più volte sul palco il soprano Roberta Mantegna – all’altezza del compito nonostante l’indisposizione annunciata all’inizio della serata! -, il mezzosoprano Annalisa Stroppa, il tenore Antonio Poli e il basso Alessio Cacciamani. Assieme allo stesso direttore Abbado e ai maestri dei Cori Cristiano Dell’Oste e Paolo Longo.
Tutti protagonisti di un grande evento per Udine e per l’intera regione. Lo stupendo “Requiem” verdiano non è, infatti, un’opera da programmazione ordinaria, se non altro per la grandiosità degli organici richiesti e quindi dell’impegno economico: sul palco c’erano oltre 150 musicisti! Lo stesso Cigno di Busseto, quando informò l’editore Ricordi della sua intenzione di onorare Alessandro Manzoni nel primo anniversario della scomparsa, infatti scrisse: «La Messa avrebbe proporzioni piuttosto vaste, ed oltre a una grande orchestra ed un grande Coro, ci vorrebbero anche (ora non potrei precisarli) quattro o cinque cantanti principali». Un’opera che, per Giuseppe Verdi, rappresentò «un bisogno del cuore – come scrisse al sindaco di Milano – che mi spinge a onorare, per quanto posso, questo grande, che ho tanto stimato come Scrittore, e venerato come uomo, modello di virtù e di patriottismo». La prima esecuzione del “Requiem”, diretta dallo stesso Maestro nato nell’umile casetta di Roncole, avvenne il 22 maggio 1874 nella Chiesa milanese di San Marco, quando l’Italia unita, sognata dal Letterato e dal Musicista, era ormai una realtà.

Un “monumento della musica”, insomma, dai ritmi trascinanti e coinvolgenti, che pone l’uomo dinanzi al mistero di quello che c’è dopo la morte, al suo distacco dalla vita terrena, alla severità del Giudizio con quel “Dies irae” da Vecchio Testamento così immenso eseguito, con la potenza delle voci e dei timpani, per ben tre volte durante l’omonima sequenza e ripreso anche nel conclusivo “Libera me” che Verdi aveva composto per la dipartita di Gioacchino Rossini e che poi inserì, con grande effetto, in questo omaggio manzoniano. Una Messa che, con la grande espressività del testo latino, segue fedelmente, pur trascurando qualche piccolo dettaglio, i passi della liturgia tridentina “pro defunctis” del tempo – ma in uso fino alla riforma conciliare – e che, a momenti di grande serenità e pace, come il “Requiem” e il”Kyrie” iniziali, travolge chi l’ascolta con il terrore della Sentenza divina, contrassegnata con grande effetto e pathos dalle trombe del “Tuba mirum” – due quelle decentrate sul secondo palco del Teatro -, ma anche dal dolce e nel contempo malinconico “Lacrimosa”. Festoso, invece, il “Sanctus”, testo comune a tutte le celebrazioni eucaristiche e quindi senza riferimenti al “trapasso”, e rasserenante il successivo “Agnus Dei”, prima di giungere al vero e proprio “sigillo” sull’esistenza umana giunta a termine, anticipato dal “Lux aeterna” ed esploso nel “Libera me” aperto dalla voce cupa e “impaurita” del soprano che invoca al Signore la liberazione dalla morte eterna in quel giorno tremendo, quando cielo e terra saranno sconvolti (“quando coeli movendi sunt et terra”). E tutto viene sottolineato per la quarta volta dal ritorno del “Dies irae” senza riferimenti a “teste David cum Sibylla” ma con l’aggiunta di “calamitatis et miseriae, dies magna et amara valde”. Prima di approdare a un grande senso di profondità spirituale quando il coro invoca il riposo eterno nella luce perpetua, concluso dalla nuova invocazione, da parte di tutte le voci, del “Libera me Domine, de morte aeterna”.
Un “sigillo” sottolineato, come dicevamo, da fragorosi e lunghi applausi con i quali il pubblico del Giovanni da Udine ha voluto esprimere il suo apprezzamento per questo concerto – appunto, omaggio a Giuseppe Verdi a 150 anni dalla sua “Messa da Requiem” – che resterà scritto nell’Albo d’oro del Teatro friulano. Proprio perché frutto della grande preparazione e talento degli artisti che questa terra continua a esprimere con successo.