La sensualità e il fascino di Les pêcheurs de perles, il primo capolavoro operistico di Bizet, torna in scena dal 14 aprile al Teatro Massimo dopo più di 50 anni.

Sul podio il Maestro Gabriele Ferro

Titolo di raro ascolto Les pêcheurs de perles, opera lirica in tre atti di Georges Bizet,riemerge da un lungo silenzio e torna in scena domenica 14 aprile alle 20:00 al Teatro Massimo di Palermonell’edizione in lingua originale francese.

Scritta nel 1863, su libretto di Michel Carré e Eugène Cormon, l’opera ha già in sé tutto il genio melodico di Bizet che la compose appena venticinquenne. A Palermo viene presentata nel fiabesco allestimentodell’Opéra National du Capitole di Toulouse,con la regia e la coreografia di Thomas Lebrun, riprese e adattate da Angelo Smimmo, e la direzione musicale del direttore onorario del Teatro Massimo, Gabriele Ferro. Le scenografie, firmate da Antoine Fontaine, i costumi di David Belugou e le luci di Patrick Méeüs immergono lo spettatore in un Oriente fascinoso e avvolgente, con notti stellate, palme e divinità indiane.

I quattro protagonisti dell’opera sono il tenore Dmitri Korchak, interprete ideale del pescatore di perle Nadir, ruolo che richiede una dolcezza di timbro e un controllo dei fiati eccezionali, e in replica da Matteo Falcier, mentre la sacerdotessa Leïla è interpretata dal soprano palermitano Federica Guida, che torna al Teatro Massimo dopo il recente successo come Gilda nel Rigoletto; il capo villaggio, Zurga, è il baritono Alessandro Luongo anche lui di ritorno a Palermo dopo il successo come Leporello nel Don Giovanni diretto da Muti. E a completare il cast è il basso Ugo Guagliardo, anche lui palermitano,nel ruolo del sacerdote brahmino Nourabad. Orchestra, Coro e Corpo di ballo del Teatro Massimo. Sul podio dell’Orchestra torna a dirigere il Maestro Gabriele Ferro, a istruire il Coro è il Maestro Salvatore Punturo. Direttore del Corpo di ballo Jean-Sébastien Colau.

La vicenda di Les pêcheurs de perles si svolge sull’isola indiana di Ceylon e tra atmosfere esotiche e sensuali ruota intorno al triangolo amoroso formato dal pescatore di perle Nadir, dal capo del villaggio Zurga, legati da una profonda amicizia, e dalla sacerdotessa Leïla, vergine giunta sull’isola per consacrarsi a Brahma e proteggere con le sue preghiere i pescatori dagli spiriti maligni. Sia Zurga che Nadir ne sono affascinati e attratti ma le cose si complicano quando Nadir e Leïla si innamorano e una volta scoperti dal brahmino Nourabad vengono condannati a morte da Zurga sconvolto dalla gelosia e dal risentimento per il tradimento, mentre la natura sembra rispecchiare i suoi sentimenti con l’infuriare di un violento temporale. Alla fine sarà la lealtà per l’amico a prevalere e Zurga permetterà ai due giovani di fuggire sacrificando se stesso e il villaggio a cui darà fuoco per distogliere l’attenzione di tutti.

Accolta freddamente dalla critica al suo esordio a Parigi nel 1863, con la sola eccezione di Hector Berlioz, l’opera, pur di grande raffinatezza musicale e creatività nell’evocare luoghi, paesaggi e costumi esotici, cadde nell’oblio e sparì dalla programmazione dei teatri. Oggi, con i suoi duetti e il suo lirismo appassionato è considerata il primo capolavoro operistico di Bizet e viene riportata in scena per riscoprirne tutto il valore e i tratti tipici della creatività del compositore.

La messa in scena e la scenografia sono firmate dal regista, Thomas Lebrun, coreografo e ballerino francese, attuale direttore del Centro Coreografico Nazionale di Tours ed è stata ripresa e adattata a Palermo da Angelo Smimmo, coreografo che ha lavorato con Maurice Béjart, Carolyn Carlson, Sylvie Guillem, Yoshi Oida, Micha Van Hoecke, tra gli altri, e che allo studio della danza ha accompagnato quello di musica e canto con Roberto De Simone (La gatta Cenerentola, L’opera buffa, Requiem per P. Pasolini, Osteria di Marechiaro) iniziando a collaborare con i principali teatri d’opera internazionali come cantante, coreografo e regista.

Sul podio dell’Orchestra torna a dirigere Gabriele Ferro, direttore musicale onorario a vita del Teatro Massimo, accademico di Santa Cecilia e docente di Direzione alla Scuola di Musica di Fiesole. È stato direttore stabile dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, direttore principale dell’Orchestra Rai di Roma, Generalmusikdirektor dello Staatstheater di Stoccarda, direttore musicale del San Carlo di Napoli e direttore principale (2001-2006)edal 2014 al 2019 direttore musicale del Teatro Massimo di Palermo. Ha diretto in prima mondiale opere di Berio, Clementi, Maderna, Stockhausen, Ligeti, Nono e ha collaborato con i più importanti teatri e festival internazionali. Per Elektra a Napoli ha ricevuto il Premio Abbiati.

Da non perdere i due appuntamenti di introduzione all’ascolto dell’opera: il primo, mercoledì 10 aprile alle 18:00 in Sala ONU con Ti racconto l’opera dove la scrittrice Beatrice Monroy e gli attori Gigi Borruso e Sabrina Petyx racconteranno i segreti della scrittura del libretto di Michel Carré e Eugène Cormon, tra i più criticati della storia dell’opera. Biglietti 3 euro (fino a esaurimento dei posti disponibili); mentre il secondo appuntamento, a cura dell’Associazione Amici del Teatro Massimo, è in programma giovedì 11 aprile, alle 18:00, sempre in Sala ONU, con Lorenzo Mattei, docente di Storia della Musica Moderna e Contemporanea che racconterà la genesi e le peculiarità di Les pêcheurs de perles di Bizet. Ingresso libero (fino ad esaurimento dei posti disponibili).

Info: https://www.teatromassimo.it/event/les-pecheurs-de-perles/;
Biglietti: da 20 a 145 euro.

Les pêcheurs de perles sarà replicato al Teatro Massimo fino al 21 aprile con il seguente calendario: 14 aprile ore 20:00 (Turno Prime); 16 aprile ore 18:30 (Turno Scuola); 18 aprile ore 18:30 (Turno C); 19 aprile ore 18:30 (Turno B); 21 aprile ore 17:30 (Turno D)

Les pêcheurs de perles

Opera in 3 atti di Georges Bizet
Libretto di Michel Carré e Eugène Cormon

Direttore Gabriele Ferro
Regia e coreografia Thomas Lebrun
riprese e adattate da Angelo Smimmo
Scene Antoine Fontaine
Scenografo collaboratore Roland Fontaine
Costumi David Belugou
Luci Patrick Méeüs
riprese da Nolwenn Annic
Assistente alla coreografia Valentina Golfieri
Coro, Corpo di ballo e Orchestra del Teatro Massimo di Palermo
Maestro del Coro Salvatore Punturo
Direttore del Corpo di ballo Jean-Sébastien Colau
Allestimento dell’Opéra national du Capitole de Toulouse

Personaggi e interpreti

Nadir Dmitri Korchak (14, 18, 21) / Matteo Falcier (16, 19)
Leïla Federica Guida
Zurga Alessandro Luongo
Nourabad Ugo Guagliardo

Al Teatro Carlo Felice : Idomeneo

Dramma per musica in tre atti di Wolfgang Amadeus Mozart
su libretto di Gianbattista Varesco

Venerdì 16 febbraio 2024, ore 20.00

La Stagione Lirica 2023-2024 dell’Opera Carlo Felice procede con il quinto titolo in cartellone: Idomeneo, dramma per musica in tre atti di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Gianbattista Varesco, in prima esecuzione assoluta a Genova, sarà in scena venerdì 16 febbraio alle ore 20.00 (turno A). Torna sul podio Riccardo Minasi, direttore musicale del Teatro, con la regia di Matthias Hartmann, le scene di Volker Hintermeier, i costumi Malte Lübben, le coreografie di Reginaldo Oliveira, e le luci di Mathias Märker e Valerio Tiberi. Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice. Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del coro Claudio Marino Moretti. Violoncello Antonio Fantinuoli, Clavicembalo Sirio Restani. Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS.

Idomeneo sarà in replica domenica 18 febbraio alle ore 15.00 (turno C)., venerdì 23 febbraio alle ore 20.00 (turno B). e domenica 25 febbraio alle ore 15.00 (turno F) (direttore Simone Ori).

A dare vita ai protagonisti dell’opera: Antonio Poli (Idomeneo), Cecilia Molinari (Idamante), Benedetta Torre (Ilia), Lenneke Ruiten (Elettra), Giorgio Misseri (Arbace), Blagoj Nacoski (Gran Sacerdote), Ugo Guagliardo (Voce di Nettuno), Lucia Nicotra / Maria Letizia Poltini (Due cretesi), Damiano Profumo / Franco Rios Castro (Due troiani).

«L’appuntamento con Idomeneo, in prima esecuzione assoluta a Genova,  – afferma il Sovrintendente – segue l’enorme successo conseguito dalla recente produzione di Madama Butterfly, con 12.000 spettatori presenti nell’arco delle sei rappresentazioni. Vi è grande attesa per il capolavoro mozartiano diretto da Riccardo Minasi, alla guida di una splendida compagnia di canto, con uno spettacolo di grande potenza visiva del regista Matthias Hartmann. In contemporanea con Idomeneo il Teatro è impegnato presso la Royal Opera House di Muscat in Oman con due rappresentazioni di A Midsummer Night’s Dream di Benjamin Britten (il 9 e 10 febbraio), dopo il grande successo che la produzione ha conseguito per l’inaugurazione della Stagione Lirica  lo scorso ottobre. Tale profilo internazionale si coniuga perfettamente con l’altro importante progetto di “Liguria Musica”, tramite il quale oltre cinquanta concerti del Teatro vengono diffusi sul territorio regionale».

Idomeneo è un’opera in tre atti che Wolfgang Amadeus Mozart compose tra il 1780 e il 1781 su commissione del principe Carlo Teodoro di Baviera. La stesura del libretto venne affidata all’abate Gianbattista Varesco, cappellano dell’arcivescovo di Salisburgo, che trasse ispirazione dalla tragédie-lyrique Idoménée di Antoine Danchet, musicata da André Campra nel 1712. L’opera riscosse successo sin dalla prima rappresentazione, avvenuta a Monaco nel gennaio del 1781: fu la grande consacrazione di Mozart, allora venticinquenne, nell’ambito dell’opera seria. Il libretto racconta la storia di Idomeneo, re di Creta di ritorno in patria dopo la caduta di Troia, e del figlio Idamante. Le tematiche principali sono profondamente radicate nella letteratura e nella mitologia greca: si affrontano il complicato legame padre-figlio, gli amori contrastati dalle contingenze politiche, il rapporto tra uomini e dèi. Nella composizione Mozart ebbe come principale riferimento l’opera seria italiana, della quale riprese la struttura fondata sull’alternanza tra arie e recitativi. Nonostante la fedeltà al modello, il compositore inserì diversi momenti orchestrali e corali, con una predilezione per il recitativo accompagnato, distaccandosi dall’impostazione metastasiana e creando alcune tra le pagine più intense nella storia dell’opera seria. Un altro aspetto di rilievo è la rappresentazione di ciascun personaggio, che si delinea nella direzione di un realismo psicologico allora inedito. La vocalità, per la quale Mozart impiega vari stili, diventa centrale nell’espressione drammatica e accentua le più sottili sfaccettature dei protagonisti. La ricca complessità dell’opera apre diverse possibilità interpretative.

Sul piano drammatico, l’azione si svolge a ritmo sostenuto ed è molto significativa la presenza, oltre agli interpreti principali, del coro e del corpo di ballo, che in questo allestimento assumono anche un significato simbolico.

La regia di Matthias Hartmann si rifà in particolare agli elementi Sturm und Drang – quasi preromantici – dell’opera. Scene, costumi, coreografie e luci, di enorme impatto visivo, creano un’ambientazione densa, dove emergono a pieno gli elementi soprannaturali e divini propri dell’intreccio narrativo. Al centro della scena unica troneggiano il relitto di una nave e la testa di un toro – importante riferimento alla figura del minotauro e ai riti della civiltà minoica.

Biografie

Riccardo Minasi si è rapidamente affermato come uno dei talenti più entusiasmanti emersi sulla scena europea negli ultimi anni. Oltre alla sua posizione di direttore principale della Mozarteumorchester di Salisburgo, i recenti e imminenti debutti sinfonici includono alcune tra i più rinomati teatri e sale da concerto italiani e internazionali. Nel gennaio 2022 è stato nominato primo direttore artistico de La Scintilla all’Opera di Zurigo. Mantiene rapporti regolari con NDR Radiophilharmonie Hannover, Ensemble Resonanz e La Scintilla. Ha recentemente diretto produzioni operistiche per il Glyndebourne Festival Opera, per il Salzburger Festspiele, per l’Opera di Zurigo, per l’Opera di Stato di Amburgo, e ha debuttato alla Dutch National Opera, per l’Opéra National de Lyon. Riccardo Minasi ha una vasta esperienza discografica con i migliori artisti del mondo, ed è apparso in quattro album vincitori dell’Echo Klassik Award. Le sue registrazioni delle Sette ultime parole di Cristo sulla croce di Haydn e dei Concerti per violoncello di C. P. E. Bach hanno ricevuto il Diapason d’Or de l’Année. È stato consulente storico per l’Orchestra Sinfonica di Montréal, oltre a essere curatore ed editore con Maurizio Biondi dell’edizione critica 2016 Bärenreiter di Norma. Come solista e primo violino si è esibito con diverse importanti orchestre e solisti. Dal 2022 è direttore musicale dell’Opera Carlo Felice Genova.

Matthias Hartmann, nato a Osnabrück, lavora come regista per i più importanti teatri lirici e di prosa dei paesi di lingua tedesca. Nel 1990 è stato nominato direttore artistico presso lo Staatstheater di Hannover, dal 1993 al 1999 del Residenztheater di Monaco di Baviera, e in seguito della Deutsche Schauspielhaus di Amburgo e del Burgtheater di Vienna. Dal 2000 al 2005 è stato sovrintendente della Schauspielhaus di Bochum dove ha diretto lavori di Botho Strauss e Peter Turrini, En attendant Godot di Beckett e 1979 di Christian Kracht. Dal 2005 al 2009 è direttore artistico della Schauspielhaus di Zurigo, dove realizza la regia per Ivanov di Čechov, Je suis le vent di Jon Fosse e Emmanuel Kant: cómedie di Thomas Bernhard. Dal 2009 al 2014 è direttore del Burgtheater di Vienna e qui realizza le regie di Guerra e pace di Lev Tolstoj (Premio Nestroy 2010), Faust di Goethe, Ombra (Euridice parla) di Elfriede Jelinek e Die letzten Zeugen di Doron Rabinovici. Dal 2003 è attivo anche come regista di teatro d’opera, firmando Elektra all’Opéra di Parigi, Carmen a Zurigo, Lady Macbeth del distretto di Mzensk di Šostakovič per la Staatsoper di Vienna, La sposa venduta di Smetana, Tiefland di Eugen d’Albert, Rusalka di Dvořák, Mathis der Maler di Hindemith a Zurigo, Fidelio, La bohéme e Boris Godunov per il Grand Théâtre di Ginevra. Al Teatro alla Scala ha debuttato nel 2017 con la regia di Der Freischütz. Tra i suoi progetti più recenti, l’allestimento multimediale per Die Räuber di Schiller al Landesthater di Salisburgo, trasmesso in diretta televisiva; Michael Kohlhaas di Kleist e il musical di David Bowie ed Enda Walsh, Lazarus (2018) al Schauspielhaus di Düsseldorf. Come CEO di THE NET realizza serie televisive internazionali. Tra gli impegni più recenti Idomeneo e La dama di picche alla Scala; Fidelio, Ariadne auf Naxos e Carmen a Firenze. 

Biglietti

I settore: da 70 a 100,00 euro

II settore: da 55 a 80,00 euro

III settore: da 45 60,00 euro

IV settore: da 40 a 50,00 euro

V settore: da 3035,00 euro

Under 30*: 25,00 euro

Under 18*: 15,00 euro

*tutti i settori

Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it